A chi di noi non è capitato mai di perdersi, magari in un dedalo di viuzze di un centro storico, particolarmente antico e privo di indicazioni? A chi, camminando in montagna, non è capitato di sbagliare il viottolo sulla strada del ritorno?
DALLA PAROLA ALLA VITA – Perdersi
Ciò che ci succede sul piano delle esperienze fisiche, di sovente tocca anche la nostra vita morale e spirituale.
Per disattenzione, pigrizia, cattiva volontà, per desiderio di avventurarci in realtà che ci attraggono e, insieme, ci Spaventano, possiamo ritrovarci in situazioni difficili e sentirci «perduti», senza aiuto e senza via di scampo.
Alla pecorella della parabola capita qualcosa di simile: si allontana dalle strade sicure, si ritrova in mezzo alle difficoltà, non sa più come tornare all’ovile.
La perdita della sicurezza esistenziale è la conseguenza del perdersi, del ritrovarsi in alto mare, in balia di tutto e di tutti.
Il peccato, inteso non solo come un singolo atto, ma come un insieme di comportamenti, di atteggiamenti è, in un certo senso, un dis-orientamento. Nel salmo Miserere (Sal 50 [51]), la prima strofa parla del peccato con tre termini: ribellione (pesha), disarmonia (‘awon), smarrimento (hatta).
Il peccato è il venir meno a una relazione di fiducia e di amore; non è semplicemente trasgressione di legge o norma.
Il peccato è «disarmonia», ossia una condizione di allontanamento dal senso più autentico di se stessi. In ebraico il vocabolo ‘awon indica l’azione di mancare il bersaglio o di uscire fuori strada.
Viene il tempo di fare scelte sempre più importanti: a scuola, in famiglia, nel lavoro, per tutta la vita… nascono nuovi impegni di fedeltà e giustizia. Con le parole e le opere siamo chiamati a far conoscere ad altri il messaggio di Gesù. Come luce che illumina diffondiamo intorno a noi bontà e amore.
Gli OBIETTIVI di questo incontro sono: • vivere il battesimo nella quotidianità; • imparare, giorno dopo giorno, a fare scelte belle, buone e vere secondo il Vangelo; • annunciare con le parole e le opere la bellezza di essere discepoli alla sequela del Maestro.
I ragazzi continuano il percorso, nella consapevolezza di essere figli di Dio, amati e pensati da sempre. Cercano di comprendere che il dono del battesimo ricevuto non può essere tenuto per sé, ma è da attuare nella vita. In gruppo si confrontano fra loro su come oggi, nella quotidianità, possono scoprire il Signore presente, essere suoi testimoni autentici e annunciatori instancabili del Vangelo. Il brano del Vangelo (Mt 13,33-35) aiuta i ragazzi a riflettere sulla bellezza di essere amici di Gesù e, in virtù del battesimo, lievito nella massa. Continua a leggere COMUNICATORI DI VITA E AMORE – CATECHISTI PARROCCHIALI – Novembre 2014→
Oggi la domanda brucia sul vivo di esperienze che toccano la vita,
e a volte in modo cruento.
Noi SIAMO ONLINE con due importanti e credibili testimoni che ogni giorno danno la vita perché la morte non viva
e la vita trovi sempre la forza di risorgere!
Sono loro, don Tonino Palmese, sdb e p. Giovanni Ladiana, sj a urlare oggi alla nostra coscienza:
Evangelizzare in terre di mafia si può e si deve!
Il collegamento è in diretta dalla Libreria Paoline di Napoli, nell’ambito degli eventi previsti per le 100 piazze per il Vangelo, in occasione dei 100 anni di Fondazione della Famiglia Paolina.
CLICCA SULL’IMMAGINE E SCOPRI GLI EVENTI DI TUTTA LA SETTIMANA 😉
pronti a mettersi in gioco
e a rispondere a una domanda che scotta:
Ha ancora un senso dare la vita per il Vangelo?
Il collegamento è in diretta dalla Libreria Paoline di Napoli, nell’ambito degli eventi previsti per le 100 piazze per il Vangelo, in occasione dei 100 anni di Fondazione della Famiglia Paolina.
CLICCA SULL’IMMAGINE E SCOPRI GLI EVENTI DI TUTTA LA SETTIMANA 😉
Ha ancora un senso dare la vita
per il Vangelo? speciale 100 piazze per il Vangelo a Napoli
Carissimi amici, questa sera saremo on line alle ore 21.00 dando voce a una delle più scottanti domande:
Ha senso dare la vita per il Vangelo?
Ha senso, dare la vita oggi, quando tante forme di bene sono possibili ed efficaci? Ha senso lasciare tutto, rinunciare a tutto, quando il bene si può fare conservando la propria libertà?
Risponderemo a queste e molte altre domande con chi questa scelta ha voluto farla, oggi!
Vi aspettiamo on line, qui su cantalavita alle ore 21.00!
L’invito è per tutti i Giovani Campani fino a 30 anni, disposti a mettersi in ascolto di Dio alla ricerca della propria vocazione !
L’esperienza è guidata da un’equipe che vuole esprimere la varietà dei carismi nella chiesa: Don Emilio Salvatore (Sacerdote diocesano), Suor Mariangela Tassielli (Figlie Di San Paolo),Fra Francesco Piccolo (Frati Minori).
Disponiamo dunque il nostro cuore ad essere “terreno buono” per ascoltare, accogliere e vivere la Parola e portare così frutto.
Quanto più sapremo unirci a Gesù con la preghiera, la Sacra Scrittura, l’Eucaristia, i Sacramenti celebrati e vissuti nella Chiesa, con la fraternità vissuta,
tanto più crescerà in noi la gioia di collaborare con Dio
al servizio del Regno di misericordia di verità, di giustizia e di pace.
E il raccolto sarà abbondante, proporzionato alla grazia che con docilità avremo saputo accogliere in noi.
Amare… nulla esiste di più intenso e sconvolgente,
nulla di più appassionante e disarmante.
In amore crollano le logiche,
in amore non regge il tornaconto.
L’amore vibra di vertigine e follia,
di limite e di immenso,
di terra e di cielo,
di dono e di paura.
Clikka sull’immagine per ingrandirla e scaricarla!
Eppure un giorno, Amore si è fatto carne, perché noi credessimo in lui, perché fosse visibile ai nostri occhi che non esiste vita senza amore, né amore senza vita, accolta e donata.
Di questo amore fatto carne vogliamo parlare, perché lui i nostri occhi hanno visto e le nostre mani toccato. Lui, ha conosciuto il nostro cuore, Lui, il cui amore ha lo stesso sapore di Dio, Lui che, incontrandoci sulle strade della nostra quotidianità, rende il nostro stesso amore, un amore che sa di Dio.
Vuoi vivere anche tu quest’esperienza???
L’invito è per tutti i Giovani fino a 30 anni, negli ultimi tre giorni della Settimana Santa, per vivere un’esperienza di spiritualità paolina e camminare con Gesù verso la Pasqua.
Vieni!Ti aspettiamo!
Quando?—>Dal 27 al 30 marzo 2013
Dove? —> A Roma – Presso la comunità delle Figlie di San Paolo, in Via A. Pio, 75 (nei pressi della Basilica di san Paolo)
Per Info, Contatti e Prenotazioni
sr Mariangela Tassielli, fsp – m.tassielli@paoline.it – 3408404419
Negli incontri, nei volti, nei sorrisi, nei sospiri, nel cuore che batte all’impazzata… nei tanti volti dell’amore, Dio c’è!
Si offre a noi lasciandosi scoprire nelle semplici e quotidiane situazioni della vita e, per noi, il suo ESSERCIdiventa un dono, una scoperta sempre possibile e un Sì da pronunciare e vivere nelle scelte.
Nell’amore… Dio! è un’esperienza di spiritualità paolina che proponiamo a tutte le RAGAZZE fino a 30 anni per camminare insieme, sui passi di Gesù.
Vieni! Ti aspettiamo!
Quando?—>Dal 4 al 9 settembre 2012
Dove?—>Figlie di San Paolo – via dei Cavalli Marini, 32 – 00040 Tor San Lorenzo – Ardea (RM)
L’amore è il luogo preferito di Dio.
In un abbraccio gratuito e rassicurante…
In un sorriso donato, camminando…
in una mano tesa per donare…
in uno sguardo puro e riconciliato…
nell’amore di chi si fa dono per altro…
nella vita donata senza misura…
…in ogni piccolo gesto d’amore Dio c’è!
Fai della tua vita lo spazio dell’amore
ed essa diventerà casa di Dio.
Dalla lettera di S. Paolo Apostolo agli Efesìni (Ef 2, 4-10) IV DOMENICA DI QUARESIMA (laetare) – Anno B
Quanto è difficile convertirsi! E credere nel Dio di Gesù! Quanto è difficile scegliere da che parte stare, nella vita, sempre strattonati tra le troppe cose da fare, inquieti e rassegnati, travolti dalle mille preoccupazioni. Ci è necessario il deserto, anche se minuscolo, anche se duramente conquistato ritagliando qualche minuto alle nostre giornate. Eppure abbiamo bisogno di tornare all’essenziale, proprio ora che le difficoltà crescono e la tentazione della sfiducia, anche nella Chiesa, diventa incombente. Tenendo fisso lo sguardo sulla bellezza di Dio, intuita, assaporata, cercata, possiamo ribaltare i banchetti delle nostre approssimative e inconcludenti visioni di Dio per liberare il tempio del nostro cuore (e il tempio che è la Chiesa) da una visione mercanteggiata della fede. È un percorso lungo, faticoso. Ne sa qualcosa il libro delle Cronache, ne sa qualcosa Nicodemo.
DIO GIUDICE Ci è connaturale un’orribile visione di Dio. La portiamo nel cuore, nell’inconscio, nel vano tentativo di dare una parvenza di giustizia all’illogica dinamica di questo mondo. Il cammino dell’uomo biblico è irto di difficoltà, di continue conversioni, di ragionamenti che avanzano nelle nebbie. Se Dio è buono, si chiede la Bibbia, da dove deriva il dolore? In particolare, nel brano di oggi, l’autore ancora cerca una risposta alla brutale distruzione del tempio e alla successiva prigionia in Babilonia. Ed ecco la drammatica risposta: l’esilio è stata una punizione per non avere rispettato il ciclo sabbatico della natura: un anno ogni sette, per lasciare la terra al suo riposo. Dio, giudice giusto, ha ascoltato la lamentela del Creato: i settant’anni di esilio forzato del popolo ha ridato fiato alla natura. È una visione semplicistica, eppure efficace: Dio punisce il peccato del popolo. Ma già nell’Antico Testamento si è approfondito il tema capendo che non è Dio a punire, ma il peccato stesso. Il peccato è male perché ci fa del male, il peccato distrugge, non Dio!
Eppure quanto connaturale ci è una visione così stringente. Come ho avuto più volte occasione di scrivere, se Dio è una carogna, tutto torna. Se, invece, è come lo racconta Gesù, le cose si complicano…
NICODEMO
Gesù parla ad un combattuto Nicodemo che lo raggiunge durante la notte, per non farsi vedere. Ha una reputazione da difendere – che diamine! – ma è curioso. Lui è un credente, un membro del Sinedrio, sa bene di Dio e delle sue leggi. Ma non è convinto, cerca un volto di Dio diverso. Gesù gli rivela qualcosa di inatteso e inaudito, ciò che nessuno mai aveva osato immaginare. Gesù gli racconta il pensiero di Dio.
CIO’ CHE DIO VUOLE Dio non vuole una classe disciplinata di bravi ragazzi che obbediscono sorridendo. Dio vuole persone autentiche che sappiano mettersi in gioco, che accettino di crescere (non sempre questo significa migliorare!), che imparino a distinguere le proprie ombre, da adulti. Gesù è chiarissimo: Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.Dio vuole la salvezza, cioè la pienezza di vita per ogni uomo. E, per farlo, per manifestare la serietà del proprio amore, Gesù già parla del dono di sé totale, del mistero della croce. La croce che, come dice san Massimo il confessore, è il giudizio del giudizio. Davanti alla possibilità di essere dei capolavori o delle fotocopie sbiadite, l’uomo è libero di scegliere. E sono le nostre scelte a giudicarci, possiamo vivere in un prolungato inverno, ostinandoci a dire che non esiste nessuna bella stagione e che, al massimo, noi sappiamo vestirci meglio degli altri.
Quando tutto è grigio è difficile vedere l’ombra dietro di sé. Ma vivere una vita grigia è una non scelta di vita. Dio vuole la nostra salvezza, ad ogni costo. Nessun giudice, nessun preside, nessun vigile. Solo un padre tenerissimo.
MA
Il ragionamento implode. Meglio un Dio che opera la giustizia, altro che. Se Dio è buono perché il dolore innocente? Certo, la sofferenza, spesso, è frutto delle nostre scelte sbagliate o delle nostre fragilità. Ma come può Dio sopportare il dolore del bambino che muore di cancro? Non può.
Gesù, ad un attonito Nicodemo, indica un simbolo, quel serpente di bronzo innalzato da Mosè per guarire gli ebrei morsi dai serpenti. Anche lui, Gesù, sarà innalzato e salverà che volgerà il proprio sguardo verso di lui. Gesù già intravede all’orizzonte la sconfitta del suo ministero, e vuole andare fino in fondo. Dio è disposto a morire per salvare gli uomini, per salvare me. Dio porta su di sé il dolore dell’innocente, lo assume, lo redime, lo salva.
Volgiamo lo sguardo alla croce, in questo deserto, alla misura senza misura dell’amore di Dio. Ecco, questo è il Dio in cui crediamo.
(PAOLO CURTAZ)
«Buona domenica!» è anche una newsletter che puoi ricevere, ogni settimana, direttamente nella tua casella di posta elettronica: Vangelo, riflessioni, novità in libreria, notizie dalle missioni, iniziative… Scrivi abuonadomenica_fsp@yahoo.ite la riceverai…