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RAGAZZI & DINTORNI – Maggio 2013 – “… Ridire il Credo oggi”

Dossier Maggio 2013

MERIDA E L’ORSA
Credo nella pace

di Cecilia Salizzoni

Abbiamo iniziato il percorso sulla fede, a settembre, con un film della Pixar, Wall-E, che ci proiettava in un futuro postmoderno e apocalittico; concludiamo con l’opera più recente dello Studio di animazione californiano, Brave (il titolo italiano Ribelle), che ci immerge nel tempo mitico e barbarico di un regno nelle Highlands scozzesi. Là, in mezzo a una natura selvaggia e numinosa, vive la principessa Merida dalla folta chioma fiammeggiante, insieme al padre, re Fergus, alla madre, laribelle_The_brave-52341025 regina Elinor, a tre fratellini irrefrenabili. Dopo un’infanzia calda di affetti che le ha permesso di sviluppare un animo intrepido, Merida sta vivendo il conflitto più antico del mondo, tra pulsione naturale e controllo culturale, tra l’ebbrezza delle aspirazioni individuali e le costrizioni del vivere sociale; tra il principio del piacere e quello del dovere, e, non ultimo, tra la parte femminile e la parte maschile della sua natura. Insomma è nel pieno dell’adolescenza, e il conflitto assume «i tratti della madre», la regina Elinor, che incarna la norma civilizzatrice e vorrebbe dalla figlia che assumesse il «ruolo», sacrificando l’«indole». Quando, poi, pretende che Merida si sposi secondo «la ragion di stato», lo scontro esplode. L’animosa Merida avanza il diritto di entrare in lizza, in quanto primogenita, con i figli dei capo-clan, gareggiando per la propria mano; ma, così facendo, espone il regno alla divisione, tanto più che l’offesa alla tradizione è aggravata dalla superiorità che la figlia di Fergus dimostra nel tiro con l’arco. Lo scontro con la madre si radicalizza e diventa opposizione di poteri: il ruolo sociale di regina contro le forze misteriose della natura selvaggia che il desiderio furibondo, e inconsapevole, di Merida evoca, ottenendo – tramite l’incantesimo di una strega – la resa della madre all’istintualità.

Ribelle-The-Brave-Videogioco-Screenshot-3L’inattesa trasformazione della regina Elinor in un’orsa gigantesca, rivela alla ragazza l’approdo estremo della strada che sta percorrendo: la ferinità che annienta l’umanità. Se ne accorgerà con spavento quando, nella foresta, per un momento vedrà cambiare la madre: «Come se fossi un orso, anche dentro». Se non troverà il modo per sciogliere l’incantesimo, Elinor diventerà e resterà così, sempre che il padre – che ha un conto aperto con gli orsi – non la uccida. L’indicazione per riparare arriva dalla strega, autrice riluttante dell’incantesimo: «Se il destino vuoi cambiare, dentro devi guardare e lo strappo dall’orgoglio causato riparare». Non si tratta di ricucire lo strappo che Merida, in preda all’ira, ha procurato all’arazzo ricamato dalla madre. Si tratta di ricucire la lacerazione interiore tra madre e figlia. Per farlo, dovranno seguire i segni e scambiarsi i ruoli. Ora, nella foresta, è la figlia a proteggere la madre, consentendole di vivere la dimensione «naturale»; allo stesso tempo, la figlia riconosce ciò che la madre è stata per lei. Insieme troveranno la via che conduce all’antico regno, «perduto», cioè lacerato dall’egoismo del primogenito del re, che disobbedendo al volere paterno, non volle regnare insieme ai fratelli, ma da solo, con la forza, gettando il Paese nella divisione della guerra.
Merida scoprirà che quel principe è Mor’du, l’orso feroce che ha sbranato la gamba al padre, e si renderà conto che lei sta seguendo la stessa stradmerida-in-una-scena-di-ribelle-the-bravea. Insieme con la madre tornerà al castello, dov’è in atto la ribellione dei clan.
Insieme rimedieranno le antiche posizioni: Merida assumerà il ruolo della regina per ricordare ai capi il valore della loro alleanza; di fronte a loro riconoscerà il suo errore. Per parte sua Elinor sosterrà la necessità di rompere la tradizione, rimettendo ai figli la scelta dinastica. Per essere ricucita definitivamente la lacerazione, c’è ancora bisogno che madre e figlia si guardino dentro in profondità, come non hanno mai fatto, e si riconoscano reciprocamente. Allora il processo di maturazione si completa: Merida capisce che cosa ha fatto alla madre, e che quello che ha fatto a lei, lo ha fatto a se stessa. La consapevolezza raggiunge il cuore, la fa scoppiare in pianto e la trasforma. La trasformazione interiore della figlia trasforma la madre, rigenerandola all’umanità (e trasforma i tre fratellini che a loro volta avevano mangiato il dolce della strega). Alla fine della storia, entrambe sono se stesse, eppure sono cambiate.

Può sembrare una storia didascalica, ma – come afferma Elinor riguardo alla leggenda del «Regno perduto», e Merida ribelle riconoscerà – «non è soltanto una storia: le leggende sono insegnamenti.
In esse c’è la verità». E Brave ha lo spessore e la forza simbolica del mito. Un mito che riguarda innanzi tutto la questione di «genere», ma risponde anche alla questione universale e fondante della pace.
Alla radice, prima di essere frutto di scelte politiche, la pace dipende dalle scelte dei singoli, dal loro grado di consapevolezza del modo in cui il destino individuale è intessuto con quello di molti altri; come in un arazzo: è possibile separare l’uno senza rovinare l’insieme? Una volta strappato, che cosa dovrà fare Merida per ricucirlo? Chi e cosa implica il percorso di riconciliazione?
Alla fine, madre e figlia ricamano un nuovo arazzo: che cosa rappresenta e cosa significa? Iribelle-the-brave-famiglian che senso sono cambiate Merida e Elinor? In che modo il loro percorso riguarda tutti, le ragazze ma anche i ragazzi?
Le svolte del racconto sono legate a due sguardi tra madre e figlia, prima dell’incontro con i clan, in camera, e nel cerchio di pietre sacre: in cosa differiscono questi sguardi? Cosa significa «guardare dentro»? Che cosa riconosce Merida, guardando dentro la madre? Come lo esprime? Dove avviene la confessione? Ha effetto solo individuale o anche comunitario? Per che cosa passa la trasformazione fisica? Che significato assume in tutto questo la luce?
Quali analogie si possono cogliere con l’insegnamento di Gesù sul Regno dei cieli?

Questo e molti altri suggerimenti per la catechesi dei ragazzi sul numero di Maggio dell’inserto Ragazzi & D’intorni dossier mensile di Catechisti Parrocchiali.

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CATECHISTI PARROCCHIALI – Maggio 2013 – SERVI DELLA PAROLA

Catechisti Maggio 2013

VIVO LA FEDE

di Anna Teresa Borrelli

Viene il tempo di fare scelte sempre più importanti: nella scuola, in famiglia, al lavoro, per tutta la vita… Con le parole e con le opere siamo chiamati a far conoscere agli altri il messaggio di Gesù. Come luce che illumina siamo invitati a diffondere intorno a noi bontà e amore.scelta

Scegliere, per i ragazzi di oggi, in molte occasioni, è un’esperienza molto lontana dalla loro storia di piccoli. Sembra questa una generazione che non sa compiere scelte di bene coerenti e coraggiose.
Aiutare i ragazzi a leggere la loro esperienza di vita, per imparare a individuare quale strada percorrere, quali valutazioni operare, su che cosa fondare «un sereno discernimento» diventa una sfida sempre nuova per chi è chiamato ad accompagnarli «a diventare grandi», e soprattutto a diventare grandi «insieme».

I ragazzi ripercorrono il cammino fatto, come gruppo, durante l’anno e si preparano a vivere l’estate come un tempo camminoimportante per continuare a seguire il Signore.
In mezzo alla stanza, si collocano due grandi scatole, contenenti, quella rossa, grandi tessere che rappresentano i diversi momenti vissuti dal gruppo. Si tratta di fare memoria dei passi più importanti compiuti insieme. Le tessere siano preparate con le foto dei diversi incontri/momenti o con oggetti, segni che rimandano a quell’evento.
Nella scatola verde si mettono strisce con i nomi dei membri del gruppo, delle persone incontrate, e gli atteggiamenti maturati.

Con un gioco a staffetta i ragazzi estraggono dalla prima scatola una tessera che rappresenta uno degli eventi vissuti e provano ad abbinare ad essa le persone, con le quali l’hanno condiviso, e gli atteggiamenti matupuzzlerati. Si mettono, quindi, una accanto all’altra le diverse tessere, con quanto ad esse collegato e si realizza, così, la strada percorsa.
Il catechista invita i ragazzi a chiedersi che cosa unisce i diversi momenti, perché li hanno vissuti insieme, che cosa/chi li ha spinti a compiere alcune scelte, come possono continuare a sperimentare la gioia di questi momenti. È bene che emerga che seguire Gesù è ascoltare la sua Parola, incontrarlo nei sacramenti, ma anche testimoniare con la vita il suo amore.

I ragazzi si confrontano lampadacon il brano della Lettera di Giacomo (2,14-18).
Il catechista mostra al gruppo altre due tessere che rappresentano una, alcune opere della carità, l’altra, l’immagine di una lampada che pone lungo la strada realizzata nell’attività precedente.
Egli orienta in questa direzione: aiuta i ragazzi a comprendere cosa sia la fede: un dono che deve essere riconosciuto, accolto, vissuto pienamente; una fede che non possiamo solo professare, ma che si realizza compiendo scelte di bene, per la nostra vita e per quella dei fratelli e delle sorelle.
Giacomo ci parla delle opere, dei frutti di bene che ciascun cristiano è chiamato a «portare» e di come questi frutti siano il segno visibile della presenza viva di Gesù in noi.
Gesù ci invita ad essere luce nel mondo e ad avere il coraggio di esserlo per testimoniare il suo amore e la sua bontà.

Il gruppo è invitato, ora, a conoscere l’esperienza molto significativa di una persona chbambinie ha scelto di donare la sua vita per il bene degli altri, di impegnarsi, anche in terre lontane, per portare l’aiuto concreto, fatto di cibo, di medicine, di vaccinazioni a favore di bambini, poveri e ammalati della foresta equatoriale del Congo (Africa), onde evitare l’estinzione delle popolazioni dei pigmei e dei bantu e comunicare, così, Gesù, con la vita. Si può vedere insieme il video, al seguente link http://www.gloria.tv/?media=173187 che mostra, appunto, «le opere di bene» che realizza Rino Martinez, cantautore e messaggero di pace, aiutato da medici e infermieri.
Una figura significativa che testimonia la bellezza della fede vissuta accanto ai più diseredati.
Al termine della visione il catechista invita i ragazzi a rappresentare, su una grande tessera, cosa li ha colpiti di più dell’impegno di questo testimone credibile della fede.

Il gruppo, a questo punto, si ritrova in chiesa per un momento di preghiera che aiuta i ragazzi a ringraziare il Signore per il dono della fede.donare
Si proclamazione questa Parola: Gc 2, 14-18.
In risposta alla Parola, ogni ragazzo riceve una tessera sulla quale è invitato a scrivere la sua opera di bontà, il frutto di bene che rende concreta e viva la sua fede.

E per finire il gruppo si impegna a individuare un progetto di solidarietà grazie al quale i ragazzi possano sentirsi protagonisti e testimoni della loro fede. Il tempo estivo diventa un tempo dedicato a portare frutti di bene verso chi ha bisogno di un sorriso e di un gesto di carità.
Segno: si consegna un panino da portare a casa e da condividere con i propri familiari.

Questi e molti altri suggerimenti per la catechesi dei ragazzi nel numero di Maggio di Catechisti Parrocchiali

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Noi: una vela, tu: il soffio che ci spinge verso il bene. – Itinerari musicali di catechesi/8_Il timor di Dio

Timor di Dio

INTRO:
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Difficile, devo ammetterlo! Tecnicamente difficile esplorare il timor di Dio attraverso la musica. Sarebbe molto interessante, forse molto più di altre volte, far partire i ragazzi… e magari questa volta imparare da loro. Io ci ho provato. Ho chiesto a un piccolo gruppo di quindicenni, non tanto esperti di timor di Dio, di suggerirmi canzoni su questo dono. Il risultato è stato brillante: un numero cospicuo di canzoni, ottimo per costruire più di tre rubriche. Peccato però che a unirle fosse un’unica parola chiave: paura. Un po’ lontani dal timor di Dio vero? I vostri ragazzi sicuramente, potrebbero arrivare al nucleo della questione, ma chiaramente sarebbe interessante verificarlo, attraverso un lavoro assegnato personalmente.

NOI: LA VELA. TU: IL SOFFIO

Al di là di questo resta, però, tutta la difficoltà reale, perché il timor di Dio va decisamente oltre la paura; avrebbe a che fare per lo più con la conoscenza, l’ascolto, la fiducia, l’obbedienza; con un Dio incontrato realmente, scoperto in tutta la sua immensità e desiderato. E il timore diventa ciò che senti quando sulla vetta di un monte guardi tutta l’immensità che ti sta davanti, o quando, sugli scogli, senti tutta la forza del mare in tempesta. Timore e terrore? No! Timore e immensità! Mi vengono in mente le parole di Jovanotti «la vertigine non è paura di cadere, ma voglia di volare… mi fido di te!». Sperimentare, infatti, l’immensità di Dio dovrebbe portarci alla consapevolezza di essere quei figli cari che lui ama di un amore immenso, tanto immenso da non lasciarci indifferenti.

Timor di DioMi permetto di proporvi una zoomata, una sorta di primo piano su due dimensioni fondamentali del timor di Dio: l’ascolto e la fiducia, dimensioni che questo specifico dono aiuta a rafforzare. Zoom da una parte e simbologia dall’altra. Pensate di costruire un parallelismo: noi, la nostra vita come una vela e il timor di Dio come soffio che, gonfiando la vela, spinge tutto/i verso una nuova terra, una nuova vita, una nuova relazione, con Dio in primis. Fate sintesi di tutto questo: usate tre specifiche canzoni e potrete dar vita a un nuovo percorso che ci insegni ad ascoltare e scoprire Dio dentro e oltre la nostra realtà e a fidarci di lui.
1. Partite dall’ascolto di una lettera. Più volte i ragazzi le hanno ricevute e scritte. Questa volta ne potranno ascoltare una in diretta. Lettera a Dio è una canzone scritta da Cuore afflitto. È descrizione reale di ciò che i ragazzi respirano: sono le loro domande. 
2. Dove abitano le risposte? Dove capire come la pensa Dio? L’ascolto successivo che vi propongo è il canto Se tudomande ascolterai l’immenso di Sandro Stacchiotti. Dove si può trovare la libertà? A quale fonte cercare di dissetare la sete di tante domande? Come si può ascoltare l’immenso? E Dio? Rivolgete ai ragazzi queste domande. «L’anima che ha sete», leggiamo nel testo, «quale fonte cercherà?». Dove i ragazzi cercano? Dove trovano le loro risposte? Cosa scoprono? E Dio? È veramente immenso per loro o credono di conoscerlo sufficientemente? L’ascolto mi permette di scoprire Dio. La vela per essere spiegata al vento deve essere sciolta. Per trovare risposte bisogna volerle e saperle ascoltare: quanto ci metto di mio? Mi apro al vento o resto ammainato per non essere portato troppo oltre me stesso e i miei progetti?
verso l'infinito3. Lasciarsi riempire, lasciarsi spingere oltre, è fiducia: totale, decisa e appassionata. La canzone è I will trust you di Steven Curtis Chapman (Mi fiderò di te, letteralmente). Il testo fa riferimento esplicito a Dio e all’esperienza di fede.  «E mi fiderò di te, fiducia in te, Dio, avrò. Anche quando non capisco, anche allora lo ripeterò: Tu sei il mio Dio e io mi fiderò di te». Questo è il traguardo per poter ricevere il sigillo dello Spirito. Fidarsi, anche quando non tutto potrà avere risposta. Fidarsi, lasciandosi sospingere in avanti verso mete, forse non chiare. Fiducia non è procedere a tentoni, ma percorrere un sentiero accettando di porre ogni fiducia in colui che conosce la meta. Fiducia è consapevolezza. Il timore è consapevolezza della vela e del vento, dell’uomo e di Dio, della fragilità e dell’amore, della ricerca e della risposta. 
SPINTI DALLO SPIRITO
Il tempo stringe e anche l’ultimo tra i doni è consegnato. Ormai abbiamo tra le mani tutto il necessario per arrivare verso nuovi traguardi, nuove mete, nuove terre. Serve un ultimo passo: sciogliere le vele e lasciare che il vento dello Spirito le gonfi. Ai ragazzi potrebbe venire in mente la navigazione verso la linea d’ombra, proposta qualche tempo fa, quell’orizzonte oltre il quale eravamo tutti invitare ad andare. E la fortezza era il timone tra le mani della nostra libertà. Timone, mappe di navigazione, orizzonti, bussole, cannocchiali a nulla servono se il vento non soffia e se le vele non si dispiegano. Vento forte, vele spiegate e avanti tutta: così la meta diventa non un’utopia, ma un sogno.vele

LA MIA STORIA
• Bene allora. Diario alla mano, scriviamo una storia: «La vela dell’albero maestro». L’inizio della storia verrà consegnato ai ragazzi su un foglio, a loro toccherà continuarla. • Incipit: «“Tutto è pronto capitano! Si parte? L’albero maestro è stato rafforzato, i danni provocati dalla tempesta riparati. Tutto è pronto! Pronto per affrontare il viaggio! Attendiamo ordini, signore!”. E il capitano silenziosamente si allontanò. Mancava una cosa. Ma di quella se ne voleva occupare personalmente. Diede all’equipaggio un’ora di break e lui, solo sulla grande nave, andò vicino all’albero maestro. Ai piedi dell’imponente albero, c’era lei… la vela. Era ammainata, sembrava un tessuto vecchio e inutile, ma se potesse, quante storie racconterebbe… “Parla vela!”, urlò il capitano! “Raccontami la tua storia, le tue paure. Dimmi le tue ferite… cosa pensi? Guarirai?…”».

 [Continua…]  

Sr.   Mariangela Tassielli, fsp

Scarica l’intero articolo:

—>>> Musica & fede_timor di Dio<<<—

L’intero itinerario è tratto dalla rivista Catechisti Parrocchiali, itinerario annuale settembre – maggio: i doni dello Spirito. Estratto per la rubrica Itinerari musicale di Catechesi su www.canatalavita.com. Destinatari cresimandi, adolescenti, giovani. Per richiedere l’annata 2010 completa scrivere a: abb.riviste@paoline.it

ARCHIVIO POST “I DONI DELLO SPIRITO”

Liturgia di domenica 21/04/2013 – IV Domenica di Pasqua – con suggerimenti per catechisti

«Io sono il buon Pastore
conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me»

Il Buon Pastore

Gv 10, 27-30

Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola”.

Per te catechista, che scegli di usare anche l’immagine per aiutare i tuoi ragazzi a entrare nel dinamismo del Vangelo.

OBIETTIVO: far entrare i ragazzi nella dinamica dell’amore di Dio! La metafora del buon Pastore non ha altro senso.

  1. Leggete con i ragazzi l’immagine:
    • Quando Gesù diceva di essere come il buon Pastore, tutti i suoi diretti ascoltatori sapevano di cosa parlava. Tutti avevano molto chiaro quanto fossero preziose le pecore, o il bestiame in genere. Tutti sapevano quanto fossero vulnerabili, fragili, deboli indifese da eventuali attacchi di altre bestie. Ma tutti sapevano anche quanto sacrificio c’era nella vita di un pastore, quanta non vita c’era in quel vivere spesso soli e lontani. 
    • E poi, in chi ascoltava era fortissimo, in quelle parole di Gesù, il richiamo ai profeti che tante volte nella storia d’Israele, in momenti di grande difficoltà e disperazione avevano detto che Dio, come un pastore avrebbe guidato il suo gregge-popolo. Avrebbe preso in braccio gli agnellini, avrebbe camminato accanto alle pecore gravide e madri… Insomma in quel pastore, chi ascoltava non faceva altro che vedere un Dio farsi vicino. Di quel pastore annunciato dai profeti ora, Israele stava vedendo un volto e ascoltando direttamente la voce.
    • Ma oggi per i nostri ragazzi cosa significa Pastore? E quanta distanza esiste o potrebbe esistere rispetto a chi non vorrebbe mai e poi mai essere come una pecora nel gregge? Pensate oggi a cosa significhi di fatto essere paragonati a una pecora. Cosa potrebbe significare rispetto ad accuse mosse alla religione di voler impedire alla gente di pensare, ragionare, dimostrare… cosa può volere dire il rapporto pecora-pastore, di fronte ad accuse di “oppio dei popoli”…
    • L’immagine proposta allora vi potrebbe aiutare ad andare oltre, entrando nel senso di quella metafora del pastore buono, e vi permette di focalizzare due aspetti:
      1. rispetto alla foto che ritrae dei fiori e uno in particolare: la fragilità dell’essere creature
      2. rispetto alla frase: la totalità e concretezza dell’amore di Dio.
    • Rispetto alla foto: i fiori dicono la fragilità, la vulnerabilità, la singolarità di ognuno. Come il fiore così ogni uomo può essere  aiutato a crescere, accompagnato, protetto, custodito. Ma come il fiore basta poco per essere schiacciato, sbattuto dai mille venti di tempesta. Il fiore rende bello il mondo, ma il mondo può distruggere la bellezza del fiore… stessa cosa si può dire per l’uomo.
    • Rispetto alla frase: forse oggi Gesù ai nostri giovani parlerebbe così. Gli direbbe in modo diretto: “Ti amo”. Ma non come questo mondo ti fa vedere. “Io per te sono pronto a dare tutto. Non ti voglio perfetto. Non devi avere un fisico da urlo, né voti necessariamente eccellenti. Non ti amo perché sei perfetto… tu sei speciale, proprio perché io ti amo, senza un perché  Ti amo… STOP! Il resto non mi interessa”.
    • Fondamentale è far emergere due importantissimi passaggi che la frase mette in luce: “ti conosco” e “perché tu viva”
    • Poche volte aiutiamo i nostri ragazzi a sentirsi nel cuore di Dio, a sapersi amati e conosciuti da lui fin nelle profondità del cuore. Dio ama non perché ignora, ma perché conosce e sa che solo il suo amore può salvare.
    • Ma cosa significa salvezza? Dire salvezza è dire presente o dire paradiso? Molti di noi, dobbiamo ammetterlo, pensiamo al futuro, alla vita eterna, a quel premio che ci sarà dato. E forse per questo il Vangelo diventa così lontano dalla vita dei nostri ragazzi. Dire salvezza è dire una vita piena già qui e ora, una vita autentica e degna di essere vissuta, una vita che ha un suo senso ed è capace di essere significativa rispetto agli altri e rispetto al futuro del mondo.
    • L’immagine, cari catechisti, sia uno strumento per entrare nella concretezza dell’amore che ieri Gesù diceva con l’immagine del Pastore buono e oggi direbbe certamente con un linguaggio più attuale e per questo altrettanto provocatorio.
  2. Leggete insieme il Vangelo
  3. Aiutate i ragazzi a farne risonanza in gruppo 
  4. Trasformate la Parola in preghiera, in modo spontaneo
    Insieme: Signore Gesù, nel segreto del cuore o tramite le persone che incontriamo tu ci parli. Negli avvenimenti quotidiani, anche sgradevoli e difficili, parli a ognuno di noi e attendi una risposta. Donaci di accogliere con gioia quello che ci proponi. Amen [R. Laurita]
    Abbiate come riferimento per la preghiera, anche la traccia che ho suggerito nel post Liturgia del 7 aprile

   Destinatari: adolescenti e giovani  

Suggerimenti per la lettura dell’immagine 

a cura di Sr. Mariangela Tassielli, fsp

 

Se hai la rivista Catechisti Parrocchiali n.4, Aprile 2013 prova a vedere anche questi suggerimenti:

  • pag. 6 – 09: Per genitori, bambini e ragazzi, itinerario diversificato per riscoprire la Chiesa come Famiglia in cui mettersi in gioco con i propri doni. 
  • pag. 11 – 12: attività per sottolineare e valorizzare il simbolo dell’olio dell’unzione (LEGGI L’ARTICOLO)Catechisti Aprile 2013
  • pag.14 – 15: 3 parole da evidenziare: cuore, sequela e gioia
  • pag. 20 – 21: scheda per realizzare con i più piccoli, un “orologio della preghiera”, per insegnare a concludere la giornata con Gesù
  • pag. 22 – 25: Il Vangelo nella vita: dinamiche e attività da far vivere ai ragazzi per ogni domenica del calendario liturgico
  • inserto Ragazzi&Dintorni con rubriche musicali, cinematografiche e tante altre su Il Credo
  • Tanto altro ancora… 😉

Segui anche la nostra rubrica: BuonaDomenica! – Riflessioni sul Vangelo domenicale per prepararsi a vivere nel migliore dei modi l’incontro con Gesù eucaristia. Online ogni sabato mattina!

E se vuoi vedere i nostri sommari, le novità e leggere alcuni  articolo vai sul minisito Paoline 

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RAGAZZI & DINTORNI – Maggio 2013 – “… Ridire il Credo oggi”

Dossier Maggio 2013

CREDO NEI DIRITTI DELLA PERSONA

di Fausto Negri

Albert Einstein, premio NobeUGUALIl per la fisica nel 1921, è uno dei geni dell’umanità. Durante il nazismo dovette fuggire in America, essendo ebreo. Prima di arrivare, sul piroscafo su cui si trovava, fu obbligato a compilare la carta per il permesso di soggiorno, con i suoi dati personali. Alla domanda: razza? Lui, molto contrariato, scrisse: umana!
Il regime nazista, come tutti sanno, uccise ben sei milioni di ebrei nei campi di concentramento. Dopo la seconda guerra mondiale, il 10 dicembre 1948, a Parigi, si firmò la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, promossa dalle Nazioni Unite. Il primo articolo recita: «Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza».

In questo tempo di arroganza e volgarità, di fratellanzaanonimato e trasgressione delle regole, si ha nostalgia di «buone relazioni» e di rispetto verso tutti. In molte tradizioni esiste la regola, definita «regola aurea» (d’oro): «Non fare agli altri quello che non vuoi che gli altri facciano a te»; o, in forma positiva: «Fai agli altri quello che vuoi che gli altri facciano a te». Da essa si possono trarre quei comandamenti universali che riassumiamo in cinque proposizioni – contenute nella Bibbia – e che determinano le basi essenziali del comportamento civile.
1. Non uccidere. O in forma positiva: Rispetta ogni vita. Ogni persona ha diritto all’integrità fisica e al libero sviluppo della propria personalità. Nessuno può tormentare, ferire o uccidere un’altra persona. Anche la vita degli animali e delle piante merita protezione e cura. Nessuno si illuda: non c’è sopravvivenza senza non-violenza e senza pace.
2. Non commettere adulterrispetto della vitaio. O in forma positiva: Rispettatevi e amatevi a vicenda. Agisci in modo responsabile nell’ambito dell’amore, della sessualità e della famiglia. No alla discriminazione sessuale e all’abuso. Sì alla fedeltà nell’amore. Nessuno si illuda: non c’è vera umanità senza rispetto.
3. Non rubare. O in forma positiva: Agisci in maniera corretta e leale. Nessuno può derubare o frodare un’altra persona. Nessuno si illuda: non c’è pace senza giustizia.
4. Non testimoniare il falso. O in forma positiva: Parla e agisci con sincerità. Nessuno si illuda: non c’è giustizia senza sincerità e tolleranza.
5. Onora tuo padre e tua madre. I genitori non devono sfruttare i figli, né i figli i genitori, ma «onorarsi» e sostenersi. Nessuno si illuda: si attua a livello mondiale solo ciò che si vive nelle relazioni reciproche.regole

La Dichiarazione dei diritti dell’uomo è un codice etico di importanza storica fondamentale, perché sancisce universalmente (per ogni epoca e luogo) i diritti dell’essere umano, indipendentemente da: colore della pelle, sesso, religione e condizione sociale. Idealmente è il punto di arrivo di un dibattito sulla fraternità umana, che nelle diverse epoche ha visto impegnati molti pensatori.

ATTIVITÀ
Sfogliando giornali e riviste, si scelgono alcune foto e si prepara un cartellone – diviso a metà – in cui si pongono, a sinistra, foto di violenza o divisione, di realtà in cui sono negati i diritti umani; a destra, immagini o disegni che rimandano a rispetto, accoglienza e fraternità.
In un confronto di gruppo cogliere quali atteggiamenti caratterizzano più fortemente la propria esistenza, se di violenza o di rispetto. E decidere cosa si vuole scegliere di essere.

Questo e molti altri suggerimenti per la catechesi dei ragazzi sul numero di Maggio dell’inserto Ragazzi & D’intorni dossier mensile di Catechisti Parrocchiali.

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Una cintura di salvataggio per aggrapparsi a Dio – Itinerari musicali di catechesi/7_La Pietà

Qualche premessa: 

INTRO:
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Pietà

Pietà, cinture di salvataggio e doni dello Spirito: qualcuno mi sa dire che cosa li tiene insieme? Le cinture e i giubbotti di salvataggio intervengono in situazioni di pericolo; ma tutto questo cosa ha a che fare con la pietà e i doni dello Spirito? Vi anticipo che se, per gli altri itinerari, avete potuto definire il numero degli incontri, questa volta la proposta richiede, di per sé, almeno due incontri.
LA PIETÀ È CINTURA DI SALVATAGGIO?
Viviamo la prima dinamica a tema:
• collocate nella sala dell’incontro un poster abbastanza grande sul quale avrete precedentemente attaccato, da un lato, l’immagine di una cintura/giubbotto di salvataggio e, dall’altro, la parola pietà.
• Chiedete ai ragazzi di scrivere sul cartellone che cosa potrebbe collegare i due elementi, di individuare il motivo per cui voi li avete messi insieme.
• Il percorso lungo il quale accompagnare i ragazzi: nel rapporto con Dio, lo Spirito Santo, donandoci la pietà, ci offre la possibilità/capacità di entrare in una relazione con il Signore fatta di fiducia e abbandono. Il dono della pietà ci permette di fidarci di lui anche nei momenti difficili, di confidare nel suo aiuto, di aggrapparci a Dio e di trovare in lui il nostro vero, solo ed efficace giubbotto di salvataggio nelle tante tempeste della vita. aggrapparsi

Il percorso, più di ogni altra volta, sarà segnato da tre canzoni di impostazione decisamente cristiana: A braccia aperte, Soltanto te e Per sempre canteremo
PietàLA LETTERA A DIO
• Vi suggerisco di consegnare ai ragazzi il testo della canzone di Jovanotti A te e di ascoltarla insieme. Il cantante dedica questo testo a colei che ama, a colei di cui si fida. Ma, concretamente, che cosa ha fatto lei per lui di così importante da far nascere un significativo rapporto di coppia?
«Se noi dovessimo riscrivere la canzone A te, e se il destinatario fosse Dio, che cosa scriveremmo?»
SEI UNO DI CUI FIDARSI?
Nell’incontro successivo, accanto al primo cartellone, collocatene un secondo sul quale avrete trascritto tutti i loro A te, rivolti a Dio. Ripartite leggendone uno decisamente particolare: l’A te che Dio avrà loro dedicato. Leggetelo e successivamente consegnatelo a ciascuno, chiedendo di inserirlo nel diario di bordo.
 «“A te che sei uno di cui ci si può fidare”, possiamo dirlo a Dio?». Questa domanda deve fungere da provocazione, pertanto non accettate dai ragazzi né lapidari sì, né no! Incalzate con altre domande: «Dove sta Dio nel dolore? Se di lui ci si può fidare perché le chiese sono vuote? Come ci si fida concretamente di lui?».
A BRACCIA APERTE
Testo alla mano, i passi da vivere sono questi:
• Primo passo, con A braccia aperte di Valerio Antonioni: il testo ripropone la riscoperta del ritorno a Dio come ritorno tra le braccia di un Padre che ama anche nell’errore, nella lontananza, nelle distanze che noi creiamo.
• Secondo passo, con Soltanto te di Sandro Stacchiotti: scegliere Dio dopo averne sperimentato la vicinanza, sceglierlo come adesione personale, sceglierlo come nuovo orizzonte di vita.
Terzo passo, con Per sempre canteremo di  Sandro Stacchiotti:  in Dio ci scopriamo Chiesa, fratelli, comunità. L’invito allora è alla lode, a cantare, nella gioia, ciò che di lui possiamo vivere e sentire.

 [Continua…]  

Sr.   Mariangela Tassielli, fsp

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L’intero itinerario è tratto dalla rivista Catechisti Parrocchiali, itinerario annuale settembre – maggio: i doni dello Spirito. Estratto per la rubrica Itinerari musicale di Catechesi su www.canatalavita.com. Destinatari cresimandi, adolescenti, giovani. Per richiedere l’annata 2010 completa scrivere a: abb.riviste@paoline.it

ARCHIVIO POST “I DONI DELLO SPIRITO”

Liturgia di domenica 14/04/2013 – III Domenica di Pasqua – con suggerimenti per catechisti

«Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete»

Forma breve Gv 21,1-14

 In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.

rete-da-pescaQuando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.

Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

 

E anche questa volta carissimo/a catechista sostituisco l’immagine con una serie di immagini e musica. Ti propongo di usare questo video clip per entrare nella vicenda umana e divina di Gesù di Nazareth, uomo, dirà Pietro negli Atti, accreditato da Dio presso di noi, uomo cioè dalle cui parole e gesti abbiamo potuto contemplare il cuore stesso di Dio.

VIDEO-CLIP: Gesù il Signore di P. D’argenio

OBIETTIVO: il video, questa settimana, ci permette di comprendere la Pasqua come un evento strettamente connesso con tutto ciò che Gesù ha detto e operato, lungo le vie della Galilea, della Giudea e delle terre pagane che ha attraversato.

  1. Visualizzate con i ragazzi il videoclip:
    • E’ importante dare in mano ai ragazzi il testo del canto, così da poter fare una lettura a più livelli.
    • Si potrebbe per esempio, proiettare prima il video muto e far fare ai ragazzi un primo feedback sulle immagini che ritornano con più frequenza, su quelle che a loro sono piaciute di più o che sembrano più forti e comunicative.
    • Si potrebbe poi ascoltare solo la traccia audio e dialogare con i ragazzi sui passaggi chiave, trasformandoli in domande aperte attraverso cui provocarli:
      1. Conoscete l’opera di Dio? Cosa lui ha fatto e cosa sta continuando a fare oggi?
      2. Come ci ha salvato?
      3. Chi ha risuscitato Gesù? Ha fatto tutto da solo? – qui il canto dà voce a uno dei passaggi-chiave dell’evento della Risurrezione: Dio Padre ha risuscitato il Figlio. Gesù non ha fatto tutto da solo… non è stato superman! E anche in questo passaggio scontato è utile far emergere come la relazione vera tra Gesù e il Padre si trasforma sempre in vita e dona salvezza.
      4. Cosa è successo sulla Croce?
      5. Qual è stato lo stile di vita di Gesù?
    • Tutti questi passaggi, li potrete poi far risuonare e commentare anche dopo aver visto in modo completo il video (immagini e musica).
    • Vi suggerirei di spendere del tempo e di insegnare questo canto ai ragazzi, perchè credo che sia un canto che, più di tanti altri, riesca a fare sintesi del mistero Pasquale e del Vangelo stesso.
    • Potrebbe essere imparato bene e proposto come inno per un momento di evangelizzazione. Le parole sono ben dosate e aiutano i ragazzi, e non solo loro, a entrare nel vivo del messaggio di Gesù Cristo, ma anche nello stile di vita e di annuncio che un cristiano dovrebbe acquisire.
    • Affiancate al video, brani di Vangelo: i miracoli, gli incontri di Gesù, la preghiera, la lavanda dei piedi, la morte e risurrezione.
  2. Leggete poi insieme il Vangelo della Domenica
  3. Aiutare i ragazzi a farne risonanza in gruppo 
  4. Trasformate la Parola in preghiera
    Abbiate come riferimento per la preghiera, la traccia che ho suggerito nel post Liturgia del 7 aprile

   Destinatari: adolescenti e giovani  

Suggerimenti per la lettura del video clip 

a cura di Sr. Mariangela Tassielli, fsp

Da Catechisti Parrocchiali n.4, Aprile 2013:

  • pag. 6 – 09: Per genitori, bambini e ragazzi, itinerario diversificato per riscoprire la Chiesa come Famiglia in cui mettersi in gioco con i propri doni. 
  • pag. 11 – 12: attività per sottolineare e valorizzare il simbolo dell’olio dell’unzione (LEGGI L’ARTICOLO)Catechisti Aprile 2013
  • pag.14 – 15: 3 parole da evidenziare: cuore, sequela e gioia
  • pag. 20 – 21: scheda per realizzare con i più piccoli, un “orologio della preghiera”, per insegnare a concludere la giornata con Gesù
  • pag. 22 – 25: Il Vangelo nella vita: dinamiche e attività da far vivere ai ragazzi per ogni domenica del calendario liturgico
  • inserto Ragazzi&Dintorni con rubriche musicali, cinematografiche e tante altre su Il Credo
  • Tanto altro ancora… 😉

Segui anche la nostra rubrica: BuonaDomenica! – Riflessioni sul Vangelo domenicale per prepararsi a vivere nel migliore dei modi l’incontro con Gesù eucaristia. Online ogni sabato mattina!

E se vuoi vedere i nostri sommari, le novità e leggere alcuni  articolo vai sul minisito Paoline 

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CATECHISTI PARROCCHIALI – Aprile 2013 – I DONI DEL RISORTO

Catechisti Aprile 2013

NOTE DELLO SPIRITO

di Marco Sanavio

Pentecoste è l’evento della comprensione, dell’unità, della non dispersione. Ci suggerisce l’immagine di chi apre gli occhi di fronte a una realtà che, sino a poco prima, era apparsa nebulosa, poco intellegibile. Le lingue, che a Babele si erano unionedifferenziate creando divisione tra gli uomini, ora possono ricongiungersi grazie a un evento che le riunifica nel processo di comprensione.
Stavolta, per aiutare i ragazzi a preparare l’evento, potremmo partire dalla musica, un linguaggio universale che attraversa culture e continenti, riuscendo ad arrivare dritto al cuore.
L’obiettivo non sarà quello di proporvi solamente un’attività pronta e preconfezionata, ma un percorso di riflessione che saprete adattare alla vostra situazione particolare.

Ricordate i dischi di vinile? I 33 giri, i cosiddetti «long playing» e i 45 giri per i brani singoli, registrati sul lato A e sul lato B? Qualcuno conserva ancora dischi a 78 giri. Oggi sono reperti storici, utilizzati dai nostalgici e dai collezionisti, eppure è passata soltanto una manciata di lustri da quando li utilizzavamo come supporto normale per la nostra musica.disco
Potremmo iniziare da qui, analizzando insieme ai ragazzi alcuni supporti fisici per la riproduzione di brani musicali: dischi, audiocassette (stereo 8, compact cassette), compact disc, lettori mp3. Potrebbe essere divertente, per i ragazzi, raccogliere una serie di aneddoti e racconti su come si ascoltava la musica negli anni passati.
Sarà interessante far notare come il supporto si è progressivamente trasformato da un oggetto materiale a una fruizione multicanale.
Se prima l’ascolto della musica era legato a un supporto fisico e a un apparato che poteva riprodurre i suoni registrati, oggi la musica è quanto mai «liquida», può transitare in pochi secondi da un computer a una chiavetta usb, a un cellulare.

State certi che qui si aprirà un dibattito acceso. Gran parte dei ragazzi scarica programmi e musica in modo illegale dalla rete, adducendo come giustificazione il fatto che l’industria discografica internazionale guadagna già ab-bastanza e non ha bisogno dei loro spiccioli. Anzi «la musica dovrebbe essere patrimonio di tutti e, quindi, risorsa libera» sentenzierà più di qualcuno. Al di là delle opinioni personali che possiamo condividere o meno, resta un fatto: la legge italiana tutela i diritti di autore e pertanto rende illegale lo scaricamento di contenuti protetti, senza il regolare acquisto. Scaricare contenuti multimediali senza pagarli equivale a rubare un disco in un negozio.
Su questo potremmo iniziare a riflettere con i ragazzi, consapevoli che una remusicatta coscienza in questo ambito non si crea semplicemente con una discussione di gruppo, ma necessita un lavoro lungo e costante.

Il primo percorso da intraprendere è quello sui diversi generi musicali. In un grande foglio possiamo scrivere, al centro, in caratteri cubitali, la parola «MUSICA» e, collegandoli con segni o frecce, i generi che i ragazzi ci suggeriscono. Scopo dell’indagine empirica, che qui si propone, è quello di elencare non solo i generi che si ascoltano, ma tutti i tipi di musica che possono venire in mente. Se volete un supporto che vi aiuti a comprendere come possa essere, in parte, catalogata la musica, visitate l’enciclopedia libera di internet, Wikipedia, all’indirizzo http://it.wikipedia.org/wiki/Generi_musicali.
La varietà suggerisce un grande lavoro di fantasia e creatività che soggiace alla produzione musicale che conosciamo. E stiamo facendo riferimento alla scala cromatica, composta dai dodici toni del sistema temperato, che utilizziamo noi occidentali. La varietà delle espressioni musicali suggerisce l’idea dei doni dello Spirito che, pur essendo molteplici, sortiscono tutti un effetto vitale e rivitalizzante in ogni persona attenta allo Spirito Santo.

A proposito di musica e Spirito, prendiamo in considerazione l’etimologia di questa parola. È il soffio, l’alito d’aria, il respiro. Spiritus è il soffio, che all’interno dello strumento a fiato, diventa musica. Se qualcuno dei ragazzi suona uno strumento a fiato o se a scuola utilizzano il flauto per l’educazione musicale, potremmo chiedere dsoffioi suonare qualcosa durante il nostro incontro.
Magari ci sarà da portare pazienza per la confusione che potrà generare una proposta di questo tipo, ma l’aggancio tra ciò che lo Spirito di Dio può fare dentro di noi e ciò che avviene con gli strumenti a fiato è molto potente: dare suono e «forma» al soffio di Dio. Questa può essere la condizione dell’uomo abitato dallo Spirito.

Passiamo, ora, a descrivere l’attività vera e propria, utile per il cammino di preparazione alla solennità della Pentecoste. L’elettronica consente ai ragazzi di reperire e produrre musica con grande facilità. Sarebbe interessante anche stimolarli a produrre qualcosa di originale, utilizzando computer e tablet, ma richiederebbe tempi dilatati e competenze specifiche.
Utilizziamo un prodotto già pronto: i ragazzi, che accompagniamo nel percorso di catechesi, possono scaricare un brano a loro piacimento da sitimp3 che offrono musica libera da diritti d’autore (Royalties free) come, ad esempio, opsound.org, freemusicarchive.org, dig.ccmixter.org. Questo aiuta a restare nella legalità.
I brani dovranno essere scaricati su lettori mp3 o cellulari che abbiano un’uscita jack da 3,5 mm.
Si ascoltano, poi, insieme, utilizzando semplicemente un paio di diffusori acustici da computer.
Fra i brani selezionati dai ragazzi se ne potranno scegliere tre, a larga maggioranza; ma il numero può variare a seconda di come si vuole impostare l’ultima parte di questa attività che consiste nell’ascoltare i brani a occhi chiusi e poi schizzare o disegnare in un foglio ciò che la musica suggerisce.
I segni tracciati o i colori stesi riveleranno la creatività di ciascuno e ci daranno occasione per parlare della presenza dello Spirito Santo nella vita, dei suoi doni, delle azioni concrete che può guidare e orientare, dei linguaggi che sa riunire. «Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito» (Gv 3,8).

Questi e molti altri suggerimenti per la catechesi dei ragazzi nel numero di Aprile di Catechisti Parrocchiali

Per info, abbonamenti e novità:

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Sommario Marzo 2013 – Catechisti Parrocchiali

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Una Pasqua d’amore 

Carissimi catechisti e catechiste, stiamo vivendo, con i ragazzi e le famiglie, il Tempo di Quaresima che ci immette nel più grande evento della storia, quello della morte e risurrezione di Gesù. Dio Padre nel Figlio crocifisso, non svela solo il suo infinito amore, ma da se stesso! 

Fin dall’ immagine di copertina siamo condotti nel cuore della fede e del «primo annuncio» che Pietro fa ai non cristiani: quel Gesù che era morto, ora è risorto. 

La Chiesa è chiamata oggi a realizzare e annunciare l’amore di Dio Padre che si compie in Gesù, per risollevare gli sfiduciati, consolare gli afflitti, rivitalizzare i disperati. Così, allo stesso modo, ogni catechista ed educatore è chiamato a essere testimone di quello stesso amore.

Buona Pasqua di amore a tutti! 

Nel numero di MARZO: 

Editoriale – Una Pasqua d’amore di M. Rosaria AttanasioCatechisti Marzo 2013

Spazio dialogo – SOS confrontiamoci di Tonino Lasconi. Classi o gruppi? Un incontro può sostituire una messa? Quale valore per il giorno del Signore?

Icone della fede – Il cuore della fede – morto e risorto per noi di Emilio Salvatore. Pietro, il peccatore, per la forza dello Spirito si trasforma in predicatore. La fede sperimentata nella Risurrezione diventa mistero da proclamare a tutte le genti

Itinerario per genitori – Educare allo stile pasquale di Emilio Salvatore. Un compito per i catechisti, chiamati a far riflettere i genitori su nucleo fondamentale della nostra fede e su come, la Risurrezione, tocchi e trasformi la loro e nostra vita

Itinerario Io sono con voi – Mi fido di chi ha visto Gesù di Fabrizio Carletti. Percorso e attività per i bambini 6-7 anni. Obiettivo: orientare i bambini a vivere la Pasqua come vittoria dell’amore sul male, come segno dell’amore di Dio. Gioco: Dal buio alla vita

Itinerario Venite con me – Ti racconto Gesù Risorto di Anna Teresa Borrelli [LEGGI L’ARTICOLO!!!]Percorso e attività per i ragazzi 8-10 anni. Obiettivo: orientare i ragazzi a conoscere i segni d’amore che Gesù ha compiuto per noi, credere che non ci lascia soli, riscoprire lo Spirito.Attività: Giornale in edizione straordinaria

Dinamiche e attività – Il cero Pasquale di Fabrizio Carletti

Parole della fede – Timore e amore di Renato De Zan

Sussidi liturgici e pastorali – Crediamo all’amore di Dio in Gesù di M.Rosaria Attanasio. Proposta per una via crucis costruita con i ragazzi

Itinerario post-battesimale – La lode del mattino a cura dell’Azione Cattolica dei Ragazzi. I bambini, in compagnia dei loro genitori, possono essere accompagnati a iniziare il nuovo giorno pregando Gesù

Ascolto e seguo Gesù – Il Vangelo della domenica di Roberto Laurita. Input, riflessioni e preghiere dalla III Domenica di Quaresima – C fino alla Domenica di Pasqua

Ascolto e seguo Gesù – Il Vangelo nella vita di Barbara Corsano. Dinamiche e attività dalla III Domenica di Quaresima – C fino alla Domenica di Pasqua

Il bambino nel gruppo di catechesi – Il bambino AGGRESSIVO di Franca Feliziani Kannheiser. Strategie educative e stili da imparare e da evitare

Comunicazione multimediale – Ritmi di vita di Marco Sanavio [LEGGI L’ARTICOLO]Quando il ritmo assume, nel percorso di fede, un significato pregnante, tanto da migliorare la partecipazione dei ragazzi alle liturgie domenicali

Per te, catechista  – Le prospettive per la catechesi in Italia a cura della redazione

50 anni dal Concilio – Da “assistere” a “partecipare” di Filippa Castronovo. Alla scoperta della Costituzione Dogmatica Sacrosactum Concilium

 

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Tutti i sacramenti sono difficili, perché segni piccoli e umili di una realtà immensa: l’incontro con Gesù Risorto. Un salto enorme che può essere superato soltanto con la fede. La Confessione però, ha un tasso di difficoltà in più!

Dalla Bibbia al webdal cinema alla musical’artel’attualità, il percorso accompagna i ragazzi alla  consapevolezza dell’amore di Dio, luce vera, che sola può aiutare a comprendere la distanza tra noi e Dio e, quindi, il senso peccato.

Nel dossier di MARZO:

Focus – Il Sacramento difficile di Tonino LasconiDossier Marzo 2013

Bibbia nella vita – Credo la remissione dei peccati di Tonino Lasconi

Idoli e Dio – Tra demonio e santità non è lo stesso di Fausto Negri

In rete – La riconciliazione sul web di Alessia Cambi [LEGGI L’ARTICOLO]

Musica e fede – Il perdono: tra senso di vuoto e fiducia di Mariangela Tassielli

Ciak, si gira – Un mondo nuovo di Cecilia Salizzoni

Colori dell’arte – “Padre, ho peccato…” di Fausto Negri

Test – Il cuore più grande di Maria Teresa Panico

Celebrazione – Il Signore vince il male di Veronica Bernasconi [LEGGI L’ARTICOLO]

Testimoni – Il buttafuori di Dio a cura della Redazione

PROSSIMAMENTE ONLINE IL SOMMARIO DI APRILE 2013 SU —> WWW.PAOLINE.IT

Liturgia di domenica 07/04/2013 – II Domenica di Pasqua – con suggerimenti per catechisti

«Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!»

Gv 20,19-31

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!»

Carissimo Catechista,
questa settimana ti raggiungiamo con una preghiera che ti proponiamo di far pregare ai tuoi ragazzi ogni settimana, per tutto il tempo pasquale. 

OBIETTIVO: Far diventare la preghiera uno strumento per imparare a credere e a entrare nel dinamismo della Risurrezione, tutt’altro che scontato e facile per i nostri ragazzi e, perché no? per noi stessi! 

Preghiera per la Pasqua

  1. Entrate con i ragazzi nella preghiera:
    • Potrebbe essere molto interessante riprendere per ogni settimana del tempo di  Pasqua, fino alla VI settimana, una strofa della preghiera, e aiutare i ragazzi a entrare in ciò che pregano.
    • 1a strofa: “Sei Risorto, Signore, Gesù...”. La Risurrezione è il tempo in cui i discepoli imparano a guardare Gesù con gli occhi del cuore. Sparisce alla loro vista (da quella dei discepoli) e, pur facendosi toccare da Tommaso, chiama beati coloro che non vedendo, ma credono. La Risurrezione ci insegna il modo giusto per credere: non si tratta di toccare, né di dover vedere a tutti i costi. Lo Spirito santo aiuta i discepoli a ricordare, ciò che Gesù aveva fatto. E’ il tempo della speranza e della fiducia, il tempo in cui ricordare i modi e i tempi in cui Dio ci ha raggiunto e ci raggiunge ogni giorno. E’ il tempo della fiducia.
    • 2a strofa: “Paradosso dell’amore…”. Gesù appare ai suoi e ancora una volta moltiplica. Moltiplica il pesce, invita i suoi a mangiare, chiede a quel Pietro, che lo aveva rinnegato, di amare: amare lui, amare la Chiesa, seguirlo. Quanto il Vangelo ci dona, trova in questa seconda strofa della preghiera un invito a rientrare nell’esperienza della croce, di quel dono totale, di quel farsi di Gesù pane spezzato per la nostra salvezza. Provate a far risuonare il Vangelo della III domenica di Pasqua alla luce di ciò che è avvenuto dopo l’ultima cena tra Gesù e i suoi, e la 2a strofa segni l’inizio di questa immersione.
    • 3a strofa: “Quanto amore in quella croce…”. La strofa fa eco perfetta al Vangelo della IV domenica, detta appunto del Buon Pastore. L’amore che, più del sangue, ha impregnato quella croce, dice la verità sul darsi di Dio per l’uomo. Il pastore buono conosce le sue pecore e per loro corre ogni rischio. Così come le pecore, conoscono la voce del Pastore e la seguono. Oggi, di fronte a quel sepolcro vuoto, cosa ci resta di Lui? Come poterlo riconoscere? Come seguirlo su vie di Vita? La sua voce ci raggiunge nel dono della Parola. Una Parola che è Vangelo, che è storia, che è comunità-Chiesa che, insieme, spezza il pane e impara la logica dell’amore.
    • 4a strofa: “Eppure, proprio perché Risorto…”. Credere, sperare e amare: eccoli i tre verbi ustionanti, verbi che bruciano, perché ci dicono che molto, della salvezza del mondo, è affidato anche a noi. La salvezza non diventa un capitolo chiuso, l’amore non è stato qualcosa di riservato al solo Figlio di Dio, Gesù di Nazareth. Come me, dice Gesù, così anche voi: in tutto!!! E da qui non ci sono sotterfugi, non si scappa, non si inventano scorciatoie. Vivere come lui significa generare l’impossibile, nella fiducia, nella speranza, nell’amore.
    • 5a strofa: “Insegnaci a generare la Pasqua…”. Chi crede nella Risurrezione non può che generarla attorno a sè! E’ questo il passo in avanti da compiere, questo lo scatto decisivo da far fare ai nostri ragazzi. La Pasqua continua a essere un passaggio dal vecchio al nuovo, per tutti noi; un passaggio dal teorico al concreto. E se vi chiedete come fare, nel Vangelo della VI domenica c’è ogni risposta: “lo Spirito vi insegnerà ogni cosa”, dice Gesù ai suoi, facendo risplendere in noi la Parola di vita.
  2. Leggere insieme il Vangelo – per ogni strofa quello della domenica corrispondente
  3. Aiutare i ragazzi a farne risonanza in gruppo 
  4. Trasformare la Parola in preghiera spontanea prima e proclamando, poi insieme, quella proposta.

   Destinatari: adolescenti e giovani  

Preghiera e suggerimenti per l’uso 

a cura di Sr. Mariangela Tassielli, fsp

Da Catechisti Parrocchiali n.4, Aprile 2013:

  • pag. 6 – 09: Per genitori, bambini e ragazzi, itinerario diversificato per riscoprire la Chiesa come Famiglia in cui mettersi in gioco con i propri doni. 
  • pag. 11 – 12: attività per sottolineare e valorizzare il simbolo dell’olio dell’unzione (LEGGI L’ARTICOLO)Catechisti Aprile 2013
  • pag.14 – 15: 3 parole da evidenziare: cuore, sequela e gioia
  • pag. 20 – 21: scheda per realizzare con i più piccoli, un “orologio della preghiera”, per insegnare a concludere la giornata con Gesù
  • pag. 22 – 25: Il Vangelo nella vita: dinamiche e attività da far vivere ai ragazzi per ogni domenica del calendario liturgico
  • inserto Ragazzi&Dintorni con rubriche musicali, cinematografiche e tante altre su Il Credo
  • Tanto altro ancora… 😉

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