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Buona domenica! – XXXIII del Tempo Ordinario – Anno C
Risollevatevi e alzate il capo…
Canto al Vangelo (Lc 21,28)
XXXIII DOMENICA del TEMPO ORDINARIO – Anno C
Meglio lasciar perdere, siamo onesti. Leggere o ascoltare le notizie di cronaca o di politica induce alla depressione. La rissosità e la vacuità sono assurti a stile di vita. La crisi è reale, subdola, inchioda le famiglie alle proprie fatiche, impedisce di immaginare un futuro. Ma quello che più scoraggia è la generale disillusione, la cattiveria dilagante, l’aria che tira.
Come da fine impero, come a Pompei prima dell’eruzione, come nel più cupo medioevo. Tecnologico e buio.
Sapremo di andare a fondo leggendo la notizia su un tablet, bel progresso. Dai roghi tossici ai femminicidi, dai giochi d’azzardo che svuotano le tasche degli italiani regalando un’amara illusione alle cupe previsioni economiche, per la prima volta sperimentiamo sul serio (e non, come spesso accade in Italia, per abitudine scaramantica alla lamentela) la fatica ad andare avanti. Come nel dopoguerra, ma senza guerra.
In questi tempi cupi un po’ ci si affida alla fede, molto di più ai cartomanti e ai santoni, vivi o imbalsamati. E, ovviamente, qualche veggente cattolico ci assicura che siamo negli ultimi tempi. Ma dai! Che scoperta! Dalla resurrezione in avanti siamo alla fine dei tempi.
State a sentire Luca, allora.
TIME OUT
In questa penultima domenica dell’anno liturgico Luca parla alla sua e alla nostra comunità degli ultimi tempi. Quelli che sono già iniziati. Non parla della fine ma del fine. Non della clamorosa implosione del mondo ma del senso della storia. A capirla e saperla leggere.
Sta evangelizzando una comunità perseguitata, impressionata dalla distruzione di Gerusalemme e del tempio, impaurita dall’ondata di odio scatenata da Nerone. Siamo perduti?, si chiedono i suoi parrocchiani, È la fine? Non ve lo chiedete mai? Io sì. E se Dio si fosse sbagliato? E se la vita fosse davvero un coacervo inestricabile di luce e di tenebre che mastica e tritura ogni emozione e ogni sogno? E se Dio – tenero! – avesse esagerato con l’idea della libertà degli uomini e del fatto che l’uomo può farcela da solo?
Me lo chiedo quando incontro gli amici di Napoli che non sanno più cosa fare, che pensano che, forse, hanno vinto i malvagi.
Me lo chiedo quando vedo un giovane papà prendere il camper e andare in Germania a cercare lavoro, con una laurea in tasca e un ex-lavoro da dirigente.
Me lo chiedo quando vedo persone sane, trasparenti, volenterose venire offese, turlupinate, ingannate e restano seduti nella sala d’aspetto delle opportunità (sociali, lavorative, economiche) vedendosi passare davanti persone ignoranti e arroganti.
È la fine? Dobbiamo arrenderci? Continua a leggere Buona domenica! – XXXIII del Tempo Ordinario – Anno C
Buona domenica! – XXXI del Tempo Ordinario – Anno C
…cercava di vedere chi era Gesù…
Dal Vangelo di Luca (Lc 19,3)
XXXI DOMENICA del TEMPO ORDINARIO – Anno C
Spero siate sopravissuti all’orribile festa che ci ha rubato la dolente e fiduciosa riflessione sul destino dei nostri morti. E della gioiosa speranza che ci attende in compagnia dei santi. Lo so, è inevitabile che altri modi e altri mondi invadano le nostre consunte e fragili certezze culturali e di fede. Sono solo stupito dalla velocità imbarazzante con cui ciò avviene. Un festa di origine pagana, irlandese, che il cristianesimo aveva “battezzato”, ha invaso le nostre fantasie ormai deforme e irridente: i defunti lasciano lo spazio alla paura dei mostri e la corretta mestizia è sostituita dalla burla irriverente. Esagero, forse, ma è incredibile come continuiamo a regalare pezzi della nostra cultura per sostituirli con pezze costruite ad arte dal mercato. Pazienza. Riprendiamo la Parola, allora, cerchiamo di oltrepassare il muro di persone, opinioni, grida che ci impedisce di vedere Gesù che passa.
PICCOLEZZE E PICCINERIE
Zaccheo è un manager riuscito: ha fatto soldi a palate, grazie all’appalto delle tasse dall’invasore romano. Un usuraio, diremmo oggi, un furbo senza scrupoli come i caimani che squartano la finanza italiana, al centro il profitto, il resto è relativo. È rispettato, temuto dai suoi concittadini: basta un suo gesto e i soldati romani intervengono. Ma è rimasto solo. La ricchezza e il potere sono avari di amici e di gratuità.
Zaccheo ha sentito parlare del Galileo, quel tale Nazareno che la gente crede un guaritore, un profeta e, curioso, lo vuole vedere senza farsi vedere. Luca, grande scrittore, introduce il suo personaggio in maniera negativa: è il capo dei pubblicani ed è ricco. Continua a leggere Buona domenica! – XXXI del Tempo Ordinario – Anno C
Buona domenica! – XXX del Tempo Ordinario – Anno C
…l’intima presunzione di essere giusti…
Dal Vangelo di Luca (Lc 18,9)
XXX DOMENICA del TEMPO ORDINARIO – Anno C
Siamo tutti lebbrosi e tutti chiediamo la compassione che troppo spesso il mondo ci rifiuta. La crisi che addenta l’Occidente ha fatto una prima vittima: la speranza. La lotta quotidiana per andare avanti rischia di inaridire il nostro cuore, di renderlo indurito e rabbioso. Come accade nella nostra Italia sempre più schierata, sempre più aggressiva. Siamo tutti lebbrosi e Cristo ci guarisce. Non andando al tempio, non rifugiandoci in una religiosità della cerimonia e della devozione, ma andando direttamente a Cristo la Parola incarnata. Allora diventiamo capaci di ringraziare (letteralmente eucaristizzare, di scoprire in Cristo lo sposo dell’umanità). Ma per tornare indietro, per convertirci, dobbiamo fare spazio nel cuore. Riconoscere l’abisso che ci abita. Non ditelo al fariseo.
IL FARISEO E L’INGOMBRO DEL CUORE
I farisei erano devoti alla legge, cercavano di contrastare il generale rilassamento del popolo di Israele, osservando con scrupolo ogni piccolissima direttiva della legge di Dio. Bella gente, poche storie. Certo, il fariseo ci sembra arrogante ma, in realtà, è solo pieno di zelo. L’elenco che il fariseo fa, di fronte a Dio, è corretto: Continua a leggere Buona domenica! – XXX del Tempo Ordinario – Anno C
Liturgia di domenica 10/03/2013 – IV Domenica di Quaresima – con suggerimenti per catechisti
«Questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita,
era perduto ed è stato ritrovato»
Lc 15,1-3.11-32
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».
Per te catechista, che scegli di usare anche l’immagine per aiutare i tuoi ragazzi a entrare nel dinamismo del Vangelo.
OBIETTIVO: aiutare i ragazzi a scoprire cosa significa misericordia, che nella parabola viene detta con quel “ebbe compassione“… e non solo. MISERICORDIA: termine spesso abusato, ma il più delle volte non pienamente compreso nelle sue più dirette conseguenze. Molto spesso, negli incontri di catechesi con i preadolescenti e/o adolescenti a parole si annuncia un Dio buono e poi si arriva spesso a minacciare i ragazzi se si assentano o se non sono presenti a Messa. Questi atteggiamenti contraddicono con i fatti, ciò che le parole annunciano. Se Dio è buono lo è sempre, anche quando i nostri ragazzi, come il figlio della parabola prendono le distanze da lui. Riflettere su questo, in questa IV Domenica di Quaresima, mi auguro che possa aiutarci a riempire di misericordia anche il nostro agire pastorale.
- Leggete con i ragazzi l’immagine:
- L’immagine che vi propongo è costruita, non casualmente, su un particolare del celebre dipinto di Rembrandt, Il ritorno del figliol prodigo (1668).
- L’artista chiamava prodigo il figlio, perché capace di dare con abbondanza (sperperando) i beni ricevuti come eredità. Noi oggi chiamiamo “prodigo” il padre perché la parabola punta a uno scopo ben preciso: far emergere l’abbondanza con cui il padre “distribuisce” amore… un’abbondanza definita “spreco” dal figlio maggiore.
- Il particolare mette in primo piano l’abbraccio del padre: quelle mani buone che diventano per il figlio una casa sicura e accogliente.
- Ma il senso della misericordia è simbolicamente rintracciabile in quella testa praticamente avvolta nel grembo dell’anziano uomo. In ebraico, infatti il termine misericordia è riportabile al senso delle viscere, del grembo, di ciò che genera vita.
- Quella “testa”, quei pensieri, quella voglia di libertà a tutti i costi, quei desideri smodati di possesso e di potere ritrovano ora, nell’amore del padre, una nuova possibilità per rinascere, per essere generati a nuova vita, a una nuova libertà, a un nuovo senso di felicità. Questo è fare esperienza del perdono e della misericordia.
- Da parte nostra noi dobbiamo poter dar voce alla Parola di Dio che continua a dire a ognuno: “Torna, figlio… permetti al mio amore di avvolgerti nell’abbraccio del perdono. Io ti aspetto perché ti amo”. Di queste parole tutta la Scrittura, i profeti si sono fatti portavoce.
- Gesù, in pienezza, ci ha rivelato la forza e la totalità di questo amore gratuito, non condizionato, non vincolato da una risposta.
- Dio è lì e ci aspetta, come il padre della parabola attendeva il figlio, scrutando instancabilmente l’orizzonte. Dio ha compassione di noi, ha misericordia di noi, è cioè pronto a rigenerarci con il suo amore, a guarire ogni ferita, a riempire ogni senso di abbandono e solitudine. E’ lì… semplicemente pronto ad accoglierci senza condizioni previe: e questa è una verità troppo spesso omessa e di norma trascurata dalla catechesi e dalla prassi pastorale.
- Annunciamo il perdono di Dio come se ci fosse un prezzo, quello del pentimento; limitiamo il perdono alla realtà di un dono concesso come premio… e invece, nell’esperienza biblica, nel farsi di Gesù amico dei peccatori, emerge una verità decisamente opposta: è l’amore che convince, è l’esperienza del perdono ricevuto che apre a una novità di vita. Solo colui che si sente amato, a prescindere da tutti i limiti, riesce ad amare con gratuità.
- Questo è l’annuncio di vita che dobbiamo portare nella vita dei nostri ragazzi. Di questo amore che previene, dobbiamo far brillare la loro esperienza di Dio.
- Qualunque cosa scelgano e qualunque situazione vivano, Dio è quel Padre davvero buono, che è lì, pronto a spalancare le braccia e ad amare.
- Questo, oggi o un giorno, aiuterà la loro fede a diventare lampada che risplende.
- Leggere insieme il Vangelo
- Aiutare i ragazzi a farne risonanza in gruppo
- Trasformare la Parola in preghiera
Insieme: Padre, immensa è la tua misericordia e il tuo amore non ha limiti. Donaci con abbondanza il tuo Spirito, perchè le nostre parole e le nostre azioni siano un riflesso della tua bontà. Per Cristo nostro Signore. Amen [R. Laurita]
Destinatari: adolescenti e giovani
Suggerimenti per la lettura dell’immagine
a cura di Sr. Mariangela Tassielli, fsp
Da Catechisti Parrocchiali n.2, Febbraio 2013:
- pag. 6 – 11: Per genitori, bambini e ragazzi, itinerario diversificato per capire e raccontare Gesù Risorto
- pag. 12 – 13: Una scheda per realizzare con i ragazzi il Cero pasquale Simbolo di Cristo risorto
- pag.16 – 19: La lode del mattino
- pag. 18 – 20: – Via Crucis
- pag. 21 – 25: Il Vangelo nella vita: dinamiche e attività da far vivere ai ragazzi
- inserto Ragazzi&Dintorni con rubriche musicali, cinematografiche e tante altre su Il Credo
- Tanto altro ancora… 😉
Segui anche la nostra rubrica: BuonaDomenica! – Riflessioni sul Vangelo domenicale per prepararsi a vivere nel migliore dei modi l’incontro con Gesù eucaristia. Online ogni sabato mattina!
E se vuoi vedere i nostri sommari, le novità e leggere alcuni articolo vai sul minisito Paoline
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Felice se scegli il bene – Step4 – incontri online/marzo 2013
Benvenuti, cari amici, al nostro quarto incontro
Felice se scegli il bene
La Beatitudine che ci accompagna in questo tempo è la quarta che l’evangelista Matteo propone: “Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia”.
La sfida della felicità continua a raggiungerci e a provocarci! Cosa significa OGGI, alla luce delle vicende sociali che continuamente ci raggiungono, GIUSTIZIA? Cosa significa scegliere il bene? Quale giustizia il Vangelo ci chiede di vivere?
Spesso pensiamo alla giustizia divina nei termini di punizione, del dare a ognuno ciò merita. La giustizia in Dio, spesso diventa solo una sorta di proiezione di quella giustizia che noi vorremmo e che non riusciamo a realizzare.
Ma le cose stanno veramente così? Cosa voleva dire Gesù, affermando: “Cercate prima di tutto il Regno di Dio e la sua giustizia…” Cosa significa essere assetati e affamati di giustizia?
La fedeltà al Vangelo, la risposta di vita data ogni giorno a Dio cosa ha a che fare con l’essere giusti?
Video – catechesi
Il percorso può essere vissuto personalmente o condiviso con amici, familiari o in parrocchia.
Ricorda che per una migliore proiezione, puoi scaricare il video sul tuo pc.
I tuoi strumenti di viaggio:
- la Bibbia per seguire direttamente il testo, ampliandone il contesto
- un quaderno per appuntare quei passaggi che ogni step ti chiede di vivere e che può diventare un’importante memoria del tuo percorso con Dio.
Buon cammino!
Felicità e Vangelo
sono un connubio esplosivo e rivoluzionario
che ancora in molti preferiscono tenere disinnescato.
L’unico vero pericolo nell’innescarlo è di essere essere travolti
da radiazioni di amore e solidarietà universale,
che riconoscono nell’altro,
null’altro se non riflessi intensi del volto di Dio.
STEP PRECEDENTE:
Step1 – E Gesù disse: «Beati voi» – Mt 5,1-3
Step2 – Felice se attendi – Mt 5,4
Step3 – Felice se ti fidi – Mt 5,5
Step4 – Felice se scegli il bene – Mt 5,6
CALENDARIO COMPLETO DEGLI INCONTRI SU: Incontri online
Per saperne di più scrivi a:
Sr Mariangela: m.tassielli@paoline.it
Per condividere riflessioni, mettere in campo domande, dubbi, voglia di saperne di più, seguici anche su
Facebook: Giovani & Vangelo
su Tw: Cantalavita
Potrai trovare aggiornamenti in tempo reale e condividi i link sulle pagine di amici e conoscenti che a tuo parere potrebbero essere interessati dall’annuncio di gioia con cui il Vangelo ci raggiunge.
Inoltre se hai meno di 30 anni ti proponiamo il gruppo facebook:
GEP – Giovani Evangelizzatori Paolini
Se desideri vivere momenti di preghiera ti consigliamo il libro: Attirerò tutti a me – Adorazioni eucaristiche per ogni tempo dell’anno. Autore: Suor Mariangela Tassielli – Ed. Paoline
Ti auguriamo buon cammino e buon tutto!
Felice se ti fidi – Step3 – incontri online/febbraio 2013
Benvenuti, cari amici, al nostro terzo incontro
Felice se ti fidi!
La Beatitudine che ci accompagna in questo tempo è la terza che l’evangelista Matteo propone: “Beati i miti”.
La sfida della felicità continua a raggiungerci e a provocarci! Cosa significa mitezza, OGGI, e come può essere associata alla fiducia?
I miti ci sembra di poterli associare ai perdenti, ai remissivi, a coloro che non potendo cambiare nulla accettano… 😦
Ma le cose stanno proprio così? Da queste parti non ne siamo molto convinti, anzi!
Ci sembra di poter dire che la mitezza diventa una sfida nella responsabilità, nell’accoglienza, nello scegliere chi essere e da che parte stare, nello scegliere quale senso dare a ciò che si vive, nel buio, come nella luce 🙂
Video – catechesi
Il percorso può essere vissuto personalmente o condiviso con amici, familiari o in parrocchia.
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I tuoi strumenti di viaggio:
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- un quaderno per appuntare quei passaggi che ogni step ti chiede di vivere e che può diventare un’importante memoria del tuo percorso con Dio.
Buon cammino!
Felicità e Vangelo
sono un connubio esplosivo e rivoluzionario
che ancora in molti preferiscono tenere disinnescato.
L’unico vero pericolo nell’innescarlo è di essere essere travolti
da radiazioni di amore e solidarietà universale,
che riconoscono nell’altro,
null’altro se non riflessi intensi del volto di Dio.
STEP PRECEDENTE:
Step1 – E Gesù disse: «Beati voi» – Mt 5,1-3
Step2 – Felice se attendi – Mt,5,4
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Ti auguriamo buon cammino e buon tutto!
Felice se attendi – Step2 – incontri online/avvento 2012
Benvenuti, cari amici, al nostro secondo incontro
Felice se attendi
La Beatitudine che ci accompagnerà in questo tempo di Avvento è la seconda che l’evangelista Matteo propone: “Beati coloro che sono nel pianto”.
La sfida della felicità continua a cavalcare l’onda del paradosso, rivestendo sempre di più gli abiti dell’impossibile e della contraddizione rispetto alle nostre logiche.
Come sempre il materiale a tua disposizione è:
- una video-catechesi
- una traccia di adorazione che potrai ricevere richiedendola via mail.
E’ importante che il tuo cammino sia scandito da questi due passaggi. Ascoltare il video potrebbe non bastare. Sottolinea quei passaggi della catechesi per te importanti trasformandoli in esercizi concreti da vivere personalmente perché la fede diventi vita vissuta. Vivere poi un momento di preghiera è la tua possibilità più preziosa e feconda per incontrare Dio e metterti in suo ascolto.
Il percorso può essere vissuto personalmente o condiviso con amici, familiari o in parrocchia.
Ricorda che per una migliore proiezione, puoi scaricare il video sul tuo pc.
I tuoi strumenti di viaggio:
- la Bibbia per seguire direttamente il testo, ampliandone il contesto
- un quaderno per appuntare quei passaggi che ogni step ti chiede di vivere e che può diventare un’importante memoria del tuo percorso con Dio.
L’avvento diventi tempo in cui costruire scelte di speranza. Buon cammino!
Video – catechesi
Maria donna dell’attesa
Preghiera conclusivaMaria, donna dell’attesa fiduciosa,
aiutaci a spalancare le porte del cuore
per permettere alla luce di Dio di entrare
nel nostro dubbio, buio, paura, dolore.Maria, donna in cui Dio si è fatto presenza,
invoca con noi e per noi lo Spirito
perché ogni angolo della nostra vita
e ogni istante del tempo che viviamo
diventino casa in cui Dio può abitare.Maria, creatura in cui il Creatore si fatto figlio,
rendici capaci di stupore,
dona alla nostra fede il coraggio della meraviglia
che sa lasciarsi destabilizzare,
che non conosce certezze, né le pretende.Maria, figlia amata,
come la tua, anche la nostra storia
sia uno spazio di incontro con Dio,
segnato dalla fiducia, dall’attesa,
dall’entusiasmo, dalla docilità, dal dono. Amen
Invocando Maria, ognuno senta di essere in comunione ecclesiale, con tutti i fratelli e sorelle che in ogni parte del mondo, lodano e danno gloria al Padre, in Gesù Cristo nostro Signore. Lo Spirito inondi la nostra vita di Dio!
Felicità e Vangelo
sono un connubio esplosivo e rivoluzionario
che ancora in molti preferiscono tenere disinnescato.
L’unico vero pericolo nell’innescarlo è di essere essere travolti
da radiazioni di amore e solidarietà universale,
che riconoscono nell’altro,
null’altro se non riflessi intensi del volto di Dio.
STEP PRECEDENTE: Step1 – E Gesù disse: «Beati voi» – Mt 5,1-3
CALENDARIO COMPLETO DEGLI INCONTRI SU: Incontri online
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Buona domenica! – XXXIII del T.O. – Anno B
… il sole si oscurerà, la luna non darà più
la sua luce, le stelle cadranno dal cielo …
Dal Vangelo di Marco (Mc 13, 24-32)
XXXIII Domenica del Tempo Ordinario – Anno B
Stiamo per concludere l’anno liturgico, fra poco saluteremo Marco e il suo vangelo per iniziare, insieme a Luca, un nuovo percorso in preparazione al Natale. Prima, però, Marco vuole ancora invitarci ad una riflessione scomoda e impegnativa. In questi tempi in cui siamo tutti impegnati a sopravvivere, la Chiesa osa chiederci di andare oltre, di non fermarci ad una visione piccina e autoreferenziale della nostra vita. Oggi la Parola ci orienta in una direzione ostica e impegnativa, ci invita a guardare avanti e altrove e con un altro sguardo.
CRISI
La comunità di Marco è in difficoltà: l’Impero romano attraversa una crisi profonda, sembra essere in dissoluzione. La situazione è molto simile a quella che stiamo vivendo, di fine impero, di passaggio. Alcuni esegeti sostengono addirittura che Marco abbia riaperto la sua opera conclusa per inserirvi un capitolo nuovo, il tredicesimo, nato proprio per rassicurare i discepoli. Il linguaggio è quello in uso all’epoca di Gesù, fatto di immagini enigmatiche e di iperboli, non da prendere alla lettera ma da interpretare correttamente. Ed è un messaggio di speranza che non spaventa ma rassicura: cadono le stelle, cioè gli astri venerati dalle religioni pagane. La piccola fede cristiana è protetta dal suo Signore, non ha nulla da temere. Cosa succederà domani? Come andrà a finire la Storia? Che ne sarà di noi? Predicazioni medioevali e film di serie “B” ci rappresentano la fine del mondo come un delirio di fiamme e di distruzione, come il sommo giudizio finale fatto di caligine e di paura. Non è così: noi crediamo che Cristo, risorto e asceso al Padre, tornerà nella pienezza dei tempi, tornerà per completare il suo Regno, le anime dei nostri defunti riprenderanno i propri corpi trasfigurati e risorti e sarà la pienezza. Nel frattempo – e questa è una nota dolente – quel buontempone di Dio ha affidato a noi, fragile Chiesa, il compito di far crescere il Regno. A San Paolo si chiedeva (!) perché Cristo tardasse tanto, avendo le comunità una fortissima tensione per il ritorno del Signore. La sua risposta è struggente: se Cristo è il capo, la testa, e noi siamo membra di un corpo, egli tornerà solo quando tutto il corpo sarà sviluppato e pronto. Questo è il tempo della Chiesa. Non il tempo di restare seduti ed aspettare (come sta succedendo), ma di annunciare il Vangelo, finché il Signore torni.
Una corrente del pensiero ebraico contemporaneo invita tutti, anche i non ebrei, a comportarsi secondo rettitudine, per accelerare la venuta del Messia, per noi il ritorno. Non è una ragione sufficiente per cambiare il mondo a partire da noi stessi?
ALTROVE
Gesù ci ammonisce: la costruzione del Regno non è necessariamente semplice, non è un passaggio di gloria in gloria, essere travolti dal Vangelo ed iniziare il cammino di discepolato significa porsi in un atteggiamento di cambiamento perpetuo, di fatica nell’affrontare le contraddizioni del sé e del mondo. Il Regno subisce violenza, non si manifesta con adunate oceaniche e opere mirabolanti. Nel segno della contraddizione, della fatica si esplica il Regno, fra il già e il non ancora, allontanandoci dalla logica manageriale del successo misurabile che – ahimè – a volte si insinua anche nella logica ecclesiale.
Gli angeli radunano i discepoli dai quattro angoli della terra, coloro che affrontano con serenità la costruzione del Regno vengono radunati e sostenuti. Solo la Parola e la certezza di avere sperimentato Dio o di averne intuita la presenza ci fanno andare avanti tra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio. È per me segno di immensa consolazione, nel mio pellegrinaggio di speranza in giro per l’Italia, in punta di piedi, accorgermi di quanto bene il Signore stia facendo nei vostri cuori e di come la Parola sia ormai la luce per molte coppie, per molti cercatori di Dio e consolazione per gli sconfitti. È un modo altro di essere Chiesa, dispersi nelle nostre città, spesso senza scogli cui aggrapparci. La Parola del Signore che non passa ci dice che il Signore è alla porta e chiede di entrare.
CON UN ALTRO SGUARDO
L’uomo sembra concentrato a distruggere il proprio futuro, ignorando i richiami della natura, facendo prevalere la logica del profitto ad ogni costo, accentuando le distinzioni, facendole diventare divisioni e odio razziale o religioso. La fine del mondo la costruiamo giorno per giorno e, spesso, la viviamo come evento ineluttabile, e con un fatalismo crescente non facciamo altro che rifugiarci in un privato miope e dal respiro corto. Siamo chiamati, invece, a rimboccarci le maniche, a rendere presente questo Regno che è già e non ancora, diventare profeti di conversione, non profeti di sventura. Il mondo non precipita nel nulla, ma nelle braccia di Dio, e la Parola, che dimora, che resta, è l’appiglio che la Chiesa ha per leggere la storia e per vedere il Regno che avanza. Non è facile vederlo, ovvio.
Incontro molte persone, molte realtà di Chiesa, dalle parrocchie immense delle grandi città a quelle perse sull’Appennino, comunità dinamiche e comunità addormentate, tradizione e innovazione, fatica e speranza, profezia e lentezza. Ma vedo. Vedo l’opera straordinaria che il Signore compie in voi, in me, in noi. Arresi alla Parola, malgrado la fatica, il dolore, la logica del mondo che ancora alberga nei nostri cuori nei nostri giudizi, vedo lo Spirito che avanza e dice alla sua sposa, la Chiesa: vieni. Lo vedete anche voi?
(PAOLO CURTAZ)
°°Cantautori °°
Ascoltate o scaricate il canto Con te camminerò di Matteo Zambuto
Profeti di speranza e comunione… non di sventura!! 😉
E Gesù disse: “Beati voi!” – incontri online/ottobre 2012_Step1
Benvenuti, cari amici, al primo dei nostri incontri:
E Gesù disse: “Beati voi!”
L’anno della fede si è aperto davanti a noi, invitandoci a percorrere, con rinnovata convinzione e più certa consapevolezza i sentieri della fede in Gesù Cristo… sentieri lastricati di salvezza, di pienezza, di gioia e felicità. Eppure spesso la via dell’amore per eccellenza viene coperta da uno spesso strato di apatia, di noia, di dovere, di senso di colpa.
Noi crediamo che la fede sia un’esperienza personale di fiducia in colui che da sempre ci ama e che, per amore ci ha salvato. Non vogliamo ridurla e elenco di doveri. Non crediamo sia lecito fare della fede in Gesù Cristo una bandiera di privilegio. Quei sentieri di fiducia, vogliamo percorrerli insieme, per far risuonare, con tutto il suo carico di novità, l’annuncio del Vangelo, come annuncio di una felicità possibile.
Cristiano non è colui che sopporta in funzione di un premio, ma è colui che fa della fede uno stile di vita, della fiducia in Dio una certezza… per questo è beato, per questo la felicità, è possibile.
Maria, donna della gioia diventi per noi il grande modello cui riferirci… lei che più di ogni altro ha ascoltato l’annuncio nuovo della pienezza e lo ha custodito nella propria vita.
Buon cammino a tutti voi, cari amici, e che le parole di Gesù Cristo, Signore della nostra vita, diventino in noi, ogni giorno più vere !
Video – catechesi
Maria donna della gioia
Preghiera conclusivaMaria, donna della gioia,
testimone fedele di una felicità nuova,
fa’ risuonare in noi il Vangelo, Gesù Cristo,
come annuncio di vita e di pienezza.Aiutaci a sentirci parte di un progetto d’amore
che, in Gesù ci raggiunge e ci apre
a proposte di felicità inaudite.
Rendici consapevoli di non essere al mondo per caso;
rendici certi di abitare nel cuore di Dio,
per permettere a lui di abitare in noi.Invoca per noi lo Spirito di Dio
perché ci renda poveri di certezze,
determinati nel credere,
audaci nel togliere ogni maschera
per fidarci di colui che, da sempre e per sempre,
ci custodisce come perle preziose. Amen
Invocando Maria, ognuno senta di essere in comunione ecclesiale, con tutti i fratelli e sorelle che in ogni parte del mondo, lodano e danno gloria al Padre, in Gesù Cristo nostro Signore. Lo Spirito sia per noi fortezza nel cammino!
Felicità e Vangelo
sono un connubio esplosivo e rivoluzionario
che ancora in molti preferiscono tenere disinnescato.
L’unico vero pericolo nell’innescarlo è di essere essere travolti
da radiazioni di amore e solidarietà universale, che riconoscono nell’altro,
null’altro se non riflessi intensi del volto di Dio.
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Sr Mariangela: m.tassielli@paoline.it
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Se desideri vivere momenti di preghiera ti consigliamo il libro: Attirerò tutti a me – Adorazioni eucaristiche per ogni tempo dell’anno. Autore: Suor Mariangela Tassielli – Ed. Paoline
Ti auguriamo buon cammino e buon tutto!