Archivi categoria: conversione

Campo online_Triduo Pasquale 2011/ Veglia del giovedì Santo

Giovedì Santo/Veglia: Chi ci separerà

Chi ci separerà dall’amore di Dio? E’ la grande domanda posta da san Paolo ai Romani, che permette all’apostolo di costruire il grande inno all’amore di Dio, resosi visibile, concreto e tangibile in Gesù Cristo, nella croce, nel dono totale della sua vita. È la grande domanda che in questa particolare notte risuona forte nel nostro cuore, come nel cuore di ogni credente. È la domanda che mette noi in discussione e permette a Dio di sconvolgere i nostri equilibri instabili e fare breccia nei nostri muri. Ci sono forze in noi, spazi a volte sconosciuti, abitati da desideri, da timori, da ricordi e da sensazioni, che spesso ci danno l’impressione della lontananza, della distanza interiore tra la nostra vita e il suo amore. Eppure sulla nostra realtà concreta, con tutte le sue energie e tutte le rigidità, viene proclamata la grande certezza: nulla, né morte, né vita, né presente, né futuro potrà mai separarci dal suo amore. Questa è la certezza di Dio che oggi interpella la nostra vita. Questo è il dono che gratuitamente ci viene donato.


Rm 8, 31 – 39

Se Dio è per noi, fratelli carissimi, chi sarà contro di noi? Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui? Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio giustifica. Chi condannerà? Cristo Gesù, che è morto, anzi, che è risuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per noi? Chi ci separerà dunque dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Proprio come sta scritto: Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno, siamo trattati come pecore da macello. Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore.

«Pensa, prega, agisci in me. Io in te, tu in me. Lo sai, è questo il mio desiderio di intimità con te. Io sto di continuo alla porta della tua anima e busso. Se ascolti la mia voce e mi spalanchi la porta, allora entro in casa tua e ceniamo insieme. Non preoccuparti del menù. Ogni volta provvedo io al banchetto e la mia gioia sta nel vederlo assaporare in modo da essere sempre più idoneo a donarmi ai tuoi fratelli. Pensa a loro pensando a me. Assumili lasciandoti assorbire in me. Vivi con me come l’Amico che mai si abbandona. Non mi lasciare con la volontà, non mi lasciare con il cuore, cerca di lasciarmi il meno possibile anche con la tua mente. Sii attento alla mia Presenza, al mio Sguardo, al mio Amore, alla mia Parola.
Alla mia presenza
.
Sai bene che sono presente, vicino a te, in te e negli altri. Ma altro è saperlo, altro è provarlo. Chiedimi spesso questa grazia. Essa non sarà rifiutata alla tua preghiera umile e perseverante. Essa è l’espressione più concreta di una fede viva e di una carità ardente.
Al mio Sguardo. Sai bene che i miei occhi non si distolgono da te.
Al mio Amore. Sai bene che sono l’Amore, ma lo sono ancor di più di quanto tu lo sappia. Adora e abbi fiducia. Le sorprese che ti riservo sono molto più belle di quanto tu possa immaginare. Il tempo del dopo-morte sarà quello della vittoria del mio Amore su tutti i limiti umani, purché non siano stati deliberatamente voluti come ostacolo contro di esso. Sin da oggi, chiedimi la grazia di una percezione più acuta, più intuitiva di tutte le delicatezze del mio immenso Amore verso di te».

G. Courtois, Quando il Maestro parla al cuore

Campo online_Triduo Pasquale 2011/1° giorno

Mercoledì 20 Aprile 2011: Start si parte!

Benvenuti cari amici e amiche, fratelli e sorelle nel prezioso cammino della fede.

Benvenuti a tutti voi che avete scelto di vivere con noi questa importante preparazione alla Pasqua. Non si tratta di sostituire quanto la Chiesa ci propone, tutt’altro!

La proposta desidera essere un cammino di accompagnamento per vivere con pienezza e maggiore consapevolezza tutto ciò che la liturgia ci propone e che il mistero Pasquale ci invita a contemplare.

Non siamo chiamati a fare memoria. Non ci è chiesto di raccontare un’antica storia. Tutti, nella nostra personale situazione, siamo invitati a seguire i passi di Gesù per far sì che il dono d’amore che in Lui si compie, possa diventare realtà anche nella nostra vita personale, familiare, ecclesiale e sociale.

A tutti, buon cammino verso la Pasqua, perché sia passaggio reale verso la vita!

Riflessione

Camminare sugli stessi passi di Gesù, significa concretamente metterci sulle sue orme, seguire le sue tracce nella storia, attingere dai suoi incontri e dai suoi dialoghi con la gente, per imparare la sua logica, il suo stile, la sua stessa proposta d’amore. Chi è il Gesù di Nazareth che per noi dà la sua vita? Chi è quel maestro che per i suoi discepoli, per chi lo tradisce, per ogni figlio di donna sulla terra offre tutto se stesso? Prima di andare oltre, prima di arrivare a conclusioni affrettate, conosciute e spesso troppo scontate andiamo ad attingere all’esperienza concreta di chi ha vissuto con lui, di chi lo ha conosciuto, di chi ha sperimentato nella concretezza del vivere la forza trabordante del suo amore.

SUI PASSI DI GESÙ…

 …con Maria di Magdala

[…]Già, io sì! Ho visto il Signore. È risorto, è qui. È vivo oggi tra voi, come ieri con me. Io ho visto, ho creduto, ho annunciato agli altri il suo amore, la sua presenza nella mia vita, quell’incontro, prima a Magdala, per le vie della mia città, poi a Gerusalemme, durante il processo, sotto la croce, nel giardino davanti al sepolcro: l’ho incontrato e quell’incontro mi ha cambiato la vita.

…con Giuda

 […]Avvicinatevi alla mia storia in punta di piedi e vi prego leggete, ma non imitatemi! Quanto fu lunga quella notte… Se avessi creduto in lui… se non avessi puntato su me stesso… se mi fossi fidato di lui… oggi anche io come Pietro… sarei vivo e la mia sarebbe una meravigliosa testimonianza del suo amore. Anche io sarei un perdonato e potrei raccontarvi l’intensità di quello sguardo che ti incontrava per strada, quasi per sbaglio e ti faceva sentire amato. Lui conosceva il mio cuore: piccolo, fragile, così spudoratamente orgoglioso… ma mi ha amato e ha creduto in me…

…con Pietro

Quella notte… i suoi occhi mi hanno zittito… hanno fatto tacere tutte le mie povere promesse. In quella notte assurda, tutto sembrava senza senso… gli altri lo accusavano e noi, i suoi discepoli, lo avevamo tradito, abbandonato, lasciato solo a soffrire…  se noi avessimo testimoniato… se le nostre parole lo avessero difeso… se tutti quei guariti avessero parlato… Quanti se potrei dirvi… ma non serve. Resta solo una verità: il peso del mio tradimento e la grandezza del suo perdono. Tre volte l’ho tradito e per tre volte lui mi ha chiesto di amarlo. Quanto è grande il suo amore! Sì, mi ha amato… senza che potessi ricambiare nulla. E se oggi dovessi dire quale sia stato il momento in cui ho sentito in modo più forte il suo amore, vi racconterei ancora di quella notte, quando tradito dalle mie parole, mi ha guardato e senza dire nulla, senza smentirmi, il suoi occhi mi hanno detto: «Coraggio Pietro, sono io, il Signore, non temere!»

…con Paolo

Quel Gesù ucciso, morto sotto gli occhi di tanti… quel Gesù il cui sepolcro era stato trovato vuoto era apparso a me, ma non dal nulla, materializzandosi come un fantasma. La sua visione, sotto forma di luce e di voce, era realmente accaduta nel mio cuore. … io, ora, ero stato raggiunto dal quel Maestro di Nazareth, morto e risorto… ero stato incontrato da lui , in quella luce interiore, in quella sua voce così forte avevo incontrato Dio… lo avevo incontrato vivo, nel mio cuore! Ma quello che quel giorno, sulla via di Damasco è iniziata è una storia che ha continuato ad accadere nei secoli. Quel Maestro risorto, il Gesù Crocifisso, il cui amore ho sempre annunciato, continua a fare luce nella vita e nel cuore,a parlare e a rivelare il suo volto a chiunque voglia ascoltare.

Penso al loro incontro con Gesù e mi viene in mente il testo di Jovanotti: A te. Mi viene in mente la forza di un amore concreto che mentre tocca cambia la vita. Mi viene in mente l’estrema concretezza di un amore capace di aprire pugni chiusi, di dare quella fiducia forte al punto giusto da farti lasciare le spalle allo scoperto, da farti sollevare gli occhi bassi per ricominciare a credere e sperare. Ascolto e credo che in quel amore che Gesù ha fatto sentire ai suoi c’è tanto di quel amore che ogni uomo e donna prova, crede, spera, attende e desidera sentire nel proprio cuore e nella propria vita.
[…]
Amore concreto, amore reale… Amore che si china e rialza, amore che sbaglia e ricomincia, amore che dà e riceve, amore che dona senza misurare… amore…  amore che in Gesù e nei suoi mille incontri è divenuto realtà. Amore che ha toccato e guarito, amore che ha perdonato, amore che ha donato la possibilità di una vita nuova, amore che ha amato non il perfetto ma l’umano… quell’umano povero e fragile che spesso promette e non mantiene, che sogna e si ferma al primo ostacolo, che punta ai grandi orizzonti e si accontenta del nulla… 

Chi mi ama mi incontra, e lo fa sui sentieri della mia quotidianità, della mia semplice vita, delle mie storie complicate, dei miei tradimenti e allontanamenti, delle mie paure, dei miei sogni. Il vangelo, in tutte le sue sfaccettature ci riconsegna la concretezza di un Dio che è entrato nella nostra storia per salvarla, nella nostra vita per riscattarla in nome dell’amore.

«Al tuo amore concreto, Signore, rispondo concretamente? Le mie sono parole o sono scelte? Sono ipotesi lontane o sono progetti di vita? Tu mi ami e mi incontri… e io?»


Per chi volesse, può guardare il video della canzone A te di Jovanotti

Sui passi di Gesù: un deserto nella città! – Triduo pasquale online e non solo!

Si può vivere un triduo pasquale nella piena consapevolezza di ciò che si sta per celebrare?
Quante realtà e situazioni, quante risposte di fede ci passano accanto lasciandoci a metà strada tra l’indolenza e la tiepidezza?

Eppure sotto i nostri occhi si compie il grande mistero dell’amore di Dio, di cui il triduo pasquale diventa la più alta manifestazione.

La Domenica  delle Palme è il grande invito liturgico: la lunga e solenne lettura della Passione del Signore Gesù, ci spinge a guardare la verità del dono, ci chiede di lasciarci interpellare da un amore totale, ci sollecita a non dare nulla per scontato.

Possiamo allora ignorare il dono?
Possiamo coglierne solo una piccolissima parte?
Possiamo far finta che con o senza Dio sia la stessa cosa?

Chi di noi sceglierà di vivere il Triduo Pasquale, sarà chiamato a non calpestare l’amore con la superficialità, a non usurpare il dono sprecandolo, a non ignorare quel momento immenso in cui ancora una volta il Signore si lascerà spezzare per la nostra salvezza.

Come fare?

La proposta che come Figlie di san Paolo vi facciamo è di vivere insieme un deserto nella città; di far in modo che questi giorni siano attesa consapevole della Resurrezione. Siete tutti invitati a camminare con noi “Sui passi di Gesù”, ad arricchire le celebrazioni liturgiche “ufficiali” con tempi personali di riflessione e preghiera dedicati a Dio.

Tutti in cammino, allora, giovani in modo speciale, per vivere con noi il campo on line:

Per chi ha meno di 30 anni e vive a Napoli o dintorni, può partecipare ai momenti di preghiera, riflessione e condivisione che vivremo insieme ad altri giovani.

L’appuntamento è mercoledì 20 aprile, alle ore 16.30 nella comunità Paolina di Viale dei Colli Aminei, 32/A.
Mercoledì vivremo un momento introduttivo e gli altri appuntamenti proseguiranno secondo programma da giovedì 21 a sabato 23 aprile dalle 9.00 alle 15.00.

Da chi partecipasse a questi appuntamenti “reali”, attendiamo conferme di partecipazione, per  organizzare eventuali spostamenti.

Per info e dettagli contatta:

sr. Mariangela Tassielli – 3408404419 m.tassielli@paoline.it
sr. Silvia Mattolini – 3293395223 suorsilvia@ymail.com


Scarica il programma:

per i giovani fino a 30 anni – semiresidenziale: Programma per giovani

per tutti – on line: Programma del campo on line


Buona domenica!

Osanna al Figlio di Davide.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore:
è il Re d’Israele.
Osanna nell’alto dei cieli.

Antifona d’ingresso
DOMENICA DELLE PALME -Anno A-

La parola a…
Paolo Curtaz

Siamo talmente abituati alla morte di Dio, talmente riempiti di riflessioni e meditazioni, e stanche prediche sulla salvezza, da avere tutto chiaro, tutto colto, tutto imparato. Non ci serve null’altro. Al più qualche emozione resa possibile dalle nuove tecniche, dalla modernità e dai prodigi della tecnica, una cruenta passione come quella di Gibson, ma nulla di più.
E assistiamo ancora una volta al dono di Dio come se fosse una cosa dovuta, un evento banale, quasi abitudinario, presente ma debole, scontato ma inutile.
Peggio: ci fermiamo alla crosta, ascoltiamo e diciamo parole di cui non conosciamo veramente il significato.
Gesù è morto per noi.
E nessuno sente il bisogno di salvezza.
Egli è morto per i nostri peccati.
E noi stiamo attenti a sottolineare i peccati degli altri.
Ha donato se stesso.
E non sappiamo che farcene di questo dono.
Avessimo il coraggio di tornare a quei giorni, di riviverli, di lasciarci interrogare e scuotere! Avessimo il coraggio di osare perforare i Vangeli, di toglierli dalla patina di incenso che li avvolge per guardare negli occhi il Nazareno che ha deciso di donarsi fino in fondo.
Lo spettacolo è pronto, tutti i protagonisti sono al loro posto.
Ha inizio la morte di Dio.

Altro è dire: “Dio vi ama!”, altro morire.
Altro dire: “Il Padre vi perdona!”, altro pendere, nudo, da un palo.
E perdonare.

Una cosa è parlare, un’altra morire. Urlando.
Capiranno, gli uomini?
O Dio sarà uno dei tanti sconfitti della storia, dimenticati?

La posta in gioco è immensa: l’esistenza stessa di Dio.
Quanti crocifissi sono morti nella storia antica? Cinquecentomila? Un milione? Di quanti di loro ricordiamo il nome e la vita? Di nessuno.
Il rischio che Dio corre in questo gesto è quello di scomparire per sempre. L’uomo avrebbe continuato ad immaginarsi Dio con un volto proiettando in esso i propri desideri. O le proprie paure.
Gesù accetta, rischia, si dona.
Forse sarà tutto inutile, come insinua l’avversario nell’orto degli ulivi. Forse. L’agonia di Gesù, nell’orto degli ulivi, l’agonia che lo fa sudare sangue, è tutta lì, in quella scelta. Non nel dolore che Gesù deve affrontare, non nel senso di abbandono da parte dei suoi, no.
Il dolore, inaudito, che Gesù prova, nasce dal dubbio dell’inutilità della sua scelta definitiva.
L’avversario, che torna ora che è giunta l’ora, cerca di scoraggiarlo: “è tutto inutile”.
Inutile: non vedi che ti stanno venendo a prendere per arrestarti?
Inutile: i tuoi stanno dormendo, non hanno capito la gravità della situazione.
Inutile, l’uomo non cambierà mai.
Gesù accetta, corre il rischio, si dona. Morirà.
Lì, appeso alla croce, Dio è evidente, inequivocabile, non vi è alcuna possibilità di ambiguità.
Il cuore della passione di Cristo è l’amore, non la violenza.
Gesù muore affidando al Padre il proprio cuore, e donando a noi lo Spirito.
Dio è evidente: osteso, mostrato, nudo. Dio è così, amici: arreso. A noi, ora, la prossima mossa.

 

…e per riflettere puoi scaricare: Tradimenti

 

«Buona domenica!» è anche una newsletter che puoi ricevere, ogni settimana, direttamente nella tua casella di posta elettronica…
Vangelo, riflessioni, novità in libreria, notizie dalle missioni, iniziative… 

Scrivi a buonadomenica_fsp@yahoo.it e la riceverai…

 

Buona domenica!

Rabbì, chi ha peccato,
lui o i suoi genitori, perchè sia nato cieco?
Rispose Gesù: “Nè lui ha peccato nè i suoi genitori,
ma è perchè in lui siano manifestate le opere di Dio

Dal Vangelo di Giovanni (Gv 9,1-41)
IV DOMENICA DI QUARESIMA (laetare) – Anno A-

La parola a…
Paolo Curtaz

È Gesù che, passando, vede il cieco nato.
Non grida, il poveretto, non chiede, forse neppure sa chi sia il Nazareno.
La sua è una vita fatta di ombre, di fantasmi.
Non ha mai visto la luce, come desiderarla? Perché?

E Dio lo vede, vede il suo dolore, il suo bisogno, la sua pena, la sua vergogna.
Vergogna, certo, perché è un innocente che paga i peccati dei genitori. Anzi, forse ha già commesso peccato nel grembo della madre, come sostenevano alcuni rabbini. È Dio che lo ha punito, perché chiedere qualcosa a questo Dio terrificante? Così tutti pensano.
E invece.
Un po’ di fango sugli occhi, e l’uomo torna a vedere.
Gesù, intanto, se n’è andato, non vuole applausi, vuole solo dimostrare che Dio non è quel bastardo che a volte gli uomini (religiosi) dicono che sia.

Inizia un feroce dibattito: chi lo ha guarito? Perché? E perché di sabato?
Molti sono i personaggi coinvolti: la folla, i farisei, i suoi genitori, i discepoli…
Ma lui solo è il protagonista, il cieco che recupera prima la vista, poi l’onore, poi la fede.
Prima descrive Gesù come un uomo,
poi come un Profeta, poi lo proclama Figlio di Dio.
La fede è una progressiva illuminazione, passo dopo passo, ci mettiamo degli anni per riuscire a proclamare che Gesù è il Signore.

E anche la sua forza cresce: il suo senso di colpa svanisce, acquista coraggio. Interrogato, risponde, quando viene inquisito dai devoti, sa cosa dire. Infine è ironico, controbatte, argomenta. Come può un peccatore guarire un cieco nato? E osa: volete farvi discepoli anche voi? Non ha timore, nemmeno dei suoi genitori, pavidi, divorati dal giudizio degli altri, che si rifiutano di schierarsi, intimoriti dalla tragica logica comune.
È libero, il cieco.
Ci vede, ci vede benissimo, con gli occhi e col cuore.
È un progressivo cammino verso la luce, la fede.
Nessuna apparizione o folgorazione, fidatevi, ma un lento incedere della verità in chi le lascia spazio nel proprio cuore.

Dio vede la nostra tenebra e desidera illuminare la nostra conoscenza, i nostri sensi. E pone una sola condizione: lasciarci mettere in dubbio, porci delle domande, indagare.

…e per riflettere puoi scaricare: Liberare l’uomo

 

«Buona domenica!» è anche una newsletter che puoi ricevere, ogni settimana, direttamente nella tua casella di posta elettronica…
Vangelo, riflessioni, novità in libreria, notizie dalle missioni, iniziative…

Scrivi a buonadomenica_fsp@yahoo.it e la riceverai…


Buona domenica!


E fu trasfigurato davanti a loro:
il suo volto brillò come il sole
e le sue vesti divennero
candide come la luce.

Dal Vangelo di Matteo (Mt 17,1-9)
II DOMENICA DI QUARESIMA -Anno A-

 

La parola a…
Paolo Curtaz

È la bellezza di Dio ciò che da sempre attira gli uomini, il fascino misterioso che emana la divinità, che a volte spaventa ma che Gesù ci consegna come la bellezza affettuosa e compassionevole di un padre, di una madre che ama i propri figli.
È bellissimo Dio.
Una bellezza che assomma la sapienza, la verità, la bontà, lo splendore.
Se capissimo che la bellezza non è solo una questione di canoni estetici! Che possiamo anche farci tagliuzzare in mille pezzi e siliconare e riempirci di botulino e diventare delle bambole viventi senza essere delle belle persone!
Curiamo il nostro aspetto esteriore e, di più e meglio, quello interiore!
Fossi più giovane lancerei un business di bellezza globale: studio estetico e ritiro spirituale, parrucchiere e associazione di volontariato, massaggio rilassante e meditazione sul Vangelo.
O la bellezza è totale o è apparenza destinata a sgretolarsi col passare degli anni.

Sul Tabor Pietro, Giacomo e Giovanni vedono Gesù con sguardo nuovo.
La bellezza di Dio li travolge, per un attimo.
Tutti siamo chiamati a sperimentare la bellezza di Dio, anche solo per una volta nella vita. Raptim, direbbe sant’Agostino, fugacemente. Per farlo dobbiamo ritagliarci degli spazi di silenzio, dedicarci del tempo, metterci in sintonia con la natura. Per farlo, come suggerisce il Padre, dobbiamo ascoltare.
Ascoltare il Figlio, ascoltare la Parola, ascoltare noi stessi, ascoltare ciò che di bello ha da dire l’uomo, ogni uomo.
La bellezza è esperienza che scaturisce dall’ascolto.
E la Quaresima è, appunto, il tempo dell’ascolto.
Ho passato la metà della mia vita, e molte vicende avventurose.
Se sono cristiano, se ancora cerco, dopo avere trovato, è solo perché Dio è bellissimo.

Buon cammino, seguaci del Dio bellissimo!

…e per riflettere puoi scaricare: Pienamente uomini

 

Buona domenica è anche una newsletter che puoi ricevere, ogni settimana, direttamente nella tua casella di posta elettronica…
Vangelo, riflessioni, novità in libreria, notizie dalle missioni, iniziative…

Scrivi a buonadomenica_fsp@yahoo.it e la riceverai…

Quaresima: tempo fatto dono!

Ufficialmente è iniziata!
Il tocco del Mercoledì delle Ceneri è risuonato, forte, nelle nostre chiese e la quaresima ha avuto nuovamente inizio.

Colore viola ovunque, sobrietà massima, austerità anche nella liturgia. La parola d’ordine sembra essere per tutti: cammino, penitenza, conversione, digiuno, astinenza, preghiera più intensa, carità esercitata in modo più deciso.

Ma basta questo per affermare che sia veramente iniziata?

Quaresima… e sono 40 giorni a nostra disposizione
Sono 40 come gli anni nel deserto, che Israele ha avuto a propria disposizione per riavvicinarsi a Dio, per riscoprire viva la sua presenza, per riascoltare la sua Parola.
Sono 40 come i giorni trascorsi da Gesù nel deserto: un deserto che diventa luogo di preghiera, di incontro con Dio, di preparazione interiore, verso la propria personale risposta al Padre e al suo progetto d’amore per l’umanità.
Sono 40 anche per noi, oggi! Ed è il tempo giusto, favorevole, opportuno per riavvicinarci a Dio e a noi stessi.

Quanta verità c’è nel percorso quaresimale: dalle ceneri al silenzio del sabato santo, il Vangelo ci accompagna a scoprire la vita di Dio nella nostra storia personale; il suo agire nelle nostre situazioni di buio, di dubbio, di morte; la sua luce capace di sciogliere le nostre oscurità più profonde; la sua vita forte a tal punto da penetrare e far rivivere ogni spazio del nostro cuore.

Lui e noi, Dio e l’uomo di ogni tempo, di ogni cultura, di ogni lingua e di ogni fede.
Lui e noi, profondamente uniti dalla forza estrema del suo amore che, visibilmente, si dà a noi, fino alla pienezza ineguagliabile: la croce, la sua morte, la sua resurrezione.

Quaresima allora come tempo di incontro reale e concreto dell’uomo amato, con il Dio che lo ama, a tal punto da dare se stesso per amore.
Quaresima come tempo di vita che si genera in ogni situazione di morte.
Quaresima come spazio riconsegnato, in piena libertà, a Dio.
Quaresima come desiderio di lasciarsi penetrare dalla proposta d’amore che Dio ci rivolge personalmente.
Quaresima come occasione speciale per scoprire l’estrema concretezza del suo amore.
Quaresima come possibilità unica per dire Sì al suo amore.

Ci richiediamo allora: “Basta il tocco del mercoledì santo per far iniziare la quaresima in noi?”

Solo un Sì personale può far entrare Dio in noi.
Solo una risposta vera e totale può permettergli di “occupare” il nostro cuore.
Solo una vita accordata con il suo amore, può lasciar accadere in noi il miracolo di una vita nuova, piena e riconciliata.

Buon cammino di quaresima a tutti noi!

sr. Ma’, fsp


Buona domenica!

Il Signore Dio plasmò l’uomo
con polvere del suolo
e soffiò nelle sue narici un alito di vita
e l’uomo divenne un essere vivente.

Dal libro della Genesi (Gn 2,7-9; 3,1-7)
I DOMENICA DI QUARESIMA -Anno A-

 

La parola a…
Paolo Curtaz

Chi ha potuto, mercoledì, ha assistito all’antico gesto dell’imposizione delle ceneri. Una celebrazione sobria, in cui il celebrante, tracciandoci sulla fronte un segno di croce con della cenere, ci ha invitato alla conversione, ci ha ricordato che, in fondo, siamo solo polvere.
Polvere senza vita, se Dio non insuffla la sua Parola.
Polvere inutile, se non è riempita di speranza e di sogni.
Polvere che Dio riempie di immortalità.
Ce ne ricordassimo, quando passiamo il tempo a litigare per un avanzamento di carriera, quando le riunioni condominiali si trasformano in una rissa verbale, quando vediamo le starlette della televisione sgomitare e incarognirsi le une contro le altre per avere un po’ di attenzione.
Ce ne ricordassimo, quando perdiamo il sonno per un progetto non riuscito, per un rimprovero del capo, per un paio di chili di troppo. Siamo solo polvere. Asciutto, come monito, ma reale.


Forse Dio è troppo ottimista nel confronto di noi uomini, forse ci crede migliori di ciò che, invece, siamo.
Quali uomini vogliamo essere? Quale Dio vogliamo celebrare?

Non seguiamo l’onda delle sirene dei media, o le nostre ispirazioni.
Lasciamoci illuminare nel deserto, per purificare il nostro cuore.
E non cerchiamo un Dio che si sazia la pancia, o che ci stupisce con i miracoli, o che è ridotto a garante dell’ordine sociale.

Quel Dio, non è il Dio di Gesù.

Buona Quaresima, cercatori di Dio, seguaci del folle.

 

Buona domenica è anche una newsletter che puoi ricevere, ogni settimana, direttamente nella tua casella di posta elettronica… Vangelo, riflessioni, novità in libreria, notizie dalle missioni, iniziative…
Scrivi a buonadomenica_fsp@yahoo.it e la riceverai…

Adorazione eucaristica – Padre misericordioso

Un amore straordinariamente immenso: questo è l’amore di Dio che, insieme come Chiesa radunata nel suo nome, desideriamo penetrare, senza timore, senza paura alcuna, senza costruire difese. La Quaresima è il tempo ricco di grazia; è il momento in cui tutti siamo invitati a cogliere la forza dell’amore divino, motivazione prima e senso vero del nostro cammino di scoperta, di risposta, di dono, di fedeltà. Tutti siamo convocati: i vicini e i lontani. Tutti siamo attesi: i perduti e i ritrovati. Tutti invitati a fare festa: chi ha sperimentato il perdono e chi è sempre rimasto fedele. La vera festa la prepara Dio stesso; il vero pane è la sua vita; il vestito nuovo è il suo perdono e la sua fiducia che, toccandoci, ci rende belli e rende bella la nostra vita!

Lc 15, 11 – 32

«Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto… cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci… nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”.
Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».

«Eccomi a te: un padre… nient’altro! Questo è il volto che ho scelto, che ho voluto divenisse visibile, questo è ciò che ho desiderato comunicarti.
Arrivare a te e bussare alla porta della tua vita con il semplice e fragile volto di un padre, con il cuore forte e tenace di chi sa di voler amare. […]
Ti conosco, figlio generato nell’amore!
Ti amo, figlio salvato nell’amore!
Ti benedico figlio, nell’amore, perdonato … ti aspetto qui, in questo buio e solitario angolo del tuo cuore, perché quando ti sembrerà di aver sprecato tutto, quando le lacrime della paura riempiranno il tuo cuore soffocando ogni speranza, quando tutto di te sembrerà perduto, quando il rimorso ti impedirà di guardare la luce… quando ti sembrerà di non poter trovare altri spazi per amare, se non il buio della tua solitudine… allora quel giorno, tuffandoti in te stesso, tu possa cadere tra le mie braccia, instancabilmente aperte.

Io ti aspetto, figlio immensamente amato, ti aspetto e resto qui, vigile nella tua notte, pronto nella tua stanchezza, aperto nelle tue chiusure, amante nei tuoi rinnegamenti. Sono qui e resterò qui, per te! […]».

Venite e me tutti! Insieme per pregare la Parola e adorare la presenza Eucaristica del Signore. Questo è il valore delle tracce di preghiera che settimana dopo settimana ci accompagneranno in questo anno liturgico. Offriamo le tracce da scaricare augurandoci di poter costruire tra noi, seppur virtualmente, una comunione di preghiera che ci unisca e ci rafforzi nel credere.
Buon cammino nel Signore Gesù, crocifisso e Risorto!

Chi volesse un sussidio che accompagni la preghiera per ogni tappa dell’anno liturgico, può acquistare nelle librerie paoline Attirerò tutti a me, adorazioni eucaristiche per tutto l’anno liturgico, di sr. Mariangela Tassielli, autrice anche delle tracce di preghiera che ci saranno proposte, ogni settimana.


Buona domenica! – speciale “Le ceneri”

Vi supplichiamo in nome di Cristo:
lasciatevi riconciliare con Dio.

Dalla seconda lettere di san Paolo ai Corinzi (2Cor 5,20-6,2)
MERCOLEDI DELLE CENERI

 

La parola a…
mons. Vincenzo Paglia

“Questo è il tempo del ritorno” canta la liturgia all’inizio della Quaresima.
Le ceneri, imposte oggi sul nostro capo, ricordano la nostra fragilità.
Tuttavia, non per rattristarci.
Il Signore, infatti, non si vergogna della nostra fragilità.
Al contrario la ama e la vuole salvare.
Per questo ci chiede oggi di tornare a Lui con tutto il cuore: chi torna troverà un Padre che con amore infinito lo abbraccerà. Le parole del Vangelo sono un invito a vivere la propria fede nel Signore non misurandola a partire da gesti o da atteggiamenti esteriori, né valutandola con il metro del giudizio della gente, ma convertendo il nostro cuore a Lui. Il Vangelo di Gesù non abolisce la legge, “la porta a compimento”. E la legge si compie quando si torna al cuore, al senso profondo dell’elemosina, della preghiera, del digiuno. Tornare al Signore è spogliarsi delle proprie sicurezze, delle tante regole che ci dettiamo e delle tante leggi che troviamo, per cercare il Signore e ascoltare la sua Parola. Solo così, apprenderemo la via della sequela del Signore fino ai giorni della Passione e della Resurrezione.

…e per riflettere puoi scaricare: Convertitevi e credete

Buona domenica è anche una newsletter che puoi ricevere, ogni settimana, direttamente nella tua casella di posta elettronica… Vangelo, riflessioni, novità in libreria, notizie dalle missioni, iniziative…
Scrivi a buonadomenica_fsp@yahoo.it e la riceverai…