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L’audacia di non accontentarsi – BUONA DOMENICA! III DI QUARESIMA – ANNO A

Chi berrà dell’acqua che io gli darò,
non avrà più sete in eterno.

(Gv 4,5-42)

Il Vangelo di Giovanni è carico di incontri, incontri che Gesù fa. E la terza domenica di Quaresima dell’anno A fa risuonare per noi uno dei più straordinari incontri: quello con la donna samaritana. È una pagina intensa e a tratti rivoluzionaria, almeno per come noi ci siamo abituati nel tempo a pensare Dio e la relazione con lui. Questa donna, come altre donne del Vangelo di Giovanni – Marta, Maria nell’unzione a Betania, Maria di Magdala, la stessa Maria madre di Gesù –, appaiono al limite dell’ammissibile, a tratti dissacranti: nei loro atteggiamenti, nelle loro richieste sembrano lontane anni luce dalla riverenza di chi non osa chiedere e resta sempre un passo indietro, di chi ha un sacro rispetto del Maestro di Nazaret, e piuttosto parla con altri a bassa voce, di nascosto… La Samaritana è sfacciata. Marta sembra richiamare Gesù in più occasioni. Maria di Betania, ungendo Gesù, scandalizza i Dodici. Maria di Magdala prova a trattenere il Risorto e la Madre, a Cana, fa scoccare l’ora di Dio. Pagine strane… pagine che non lasciano tranquilli… Ma se queste pagine esistono hanno un senso. I Vangeli nascono dalla memoria di comunità che raccontano la fede, che riscoprono nel quotidiano le vie Dio e le sfumature della sua presenza, che cercano risposte, che vogliono capire come può trovare realizzazione concreta quel comandamento dell’amore lasciato dal loro Signore risorto. Per questo ogni pagina che arriva a noi, che è stata scritta perché noi credessimo è una pagina preziosa che può aprire vie per il nostro cammino di fede.
Oggi, lasciamoci invadere dall’audacia della Samaritana. Una donna capace di portare il carico della vita, il peso di quei cinque mariti che la rendono sospetta tanto a noi quanto ai suoi stessi contemporanei, tanto da costringerla ad andare a prendere acqua nell’ora più calda del giorno. Una donna la cui concretezza emerge anche nei dettagli: «Signore, non ha un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva?». Una donna che non tace, non si accontenta, non si fa zittire e interroga, scava e cerca un senso. Una donna che intuisce la novità di quell’uomo, di quelle parole, di quell’atteggiamento, e va fino in fondo.
L’acqua resta la grande metafora di questa domenica, il segno che attraversa le promesse di Dio al suo popolo e arriva a noi. L’acqua non conosce mai confini. È disponibile per chiunque la raccolga. Sgorga dalle profondità della terra o scende dalle altezze delle vette, e non sceglie, non evita, non esclude: invade, penetra, riempie. Così Dio: acqua che sgorga dalla roccia in un deserto. Così il Cristo: acqua viva che zampilla irrefrenabile e rende vivo chi ha sete.
Davanti a noi, oggi, il fermo immagine va su un Gesù che ci viene incontro nell’ora più calda, quando forse, stanchi e sfiduciati, ci nascondiamo anche a noi stessi. E va sulla donna di Samaria, sulle sue domande, su quelle perplessità tangibili, su quella sua anfora lasciata lì ormai non più necessaria, o comunque superata da un’urgenza interiore: andare perché anche altri vedano, incontrino, scoprano colui che lei stessa ha visto, ha incontrato, ha scoperto: l’acqua viva che può dissetare ogni sete.
«Dacci da bere, Signore Gesù, rendici acqua che fa vivere!»

Acqua che disseta – Buona domenica! – III Quaresima – Anno A

«Signore dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete». Gv 4,11 

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Buona domenica! – III di Quaresima – Anno A

acqua cvSignore, dammi quest’acqua!

Dal Vangelo di Giovanni (Gv 4,15)
III DOMENICA di QUARESIMA – Anno A

L’immagine è zero, la sete è tutto. Ascolta la tua sete. Così recitava un’efficace slogan pubblicitario di una nota bevanda gassata, qualche anno fa. Copiando il vangelo, ovvio. E senza diritti d’autore.
La sete è tutto. Lo sa bene chi ha acqua una volta a settimana, nelle proprie case, o chi affronta cinque piani di scale per portare in casa qualche litro d’acqua in bottiglia. La sete è tutto: lo sa bene chi abita nei paesi caldi o, come faccio periodicamente, chi sale in montagna e ha bisogno di molti liquidi per reidratarsi.
La sete è tutto, quella materiale, fatta d’acqua, l’oro del futuro che sarà l’origine dei nuovi conflitti fra i popoli, certo, sete cvma anche la sete del cuore, quella che ti inaridisce la vita, se non incontriamo nulla che possa dissetare il bisogno di felicità che portiamo nel cuore. Non ditelo alla Samaritana. Non ditelo a Dio.

CALURA
Ha sete, Dio. Stanco, siede al pozzo di Giacobbe, a Sicar, nell’ora più calda della giornata, nella brulla Samaria. Ha sete d’acqua, ma, molto di più, ha sete della fede della donna che viene a prendere acqua in quell’ora improbabile, per non essere vista dai suoi concittadini. Dio è stanco. Stanco di cercare un uomo che lo fugge. Stanco di cercare un uomo che si disseta ad acqua salata, che crede di sapere, che vaga cercando risposte. Che muore di sete a pochi metri dalla sorgente chiara e limpida. È stanco, Dio. Ma Continua a leggere Buona domenica! – III di Quaresima – Anno A

Amore come acqua che disseta – preparandoci a domenica 23 marzo 2014

AMORE
come acqua che disseta

mani acqua

Dal Vangelo della III Domenica di Quaresima, piccoli suggerimenti per mantenere il ritmo per scoprire la concretezza di Dio e della sua tenerezza nella nostra vita.

Frammenti dal brano biblico di riferimento

Gv 4, 5-52

In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani.

Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi acqua nel desertoè colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?».

Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». […] 

 AMORE COME ACQUA CHE DISSETA

Fermarsi a un pozzo e attendere!
fermarsiFermarsi a un pozzo in una delle ore più calde del giorno… fermarsi e attendere…

Le donne di norma non vanno a prendere l’acqua quando il sole picchia alto nel cielo. Portare l’acqua a casa è faticoso e le ore migliori sono le prime al mattino. Eppure questo giovane viandante, ebreo, si ferma in territorio straniero e attende di essere dissetato… vive in prima persona un disagio, una difficoltà, un bisogno e lo trasforma in opportunità… rompendo etichette e norme religiose.

Nell’incontro tra Gesù e la samaritana si incontrano due mondi, due religioni, due culture, due differenze, due distanze.      Continua a leggere Amore come acqua che disseta – preparandoci a domenica 23 marzo 2014