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Un regno oltre ogni logica – Buona domenica! – XI Domenica Tempo Ordinario – anno B

«Il regno di Dio è come un granello di senape... quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto» (Mc 4,26-34)

Semi invisibili e seminatori tenaci, perle nascoste e mercanti impazziti: è il regno in cui voglio abitare!
È il regno in cui vincono gli ultimi, i poveri insegnano il segreto del successo, gli stranieri aprono le porte delle loro case, i malati fanno assaporare il bello della vita e i deboli resistono tenacemente.
No, non è follia e neppure utopia. È semplicemente il regno della felicità in cui noi non vogliamocorpus domini (6) entrare. È il regno della giustizia verso cui noi non vogliamo tendere. È il regno dell’amore, le cui leggi sono talmente impregnate di libertà da farci paura… e per questo lo dominiamo. O almeno così ci sembra.
Ma le cose stanno diversamente!
Il regno dell’amore è come un seme che, invisibile, cresce nel cuore dei giusti, degli onesti, dei puri… qualsiasi sia la loro fede.   Continua a leggere Un regno oltre ogni logica – Buona domenica! – XI Domenica Tempo Ordinario – anno B

Un pane fatto dono – Buona domenica! – Solennità del SS. Corpo e sangue di Cristo – anno B

«Questo è il mio corpo… questo è il mio sangue». Dal Vangelo di Marco (Mc 14,12-16.22-26)

Da dove viene la vita? Come la si può nutrire? Quali sono le strategie vincenti per vincere la fame nel mondo? Penserete… “Cosa c’entrano queste domande con la pagina di Vangelo?” Non credo che ci sia un nesso logico; posso semplicemente ammettere che ce n’è uno interiore, anzi di più, morale. Non riesco a non lasciar risuonare queste domande e i volti, le storie, le sofferenze di cui sono cariche, quando leggo: «Mentre mangiavano, Gesù prese il pane, lo benedisse, lo spezzò e lo diede loro».     Continua a leggere Un pane fatto dono – Buona domenica! – Solennità del SS. Corpo e sangue di Cristo – anno B

Andare, non tacere! – Buona domenica! – Solennità dell’Ascensione del Signore – anno B

«Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura» (Mc 16,15-20)

Andare, non tacere, annunciare! Quanto ci piacerebbe una fede, grazie alla quale star tranquilli. Una fede che diventa la certezza da ostentare, la risposta a ogni domanda, il miracolo in ogni difficoltà, la soluzione per ogni preghiera.giovani allegri cv Ma questa fede non sembra corrispondere allo stile di Gesù di Nazaret. I discepoli ci proveranno in vita e tenteranno di vivere così anche dopo la morte e risurrezione del maestro. Ma lui, così come faceva in vita, anche da risorto entra negli spazi chiusi e protetti dell’incredulità e spinge tutti fuori. Alla fede non si risponde crogiolandosi nel dubbio, bloccati dalle poche certezze, attenti a non perdere ciò che si è faticosamente conquistato. Le sue parole, dette agli apostoli nel cenacolo, sono chiare e decise: andate, fuori, oltre, per le strade, nel mondo. Andate e raggiungere i confini estremi dell’esistenza, anche lì dove la paura o il timore dell’errore trattengono il vostro piede. Andate e fate sì che nel mondo riecheggi l’annuncio straordinario che Dio vi ha affidato. Andate e, ovunque, spargete come seme la parola di Dio che oggi, per questo mondo, pronuncia amore, perdono, riconciliazione, misericordia.    Continua a leggere Andare, non tacere! – Buona domenica! – Solennità dell’Ascensione del Signore – anno B

Miei amici… – Buona domenica! – VI domenica di Pasqua – anno B

«Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici» (Gv 15,9-17)

Ci sono alcune cose che, sfiorandoti, non possono lasciarti uguale.
E ci sono degli incontri che quando accadono ti stravolgono l’esistenza.
Scoprire Gesù Cristo, la sua presenza, il suo amore è una di queste straordinarie esperienze. Spesso non riusciamo a gustarla fino in fondo perché rafforziamoguida-asperger-buoni-amici barriere, mettiamo distanze, fissiamo territori di protezione della nostra personale libertà… come se lui altro non volesse che ridurci in schiavitù, offuscando la mente e addormentando la coscienza. Eppure il Vangelo splende, con tutta la sua brillantezza, e colpisce questi luoghi comuni fino a costringerci ad aprire gli occhi (del cuore) per ascoltare.    Continua a leggere Miei amici… – Buona domenica! – VI domenica di Pasqua – anno B

Buona domenica! – III di Quaresima (Anno B)

«Portate via di qui queste cose
e non fate della casa del Padre mio un mercato!»

Dal Vangelo di Giovanni (Gv 2, 13-25)
III DOMENICA DI QUARESIMA – Anno B

Il tempo di Quaresima ci è donato per fare il punto della situazione. Il rischio reale è quello di essere travolti dalle cose da fare, di non riuscire a dare un senso unitario alle scelte fatte o subite, ad avere un filo che dia un senso allo svolgersi degli eventi. Soprattutto in questo tempo, lo Spirito ci spinge nel deserto per accorgerci degli angeli che ci stanno accanto e che ci servono e per ammansire le fiere della sfiducia e del pessimismo. Siamo invitati a riscoprire la bellezza che abita il mondo, a quella bellezza primigenia ed insuperabile che è il Cristo, splendore del Padre.
Oggi la Parola ci fornisce altre tre indicazioni preziose, che raggiungono il cuore della nostra fede, per prepararci a celebrare il risorto, per aiutarci a risorgere.

SHEMA’
La prima: Ascolta Israele: io sono il Signore che ti ha liberato. Non quello che ti vuol fare tribolare, o che ti manda le malattie, o che si disinteressa di te. Io sono il Dio che ti ha dimostrato mille volte attenzione, premura, affetto.
Le dieci parole date dal Dio liberatore ad Israele liberato sono al cuore della prima riflessione. Le conosciamo tutti, ma le capiamo davvero poco; occorre capirsi bene. Non sono dieci comandamenti, come se si trattasse del regolamento di una scuola, o del Codice della strada. Sono indicazioni, proposte, percorsi. Non è prevista alcuna sanzione e i verbi sono al futuro: non fanno meritare la vita eterna, ma colmano la vita presente indirizzandola verso Dio.
Indicazioni per raggiungere Dio e diventare più uomini. Il Dio che ci ha creato ci offre anche il libretto di istruzioni, una serie di indicazioni semplici per contenere l’ombra che scopriamo dentro di noi, per sanare la paresi del peccato. Dieci parole per vivere. Parole piene di assoluto buon senso, date da un Dio che svela all’uomo il segreto della vita, che gli propone una vita in pienezza, lui che, solo, ci ha creato e sa come funzioniamo. Le dieci parole, brevi e concise per essere mandate a memoria da ogni israelita, sono indicazioni preziose per scoprire il segreto della felicità. Indicando la parte oscura della vita, le dieci parole ci invitano ad essere prudenti, ad evitare i pericoli e gli inganni della realtà, ci svelano che il peccato è male perché ci fa del male. Noi, spesso, accogliamo queste parole come un’antipatica ingerenza dell’Altissimo, forse invidioso della nostra libertà, che ci tarpa le ali con una minuziosa serie di obblighi senza senso. Una visione così distorta del rapporto con Dio rischia di mascherare e rendere grottesco il volto del Dio di Gesù. Purifichiamo il nostro cuore da quest’orrenda visione della Legge, che nella Scrittura è legge di libertà, legge dell’amore, legge di verità e di crescita.

SOLO CRISTO CROCIFISSO
La seconda: la croce di Cristo diventa la tua misura.
Nonostante le indicazioni, nonostante lo sforzo (sereno!) che facciamo per seguire il percorso, a volte viviamo intensi periodi di sofferenza e di stanchezza, di dubbio e di fragilità, come i tempi di crisi che stiamo vivendo. Paolo, scrivendo ai Corinzi, medita a voce alta: egli ha sperimentato la croce come misura dell’assoluto amore di Dio, e ha scoperto che, a volte, l’amore per essere autentico deve essere crocifisso, cioè donato senza misura, come ha fatto Gesù. Nella comunità di Corinto, ci sono persone che vivono in maniera esaltata la nuova fede, piena di carismi e di manifestazioni dello Spirito, e che quasi scordano la croce, argomento imbarazzante. Come biasimarli? Quel Dio appeso non ci mette forse in imbarazzo? Lo vogliamo davvero un Dio perdente, sconfitto, ucciso? La croce è il nuovo punto di riferimento della fede del discepolo e Paolo ammonisce severamente la comunità.

PURIFICARE IL TEMPIO
La terza: libera, purifica il tuo modo di rivolgerti a Dio.
Per Giovanni la purificazione del Tempio è prima di ogni altro gesto, di ogni conversione: si tratta di cacciare i venditori di fumo dal mondo della fede, per svelare le intenzioni profonde che spingono un uomo a cercare Dio; Gesù, annota Giovanni, conosce ogni uomo dentro, non ha bisogno di mediazione o consigli, sa cosa alberga in ogni cuore. E Gesù sa bene che, allora come oggi, esiste un modo di avvicinarsi a Dio che ha a che fare più col mercanteggiare che con la fede.
Perché Gesù se la prende tanto con i mercanti del Tempio? Posso rimanere infastidito dai tanti ninnoli inutili venduti fuori dalle porte di un Santuario, ma non mi scandalizza se qualche devoto vuole portarsi a casa un ricordo del suo pellegrinaggio! Ciò che Gesù contesta radicalmente è la visione soggiacente a questo mercanteggiare: voler comprare dei favori da Dio. Offrire un olocausto, gesto che in origine significava riconoscere la predominanza di Dio su ogni vita, poteva diventare una specie di contratto, di corruzione di pubblico ufficiale: cerco di convincere Dio ad ascoltarmi, gli offro qualcosa che lo possa piegare alla mia volontà… Gesù caccia i venditori e gli animali: non è il luogo del mercato, non è il macello pubblico, Dio non sa che farsene del sangue degli animali.
Anche oggi succede così: partecipiamo a Messe noiosissime, facciamo qualche offerta, pratichiamo faticosamente qualche fioretto con la segreta speranza che Dio possa (finalmente) ascoltarmi. È sempre così distratto, Dio, che si sia dimenticato di me? Non è a un despota da corrompere, né a un potente lunatico che ci rivolgiamo nella preghiera, ma al Dio di Gesù, che sa di cosa hanno bisogno i propri figli! La prima purificazione da fare, è quella di convertire il nostro cuore al Dio di Gesù.
Tre indicazioni semplici per tornare all’essenziale. Buon percorso.

(PAOLO CURTAZ)

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