“A voi giovani, che naturalmente e istintivamente fate della «voglia di vivere» l’orizzonte dei vostri sogni e l’arcobaleno delle vostre speranze, chiedo di diventare «profeti della vita». Siatelo con le parole e con i gesti, ribellandovi alla civiltà dell’egoismo che spesso considera la persona umana uno strumento anziché un fine, sacrificandone la dignità e i sentimenti in nome del mero profitto; fatelo aiutando concretamente chi ha bisogno di voi e che forse senza il vostro aiuto sarebbe tentato di rassegnarsi alla disperazione.
La vita è un talento(cfr Mt 25, 14-30) affidatoci perché lo trasformiamo e lo moltiplichiamo, facendone dono agli altri. Nessun uomo è un «iceberg» alla deriva nell’oceano della storia; ognuno di noi fa parte di una grande famiglia, all’interno della quale ha un posto da occupare e un ruolo da svolgere.
L’egoismo rende sordi e muti, l’amore spalanca gli occhi ed apre il cuore, rende capaci di arrecare quell’originale e insostituibile contributo che, accanto ai mille gesti di tanti fratelli, spesso lontani e sconosciuti, concorre a costituire il mosaico della carità, capace di cambiare le stagioni della storia“.
Messaggio di Giovanni Paolo II in occasione della XI Giornata Mondiale della Gioventù
Da Maria, la mamma di Gesù, possiamo imparare come rispondere «sì» alla chiamata del Signore. Maria è benedetta fra le donne perché, resa piena di grazia, ha creduto alla parola del Signore ed è diventata la Madre di Dio. Il tempo libero dei nostri ragazzi diventa sempre più «impegnato»: il lunedì l’inglese, il martedì il tempo prolungato a scuola, il mercoledì in palestra… tante attività, una dopo l’altra. Così essi trascorrono i giorni, i mesi e gli anni senza sapere il «perché» delle loro azioni. È importante educarli a dedicare tempo a riflettere sulla loro vita, a pensare, insieme con papà e mamma, al loro futuro, e a scoprire che cosa il Signore vuole da loro. Seduti tutti in cerchio si domanda ai ragazzi se di recente hanno accolto in casa un parente o un amico perché ha dovuto lasciare la propria casa. Si lascia dire, poi si racconta una storia di vita: “È sera. Giusy, Teresa, il papà e la mamma, finalmente sono insieme dopo una giornata intensa. Mentre si cena, ecco lo squillo di nonna Luisa che non sentivano da una settimana. La mamma risponde e, dopo i primi secondi, ammutolisce…, poi le ultime parole: «Mamma, adesso su due piedi, non posso dirti niente, ti faremo sapere. Ciao». Stravolta comunica: «La nonna è in ospedale per una frattura del femore, fra alcuni giorni sarà dimessa e non potrà stare da sola, ci chiede di ospitarla». Improvvisamente il silenzio piomba su tutta la famiglia. Poi, uno dopo l’altro, con un filo di voce: «Con il mio lavoro, ho bisogno di tranquillità!» (il papà). «Il poco tempo libero che mi resta, dovrò dedicarlo a lei? E, poi, non abbiamo una camera libera!» (la mamma). «Io non voglio una vecchia malata tra i piedi! Sai che rompi!» (Teresa). «Nella mia cameretta posso fare spazio alla nonna!» (Giusy). Il giorno dopo, i genitori comunicarono alla nonna che sarebbero andati a prenderla in ospedale. Giusy si mette all’opera; raccoglie in uno scatolone le cose che ingombrano e con l’aiuto del papà fa spazio al letto della nonna. Con il suo arrivo la vita di Giusy è totalmente cambiata. Rinunzia ad alcuni impegni per stare con la nonna. In breve tempo è come ammaliata dai suoi racconti di vita e annota su un taccuino le brevi risposte che riceve alle sue tante domande. Non avrebbe mai pensato che rileggendole, dopo qualche anno, vi avrebbe trovato tanta saggezza e luce per la sua vita.“
Può seguire una breve riflessione: Giusy e Teresa, due modi diversi di rispondere al bisogno della nonna. Chi delle due ci ha perso? Chi ci ha guadagnato? Come? Anche a una ragazza di Nazaret, villaggio della Palestina, 2000 anni fa è capitato qualcosa come a Giusy.
In seguito ci si sposta verso l’angolo della Parola, prima preparato, con il segno della mangiatoia ben visibile. Il catechista racconta di Maria di Nazaret, fidanzata di Giuseppe. Come con lui faceva i suoi progetti per il futuro, quando un angelo le annuncia il progetto che Dio ha per lei: «Sei chiamata ad essere la madre di Gesù…». Immaginiamo Maria: «Ma come può succedere una cosa del genere? Io sono solo fidanzata con lui!». L’angelo la rassicura: «Non temere! È tutto opera dello Spirito Santo… Nulla è impossibile a Dio!». Maria diventa, così, grembo(mangiatoia) che accoglie Gesù: «Eccomi! Sono pronta a fare ciò che Dio vuole» (Lc 1,26-38).
Prendendo spunto dalla Parola può seguire una piccola riflessione: come Dio ha chiamato Abramo, Mosè, Maria, chiama noi oggi a realizzare il suo progetto d’amore. Si fa presente nella nostra vita, nei bisogni dei poveri e dei sofferenti. Egli vuole costruire con noi il nostro futuro. Siamo prossimi all’Avvento, il tempo in cui i cristiani si preparano a celebrare il Natale di Gesù. Le nostre città sono illuminate.
Accendiamo anche noi una luce: prepariamo insieme due mangiatoie porta lumino. Individuiamo una persona che vive da sola e, d’accordo con i genitori, un pomeriggio di catechesi andiamo a farle visita (o facciamo in modo che partecipi al nostro incontro). Ci interessiamo alla sua giornata e raccontiamo dei nostri incontri di catechesi. Poi promettiamo di pensare spesso a lei e, come segno della nostra amicizia, le facciamo dono della mangiatoia-porta lumino con l’invito di accendere la luce quando si sente maggiormente sola. La luce e il calore della fiamma ci renderà incredibilmente presenti.
Questi e molti altri suggerimenti per la catechesi dei ragazzi nel numero di Novembre di Catechisti Parrocchiali
Non abbiate paura, forza, coraggio, sono con voi, ho fiducia in voi… Tante volte Giovanni Paolo II si è rivolto ai giovani con queste parole, esortandoli con amore a non avere paura di SPALANCARE LE PORTE A CRISTO, a non aver paura di seguirlo, di metterlo al centro della propria vita, di annunciarlo senza vergogna nelle piazze, tra la gente, nei luoghi del vivere quotidiano! Oggi vogliamo ricordare questo grande papa proprio attraverso frammenti di alcune omelie e discorsi che in varie occasioni ha rivolto ai “suoi cari giovani”!
NON ABBIATE PAURA DI ESSERE GIOVANI
Non abbiate paura della vostra giovinezza e di quei profondi desideri che provate di felicità, di verità, di bellezza e di durevole amore! Si dice qualche volta che la società ha paura di questi potenti desideri dei giovani e che voi stessi ne avete paura. Non abbiate paura! Quando io guardo a voi, giovani, sento una grande gratitudine e speranza. Il futuro a lungo termine nel prossimo secolo sta nelle vostre mani. Il futuro di pace sta nei vostri cuori. […] Dovete essere persone con una profonda fiducia nell’uomo ed una profonda fiducia nella grandezza della vocazione umana.
Messaggio per la XVIII Giornata Mondiale della pace
NON ABBIATE PAURA DELLA VERITÀ!
Alcuni di voi possono esser tentati di rifuggire dalle responsabilità: negli illusori mondi dell’alcool e della droga, nelle fugaci relazioni sessuali senza impegno per il matrimonio e la famiglia, nell’indifferenza, nel cinismo e perfino nella violenza. State in guardia contro l’inganno di un mondo che vuole sfruttare o far deviare la vostra energica e potente ricerca della felicità e del senso della vita. Ma non evitate la ricerca delle risposte vere alle domande che vi stanno di fronte. Non abbiate paura!
Messaggio per la XVIII Giornata Mondiale della Pace
NON ABBIATE PAURA DI ANNUNCIARE IL VANGELO!
Non abbiate paura di andare per le strade e nei luoghi pubblici, come i primi Apostoli che hanno predicato Cristo e la Buona Novella della salvezza nelle piazze della città, dei centri e dei villaggi. Non è tempo di vergognarsi del Vangelo. È tempo di predicarlo dai tetti. Non abbiate paura di rompere con i comodi e abituali modi di vivere, al fine di raccogliere la sfida di far conoscere Cristo nella moderna “metropoli”. Dovete essere voi ad andare “ai crocicchi delle strade” e a invitare tutti quelli che incontrate al banchetto che Dio ha apparecchiato per il suo popolo. […] Cristo ha bisogno di operai pronti a lavorare nella sua vigna. Giovani cattolici del mondo, non deludetelo. Nelle vostre mani, portate la Croce di Cristo. Sulle vostre labbra le parole di Vita. Nei vostri cuori la garanzia salvifica del Signore.
Omelia a Denver – 15 Agosto 1993
NON ABBIATE PAURA DI ESSERE SANTI!
Perseverate con fermezza accanto a Cristo, perché lui rimanga in voi!Non permettete che nei vostri cuori si spenga la luce della santità! Non abbiate paura di aspirare alla santità! Non abbiate paura di essere santi!Del secolo che volge al suo termine e del nuovo millennio fate un’era di uomini santi!
Omelia per la canonizzazione della Beata Kinga – 16 giugno 1999
Prima di leggere altro, ognuno di voi rientri nella propria mente e vada a scoprire quali sono le parole che in questo momento stanno animando (o offuscando…) mente,cuore, desideri… e poi ancora una volta, prima di pensare ad altro tornate qui, tra queste righe.
Ci siete? Vi aspettavamo, perchè lo sappiamo tutti, i viaggi nella nostra mente sono lunghi e spesso poco lineari. Luce, buio, nebbia… tutto si sussegue e si interseca. Ma tra tutte le parole che vi abitano, vorremmo ce ne potesse essere una UNA in particolare. Una parola unica e dal potere enorme di poter cambiare ciò che tocca, soprattutto se riesce a toccare una vita.
Questa Parola è Gesù Cristo e il suo vangelo, la sua notizia straordinariamente folle, consegnata all’umanità di tutti i tempi. Lui è la Parola che sola può renderci nuovi: nuova vita, nuova creatura, nuova mente, nuove idee, nuovo modo di credere e di scegliere come vivere.
Lui c’è… c’è sempre stato, ma noi? Dove siamo noi?
Ci sentiamo tutti, ancora una volta scelti, chiamati, attraverso quel sorriso, che facendoci sentire unici, ci dice:
“Dai! Vieni! Che aspetti? Sono qui per te, sono con te,
cosa hai da temere?”
Vieni allora, vieni con noi, incontro alla Parola…ti proponiamo di vivere insieme un cammino di spiritualità e formazione.
Ogni mese andremo on line con riflessioni, tracce di preghiera e adorazioni, che potrai scaricare e valorizzare personalmente o, se sei educatore o catechista, anche con il tuo gruppo.
Dal 30ottobre al 29 giugno ti aspetteremo con…
Saremo on line:
30 ottobre
24 novembre
22 dicembre
a Gennaio insieme verso il tempo ordinario
23 febbraio
15 marzo
in aprile Triduo Pasquale on line
17 maggio
29 giugno
Nella paginaINCONTRI ONLINE troverai di volta in volta i link aggiornati!
Gli incontri sono dedicati a tutti coloro che si ritengono giovani nella fede e desiderano vivere a ritmo del Vangelo, perchè la fede possa diventare vita e la vita possa essere impastata di fede.
Non c’è età, nè città, provienza che possa diventare un ostacolo. Chi desidera vivere con passione e serietà è e sarà il benvenuto.
A presto cari amici blogger, sarà una grande gioia condividere con voi questo cammino di Grazia.
Il nostro tempo ci invita, ci spinge, ci obbliga a guardare il Signore e ad immergere in una umile e devota meditazione del mistero della suprema potestà dello stesso Cristo. […] La potestà assoluta e pure dolce e soave del Signore risponde a tutto il profondo dell’uomo, alle sue più elevate aspirazioni di intelletto, di volontà, di cuore. Essa non parla con un linguaggio di forza, ma si esprime nella carità e nella verità.
Il nuovo Successore di Pietro nella Sede di Roma eleva oggi una fervente, umile, fiduciosa preghiera:
“O Cristo! Fa’ che io possa diventare ed essere servitore
della tua unica potestà!
Servitore della tua dolce potestà!
Servitore della tua potestà che non conosce il tramonto!
Fa’ che io possa essere un servo! Anzi, servo dei tuoi servi”.
Fratelli e Sorelle! Non abbiate paura di accogliere Cristo e di accettare la sua potestà! Aiutate il Papa e tutti quanti vogliono servire Cristo e, con la potestà di Cristo, servire l’uomo e l’umanità intera!
Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!
Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo lui lo sa! Oggi così spesso l’uomo non sa cosa si porta dentro, nel profondo del suo animo, del suo cuore. Così spesso è incerto del senso della sua vita su questa terra. È invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione. Permettete, quindi – vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia – permettete a Cristo di parlare all’uomo. Solo lui ha parole di vita, sì! di vita eterna.
Omelia di Giovanni Paolo II per l’inizio del Pontificato Domenica 22 Ottobre 1978
Noi accogliendo il desiderio del nostro fratello Agostino Cardinale Vallini, nostro Vicario generale per la Diocesi di Roma, di molti altri fratelli dell’Episcopato e di molti fedeli; dopo aver avuto il parere della Congregazione delle cause dei Santi, con la nostra autorità Apostolica concediamo che il Venerabile servo di Dio Giovanni Paolo II Papa, d’ora in poi sia chiamato Beato e che si possa celebrare la sua festa nei luoghi secondo le regole stabilite dal diritto ogni anno il 22 Ottobre.
In tanti avete partecipato al primosondaggiosu Giovanni Paolo II e, fino a oggi, le parole più cliccate, le parole che hanno cambiato la vostra vita, che sono state motivo di incontro personale con Dio sono:
Seguendo ogni giorno il sondaggio e leggendo i vostri commenti, ho avuto la possibilità di riflettere su quanto questo straordinario Papa fosse vicino alle persone e quanto le sue parole abbiano inciso e incidono tutt’ora sulla vita di ognuno di noi.
Ma possono solo rimanere parole?
Le parole potrebbero diventare azioni? E le azioni atteggiamenti, gli atteggiamenti un carattere e un carattere un destino?
Giovanni Paolo II ci suggerirebbe di spalancare le porte a Cristo, di prendere in mano la nostra vita, di farne un capolavoro per accendere nel mondo il fuoco del bene, del coraggio, dell’amore, dell’ amicizia, della fiducia… di DIO!
“CARI GIOVANI – direbbe – SIATE LE SENTINELLE DEL NUOVO MATTINO“.
Siamo in cammino… ancora una volta zaini sulle spalle, tappetini arrotolati, cappellini in testa e tutto è in moto per raggiungere Cuatro Vientos, il luogo in cui incontreremo Benedetto XVI e, con lui, incontreremo faccia a faccia il Signore nell’Eucaristia… vegliando!
Si tratta di partire però, di mettersi in cammino, di non decelerare, di vivere fino in fondo ciò che fino a oggi ci ha toccato, provocato, spinto in avanti. Le folle si mettevano in cammino per andare verso Gesù, i discepoli lo incontrano camminando verso Emmaus, Paolo andando verso Damasco… Incontrarlo comporta uscire da noi stessi e iniziare quel viaggio che l’orante biblico, definisce SANTO; un viaggio oltre noi stessi, per scoprire Dio; un viaggio che, paradossalmente, ci riporta al centro di noi stessi, perché è lì che Dio vive in noi.
In cammino, allora, cari amici blogger! In cammino con il cuore, mettendo in moto ogni energia, tutto ciò che in noi vibra!
In cammino, pronti per accogliere il Signore, che si farà viandante sulle via della vita.
Oggi vi salutiamo così, con queste brevi righe, perché di fatto, tanti saranno i modi che i potenti mezzi di comunicazione vi metteranno a disposizione per seguire in diretta il grande evento mondiale dell’incontro dei Giovani con il Santo Padre.
Sia per tutti, noi e voi un reale incontro con Dio!
In cammino… pregando Sono in cammino, Signore! Ma non bastano le gambe per camminare… Il cuore, la mente, i desideri, le ferite, i sogni, la mia storia, tutto di me, oggi, desidera mettersi in cammino. Muovo passi decisi nella vita e la vita mi insegna la prudenza. Tento passi timidi, ma la vita mi chiede audacia e capacità di perdere. Con paura, spesso avanzo, e la vita mi insegna il coraggio. Ogni giorno, vorrei avanzare e indietreggiare
per non perdere le posizioni guadagnate e la vita mi chiede di scegliere senza rimpianti.
Eppure tante volte la strada si fa pesante, Signore; mi appesantisce la storia… vorrei lasciar perdere, tentare altre strade, darla vinta alla stanchezza…
E tu sussurri al mio cuore:
«Coraggio, non temere, io sono con te». Urla, il tuo amore immenso, al mio amore ferito «Abbi fiducia in me!». Le tue Parole mi scuotono, Signore: «…perché non capite ancora?
Avete occhi e non vedete, orecchi e non sentite!».
Apri Signore, spalanca le porte del mio cuore, tocca il buio che mi vive dentro e mi rallenta, riempi di luce la mia vita, rendi trasparente gli spazi più oscuri del cuore.
«Venite con me, imparate da me, riposatevi un po’. Bevete l’acqua fresca del mio amore: è per sempre. Mangiate la mia vita: è per voi. E andate… andate con l’entusiasmo di un cuore che ama, correte spinti da una volontà audace e temeraria, non fermatevi davanti alla paura di perdere, andate e, con la vita, cantate al mondo la pienezza del mio amore».
Cari amici… da questo momento pensateci tutti in cammino… non sappiamo quanto riusciremo a raggiungervi, perché con ancora più forza questi due prossimi giorni saranno segnati dall’essenzialità e dall’incertezza… ma camminiamo, certi di incontrare Dio… e se avremo possibilità per condividerlo con voi, state certi che lo faremo con gioia!
Secondo giorno di Catechesi a Madrid dal tema Radicati in Cristo, radicati in colui nel quale ritroviamo noi stessi e la nostra identità! Radicarsi in Cristo instaurando con lui un rapporto personale, di intesa, imparando a parlare la stessa lingua perchè possiamo essere sempre raggiungibili per ricevere i suoi SMS!!!
Queste alcune delle parole del vescovo Mons. Diego Coletti della diocesi di Como che ha saputo davvero attirare l’attenzione di tutti i giovani presenti scatenando in più momenti il sorriso e la risata!!! Chiaro, conciso, concreto e simpatico!
Durante la catechesi c’è stata anche una breve testimonianza vocazionale di Suor Anna Nobili, ex ragazza immagine diventata suora dopo aver scoperto che il vero amore che cercava riusciva ad averla proprio da Dio ed è per lui che gira il mondo portando la sua testimonianza e danzando per annunciare il Vangelo!!!
Leggiamo ora alcuni dei commenti lasciati sotto la tenda:
Simona – Brescia: “Se ti serve chiamami scemo, ma io almeno credo”
Chiara – Italy: Grazie Signore per questo dono
Fabiola – Spain: Gracias Segnore, por estas dìas en la jmj, y por la compania con la que estoy. Espero que nos puedem unos dìas cargatos de emotion y allegria 🙂
Maye Caracas – Venezuela : “Solo Dios conoce tus deseos mais profundo”
Per oggi solo alcuni dei centinaia di messaggi lasciati sul nostro mega poster… ma ora vi salutiamo per dirigerci ad accogliere il papa a piazas Cibeles!!! Domani cercheremo di aggiornarvi!!! A tutti buon pomeriggio!
“Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fiducia in Dio e abbiate fiducia in me”… e la raccomandazione continua: “Vi prenderò con me, non vi lascerò, dove sono io sarete anche voi”…
E tutto l’umano che è in noi, di fronte a queste parole urla: “Come Signore? Come continuare ad avere fiducia in un mondo che spesso ci porta all’asfissia, ci toglie l’anima, o ci chiede di scendere a compromessi? Quali vie percorrere per non perdersi? Dove andare per trovare la felicità?”. E’ questo per noi, il suono di quella domanda che sulla bocca di Tommaso suonava così: “Non sappiamo dove vai, come possiamo conoscere la via?”. Il dubbio, il timore è lo stesso… conoscere, sapere, gestire.
Ma la risposta, rispetto alle nostre molteplici soluzioni è una! Non vie, ma la Via… questa occorre seguire. Non ci sono infinite possibilità, ma un’unica proposta: il Vangelo da ascoltare, seguire e trasformare inrealtà. Già… perchè il Vangelo non è carta morta, ma viva. Non è libro, ma persona. Il Vangelo è la straordinaria notizia, sempre attuale, del Dio PRESENTE nella storia di tutti, nella vita di tutti e perciò, anche nella TUA.
I migliaia di pellegrini presenti qui a Madrid, oggi riflettono sulla grande necessità dell’essere radicati in Cristo, o forse meglio, del lasciarsi radicare in lui. Avete presente la bellissima parabola della casa sulla Roccia? Ebbene, così, dice Gesù, dovrebbe essere la nostra vita: radicata, fondata, costruita sulla roccia della sua Vita e della sua Parola. La nostra vita come una casa solida che non crolla, anche se sbattuta dagli imprevisti e impetuosi venti degli eventi e situazioni che ci sconvolgono ogni giorno. La nostra vita una casa su cui noi investiamo tempo ed energie per costruire solide fondamenta.
Cari amici, mi permettete di uscire dalla poesia della metafora? Mi permettete di andare oltre e arrivare al concreto?
Tutti i giorni penso a quella casa, alla mia vita, e mi chiedo se le sue fondamenta siano realmente sulla roccia – Gesù… Me lo chiedo perché non posso e non voglio ignorare che costruire richiede sforzo, tenacia, determinazione. Me lo chiedo perché non posso ignorare che le prospettive a cui questo mondo ci abitua sono più comode, flessibili, adattabili al nostro umore e desideri, mentre la roccia è una, dura, forte… e richiede lavoro costante.
La sabbia… tutti quei compromessi, aggiustamenti, gratificazioni, appagamenti, vie possibili da seguire, almeno per un po’ e poi poter lasciare a cuor leggero… giustificandoci in nome delle libertà e di una felicità sempre cercata e forse mai veramente sperimentata.
La roccia… una, dura, forte, fedele, sicura… la roccia-radice che trattiene a sè, non molla, non lascia andare, non respinge al mittente. La Roccia che a causa di quella casa in costruzione viene colpita, ferita e perde parte di sè, perchè le fondamenta siano radicate in modo solido… e allora andiamo di nuovo fuori metafora.
La casa: la nostra vita costruita sulla roccia.
La Roccia: Gesù Cristo colpito, spezzato, ferito perché la nostra casa diventi solida e fondata su di Lui.
Non so quanto ci pensiamo… quanto realmente pensiamo alla nostra vita spirituale come a una linfa che da Dio passa a noi, come alla sua stessa vita che noi riceviamo grazie alla sua passione, morte e risurrezione. La Roccia si spezza mentre in essa vengono edificate le fondamenta e così casa e Roccia diventano un’unica cosa. Ma è sulla roccia che la casa viene costruita e non prima… adeguando la roccia a se stessa.
Fermiamoci ora! A questo punto e riascoltiamo con gli orecchi del cuore la Parabola, detta oggi a noi come nuova… come se fosse la prima volta…
Lc 6, 46-49
Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico? Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene. Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la distruzione di quella casa fu grande”.
Ribadisco: è sulla roccia che la casa viene costruita e non prima… adeguando la roccia a se stessa. E’ la Roccia-Gesù a essere la Via da seguire. Non esistono modi per adeguare il Vangelo a noi, sarebbe solo strategie di compromesso, capaci di illudere noi stessi e altri.
Una è la Via… tra le vie, molteplici e possibili, UNA è la Via della Vita, della gioia vera, della felicità che non muore, della vita che può generare vita, dell’amore che può salvare, donare perdono, ricominciare.
Oggi ognuno di noi chieda a se stesso: quale via, Signore, mi chiedi di vivere? La tua Via è concretezza di amore… Perdono? Pazienza? Attesa? Dono gratuito? Generosità? Fiducia? Fedeltà?
“La tua Via diventa atteggiamento reale da vivere, Signore, suggerisci al mio cuore cosa vivere, come vivere, come costruire Vangelo ogni giorno”
E sia questa la nostra preghiera, oggi!
Guarda il video: RADICATI E FONDATI IN CRISTO
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