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Dio: Amore che ti ama! – Sulle vie del Vangelo/4

Dio, ossia l’Amore fatto carne!

Dio, alias l’Amore che ti ama e non ti cambia!

Dire Dio Amore è scegliere di pensare molto più in grande di quanto normalmente siamo abituati a fare.

Nel nostro linguaggio, nel nostro modo di relazionarci a Dio, nelle esperienze di fede e di discernimento, nella preghiera viene costantemente a galla l’idea di un Dio perfettissimo a cui non facciamo altro che chiedere di essere cambiati, trasformati, migliorati. Se Dio può tutto perché non osare chiedere miracoli di guarigione? Perché non può alleggerirci dei tanti limiti umani, fisici, caratteriali che il più delle volte diventano pesanti fardelli, difficili da gestire per una vita intera? Il suo amore ci tocca e ci trasforma, ci rende altro, ci rinnova a tal punto da diventare irriconoscibili a noi stessi… spesso questo è ciò che speriamo accada… eppure dietro ogni limite esistono migliaia di possibilità di bene.
Quando una breccia è raggiunta dalla luce può diventare una feritoia luminosa e allora Dio, più che come il guaritore magico, si dà a noi come pienezza di amore che non toglie nulla di ciò che siamo ma, riempiendoci, rende ogni nostra “breccia interiore”, ogni ferita, una vera e propria feritoia in cui passa luce nuova.

Dio si dà a noi, amandoci, e ci rende nuovi non perché diversi, ma perché capaci di vivere in modo nuovo, di investire sui nostri limiti facendoli diventare dono, possibilità di vita, di crescita, di futuro, di condivisione. Il limite dice qualcosa di noi stessi, della nostra storia, della nostra più profonda identità, toglierlo non sarebbe come cambiare maglietta, ma significherebbe cambiare vita. Dentro ogni limite c’è la ricchezza dell’esperienza che se accolta può diventare strada di pace, sentiero di riconciliazione, orizzonte di speranza per noi stessi e per chi ci avvicina.

Entrare allora in relazione con Dio, essere raggiunti dal suo amore, significa percorrere con lui la via della fragilità, via che lui in primis ha privilegiato entrando nella storia, facendosi carne, facendo sua la nostra natura in tutto, dalla nascita alla morte. E quell’unica cosa che da noi lo avrebbe distinto, il peccato, per amore lo ha preso su di sè, per spalancare a noi le porte di una vita piena e di una pienezza vera!

Il video che scegliamo di riproporre a conclusione di queste tracce di riflessione, crediamo che possa fare sintesi e proiettarci verso orizzonti sicuramente più ampi di quelli che comunemente scegliamo di avere.
Chiedo a tutti voi, amici blogger, di vedere fino in fondo il cortometraggio, e ringrazio chi, da un’interessante lezione di Cristologia ha dato il via a quanto, attraverso queste riflessioni, vi ha raggiunto!

 Il circo della farfalla – cortometraggio in inglese sottotitolato in italiano

I volti dell’amore- Sulle vie del Vangelo/3

Quanti colori avrebbe il vostro mondo?
E quanti volti dovrebbe avere l’amore per essere riconoscibile?

Diciamo e crediamo che Dio è amore, ma la domanda urgente che risuona da ogni cuore umano è: come riconoscerlo? Come vedere Dio amore in azione se ovunque sembra dominare sofferenza, ingiustizia, male, dolore?

Dio può ancora riuscire a rendersi visibile oggi? In Gesù lo ha fatto, ma sono trascorsi ormai più di 2000 anni e per qualcuno è diventato troppo difficile riuscire a ricordare le sue guarigioni, il suo stare con i peccatori, il suo perdonare sempre e comunque.

Ci sono soluzioni per l’oggi? Questo mondo potrebbe più facilmente credere se l’Amore avesse volti in cui manifestarsi… il mondo attende: vuole ascoltare risposte di vita, vuole scoprire i volti dell’amore.

PREPARANDOCI ALLA VIDEO CATECHESI CON: Il mondo che vorrei

VIDEO CATECHESI –  I volti dell’amore

è on line anche:


A chi serve credere?- Sulle vie del Vangelo/2

Ma la fede aiuta?

Le ingiustizie, la morte, il male, non sono state cancellate dalla resurrezione… ma allora a cosa serve credere?

PREPARIAMOCI ALLA VIDEO CATECHESI CON: Perdonami

Cos’è la fede se alla fine tutto resta uguale? A cosa e a chi serve credere?

Noi, Dio e la costante ricerca del sacro; la voglia di sentirci protetti da un oltre o da un altro… la paura di ciò che non conosciamo… eppure credere è molto di più!

Dio non è solo l’oltre rispetto a ciò che viviamo, ma è anche l’altro rispetto a ciò che siamo. Dio e noi: una relazione da ripensare, un’idea su cui ragionare, una soluzione da trovare? Cos’è per noi la fede?

Io credo, ma tu, Signore, mi aiuti a vivere? 

VIDEO CATECHESI –  A chi serve credere?


Chi sei o Signore?- Sulle vie del Vangelo/1

Chi sei o Signore?

Dove abiti?

Qual è il tuo volto?

Quante domande popolano la nostra fede… quanta voglia di sapere, di conoscere, di non lasciarci sorprendere dal mistero. Eppure queste e tante altre domande ci permettono di andare fino in fondo, di non fermarci allo scontato, di non tirare i remi in barca quando il cammino diventa difficile.

Nella nostra vita entra Gesù di Nazareth, ed entrando ci tocca e ci rinnova!

Chi sei Gesù? Cosa chiedi alla nostra vita? Cosa sei disposto a darci? Perché ti sei fatto uomo? Oggi, che senso ha credere in te?

VIDEO CATECHESI – Chi sei o Signore?

MUSICA E FEDE OGGI: Gesù Cristo è il Signore


SS. Corpo e Sangue di Cristo – Anno B

«Dov’è la mia stanza, in cui io possa
mangiare la Pasqua con i miei discepoli?»

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 14,12-16.22-26)
  SS. Corpo e Sangue di Cristo – Anno B

Di quanto Spirito abbiamo bisogno per potere capire che Dio è comunione?
Di quanto Spirito abbiamo bisogno per smetterla di litigare e imitare la Trinità?
Di quanto Spirito abbiamo bisogno per superare questo momento tragico, lo spettacolo che diamo al mondo di un gruppo di discepoli che si fanno la guerra, che imitano i corvi invece di invocare la colomba?
Scenda il fuoco e ci purifichi, ci sostenga, ci incoraggi.

Il mite Pietro chiede di uscire dalla Babele a partire da chi gli sta attorno e ha assorbito la logica del mondo. Anche noi siamo chiamati a convertire il nostro cuore, a far diventare le nostre comunità l’anti-babele, il pallido riflesso della Trinità. Difficile, lo so, non ditelo a me. Dio ci dona l’esempio, facendosi pane. E ogni comunità, ogni domenica, si stringe a lui e ripete, come il popolo dell’alleanza: quanto il Signore ha detto noi lo faremo.

LA STANZA
“Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Sta per essere arrestato e ucciso il Maestro. I suoi non lo sanno, non se ne accorgono, sono troppo concentrati su loro stessi e sui loro limiti per vedere ciò che sta per succedere. Gesù, invece, ha ormai piena consapevolezza che tutto volge al termine, che sta per compiere il dono più grande, il dono della sua stessa vita. Servirà? Capirà, l’uomo, che Dio lo ama liberamente, senza condizioni? Saprà l’uomo, infine, arrendersi all’evidenza di un Dio donato?
Si avvicina la Pasqua: Gesù sa che non riuscirà a celebrarla con i discepoli. Decide di anticiparla, chiede ospitalità ad uno sconosciuto, in quella stanza al primo piano, sul monte Sion che sovrasta la città, di fronte al Tempio, Gesù sta per dare l’addio ai suoi discepoli, facendo loro il regalo più grande: la sua presenza eterna.
“Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”.

PARTECIPI
Non sappiamo neppure il nome del tale il cui servo sceso ad attingere acqua incrocia in città i discepoli del Nazareno che lo seguono per chiedere al proprietario una stanza per celebrare la Pasqua. Gesù, però, considera sua quella stanza. Sua, perché vi resterà per sempre. Sua, perché chi accoglie il Maestro, anche senza saperlo, anche senza consapevolezza, si vede trasformare la vita. Proprio come accade nelle nostre spente assemblee domenicali.

TIEPIDEZZE
Dio, il misericordioso, mi ha dato molte gioie nella vita. Una di queste è il potere conoscere molte comunità, sparse nei quattro angoli dell’Italia, e di pregare con loro. Ho partecipato ad assemblee di comunità vivaci, coraggiose, a veglie di preghiera intense, a messe piene di gioia e di emozione. Raramente.
Più spesso, partecipo a delle messe fiacche, tiepide, distratte, spente, esasperanti.
Quante volte incontro degli amici che, avvicinatisi al Signore, convertiti alla e dalla Parola, faticano a nutrire la propria spiritualità in grandi città piene di chiese e povere di fede! Quante volte, io stesso, in vacanza, ho partecipato con dolore e insofferenza a celebrazioni raffazzonate, frettolose, senza preghiera! Gesù, però, sceglie di fare “sue” anche quelle stanze. Non ha la puzza sotto il naso, il Signore, si adatta. Ha voluto con sé, nel momento più faticoso della sua vita, i suoi dodici poveri apostoli. Poveri e fragili come noi, instabili e lunatici come noi. “Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”.

CONVERSIONI
Partecipiamo con costanza e forza alle nostre celebrazioni, anche se sbiadite. Se possibile, mettiamoci in gioco per cambiarle, per renderle più gioiose, accoglienti, oranti. Addobbiamola, la stanza alta, rendiamola accogliente al meglio delle nostre forze e delle nostre possibilità. Ma se ciò non è possibile, pazienza. Se si adatta Gesù, noi non ci adatteremo? Viviamo tempi difficili, tempi in cui la fede è messa a dura prova. Penso al dolore di tanti sacerdoti che si ritrovano a donare la loro intera vita per annunciare il vangelo e si ritrovano a fare i funzionari davanti a comunità pagane nei fatti, se non nelle abitudini!
Oggi celebriamo il Mistero della presenza reale, concreta, attuale, salvifica di Cristo nell’Eucarestia: il Rabbì si rende accessibile, incontrabile, si fa pane del cammino, diventa cibo per l’uomo stremato. Rabbrividisco di fronte alla poca fede mia e delle nostre comunità.

POCA FEDE
Il problema è semplice: la nostra fede è poca, ridotta al lumicino.
E allora la Messa è peso, fatica, incomprensione. Ma se crediamo che il Maestro è presente, al di là della povertà del luogo e delle persone, tutto cambia. L’Eucarestia diventa il centro della settimana, la Parola celebrata ritornerà in mente durante il lavoro e lo studio. Da quel pane donato, ripartiamo. Perché la “sua” stanza torni ad essere addobbata.

(PAOLO CURTAZ)


Pentecoste – Anno B

«Quando verrà il Paràclito… egli darà testimonianza di me;
e anche voi date testimonianza…»

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 15,26-27)
  DOMENICA DI PENTECOSTE – Anno B

No, non siamo in grado, siamo seri. Né tu, amico lettore, né io, né nessuno che abbia un po’ di sano realismo lo può (veramente) fare. Non siamo capaci di annunciare il Regno con sufficiente trasparenza, con coerenza minima, con passione necessaria. Il peccato è il nemico da combattere, come ci ha più volte ricordato un illuminato Papa Benedetto in questi anni. In un mondo in cui tutti danno la colpa agli altri (anche nella Chiesa!), Pietro ci ricorda che il nemico è dentro, non fuori. Questa storia dell’affidare alla Chiesa, a questa Chiesa, le redini del Regno è stato uno scherzo, o un inganno o una follia. Siamo seri.
Lui non c’è, lo sappiamo, lo vediamo mille volte, lo sperimentiamo. No, non ce la possiamo fare. Ora che l’Europa crolla e tutto sembra svanire e la paura attanaglia la quotidianità, prima che i mercati. Come facciamo a parlare di speranza alla gente che non arriva alla fine del mese? Andiamo! Non, non ce la possiamo fare. Oppure.

SHEVUOT
Shevuot, la festa della mietitura, Pentecoste per i fedeli greci che ricordano la sua celebrazione cinquanta giorni dopo Pesah, era una festa agricola che, col passare dei secoli, era stata arricchita da un’altra interpretazione: in quel giorno si ricordava il dono della Torah sul monte Sinai. Israele era molto fiero della Legge che Dio gli aveva consegnato; pur essendo il più piccolo fra i popoli, era stato scelto per testimoniare al mondo il vero volto del misericordioso.
Proprio in quel giorno, e non casualmente, Luca situa la discesa dello Spirito Santo. Spirito che era già stato donato, dalla croce e il giorno di Pasqua. Perché ripetere questa effusione? Perché quel giorno? Forse Luca vuole dire ai discepoli che la nuova Legge è un movimento dello Spirito, una luce interiore che illumina il nostro volto e quello di Dio! Gesù non aggiunge precetti ai tanti (troppi!) presenti nella Legge orale, ma li semplifica, li riduce, li porta all’essenziale.
Un solo precetto, quello dell’amore, è richiesto ai discepoli. Fantastico, grazie Gesù! Ma cosa significa amare nelle situazioni concrete? Ecco che lo Spirito ci viene in soccorso. Gesù non dona delle nuove tavole, cambia il modo di vederle, ci cambia il cuore, radicalmente. Oggi festeggiamo la Legge che lo Spirito ci aiuta a riconoscere.

TUONI, NUBI, FUOCO, VENTO
Luca descrive l’evento rimandando esplicitamente alla teofania di Dio sul monte Sinai: i tuoni, le nubi, il fuoco, il vento sono elementi che descrivono la solennità dell’evento e la presenza di Dio ma che possono anche essere riletti in una chiave spirituale.
Lo Spirito è tuono e terremoto: ci scuote nel profondo, scardina le nostre presunte certezze, ci obbliga a superare i luoghi comuni sulla fede (e sul cristianesimo!).
Lo Spirito è nube: la nebbia ci costringe a fidarci di qualcuno che ci conduce per non perdere la strada della verità.
Lo Spirito è fuoco che riscalda i nostri cuori e illumina i nostri passi.
Lo Spirito è vento: siamo noi a dover orientare le vele per raccogliere la sua spinta e attraversare il mare della vita!
Lo Spirito diventa l’anti-babele: se l’arroganza degli uomini ha portato alla confusione delle lingue, a non capirsi più, la presenza dello Spirito ci fa udire un solo linguaggio, una sola voce.
Invochiamo lo Spirito quando non ci capiamo in famiglia, in parrocchia, sul lavoro. Invochiamolo quando non riusciamo a spiegarci. Lo Spirito fa diventare i pavidi apostoli dei formidabili evangelizzatori: ora non hanno più paura e osano, vanno oltre, dicono senza timore la loro fede e la loro speranza. È la pentecoste: la Chiesa si inebria e diventa missionaria.

URAGANO
Non è un vento: è l’uragano. Un uragano che li strappa alle loro certezze, che li devasta, che li scompiglia e li scapiglia, che li converte, infine. Il fuoco scende nel cuore e li consuma.
No, certo, non ce la possono fare. D’accordo. Sarà lo Spirito ad agire. È arrivato, il dono (annunciato) del Risorto. È più folle e più anarchico di come neppure osassero immaginare. Il cuore ora è gonfio, escono per strada, fermano i pellegrini di passaggio a Gerusalemme per la Pentecoste. Parlano del Maestro, lo professano Messia e Signore e presente.
È arrivato lo Spirito.

PRUDENZA
Tenetelo nel cassetto lo Spirito, per favore. È pericoloso, devastante, inquietante.
Quando la Chiesa si siede o si arrocca fa nascere i santi che la ribaltano. Quando pensate che la vostra vita sia finita, annientata, vi spalanca lo sguardo del cuore. Quando le nostre parrocchie languono, si clericalizzano, si svuotano, si abituano, si stancano, si illudono egli scuote dalle fondamenta, fa crollare i palazzi della retorica e ci spinge a uscire nelle strade del nostro quartiere a dire Dio. Gli Atti degli apostoli sono una divertente comica in cui lo Spirito combina pasticci e gli apostoli corrono (invano) cercando di capire cosa fare veramente.
È lo Spirito che guida la Chiesa, anche se cerchiamo continuamente di correggere la rotta. È lui, se vuoi, fratello, sorella, che può orientare la vita verso i cammini della santità. È lui che soffia, nonostante tutto.

(PAOLO CURTAZ)


Parola e silenzio: una sfida possibile – Incontri online/maggio 2012_Step9

Siamo nel tempo pasquale e il cuore continua a essere segnato dai gioiosi alleluia di risurrezione.
E’ ancora vivo in noi l’invito che, con forza, ha risuonato nella precedente tappa: uscire dal buio, dalla notte, dalle distanze di sicurezza per diventare discepoli della luce, per confessare testimonianza la nostra fede in Gesù Cristo Risorto.

Ora, sempre più decisamente orientati verso l’Ascensione e la Pentecoste, liturgia e la Parola apre per noi gli orizzonti dell’annuncio. Quell’andate detto da Gesù ai suoi discepoli, continua a essere vero per noi oggi!
Continua a toccare la nostra esperienza di fede e ci chiede di uscire, di condividere, di non tenere per noi la straordinaria ricchezza che abbiamo ricevuto: l’incontro con Dio e con il suo amore.

E’ in questo orizzonte che va letto e interiorizzato il tema di questa nostra nona tappa; tema che di fatto fa eco al messaggio del santo Padre per la 46a Giornata Mondiale delle comunicazioni sociali.

L’annuncio mette in gioco la comunicazione e, a sua volta, la comunicazione, per essere vera, deve poter diventare voce dell’interiorità. E’ questa la grande sfida a cui siamo chiamati, è in questo senso che parola e silenzio potrebbero diventare una reale opportunità per accogliere, interiorizzare, far crescere la Parola in noi.

Tra rischi, slanci, paure, indecisioni… c’è un grande maestro interiore che in noi diventa luce, guida, sostegno, conferma nella fede.

Vi lascio a questo punto alla video-catechesi, augurandovi di entrare nel silenzio e nella Parola, lì dove e come il Signore vorrà. Lui, ci attende per raggiungerci con proposte singolari e personali, per fare della nostra vita un dono di pienezza.

Video catechesi

Come una voce sola davanti a Dio
Preghiera conclusiva

Parole: suoni e memorie, vissuti e speranze
che ritornano e non ci lasciano soli, Signore.
Parole: vita e morte, speranze e illusioni
che si destreggiano nel cuore dell’uomo.
Silenzi: come parole non dette, né ascoltate,
che risuonano negli spazi deserti della nostra vita, cariche di omertà.
Risuonano, Signore, come eco lontane che dominano sui ricordi.

Aprici, Signore della vita, al mistero del deserto che fiorisce,
rendici capaci di ascoltare il silenzio,
grembo fecondo della Parola che salva.
Il tuo Spirito apra le nostre orecchie,
schiuda le nostre memorie, spalanchi ogni rigidità
e la forza travolgente del silenzio, pregno di Dio,
renda nuova ogni parola, vera ogni confidenza, trasparente ogni segreto.
Lo Spirito che ha reso viva la Parola nella storia, porti vita nell’annuncio,
indichi vie di comunicazione dove sopravvive la diffidenza,
faccia risuonare nei nostri silenzi,
spesso muti, scoraggiati o spaventati,
la Parola dell’amore, che fa del silenzio
la casa in cui abitare, nascere e donarsi. Amen

Preghiamola tutti costantemente, se possibile ogni giorno. Sia preghiera reciproca in cui, gli uni per gli altri, come fratelli e sorelle nel Signore, invochiamo la sua grazia e benedizione, la sua pace, perchè, percorrendo questo tempo, come Chiesa, radunata nel suo nome, il nostro sia un itinerario interiore capace di portarci nel cuore della nostra fede.

Per saperne di più scrivi a:

Sr Mariangela: m.tassielli@paoline.it

Per condividere riflessioni, mettere in campo domande, dubbi, voglia di saperne di più, seguici anche su

Facebook: Giovani & Vangelo
su Tw: Cantalavita

Potrai trovare aggiornamenti in tempo reale e condividi i link sulle pagine di amici e conoscenti che a tuo parere potrebbero essere interessati dall’annuncio di gioia con cui il Vangelo ci raggiunge.

Inoltre se hai meno di 30 anni ti proponiamo il gruppo facebook:

GEP – Giovani Evangelizzatori Paolini

Se desideri vivere momenti di preghiera ti consigliamo il libro: Attirerò tutti a me – Adorazioni eucaristiche per ogni tempo dell’anno. Autore: Suor Mariangela Tassielli – Ed. Paoline

Ti auguriamo buon cammino e buon tutto!

Ti ricordiamo il cammino di incontri online 2012 -2013

Felici di vivere

STEP PRECEDENTI

RAGAZZI & DINTORNI – Maggio 2012 – La fonte è lo Spirito

PRODURRE FRUTTO NEL «WEB»

di Alessia Cambi

Siamo giunti all’ultima tappa del percorso sui frutti dello Spirito Santo, che ci ha condotti a capire l’importanza di «portare frutto nella nostra vita», da riversare in quella degli altri. Anche cercando di sviluppare le proprie capacità con passione, si porta frutto: i doni che abbiamo, infatti, non sono solo per noi ma ci sono stati dati per metterli a servizio di tutti. Il frutto dello Spirito, che è Amore, è come un diamante preziosissimo, le cui sfaccettature sono: gioia, pace, pazienza, bontà, benevolenza, fedeltà, dominio di sé. L’amore, inteso come carità e altruismo, è un amore illimitato verso le persone: è l’amore che porta al sacrificio, ad amare i nemici e a dare la vita per gli altri come ha fatto Gesù sulla croce. Questo frutto produce in noi la capacità di amare chi non ci è simpatico o che ci perseguita (come i bulli a scuola). È un amore pronto a dare, che ricerca sempre ciò che è buono nell’altro.

Un’attività, utile per comprendere «come amare», potrebbe essere quella di chiedere ai ragazzi: «Chi dobbiamo amare?». Certamente: Dio, noi stessi, il prossimo, il nemico e i fratelli. Successivamente chiedete: «Chi sono e dove trovarli?». Potreste invitarli, divisi in gruppi, a cercare in internet immagini che rappresentino queste persone e immagini e/o fatti che esprimono il come amarle. Se vi è disponibilità e competenza, montate il tutto in una presentazione di powerpoint o in un filmato (usando Windows media player) e, poi, guardate insieme il lavoro finale, magari assegnate un premio al lavoro migliore, da condividere, poi, mettendolo o su YouTube (se è un filmato) o sulla banca dati di http://www.qumran2.net.

Sarebbe importante che i ragazzi assumessero un impegno concreto per mettere in pratica uno di questi frutti. Ad esempio parlando di amore, bontà, pace, benevolenza, gioia si possono trovare nella rete molti siti di volontariato (anche del vostro territorio); case di beneficenza, locali, nazionali o missionarie; molti esempi di vita sia di santi (www.santiebeati.org) sia di persone comuni che dedicano la propria vita agli altri.

E perché non entrare nella pagine web di comunità religiose?
Fondamentale è iniziare a fare esperienza, non solo parlare, in modo da accorgersi dell’azione dello Spirito Santo nel piccolo delle nostre vite.
Lo Spirito Santo è creativo basta solo decidere cosa si vuol fare e gli strumenti, soprattutto quelli multimediali, non mancano. Per la grafica vi consiglio un programma freeware completo, ma leggero: http://www.gimp.org. Per creare tracce audio, abbinarle a immagini e video, per fonts e ritocco, ecc., vi indico un sito dove troverete programmi, divisi per categoria, gratuiti: http://www.programmifree.com. Vi consiglierei, poi, di creare un blog (più semplice da gestire di un sito) del vostro gruppo/comunità dove postare non solo le attività, i progetti, le immagini e i video, ma per fare interagire i vostri ragazzi, permettendo anche ai genitori e ad altri ragazzi di vedere e interagire. Un ottima guida gratuita per fare un blog la trovate in: http://www.masternewmedia.org.

Questo e molti altri suggerimenti per la catechesi dei ragazzi sul numero di Maggio dell’inserto Ragazzi & Dintorni dossier mensile di Catechisti Parrocchiali.

Per vedere il sommario di Ragazzi & Dintorni di Maggio 2012 clicca qui

Per info e abbonamenti:

Missione a Camaro Inferiore(ME) 2012/2: – La croce della salvezza

Vivere giorni di missione in un periodo così forte come la Quaresima significa necessariamente fermarsi attorno al legno della croce e cercare di penetrarne il mistero… il grande mistero dell’amore e del dolore, della vita e della morte, della miseria e della salvezza. E direi che provare a guardare il “caro legno” senza considerare tutte queste sfaccettature significa impoverirne il senso. 

Perché proprio la croce?
Perché non una morte casuale?
Perché non una malattia?
Perché Gesù è morto come il peggiore tra i peccatori?come uomo maledetto, lontano da Dio?

 infondo questo diceva l’antica legge… 

Eppure in lui le folle avevano contemplato il Dio dell’amore, l’amore creatore capace di abbracciare la sua creatura…  questo era Gesù di Nazareth… per questo dava la vita, per questo guariva allontanando ogni sorta di malattia, fisica e morale.

Ma allora perché condannarlo? Perché esporlo al pubblico scherno? Perché così atroce sarebbe dovuta essere la sua morte?

Così… solo così… su quel legno è stata portata ogni sofferenza, ogni peccato, ogni solitudine, ogni fragilità… così, e solo così, il nostro peccato non ha conosciuto la condanna, ma ha sentito il perdono e la salvezza. 

Avviciniamoci allora tutti alla croce… e portiamo le nostre solitudini, malattie, le tante croci che ognuno sente pesare sulla propria vita. Ognuno si appoggi al “caro legno” perchè lì troverà la vita… da lì la sorgente della vita.

La sua croce non è peso per noi, ma diventa per noi possibilità di vita!

Buon tutto… e la nostra missione avanza… questa sera ci aspetta la Festa della vita!

A domani!

INTANTO VI PROPONIAMO LE FOTOGRAFIE DI IERI:

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Mandato missionario_3Mandato missionario_2Mandato missionario_1Don DinoChiesa SS. Annunziata - Camaro Inf.  (ME)_5Chiesa SS. Annunziata - Camaro Inf.  (ME)_4

GP2 GenerAzioni – Tecnologie!