Archivi categoria: beatitudini

Felice se ami – Step5 – incontri online/aprile 2013

Benvenuti, cari amici, al nostro quinto incontro

Felice se ami

Beati i misericordiosiLa Beatitudine che ci accompagnerà in questo tempo pasquale è la beatitudine della misericordia: “Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia” Mt 5,7.
Amore e felicità si toccano e si provocano reciprocamente nel dono. Può esistere felicità senza amore? E può l’amore, anche quando chiede rinunce e scelte, non generare una felicità piena?
La misericordia ci porta nel cuore stesso di Dio, ci permette di scoprire il suo nome, la sua più vera identità, il suo raggiungerci in ogni situazione di vita. 

Ma oggi cosa significa vivere nello stile della misericordia?

E’ importante che il tuo cammino sia scandito da questi due passaggi. Ascoltare il video potrebbe non bastare. Sottolinea quei passaggi della catechesi per te importanti trasformandoli in esercizi concreti da vivere personalmente perché la fede diventi vita vissuta. Vivere poi un momento di preghiera è la tua possibilità più preziosa e feconda per incontrare Dio e metterti in suo ascolto.

Il percorso può essere vissuto personalmente o condiviso con amici, familiari o in parrocchia.

Ricorda che per una migliore proiezione, puoi scaricare il video sul tuo pc.

I tuoi strumenti di viaggio:

  • la Bibbia per seguire direttamente il testo, ampliandone il contesto
  • un quaderno per appuntare quei passaggi che ogni step ti chiede di vivere e che può diventare un’importante memoria del tuo percorso con Dio.

Il tempo pasquale diventi per tutti noi un tempo in cui donare misericordia.
Buon cammino!

Video – catechesi

Maria donna della Risurrezione
Preghiera conclusiva

Maria, donna della Risurrezione
hai accolto il Cristo Signore nel tuo grembo,
lo hai accompagnato lungo le vie dell’annuncio,
lo hai sostenuto nella sofferenza della croce,
sei ridiventata grembo di quel corpo crocifisso
e hai visto, nella notte della fede, risorgere l’amore.

Insegnaci la forza e la determinazione della speranza,
non permettere ai nostri piedi
di sostare increduli davanti al sepolcro,
ma aiuta gli occhi nel nostro cuore
a guardare oltre il vuoto di bende senza corpo,
a sentire interiormente la voce di colui che, risorto, dice:
“Non temere, io sono con te”.

Cammina con noi, donna della Risurrezione
e insegnaci a gioire del poco e del semplice;
insegnaci a seminare la speranza
e a non calpestare i suoi germogli;

donaci il coraggio dell’amore che è tenerezza,
perdono, stima, dono gratuito della propria vita.

Maria, rendici uomini e donne di Risurrezione,
per diffondere nel nostro mondo
il profumo della vita nuova,
che è Cristo Salvatore. Amen

Invocando Maria, ognuno senta di essere in comunione ecclesiale, con tutti i fratelli e sorelle che in ogni parte del mondo, lodano e danno gloria al Padre, in Gesù Cristo nostro Signore. Lo Spirito inondi la nostra vita di Dio!

Felicità e Vangelo
sono un connubio esplosivo e rivoluzionario
che ancora in molti preferiscono tenere disinnescato.
L’unico vero pericolo nell’innescarlo è di essere essere travolti
da radiazioni di amore e solidarietà universale,
che riconoscono nell’altro,
null’altro se non riflessi intensi del volto di Dio.

 

STEP PRECEDENTI

Step1 –  E Gesù disse: «Beati voi» – Mt 5,1-3
Step2 – Felice se attendi – Mt 5,4
Step3 – Felice se ti fidi – Mt 5,5
Step4 – Felice se scegli il bene – Mt 5,6
Step5 – Felice se ami  Mt 5, 7

CALENDARIO COMPLETO DEGLI INCONTRI SU: Incontri online

 

Per saperne di più scrivi a:

Sr Mariangela: m.tassielli@paoline.it

Per condividere riflessioni, mettere in campo domande, dubbi, voglia di saperne di più, seguici anche su

Facebook: Giovani & Vangelo
su Tw: Cantalavita

Potrai trovare aggiornamenti in tempo reale e condividi i link sulle pagine di amici e conoscenti che a tuo parere potrebbero essere interessati dall’annuncio di gioia con cui il Vangelo ci raggiunge.

Inoltre se hai meno di 30 anni ti proponiamo il gruppo facebook:

GEP – Giovani Evangelizzatori Paolini

Se desideri vivere momenti di preghiera ti consigliamo il libro: Attirerò tutti a me – Adorazioni eucaristiche per ogni tempo dell’anno. Autore: Suor Mariangela Tassielli – Ed. Paoline

Ti auguriamo buon cammino e buon tutto!

 

Felice se scegli il bene – Step4 – incontri online/marzo 2013

Benvenuti, cari amici, al nostro quarto incontro

Felice se scegli il bene

Beati gli affamati di Giustizia

La Beatitudine che ci accompagna in questo tempo è la quarta che l’evangelista Matteo propone: “Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia”.

 La sfida della felicità continua a raggiungerci e a provocarci! Cosa significa OGGI, alla luce delle vicende sociali che continuamente ci raggiungono, GIUSTIZIA? Cosa significa scegliere il bene? Quale giustizia il Vangelo ci chiede di vivere?

Spesso pensiamo alla giustizia divina nei termini di punizione, del dare a ognuno ciò merita. La giustizia in Dio, spesso diventa solo una sorta di proiezione di quella giustizia che noi vorremmo e che non riusciamo a realizzare.

Ma le cose stanno veramente così? Cosa voleva dire Gesù, affermando: “Cercate prima di tutto il Regno di Dio e la sua giustizia…” Cosa significa essere assetati e affamati di giustizia? 

La fedeltà al Vangelo, la risposta di vita data ogni giorno a Dio cosa ha a che fare con l’essere giusti?

Video – catechesi

Il percorso può essere vissuto personalmente o condiviso con amici, familiari o in parrocchia.

Ricorda che per una migliore proiezione, puoi scaricare il video sul tuo pc.

I tuoi strumenti di viaggio:

  • la Bibbia per seguire direttamente il testo, ampliandone il contesto
  • un quaderno per appuntare quei passaggi che ogni step ti chiede di vivere e che può diventare un’importante memoria del tuo percorso con Dio.

Buon cammino!

 

Felicità e Vangelo
sono un connubio esplosivo e rivoluzionario
che ancora in molti preferiscono tenere disinnescato.
L’unico vero pericolo nell’innescarlo è di essere essere travolti
da radiazioni di amore e solidarietà universale,
che riconoscono nell’altro,
null’altro se non riflessi intensi del volto di Dio.

STEP PRECEDENTE: 

Step1 –  E Gesù disse: «Beati voi» – Mt 5,1-3
Step2 – Felice se attendi – Mt 5,4
Step3 – Felice se ti fidi – Mt 5,5
Step4 – Felice se scegli il bene – Mt 5,6

CALENDARIO COMPLETO DEGLI INCONTRI SU: Incontri online

 

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Ti auguriamo buon cammino e buon tutto!

 

Felice se ti fidi – Step3 – incontri online/febbraio 2013

Benvenuti, cari amici, al nostro terzo incontro

Felice se ti fidi!

Logo_on line3La Beatitudine che ci accompagna in questo tempo è la terza che l’evangelista Matteo propone: “Beati i miti”.
La sfida della felicità continua a raggiungerci e a provocarci! Cosa significa mitezza, OGGI, e come può essere associata allafiducia fiducia? 

I miti ci sembra di poterli associare ai perdenti, ai remissivi, a coloro che non potendo cambiare nulla accettano… 😦

Ma le cose stanno proprio così? Da queste parti non ne siamo molto convinti, anzi!
Ci sembra di poter dire che la mitezza diventa una sfida nella responsabilità, nell’accoglienza, nello scegliere chi essere e da che parte stare, nello scegliere quale senso dare a ciò che si vive, nel buio, come nella luce 🙂

Video – catechesi

Il percorso può essere vissuto personalmente o condiviso con amici, familiari o in parrocchia.

Ricorda che per una migliore proiezione, puoi scaricare il video sul tuo pc.

I tuoi strumenti di viaggio:

  • la Bibbia per seguire direttamente il testo, ampliandone il contesto
  • un quaderno per appuntare quei passaggi che ogni step ti chiede di vivere e che può diventare un’importante memoria del tuo percorso con Dio.

Buon cammino!

 

Felicità e Vangelo
sono un connubio esplosivo e rivoluzionario
che ancora in molti preferiscono tenere disinnescato.
L’unico vero pericolo nell’innescarlo è di essere essere travolti
da radiazioni di amore e solidarietà universale,
che riconoscono nell’altro,
null’altro se non riflessi intensi del volto di Dio.

STEP PRECEDENTE: 

Step1 –  E Gesù disse: «Beati voi» – Mt 5,1-3
Step2 – Felice se attendi – Mt,5,4

CALENDARIO COMPLETO DEGLI INCONTRI SU: Incontri online

 

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Ti auguriamo buon cammino e buon tutto!

 

Felice se attendi – Step2 – incontri online/avvento 2012

Benvenuti, cari amici, al nostro secondo incontro

Felice se attendi

La Beatitudine che ci accompagnerà in questo tempo di Avvento è la seconda che l’evangelista Matteo propone: “Beati coloro che sono nel pianto”.
La sfida della felicità continua a cavalcare l’onda del paradosso, rivestendo sempre di più gli abiti dell’impossibile e della contraddizione rispetto alle nostre logiche.

Come sempre il materiale a tua disposizione è:

  • una video-catechesi
  • una traccia di adorazione che potrai ricevere richiedendola via mail.

E’ importante che il tuo cammino sia scandito da questi due passaggi. Ascoltare il video potrebbe non bastare. Sottolinea quei passaggi della catechesi per te importanti trasformandoli in esercizi concreti da vivere personalmente perché la fede diventi vita vissuta. Vivere poi un momento di preghiera è la tua possibilità più preziosa e feconda per incontrare Dio e metterti in suo ascolto.

Il percorso può essere vissuto personalmente o condiviso con amici, familiari o in parrocchia.

Ricorda che per una migliore proiezione, puoi scaricare il video sul tuo pc.

I tuoi strumenti di viaggio:

  • la Bibbia per seguire direttamente il testo, ampliandone il contesto
  • un quaderno per appuntare quei passaggi che ogni step ti chiede di vivere e che può diventare un’importante memoria del tuo percorso con Dio.

L’avvento diventi tempo in cui costruire scelte di speranza. Buon cammino!

Video – catechesi

Maria donna dell’attesa
Preghiera conclusiva

Maria, donna dell’attesa fiduciosa,
aiutaci a spalancare le porte del cuore
per permettere alla luce di Dio di entrare
nel nostro dubbio, buio, paura, dolore.

Maria, donna in cui Dio si è fatto presenza,
invoca con noi e per noi lo Spirito
perché ogni angolo della nostra vita
e ogni istante del tempo che viviamo
diventino casa in cui Dio può abitare.

Maria, creatura in cui il Creatore si fatto figlio,
rendici capaci di stupore,
dona alla nostra fede il coraggio della meraviglia
che sa lasciarsi destabilizzare,
che non conosce certezze, né le pretende.

Maria, figlia amata,
come la tua, anche la nostra storia
sia uno spazio di incontro con Dio,
segnato dalla fiducia, dall’attesa,
dall’entusiasmo, dalla docilità, dal dono. Amen

Invocando Maria, ognuno senta di essere in comunione ecclesiale, con tutti i fratelli e sorelle che in ogni parte del mondo, lodano e danno gloria al Padre, in Gesù Cristo nostro Signore. Lo Spirito inondi la nostra vita di Dio!

 

Felicità e Vangelo
sono un connubio esplosivo e rivoluzionario
che ancora in molti preferiscono tenere disinnescato.
L’unico vero pericolo nell’innescarlo è di essere essere travolti
da radiazioni di amore e solidarietà universale,
che riconoscono nell’altro,
null’altro se non riflessi intensi del volto di Dio.

STEP PRECEDENTE: Step1 –  E Gesù disse: «Beati voi» – Mt 5,1-3

CALENDARIO COMPLETO DEGLI INCONTRI SU: Incontri online

 

Per saperne di più scrivi a:

Sr Mariangela: m.tassielli@paoline.it

Per condividere riflessioni, mettere in campo domande, dubbi, voglia di saperne di più, seguici anche su

Facebook: Giovani & Vangelo
su Tw: Cantalavita

Potrai trovare aggiornamenti in tempo reale e condividi i link sulle pagine di amici e conoscenti che a tuo parere potrebbero essere interessati dall’annuncio di gioia con cui il Vangelo ci raggiunge.

Inoltre se hai meno di 30 anni ti proponiamo il gruppo facebook:

GEP – Giovani Evangelizzatori Paolini

Se desideri vivere momenti di preghiera ti consigliamo il libro: Attirerò tutti a me – Adorazioni eucaristiche per ogni tempo dell’anno. Autore: Suor Mariangela Tassielli – Ed. Paoline

Ti auguriamo buon cammino e buon tutto!

 

Buona domenica! – II di Pasqua – Anno B

«E chi è che vince il mondo
se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio?»

Dalla Prima Lettera di S. Giovanni Apostolo (1Gv 5,1-6)
II DOMENICA DI PASQUA – Anno B

È risorto! La notizia ha attraversato i secoli, è arrivata fino a noi, oggi. Milioni di uomini e donne hanno scoperto la semplice verità: è inutile cercare il crocifisso, non è qui, è risorto. Non rianimato, non vivo nella nostra memoria: Gesù di Nazareth è risorto da morte e vive in eterno.
La sua tomba, preziosamente conservata a Gerusalemme, richiama centinaia di migliaia di persone, ogni anno, uomini e donne che, più o meno consapevolmente, affrontano un viaggio, nel passato pericoloso e lunghissimo, per vedere una tomba. Vuota. Ma, certo, la cosa ci può lasciare indifferenti o pieni di dubbi. Specialmente in questi fragili tempi, siamo consapevoli che la fede nel risorto richiede un salto di qualità: altro è credere che un buon uomo, un profeta di nome Gesù, ci ha parlato di Dio in modo innovativo. Altro professarlo risorto e presente, manifestazione stessa del Signore. Non ditelo a Tommaso.

TOMMASO, CHE CI CREDE ANCHE SE NON CI METTE IL NASO
Tommaso è deluso, amareggiato, sconfitto. Il suo terremoto ha un nome: crocifissione. Lì, sul Golgota, ha perso tutto: la fede, la speranza, il futuro, Dio. Ha vagato per giorni, come gli altri, fuggendo per la paura di essere trovato e ucciso. Umiliato e sconvolto, si è trovato al Cenacolo con gli apostoli che gli hanno raccontato di avere visto Gesù. E, lì, Tommaso si è indurito. L’Evangelista Giovanni non ne parla, tutela della privacy, ma so bene cosa ha detto agli altri: «Tu Pietro? Tu Andrea?… e tu Giacomo? Voi mi dite che lui è vivo? Siamo scappati tutti, come conigli; siamo stati deboli, non gli abbiamo creduto! Eppure, lui ce l’aveva detto, ci aveva avvisati. Lo sapevamo che poteva finire così, e non gli siamo stati vicini, non ne siamo stati capaci. Ora, proprio voi, venite a dirmi di averlo visto, vivo? No, non è possibile… come faccio a credervi?»
Tommaso è uno dei tanti scandalizzati dall’incoerenza di noi discepoli. Eppure resta, non se ne va, stizzito. E fa bene. Perché torna proprio per lui, il Signore. E l’incontro è un fiume di emozioni. Gesù lo guarda, gli mostra le mani, ora parla: «Tommaso, so che hai molto sofferto. Anch’io, guarda». E Tommaso crolla. Anche Dio ha sofferto, come lui.

SENZA VEDERE
Siamo chiamati a credere senza vedere. Siamo beati se crediamo senza vedere. Ma non come dei creduloni ingenui e storditi. La fede è proprio la fiducia in qualcosa che non vediamo, ma che sperimentiamo credibile. Il problema, semmai, è chi ce ne parla, sapere se merita o meno fiducia.
Gesù risorto appare agli apostoli e dona loro la pace, lo Spirito e il perdono dei peccati. Solo attraverso lo Spirito possiamo sperimentare la pace del cuore di chi si sa riconciliato e diventa dispensatore di perdono. Incontrare Gesù risorto è un evento dell’anima, che parte dalla curiosità, si nutre di intelligenza e approda alla fede. La curiosità inizia nell’incontro con persone (sempre troppo poche!) che vivono nella pace del cuore, riconciliati con loro stessi e scoprire che sono discepoli del risorto. Anche noi, come loro, possiamo inseguire Gesù, salvo poi scoprire di cercare coloro che ci cercano.
Non solo: Giovanni, nella seconda lettura, ribadisce cosa è essenziale nei discepoli: amare. Che sia questo il problema? Che sia proprio l’assenza di cristiani pacificati, perdonati e colmi d’amore a far nascere tanti dubbi?

LUCA RACCONTA
La prima comunità in Gerusalemme attira ammirazione e curiosità: in un mondo di squali i cristiani si vogliono bene, in un mondo in cui regna l’inganno e la bramosia del denaro (già allora?) i discepoli si aiutano nei bisogni concreti, in un mondo di pavidi, gli apostoli professano con forza la loro verità. Certo, gli esegeti ci dicono che quella di Luca è più una catechesi che una descrizione, ma tanto basta per capire che, forse, i nostri percorsi devono cambiare.
Proprio perché fatichiamo nel vedere comunità di persone che non giudicano ma che accolgono, che non vivono come gli altri, usandosi per avere dei benefici e che proclamano Cristo con convinzione e passione, i dubbi crescono e le nostre comunità vacillano. Che fare? Il rischio è di fare ciò che fanno in molti: andarsene, rassegnarsi, spegnersi.
Oppure…

MILLE LIBRI
Oppure scrivere mille altri vangeli, mille altre storie, mille altre meraviglie, come suggerisce Giovanni. Oppure fare come Tommaso che, pur deluso, non se ne va, ma resta e aspetta. E fa bene ad aspettare, perché il Signore torna.
Beati noi che crediamo senza avere visto. Senza avere visto Cristo o gli apostoli. Senza vedere, a volte, coerenza a passione nelle comunità ma, piuttosto, abitudine e affaticamento. Beati noi che non ce ne andiamo, che non ci sentiamo migliori, che soffriamo per la Chiesa che amiamo. Beati noi che vogliamo cambiare le cose che non funzionano a partire dai noi stessi. Come Tommaso, vedremo i segni del risorto anche nelle piaghe.

(PAOLO CURTAZ)


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Veglia Eucaristica per la Giornata delle Comunicazioni Sociali

di Suor Mariangela Tassielli

Fratelli e sorelle, offriamo al Signore, la nostra preghiera, perché salga a lui come incenso, forte e delicata allo stesso tempo; perché arrivi a Dio portando il cuore di tutti i fratelli e sorelle che con noi pregano, tutti coloro che saranno raggiunti dai giovani evangelizzatori, coloro che a noi hanno affidato le loro preghiere. Tutti vogliamo, come Chiesa, presentare al Signore, perché questa notte possa diventare notte di luce.

 Come incenso, salga verso te, o Signore, la nostra preghiera. Sia preghiera di tutti e preghiera per tutti. Salga carica della lode e della gratitudine per tutti prodigi che operi nella nostra vita. Salga, spinta dalla totale fiducia in te, che per noi desideri il Bene vero. Salga, portando a te, il desiderio e le speranze di ogni cuore, di ogni famiglia, di ogni vita. Amen

Vieni Spirito Creatore, vieni, vieni! Vieni Spirito Creatore, vieni, vieni!

Vieni santo Spirito di Dio e spalanca le porte della nostra vita alla tua novità, all’effervescenzaspirito santo del tuo agire in noi, al dolce impeto del tuo ricrearci e renderci nuovi. Vieni Spirito dolce e potente e discendi con infinite grazie; apri tra noi e il Padre i canali della vita perché la fresca e inarrestabile acqua della Grazia possa raggiungerci, bagnarci e renderci trasparenti.

Mandaci, Padre! Inviaci per le strade di questa storia e donaci il coraggio del dono gratuito e generoso, del dono libero che accetta di essere spogliato, sacrificato, denudato. Inviaci, Padre, perché tutti conoscano Gesù Cristo, Signore di ogni vita, perché tutti comprendano la forza e la concretezza del tuo amore che tutti ci salva e, amandoci, ci rende liberi, figli della luce.

Celebrante: Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo a ogni creatura. Non abbiate paura, né sia turbato il vostro cuore, ma adorate il Signore, Gesù Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza, perché nel momento stesso in cui si parla male di voi rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo. È meglio infatti, se così vuole Dio, soffrire operando il bene che facendo il male. Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni fino agli estremi confini della terra.

Guida: La Parola di Dio si fa per noi incontro, dono. Pane che si spezza e sfama ogni sete del nostro cuore. Il buon Pastore ci viene incontro, abita la nostra stessa carne, parla la nostra stessa lingua. Si è fatto uno di noi, uno tra noi e con noi.

Gv 10, 11 – 15. 14, 15 – 21 11

Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. 12Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; 13perché è un mercenario e buon pastorenon gli importa delle pecore.  14Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, 15così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, 17lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. 18Non vi lascerò orfani: verrò da voi. 19Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. 21Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui.

 Gesù, Pastore buono, in te l’amore del Padre ci raggiunge

Guida: Ci sono strade che il Vangelo percorre. C’è un’urgenza che brucia nel cuore di ogni evangelizzatore: annunciare la Parola, renderla vera e reale, proclamarla con la vita e con ogni mezzo che il progresso mette a disposizione dell’uomo. Ci sono continenti nei quali il Vangelo è stato annunciato nei secoli e c’è un nuovo continente che non si distingue per lontananza, né per cultura: è il mondo della Comunicazione al confine tra il fascino e la realtà, tra le opportunità e i rischi che diventa il nuovo “mondo” in cui far risuonare il Vangelo.

LA PAROLA DEL PAPA BENEDETTO XVI

Comunicare il Vangelo attraverso i nuovi media significa non solo inserire contenuti dichiaratamente religiosi sulle piattaforme dei diversi mezzi, ma anche testimoniare con coerenza, nel proprio profilo digitale e nel modo di comunicare, scelte, preferenze, giudizi che siano profondamente coerenti con il Vangelo, anche quando di esso non si parla in forma esplicita. Del resto, anche nel mondo digitale non vi può essere annuncio di un messaggio senza una coerente testimonianza da parte di chi annuncia […]
Anche in questo campo siamo chiamati ad annunciare la nostra fede che Cristo è Dio, il Salvatore dell’uomo e della storia, Colui nel quale tutte le cose raggiungono il loro compimento (cfr Ef 1,10). La proclamazione del Vangelo richiede una forma rispettosa e discreta di comunicazione, che stimola il cuore e muove la coscienza; una forma che richiama lo stile di Gesù risorto quando si fece compagno nel cammino dei discepoli di Emmaus  .

Guida: Rendiamo la nostra preghiera supplica, invocazione di misericordia, riparazione per ogni peccato commesso nel mondo della Comunicazione; per il male seminato intenzionalmente, per chi naviga in Rete per generare il male nel cuore delle giovani generazioni, per chi fa di ogni pagina, di ogni immagine, di ogni parola, di ogni nota uno strumento per seminare la morte. Abitiamo questa notte nella luce. Possa la nostra preghiera, vivificata dalla grazia, ottenere per tutti la misericordia del Padre. E possa l’amore del Padre raggiungere e cambiare, in questa notte, coloro che in questo momento stanno operando per il male.

Momento di offerta e proclamazione delle nostre preghiere e di quelle dei tanti fratelli che le hanno affidate a noi attraverso internet. Chi lo desidera può consegnare il foglio chiuso, nel segreto. Per ogni intenzione consegnata al Signore ognuno potrà accendere un piccolo lumino.

Questo momento eucaristico ci ha fatto entrare in quella che per noi Paoline e Paolini è la settimana della Comunicazione a conclusione della quale, come Chiesa presente in tutto il mondo, siamo chiamati a celebrare la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. Celebriamo cioè un rinnovato grazie e assumiamo nuova consapevolezza per le possibilità che oggi, attraverso il progresso e la tecnologia, il Vangelo ha di raggiungere gli estremi confini della terra.

PREGHIAMO INSIEME:

Spirito di Dio,
dono immenso del Padre,
scendi su di noi, soffia in noi la vita stessa di Dio
e plasmaci con l’intensità del suo amore.
Rendici decisi nel credere,
appassionati nel raccontare le meraviglie di Dio per noi,
audaci nel donare ciò che gratuitamente ci è stato donato.

Dito paziente del Padre,
formaci nella novità di una vita piena e vissuta ad alta quota.
Amore che unisce il Padre al Figlio,
donaci il gusto della totalità, della circolarità,
della pienezza dell’amore che vi unisce come Trinità.
Facci entrare in questo prezioso dinamismo
perché ne impariamo lo stile,
perché altro gusto non abbia la nostra vita.

Maria, Regina della Pentecoste:
presente con noi mentre il Figlio sale definitivamente al Padre;
fedele per noi, mentre la sua presenza sparisce ai nostri occhi;
madre per noi, mentre lo Spirito ci apre alla vita di Dio,
accompagna, sostieni, orienta i nostri passi,
apri le nostre mani, spalanca il nostro cuore
perché lo Spirito infonda in noi i suoi doni,
perché nulla sia sprecato,
perché tutto trovi in noi terreno fecondo
in cui scendere e portare frutto,
quando e dove il Signore stesso vorrà.

Amen sia la nostra vita.
Amore donato siano le nostre scelte.
Fede condivisa le nostre giornate.

Scendi, o santo divino Spirito!
Rendici comunicazione dell’amore del Padre in noi.
Te lo chiediamo per intercessione di Maria,
nostra Madre, Maestra e Regina.

Amen.


Tra note e realtà – Hai un momento Dio

C’è un po’ di traffico nell’anima,
non ho capito che è.
Ciò il frigo vuoto, ma voglio parlare […]
Hai un momento Dio, non perché sono qua,
insomma ci sarei anch’io.
Hai un momento Dio, o te o chi per te
avete un attimo per me?
[…]
Quanto mi costa una
risposta, da te lissù… quant’è.
Ma tu sei lì per non rispondere e indossi un gran bel gilè.
E non bevi niente o io non ti sento com’è, perché…
Hai un momento Dio non perché sono qua,
se vieni sotto offro io.
Hai un momento Dio lo so che fila c’è,
ma tu hai un attimo per me.

Se stai ridendo, io non mi offendo però, perché?
Perché nemmeno una risposta ai miei perché, perché?…
(Ligabue,
Hai un momento Dio)

«Tutti abbiamo un po’ di traffico nell’anima ed è per questo che siamo alla ricerca continua di risposte…». Non so quanti anni abbia con esattezza, ma a scrivere è una giovanissima ragazza. Le domande del Liga, continua, sono le stesse che tutti prima o poi ci facciamo…
Una fede piena di troppe domande, qualcuno la definisce adolescente, come se la maturità del credere non vivesse di dubbi, di confronti, di luce chiesta e accolta, ogni giorno. Ci si stupisce poi se si scopre che santi e sante di una certa popolarità abbiano vissuto notti profonde, totalmente immerse nel silenzio costante di Dio… forse qualcuno lassù ama a intermittenza?
Mi piacerebbe spostare l’attenzione su due aspetti, a mio parere centrali: la bellezza del chiedere e la visibilità di Dio.
Chiedere, porre e porsi domande, dubitare
non è principio di allontanamento, ma di ricerca e di profondità. Non è pericoloso che qualcuno dubiti di Dio; in fondo nella scienza il dubbio è stata la condizione di possibilità di ogni conoscenza, ma è estremamente rischioso che al dubbio non si mostri la luce, che al viandante non si indichi la via. Troppe volte davanti al dubbio, consentitemelo, lecito di gente di ogni età sulla reale presenza di Dio in una storia troppo ferita, l’unica risposta è stata una porta sbattuta in faccia. Questo è pericoloso ed estremamente grave. Questo è principio di un allentamento.
Chi chiede cerca la verità e con la Verità in persona ha bisogno di entrare in contatto.
Beati coloro che hanno il coraggio di dubitare: incontreranno Dio faccia a faccia.

Ehi Dio! Dove cercarti per incontrarti seriamente, per poterti parlare con calma, per dirti finalmente quello che penso? Hai un momento?
Ligabue fa un inciso di non poco conto: «O te o chi per te…»
. Uomini e donne, tutti chiamati in causa. In quel chi per te ci siamo tutti… tutti quei figli che hanno incontrato il Padre, che lo hanno visto in azione nella propria vita, che si sentono amati. Qualcuno più di un altro, perché chiamato a una scelta più radicale, ma tutti, perché cristiani siamo chiamati a essere visibilità di Dio oggi.
Non si tratta di costruire al di là della storia, ma di tenere aperte le porte di ogni storia perché Dio vi entri. Testimoni della Verità che vuole incontrare il dubbio; della Via che da tutti vuole essere percorsa; della Vita che dà senso a ogni esistere .
Beati coloro che accoglieranno chi cerca e indicheranno loro sentieri di Vita: il Padre farà di loro la sua dimora.

di suor Mariangela fsp

Guarda il video

Buona domenica!

Se la vostra giustizia
non supererà quella degli scribi
e dei farisei, non entrerete
nel regno dei cieli.

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,17-37)
VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO -Anno A-

 

La parola a…
Paolo Curtaz

Speriamo che la Quaresima arrivi presto.
Perché, siamo sinceri, ancora qualche domenica con vangeli del genere e mi converto allo Zoroastrismo. Non so voi, ma già le beatitudini a me provocano una certa acidità di stomaco, ma i due capitoli che seguono, in cui Gesù smonta pezzo per pezzo tutto quello che i devoti del tempo (e di sempre) pensavano essere l’essenziale della fede, proprio fatico ad ascoltarli. Figuriamoci a viverli.
Eppure quelle indicazioni, preziose, in cui Gesù si permette di correggere, meglio: di riportare all’origine la Legge che Dio ha donato agli uomini, ci svelano tantissimo di Dio, di Gesù, e di noi.

Di Dio

Ci dicono che Dio sa come funzioniamo, che ci ha creato e la sua Parola, la sua Legge, i “comandamenti”, altro non sono che indicazioni per il nostro buon funzionamento. Dio non si diverte a farci impazzire mettendoci paletti e facendoci penare, proponendoci comportamenti irreprensibili (e noiosi). Dio non è geloso della nostra libertà e allora la limita. Semplicemente sa come funzioniamo, e desidera profondamente portarci alla sorgente della beatitudine, del bene. Dio è il collaboratore della nostra gioia: il peccato è male perché ci fa del male.
Quanto è bello pensare che Dio si occupa realmente di noi! E che, lui sì, ha a cuore il nostro bene!

Di Gesù

Gesù, nel discorso della montagna, segue un piano ben preciso: ha iniziato parlando del Regno e di chi vi appartiene, nelle beatitudini; domenica scorsa ci ha ammonito ad uscire da une fede insipida e oscura. Oggi e nelle prossime domeniche ci indicherà degli atteggiamenti concreti da seguire che sono la conseguenza dell’illuminazione interiore.
Già alcuni giudei, i più devoti, erano stati abilissimi a manipolare gli insegnamenti di Mosé, a imprigionare il volo della libertà, ad adattare, minimalizzare, aggiustare il tiro.
Gesù scardina tutto.
Riprende a uno a uno i precetti e ne svela il senso profondo, se ne riappropria, toglie la vernice delle tradizioni umane che ne avevano smorzato lo splendore. Straordinario Gesù! Così facendo disinnesca la bomba, fa crescere i presenti, libera la legge orientandola verso Dio.
Gli astanti, come noi, si erano costruiti una gabbia dorata, sicura, una millimetrica serie di leggi così da poter dire a Dio, come ad un irreprensibile funzionario: Ho fatto tutto, non ho sgarrato.
Gesù abbatte nuovamente gli steccati, libera Dio e il suo progetto dalle nostre manipolazioni.

Di noi

Se accogliamo le beatitudini, se vogliamo insaporire la vita, non dobbiamo nasconderci dietro ad un dito.
La violenza sgorga dal cuore, non basta barricarsi dietro ad una presunto buonismo: si può uccidere anche con la lingua, fare stragi con il giudizio impietoso, genocidi con la nostra impietosa analisi. In questo mondo che ha sdoganato il pettegolezzo facendolo diventare un’attività benemerita e lucrosa (è bastato chiamarlo gossip!), il discepolo è chiamato a vedere e dire solo il bene che abita il cuore degli uomini.
La lussuria e il dominio sono nel nostro cuore, non siamo un corpo, possediamo un corpo e l’altro non può diventare un oggetto. In questo tempo orribile in cui i padri plaudono le figlie che si fanno strada nella squallida notorietà delle starlette ad ogni costo e le persone si misurano dalla loro avvenenza, il discepolo ancora propone una lettura di sé e degli altri basata sulla persona, non sulla sua apparenza.
La menzogna ci sta accanto, ed è inutile scaricare sempre le responsabilità sugli altri.
In un mondo fasullo e menzognero il discepolo non ha bisogno di giurare perché, semplicemente dice il vero perché è vero. E non ha paura di pagare per i propri sbagli.

Per fare questo, ci ammonisce Ben Sirach, occorre scegliere fra l’acqua e il fuoco.

L’acqua che spegne ogni passione, il fuoco che divora i santi.
Siamo liberi, liberi di scegliere, drammaticamente liberi di scegliere.

…e per riflettere puoi scaricare: Cambiamento

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Buona domenica!

Ma quello che è stolto per il mondo,
Dio lo ha scelto per confondere i sapienti;
quello che è debole per il mondo,
Dio lo ha scelto per confondere i forti;
quello che è ignobile e disprezzato per il mondo,
quello che è nulla, Dio lo ha scelto
per ridurre al nulla le cose che sono

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (1Cor 1,26-31)
IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO -Anno A-

 

La parola a…
Paolo Curtaz

Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Cioè beati quelli che sono consapevoli della loro povertà interiore, del limite che portiamo scolpito nel cuore e che, perciò, cercano altrove, cercano il senso. Ma anche beati coloro che vivono con un cuore semplice, essenziale, trasparente. Beati perché, anche se non se ne accorgono, lasciano Dio regnare in loro.

Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati.
Beati coloro che, pur essendo nella sofferenza, sanno volgere lo sguardo oltre l’orizzonte, al Dio che fa compagnia, che con-sola, che sta con chi è solo. Beato chi sa che la vita è inserita in un grande progetto e che se anche la singola vicenda umana può essere avvilente, può essere sconfitta, il grande progetto di Dio avanza. Beato chi scopre che la vita è preziosa agli occhi di Dio, che nessun uomo, mai, è solo e abbandonato, che anche i capelli del nostro capo sono contati (Mt 10,30) e le lacrime raccolte (Sal 56,9), perché il Dio di Gesù protegge i passeri che si vendono per due spiccioli (Lc 12,6). La sofferenza, allora, non è la parola definitiva della vita.

Beati i miti, perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che non cedono alla violenza che portano in loro stessi, che vedono il lato positivo delle persone, che credono nella redenzione dell’uomo. Anche se all’apparenza vincono i malvagi, la storia vera, quella di Dio, passa attraverso le persone che hanno imitato Dio nella sua mitezza compassionevole.

Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati quelli che non si arrendono all’ingiustizia, che sanno mettersi in gioco, che sono autentici e sinceri, che portano il peso delle loro scelte e dei loro sbagli. Beati quelli che non cedono alla seduzione del compromesso, dell’astuzia malevola, del basso profilo.

Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati quelli che, come Dio, guardano alla miseria col cuore, che non giudicano sé e gli altri impietosamente, che chiedono responsabilità e coerenza ma che non fanno della giustizia un idolo. Se giudicano gli altri con verità e compassione troveranno verità e compassione per loro stessi.

Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati quelli che hanno uno sguardo trasparente, che non sono ambigui, che non hanno malizia, che non vedono sempre e solo il negativo, che non passano il tempo a sottolineare l’ombra degli altri per attenuare la propria, la loro purezza diventa una trasparenza da cui poter accedere a Dio.

Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati quelli che scommettono sulla pace, che sono pacifisti perché pacificati, che non fanno della razza, del paese, della propria religione un idolo. Beati quelli che non solo parlano di pace, ma che la pace la costruiscono giorno per giorno con le loro azioni.

Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi.
Beati quelli che si assumono le proprie responsabilità, che non scaricano sugli altri, che hanno il coraggio di pagare fino in fondo le proprie scelte, e anche i propri errori. Beati i discepoli che non rinnegano la loro fede per paura.

 

…e per riflettere puoi scaricare: Prendere sul serio il cielo

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