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Campo invernale per giovani fino a 30 anni!

Campo invernale

Per Giovani fino a 30 anni

La perla preziosa

E dopo Natale?

La fede, Dio, i suoi progetti d’amore,
la sua voce, la sua Parola
possiamo sentirla viva per noi?

Tra l’ascolto e la preghiera
la riflessione e la condivisione.

Vieni per vivere con noi
un laboratorio della fede
per riscoprire e dare valore
al grande dono di Dio con noi!


Roma – 26/30 dicembre 2010

Ti aspettiamo!!!


Animatrici: Sr. Mariangela sr. Silvia, Figlie di San Paolo

Sede: Roma, presso comunità Regina degli Apostoli, Via Antonino Pio, 75 – nei pressi della Basilica di san Paolo fuori le mura.

Porta con te:

  • Bibbia e quaderno personale
  • Strumento che sai suonare
  • Lenzuola o sacco a pelo e asciugamani
  • tanto desiderio di Dio

Contributo per il soggiorno: 60.00 euro

Info e contatti per adesioni:

Scarica la locandina: camposcuola Natale con le paoline

Scarica il depliant: depliant campo scuola con le Paoline

Tra note e realtà – Il quinto mondo

Tra note e realtà…

Dietro ogni canzone batte il cuore di chi la scrive, la canta e l’ascolta.
Migliaia di emozioni ci sfiorano, ci segnano, diventano parte di noi!



Nel primo mondo c’è la tecnologia
pret a porter democrazia
nel secondo mondo c’è un po’ di delusione
che non accelera i processi di ricostruzione
nel terzo mondo c’è caldo e umidità
incertezza sui confini e molta povertà
nel quarto mondo ondate migratorie
lavoro nero e alcune sparatorie
il quinto mondo è il prossimo livello
soltanto informazioni che nutrono il cervello…

… il quinto mondo è quello senza storia
che niente è più variabile della memoria
i cittadini sono sparsi per il pianeta
e vagano vagano vagano vagano senza una meta.
(Jovanotti – Il quinto mondo)


Benvenuti abitanti della rete, nel più veloce dei mondi!
Niente leggi e nessuna meta; confini aperti e identità variabili.

Il pianeta è la nostra città e ogni luogo può diventare la nostra casa.

Un click ci apre spazi sconfinati; pagine interminabili di sapere ci scorrono davanti.

Tutto ciò che non potremo mai raggiungere ci raggiunge, ci tocca e ci cambia. Un’enorme quantità di informazioni in tempo reale ci fa sentire onnipresenti e… perché no!? Onnipotenti! Esserci o non esserci dipende solo da noi!

  • Ma a quale prezzo? E chi è costretto a pagarlo per noi?
  • Chi paga per le nostre illusioni di libertà?!
  • Quali informazioni ci nutrono il cervello?

Quelle che poche agenzie di stampa, in tutto il mondo… nel primo mondo… decidono di farci conoscere!?

Cervello nutrito, ingolfato o manipolato?

In tempo reale ci fanno credere di essere ovunque, di vedere in diretta, dal vivo.

Ma quale realtà è tanto vera se sono sempre pronti a oscurare le telecamere scomode puntate  su    realtà, forse troppo vere?

Ti basta un Nick name per dirmi chi non sei.

Chi sei navigatore, se corri con il tuo mouse, dove vuoi arrivare?
Hai mille brousers a disposizione, ma la conosci la meta? Da dove vieni e dove vai?

Benvenuto nel quinto mondo, quello senza passato e senza futuro. Il cittadino eterno del presente, dell’ultim’ora, del tempo reale. Teniamoci strettissimi, fratello, sorella, perché quando i monitor si spengono la nostra vita continua a essere nelle nostre mani e nelle nostre scelte. Il quinto mondo, il villaggio pulsante nel pianeta, la comunicazione avrà un senso se abitata da tutti a qualsiasi latitudine e di qualsiasi condizione, se tutti avranno una voce, quando vorranno averla, se carichi di una storia personale e proiettati verso mete da raggiungere ci apriremo a una grande sfida: popolare il virtuale di relazioni autentiche, di identità forti, di convinzioni audaci, di obiettivi coraggiosi.

Aprirci all’altro sempre, chiunque e dovunque esso sia,
nella verità e nella giustizia…

di suor Mariangela fsp

News su Stop&Go

Venite a me tutti!

GESÙ MAESTRO

Preghiamo la Parola.

Su Stop&Go
scarica la traccia di preghiera!!!

Parabolando – Per una fede che diventa vita – Zaccheo /1

Napoli: Parabolando… 1° incontro di formazione e spiritualità per giovani

Domenica 17 ottobre è iniziato il cammino annuale di spiritualità e formazione organizzato e animato dalle Figlie di San Paolo per tutti i giovani dai 17 ai 30 anni del centro-sud Italia (vedi nella pagina delle iniziative).
Gli anni passano e i giovani crescono e fanno le loro scelte di vita… sembra una frase banale, e invece, è un’importante e vitale verità che quest’anno abbiamo potuto toccare proprio con mano. Molti dei giovani che in questi anni hanno frequentato i nostri incontri, infatti, superata più o meno la soglia dei 30 anni (e diciamo più o meno perché i cammini di vita e le scelte importanti non arrivano in automatico alla soglia dei 30 anni) hanno iniziato collaborazioni e cammini “paolini” più appropriati alle loro scelte di vita e alla loro età. Tra questi, due dei GEP (Giovani Evangelizzatori Paolini) “storici” , Dalia Mariniello e Claudia Frittelloni, hanno accettato per quest’anno di collaborare, assieme a sr Mariangela Tassielli e a sr Silvia Mattolini, all’animazione degli incontri mensili per i più giovani. Domenica scorsa la nuova equipe è entrata in funzione a pieno ritmo. Come sono andate le cose?

Lasciamo la parola a due giovani partecipanti:

 

C’era una certa eccitazione domenica mattina, quando mi sono svegliata presto, ancora buio, mentre andavo alla stazione, nel viaggio in treno e scendendo le scale della stazione di Salerno per aspettare gli altri… Forse perché non vedevo il gruppo da Maggio, forse perché era il primo incontro di un nuovo anno, o perché sentivo che ci sarebbero state tante tante novità! Fatto sta che scoppiavo di gioia nel rivedere i loro volti con qualche nuova sfumatura e i capelli di qualcuno più lunghi! Nonostante l’incontro sia stato ridimensionato ad un solo giorno invece del consueto weekend (che peccato!), la giornata è stata davvero ricca e intensa! A fine giornata non mi sembrava vero aver vissuto tutte quelle cose.
Abbiamo trattato il brano evangelico dell’incontro tra Gesù e Zaccheo. I canti hanno accompagnato alcuni momenti dell’incontro e si sono trasformati davvero in preghiera, spesso riuscendo ad esprimere pienamente cosa il nostro cuore voleva dire. In più, i momenti di risate e divertimento non sono mancati… dai palloncini ai giochi, al sicomoro che voleva diventare grande “personaggio protagonista”! Leggendo il brano del Vangelo, ho pensato alla meraviglia di Zaccheo nel ricevere Gesù ospite a casa sua! Gesù chiama…  Zaccheo risponde e accoglie! Ognuno mette del suo. Solo così la salvezza può entrare, anzi, “accadere” in casa sua per rimanerci e lui, dapprima peccatore, è subito pronto a pentirsi. Ha sentito su di sé lo sguardo amorevole e la sicurezza, nostra e sua, di essere figli amati da un Padre attento e misericordioso. Una sicurezza calda e “morbida” che ci avvolge come un batuffolo! E mi è venuta in mente una frase che mi piace molto e da tempo non riesco a togliermela dalla testa: “Questa è la vera felicità: amare ed essere amati”. Gli orizzonti di Dio, però, non sono mai limitati; dopo il “sì” che lo accoglie in casa nostra, ci invita a metterci in gioco, a seguire il suo cammino… E così spero di camminare, da GEP 🙂 , lungo “Parabolando – Per una fede che diventa vita”, il viaggio nuovo e sicuramente sorprendente di quest’anno!

Maria Chiara – Campagna (SA)

Il 17 ottobre si è aperto il nuovo percorso annuale di formazione e spiritualità per giovani organizzato dalle Figlie di San Paolo. Il nome? Parabolando.
Il primo incontro tuttavia non si è basato su una parabola, come potrebbe lasciar intendere il ‘titolo’ del percorso, bensì su un altro brano del Vangelo, che però ha molto di simbolico in esso. Si è trattato difatti del diciannovesimo capitolo del Vangelo di Luca, l’incontro tra Gesù e Zaccheo, spunto da cui è partita la nostra riflessione.
Ci siamo subito incentrati su delle domande, che tutti noi ci poniamo, dove mi porta la mia vita?, “Che cosa cerco?”, in breve “Ho uno scopo nella vita?”. A questo quesito abbiamo cercato di dare una risposta: il nostro obiettivo deve essere l’incontro con Gesù. Ed eccoci immedesimati in Zaccheo! Ma non dobbiamo dimenticare che Zaccheo aveva un problema: la statura, che diventava un ostacolo sul suo cammino impedendogli di vedere Gesù tra la folla. Da qui la domanda “abbiamo anche noi degli ostacoli, che non ci permettono di andare avanti?”. Zaccheo per superare il suo limite si è arrampicato su un sicomoro; sicomoro che è diventato così mezzo per superare il suo muro; il quesito che, dunque, ci siamo posti è “Siamo capaci di trovare uno strumento per superare ciò che ci ostacola? Ma, soprattutto, ne abbiamo il coraggio?”.
Tante domande che ci hanno fatto riflettere tanto per il resto del nostro incontro, che come sempre è riuscito a conciliare lo stare insieme e lo stare con il Signore in perfetta armonia! Non potrei dirmi più contenta di come abbiamo trascorso la giornata domenica, in allegria, nella gioia e insieme a Gesù! Questi incontri sono un prezioso dono che è stato condiviso anche con me, perché permettono a me, come a tutti i giovani interessati, di trascorrere del tempo condividendo il proprio universo di fede, ampliandolo e facendo in modo che, oltre ad un rapporto a tu per tu con Dio, la nostra fede sia anche un mezzo di coesione tra di noi!

Chiara – Napoli

 

 

Un “halloween” per riscoprire la santità

Halloween ovvero All Hallows Evevigilia della festa di Ognissanti! Strano a credersi eppure quella che noi crediamo essere una festa pagana, una notte come tante, una non-festa, un attentato al cristianesimo, è stata, nelle sue origini una risposta cristiana al mondo pagano-rurale e ai suoi miti. Già! Perchè gli antichi padri nella fede, gli evangelizzatori delle terre del nord non hanno ignorato ciò che i loro contemporanei cercavano, ciò in cui credevano. Al contrario, hanno provato ad ascoltare con il cuore i loro bisogni, le motivazioni profonde da cui scaturivano i miti dell’oltretomba e, dalla concretezza della vita di quei fratelli e sorelle a  cui erano mandati, hanno dato una risposta di fede.

L’oltretomba non è un mito, non è uno strano gioco tra la vita e la morte. E’ reale e concreta comunione tra santi: tra i santi che già contemplano di Dio e tra i santi che camminano sulla terra allenandosi a scoprirlo e a vivere di Lui. Loro, i grandi maestri dello Spirito questo lo credevano e lo comunicavano. E’ così che nasce halloween, festa della luce, della santità, della comunione con tutti i santi!

E’ così che ve la riproponiamo! Non vogliamo peccare di anacronismo. Sappiamo che dal quel lontano 1048 le cose sono cambiate… le cose sì, ma l’Uomo no! E’ sempre lo stesso… sempre alla ricerca di se stesso e di risposte che vadano oltre se stesso… risposte tanto necessarie da cercarle in antichi e nuovi miti, culti, paganesimi. Da queste pagine desideriamo solo lanciare una sfida, un ritorno alle origini, un risveglio di quell’antico desiderio, forse troppo sopito, che abitava il cuore di tutti i santi evangelizzatori di terre nuove, lontane, ignare dell’amore di Dio: comunicare la straordinaria speranza cristiana, oggi tanto necessaria, quanto narcotizzata.

Sono pertanto alcune le cose che vi proponiamo.

  • Per un discorso un po’ più organico vi rimandiamo al post Luce o tenebra? Qui troverete anche una proposta liturgica da viversi in novembre.

  • Per i RAGAZZI vi proponiamo una dinamica che può essere proposta in parrocchia o a casa, soprattutto se si radunano figli, nipoti e loro amici. Il titolo che l’autrice le ha dato è “Festa della luce” proprio perchè desidera essere una proposta da viversi proprio nel giorno in cui molti “festeggeranno” invece la notte delle tenebre. La nostra luce è Cristo e quindi non può che essere rappresentata dalla candela e dalla Bibbia. Troverete nella scheda che potrete scaricare alcuni simboli:
    • la candela: Dio
    • le cordicelle: noi, raggi della sua luce nei luoghi quotidiani.
    • le carte di identità: la riscoperta dei santi e del loro messaggio
    • il messaggio: diventare raggi di Dio, portare luce nelle situazioni di ogni giorno.


  • Per TUTTI: una veglia eucaristica da vivere possibilmente nella notte dal 31 ottobre al 1° novembre. Potrebbe essere  vissuta anche come preghiera personale, ma consigliamo di viverla comunitariamente, per far salire a Dio i nostri inni, suppliche e cantici spirituali, come comunità riunita nel Suo Nome.

     SCARICA LA TRACCIA >>>In Cristo persone nuove

    Suor Mariangela Paoline

RAGAZZI & DINTORNI – Ottobre 2010 – Dossier Sapienza

COME UNA BREZZA…

di Cecilia Salizzoni

In tempi come il nostro che sovraespongono il dato cognitivo e, nei ragazzi, coltivano l’intelligenza dimenticando il cuore; in un tempo che rischia di presentare la vita come un problema di algebra superiore, di fronte al quale ci si sente spesso inadeguati, la visione di un film come Forrest Gump rappresenta un’esperienza di conversione dello sguardo e di riconciliazione; annuncia che ciascuno deve camminare con le proprie gambe e che le più malmesse possono diventare quelle di un atleta, se c’è ciò che conta veramente.
Proprio da un paio di scarpe da ginnastica logore, in contrasto con il resto dell’abbigliamento, parte il lungo racconto di Forrest Gump seduto su di una panchina di Savannah, alla fermata dell’autobus.
Apparentemente dimentico del tempo e di ciò che ha da fare, Forrest condivide la sua esperienza di vita con chiunque lo stia a sentire, come un maestro d’altri tempi e altre culture, solo più naïf.
Poi si alza e corre verso la tappa che completa e dà pienezza al suo percorso: la corresponsione d’amore e la paternità.
Come è arrivato a tanto, lui, quoziente d’intelligenza 75 contro un minimo di 80, richiesto dalla scuola pubblica; una schiena talmente aggrovigliata da impedirgli di camminare; e uno stato sociale che non aiuta, figlio unico di madre single, nell’Alabama d’inizio anni Cinquanta?
La sua risposta è la scatola di cioccolatini che offre agli ascoltatori occasionali: «La vita è uguale a una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita». È la lezione che la madre ha tratto dalla propria esperienza e ha trasmesso al figlio.
«Mamma diceva sempre che Dio è misterioso»… Forrest non cerca di chiarire questo mistero. Lo contempla, vi si immerge, apre il cuore ad esso: proprio per questo, pur non cercando, è trovato da Dio.
L’atteggiamento di Forrest che ha il suo perno nel cuore, lo mette in contatto naturale con Dio, e gli permette di vedere ciò che sfugge agli intelligenti: la complessa trama del mondo terreno che sembra autonoma e in balìa del caso, ma che invece è attraversata da un disegno superiore.

Dietro la forma comica e paradossale del racconto, individuiamo la parabola che risponde alla preghiera di Gesù: «Ti benedico, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli» (Mt 11,25).
Ricostruiamo il percorso del protagonista e mettiamo a fuoco la sua sapienza.
Forrest è consapevole di non essere intelligente, ma è anche cosciente di qualcosa che fa sì che lui non sia stupido, al contrario, fa di lui un uomo. Come lo dimostra nel corso del film?
Nell’ultima scena Forrest dice al figlio che sta salendo sullo scuolabus: «Senti Forrest! Non… volevo dirti che ti voglio bene. Starò qui quando tornerai». Perché si è interrotto e ha modificato la frase?
Nella scena precedente, sulla tomba di Jenny, aveva affermato: «Se hai bisogno di qualcosa non sarò molto lontano». È soltanto una battuta, oppure dice una verità sul modo di essere al mondo di Forrest?
Il modo in cui termina il film riprende l’inizio, variandolo (analizzate immagini, musica, movimenti della piuma, il libro e il luogo in cui sta Forrest). Che cosa ci suggerisce il regista? Che relazione c’è tra la piuma e il protagonista?
«Mamma diceva sempre che morire fa parte della vita. Magari non fosse così… – sulla tomba di Jenny, Forrest arriva a un’ipotesi teologica sulla condizione umana – Non lo so se abbiamo ognuno il suo destino o se siamo tutti trasportati in giro per caso, come da una brezza. Ma io credo: può darsi le due cose…». Che cosa vuole suggerire con questa riflessione?

Questi e molti altri suggerimenti per la catechesi dei ragazzi sul numero di Ottobre dell’inserto Ragazzi & Dintorni dossier mensile di Catechisti Parrocchiali.

Per vedere il sommario di Ragazzi & Dintorni clicca qui

Per info e abbonamenti:

Il filo rosso dello Spirito Santo

Che cosa succede quando si riceve lo Spirito Santo con la Cresima? Lo Spirito ci riempie di doni e ci traccia ogni giorno la strada per essere felici. Lo spirito guida e dirige la vita e le scelte. Per noi, postulanti delle Figlie di San Paolo, è così.

Dio, per noi, non è un vecchio signore seduto in trono ma è vivo e vicino, è il Dio di Gesù Cristo. Se Dio non è una favola e Gesù non è un superman ma un amico, allora non possiamo nasconderlo!

Quello che serve è un filo rosso che leghi i tempi e i luoghi della vita, una gioia profonda che dia sapore a ogni gesto della giornata. Questo filo è lo SPIRITO SANTO!


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Noi abbiamo deciso: metteremo la nostra mente, il cuore, i pensieri, il corpo, inostri spazi e tutto il nostro tempo a servizio dell’annuncio del Vangelo, con le parole e la vita. Gesù parlava nelle piazze e noi annunceremo il Vangelo con i mezzi della comunicazione sociale tra le Figlie di San Paolo!


Ma tu sei amico dello Spirito Santo? E qual è la tua vocazione? Prova a rispondere a queste semplici domande… il resto lo vedrai accadere! Auguri caro amico e cara amica, lo Spirito, scendendo su di te, ti ricolmi della pace vera, della felicità duratura, di tutti quei suoi straordinari doni che potranno rendere la tua vita bella!

 

Nikki e Veronica,
postulanti Figlie di san Paolo

Ci uniamo all’augurio di Veronica e Nikki… augurio rivolto ai ragazzi della Diocesi di Bologna! Augurio che però, come redazione, estendiamo a tutti i cresimandi di ogni parrocchia, ai loro catechisti, a tutti coloro che si mettono in gioco perchè la fede diventi vita nella vita di tutti!

News su Iniziative!!!

Parabolando

per una fede che diventa vita

INCONTRI DI FORMAZIONE E SPIRITUALITA’
PER GIOVANI DAI 17 AI 30 ANNI

 

Speciale campi estivi (3a parte)

Castellammare di Stabia (NA): “Catechisti on line!” – Laboratorio di spiritualità e comunicazione

Dal 24 al 28 Agosto 2010 a Castellammare di Stabia (NA) si è svolto un campo di formazione per i catechisti dal titolo Catechisti on line. Le organizzatrici sono state le Figlie di San Paolo e il gruppo che ha collaborato alla realizzazione concreta del campo era composto da due suore paoline (sr Mariangela e sr Silvia), due postulanti paoline (Nikki e Veronica) e due ragazze laiche GEP (Claudia e Dalia).
Il numero dei partecipanti si è rivelato piuttosto contenuto, ma quelli che hanno detto “sì” hanno avuto la passione, il coraggio, la volontà e l’entusiasmo di mettersi in gioco; assieme alla disponibilità di cuore necessaria per accogliere ciò che era stato preparato per loro.
Il campo si è svolto così: nel primissimo pomeriggio del 24 i giovani catechisti provenienti da diverse città (Napoli, Salerno, Roma, Bologna, Castellamare) sono stati prelevati con efficienza dalla Metro, dalla stazione ferroviaria e dalla Circumvesuviana, dal nostro ‘pulmino navetta’ alle 16.00 in punto per poter dare il via ufficiale ai lavori. Dopo una piccola dinamica di conoscenza, siamo entrati immediatamente nel vivo dell’attività, infatti i catechisti sono stati invitati a creare e formulare una loro personale presentazione della durata massima di tre minuti che sarebbe stata ripresa e registrata da una telecamera per poi analizzarla e aiutare ciascuno di loro a crescere sul proprio “stile comunicativo”. Importante per un catechista, infatti, è il suo modo di porsi e di dialogare con i bambini/ragazzi/adolescenti/giovani che ha davanti, le tecniche di comunicazione che usa e il tipo di linguaggio usato rispetto proprio ai suoi “uditori”.
Abbiamo concluso la giornata con la visione di Don Milani – Il priore di Barbiana, un film sulla figura di un grande sacerdote, catechista ed educatore. È stato il nostro modello durante il campo, da lui abbiamo imparato cosa volesse esprimere con il suo “I CARE”: tutto mi sta a cuore, tutto mi interessa, e il suo motto è diventato per noi la linea rossa che ha accompagnato in ogni momento e in ogni istante le nostre giornate.
La mattina era interamente dedicata alla formazione umana e spirituale del catechista. I temi che abbiamo affrontato: “Catechesi e comunicazione: alleanze e strategie del comunicatore della fede”; “La spiritualità del catechista. La mia vita di fede: la sorgente, il modello, lo stile dell’annuncio”; “La spiritualità del catechista. Chiamato e mandato ad essere testimone”.
Invece, il pomeriggio è stato dedicato esclusivamente a tre laboratori: Rielaborazione artistico-narrativa; Immagine e video; Liturgia e catechesi. I catechisti  si sono cimentati così con nuove metodologie di comunicazione da affiancare ai metodi più tradizionali per trasmettere in maniera sempre più efficace e vitale il Vangelo. Centro delle nostre giornate la celebrazione eucaristica: fonte del nostro agire, fonte della nostra spiritualità, fonte della vita vera.
La sera del 26 Agosto abbiamo vissuto una bellissima esperienza di preghiera: una Veglia Eucaristica itinerante. Il Signore aspettava veramente a braccia aperte i suoi catechisti che ha chiamato a sé ognuno con il proprio nome per mandarli ad essere nel mondo annunciatori della sua Parola che salva.
Ovviamente non è mancato il gioco, lo stare insieme in allegria e il divertimento concretizzatosi anche in una bellissima passeggiata sul lungomare di Castellammare.
Sabato 28 ci siamo salutati portandoci via la consapevolezza di essere stati chiamati ad essere testimoni di un Vangelo che ancora oggi parla, di essere dei cristiani alla ricerca di nuove strategie per rendere attuale e comprensibile la Parola a tutti, di essere dei catechisti capaci di radicare la propria fede sullo studio, sulla formazione e sul dialogo profondo con Dio.
Amati, chiamati e mandati ad essere delle piccole scintille di un grande fuoco che è l’amore di Gesù Cristo per ognuno di noi. (cf)

La parola ad alcuni dei partecipanti:

«Per me è stata la prima esperienza di campo e quindi non posso fare confronti e differenze, auspicare migliorie o addirittura sottolineare peggioramenti… posso solo dire che è stata un’esperienza importante. Ciò che mi ha colpito in positivo sono stati i laboratori pomeridiani, dove tutti contribuivamo dando del nostro, partendo dal come fare una cosa e realizzandola step dopo step. Alla base di questo c’era un sano spirito costruttivo e la voglia di fare insieme, di mettersi in gioco con le proprie idee e… l’ambiente riusciva davvero a coinvolgerci essendo positivo, aperto e “comunicativo”.
Il campo è stato una sorta di riscoperta di una vita spirituale che deve crescere in ognuno, come un piccolo seme che per diventare pianta ha bisogno di cure, attenzione e costanza per diventare una pianticella di vita spirituale forte e ben radicata nella vita quotidiana, conditio sine qua non per sentirsi veramente figli di Dio».

Daniel C. L. – Castellammare di Stabia (NA)

«Finalmente un campo a misura di noi catechisti!
Ebbene si, sono sei anni che sono catechista e sono sei anni che sento la mancanza di un punto di riferimento per noi educatori, un punto da cui partire o ri-partire… e sono soddisfatta di aver partecipato al campo “Catehisti on-line” organizzato dalle Figlie di San Paolo.
Sono partita da casa con alcune domande e tanta voglia di mettermi in gioco perché ho sempre sentito il bisogno di una preparazione mirata e forse è stato proprio questo a farmi vivere in pieno questa quattro giorni.
Al nostro arrivo siamo stati guidati, attraverso le dinamiche di gruppo (o è meglio dire di presentazione) ad esprimere il nostro modo di essere trasmettitori della fede e sono stata contenta di vedere anche altri modi di rapportarsi col proprio gruppo perché mi è impossibile durante l’anno confrontarmi in questo modo con altri catechisti.
Le mattine sono state dedicate alle catechesi e alle riflessioni, al deserto, e sono state fondamentali perché mi hanno portata a confrontarmi con la figura di Gesù Maestro e con le mie reali motivazioni nell’essere catechista. Utilissimi sono stati anche i momenti di condivisione perché mi hanno permesso di vedere il tutto secondo angolature che non mi sono abituali. Durante i laboratori pomeridiani mi sono sentita partecipe come singola persona in un clima di libertà e di accoglienza di qualsiasi idea da parte dei miei compagni di viaggio. Spero davvero di riuscire a trasmettere lo stesso spirito di squadra e la stessa leggerezza nel poter esprimere le proprie opinioni che ho sentito in quei giorni!
Forse proprio il mio mettermi fortemente in gioco mi ha fatto reagire positivamente ad un fattore: il numero di noi catechisti, perché il numero dei partecipanti era molto contenuto e le animatrici erano sei: due laiche, due postulanti e due suore. Questo rapporto numerico un po’ anomalo non mi è dispiaciuto per niente, anzi, secondo me ha reso tutto speciale. I tempi per riflettere, parlare e creare sono stati davvero abbondanti, cosa che forse non sarebbe avvenuta se fossimo stati 30 o 40.
Il piccolo numero non è stato un ostacolo neppure durante il laboratorio liturgico in cui suor Silvia ci ha spiegato la ragione di alcune azioni che compiamo durante la celebrazione eucaristica.  Alla fine l’abbiamo letteralmente sommersa di domande alle quali ha risposto con tranquillità e competenza, ma – e mentre lo dico mi sento un po’ egoista, lo ammetto – difficilmente sarei stata così soddisfatta se a cercare chiarimenti fossero state un numero più grande di persone. Sarebbe stato più difficile prendere la parola ed esporre i propri interrogativi.
Sono contenta di aver vissuto questo campo per tre motivi: ho ricevuto molti input su cui devo lavorare per adattarli volta per volta con le persone che ho accanto, mi sono chiarita le idee su molte cose e ho sperimentato cosa significhi mettere a frutto i propri talenti!».

Chiara L. – Salerno

«Era da tempo che attendevo  di partecipare a degli incontri formativi per catechisti, questo campo è stata una grande occasione e non me la sono lasciata sfuggire.  Tramite i vari laboratori svolti, ho avuto modo di confrontarmi con gli altri e in modo particolare di ampliare il mio bagaglio di catechista , di chiarire alcuni miei dubbi ed imparare nuovi metodi  per annunciare la  parola di Gesù. Particolarmente interessante, per me, è stato approfondire la conoscenza della Liturgia, tanto che le ore del laboratorio mi sono volate e i contenuti mi hanno aiutato a comprendere tanti piccoli particolari della Santa Messa. Spero vivamente che a questo seguano altri campi ed incontri, e consiglio ai giovani catechisti di parteciparvi.

Maria Rosaria S. – Salerno

“Amare Dio significa trovare e servire «l’uomo, l’uomo vero, l’uomo integrale»; amare l’uomo e fare il cammino con lui significa trovare Dio” (DB 161).
Questa è stata la citazione del Documento di Base della Catechesi che mi ha accompagnato in questi 4 giorni! Sono Giuseppe, un giovane napoletano 20enne. Da circa un anno sono impegnato nell’attività dell’oratorio in parrocchia, come animatore, con i ragazzi dai 9 ai 12 anni. Vivere questa esperienza di Campo Catechistico con le suore Paoline mi ha dato nuovo slancio per la mia attività parrocchiale. Tante novità, proposte, laboratori pratici e “lezioni teoriche” hanno fatto sì che potessi partire più carico per questo anno pastorale che sta iniziando.
Pensare e riflettere sul fatto che il cammino che faccio con i ragazzini che mi sono affidati può aiutarmi a trovare Dio è davvero sorprendente. Io, ragazzo 20enne, giovane del Terzo Millennio, con tutti gli impegni, le emozioni, le difficoltà che vivo e che sono parte della mia vita, sono chiamato ad annunciare ai ragazzi che mi sono affidati una Persona, Gesù Cristo cercando di renderla attuale per loro. Dio si serve anche di me per incontrare altri uomini e donne che forse non l’hanno ancora incontrato! Straordinario sì, ma questo richiede un carico non indifferente di responsabilità.
Un bella dose di carica e di energia mi è arrivata da San Paolo, nella lettura che la liturgia ci ha offerto l’ultimo giorno del campo.  “Quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti; quello che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono” (1Cor 1,27-28). Spero sarà il monito che mi accompagnerà in quest’anno, nei momenti più difficili di fatica e di difficoltà!

Giuseppe T. – Napoli

Speciale campi estivi (1a parte)

Paestum – Capaccio (SA): “Felicità cercasi” – Campo scuola con i figli della Santa Famiglia

Dal 15 al 18 luglio 2010 si sono svolti, a Paestum (SA), gli Esercizi Spirituali annuali per le coppie dell’Istituto Santa Famiglia, uno dei dieci rami della Famiglia Paolina. Con loro erano presenti anche i figli e, per quelli dai 12 ai 18 anni, la proposta delle Figlie di San Paolo è stata quella di vivere, in parallelo, un campo scuola pensato e preparato appositamente per loro!!!
Animato da suor Mariangela Tassielli (fsp) e Dalia Mariniello (una dei GEP – Giovani Evangelizzatori Paolini), il campo ha avuto come tema: Felicità cercasi! Un viaggio alla ricerca della felicità attraverso momenti di catechesi, riflessione, preghiera… il tutto organizzato come “un grande gioco” durato tre giorni; con squadre, punti da conquistare, sfide da vincere, prove da superare… mettendo in gioco se stessi, i propri talenti, le proprie capacità e collaborando con gli altri, appartenenti alla propria squadra e non!!! Sì perché una delle particolarità di questo grande gioco è stata che anche l’attenzione, la collaborazione, l’aiuto “offerte” ai propri “rivali”, permettevano di conquistare punti!!!
I giovani partecipanti hanno dimostrato subito la voglia di mettersi in gioco, di superare sé stessi, di collaborare, di aiutarsi, di restare aperti per apprendere da tutti, di ascoltare tutti, perché ognuno ha la sua ricchezza da poter donare agli altri… ma bisogna essere disposti ad accoglierla!!!
Dapprima le dinamiche/giochi di conoscenza hanno permesso ai ragazzi di conoscersi un pochino comunicandosi non solo i propri nomi e le provenienze ma anche i propri desideri, i propri sogni!!! La ricerca della felicità ha avuto inizio con un’asta, in cui, ad essere in vendita, erano dei valori/mattoni utili per costruire la propria casa della felicità!!! Mattoni più importanti da mettere come fondamenta e valori magari meno importanti ma comunque utili per costruire una casa. Ultimo mattone, conquistato superando delle prove, è stato quello del tetto con su scritto il valore dei valori: SE STESSI!!! Siamo noi il valore dei valori, noi con i nostri pregi e i nostri difetti, con la nostra unicità! Noi siamo l’ingrediente segreto di qualcosa di speciale che è la nostra vita… questa la conclusione a cui si è giunti anche attraverso la visione del film Kung Fu Panda.
La felicità, come tesoro da trovare, è stata simbolicamente cercata anche attraverso una divertente Caccia al tesoro che ha visto tutti i partecipanti seriamente impegnati e pronti a collaborare!!! L’ultima prova ha portato i ragazzi in una stanza con al centro uno scrigno, la Parola di Dio, una lampada, una veste bianca battesimale… attorno a cui è stato vissuto un importante momento durante il quale, i ragazzi chiamati per nome e segnati con la croce, sono stati simbolicamente “battezzati a nuova vita”, ricevendo per l’occasione anche un bracciale con un nome nuovo (FIDUCIA, BONTÀ, PERDONO…). Un “battesimo” particolare per impegnarsi nel rinascere valorizzandosi, apprezzandosi!!!
Alla felicità magari un po’ più “materiale” ma non certo superflua, hanno contribuito anche due escursioni: una ai templi di Paestum e l’altra alle grotte di Castelcivita in cui, oltre ad ammirare le bellezze naturali, si è potuto godere di un po’ di fresco!!!
Il campo si è concluso con Nutella party e cocomerata… e oltre a nuovi compagni, tante risate, giochi, incontri… ognuno ha portato a casa, oltre al premio vinto e una “lettera di Dio”, l’ingrediente segreto da inserire nella ricetta della propria felicità: essere sé stessi, credere in ciò che si è, valorizzarsi e fare dei propri limiti i propri punti di forza. Ognuno è unico e prezioso agli occhi di Dio, un Dio che è lì ad aspettare ognuno a braccia aperte!
(D.M.)

La testimonianza di una giovane partecipante:

«Mi chiamo Enrica e sono una ragazza di 16 anni. Vivo a Veglie (LE). I miei genitori sono una coppia appartenente all’Istituto Santa Famiglia e come ogni anno in estate vanno a trascorrere quattro giorni di Esercizi Spirituali all’insegna della preghiera, della riflessione e della condivisione. È proprio grazie alla mia famiglia che ho vissuto una delle esperienze più belle, costruttive e toccanti della mia vita. Sì perché anche quest’anno parallelamente al corso per le famiglie è stato organizzato anche un campo per i loro figli guidato da suor Mariangela e Dalia a Capaccio – Paestum dal 15 al 18 luglio. Appena arrivati nella struttura, dopo il nostro viaggio caratterizzato da un caldo cocente, siamo stati avvolti da un abbraccio accogliente e premuroso, che non potrò mai dimenticare, da parte delle nostre animatrici.
Il nostro primo appuntamento insieme era alle 17,00. Pian piano ho visto  arrivare i ragazzi con cui dovevo condividere il mio tempo, le mie capacità, le mie energie… alcuni li avevo già conosciuti l’anno scorso a Pacognano, altri invece li vedevo per la prima volta… così dentro di me cresceva la voglia di conoscere nuovi amici e stare bene con loro. Dalia e suor Mariangela ci hanno insegnato vari giochi perché conoscessimo bene tutti i nomi e perché no anche qualcosa di più.  Poi siamo stati divisi in due squadre di cui abbiamo scelto noi i nomi: la squadra delle Aquile, composta da Ermanno, Giacomo, Tecla, Stefano, Eva e me; e la squadra delle Tigri, composta da Silvia, Ferdinando, Mariapia, Gennaro,Laura e Francesco. E’ stata proprio questa divisione in squadre a sancire l’inizio di una gara un po’ particolare che è durata fino a domenica mattina e in cui aveva la meglio non chi imbrogliava o chi pensava solo alla propria squadra ma chi piuttosto cercava di collaborare insieme con l’altra parte e di volerle ancora più bene. Così tra giochi, divertimento, attività ed uscite è nata tra di noi una grande complicità e lentamente prendeva forza un’amicizia vera fatta di piccoli gesti molto significativi.
Ci sono state anche due escursioni. La prima a Paestum e la seconda alle grotte di Castelcivita. È stata la prima volta in cui ho potuto ammirare con i miei occhi  templi che fino a poco tempo fa avevo sempre visto solo in foto, stampati sui miei libri di storia.
Oltre all’amicizia con tutti i ragazzi, quello che mi è rimasto impresso di quest’esperienza è stata la premura di suor Mariangela e di Dalia che hanno messo tutto a nostra disposizione dandoci tanta fiducia. Mi sono rimaste nel cuore le parole di sr Ma’ [sr Mariangela ndr] che ci ha dato tanti consigli sulla vita e soprattutto ricordo bene il suo invito ad apprezzare ogni cosa che il Signore ci ha donato, perché tutto anche quello che ai nostri occhi può sembrare insignificante è un suo immenso dono.
Poi, mi ha colpito una cosa che non avevo molto valutato prima: si può imparare qualcosa da qualsiasi persona e la cosa importante è vedere il bello che c’è in ognuno e non solo i suoi difetti e infine una realtà che le nostre animatrici ci hanno fatto capire attraverso la visione del film “Kung Fu Panda”: CREDERE IN NOI STESSI.
Forse nella vita, io mi sono sempre preoccupata di scoprire, senza riuscirci, quell’”ingrediente” che mi mancava per essere veramente felice o per ottenere qualcosa a cui tenevo tanto. Solo grazie a quest’esperienza ho capito che in realtà non esiste una ricetta, non c’è nessun ingrediente segreto. Le uniche cose indispensabili sono le mie capacità… e anche i miei difetti possono aiutarmi a perseguire i miei scopi. C’ è una frase che le nostre educatrici hanno scritto su un cartellone e che mi rimarrà sempre impressa: “Tu sei il solo tesoro, tu sei unico e prezioso” e assieme a queste parole ci hanno consegnato anche una lettera personalizzata da parte di… Dio!!!”. È stato un momento indimenticabile: eravamo seduti per terra davanti alla parola di Dio e ognuno di noi ricevendo la pergamena metteva vicino alla Bibbia una piccola luce.
L’ultimo giorno si è svolta la caccia al tesoro. Questa ha stabilito come squadra vincente quella delle Aquile. Poi le due squadre si sono recate in una stanza dove al centro c’era un grande scrigno. Abbiamo vissuto un emozionante momento di preghiera fatto di gesti piccoli ma toccanti. Prima la consegna di un premio per entrambe le squadre poi, ognuno doveva andare da sr Ma’ per farsi ungere con dell’olio in segno di benedizione e poi da Dalia che legava al nostro braccio un nastrino bianco sul quale era scritto un dono che Gesù ci consegnava. Questo  momento che ricordava un po’ il nostro Battesimo ed è stato uno dei più commoventi.
Salutando uno per uno i miei amici e le mie educatrici pensavo dentro di me a come mi avessero aiutata quei giorni a guardare la vita da un’altra prospettiva… quella dell’AMORE VERO».

Enrica – Veglie (LE)