Buona domenica! – IV di Quaresima – Anno A

ragazza cvSiamo ciechi anche noi?

Dal Vangelo di Giovanni (Gv 9,40)
IV DOMENICA di QUARESIMA – Laetare – Anno A

La sete infinita di infinito della Sposa samaritana, ora, è colma, sazia. Non ha più vergogna della sua fragilità affettiva, della sua vita disordinata, degli inganni dati e ricevuti pur di avere una goccia d’acqua. Stagnante. Ora ha incontrato la sorgente. Ora lei stessa è divenuta sorgente che zampilla per le persone che, prima, non voleva incontrare. Non ci sono ostacoli, ruoli, peccati che la possano tenere lontana dallo Sposo che, stanco, l’ha cercata per amarla. La sua è una vita passata a nascondersi, per timore di essere giudicata. Lei è una peccatrice che diviene discepola e testimone. Come il cieco nato. Che storia.

DIO CI VEDE
È Gesù che, passando, vede il cieco nato. Non grida, il poveretto, non chiede, forse neppure sa chi sia il Nazareno. La sua è una vita fatta di ombre, di fantasmi. Non ha mai visto la luce, come desiderarla? Perché? E Dio lo vede, vede il suo dolore, il suo bisogno, la sua pena, la sua vergogna. Vergogna, certo, perché è un innocente che paga i peccati dei genitori. Anzi, forse ha già commesso peccato nel grembo della madre, come sostenevano alcuni rabbini. È Dio che l’ha punito, perché chiedere qualcosa a questo Dio terrificante? Così tutti pensano. E invece. Un po’ di fango sugli occhi, e l’uomo torna a vedere. cieco cvGesù, intanto, se n’è andato, non vuole applausi, vuole solo dimostrare che Dio non è quel bastardo che a volte gli uomini (religiosi) dicono che sia.

IL CAMMINO DI ILLUMINAZIONE
Inizia un feroce dibattito: chi lo ha guarito? Perché? E perché di sabato? Molti sono i personaggi coinvolti: la folla, i farisei, i suoi genitori, i discepoli… Ma lui solo è il protagonista, il cieco che recupera prima la vista, poi l’onore, poi la fede. Prima descrive Gesù come un uomo, poi come un Profeta, poi lo proclama Figlio di Dio. La fede è una progressiva illuminazione, passo dopo passo, ci mettiamo degli anni per riuscire a proclamare che Gesù è il Signore. E anche la sua forza cresce: il suo senso di colpa svanisce, acquista coraggio. Continua a leggere Buona domenica! – IV di Quaresima – Anno A

Celebriamo la tenerezza di Dio


Celebriamo la tenerezza di Dio!

E facciamolo con un momento di incontro personale con il Signore.

Liturgicamente ci accompagnano due significativi incontri fatti da Gesù e che, in queste settimane di Quaresima, risuonano in modo forte. Il primo è in Samaria, con una donna; il secondo a Gerusalemme, con un uomo cieco dalla nascita.
Chi lo incontra vede! Chi lo incontra vive! Non c’è sete, non c’è cecità, non c’è ferita, non c’è peccato, non c’è norma che tenga rispetto al suo amore.

Lui incontra, tocca e guarisce e la sua non è una guarigione destinata a passare! Non guarisce il fisico, ma il cuore, non guarisce da una malattia, ma dalle più subdole forme di male: l’individualismo, la solitudine, la disperazione, lo scoraggiamento, il proprio tornaconto.

Il Signore Gesù oggi ci incontra ed è disposto a gettare acqua fresca sulle ferite rinsecchite dal tempo, ma ancora doloranti; pronto e disposto a ridonare luce negli spazi del nostro cuore e della nostra memoria che le delusioni, la tristezza, la paura di amare, la sfiducia, hanno reso bui.     Continua a leggere Celebriamo la tenerezza di Dio

ALLA MENSA DELLA COMUNIONE – Imparare a condividere – CATECHISTI PARROCCHIALI – Aprile 2014

Copertina_Aprile

ALLA MENSA DELLA COMUNIONE
Imparare a condividere

di Emilio Salvatore

L’icona biblica della Cena del Signore è un invito alla comunione, a partire dalle nostre mense familiari per comprendere il valore del sacramento della Comunione, che sperimentiamo alla mensa dell’altare. Vi è troppo poca attenzione al rituale familiare e, di conseguenza, a quello ecclesiale.cenare
Spetta agli educatori riscoprirlo e farlo riscoprire!

I ragazzi, spesso non conoscono la gioia del mangiare insieme. Abituati a pranzi veloci e ai fast-food, hanno perso il senso della solennità dello stare a tavola.
Il pasto condiviso, riuniti intorno a una tavola apparecchiata, è diventato solo l’immagine di una pubblicità di merende.    
Nell’antichità aveva un ruolo molto importante. In genere o si sceglievano gli amici con cui mangiare (i grandi simposi della tradizione greco-romana) o si diventava amici mangiando (le cene che sancivano la fine delle ostilità). A questa logica non si sottraeva il mondo giudaico, che vedeva nella cena un luogo esclusivo, cui potevano accedere solo persone degne. Continua a leggere ALLA MENSA DELLA COMUNIONE – Imparare a condividere – CATECHISTI PARROCCHIALI – Aprile 2014

Buona domenica! – III di Quaresima – Anno A

acqua cvSignore, dammi quest’acqua!

Dal Vangelo di Giovanni (Gv 4,15)
III DOMENICA di QUARESIMA – Anno A

L’immagine è zero, la sete è tutto. Ascolta la tua sete. Così recitava un’efficace slogan pubblicitario di una nota bevanda gassata, qualche anno fa. Copiando il vangelo, ovvio. E senza diritti d’autore.
La sete è tutto. Lo sa bene chi ha acqua una volta a settimana, nelle proprie case, o chi affronta cinque piani di scale per portare in casa qualche litro d’acqua in bottiglia. La sete è tutto: lo sa bene chi abita nei paesi caldi o, come faccio periodicamente, chi sale in montagna e ha bisogno di molti liquidi per reidratarsi.
La sete è tutto, quella materiale, fatta d’acqua, l’oro del futuro che sarà l’origine dei nuovi conflitti fra i popoli, certo, sete cvma anche la sete del cuore, quella che ti inaridisce la vita, se non incontriamo nulla che possa dissetare il bisogno di felicità che portiamo nel cuore. Non ditelo alla Samaritana. Non ditelo a Dio.

CALURA
Ha sete, Dio. Stanco, siede al pozzo di Giacobbe, a Sicar, nell’ora più calda della giornata, nella brulla Samaria. Ha sete d’acqua, ma, molto di più, ha sete della fede della donna che viene a prendere acqua in quell’ora improbabile, per non essere vista dai suoi concittadini. Dio è stanco. Stanco di cercare un uomo che lo fugge. Stanco di cercare un uomo che si disseta ad acqua salata, che crede di sapere, che vaga cercando risposte. Che muore di sete a pochi metri dalla sorgente chiara e limpida. È stanco, Dio. Ma Continua a leggere Buona domenica! – III di Quaresima – Anno A

Amore come acqua che disseta – preparandoci a domenica 23 marzo 2014

AMORE
come acqua che disseta

mani acqua

Dal Vangelo della III Domenica di Quaresima, piccoli suggerimenti per mantenere il ritmo per scoprire la concretezza di Dio e della sua tenerezza nella nostra vita.

Frammenti dal brano biblico di riferimento

Gv 4, 5-52

In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani.

Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi acqua nel desertoè colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?».

Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». […] 

 AMORE COME ACQUA CHE DISSETA

Fermarsi a un pozzo e attendere!
fermarsiFermarsi a un pozzo in una delle ore più calde del giorno… fermarsi e attendere…

Le donne di norma non vanno a prendere l’acqua quando il sole picchia alto nel cielo. Portare l’acqua a casa è faticoso e le ore migliori sono le prime al mattino. Eppure questo giovane viandante, ebreo, si ferma in territorio straniero e attende di essere dissetato… vive in prima persona un disagio, una difficoltà, un bisogno e lo trasforma in opportunità… rompendo etichette e norme religiose.

Nell’incontro tra Gesù e la samaritana si incontrano due mondi, due religioni, due culture, due differenze, due distanze.      Continua a leggere Amore come acqua che disseta – preparandoci a domenica 23 marzo 2014

OLTRE IL FILO SPINATO – DOSSIER RAGAZZI & DINTORNI – Marzo 2014

Dossier_Marzo 2014

OLTRE IL FILO SPINATO

di Cecilia Salizzoni

Tratto dal romanzo dell’irlandese John Boyne (2006), Il bambino con il pigiama a righe è un racconto di fantasia dal l’epilogo tragico, sul tema della shoah.

Bruno, 8 anni, figlio di un ufficiale dell’esercito tedesco, è costretto a trasferirsi con la famiglia da Berlino nei pressi di un campo di concentramento nazista, il cui comando è stato affidato al padre. Ma Bruno non ha idea di cosa sia un campo di concentramento e nessuno, in famiglia, ha voglia di spiegarglielo.
Così, nonostante i divieti dei genitori, un giorno va a vedere di persona che cos’è quella che, dalla sua stanza, gli appare come una strana fattoria dove tutti girano con in dosso un pigiama a righe. E lì, al di là del recinto di filo spinato che circonda la strana fattoria, conosce Shmuel, 8 anbambinini come lui, ma ebreo.
E fa amicizia. È un’amicizia difficile da riconoscere davanti ai familiari e ai nazisti fanatici, come il tenente Kotler, che girano per casa, mettendo paura a Bruno e affascinando la sorella maggiore, Gretel. È un’amicizia che lo mette alla prova e, se in un primo momento Bruno cede alla paura e tradisce l’amico, esponendolo all’ira violenta di Kotler, in seguito troverà il coraggio per ritornare e stargli accanto fino in fondo, passando al di là del re cinto e finendo insieme con lui nella camera a gas.

Il film, come il romanzo, è un apologo paradossale sulla cecità morale che ha consentito l’avvento e la crescita del Terzo Reich germanico. L’incapacità del bambino di comprendere il senso reale delle cose intorno a lui, il persistere in uno sguardo ingenuo, di normale umanità, con il suo terrificante epilogo smaschera nel modo più diretto e doloroso la cecità degli adulti, il loro non voler vedere le cose come realmente stanno. Mette a nudo la menzogna su cui si ergeva tutto il castello ideologico e permetteva l’infamia dello sterminio: «Quelli al di là del recinto non sono uomini».    Continua a leggere OLTRE IL FILO SPINATO – DOSSIER RAGAZZI & DINTORNI – Marzo 2014

Buona domenica! – II di Quaresima – Anno A

tramonto romano cvIl tuo volto io cerco, Signore.

Antifona d’inizio (Sal 26,9)
II DOMENICA di QUARESIMA – Anno A

Di quanta bellezza abbiamo bisogno per sopravvivere a questa fine di civiltà? Di quanta bellezza per lottare contro la tentazione della disperazione, della rassegnazione, al prevalere del timore? Di quanta bellezza per credere ancora che l’uomo sia il capolavoro immaginato da Dio?
Seguendo Gesù nel deserto, in questo cammino di Quaresima, vogliamo risorgere nell’anima. Per farlo siamo chiamati a lottare e superare le tentazioni che continuamente ci mettono alla prova. La tentazione di vivere solo di pane, tutti concentrati alla sopravvivenza e orientati alla bramosia; la tentazione di cercare Dio nei miracoli e nei segni eclatanti; la tentazione di usare gli altri. Come Gesù, brandendo come arma la Parola di Dio, ci consegniamo al Padre per capire che uomini e donne diventare. Come nuovi Adamo ed Eva, vogliamo configurarci a Cristo, prendere lui come modello. Per farlo dobbiamo avere il coraggio di lasciare la pianura della mediocrità e salire sul Tabor.

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Gesù sale sul Tabor per pregare, insieme ad alcuni fra i suoi discepoli. E lì, per la prima volta, lo vedono in maniera diversa. Vedono oltre le apparenze. Vedono nel Maestro lo splendore del Padre. Ne hanno bisogno, nel loro percorso di vita interiore, per capire con chi hanno veramente a che fare. Ne hanno bisogno per ascoltare ciò che ha da dire. Ne hanno bisogno per capire che Gesù e il Padre hanno un rapporto unico, speciale, straordinario. Ne hanno bisogno, anche se ancora non lo sanno, per salire su altro promontorio, fuori dalla città, il Golgota. La nostra vita di fede è faticosa e claudicante finché non sale sul Tabor. Continua a leggere Buona domenica! – II di Quaresima – Anno A