Archivi categoria: perdono
TANTI PONTEFICI… IN CARCERE – DOSSIER RAGAZZI & DINTORNI – Marzo 2014
TANTI PONTEFICI… IN CARCERE
«Grazie, padre, per essere venuto, oggi. Ma io voglio sapere una cosa: perché sei venuto, oggi, qua a Casal del Marmo? Basta, solo quello». Con queste parole un po’ tremolanti, un ragazzo si è rivolto a Papa Francesco durante la sua visita nel carcere minorile di Roma, per celebrare l’Eucaristia con «la lavanda dei piedi» del Giovedì santo. Egli ha risposto: «È un sentimento che mi è venuto dal cuore… Ho domandato: “Dove sono quelli a cui piacerebbe una mia visita?”. E mi hanno detto: “Casal del Marmo, forse”. Così sono venuto qui». Continua a leggere TANTI PONTEFICI… IN CARCERE – DOSSIER RAGAZZI & DINTORNI – Marzo 2014
Buona domenica! – XXX del Tempo Ordinario – Anno C
…l’intima presunzione di essere giusti…
Dal Vangelo di Luca (Lc 18,9)
XXX DOMENICA del TEMPO ORDINARIO – Anno C
Siamo tutti lebbrosi e tutti chiediamo la compassione che troppo spesso il mondo ci rifiuta. La crisi che addenta l’Occidente ha fatto una prima vittima: la speranza. La lotta quotidiana per andare avanti rischia di inaridire il nostro cuore, di renderlo indurito e rabbioso. Come accade nella nostra Italia sempre più schierata, sempre più aggressiva. Siamo tutti lebbrosi e Cristo ci guarisce. Non andando al tempio, non rifugiandoci in una religiosità della cerimonia e della devozione, ma andando direttamente a Cristo la Parola incarnata. Allora diventiamo capaci di ringraziare (letteralmente eucaristizzare, di scoprire in Cristo lo sposo dell’umanità). Ma per tornare indietro, per convertirci, dobbiamo fare spazio nel cuore. Riconoscere l’abisso che ci abita. Non ditelo al fariseo.
IL FARISEO E L’INGOMBRO DEL CUORE
I farisei erano devoti alla legge, cercavano di contrastare il generale rilassamento del popolo di Israele, osservando con scrupolo ogni piccolissima direttiva della legge di Dio. Bella gente, poche storie. Certo, il fariseo ci sembra arrogante ma, in realtà, è solo pieno di zelo. L’elenco che il fariseo fa, di fronte a Dio, è corretto: Continua a leggere Buona domenica! – XXX del Tempo Ordinario – Anno C
Buona domenica! – XXIV del Tempo Ordinario – Anno C
«Quando era ancora lontano, suo padre lo vide»
Dal vangelo secondo Luca (Lc 15, 20)
XXIV DOMENICA del TEMPO ORDINARIO – Anno C
Facciamoci bene i conti in tasca, amici, Gesù pretende di essere più grande della più grande e intensa gioia che umanamente siamo in grado di provare. Così, al discepolo che, ascoltando l’immensa sete di infinto che pulsa nel cuore, e la nostalgia pungente del Tutto, Gesù propone un cammino verso una scoperta inattesa: il vero volto di Dio.
IL NOSTRO PICCOLO DIO
Tutti abbiamo un’idea di Dio, per credergli o per rifiutarlo. Tutti abbiamo una spontanea, inconscia, sorgiva idea di Dio, una specie di religiosità connaturale nel nostro imprinting. Un’idea di Dio in cui credere. O non credere. Mediamente, però, l’idea di Dio che abbiamo è approssimativa, e neppure troppo simpatica. Dio esiste, certo, per carità, è anche potente, ma incomprensibile nelle sue discutibili scelte. Andiamo, siate onesti: non avete mai pensato di fronte all’idiozia degli uomini, che voi avreste fatto meglio nel governare il mondo? Che Dio dovrebbe almeno fermare le guerre? Proteggere i deboli? Che quella madre di famiglia divorata dal cancro è una clamorosa stupidaggine divina? Che, insomma, se Dio c’è perlomeno è pigro o incomprensibile?
Quanta strada l’uomo ha fatto per convertire il proprio cuore! La storia di Israele è la scoperta del vero volto di Dio, della misericordia, il cuore stesso di Dio. Nella splendida pagina dell’Esodo che abbiamo letto, Dio si accorge di essere stato troppo fiducioso nei confronti di questo popolo di schiavi, e decide di rinunciare e di ricominciare. Mosè lo sfida e rifiuta di seguirlo: tra Dio e il popolo Mosè sceglie il popolo! E Dio si stupisce e cambia idea. Continua a leggere Buona domenica! – XXIV del Tempo Ordinario – Anno C
Felice se ami – Step5 – incontri online/aprile 2013
Benvenuti, cari amici, al nostro quinto incontro
Felice se ami
La Beatitudine che ci accompagnerà in questo tempo pasquale è la beatitudine della misericordia: “Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia” Mt 5,7.
Amore e felicità si toccano e si provocano reciprocamente nel dono. Può esistere felicità senza amore? E può l’amore, anche quando chiede rinunce e scelte, non generare una felicità piena?
La misericordia ci porta nel cuore stesso di Dio, ci permette di scoprire il suo nome, la sua più vera identità, il suo raggiungerci in ogni situazione di vita.
Ma oggi cosa significa vivere nello stile della misericordia?
E’ importante che il tuo cammino sia scandito da questi due passaggi. Ascoltare il video potrebbe non bastare. Sottolinea quei passaggi della catechesi per te importanti trasformandoli in esercizi concreti da vivere personalmente perché la fede diventi vita vissuta. Vivere poi un momento di preghiera è la tua possibilità più preziosa e feconda per incontrare Dio e metterti in suo ascolto.
Il percorso può essere vissuto personalmente o condiviso con amici, familiari o in parrocchia.
Ricorda che per una migliore proiezione, puoi scaricare il video sul tuo pc.
I tuoi strumenti di viaggio:
- la Bibbia per seguire direttamente il testo, ampliandone il contesto
- un quaderno per appuntare quei passaggi che ogni step ti chiede di vivere e che può diventare un’importante memoria del tuo percorso con Dio.
Il tempo pasquale diventi per tutti noi un tempo in cui donare misericordia.
Buon cammino!
Video – catechesi
Maria donna della Risurrezione
Preghiera conclusivaMaria, donna della Risurrezione
hai accolto il Cristo Signore nel tuo grembo,
lo hai accompagnato lungo le vie dell’annuncio,
lo hai sostenuto nella sofferenza della croce,
sei ridiventata grembo di quel corpo crocifisso
e hai visto, nella notte della fede, risorgere l’amore.Insegnaci la forza e la determinazione della speranza,
non permettere ai nostri piedi
di sostare increduli davanti al sepolcro,
ma aiuta gli occhi nel nostro cuore
a guardare oltre il vuoto di bende senza corpo,
a sentire interiormente la voce di colui che, risorto, dice:
“Non temere, io sono con te”.Cammina con noi, donna della Risurrezione
e insegnaci a gioire del poco e del semplice;
insegnaci a seminare la speranza
e a non calpestare i suoi germogli;
donaci il coraggio dell’amore che è tenerezza,
perdono, stima, dono gratuito della propria vita.Maria, rendici uomini e donne di Risurrezione,
per diffondere nel nostro mondo
il profumo della vita nuova,
che è Cristo Salvatore. Amen
Invocando Maria, ognuno senta di essere in comunione ecclesiale, con tutti i fratelli e sorelle che in ogni parte del mondo, lodano e danno gloria al Padre, in Gesù Cristo nostro Signore. Lo Spirito inondi la nostra vita di Dio!
Felicità e Vangelo
sono un connubio esplosivo e rivoluzionario
che ancora in molti preferiscono tenere disinnescato.
L’unico vero pericolo nell’innescarlo è di essere essere travolti
da radiazioni di amore e solidarietà universale,
che riconoscono nell’altro,
null’altro se non riflessi intensi del volto di Dio.
STEP PRECEDENTI
Step1 – E Gesù disse: «Beati voi» – Mt 5,1-3
Step2 – Felice se attendi – Mt 5,4
Step3 – Felice se ti fidi – Mt 5,5
Step4 – Felice se scegli il bene – Mt 5,6
Step5 – Felice se ami – Mt 5, 7
CALENDARIO COMPLETO DEGLI INCONTRI SU: Incontri online
Per saperne di più scrivi a:
Sr Mariangela: m.tassielli@paoline.it
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Potrai trovare aggiornamenti in tempo reale e condividi i link sulle pagine di amici e conoscenti che a tuo parere potrebbero essere interessati dall’annuncio di gioia con cui il Vangelo ci raggiunge.
Inoltre se hai meno di 30 anni ti proponiamo il gruppo facebook:
GEP – Giovani Evangelizzatori Paolini
Se desideri vivere momenti di preghiera ti consigliamo il libro: Attirerò tutti a me – Adorazioni eucaristiche per ogni tempo dell’anno. Autore: Suor Mariangela Tassielli – Ed. Paoline
Ti auguriamo buon cammino e buon tutto!
Buona domenica! – V di Quaresima – Anno C
«Mosè, nella Legge, ci ha comandato
di lapidare donne come questa»
Dal Vangelo di Giovanni (Gv 8, 1-11)
V DOMENICA di QUARESIMA – Anno C
Dio non ti punisce, non hai fatto nulla di male perché il Signore ti mandi un lutto o una malattia. Spesso l’origine del dolore siamo noi, la nostra fragilità, le nostre scelte sbagliate. Dio non è un concorrente alla tua felicità, non ce l’ha con te, non devi allontanati da lui per realizzarti. Dio non è un padre/padrone da tenere buono con mille devozioni e mille preghiere. Dio è un padre che ti aspetta, che ti rispetta, che ti lascia fare i percorsi e le esperienze della vita sperando di non perderti. Dio è un padre buono che dà del pane al figlio che gliene chiede,
che fa piovere sui giusti e sui malvagi. Ci basta per convertirci? Non ancora? Ascoltiamo la storia dell’adultera, allora.
TRADIMENTI
A Gesù viene intessuta una trappola straordinaria, ammettiamolo. Una donna (Non ha nome, gli accusatori non la conoscono, è solo una poco di buono) viene colta in flagrante adulterio (E il fedifrago che era con lei? Non c’è, ovvio. Maschilismo assoluto venduto per giustizia…) ed è portata davanti al falegname divenuto Rabbì. Mosé (Mosé?) ha prescritto che donne come “quella” vadano lapidate, in modo che sia chiaro a tutti (alle donne soprattutto) che è meglio restare fedeli. Gesù, spiegaci, cosa dobbiamo fare? Trappola splendida, davvero.
È il Sinedrio che l’ha condannata a morte, quando la pena di morte è riservata ai romani. Gesù si schiererà con l’oppressore? O riconoscerà il giudizio illegittimo del Sinedrio? È Mosè che ha prescritto la condanna a morte: oserà contraddire una legge divina l’anarchico falegname? La condannerà, come dice Mosè, e il padre misericordioso si ritirerà in buon ordine per lasciar spazio al Dio giudice? Una trappola splendida, non c’è che dire.
ARABESCHI
Gesù si china e riflette. Fa ciò che loro non vogliono fare, compie ciò che ogni legge, ogni giudizio (anche religioso) deve fare: chinarsi, cioè piegarsi nell’umiltà e riflettere, mettere una distanza prima di esprimere un giudizio.
Scrive, ora, il Nazareno. Scrive sul selciato del Tempio, sulla pietra. La legge scritta nella pietra con le parole stesse di Dio, incise a fuoco e consegnata a Mosè è stata tradita, svilita, asservita a costumi e tradizioni solo umane, piccine e meschine. Sì, questa donna ha tradito il marito. Ma il popolo di Israele ha tradito lo spirito autentico della Legge. Richiama all’essenziale, il figlio di Dio, riscrive sulla pietra la legge che gli uomini hanno adattato e stravolto.
Tutti tacciono, ora. Gesù, la Parola, parla. «Avete ragione: ha sbagliato. Fate bene ad ucciderla, occorre essere inflessibili per salvare la Legge. Nessuno di voi sbaglia, tutti siete migliori, a nessuno di voi capiterà di fare lo stesso sbaglio. Bravi. Il primo che non ha sbagliato lanci per primo la pietra». Tutti tacciono, Gesù riprende a scrivere la Legge. E ora la legge si incide nei cuori. Già, ha ragione il Rabbì. Se ragioniamo sempre col codice in mano chi si salva? Se ci accusiamo gli uni gli altri, chi sopravvive?
Tutti se ne vanno, ad uno ad uno. Le pietre restano in terra.
PERDONO
Gesù, ora, è fintamente stupito. Dove sono tutti? Lui, l’unico senza peccato, l’unico che potrebbe a ragione scagliare la pietra, non lo fa. Chiede solo alla donna di guardarsi dentro, di recuperare dignità, di volersi più bene. Gesù non giustifica, né condanna, invita ad alzare lo sguardo, ad andare oltre, a guardare col cuore la fragilità dell’altro e scoprirvi – riflessa – la propria. No, Dio non giudica. Ci giudicano la vita, la società, il datore di lavoro, noi stessi. Tutti ci giudicano, Dio no. Dio ama, e basta. E questa donna viene liberata. Salvata dalla lapidazione, è ora salvata dalla sua fragilità. “Non peccare più” ammonisce Gesù.
POPOLO DI PERDONATI
Chiesa, amata Chiesa, fatta di perdonati, non di giusti. Chiesa abitata da gente che sa perdonare perché perdonata, che giudica con amore, senza ferire, guardando avanti, che indica una strada, non un tribunale. Quando vivremo del perdono che ci riempie il cuore, diverremo trasparenza di Dio per l’uomo contemporaneo che cerca, nel suo profondo, amore e luce in una società che ama solo i bravi e i giusti e dimentica la verità della nostra fragilità.
È un fiume in piena l’incontro con Dio, che fa guardare avanti, come profetizza il profeta Isaia. Senza guardare indietro, i deportati di Babilonia sono invitati a guardare avanti.
Profezia per la Chiesa ripiegata su se stessa, intenta a difendere privilegi e posizioni, sempre impegnata a proteggersi dal mondo esterno invece che a lasciarsi scuotere dallo Spirito!
Profezia per l’uomo che cerca e che è ferito dalla vita, invito a guardare avanti, a credere in una vita diversa, come fa la povera donna adultera che incontra l’infinito sguardo di Dio. Tutto il resto, ci provoca Paolo, è spazzatura, perdita, di fronte alla conoscenza di Cristo. Ci basta?
(PAOLO CURTAZ)
– BENVENUTO TRA NOI Papa Francesco!! –

Liturgia di domenica 17/03/2013 – V Domenica di Quaresima – con suggerimenti per catechisti
«Chi di voi è senza peccato,
getti per primo la pietra contro di lei»
Gv 8,1-11
In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
Per te catechista, che scegli di usare anche l’immagine per aiutare i tuoi ragazzi a entrare nel dinamismo del Vangelo.
OBIETTIVO: guardare, faccia a faccia, l’agire di Gesù, i sentimenti del cuore umano, il peccato e la misericordia
- Leggete con i ragazzi l’immagine:
- Guardate con i ragazzi l’immagine, apparentemente lontana, in ciò che ritrae, dal vangelo proposto. Non siamo in riva al lago, come già altre volte era accaduto, eppure l’immagine ci riporta proprio lì, sulla spiaggia, per sporcarci con la sabbia e lasciarci raggiungere dalla risacca delle onde. Perché la sabbia? Perché quel mare?
- C’è un elemento, spesso riportato da molti come una misteriosa incognita: Gesù scrive con il dito per terra. Non sappiamo cosa abbia scritto, né alcuni ritengono questo gesto essenziale… eppure gli evangelisti lo hanno riportato, descrivendolo con estrema precisione.
- I biblisti fanno notare un dato interessante: alcuni profeti, come Geremia, annunciano al popolo che Dio scrive il peccato nella polvere, perché il vento possa disperderlo e non ne resti traccia alcuna.
- Ecco svelato il senso dell’agire di Gesù. Lui, che dell’amore del Padre è la rivelazione massima, proprio lui vive, di fronte al concreto peccato di una peccatrice colta in flagrante, lo stesso atteggiamento che Dio ha vissuto verso il peccato del suo popolo. Gesù scrive nella polvere il peccato perché il vento possa disperderlo per sempre.
- Per questo l’immagine ci riporta sulla spiaggia, per scoprire l’atteggiamento concreto di Dio verso il nostro errore, il nostro peccato, le nostre cadute, le fragilità. L’amore di Dio continua ad aleggiare su ogni acqua, il sole di Dio continua a far risplendere ogni vita, perché su tutto e per tutti, Dio diffonde amore.
- Non è la dimenticanza a far sì che il peccato sparisca, ma è l’amore che spinge e motiva il perdono.
- Dio ricorda il nostro peccato, lo conosce, lo denuncia, lo combatte in nome della vita, ma questo non impedisce il perdono. Dio si china, come Gesù, sulla nostra povertà per risollevarci, per chiederci di uscire dalle vie che uccidono l’amore.
- Gesù, scrivendo per terra, chiede anche a noi di piegarci, di rientrare in noi stessi e guardare il nostro peccato, le nostre personali paure e fragilità. Con Lui, dobbiamo andare sulle rive di quel lago, dove lui continua a chiamare ancora oggi, a sussurrare nuove vie, a proporre un nuovo amore da vivere e da donare.
- Il nostro peccato è scritto sulla sabbia, pronto a essere dissolto, per sempre, dal soffio dell’amore di Dio.
- Leggete insieme il Vangelo
- Aiutate i ragazzi a farne risonanza in gruppo
- Trasformare la Parola in preghiera
Insieme: Dio nostro Padre, tu hai mandato il tuo Figlio, Gesù, a spezzare il cerchio del giudizio impietoso, dell’accusa implacabile che ci tiene legati al nostro peccato. Il perdono che ci doni ci offre la possibilità di una vita nuova nel tuo Spirito. Amen [R. Laurita]
Destinatari: adolescenti e giovani
Suggerimenti per la lettura dell’immagine
a cura di Sr. Mariangela Tassielli, fsp
Da Catechisti Parrocchiali n.2, Febbraio 2013:
- pag. 6 – 11: Per genitori, bambini e ragazzi, itinerario diversificato per capire e raccontare Gesù Risorto
- pag. 12 – 13: Una scheda per realizzare con i ragazzi il Cero pasquale Simbolo di Cristo risorto
- pag.16 – 19: La lode del mattino
- pag. 18 – 20: – Via Crucis
- pag. 21 – 25: Il Vangelo nella vita: dinamiche e attività da far vivere ai ragazzi
- inserto Ragazzi&Dintorni con rubriche musicali, cinematografiche e tante altre su Il Credo
- Tanto altro ancora… 😉
Segui anche la nostra rubrica: BuonaDomenica! – Riflessioni sul Vangelo domenicale per prepararsi a vivere nel migliore dei modi l’incontro con Gesù eucaristia. Online ogni sabato mattina!
E se vuoi vedere i nostri sommari, le novità e leggere alcuni articolo vai sul minisito Paoline
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Liturgia di domenica 10/03/2013 – IV Domenica di Quaresima – con suggerimenti per catechisti
«Questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita,
era perduto ed è stato ritrovato»
Lc 15,1-3.11-32
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».
Per te catechista, che scegli di usare anche l’immagine per aiutare i tuoi ragazzi a entrare nel dinamismo del Vangelo.
OBIETTIVO: aiutare i ragazzi a scoprire cosa significa misericordia, che nella parabola viene detta con quel “ebbe compassione“… e non solo. MISERICORDIA: termine spesso abusato, ma il più delle volte non pienamente compreso nelle sue più dirette conseguenze. Molto spesso, negli incontri di catechesi con i preadolescenti e/o adolescenti a parole si annuncia un Dio buono e poi si arriva spesso a minacciare i ragazzi se si assentano o se non sono presenti a Messa. Questi atteggiamenti contraddicono con i fatti, ciò che le parole annunciano. Se Dio è buono lo è sempre, anche quando i nostri ragazzi, come il figlio della parabola prendono le distanze da lui. Riflettere su questo, in questa IV Domenica di Quaresima, mi auguro che possa aiutarci a riempire di misericordia anche il nostro agire pastorale.
- Leggete con i ragazzi l’immagine:
- L’immagine che vi propongo è costruita, non casualmente, su un particolare del celebre dipinto di Rembrandt, Il ritorno del figliol prodigo (1668).
- L’artista chiamava prodigo il figlio, perché capace di dare con abbondanza (sperperando) i beni ricevuti come eredità. Noi oggi chiamiamo “prodigo” il padre perché la parabola punta a uno scopo ben preciso: far emergere l’abbondanza con cui il padre “distribuisce” amore… un’abbondanza definita “spreco” dal figlio maggiore.
- Il particolare mette in primo piano l’abbraccio del padre: quelle mani buone che diventano per il figlio una casa sicura e accogliente.
- Ma il senso della misericordia è simbolicamente rintracciabile in quella testa praticamente avvolta nel grembo dell’anziano uomo. In ebraico, infatti il termine misericordia è riportabile al senso delle viscere, del grembo, di ciò che genera vita.
- Quella “testa”, quei pensieri, quella voglia di libertà a tutti i costi, quei desideri smodati di possesso e di potere ritrovano ora, nell’amore del padre, una nuova possibilità per rinascere, per essere generati a nuova vita, a una nuova libertà, a un nuovo senso di felicità. Questo è fare esperienza del perdono e della misericordia.
- Da parte nostra noi dobbiamo poter dar voce alla Parola di Dio che continua a dire a ognuno: “Torna, figlio… permetti al mio amore di avvolgerti nell’abbraccio del perdono. Io ti aspetto perché ti amo”. Di queste parole tutta la Scrittura, i profeti si sono fatti portavoce.
- Gesù, in pienezza, ci ha rivelato la forza e la totalità di questo amore gratuito, non condizionato, non vincolato da una risposta.
- Dio è lì e ci aspetta, come il padre della parabola attendeva il figlio, scrutando instancabilmente l’orizzonte. Dio ha compassione di noi, ha misericordia di noi, è cioè pronto a rigenerarci con il suo amore, a guarire ogni ferita, a riempire ogni senso di abbandono e solitudine. E’ lì… semplicemente pronto ad accoglierci senza condizioni previe: e questa è una verità troppo spesso omessa e di norma trascurata dalla catechesi e dalla prassi pastorale.
- Annunciamo il perdono di Dio come se ci fosse un prezzo, quello del pentimento; limitiamo il perdono alla realtà di un dono concesso come premio… e invece, nell’esperienza biblica, nel farsi di Gesù amico dei peccatori, emerge una verità decisamente opposta: è l’amore che convince, è l’esperienza del perdono ricevuto che apre a una novità di vita. Solo colui che si sente amato, a prescindere da tutti i limiti, riesce ad amare con gratuità.
- Questo è l’annuncio di vita che dobbiamo portare nella vita dei nostri ragazzi. Di questo amore che previene, dobbiamo far brillare la loro esperienza di Dio.
- Qualunque cosa scelgano e qualunque situazione vivano, Dio è quel Padre davvero buono, che è lì, pronto a spalancare le braccia e ad amare.
- Questo, oggi o un giorno, aiuterà la loro fede a diventare lampada che risplende.
- Leggere insieme il Vangelo
- Aiutare i ragazzi a farne risonanza in gruppo
- Trasformare la Parola in preghiera
Insieme: Padre, immensa è la tua misericordia e il tuo amore non ha limiti. Donaci con abbondanza il tuo Spirito, perchè le nostre parole e le nostre azioni siano un riflesso della tua bontà. Per Cristo nostro Signore. Amen [R. Laurita]
Destinatari: adolescenti e giovani
Suggerimenti per la lettura dell’immagine
a cura di Sr. Mariangela Tassielli, fsp
Da Catechisti Parrocchiali n.2, Febbraio 2013:
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- pag. 12 – 13: Una scheda per realizzare con i ragazzi il Cero pasquale Simbolo di Cristo risorto
- pag.16 – 19: La lode del mattino
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RAGAZZI & DINTORNI – Marzo 2013 – “… la remissione dei peccati”
LA RICONCILIAZIONE SUL WEB
di Alessia Cambi
Il tema della «remissione dei peccati», a volte, sembra scontato nell’ambito catechistico e di fede, invece, come sacramento della riconciliazione dovrebbe riacquistare un posto centrale. «Confessarsi» non è facile, perché ci si sente feriti nel proprio orgoglio per dover dire ad altri i peccati personali. E ancora meno è facile perdonare a se stessi e agli altri. È arduo perché tendiamo ad essere severi e a pretendere molto da noi stessi.
Ma, dove non arriviamo noi, arriva il Signore che, con la forza del suo amore, può guarire le nostre ferite e condurci a vivere nella libertà dei «figli di Dio».
Una fonte da cui attingere per approfondire tale complessa tematica è il Catechismo della Chiesa Cattolica, su http://www.vatican.va/archive/-catechism_it/p123a10_it.htm.
Il brainstorming è un’attività interessante da attuare con i ragazzi. Si possono cercare le parole legate a questo tema, dai sinonimi, ai significati, ai sentimenti; attività che può realizzarsi anche attraverso i motori di ricerca. Una volta identificati i termini, si approfondisce il loro significato sul «vocabolario virtuale»: http://it.-wikipedia.org/wiki/Perdono. Basterà inserire nello spazio di ricerca la parola da trovare.
Una variante potrebbe essere quella di cercare le tematiche attraverso le immagini e abbinarle con le parole identificate. Con il materiale raccolto si può realizzare, poi, una presentazione da proiettare ai ragazzi, che si rivela utile per spiegare o per riassumere.
Giovani e riconciliazione è una pagina stimolante e ricca di contenuti, che ha il profilo anche su Facebook: http://www.giovaniericonciliazione.it.
Interessante è la ricerca realizzata per capire cosa pensano i giovani della riconciliazione http://www.viedellospirito.it. Un’attività piacevole da realizzare è far scrivere ai ragazzi alcune poesie sul perdono per ricollegarsi, poi, all’atto di dolore.
Per approfondire il tema del perdono suggeriamo questa pagina: http://www.paoline.it. E per una testimonianza sul sacramento della confessione, e per suscitare interesse visitate questo sito: http://www.catholic.co.
Questo e molti altri suggerimenti per la catechesi dei ragazzi sul numero di Marzo dell’inserto Ragazzi & D’intorni dossier mensile di Catechisti Parrocchiali.
Per info, abbonamenti e novità:
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Dio: Amore che ti ama! – Sulle vie del Vangelo/4
Dio, ossia l’Amore fatto carne!
Dio, alias l’Amore che ti ama e non ti cambia!
Dire Dio Amore è scegliere di pensare molto più in grande di quanto normalmente siamo abituati a fare.
Nel nostro linguaggio, nel nostro modo di relazionarci a Dio, nelle esperienze di fede e di discernimento, nella preghiera viene costantemente a galla l’idea di un Dio perfettissimo a cui non facciamo altro che chiedere di essere cambiati, trasformati, migliorati. Se Dio può tutto perché non osare chiedere miracoli di guarigione? Perché non può alleggerirci dei tanti limiti umani, fisici, caratteriali che il più delle volte diventano pesanti fardelli, difficili da gestire per una vita intera? Il suo amore ci tocca e ci trasforma, ci rende altro, ci rinnova a tal punto da diventare irriconoscibili a noi stessi… spesso questo è ciò che speriamo accada… eppure dietro ogni limite esistono migliaia di possibilità di bene.
Quando una breccia è raggiunta dalla luce può diventare una feritoia luminosa e allora Dio, più che come il guaritore magico, si dà a noi come pienezza di amore che non toglie nulla di ciò che siamo ma, riempiendoci, rende ogni nostra “breccia interiore”, ogni ferita, una vera e propria feritoia in cui passa luce nuova.
Dio si dà a noi, amandoci, e ci rende nuovi non perché diversi, ma perché capaci di vivere in modo nuovo, di investire sui nostri limiti facendoli diventare dono, possibilità di vita, di crescita, di futuro, di condivisione. Il limite dice qualcosa di noi stessi, della nostra storia, della nostra più profonda identità, toglierlo non sarebbe come cambiare maglietta, ma significherebbe cambiare vita. Dentro ogni limite c’è la ricchezza dell’esperienza che se accolta può diventare strada di pace, sentiero di riconciliazione, orizzonte di speranza per noi stessi e per chi ci avvicina.
Entrare allora in relazione con Dio, essere raggiunti dal suo amore, significa percorrere con lui la via della fragilità, via che lui in primis ha privilegiato entrando nella storia, facendosi carne, facendo sua la nostra natura in tutto, dalla nascita alla morte. E quell’unica cosa che da noi lo avrebbe distinto, il peccato, per amore lo ha preso su di sè, per spalancare a noi le porte di una vita piena e di una pienezza vera!
Il video che scegliamo di riproporre a conclusione di queste tracce di riflessione, crediamo che possa fare sintesi e proiettarci verso orizzonti sicuramente più ampi di quelli che comunemente scegliamo di avere.
Chiedo a tutti voi, amici blogger, di vedere fino in fondo il cortometraggio, e ringrazio chi, da un’interessante lezione di Cristologia ha dato il via a quanto, attraverso queste riflessioni, vi ha raggiunto!
Il circo della farfalla – cortometraggio in inglese sottotitolato in italiano
- sono on line anche le video catechesi prodotte nell’ambito dell’iniziativa Sulle vie del Vangelo 2012 – La Parola nel web:
- Chi sei o Signore? – prima video catechesi
- A chi serve credere? – seconda video catechesi
- I volti dell’amore – terza video catechesi
- inoltre su Giovani & Vangelo condivisioni, commenti, riflessioni, link, aggiornamenti…