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8 Marzo – Una festa?

8 Marzo. Festa o pit-stop?

Sarebbe festa se nessun volto di donna fosse sfigurato da un colpo violento.politica-del-figlio-unico_Cina_Reggie-Littlejohn
Sarebbe festa se ogni bambina potesse scegliere liberamente chi diventare da grande.
Sarebbe festa se ogni giovane donna, in qualsiasi parte del mondo, fosse libera di scegliere chi amare. Continua a leggere 8 Marzo – Una festa?

Coraggiosamente famiglia

La Chiesa cattolica ha iniziato l’attesissimo Sinodo sulla famiglia. 
I giornalisti, più agguerriti che mai, attendono novità… e forse non sono i soli.

Ma oggi, non voglio entrare in questo dibattito. Vorrei semplicemente pregare. Per tutte quelle famiglie massacrate dalla vita, dalle mille forme di sofferenza, dalla violenza, dalle guerre. 

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Abituarsi fa male!

Era il 4 ottobre 2013.
Sulle nostre pagine non ci fu nessun commento, nessun messaggio, nulla… se non una frase e una foto:
“Silenzio, lutto e dissenso, perché ciò che è stato non sia più!”.
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Budapest candidata alle Olimpiadi dell’esclusione

Refugees clamber through barbed wire as they cross from Serbia to Hungary, in Roszke, Thursday, Aug. 27, 2015. Over 10,000 migrants, including many women with babies and small children, have crossed into Serbia over the past few days and headed toward Hungary. (ANSA/AP Photo/Darko Bandic)
Refugees clamber through barbed wire as they cross from Serbia to Hungary, in Roszke, Thursday, Aug. 27, 2015. Over 10,000 migrants, including many women with babies and small children, have crossed into Serbia over the past few days and headed toward Hungary. (ANSA/AP Photo/Darko Bandic)

Guardo questa foto che l’agenzia di informazione ANSA certifica essere stata scattata al confine tra la Serbia e l’Ungheria.

Poi, notizia successiva, ascolto che l’Ungheria, con Budapest, è tra le città candidate alle Olimpiadi del 2024.

E le domande, ormai da giorni, si affollano al punto tale da ingarbugliarsi. 
Basta a una capitale fornire strutture e soldi per “ospitare” gli STRANIERI olimpionici?
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Stranieri alla frontiera

Era l’agosto 1990. L’Iraq di Saddam invase il Kuwait e da lì si scatenò la crisi del Golfo Persico… la prima!
Missioni di pace, sicurezza internazionale, diritti umanitari… quante ne abbiamo sentite. Ma poche sono le verità emerse e molte le conseguenze.

25 anni trascorsi.
Noi seguendo le alterne vicende, gli sbarchi, gli embarghi, gli attacchi, le cadute dei regimi dallo schermo di una televisione di casa.
Le popolazioni della zona in questione vivendole in prima persona.

25 anni di morte, distruzione, fame, odio represso, germi di vendetta seminati costantemente da ogni singolo mortaio, da ogni colpo sparato, da ogni pezzo di pane sottratto dall’embargo.    Continua a leggere Stranieri alla frontiera

RAGAZZI & DINTORNI – Settembre/Ottobre 2014 – Felici voi

Dossier Settembre copertina

FELICE NATALE, SCROOGE!

di Cecilia Salizzoni

Vale la pena di iniziare con un classico, per intraprendere il percorso sulle Beatitudini: un classico dei classici come il Canto di Natale di Dickens (A Christmas Carol, 1842), che è stato portato sullo schermo cinematografico molte volte. La versione più recente è della Disney che, nel 2009, ne ha affidato la realizzazione a Robert Zemeckis, una garanzia sul piano tematico-letterario e sul fronte dello spettacolo. Il regista ha rispettato la lettera del racconto e ha scelto la tecnica della motion-capture, già utilizzata con successo in Polar Express (2004). Unendo la ripresa in live action (con attori veri) e il disegno animato in 3D, ottiene un’immagine fantastica e realistica insieme, antica come la più classica illustrazione del libro pubblicato a metà Ottocento, e contemporanea, moderna e vertiginosa.
Un ossimoro, a ben vedere. Adatto a introdurre la prima delle Beatitudini – «felici i poveri» – che suona anch’essa contraddittoria. Lo era ieri, tanto più oggi in un contesto materialista e consumista, percepito da tutti, e in particolare dai ragazzi, come naturale e scontato.

CANTO DI NATALE

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In preghiera per i fratelli perseguitati

Carissimi amici e amiche,
il mondo continua a grondare di sangue. Le nostre fedi, il nostro credo, la fede in Dio più che unirci e insegnarci a vivere in questo mondo da fratelli, viene spesso da noi abusato e violentato, al punto da trasformare in morte ciò che di fatto dovrebbe donarci ogni giorno vita.Persecuzione-cristiani1

La fede, testimoniata fino al martirio, lo sappiamo è via di santità, per chi la vive, ma è e resta una delle esperienze umane più drammatiche. La persecuzione è una sconfitta per tutta l’umanità, è il tradimento della fraternità, è impoverimento per tutti noi. 

Le cruenti immagini che ci raggiungono devono scuotere il nostro torpore, devono muovere la nostra preghiera. Il dolore e le lacrime dei nostri fratelli e sorelle, la loro fede in Dio, salda e certa, fino all’estremo, devono poter interpellare i nostri sì a Dio, la nostra fiducia in Lui. La loro sofferenza, accompagnata e sostenuta dalla preghiera, può diventare, e forse dovrebbe diventare, via di purificazione e conversione anche per noi e per la nostra fede.

Il Signore ci aiuti a vivere questo momento, riscoprendo la comunione dei santi che ci unisce in un’unica grande famiglia.

Facciamo seguire una preghiera che ognuno di noi potrebbe pregare da solo/a o in comunità, con altri fratelli e sorelle, a casa o in parrocchia.

Persecuzioni

 

La Shoah può riaccadere?

Il mio Signore Gesù Cristo era un ebreo.
Con i fratelli ebrei, condivido gran parte della Bibbia, che fa luce al mio cammino.
Ogni giorno quando prego i salmi, li prego sapendo che la nostra voce sale, all’unisono, al nostro Dio, Signore e Creatore.
La mia fede è nata ed è stata vissuta e raccontata dal popolo ebraico. papa francesco skorka
Per questo oggi non voglio tacere! Perché ci sono città in Europa in cui l’odio contro i miei #fratelliebrei continua a uccidere, a colpire, a spaventare.

Ci sono città in cui gli ebrei hanno nuovamente paura di esporre i segni della loro fede… nuove e subdole forme di emarginazione e persecuzione stanno riemergendo. Ma questa volta non possiamo e non dobbiamo tacere, perchè i nostri occhi hanno già visto, le pietre della nostra Europa sono già state macchiate da troppo sangue innocente, e troppe lacrime hanno ingiustamente bagnato la nostra terra.
Se ogni cristiano questa volta resterà in silenzio, grideranno le pietre.

#ioStoConiFratelliebrei.

L’Europa non può prestare ancora una volta il fianco all’odio! Se oggi riusciremo ad avere occhi che guardano, domani non saremo costretti ad avere mani che curano.

DUE MEDICINE ANTI-CRISI – DOSSIER RAGAZZI & DINTORNI – Aprile 2014

Dossier_Aprile copertina

DUE MEDICINE ANTI-CRISI

di Fausto Negri

tristeSecondo le statistiche realizzate nei Paesi occidentali, la malattia del secolo è la depressione. Le ricerche dicono che l’8,5% dei pazienti, che si rivolgono al medico di famiglia, soffre di depressione.
• In Europa la depressione colpisce il 14% della popolazione.
• In Italia ne soffrono il 17% e, ogni anno, si verificano 250 casi in più ogni 10 mila abitanti.
Significativo, a questo proposito, l’aumento dell’uso di farmaci antidepressivi nel nostro Paese: più di 30 milioni di confezioni all’anno.
• Degli adolescenti italiani soffre di depressione il 27,5% fra i 15 e i 17 anni, mentre a livello mondiale ne soffre il 13% della stessa fascia di età.
• Con l’attuale crisi economica i dati sono sempre più allarmanti. I disoccupati nel mondo hanno superato quota 200 milioni e tra questi i suicidi sono cresciuti del 37%, mentre il rischio povertà sta riguardando più di 15 milioni di italiani. Nell’ultimo anno la richiesta di aiuto alla Caritas e nei Servizi pubblici è aumentata del 15-20%. C’è chi protesta e si chiude in casa o, peggio ancora, c’è chi tenta di sanare i conti tramite il gioco o l’alcol.

E allora viene da chiedercitristezza: siamo tristi e senza speranza perché ci stiamo impoverendo, o siamo sempre più poveri perché non abbiamo più speranza?
• La speranza pare sia la grande malata del nostro tempo. Si è passati da una fiducia smisurata a una diffidenza altrettanto estrema nei confronti del futuro. Eppure senza «il principio speranza», che è il lievito della realtà, non c’è avvenire.
• L’essere umano vive di tante piccole speranze umane, ma ha bisogno di una speranza che vada oltre; solo la Speranza con la «S» maiuscola dà fondamento e orizzonte a tutte le altre. Questa grande Speranza può essere solo Dio. Ecco perché la speranza è sempre collegata alla fede, anzi spesso nella Bibbia i due termini sono intercambiabili.
• Se mette Dio a fondamento della vita, la persona trova la giusta collocazione nel mondo: dalla fede è esaltata la sua unicità e irripetibilità, la sua libera responsabilità di custode e coltivatore del creato, insieme però con la sua finitezza e limitatezza. Egli non è né frutto del caso, né «un dio».
gioia e tristezza• Papa Francesco, la domenica delle Palme, ha invitato a non essere mai uomini e donne tristi, a non lasciarsi prendere dallo scoraggiamento. La gioia cristiana, infatti, nasce non dal possedere tante cose, ma «dall’aver incontrato una Persona, Gesù, che è in mezzo a noi; con lui non siamo mai soli, anche nei momenti difficili; lui ci accompagna e ci carica sulle sue spalle: qui sta la nostra gioia, la speranza che dobbiamo portare in questo nostro mondo. E, per favore, non lasciatevi rubare la speranza, quella che ci dà Gesù».

Mentre il clima atmosferico della terra si va sempre più riscaldando, quello dei rapporti fra le persone si va paurosamente raffreddando.
• Il ritorno della cortesia, dell’ascolto, di un sorriso, di un consiglio sarebbe come un’esplosione di primavera. In questo tempo di solitudine e di arroganza si avverte la nostalgia di cose «buone». È significativo che in Italia si celebri il mese della gentilezza e la campagna Salva il saluto.
sperareQualcuno ha scritto che «la vera e provocatoria trasgressione sarebbe, oggi, il ricupero della normalità, del buon gusto, della misura».
• Madre Teresa raccomandava: «Fate che chiunque venga a voi se ne vada sentendosi meglio e più felice. Tutti devono vedere la bontà nel vostro viso, nei vostri occhi, nel vostro sorriso. La gioia traspare dagli occhi, si manifesta quando parliamo e camminiamo. Non può essere racchiusa dentro di noi. Trabocca. La gioia è molto contagiosa».

Questi e molti altri suggerimenti per la catechesi dei ragazzi nel numero di Aprile 2014 di Ragazzi e Dintorni. 

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