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Dio, la vita, un senso

interiorità_1

Dio: il totalmente altro da noi, eppure più intimo a noi di noi stessi…
Dio: il contestato, colui di cui si può fare a meno,
eppure sempre raggiunto dalle nostre obiezioni,
dalla voglia di capire, di dimostrare.

Noi e la nostra vita, i nostri desideri, la sete di senso,
la voglia di futuro e di certezze.
Noi: esseri in cui convivono passione e paura,
determinazione e fragilità, sogni e dubbi.
Noi, semplicemente noi,
con tanta energia nel cuore da riprogettare il mondo
e, allo stesso tempo, con quel certo freddo distacco,
di chi, pur guardando la vita scorrere non vuole compromettersi,
sporcarsi le mani, scendere in campo e giocare, rischiando.

La tua vita c’è perché il mondo abbia vita.
La tua vita ha un senso perché parte di un orizzonte infinito.
La tua vita può trovare in Dio quella pienezza che il tuo cuore desidera e di cui ha sete…

infinito

Buona domenica! – XII del Tempo Ordinario – Anno C

adolescenti cv«Ma voi,
chi dite che io sia?»

Dal Vangelo di Luca  (Lc 9, 18 – 24)
XII DOMENICA del TEMPO ORDINARIO
Anno C

Chi sei, Nazareno? Chi sei, per me? Senza risposte automatiche, a tavolino, finte, solo io e te, guardandoci negli occhi.
Chi sei, Nazareno? Non chi eri dieci anni fa, o quand’ero giovane ed entusiasta, o quando sentivo forte la tua presenza col parroco giusto ma chi sei per me oggi, ora? Tra ieri e oggi, milioni di persone si sono radunate e si raduneranno per ascoltare la tua Parola, per celebrare, in obbedienza al tuo comando, la cena che ti rende presente nel segno del pane e del vino. Ciò non accade per Garibaldi, o per Napoleone o uno dei grandi della storia. Nessuno si radunerà per ascoltare le loro parole ed invocare la loro presenza. Accade invece per un oscuro carpentiere di Nazareth, ebreo marginale, perso nei meandri della storia, la cui presenza viene ancora professata da milioni di persone diverse, eppure affascinate e rese discepole dalla testimonianza di coloro che dicono averlo incontrato. Chi sei veramente Jeoshua di Nazareth?

SONDAGGI
Si parla, spesso, di Gesù e dei suoi discepoli. Appena l’attenzione cala, ecco un qualche evento che lo riporta alla ribalta: una scoperta archeologica che conferma o smentisce la versione ufficiale della vita di Gesù (ricorrono a ciclo periodico, boiate incluse), un qualche evento drammatico che ci riporta alla mente la fatica della testimonianza pagata da alcuni con la vita, qualche audace opera propagandistica sempre alla ricerca del Gesù “alternativo”, quello nascosto dalla Chiesa… Gesù fa discutere, schierare, accende gli animi, ognuno, un poco, si sente di difenderlo, di proteggerlo, di capirlo, di interpretarlo. comunità che celebra cvCredenti o non credenti, quest’uomo che paga con la vita la sua coerenza e la sua non-violenza ancora scuote e interroga. Chi sei, davvero, Nazareno? Un grande uomo della storia divinizzato dai propri discepoli? Un profeta sopravvalutato, un anarchico inquadrato dalla storiografia ufficiale?Nessuno potrà mai possederti in pienezza, nessuno afferrarti con verità, nessuno dare di te una visione definitiva, neppure la comunità dei tuoi discepoli, che pure conserva fedelmente la tua Parola e che, sempre, apre il cuore alla comprensione del Mistero della tua presenza per vivere il Vangelo lungo la Storia in attesa del tuo ritorno.

SI, D’ACCORDO, MA TU?
Eppure, alla fine, la domanda arriva diretta, senza scantonamenti: “Lascia stare cosa ne pensa la gente e dimmi: chi sono, io per te?” A voi la risposta, amici, senza tentennamenti o risposte da catechismo, per favore. Cuore a cuore, nudi davanti alla nostra coscienza, disarmati dai tanti pregiudizi nei confronti della Chiesa e di Cristo, con cui il nostro tollerante mondo ci riempie la testa, chi è per me il dubbioso cvNazareno? Compagno? Amico? Dio? Maestro? Nostalgia? Ricerca? Rabbia?
Pietro risponde, con forza e decisione, osando dire ciò che gli altri discepoli neppure hanno il coraggio di pensare: “Tu sei il Cristo”, cioè l’atteso, l’inviato da Dio, il consacrato, il Messia atteso con passione da Israele. Così diverso dal Dio che tutti aspettiamo. Non un eroe guerriero come Davide, pronto a riscattare la Patria. Ma un Messia dimesso e pacifico, mite e misericordioso. Pietro ancora non sa cosa lo aspetta. Gesù lo ammonisce: sì, lui è l’atteso, lo svelatore di Dio, il raccontatore del suo volto. E il volto di Dio, che Gesù conosce bene, perché lui e il Padre sono una cosa sola, è così diverso da quello che Pietro (e noi) ci saremmo aspettati.

IL DIO DI GESU’
Non un Dio forte che mostra i bicipiti, non un Dio onnipotente che sbaraglia gli avversari, non un Dio vincitore da corrompere e convincere, da blandire e sedurre, no. Un Dio schivo e amorevole, timido, quasi. Un Dio nascosto che vuole essere amato perciò che è, non per ciò che dà. Un Dio che vale la pena di seguire, talmente bello da dimenticarsi di sé, pur di conoscerlo. Un Dio che vale la pena di conoscere al costo di perdere ogni cosa, un Dio che è più di ogni affetto, più di ogni gioia, più della più grande cosa che possiamo possedere. Un Dio che vale la pena di conoscere, anche a costo di perdere la faccia. Perdere la faccia per lui, svergognarsi, così come la vergogna più grande per il mondo antico era essere crocifissi, nudi, ostesi al pubblico ludibrio, la più temuta e odiata forma di umiliazione che i romani, tra gli altri, infliggevano come somma punizione. Vergogna al punto che anche le prime comunità cristiane stentavano ad usare la croce come segno di lago cvappartenenza.
Fino a che, dice Gesù, non ci saremo appassionati di Lui al punto da poter perdere la faccia, al punto da essere con-crocifissi con lui, avremo ancora uno spazio di crescita nella nostra consapevolezza della sua vera identità.
Iniziamo la nostra estate con questa domanda pungete, politicamente scorretta, da portarci in spiaggia o al lago, da lasciar crescere in noi.

(PAOLO CURTAZ)

For who you are – Hillsong
con sottotitoli in italiano

CATECHISTI PARROCCHIALI – Maggio 2013 – SERVI DELLA PAROLA

Catechisti Maggio 2013

VIVO LA FEDE

di Anna Teresa Borrelli

Viene il tempo di fare scelte sempre più importanti: nella scuola, in famiglia, al lavoro, per tutta la vita… Con le parole e con le opere siamo chiamati a far conoscere agli altri il messaggio di Gesù. Come luce che illumina siamo invitati a diffondere intorno a noi bontà e amore.scelta

Scegliere, per i ragazzi di oggi, in molte occasioni, è un’esperienza molto lontana dalla loro storia di piccoli. Sembra questa una generazione che non sa compiere scelte di bene coerenti e coraggiose.
Aiutare i ragazzi a leggere la loro esperienza di vita, per imparare a individuare quale strada percorrere, quali valutazioni operare, su che cosa fondare «un sereno discernimento» diventa una sfida sempre nuova per chi è chiamato ad accompagnarli «a diventare grandi», e soprattutto a diventare grandi «insieme».

I ragazzi ripercorrono il cammino fatto, come gruppo, durante l’anno e si preparano a vivere l’estate come un tempo camminoimportante per continuare a seguire il Signore.
In mezzo alla stanza, si collocano due grandi scatole, contenenti, quella rossa, grandi tessere che rappresentano i diversi momenti vissuti dal gruppo. Si tratta di fare memoria dei passi più importanti compiuti insieme. Le tessere siano preparate con le foto dei diversi incontri/momenti o con oggetti, segni che rimandano a quell’evento.
Nella scatola verde si mettono strisce con i nomi dei membri del gruppo, delle persone incontrate, e gli atteggiamenti maturati.

Con un gioco a staffetta i ragazzi estraggono dalla prima scatola una tessera che rappresenta uno degli eventi vissuti e provano ad abbinare ad essa le persone, con le quali l’hanno condiviso, e gli atteggiamenti matupuzzlerati. Si mettono, quindi, una accanto all’altra le diverse tessere, con quanto ad esse collegato e si realizza, così, la strada percorsa.
Il catechista invita i ragazzi a chiedersi che cosa unisce i diversi momenti, perché li hanno vissuti insieme, che cosa/chi li ha spinti a compiere alcune scelte, come possono continuare a sperimentare la gioia di questi momenti. È bene che emerga che seguire Gesù è ascoltare la sua Parola, incontrarlo nei sacramenti, ma anche testimoniare con la vita il suo amore.

I ragazzi si confrontano lampadacon il brano della Lettera di Giacomo (2,14-18).
Il catechista mostra al gruppo altre due tessere che rappresentano una, alcune opere della carità, l’altra, l’immagine di una lampada che pone lungo la strada realizzata nell’attività precedente.
Egli orienta in questa direzione: aiuta i ragazzi a comprendere cosa sia la fede: un dono che deve essere riconosciuto, accolto, vissuto pienamente; una fede che non possiamo solo professare, ma che si realizza compiendo scelte di bene, per la nostra vita e per quella dei fratelli e delle sorelle.
Giacomo ci parla delle opere, dei frutti di bene che ciascun cristiano è chiamato a «portare» e di come questi frutti siano il segno visibile della presenza viva di Gesù in noi.
Gesù ci invita ad essere luce nel mondo e ad avere il coraggio di esserlo per testimoniare il suo amore e la sua bontà.

Il gruppo è invitato, ora, a conoscere l’esperienza molto significativa di una persona chbambinie ha scelto di donare la sua vita per il bene degli altri, di impegnarsi, anche in terre lontane, per portare l’aiuto concreto, fatto di cibo, di medicine, di vaccinazioni a favore di bambini, poveri e ammalati della foresta equatoriale del Congo (Africa), onde evitare l’estinzione delle popolazioni dei pigmei e dei bantu e comunicare, così, Gesù, con la vita. Si può vedere insieme il video, al seguente link http://www.gloria.tv/?media=173187 che mostra, appunto, «le opere di bene» che realizza Rino Martinez, cantautore e messaggero di pace, aiutato da medici e infermieri.
Una figura significativa che testimonia la bellezza della fede vissuta accanto ai più diseredati.
Al termine della visione il catechista invita i ragazzi a rappresentare, su una grande tessera, cosa li ha colpiti di più dell’impegno di questo testimone credibile della fede.

Il gruppo, a questo punto, si ritrova in chiesa per un momento di preghiera che aiuta i ragazzi a ringraziare il Signore per il dono della fede.donare
Si proclamazione questa Parola: Gc 2, 14-18.
In risposta alla Parola, ogni ragazzo riceve una tessera sulla quale è invitato a scrivere la sua opera di bontà, il frutto di bene che rende concreta e viva la sua fede.

E per finire il gruppo si impegna a individuare un progetto di solidarietà grazie al quale i ragazzi possano sentirsi protagonisti e testimoni della loro fede. Il tempo estivo diventa un tempo dedicato a portare frutti di bene verso chi ha bisogno di un sorriso e di un gesto di carità.
Segno: si consegna un panino da portare a casa e da condividere con i propri familiari.

Questi e molti altri suggerimenti per la catechesi dei ragazzi nel numero di Maggio di Catechisti Parrocchiali

Per info, abbonamenti e novità:

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Ciak, si gira!_Innamorarsi a Manhattan

SCHEDA TECNICA 

Titolo originale: Little Manhattan – Innamorarsi a Manhattan
Genere: Commedia
Regia: Mark Levin
Interpreti: Josh Hutcherson: Gabe; Charlie Ray: Rosemary; Bradley Whitford: Adam; Cynthia Nixon: Leslie; Willie Garson: Ralph; Josh Pais: Ronny; Tonye Patano: Birdie; Mike Chat: se stesso.
Nazionalità: Stati Uniti
Distribuzione: 20th Century Fox
Anno di uscita: 2005
Sceneggiatura: Jennifer Flackett
Fotografia: Tim Orr
Musiche: Chad Fisher
Montaggio: Alan Edward Bell
Durata: 90 min
Tematiche: Amore, Avventura, Bullismo
Adatto a: famiglie, ragazzi

QUALCHE PREMESSA

Nell’ accostarci al film ricordiamo di:

  • Non anticipare mai la trama
  • Se qualcuno dei ragazzi ha già visto il film invitarlo a non dare anticipazioni ai compagni
  • Prevedere almeno due incontri: il primo per la visione del film e le prime “riflessioni ad alta voce”, il secondo per trattare la tematica del film in modo approfondito, prevedendo qualche attività da far vivere ai ragazzi
  • Subito dopo la visione del film  avviare un brainstorming in modo che i ragazzi possano a caldo esprimere:
    • La tematica del film in una sola parola
    • Ciò che li ha colpiti di più
    • Ciò che invece non gli è piaciuto

—> Può essere utile riportare su un cartellone tutte le parole dette dai ragazzi in modo da poterle avere “sott’occhio” nell’incontro successivo.

ENTRIAMO NEL FILM 😉

TRAMA

New York. Manhattan. Gabe ha quasi 11 anni e si è sempre interessato solo di basket e videogiochi. Per lui e per i suoi compagni le ragazze sono da tenere lontane perchè il solo contatto basta per far “venire i pidocchi”. Poi, improvvisamente, al corso di karate Gabe incontra Rosemary, ragazzina vispa e vivace che in realtà conosce dai tempi dell’asilo, ma è proprio durante gli allenamenti che, per la prima volta, inizia a guardare l’altro sesso con occhi diversi e interessati. Da qui inizierà a capire e scoprire le gioie e le ansie della prima cotta della vita.

FOCUS ON

Il film ci invita a riflettere non solo sulla tematica dell’amore, ma soprattutto sui cambiamenti psicologici e fisici, che i ragazzi vivono durante la preadolescenza. Gabe potrebbe essere Alessio, Luigi, Massimo, insomma uno dei ragazzi del gruppo che seguiamo. Proviamo perciò a guardare la storia di Gabe e Rosmary come se a viverla fosse uno dei “nostri” ragazzi.

Focalizziamo l’attenzione su alcuni elementi mettendo in parallelo ciò che vivono i protagonisti con ciò che possiamo far vivere ai nostri ragazzi.

—> CAMBIAMENTI ESTERIORI

Gabe conosce Rosmary da quando frequentava l’asilo nido, ma solo dopo i 10 anni quando è con lei, inizia a sentire degli “strani rumori allo stomaco”; non è più abile nelle sue solite attività fisiche (giocare a basket, calciare il pallone, andare in monopattino…); cambia taglio di capelli; si guarda allo specchio; si interessa del suo aspetto fisico.

Invitiamo i ragazzi a cogliere i propri cambiamenti fisici! Non serve andare tanto dietro nel tempo, intorno i 10/11 anni i ragazzi, e soprattutto le ragazze, cambiano velocemente. Invitiamoli allora a pensare se stessi  prima e dopo l’estate, l’anno prima e l’anno dopo. Ognuno, avendo un foglio e una penna a disposizione può dividere il foglio in due, nel senso verticale e su una colonna scrivere PRIMA, su un’altra DOPO, così da elencare almeno tre elementi del proprio fisico di cui hanno notato il cambiamento. (Es. PRIMA: più basso, senza peli, seno piatto… ; DOPO: più alto, la prima peluria, il seno inizia a crescere…).

—> CAMBIAMENTI INTERIORI

Gabe inizia a sentirsi diverso, non capisce le strane sensazioni che prova quando è con Rosmary, non gli interessano più solo i videogiochi, lo sport, gli amici “maschi”. Inizia ad avere divergenze di opinioni coi genitori; dice  qualche bugia pur di stare con Rosmary; vuole un taglio di capelli “da grande”  non fatto dalla mamma. Non sa gestire quello che prova, vorrebbe dichiararsi ma ha paura.  

Sullo stesso foglio invitiamo i ragazzi a scrivere tre cambiamenti legati al carattere, riportando magari degli esempi pratici per facilitarli. (Es. PRIMA: la mamma sceglieva i vestiti per me secondo i suoi gusti; raccontavo ai miei genitori ogni cosa; non parlavo mai…; DOPO: decido cosa indossare, ho i miei gusti; sono diventato più silenzioso; sono diventato meno timido…).

—> DIFFERENZE RAGAZZO/RAGAZZA

Gabe e Rosmary pur essendo coetanei hanno un modo diverso di vedere le cose.

Portiamo il gruppo a cogliere le
differenze tra i due sessi: il modo di vivere il rapporto ragazzo/ragazza; il maturare prima delle ragazze (è vero? siamo d’accordo?…).

—> SEGNALI NON PAROLE

Gabe non riesce a esprimere a parole i sentimenti che prova, capisce di essere innamorato leggendo i segnali che il suo corpo lancia.

Incoraggiamo i ragazzi a leggere i segnali del proprio corpo; invitiamoli a esprimere in parole quello che provano in determinate situazioni, per esempio quando vedono la persona che gli piace o semplicemente quando ascoltano il loro cantante preferito o, ancora, quando si incontrano con il proprio migliore amico. Questo è un modo utile per educare i ragazzi a esprimersi, a dar voce a quello che provano. Gli altri non sempre riescono a leggerci nel pensiero e questo può creare incomprensioni (come accade ai due protagonisti del film ma anche ai genitori di Gabe).

—> SOTTOLINEARE IL POSITIVO

Il film non ha propriamente un lieto fine, le strade di Gabe e Rosmary si separeranno e Gabe sostiene che “l’amore è una cosa orrenda a cui credono solo gli stupidi… e alla fine cosa ti resta? nient’altro che una manciata di MAGNIFICI ricordi, ricordi INCANCELLABILI. Ricordi che però Gabe non può che definire MAGNIFICI, ricordi che porterà dentro, ricordi che hanno segnato la sua vita. Nonostante le loro strade si separeranno il film si conclude sottolineando il positivo della storia tra i due protagonisti attraverso una carrellata dei momenti che hanno trascorso insieme.

I ragazzi del gruppo hanno già vissuto il loro primo amore? Sì? Come l’hanno vissuto? No? Come lo immaginano? Sia che i ragazzi siano o non siano stati innamorati, aiutiamoli a riflettere sul fatto che
ogni esperienza anche se non ha un lieto fine, arricchisce la nostra vita, ci aiuta a crescere, ci dona qualcosa che resterà sempre nostra. Proprio a tal fine proviamo, almeno per un attimo, a spostare l’attenzione dei ragazzi dalla storia di Gabe e Rosmary, a quella dei genitori di Gabe. Per tutto il film vivono separati in casa eppure conservano in sé il ricordo di tanti bei momenti vissuti insieme tanto che il riparlarne, seduti sul letto, riaccende quella fiamma d’amore che negli anni sembrava essersi spenta.

TEMATICHE COLLATERALI

Dal film emergono una serie di altre tematiche che seppur messe in secondo piano, in realtà influenzano la vita di Gabe: la separazione dei genitori; l’importanza del dialogo (Gabe capirà dagli errori dei genitori che è importante esprimere quanto si prova, pur rischiando di non ottenere ciò che si vuole e, proprio grazie al dialogo, si intuisce che i genitori cominceranno a riavere un rapporto); il bullismo subito dal compagno più grande; la solitudine di Rosmary, che pur vivendo in una famiglia per Gabe “perfetta”, in realtà passa tutto il tempo tra una lezione di ballo e una di musica insieme alla tata.

IN PRATICA: L’IDENTIKIT!

Una semplice attività per aiutare i ragazzi a riflettere ulteriormente su se stessi e sui cambiamenti propri e dell’altro sesso,  attraverso la collaborazione con gli altri componenti del gruppo!

A partire dalle riflessioni emerse durante l’incontro, utilizziamo i tanti foglietti compilati dai ragazzi per ricavare 4 identikit:

  1. bambino di 7/8 anni
  2. ragazzo di 11/12 anni
  3. bambina di 7/8 anni
  4. ragazza di 11/12 anni

Possiamo invitare i ragazzi a lavorare in gruppi di circa 4/5 membri (misti di ragazzi e ragazze) in modo che tutti possano essere coinvolti e ogni gruppo possa elaborare uno dei 4 identikit attraverso un disegno o  una sagoma, costruita ritagliando cartoncini o una carta d’identità o una piccola rappresentazione scenica… I ragazzi hanno una grande creatività che va incoraggiata ma è sempre buono avere delle modalità da poter suggerire lì dove i ragazzi dovessero trovarsi a corto d’ idee. Ogni gruppetto a fine lavoro presenterà il proprio identikit che fungerà da sintesi per la tematica affrontata e magari da spunto per un ulteriore dibattito 😉

Ricordate ai ragazzi che dagli identikit devono emergere le caratteristiche che sono emerse durante il dibattito e le riflessioni che hanno seguito il film!

OKKIO!

  • Non dimentichiamo che pur conoscendo i ragazzi da un paio di anni, i cambiamenti avvengono spesso in modo repentino perciò guardiamo sempre con occhi “nuovi” i ragazzi pronti a conoscerli in ogni loro cambiamento
  • Non tutti i ragazzi hanno già avuto la loro prima cotta perciò attenzione a non farli sentire dei “diversi”, come se fosse impossibile che ancora non gli piaccia una ragazzina
  • Non sminuire e non ritenere esagerato quanto provano i ragazzi! Per loro tutto è amplificato: i sentimenti, il tempo… (per Gabe 2 settimane e mezzo sono un’eternità così pure due giorni senza vedere Rosmary)
  • Sebbene Gabe sia un ragazzo, per le ragazze il modo di vivere la prima cotta non è molto diverso

Dalia Mariniello

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—> Scheda del film Innamorarsi a Manhattan<—

Puoi trovare il dvd di Innamorarsi a Manhattan —> QUI 😉 <—