Archivi categoria: limite umano

Parola e silenzio: una sfida possibile – Incontri online/maggio 2012_Step9

Siamo nel tempo pasquale e il cuore continua a essere segnato dai gioiosi alleluia di risurrezione.
E’ ancora vivo in noi l’invito che, con forza, ha risuonato nella precedente tappa: uscire dal buio, dalla notte, dalle distanze di sicurezza per diventare discepoli della luce, per confessare testimonianza la nostra fede in Gesù Cristo Risorto.

Ora, sempre più decisamente orientati verso l’Ascensione e la Pentecoste, liturgia e la Parola apre per noi gli orizzonti dell’annuncio. Quell’andate detto da Gesù ai suoi discepoli, continua a essere vero per noi oggi!
Continua a toccare la nostra esperienza di fede e ci chiede di uscire, di condividere, di non tenere per noi la straordinaria ricchezza che abbiamo ricevuto: l’incontro con Dio e con il suo amore.

E’ in questo orizzonte che va letto e interiorizzato il tema di questa nostra nona tappa; tema che di fatto fa eco al messaggio del santo Padre per la 46a Giornata Mondiale delle comunicazioni sociali.

L’annuncio mette in gioco la comunicazione e, a sua volta, la comunicazione, per essere vera, deve poter diventare voce dell’interiorità. E’ questa la grande sfida a cui siamo chiamati, è in questo senso che parola e silenzio potrebbero diventare una reale opportunità per accogliere, interiorizzare, far crescere la Parola in noi.

Tra rischi, slanci, paure, indecisioni… c’è un grande maestro interiore che in noi diventa luce, guida, sostegno, conferma nella fede.

Vi lascio a questo punto alla video-catechesi, augurandovi di entrare nel silenzio e nella Parola, lì dove e come il Signore vorrà. Lui, ci attende per raggiungerci con proposte singolari e personali, per fare della nostra vita un dono di pienezza.

Video catechesi

Come una voce sola davanti a Dio
Preghiera conclusiva

Parole: suoni e memorie, vissuti e speranze
che ritornano e non ci lasciano soli, Signore.
Parole: vita e morte, speranze e illusioni
che si destreggiano nel cuore dell’uomo.
Silenzi: come parole non dette, né ascoltate,
che risuonano negli spazi deserti della nostra vita, cariche di omertà.
Risuonano, Signore, come eco lontane che dominano sui ricordi.

Aprici, Signore della vita, al mistero del deserto che fiorisce,
rendici capaci di ascoltare il silenzio,
grembo fecondo della Parola che salva.
Il tuo Spirito apra le nostre orecchie,
schiuda le nostre memorie, spalanchi ogni rigidità
e la forza travolgente del silenzio, pregno di Dio,
renda nuova ogni parola, vera ogni confidenza, trasparente ogni segreto.
Lo Spirito che ha reso viva la Parola nella storia, porti vita nell’annuncio,
indichi vie di comunicazione dove sopravvive la diffidenza,
faccia risuonare nei nostri silenzi,
spesso muti, scoraggiati o spaventati,
la Parola dell’amore, che fa del silenzio
la casa in cui abitare, nascere e donarsi. Amen

Preghiamola tutti costantemente, se possibile ogni giorno. Sia preghiera reciproca in cui, gli uni per gli altri, come fratelli e sorelle nel Signore, invochiamo la sua grazia e benedizione, la sua pace, perchè, percorrendo questo tempo, come Chiesa, radunata nel suo nome, il nostro sia un itinerario interiore capace di portarci nel cuore della nostra fede.

Per saperne di più scrivi a:

Sr Mariangela: m.tassielli@paoline.it

Per condividere riflessioni, mettere in campo domande, dubbi, voglia di saperne di più, seguici anche su

Facebook: Giovani & Vangelo
su Tw: Cantalavita

Potrai trovare aggiornamenti in tempo reale e condividi i link sulle pagine di amici e conoscenti che a tuo parere potrebbero essere interessati dall’annuncio di gioia con cui il Vangelo ci raggiunge.

Inoltre se hai meno di 30 anni ti proponiamo il gruppo facebook:

GEP – Giovani Evangelizzatori Paolini

Se desideri vivere momenti di preghiera ti consigliamo il libro: Attirerò tutti a me – Adorazioni eucaristiche per ogni tempo dell’anno. Autore: Suor Mariangela Tassielli – Ed. Paoline

Ti auguriamo buon cammino e buon tutto!

Ti ricordiamo il cammino di incontri online 2012 -2013

Felici di vivere

STEP PRECEDENTI

Dai loro frutti li riconoscerete… o_O

Dai loro frutti li riconoscerete!

Così l’evangelista Matteo suggerisce un criterio per distinguere il vero dal falso profeta. E chi è il profeta, se non  un uomo che parla e agisce, perchè inviato da Dio a comunicare la sua Parola, perchè chi è chiamato viva in fedeltà?

In questo tempo, questo versetto batte dentro in modo estremo e fa male.

L’Italia, società in maggioranza cristiana cattolica, con una altissima percentuale di battezzati; con crocifissi presenti ovunque, con una densità di edifici di culto notevole e con una questione morale da far paura e non certo per impeccabilità.

Dai loro frutti li riconoscerete!

L’Italia, madre che geme perchè colpita a morte dai suoi figli che, a vari livelli la rinnegano, la trascurano, la colpevolizzano, la tradiscono.

L’Italia, portata a letto da chi dovrebbe amare il suo Bene, trattata da prostituta, denudata di ogni futuro e abbandonata nella povertà.

Dai loro frutti li riconoscerete!

Perchè oggi, ho deciso di dare voce a questo travaglio interiore?
Perchè oggi non voglio e non riesco a tacere il dissenso per una società cattolica che vive di inganno, di prostituzione valoriale, di illegalità, di illecito, di furto e che usa il nome di Dio più per mettere a posto la propria coscienza o carriera che non per essere testimone di un vangelo scomodo e onesto! 

Un società segnata dall’immoralità, una società in cui ognuno punta al proprio comodo, in cui ognuno mette in tasca propria togliendo il giusto al fratello, non può dirsi cattolica a testa alta… dovrebbe dirlo, forse solo sussurrandolo e arrossendo dalla vergogna…

Ogni credente proprietario di un’industria, di una piccola o grande impresa, di un negozietto non dovrebbe silenziare la coscienza con l’elemosina, seppur robusta. Dovrebbe fare in modo di dare il giusto, sempre, ai suoi impiegati, operai, dipendenti: dare lavoro onestamente e non in nero, rubando loro il presente e il futuro. Impedendo loro di poter essere padri che sostengono i figli o impedendo ai figli di sostenere i propri padri.
E’ illecito e non cristiano costringere i propri dipendenti a lavorare 10 ore al giorno con stipendi di 200 euro al mese! E ci sono, esistono… non sono esagerazioni!
Così come lo è avere una casa con tutti i comfort pagata grazie ai contributi lavorativi non versati alla gente che lavora nelle proprie aziende. Ed è ancora più scandaloso quando questo lo si fa convinti poi di essere buoni cristiani che non uccidono, nè rubano…

E’ indegna e disonesta, e decisamente poco cristiana, una società in cui il medico ABUSA del malato con parcelle che arrivano anche a 200 euro per 10 minuti di vista e per di più privi di ricevuta fiscale, con piccolissime carie, curate con 30 secondi di trapano al modico costo di 150 euro. E’ disonesto costringere un uomo a scegliere tra il pane e la salute perchè a se stessi non si può negare il lusso…

Dai loro frutti li riconoscerete!

No, non possiamo accostare il Vangelo alle nostre costanti giustificazioni… non possiamo difendere i diritti nostri o altrui uccidendo altri, violando la altrui privacy, distruggendo ciò che non è nostro e mascherandoci in volto per difendere la verità.
Se la verità potesse parlare ci smaschererebbe !!!

Gronda menzogna la bocca di tutti quei politici che si stanno preccupando di ACCAPARRARSI voti cattolici, andando essi stessi in Chiesa, nominando valori confessionali, ma egoisti a tal punto da non rinunciare a nessuno dei loro cospiqui introiti. Stanno e stiamo consegnando il nostro futuro nelle braccia sempre aperte della sfiducia, dell’intolleranza, dell’anarchia e dell’immoralità.

Diritti, questo sanno pronunciare le nostre labbra.
Ma ormai siamo incapaci di parlare di dovere! Incapaci di pensare al dovere.
Sì il dovere di fare la nostra parte. Il dovere di non delegare ad altri un futuro possibile a partire dalla moralità e senso del bene pubblico che si respira nelle nostre case. Il dovere di chi sa essere onesto sul proprio posto di lavoro. Il dovere di chi non chiede falsi rimborsi “tanto chi se ne frega, lo stato spende tanti soldi…”. Il dovere di chi sa, che ciò che c’è, gli appartiene come proprio ed è chiamato a costodirlo. Il dovere di chi lo scontrino lo fa. Il dovere di chi non dichiara il falso. Il dovere di chi non possiede casa al mare, città, montagna e dice di non avere soldi. Il dovere di chi si lamenta di essere un morto di fame pur possedendo le ultime novità sul mercato e accontentando ogni piccolo o grande sfizio. Il dovere di chi non si appropria di un bene pubblico, nè lo rovina, nè lo distrugge. Il dovere di chi non chiede finanziamenti pubblici, mascherandoli con progetti sociali fittizi. Andiamo avanti? Non serve, ognuno di noi è capace di rientrare nella propria casa e nella propria coscienza per individuare il cortocircuito esistente tra vita civile e Vangelo… perchè non esiste amore per Dio se non a partire da questo mondo.

Utopia? Pensatelo… al momento è solo dolore, profondo dolore per un futuro che, ognuno di noi, sta svendendo per il proprio piacere personale in nome dell’unico dio a cui tutti ci inchiniamo: il potere-denaro. La voglia di essere primi, sempre… perchè in fondo noi non siamo molto diversi da coloro contro cui lanciamo tremende invettive…

La prima forma di carità, per quel che mi riguarda, non è l’elemosina ma la giustizia sociale. E una società in cui non c’è giustizia è una società povera di Vangelo. 

E’ l’augurio che faccio a me e a voi, in questa festa liturgica di san Giuseppe Lavoratore. Ognuno di noi, possa con quel coraggio che viene dal Vangelo colorare la propria porzione di società con quella giustizia evangelica che è dare a Dio ciò che è di Dio, la lode! E dare all’uomo, ciò che è dell’uomo: la dignità!

Non c’è altro modo per far entrare Dio nella storia! Solo così potranno dire di noi: “Eccoli, i cristiani!”

Dai loro frutti li riconoscerete!

Luce o notte? Che discepolo sei? – Incontri online/Pasqua 2012_Step8

Alleluia! E’ Pasqua!

Siamo nel grande lungo giorno di Pasqua. Un giorno che si prolunga per un’intera settimana, che riempie di sè 50 giorni e che di fatto è il fondamento della nostra stessa fede.

La Pasqua è tempo segnato dalla gioia, dalla lode. E’ il giorno della nuova creazione, giorno in cui, in Cristo Signore tutto rinasce a vita nuova. Davanti al silenzio di Dio sul Golgota, la Risurrezione è la risposta che l’uomo cercava, che la fede attendeva. La Risurrezione dischiude per noi gli orizzonti di Dio fatti di tempi e di logiche sempre molto distanti dalle nostre, o meglio distanti dall’uomo che non ascolta, non attende, non spera, non si fida.

La Risurrezione svetta davanti a noi come risposta data dal Padre all’umanità segnata dalla croce, dalla solitudine, dalla sofferenza e dalla morte. Nel silenzio di chi sa attendere e precedere l’aurora, si fa chiara la risposta di Dio: “Lui non è qui! E’ Risorto”.

Annuncio dato nel silenzio di chi, pur non comprendendo ha saputo attendere.
Annuncio dato nel silenzio di chi per paura si è allontanato.
Annuncio dato a chi ha scelto il silenzio della notte per nascondersi...

La Risurrezione è vita che spezza ogni catena di morte. Riapre tutti alla relazione con Dio, perchè in Cristo diventa possibilità della vita nuova dello Spirito!

Buon tutto a voi, cari amici, che da questo annuncio si lasciate raggiungere e cambiare. Il Vangelo continui a essere Via per la Vita!

Video catechesi

Come una voce sola davanti a Dio
Preghiera conclusiva

È Pasqua, Signore Gesù!

Alleluia canta il nostro cuore e gioia si diffonde dalle nostre labbra.
Da quel sepolcro segnato dalla morte di ogni speranza, noi vogliamo uscire;
dai sepolcri costruiti dalle tante forme di sfiducia,
di paura, di incertezza noi vogliamo risorgere con te!

Signore Gesù, risorto oggi per noi,
rinnovati dalla tua presenza sappiamo di poter credere
in una vita nuova, piena, profumata di risurrezione,
capace di portare al mondo l’intensa fragranza della vita vera,
sappiamo di poter risplendere come astri luminosi tra i fratelli e sorelle che ti cercano.

Signore Gesù, continui a risorgere in ogni scelta di vita,
che ci rende testimoni credibili del tuo grande amore per questa nostra storia.
Risorgi e ci chiedi di partecipare di quella vita che hai reso nuova,
ci chiedi di condividere con te scelte di gratuità, di dono, di fedeltà.

Signore Gesù, ci sentiamo Chiesa in cammino,
fratelli e sorelle uniti dall’unica fede in te;
sappiamo di aver ricevuto, nella tua Risurrezione,
l’annuncio festoso della vita risorta, della morte definitivamente vinta,
della speranza sempre possibile, di una carità dinamica e creativa, mai stanca.

E oggi, di fronte alla storia c’è il mio Sì.
Il Sì detto da un discepolo al suo maestro,
un sì consapevole della croce e della solitudine,
dell’incomprensione e del peccato.
Sì Signore, a un futuro che non conosco, ma che voglio scegliere di vivere;
sì al mio passato che ha conosciuto infedeltà e peccato,
sì a questo imprevedibile presente che vivo
e in cui ti sento e ti credo Signore Presente,
nelle cui mani scelgo di mettere la mia vita. Amen

Preghiamola tutti costantemente, se possibile ogni giorno. Sia preghiera reciproca in cui, gli uni per gli altri, come fratelli e sorelle nel Signore, invochiamo la sua grazia e benedizione, la sua pace, perchè, percorrendo questo tempo, come Chiesa, radunata nel suo nome, il nostro sia un itinerario interiore capace di portarci nel cuore della nostra fede.

Per saperne di più scrivi a:

Sr Mariangela: m.tassielli@paoline.it

Per condividere riflessioni, mettere in campo domande, dubbi, voglia di saperne di più, seguici anche su

Facebook: Giovani & Vangelo
su Tw: Cantalavita

Potrai trovare aggiornamenti in tempo reale e condividi i link sulle pagine di amici e conoscenti che a tuo parere potrebbero essere interessati dall’annuncio di gioia con cui il Vangelo ci raggiunge.

Inoltre se hai meno di 30 anni ti proponiamo il gruppo facebook:

GEP – Giovani Evangelizzatori Paolini

Se desideri vivere momenti di preghiera ti consigliamo il libro: Attirerò tutti a me – Adorazioni eucaristiche per ogni tempo dell’anno. Autore: Suor Mariangela Tassielli – Ed. Paoline

Ti auguriamo buon cammino e buon tutto!

Ti ricordiamo il cammino di incontri online 2012 -2013

Felici di vivere

STEP PRECEDENTI

GP2 GenerAzioni – Guardare a Cristo!

La Croce con Cristo è la grande rivelazione del significato del dolore e del valore che esso ha nella vita e nella storia.

Chi capisce la Croce, chi l’abbraccia, comincia un cammino ben diverso da quello del processo o della contestazione di Dio; in essa trova piuttosto il motivo di una nuova salita a lui, sulla via di Cristo, che è appunto la via Crucis, il cammino della Croce.

La Croce è la prova di un infinito Amore che, proprio in quell’ostia di espiazione e di pacificazione ha collocato il principio della restaurazione universale e specialmente della redenzione umana: redenzione dal peccato, e almeno in radice, dal male, dal dolore e dalla morte.

                         Ma la Croce ci invita a rispondere all’amore con l’amore.

A Dio che per primo ci ha amati, noi possiamo dare a nostra volta il segno della nostra intima partecipazione al suo disegno di salvezza. Noi non sempre riusciamo a scoprire, in questo disegno, il perché dei dolori, che segnano il cammino della nostra vita. Sorretti dalla fede possiamo tuttavia giungere alla certezza che si tratta di un disegno d’amore, nel quale tutta l’immensa gamma delle croci, grandi e piccole, tende a fondersi nell’unica Croce.

La Croce è dunque per noi una garanzia di vita, di risurrezione e di salvezza, perché contiene in sé e partecipa ai credenti la forza rinnovatrice della Redenzione di Cristo.
In essa, secondo san Paolo, è una realtà già acquisita anche la futura risurrezione e glorificazione celeste, che sarà nella eternità la manifestazione gloriosa della vittoria riportata da Cristo con la sua Passione e Morte.

E noi, con l’esperienza del nostro quotidiano dolore, siamo chiamati a partecipare a questo mistero che è, sì, di passione, ma anche di gloria.

Tratto dal libro
Il Vangelo di Giovanni Paolo II

Buona domenica! – IV di Quaresima (laetare) – Anno B

«Per grazia siete salvati»

Dalla lettera di S. Paolo Apostolo agli Efesìni (Ef 2, 4-10)
IV DOMENICA DI QUARESIMA  (laetare) – Anno B

Quanto è difficile convertirsi! E credere nel Dio di Gesù! Quanto è difficile scegliere da che parte stare, nella vita, sempre strattonati tra le troppe cose da fare, inquieti e rassegnati, travolti dalle mille preoccupazioni.
Ci è necessario il deserto, anche se minuscolo, anche se duramente conquistato ritagliando qualche minuto alle nostre giornate. Eppure abbiamo bisogno di tornare all’essenziale, proprio ora che le difficoltà crescono e la tentazione della sfiducia, anche nella Chiesa, diventa incombente. Tenendo fisso lo sguardo sulla bellezza di Dio, intuita, assaporata, cercata, possiamo ribaltare i banchetti delle nostre approssimative e inconcludenti visioni di Dio per liberare il tempio del nostro cuore (e il tempio che è la Chiesa) da una visione mercanteggiata della fede.
È un percorso lungo, faticoso. Ne sa qualcosa il libro delle Cronache, ne sa qualcosa Nicodemo.

DIO GIUDICE
Ci è connaturale un’orribile visione di Dio. La portiamo nel cuore, nell’inconscio, nel vano tentativo di dare una parvenza di giustizia all’illogica dinamica di questo mondo. Il cammino dell’uomo biblico è irto di difficoltà, di continue conversioni, di ragionamenti che avanzano nelle nebbie. Se Dio è buono, si chiede la Bibbia, da dove deriva il dolore? In particolare, nel brano di oggi, l’autore ancora cerca una risposta alla brutale distruzione del tempio e alla successiva prigionia in Babilonia. Ed ecco la drammatica risposta: l’esilio è stata una punizione per non avere rispettato il ciclo sabbatico della natura: un anno ogni sette, per lasciare la terra al suo riposo. Dio, giudice giusto, ha ascoltato la lamentela del Creato: i settant’anni di esilio forzato del popolo ha ridato fiato alla natura. È una visione semplicistica, eppure efficace: Dio punisce il peccato del popolo. Ma già nell’Antico Testamento si è approfondito il tema capendo che non è Dio a punire, ma il peccato stesso. Il peccato è male perché ci fa del male, il peccato distrugge, non Dio!
Eppure quanto connaturale ci è una visione così stringente. Come ho avuto più volte occasione di scrivere, se Dio è una carogna, tutto torna. Se, invece, è come lo racconta Gesù, le cose si complicano…

NICODEMO
Gesù parla ad un combattuto Nicodemo che lo raggiunge durante la notte, per non farsi vedere. Ha una reputazione da difendere – che diamine! – ma è curioso. Lui è un credente, un membro del Sinedrio, sa bene di Dio e delle sue leggi. Ma non è convinto, cerca un volto di Dio diverso. Gesù gli rivela qualcosa di inatteso e inaudito, ciò che nessuno mai aveva osato immaginare. Gesù gli racconta il pensiero di Dio.

CIO’ CHE DIO VUOLE
Dio non vuole una classe disciplinata di bravi ragazzi che obbediscono sorridendo. Dio vuole persone autentiche che sappiano mettersi in gioco, che accettino di crescere (non sempre questo significa migliorare!), che imparino a distinguere le proprie ombre, da adulti. Gesù è chiarissimo: Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Dio vuole la salvezza, cioè la pienezza di vita per ogni uomo. E, per farlo, per manifestare la serietà del proprio amore, Gesù già parla del dono di sé totale, del mistero della croce. La croce che, come dice san Massimo il confessore, è il giudizio del giudizio.
Davanti alla possibilità di essere dei capolavori o delle fotocopie sbiadite, l’uomo è libero di scegliere. E sono le nostre scelte a giudicarci, possiamo vivere in un prolungato inverno, ostinandoci a dire che non esiste nessuna bella stagione e che, al massimo, noi sappiamo vestirci meglio degli altri.
Quando tutto è grigio è difficile vedere l’ombra dietro di sé. Ma vivere una vita grigia è una non scelta di vita. Dio vuole la nostra salvezza, ad ogni costo. Nessun giudice, nessun preside, nessun vigile. Solo un padre tenerissimo.

MA
Il ragionamento implode. Meglio un Dio che opera la giustizia, altro che. Se Dio è buono perché il dolore innocente? Certo, la sofferenza, spesso, è frutto delle nostre scelte sbagliate o delle nostre fragilità. Ma come può Dio sopportare il dolore del bambino che muore di cancro? Non può.
Gesù, ad un attonito Nicodemo, indica un simbolo, quel serpente di bronzo innalzato da Mosè per guarire gli ebrei morsi dai serpenti. Anche lui, Gesù, sarà innalzato e salverà che volgerà il proprio sguardo verso di lui. Gesù già intravede all’orizzonte la sconfitta del suo ministero, e vuole andare fino in fondo. Dio è disposto a morire per salvare gli uomini, per salvare me. Dio porta su di sé il dolore dell’innocente, lo assume, lo redime, lo salva.
Volgiamo lo sguardo alla croce, in questo deserto, alla misura senza misura dell’amore di Dio.
Ecco, questo è il Dio in cui crediamo.

(PAOLO CURTAZ)

«Buona domenica!» è anche una newsletter che puoi ricevere, ogni settimana, direttamente nella tua casella di posta elettronica: Vangelo, riflessioni, novità in libreria, notizie dalle missioni, iniziative… 
Scrivi a buonadomenica_fsp@yahoo.it e la riceverai…

Buona domenica! – III di Quaresima (Anno B)

«Portate via di qui queste cose
e non fate della casa del Padre mio un mercato!»

Dal Vangelo di Giovanni (Gv 2, 13-25)
III DOMENICA DI QUARESIMA – Anno B

Il tempo di Quaresima ci è donato per fare il punto della situazione. Il rischio reale è quello di essere travolti dalle cose da fare, di non riuscire a dare un senso unitario alle scelte fatte o subite, ad avere un filo che dia un senso allo svolgersi degli eventi. Soprattutto in questo tempo, lo Spirito ci spinge nel deserto per accorgerci degli angeli che ci stanno accanto e che ci servono e per ammansire le fiere della sfiducia e del pessimismo. Siamo invitati a riscoprire la bellezza che abita il mondo, a quella bellezza primigenia ed insuperabile che è il Cristo, splendore del Padre.
Oggi la Parola ci fornisce altre tre indicazioni preziose, che raggiungono il cuore della nostra fede, per prepararci a celebrare il risorto, per aiutarci a risorgere.

SHEMA’
La prima: Ascolta Israele: io sono il Signore che ti ha liberato. Non quello che ti vuol fare tribolare, o che ti manda le malattie, o che si disinteressa di te. Io sono il Dio che ti ha dimostrato mille volte attenzione, premura, affetto.
Le dieci parole date dal Dio liberatore ad Israele liberato sono al cuore della prima riflessione. Le conosciamo tutti, ma le capiamo davvero poco; occorre capirsi bene. Non sono dieci comandamenti, come se si trattasse del regolamento di una scuola, o del Codice della strada. Sono indicazioni, proposte, percorsi. Non è prevista alcuna sanzione e i verbi sono al futuro: non fanno meritare la vita eterna, ma colmano la vita presente indirizzandola verso Dio.
Indicazioni per raggiungere Dio e diventare più uomini. Il Dio che ci ha creato ci offre anche il libretto di istruzioni, una serie di indicazioni semplici per contenere l’ombra che scopriamo dentro di noi, per sanare la paresi del peccato. Dieci parole per vivere. Parole piene di assoluto buon senso, date da un Dio che svela all’uomo il segreto della vita, che gli propone una vita in pienezza, lui che, solo, ci ha creato e sa come funzioniamo. Le dieci parole, brevi e concise per essere mandate a memoria da ogni israelita, sono indicazioni preziose per scoprire il segreto della felicità. Indicando la parte oscura della vita, le dieci parole ci invitano ad essere prudenti, ad evitare i pericoli e gli inganni della realtà, ci svelano che il peccato è male perché ci fa del male. Noi, spesso, accogliamo queste parole come un’antipatica ingerenza dell’Altissimo, forse invidioso della nostra libertà, che ci tarpa le ali con una minuziosa serie di obblighi senza senso. Una visione così distorta del rapporto con Dio rischia di mascherare e rendere grottesco il volto del Dio di Gesù. Purifichiamo il nostro cuore da quest’orrenda visione della Legge, che nella Scrittura è legge di libertà, legge dell’amore, legge di verità e di crescita.

SOLO CRISTO CROCIFISSO
La seconda: la croce di Cristo diventa la tua misura.
Nonostante le indicazioni, nonostante lo sforzo (sereno!) che facciamo per seguire il percorso, a volte viviamo intensi periodi di sofferenza e di stanchezza, di dubbio e di fragilità, come i tempi di crisi che stiamo vivendo. Paolo, scrivendo ai Corinzi, medita a voce alta: egli ha sperimentato la croce come misura dell’assoluto amore di Dio, e ha scoperto che, a volte, l’amore per essere autentico deve essere crocifisso, cioè donato senza misura, come ha fatto Gesù. Nella comunità di Corinto, ci sono persone che vivono in maniera esaltata la nuova fede, piena di carismi e di manifestazioni dello Spirito, e che quasi scordano la croce, argomento imbarazzante. Come biasimarli? Quel Dio appeso non ci mette forse in imbarazzo? Lo vogliamo davvero un Dio perdente, sconfitto, ucciso? La croce è il nuovo punto di riferimento della fede del discepolo e Paolo ammonisce severamente la comunità.

PURIFICARE IL TEMPIO
La terza: libera, purifica il tuo modo di rivolgerti a Dio.
Per Giovanni la purificazione del Tempio è prima di ogni altro gesto, di ogni conversione: si tratta di cacciare i venditori di fumo dal mondo della fede, per svelare le intenzioni profonde che spingono un uomo a cercare Dio; Gesù, annota Giovanni, conosce ogni uomo dentro, non ha bisogno di mediazione o consigli, sa cosa alberga in ogni cuore. E Gesù sa bene che, allora come oggi, esiste un modo di avvicinarsi a Dio che ha a che fare più col mercanteggiare che con la fede.
Perché Gesù se la prende tanto con i mercanti del Tempio? Posso rimanere infastidito dai tanti ninnoli inutili venduti fuori dalle porte di un Santuario, ma non mi scandalizza se qualche devoto vuole portarsi a casa un ricordo del suo pellegrinaggio! Ciò che Gesù contesta radicalmente è la visione soggiacente a questo mercanteggiare: voler comprare dei favori da Dio. Offrire un olocausto, gesto che in origine significava riconoscere la predominanza di Dio su ogni vita, poteva diventare una specie di contratto, di corruzione di pubblico ufficiale: cerco di convincere Dio ad ascoltarmi, gli offro qualcosa che lo possa piegare alla mia volontà… Gesù caccia i venditori e gli animali: non è il luogo del mercato, non è il macello pubblico, Dio non sa che farsene del sangue degli animali.
Anche oggi succede così: partecipiamo a Messe noiosissime, facciamo qualche offerta, pratichiamo faticosamente qualche fioretto con la segreta speranza che Dio possa (finalmente) ascoltarmi. È sempre così distratto, Dio, che si sia dimenticato di me? Non è a un despota da corrompere, né a un potente lunatico che ci rivolgiamo nella preghiera, ma al Dio di Gesù, che sa di cosa hanno bisogno i propri figli! La prima purificazione da fare, è quella di convertire il nostro cuore al Dio di Gesù.
Tre indicazioni semplici per tornare all’essenziale. Buon percorso.

(PAOLO CURTAZ)

«Buona domenica!» è anche una newsletter che puoi ricevere, ogni settimana, direttamente nella tua casella di posta elettronica: Vangelo, riflessioni, novità in libreria, notizie dalle missioni, iniziative… 
Scrivi a buonadomenica_fsp@yahoo.it e la riceverai…

Tra note e realtà – La vita vale

Cosa succede che succede in giro,
chi vede bianco chi vede nero,
chi resta in casa chi se ne va in strada
che cosa conta che cosa è vero?
Il succo d’ananas è insanguinato
Ed il caffè ha un gusto assai salato…
Un brevetto di una medicina
Vale più di una bambina…
…il commercio è uno strumento di libertà,
ma nel rispetto dei diritti e della libertà
e allora forza venite gente
che le speranze non si sono spente!
Noi dobbiamo convincerli che la vita vale
Una vita soltanto, più di una multinazionale.
Noi dobbiamo convincerli che la strada buona
È il rispetto totale dei diritti di una persona.
(Jovanotti – La vita vale) 

Forza! Venite gente!
E Jovanotti mi fa pensare… a cosa? Alle strade, alle piazze, ai cortei, ai balconi… a tutti quei luoghi in cui le speranze non si sono ancora spente!
Le ricordate ancora le care vecchie bandiere che davano colore ai cortei? Sì, proprie quelle che ieri sventolavano la parola PACE e oggi sono state sotituite dai sassi, petardi, lacrimogeni… chissà se chi ieri criticava quelle bandiere oggi festeggia trionfante la loro eclissi...
Ma anche senza le bandiere, io continuo a pensare alla pace! A quelle che manca nel mondo, ma ancor con più forza, a quella che manca in noi. Il mondo continua a essere in guerra, ma noi ormai ne siamo assuefatti. Il mondo sociale non è più diviso tra chi vuole la pace e chi la giustifica a forza di guerra. Quello che qualche anno fa stava dividendo il mondo e, diciamolo fuori da ogni diplomazia, e divideva anche le nostre case, oggi non siamo più in grado di vederlo. Ed è proprio come canta Jovanotti: «C’è chi vede bianco e chi nero, chi resta a casa e chi esce in strada»ma perché?
Che senso ha tutto questo se…
…se per le strade si uccide, nelle stazioni si pesta la gente a morte, sui muri continuano ad apparire le solite scritte: «a morte i…; …tutti i bastardi…» e il credere nell’intelligenza di ciascuno di voi mi spinge a preferire il punto ad altre assurdità!!!
Ironia della sorte! A quali autori non accreditati dobbiamo tutto questo?
Ai soliti ignoti, che dall’alto delle loro coscienze si fregiano d’essere paladini di non si sa quale pace e continuano a seminare terrore.
Eppure la pace ha un’unica radice: il rispetto per la vita sempre e comunque. Non solo la vita di chi ci vive lontano migliaia di chilometri, ma anche quella di chi condivide con noi lo stesso autobus o vagone del metrò; di chi ha la gioia di contemplare un monumento, possibilmente sprovvisto di ricordi firmati la scorsa notte; di chi preferisce fare una passeggiata, senza dover pensare troppo a evitare luoghi isolati o incontri che ti lasciano il segno per tutta la vita.
Da dove nasce la pace? Qual è la sua culla?
Il cuore stesso dell’uomo!
Forse per questo fin dalla notte del mondo la pace è stato un dono fatto a uomini amati, che pur tra mille povertà, sanno riconoscere il volto dell’amore; è stato fatto a chi non si è accontentato di proclamare, ma ha scelto e lottato per realizzare la pace, per renderla non un sogno, ma una possibilità per tutti a qualsiasi latitudine.
E’ urgente togliersi i comodi occhiali del “sarà tutto inutile”!
E’ necessario guardare gli interessi veri che spingono le nazioni a spendere milioni di euro o di dollari in imprese che a volte, di umanitario, hanno solo il nome.
Nazioni, i cui mercati continuano a scendere e il cui debito pubblico è ormai al collasso, hanno veramente a cuore solo il bene di tutti? Prestiti reticenti che hanno più il sapore della forca che non del dono, accordi petroliferi e ricchi giacimenti sotterranei che continuano a fare la differenza tra i diritti da difendere di alcuni paesi e quelli che possono essere violati in altri ben più poveri e dimenticati!
E intanto le guerre continuano a difendere i diritti umani… e noi sappiamo solo immaginare armi intelligenti o ignoranti, che uccidono!
La morte però non è mai un diritto riconosciuto, ma sempre e solo un bene violato… sia che tu veda bianco o che tu veda nero.

di suor Mariangela fsp

Guarda il video

“Scrivo a voi giovani”!

“Scrivo a voi, giovani, perchè siete forti”… scriveva molti secoli fa l’apostolo Giovanni; e questa frase mi sta risuonando costantemente nel cuore. Ma purtroppo non riesco a pensare a voi, giovani amici, come a dei forti, come a chi ha conosciuto il Padre-Dio, come a chi ha vinto il Maligno.

Prima di scrivere questa lettera, ci ho pensato e pregato… mi sono chiesta quanto fosse giusto buttarla nel web, senza alcuna forma di mediazione, di ulteriore esplicitazione, di un confronto diretto… ma di fatto so che il web è il mondo che abitate, è il vostro spazio e, spesso, è l’unico mondo in cui riuscite a essere voi stessi.

E allora scrivere, e scrivere una lettera così, è urgente perchè è necessario che voci controcorrente possano risuonare anche lì dove di solito tuonano voci poco rispettose della vostra più intima identità, della vostra crescita, della vostra più preziosa umanità.

Cari amici, chi tra voi mi conosce, sa che non amo molto le mezze misure, sa che apprezzo la trasparenza e la chiarezza su tutti i fronti e allora, sollecitata da tante realtà contingenti, da confidenze di vostri giovani coetanei, da cammini di felicità vera stroncati solo dall’illusione di felicità apparenti e momentanee, decido di mettere mano alla tastiera e far rimbalzare qualcosa che da tanto porto nel cuore e che in certi momenti vorrei poter gridare a pieni polmoni… quando guardo, spesso impotente, molti di voi condannarsi alla morte interiore…

Giovani, ritornate a credere nella vita,
quella vera, quella che non finirà con la morte!

Giovani, imparate il sapore dolce e amaro del desiderio, del non avere tutto e subito. Chiedete, con CORAGGIO, ai vostri genitori di insegnarvi il valore del NO, chiedete loro di non viziarvi, di non concedervi tutto perchè quello che oggi vi sembra vincente, nel tempo vi renderà delle pappe molli incapaci di reggere l’urto che la vita, con le sue leggi, prima o poi causerà. SMETTETE di pretendere che tutto sia come  voi volete… potete illudervi di condizionare il piccolo mondo che vi circonda, potete, se avete un carettere forte, dominare sulle coscienze dei vostri amici… ma non illudetevi, non dominerete mai il mondo, nè il tempo, nè la vita…

E allora siate furbi, siate intelligenti, partite per tempo, imparate a vivere, ma non usurpando le coscienze, non costruendovi un mondo, delle relazioni, delle amicizie a vostra misura, perchè la misura di un uomo sarà sempre e comunque piccola.

  1. Alzate lo sguardo, guardate l’orizzonte, quello infinito!!
  2. Aprite le finestre della vostra coscienza e non abbiate paura della luce
  3. Non mentite, non costruite amicizie, mentendo a voi stessi e all’altro
  4. Puntate in alto
  5. Imparate il gusto del sacrificio
  6. Attendente
  7. Non mollate quando la strada si fa dura

Ho conosciuto persone, giovani e non solo, che hanno scelto di smettere… smettere cosa?
Smettere di camminare nella verità, di nutrirsi di confronti veri, fatti anche di scontro e di disapprovazione. Ho visto giovani, e non solo, scegliere relazioni di comodo dettate solo dalla voglia di stare bene… di sentirsi appagati…

Ho visto e vedo chi manipola anche l’affettività altrui, pur di far godere la propria…

C’è chi vi fa credere che quello che sentite sia la verità, che l’emozione vi possa governare e vi possa guidare in ogni scelta, che ogni cosa, e la vita stessa, debba essere costruita in funzione di ciò che vi fa sentire vincenti.
E allora accomodiamoci: la sessualità per esempio… “Beh dipende: uomo o donna fa lo stesso! Hai paura di stare con un uomo, beh che ti crei pippe mentali?! Stai con una donna… in fondo è anche fashion… il mondo non si stupirebbe più, o almeno, non più di tanto”. Film, pubblicità, reality, canzoni, news, opinionisti, ve lo fanno credere, no? E infondo non siete pochi a credeci… e non parlo per teorie.

“Non, sr. Ma’… non è così!”. Giusto, chiedo umilmente scusa… perchè effettivamente se vi piace l’altro sesso la situazione si ribalta, ma il risutlato no: “Ci sto perchè mi piace”; “Ci siamo lasciati, non so… mi ha deluso… e poi non lo amo più!” o ancora: “Scusa suor, che c’è di male, ci amiamo”… ok ma per quanto vi amerete? E poi? Ci riprovate? Con altri?

E vi chiedeo: “Esiste forse un cammino di crescita nell’identità sessuale? Nello scoprirsi uomini e donne?” No!!! Non esiste!!! Ha ragione chi dice che siete ciò che sentite… ha ragione chi dice che sono le vostre emozioni a rivelarvi la vostra identità… però se scegliete questa linea, il consiglio che vi do è quello che farvi trapiantare la ragione, anzi di farvela estirpare, perchè prima o poi la ragione si sveglia, interpellerà la coscienza e le cose inizieranno a non funzionare più come i tanti “Grande fratello” o “Amici” o “Uomini e donne” vi hanno insegnato…

Ma quello che ho appena detto rispetto alla sfera sessuale lo potrei dire per tante altre cose…
Dove siete quando si tratta di vivere e di decidere chi essere? Quanto siete in grado di sostenere la solitudine, la paura, il buio, la noia… qual è il segreto della felicità? Siamo proprio sicuri di poterlo trovare nelle tantissime forme di ecstasy che ogni giorno il mondo dei media ci propone? Tutto finisce, ogni rave party finisce… ogni sballo deve mettere, prima o poi, un punto! Ogni forma di stordimento dell’anima finirà… e vi lascerà soli davanti al foglio bianco che la vita vi chiederà di scrivere…

Dove siete, ragazzi? E dove state andando?
Chi sono gli altri per voi? Cari ragazzi! E chi siete voi per voi stessi?

Il mondo non è in funzione dei vostri bisogni, anche se mamma e papà continuano a realizzare i vostri desideri da 20enni adolescenti o da 30enni non ancora adulti. Il mondo non girerà mai al ritmo delle vostre emozioni, anche se la vostra amica o amico del cuore, non ha il coraggio di contraddirvi mai, e vi giustifica sempre e voi valutate i buoni e i cattivi in forza di chi vi fa stare bene…

Tutto questo, silenziosamente vi indebolisce… vi rende incapaci di resistere, di prendere di petto la vita, di scegliere, di andare fino in fondo, di mettere il cuore in tutto ciò che fate, di scegliere una strada e accettarne tutte le conseguenze.

Coraggio, cari Giovani!
Siete più grandi del mondo che gli altri vi stanno presentando.

Energia, passione, amore, sogni, futuro, perseveranza determinazione… tutto questo vi vive dentro… non lasciatevi uccidere da chi vi presenta l’orizzonte lontano come un’utopia e vi insegna a guardare il vostro ombellico come unico punto di orientamento…

Credete! Credete in voi stessi e trattate l’altro come ALTRO
che vive ed esiste nella sua singolarità.

E se potete… ricominciate a credete in un Oltre che questa storia ha cancellato dal vostro cuore. La stessa energia che vive in voi, ed eccede il vostro micro-mondo, vive anche nell’universo ed eccede l’universo stesso. In questo Oltre a cui, per fede, diamo un nome, ricominciate a credere… vi ricondurrà al centro di voi stessi, vi aiuterà a sentire quanta vita scorre dentro, vi permetterà di scoprire una luce infinita che vive nel cuore di ognuno di voi e in ogni Altro che vi si avvicina.

Buon tutto, cari giovani amici…e sia la vostra vita, VITA!!!!

Suor Mariangela, fsp

PS. Se qualcuno vorrà obiettare, scrivere o riflettere ad alta voce, i commenti o il contatto privato via mail è a vostra disposizione.

Tra note e realtà – Il Re del niente

Ci sono, certe volte che, lo sai, vorrei essere un re perché… 
Sentirmi il primo in qualche cosa anch’io,
Ma il re del niente sono io
[…] Splendido niente di un uomo che cammina,
un uomo in mezzo alla gente
Seguendo l’onda
in questo mare di giorni

che ancora non mi affonda
Io che voglio e vivo
una vita normale

che me ne accorgo cercando qualcosa di speciale
Io che non esisto ma che non voglio morire
Sono il re del niente statemi a sentire!
Capita a volte che la tristezza
Mi sfiori appena con la sua carezza
Ma in quel piacere dispiacere
Sai, ho imparato anch’io a godere…

(Gianluca Grignani, Il Re Del Niente)

Se avessimo on line Gianluca Grignani glielo chiederemmo: « Cos’è questo niente di cui ti senti Re?»
Raccolgo, da un’intervista che rilasciò in occasione dell’uscita di questo album, un inciso che mi sembra significativo: «Io vendo musica, emozioni… vendo fumo insomma, quindi sono il re del niente».
…Il re di un mondo che per i più è non esistere, non valere, un mondo in cui abitano emozioni, sogni, debolezze, vita normale e quotidiana, fatta di piccole scelte e di nessun gossip!
Ed è proprio in questa normalità costruita con incontri semplici, che si nasconde qualcosa di bello e oserei dire di puro, di nuovo, di speciale… Un niente che non annulla, non distrugge, non annienta più l’originalità, anzi la libera.
Vi invito a scendere nella profondità di un testo e di un’opera musicale che ha, credo, un suo valore nascosto… e che si radica nella vita stessa di chi le ha permesso di nascere.
E’ straordinario che nel terribile vortice dello show business ci sia ancora chi abbia il coraggio di pensare, e di proporre uno stile controcorrente e Grignani non è il solo, ne sono cosciente. Ma è pur vero che oggi, è personaggio sempre più raro quell’artista che alla pubblicazione a oltranza, di facile fruibilità e di ancora più facile vendita, preferisca un lungo silenzio che ha il sapore di un’altrettanto lunga gestazione, carica di vita! E’ vita, quella che il Re del niente canta. E’ normalità! E’ il quotidiano camminare tra la gente che ci vive attorno, è il continuo decidere chi essere e cosa dire; è il “banale” eppur prezioso scegliere se imparare dalla vita e dalla storia, o se lasciarsi vivere tra un caso e un’accidentale coincidenza.

Chi ha mai pensato alla dolce carezza della tristezza?! Chi ha mai cantato la possibilità che proprio lì, in quel piacere dispiacere ci fosse da imparare?

                                                                                                                                                                             di suor Mariangela fsp

Guarda il video

Tra note e realtà – Il negozio di antiquariato

Non si può cercare un negozio di antiquariato in via del corso
Ogni acquisto ha il suo luogo giusto
e non tutte le strade sono un percorso.
Raro è trovare una cosa speciale
nelle vetrine di una strada centrale…
Prima di partire si dovrebbe essere sicuri
di che cosa si vorrà cercare dei bisogni veri.
Allora io propongo per non fare confusione
a chi ha meno di cinquant’anni
di spegnere adesso la televisione…
Ma le più lunghe passeggiate
le più bianche nevicate e le parole che ti scrivo
non so dove l’ho comprate
di sicuro le ho cercate senza nessuna fretta
perché l’argento sai si beve, ma l’oro si aspetta

(Niccolò FabiIl negozio di antiquariato)

Pochi giorni fa ho ricevuto una lettera molto particolare da un’anziana signora, una persona veramente speciale:

«Il mio medico, (mi ha scritto) qualche tempo fa mi ha parlato di una strana malattia. Non ti so dire il nome, i miei figli non me l’hanno detto. Ma ho visto tante cose nella mia vita e so distinguere la preoccupazione dalla disperazione…alla mia età si sa, la morte si aspetta. Eppure la vita è sempre più forte.
Sento di essere davanti a un bivio: da una parte, il sentiero dell’attesa, della rassegnazione, del tanto prima o poi sarebbe arrivata! Dall’altra, la via della speranza, del continuare a vivere e a scegliere ogni giorno, del non sprecare un solo attimo, del costruire fino alla fine.
E quando, quel giorno, lo incontrerò… quando incontrerò il Dio in cui ho sempre creduto, che ho sempre sentito presente, allora spero che, sorridendo, mi dica: “Vieni con gioia, amante della vita”».

Poche frasi lapidarie… ma quanta vita!

Quando le ho chiesto di poter condividere con voi queste righe, la sua voce, al telefono mi dava l’impressione tanto della perplessità quanto della sorpresa.
«Perché?» mi ha chiesto, «E’ un tesoro» le ho risposto.
E’ stata qualche secondo in silenzio e poi mi ha detto:«Non è un tesoro… E’ solo la mia vita.  Scrivi pure, se credi possa servire, ma non dimenticare di dire che la vita e la morte nessuno di noi può sceglierle».

C’è però una cosa che possiamo decidere: come vivere!

                           di suor Mariangela fsp

Guarda il video