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Budapest candidata alle Olimpiadi dell’esclusione

Refugees clamber through barbed wire as they cross from Serbia to Hungary, in Roszke, Thursday, Aug. 27, 2015. Over 10,000 migrants, including many women with babies and small children, have crossed into Serbia over the past few days and headed toward Hungary. (ANSA/AP Photo/Darko Bandic)
Refugees clamber through barbed wire as they cross from Serbia to Hungary, in Roszke, Thursday, Aug. 27, 2015. Over 10,000 migrants, including many women with babies and small children, have crossed into Serbia over the past few days and headed toward Hungary. (ANSA/AP Photo/Darko Bandic)

Guardo questa foto che l’agenzia di informazione ANSA certifica essere stata scattata al confine tra la Serbia e l’Ungheria.

Poi, notizia successiva, ascolto che l’Ungheria, con Budapest, è tra le città candidate alle Olimpiadi del 2024.

E le domande, ormai da giorni, si affollano al punto tale da ingarbugliarsi. 
Basta a una capitale fornire strutture e soldi per “ospitare” gli STRANIERI olimpionici?
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Stranieri alla frontiera

Era l’agosto 1990. L’Iraq di Saddam invase il Kuwait e da lì si scatenò la crisi del Golfo Persico… la prima!
Missioni di pace, sicurezza internazionale, diritti umanitari… quante ne abbiamo sentite. Ma poche sono le verità emerse e molte le conseguenze.

25 anni trascorsi.
Noi seguendo le alterne vicende, gli sbarchi, gli embarghi, gli attacchi, le cadute dei regimi dallo schermo di una televisione di casa.
Le popolazioni della zona in questione vivendole in prima persona.

25 anni di morte, distruzione, fame, odio represso, germi di vendetta seminati costantemente da ogni singolo mortaio, da ogni colpo sparato, da ogni pezzo di pane sottratto dall’embargo.    Continua a leggere Stranieri alla frontiera

È vivo! – Buona domenica! – Commemorazione dei defunti

Il-fiore-della-Speranza

Chiunque vede il Figlio
e crede in lui
avrà la vita eterna.

Dal Vangelo Gv 6,40
Commemorazione dei defunti – Anno A

È VIVO!

Quanta è strana la nostra fede: per noi che crediamo, morire significa vivere. Ci pensiamo forse troppo poco o forse ci lasciamo prendere dal senso forte di un distacco insuperabile e drammatico. Eppure, la morte dice il sì definitivo a un Dio in cui abbiamo creduto, di cui ci siamo fidati, anche nei momenti più difficili, anche quando la sofferenza stava consumando la carne, le relazioni, la fiducia… anche quando la paura del dopo stava lentamente togliendo ossigeno alla nostra preghiera.

Ci pensiamo poco, ma in fondo la morte ci fa sperimentare ciò che tante volte abbiamo sentito dalle parole di Giobbe: «Io vedo Dio, i miei occhi lo vedono, ora che la morte non ha più potere sul mio corpo, io risorgo con il mio Dio, e in lui vivo!».

Questa è la bellezza straordinaria della nostra fede! Credere nella resurrezione ci rende vittoriosi sulla morte; ci permette di vivere una comunione piena con il Dio della nostra fede. E a noi, che restiamo qui, se sorella morte ci fa sentire tutta l’impotenza umana, la fede ci regala un’ennesima possibilità: in Dio, nella relazione con Lui, nella preghiera, noi continuiamo a poter incontrare coloro da cui la morte ci ha separati!

Credere… questo fa vivere!

UNA PREGHIERA PER INTERIORIZZARE

Signore Risorto, tu sei vita
che sgorga dalla morte;
sei l’annuncio di una
solidarietà eterna
tra il cielo e la terra;
sei la possibilità di una vita
che la morte non può uccidere.

La fede in te ci aiuti ad
alzare lo sguardo dalla terra
e ci insegni a sperare;
ricordi alle nostre lacrime
che nulla finisce con la morte
e che in te, possiamo
continuare ad amare,
anche coloro da cui la morte
ci ha separato. Amen

cellulare

UN SMS DA INOLTRARE ai più giovani o ad amici (attraverso WhatsApp, SMS o sulle bacheche dei social):

La fede in Gesù ti fa vivere, superare la morte, spezzare la sua lancia. Non temere! Come lui, anche tu, uscirai dal sepolcro e vivrai, perché il Signore è vita.

DAL VANGELO della domenica [Gv 6,37-40]

In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno.
Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».

La PREGHIERA in un formato da scaricare e condividere sui social

commemorazione defunti

Suor Mariangela Tassielli, fsp

Fratello straniero… – Buona domenica! – XXX del Tempo Ordinario

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Maestro,
qual è il grande comandamento?

Dal vangelo di Matteo (Mt 22,36)
XXX DOMENICA del TEMPO ORDINARIO – Anno A

FRATELLO STRANIERO

Mentre scrivo ho ancora nel cuore l’amarezza, che si riaffaccia tutte le volte in cui vedo persone associare l’appellativo “cristiano” alla lotta contro gli immigrati, in difesa dei propri confini, della propria religione, del futuro dei propri figli e, diciamo pure, del proprio equilibrio. Stesse stranieropersone che di fatto, vivono in territori segnati dall’omertà, dalle logiche di privilegio, dalle mille forme di usura: non solo non lottano, ma fanno finta di non vedere o, peggio, considerano il male una sorta di necessario compromesso del vivere civile.
Quando poi ti capita, o lo fai capitare, di trovarti davanti a pagine bibliche che ti mettono di fronte lo straniero con i suoi figli e la sua storia, il padre disoccupato, la madre costretta alla prostituzione, la famiglia che ha bisogno di un prestito, dei bambini con i loro genitori appena sfrattati, un ragazzino che spaccia, allora capisci che non puoi armarti di un crocifisso come di una qualsiasi bandiera ideologica, non puoi usare il nome di Dio, perché il suo nome si offre solo a chi lo usa come strumento di accoglienza e di salvezza.

UNA PREGHIERA PER INTERIORIZZARE

Ce lo hai insegnato, Signore Gesù,
e dopo duemila anni avremmo dovuto impararlo…
non esistono stranieri in questo mondo,
perché ci hai reso tutti fratelli.

Con la tua vita ci hai insegnato
a unire il cielo e la terra,
l’amore per un Dio che non vediamo,
con l’amore per un prossimo che vediamo
ed è diverso da noi.

Ma più che sentirci cittadini del tuo regno,
preferiamo conservare i confini di questo mondo
e delle sue ingiustizie,
dimenticando che oggi
il forestiero, l’indigente,
l’orfano, la vedova, il debole
sono affidati alla nostra libertà.

Signore, insegnaci ad amare
Dio nel prossimo.

cellulare

UN SMS DA INOLTRARE ai più giovani o ad amici (attraverso WhatsApp, SMS o sulle bacheche dei social):

Non tu, ma tuo fratello può dire se la tua fede è vera, perché solo lui può dirti se dalle tue carezze e parole riesce a incontrare il Dio che hai incontrato tu.

DAL VANGELO della domenica [Mt 22,34-40]

In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?».
Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

La PREGHIERA in un formato da scaricare e condividere sui social

XXX domenica TO

Suor Mariangela Tassielli, fsp

Cuore ospitale: Preghiera e dinamica – da Ragazzi & Dintorni Dicembre 2013

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Carissimi catechisti vi propongo una dinamica e una preghiera pensata per la catechesi con preadolescenti e adolescenti a partire dall’opera di misericordia “Vestire gli ignudi, alloggiare i pellegrini”.

OBIETTIVO:

Fare il primo passo, andare verso l’altro, diventare «cuore ospitale» nei confronti del «diverso da me»: è questa la dinamica da attivare nei ragazzi. Si tratta di aiutarli a diventare concreti, ad assumere nella vita quotidiana atteggiamenti di apertura, di solidarietà e di accoglienza verso tutti.Layout 1

LA PROPOSTA:

  • Leggete la parabola del buon samaritano: Lc 10,25-37. Fermatevi al versetto 29 e riascoltate il brano Il buon samaritano di D. Ricci. Sul finire della canzone proclamate i versetti 36-37.
  • Provocate i ragazzi in modo forte: «Ora tocca a noi! Dobbiamo imparare a farci prossimi, ad avvicinarci agli altri, a diventare fratelli degli ultimi, imparando dal Samaritano-Gesù. Dobbiamo inventare la solidarietà».
  • Date loro un tempo di silenzio per pensare a un’azione concreta, facile da realizzare da subito: potrebbe essere un sorriso da offrire alle persone che si incontrano, un «buon giorno» da dire, un aiuto da dare in casa, una gentilezza da esprimere a una persona. Si tratta di non aspettare, ma di amare per primi.
  • Chiedete loro di scrivere l’azione scelta su un rotolino di carta da tenere con sé, fino all’incontro successivo. Poi ne parlate insieme, condividendo fatiche e possibilità.
  • Pregate insieme con la preghiera qui proposta, che potrà essere consegnata e portata a casa dai ragazzi per essere pregate all’inizio della giornata. 

Cuore ospitale

Cuore ospitale è la dinamica e la preghiera conclusiva del percorso Ma tu… chi sei fratello straniero? – elaborato da suor Mariangela Tassielli fsp per la rubrica Musica e Fede di Dicembre, nell’ambito del percorso per adolescenti Gesti e parole d’amore, proposte nell’inserto staccabile della nostra rivista Catechisti Parrocchiali.

—> Per l’elenco di tutte le preghiere clicca QUI <—

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