Coraggiosamente famiglia

La Chiesa cattolica ha iniziato l’attesissimo Sinodo sulla famiglia. 
I giornalisti, più agguerriti che mai, attendono novità… e forse non sono i soli.

Ma oggi, non voglio entrare in questo dibattito. Vorrei semplicemente pregare. Per tutte quelle famiglie massacrate dalla vita, dalle mille forme di sofferenza, dalla violenza, dalle guerre. 


Ci sono famiglie nella nostra cara Italia che stanno imbrogliando i propri figli: feste principesche per un compleanno, debiti per uno smartphone, mutui per le vacanze, sfarzo da sfidare la Corona d’Inghilterra per Battesimi (che i bambini non ricorderanno) o per prime idee-per-il-compleanno-di-una-bambinacomunioni. Eppure la loro vita non sarà così e un giorno, bene o male, toccherà svelare l’imbroglio. Ma questa è un’altra questione. 

Oggi, voglio pensare a chi veramente non ha, eppure coltiva ogni giorno speranza.
Esistono famiglie nel mondo in cui dare la vita è una sfida quotidiana, fatta di rinunce, di equilibri, di tenacia e di duro lavoro.
Esistono famiglie nel mondo in cui la vita è una conquista quotidiana, dove il sorriso, la determinazione e la voglia di vivere è l’unico antidoto alla malattia.
Esistono famiglie, e le stiamo vedendo con sempre maggiore frequenza sui nostri binarischermi, che per poter continuare a essere famiglia hanno coraggiosamente lasciato tutto, perché i loro figli potessero conoscere un mondo senza guerre e ingiustizie, ma soprattutto per regalare loro una possibilità di futuro. Migliaia di chilometri, decine di frontiere, soprusi e violenze, ma nella consapevolezza che solo rischiando la morte avrebbero potuto avere almeno una possibilità.

E ne esistono ancora altre, a noi quasi totalmente sconosciute e di cui nessuno parla. 
Sono le tante famiglie, forse non più al completo, rimaste lì, nel primo confine raggiungibile dalla loro casa… tra le migliaia di persone radunate nei tanti campi profughi allestiti in zone di guerra. Sono le bambinifamiglie povere che non hanno potuto pagare i viaggi della speranza. Che non hanno nulla tra le mani per far sognare i loro bambini, se non il quotidiano sorriso, forse un abbraccio o una tenera carezza. Sono migliaia, distese infinite, nuove città che i media ignorano. Agglomerati di disperazione da cui “alcuni” attingono.

Per tutti loro noi ti preghiamo, Dio della vita. Per loro che pur assaporando il gusto acre della vita che si sono ritrovati a vivere, coraggiosamente continuano a essere famiglia.

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