TANTI PONTEFICI… IN CARCERE – DOSSIER RAGAZZI & DINTORNI – Marzo 2014

Dossier_Marzo 2014

TANTI PONTEFICI… IN CARCERE

«Grazie, padre, per essere venuto, oggi. Ma io voglio sapere una cosa: perché sei venuto, oggi, qua a Casal del Marmo? Bcarcereasta, solo quello». Con queste parole un po’ tremolanti, un ragazzo si è rivolto a Papa Francesco durante la sua visita nel carcere minorile di Roma, per celebrare l’Eucaristia con «la lavanda dei piedi» del Giovedì santo. Egli ha risposto: «È un sentimento che mi è venuto dal cuore… Ho domandato: “Dove sono quelli a cui piacerebbe una mia visita?”. E mi hanno detto: “Casal del Marmo, forse”. Così sono venuto qui».    

Papa Francesco ha lavato i piedi a dodici giovani detenuti, tra loro due ragazze e due giovani di fede islamica. E ha detto: «Questo segno è una carezza di Gesù, che fa Gesù, perché egli è venuto proprio per questo: per servire, per aiutarci. Anche noi dobbiamo aiutarci. Questo il Signore ci insegna». Un Papa in carcere non è stata affatto una novità. Tutti i Papi dell’ultimo secolo hanno fatto visita ai detenuti in un carcere.

detenutiGiovanni XXIII era Papa da appena due mesi quando il 26 dicembre 1958 andò a visitare i carcerati di Rebibbia, ai quali si presentò con la sua leggendaria affabilità: «Siete contenti che sia ve nuto a trovarvi?». E fu, su questo tono, che narrò l’aneddoto del parente incarcerato perché bracconiere: «Venendo qui mi sono rammentato che, quand’ero ragazzo, uno dei miei buoni parenti, an dando a caccia senza licenza, fu preso dai carabinieri e mes so dentro. Oh, che impressione! Capita, anche se le intenzioni non sono cattive. E se si sbaglia, si sconta, e noi dobbiamo offrire al Signore i nostri sacrifici».

Indimenticabile, poi, l’incontro di papa Giovanni Paolo II con il suo attentatore Alì Agca, il 27 dicembre 1983, in una cella di massima sicurezza di Rebibbia. Quella visita compapa giovanni paolopletò, con il gesto, la parola di perdono già pronunciata.
Nel video che è su internet, Mehmet Alì Agca, 26 anni, appoggia la fronte sul dorso della mano del Pontefice. Il Papa sfiora con la destra il ginocchio di Agca e gli si accosta con la testa come a dire «ora parliamo». La telecamera si ritira. «Gli ho parlato come si parla a un fratello che ho perdonato e gode della mia fiducia», disse, poi, il Papa ai giornalisti. La più solenne delle visite di Giovanni Paolo II è stata, però, quella per il Giubileo dei carcerati, l’8 luglio del 2000, con un’Eucaristia «servita» da due detenuti. Wojtyla chiese alle autorità statali del mondo «un gesto di clemenza verso i carcerati», affermando che «un mondo, da cui si eliminasse il perdono, sarebbe un mondo di giustizia fredda e irrispettosa».

Questi e molti altri suggerimenti per la catechesi dei ragazzi nel numero di Marzo 2014 di Ragazzi e Dintorni. 

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