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RAGAZZI & DINTORNI – Gennaio 2012 – Benevolenza

UNA CASA ACCOGLIENTE

di Alessandra Beltrami

In questo articolo proponiamo un incontro di preghiera per spiegare ai ragazzi il significato della benevolenza.
Al centro della stanza, sul tavolo o su un leggio, porre la Bibbia e, accanto, un cero acceso. Si predispone un cartellone con, al centro, il disegno stilizzato di una casa, e pennarelli colorati. 

Si comincia l’incontro con il canto iniziale La tua dimora (D. Ricci, La tua dimora, Paoline, 2005)

Il catechista può introdurre l’incontro con queste parole: ci siamo riuniti per ringraziare il Padre per il suo amore che si è rivelato in Gesù, è entrato nella nostra vita tramite lo Spirito Santo e agisce in noi, trasformandoci dal di dentro. La benevolenza, la bontà, la benignità sono atteggiamenti del cuore che impariamo da Dio e sperimentiamo come suo dono.
A noi il compito di irraggiare questo amore verso chi ci sta accanto, in un processo di «restituzione» di tutto il bene che abbiamo ricevuto.
Lasciamoci plasmare dalla Parola e contempliamo, negli atteggiamenti indicati da Paolo, il modo di agire di Gesù.

Si procede con l’ascolto della Parola tratta dalla Lettera ai Romani 12,14-21

A questo punto il catechista procede cercando di sottolineare alcuni aspetti importanti: l’Apostolo delle genti ci invita ad essere attenti a chi soffre, a chi è nel bisogno, anche se ci è ostile, perché soltanto l’amore può vincere il male. Seguire Gesù, imitare i suoi gesti di benevolenza ci rende coraggiosi nel donarci e responsabili gli uni degli altri. Si mettono le basi per una costruzione solida e sicura, «la casa sulla roccia» di cui parla Gesù (Mt 7,24-27).

Si continua con un gesto significativo: durante un tempo di silenzio, si invitano i ragazzi a rileggere il brano e a confrontarsi con la Parola. Poi si chiede loro di ricordare un gesto di bontà che hanno ricevuto e per cui desiderano ringraziare il Signore, o un comportamento generoso di cui si sono resi protagonisti nei confronti di qualcuno. Si apre una condivisione, al termine della quale, a turno, i ragazzi completano il disegno della casa, sul cartellone, inserendo: porta d’ingresso, finestre, persone gioiose, a significare il desiderio di apertura agli altri e la volontà di essere dimora accogliente.

Prima della preghiera e del canto finale il catechista può concludere l’incontro con queste parole: la casa e la famiglia sono il luogo dove si impara e si vive il servizio. Dice un antico racconto rabbinico: «Quando compri una casa o la prendi in affitto, fa’ che abbia finestre grandi, a indicare l’apertura della famiglia alla preghiera e agli altri».

Preghiera: Padre nostro

Canto finale: Nella tua presenza (D. Ricci, La tua dimora, Paoline, 2005)

Questo e molti altri suggerimenti per la catechesi dei ragazzi sul numero di Gennaio dell’inserto Ragazzi & Dintorni dossier mensile di Catechisti Parrocchiali.

Inoltre  prossimamente ON LINE l’aggiornamento del materiale per il post riservato ai lettori della rubrica Musica di Catechisti Parrocchiali – Gennaio 2012. Per accedere è necessaria la password indicata nell’articolo.

—> METTI IN CIRCOLO L’AMORE <—

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Buona domenica! – IV T.O. (Anno B)

«Erano stupiti del suo insegnamento:
egli infatti insegnava loro come uno che
ha autorità,
e non come gli scribi»

Dal Vangelo di Marco (Mc 1, 21-28)
IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B

Sono tempi difficili, dicevamo. Bene. Allora possiamo andare all’essenziale, rimboccarci le maniche, girare pagina, smetterla di fare i servi di una mentalità e di una cultura che ci sono vendute come inevitabili, come il migliore dei mondi possibili. Emerite baggianate.  Abbiamo costruito un mondo in cui è il profitto a comandare, non l’uomo e il suo bene. Un mondo arrogante e volgare in cui vince chi urla e chi si sbraccia. Torniamo all’essenziale, tutti. Torniamo all’unica buona notizia che vale la pena di ascoltare e che il Maestro è venuto a raccontare: Dio è ed è splendido. E ci chiama a far parte del suo progetto d’amore. Cambiamo il mondo, finalmente. A partire dalla Chiesa.

A CAFARNAO
Marco, ricordate? E’ il primo ad avere scritto un vangelo. E che Vangelo! Dal Battesimo alla Risurrezione, qualche rotolo per raccontare, in un greco stentato, l’inaudito di Dio, il segreto tenuto nascosto nei secoli. Abbiamo incontrato Gesù penitente che scopre di essere prediletto, che mette a fuoco la propria missione. Lo abbiamo incontrato in Galilea, dopo l’arresto del Battista, a dire che il Regno si è avvicinato e che vale la pena convertirsi.
Ora lo troviamo a Cafarnao, in casa di Pietro il pescatore.  È un piccola città sul lago, alla frontiera, diventata importante dopo la divisione del regno di Erode. Ci sono gli esattori per il pedaggio e anche una centuria romana a vigilare la via maris che da Damasco porta a Cesarea Marittima. Di fronte alla casa di Pietro sorge la sinagoga, dove ci si raduna per ascoltare la Parola. Chi legge può anche fare un commento che, di solito, consiste nel ripetere qualche sentenza di un rabbino famoso. Gesù, invece, osa. Parla e racconta, spiega in maniera talmente nuova ed originale che tutti sono entusiasti. Averne di gente così durante le nostre omelie! Non fa voli pindarici, né citazioni teologiche. Non sappiamo cosa abbia detto. E forse le persone nemmeno se ne ricordano. Ma si ricordano del fatto che Gesù parla con autorevolezza, non come gli scribi. Colpisce perché parla di cose che sta vivendo. Parla non perché conosce, ma perché fa diventare vita ciò che legge. Averne.

INDEMONIATI
Nell’assemblea c’è un indemoniato. Capiamoci: con le scarse conoscenze mediche dell’epoca si attribuiva a forze oscure ciò che non si era in grado di spiegare. Malattie come epilessia o comportamenti bipolari erano semplicemente attribuiti ai demoni e si cercava di guarirli con complessi rituali di esorcismo. Non sappiamo cosa avesse questo poveraccio. Sappiamo bene, però, cosa vuole dirci Marco. Il male è presente nella sinagoga, il male è presente nella Chiesa. La prima purificazione da fare, la prima conversione da praticare è all’interno della comunità, non fuori. Iniziare da dentro, dal nostro ambiente, da noi. Perché ci sono dei modi di intendere la fede che sono “demoniaci”, anche dentro la Chiesa.

PROVOCAZIONI
L’affermazione del credente indemoniato è terribile: “Che c’entri con noi, sei venuto per rovinarci!”  È demoniaca una fede che tiene il Signore lontano dalla quotidianità, che lo relega nel sacro, che sorride benevola alle pie esortazioni, senza calarle nella dura quotidianità. È demoniaca una fede che vede in Dio un concorrente e che contrappone la piena riuscita della vita e la fede: se Dio esiste io sono castrato, non posso realizzare i miei desideri. È demoniaca una fede che resta alle parole: il demone riconosce in Gesù il santo di Dio ma non aderisce al suo vangelo.
Ecco tre rischi concreti e misurabili per noi discepoli che frequentiamo la sinagoga: professare la fede in un Dio che non c’entra con la nostra vita, un Dio avversario, un Dio da riconoscere solo a voce.  “Che c’entri con noi?”.
Il rischio, diffuso e presente nella Chiesa del terzo millennio, nel nostro occidente che crede di credere, pasciuto e annoiato, è quello di possedere una fede che resta chiusa nel prezioso recinto del sacro, di una fede fatta di sacri formalismi e di tradizioni, che però non riesce ad incidere, a cambiare la mentalità e il destino del mondo. Una fede che non cambia la vita, i rapporti in economia, in politica, nella giustizia, è una fede fintamente cristiana.
Non basta credere: anche il demonio crede, anch’egli sa bene chi è Gesù e, proprio per questo, sa che egli è venuto per distruggere le tenebre che abitano prepotenti il nostro mondo. Ecco la sfida che il Signore lancia alla sua Chiesa, all’inizio di questo 2012: tornare ad essere davvero credenti, finalmente discepoli.

(PAOLO CURTAZ)

Un’intervista per riflettere…

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La foto vincitrice del concorso fotografico “Cantalavita 2012”

Primo premio

del Concorso Fotografico

Ridillo con una foto

Cantalavita 2012

1a classificata: Adele Cammarata – Palermo

Aiutami Signore a lasciare le reti che mi tengono prigioniera di me stessa
e a lasciarmi condurre da Te verso l’orizzonte della Vita piena.

Mc 1, 14-20 

2a classificata: Stefania Mautone – Como

“Seguendo le Sue orme”

3a classificata: Chiara Ferrarelli – Pavona(RM)

I complimenti di Cantalavita per il lavoro di Adele di Palermo, Stefania di Como e Chiara di Pavona (RM), che presentiamo a tutti i nostri lettori come le prime tre vincitrici del concorso Fotografico “Cantalavita 2012 – Ridillo con una foto”.

A loro l’augurio che la Parola trovi il posto e il tempo giusto per poter entrare nella loro vita e uscire, come comunicazione efficace, attraverso quei doni, abilità, sensibilità, capacità che ognuna custodisce.

Pubblichiamo di seguito i nomi dei primi 10 classificati.

  1. Adele Cammarata – Palermo
  2. Stefania Mautone – Como
  3. Chiara Ferrarelli – Pavona (RM)
  4. Paola Fabrizi – Sutri (VT)
  5. Annarita Casale – Torre Canne di Fasano (BR)
  6. Mariangela Rossi – Cellino San Marco (Brindisi)
    Massimiliano Carfagno – Bellizzi (SA)
  7. Giuseppe Tramontin – Napoli
    Luisa Landi – Calvanico (SA)
    Michela Busi – San Giovanni Bianco (Bergamo)
  8. Evelina Monteleone – Mazara Del Vallo (TP)
    Grazia Filippone – Trecase (NA)
  9. Chiara e Iacopo Langella – Salerno
    Elisa Coppola – Conca dei Marini (SA)
    Maria Rosaria Pezone – Salerno
  10. Flavia Mazzilli – Corato (Bari)

A tutti voi, carissimi partecipanti, che avete provato a riesprimere il Vangelo in foto l’augurio di investire ogni energia per crescere in professionalità, efficacia, testimonianza… perchè come san Paolo Apostolo scriveva il Vangelo corra e sia glorificato, anche tra le strade rapide e volatili della comunicazione! 

Ai membri della giuria un sincero grazie per la competenza e professionalità messa in campo a favore di tutti!

I premi:

1° posto – libri e audiovisivi per un valore di 50 euro
2° posto – libri e audiovisivi per un valore di 30 euro
3° posto – libri e audiovisivi per un valore di 20 euro

premio “speciale mi piace” – un libro per accompagnare la preghiera

Menzione speciale per i “mi piace” ricevuti sulla Pagina Giovani & Vangelo

Margherita Coralluzzo (angeli missionari) – Bellizzi (SA)

“Continuiamo a costruire un mondo di pace: INSIEME”

Cantalavita tra le foto inviate per il Concorso, pubblicherà quelle che ritiene più efficaci in una foto gallery come proposta per la nuova evangelizzazione.

Info utili:

La giuria composta da suore Figlie di San Paolo e laici, tutti impegnati nell’evangelizzazione nel mondo della comunicazione, hanno assegnato a ogni foto una valutazione da 0 a 10, che sommata ha portato ai risultati finali.
Chi tra i partecipanti lo desiderasse, potrà richiedere a m.tassielli@paoline.it la classifica generale con il relativo punteggio.

Ricordiamo che i criteri di valutazione richiedevano:

  1. in primis, che la foto fosse una riespressione artistica della catechesi “E dopo Betlemme?
  2. che era stata data la possibilita di elaborazione in post produzione
  3. che la foto rispettasse dei criteri di presentazione: risoluzione e formato

E dopo Betlemme? – Incontri online/gennaio 2012_Step4

E questa volta tutto è diverso cari amici!!!

Non c’è la video catechesi, ma Fatti di Parola avanza, con una nuova tappa, la quarta, aprendo davanti a noi uno squarcio di semplice quotidianità nella fede, dopo l’intenso tempo dell’Avvento e del Natale.

Questa quarta tappa però, ci chiede come sempre di entrare con passione e senza troppi sconti nel Vangelo, ma, questa volta ci dà anche la possibilità di metterci in gioco, facendo risuonare con creatività il Vangelo in noi e trasformandolo poi in immagine, foto per l’esattezza. Scopri come clikkando su “Ridillo con una foto”

E’ la sfida della nuova evangelizzazione: è la sfida che oggi il Vangelo continua a lanciare a chi non si accontenta di leggere, ascoltare, pregare, comprendere. E’ sfida aperta per coloro che vogliono condividere, annunciare, far correre il Vangelo e le sue radicali sfumature sulle strade del mondo, e in particolare sulle autostrade che la Comunicazione mette a nostra disposizione.

Coraggio amici che condividete con noi questo cammino da tempo, o che arrivate oggi qui per la prima volta: il Vangelo di Dio, Gesù Cristo stesso ci accoglie alla sua scuola, una scuola che ci insegna ad ascoltare, a vivere e comunicare.

La via del dopo Betlemme è aperta: tocca a noi a questo punto solcarla, viverla giorno dopo giorno in questo tempo, scoprirne le sfide che racchiude e lasciarci inviare. A tutti a loro buona riflessione e buona vita alla luce della Parola.

E dopo Betlemme? Cosa c’è? Cosa ci aspetta? Chi possiamo trovare? Quali scelte la nostra fede sarà chiamata a vivere?

Come una voce sola davanti a Dio
Preghiera conclusiva

«Vieni dietro me, seguimi!»
Questa è la tua voce Signore Gesù.
Voce che mi accompagna e spesso risuona dentro,
voce che non lascia pace,
voce che scomoda e che, a volte, disturba.

«Seguimi!»
È la voce che tante volte, nella vita,
ho preferito silenziare, non ascoltare, ignorare.
È la voce che, troppe volte,
ha disturbato i miei sonni tranquilli
e che ho preferito lasciare ad altri,
guardando la pace, allontanarsi dal mio cuore.

«Vieni dietro di me,
metti i tuoi piedi sulle mie orme, non temere!
Vieni dietro i me, seguimi,
lasciando ciò che ti allontana dalla vita,
che ti illude, trattenendoti in forme di felicità fragile.
Vieni, metti i tuoi piedi sulle mie orme e non temere.
Non cercare spazi di compromesso,
non attendere che la vita ti suggerisca
dove scappare lontano dalla mia voce.
Vieni, sono io, non temere.
Vieni oltre quel mare,
vieni al di là dei tanti banchi delle imposte che,
mentre ti sembra diano gioia,
in realtà ti impediscono di gustare la ricchezza più vera.
Vieni, il mio invito alla vita è per te.
È per la vita! Vieni, lascia tutto, seguimi!»

Signore, non so dire eccomi,
come Pietro e Andrea, come Giacomo e Giovanni hanno detto;
non so lasciare le tante ricchezze accumulate…
e soprattutto ho paura di farlo, oggi, subito.
Aiutami a credere, aiutami a sentire la tua voce,
aiutami a non restare bloccato in ciò che mi rassicura.
Vieni, Signore Gesù, e la tua Parola scalfisca il mio cuore,
penetri lì dove nulla ha potuto cambiarmi
e apra la mia vita a un’immensità che non immagino,
muova la mia volontà su sentieri che ho paura di percorrere,
mi spinga al di là delle reti, oltre il mare;
al di là delle scelte comode, oltre me stesso:
e, con te, sarà vita!
Amen

Preghiamola tutti costantemente, se possibile ogni giorno. Sia preghiera reciproca in cui, gli uni per gli altri, come fratelli e sorelle nel Signore, invochiamo la sua grazia e benedizione, invochiamo il suo Spirito perchè ci dia la forza interiore di seguirlo.

Non c’è vita, non c’è errore, non c’è dubbio che possa allontare Dio da noi.
Ma ogni scelta, ogni sì o no, può portare noi lontano dal suo amore.

Per saperne di più scrivi a:

Sr Mariangela: m.tassielli@paoline.it

Per condividere riflessioni, mettere in campo domande, dubbi, voglia di saperne di più, seguici anche su

Facebook: Giovani & Vangelo
su Tw: Cantalavita

Potrai trovare aggiornamenti in tempo reale e condividi i link sulle pagine di amici e conoscenti che a tuo parere potrebbero essere interessati dall’annuncio di gioia con cui il Vangelo ci raggiunge.

Inoltre se hai meno di 30 anni ti proponiamo il gruppo facebook:

GEP – Giovani Evangelizzatori Paolini

Se desideri vivere momenti di preghiera ti consigliamo il libro: Attirerò tutti a me – Adorazioni eucaristiche per ogni tempo dell’anno. Autore: Suor Mariangela Tassielli – Ed. Paoline

Ti auguriamo buon cammino e buon tutto!

Ti ricordiamo il cammino di incontri online 2012 -2013

Felici di vivere

STEP PRECEDENTI

In attesa di… Passi verso il Natale – incontri on line/Natale 2011_Step3

Rieccoci, cari amici!

Siamo ormai molto prossimi al Natale, ma non vorremmo che nulla fosse perso di quell’incredibile dono che stiamo per ricevere. Il tempo è gravido di attesa, il cielo e la terra in Gesù si congiungono per donare a noi la salvezza. Ma noi siamo pronti a riceverla? Siamo a pronti a metterci del nostro? Dio c’è… ma non basta! Il cammino di avvento, nell’ultima tappa del nostro cammino Fatti di Parola ci aveva chiesto di Fare attenzione!!!

Stare attenti a noi stessi, vegliare nella notte per riuscire a scorgere all’orizzonte il nuovo SOLE, il nuovo giorno della Grazia.

Vegliare e restare svegli per poter accogliere Dio in noi!

Eccoci, allora… siamo ormai alle soglie del grande evento che ha cambiato la storia e che cambierà anche la nostra vita.

Vi proponiamo di vivere insieme gli ultimi passi verso il Natale. Dal 22 al 24 dicembre, dalle ore 9.00 pubblicheremo una breve video-preghiera che potrà dare il LA alla nostra giornata e che ognuno potrà condividere, scaricare, caricare sui propri media. Con la preghiera suggeriremo un atteggiamento su cui ci si potrà esercitare, ogni giorno, e arrivare a poter spalancare le porte della nostra vita e del nostro cuore al Signore.

Siamo oltre 1500 fratelli e sorelle ad aver condiviso le tappe di Fatti di Parola, insieme allora, sentendoci una piccola porzione di Chiesa in cammino, vogliamo continuare a vivere e condividere questi tre passi che ci aiuteranno a celebrare il Natale del Signore.

Vi aspettiamo con gioia!

suor Mariangela

Per saperne di più scrivi a:

Sr Mariangela: m.tassielli@paoline.it

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Inoltre se hai meno di 30 anni ti proponiamo il gruppo facebook:

GEP – Giovani Evangelizzatori Paolini

Se desideri vivere momenti di preghiera ti consigliamo il libro: Attirerò tutti a me – Adorazioni eucaristiche per ogni tempo dell’anno. Autore: Suor Mariangela Tassielli – Ed. Paoline

Ti auguriamo buon cammino e buon tutto!

Ti ricordiamo il cammino di incontri online 2012 -2013

Felici di vivere

GP2 GenerAzioni – Non abbiate paura!_1a Parte

Non abbiate paura, forza, coraggio, sono con voi, ho fiducia in voi…
Tante volte Giovanni Paolo II si è rivolto ai giovani con queste parole, esortandoli con amore a non avere paura di SPALANCARE LE PORTE A CRISTO, a non aver paura  di seguirlo, di metterlo al centro della propria vita, di annunciarlo senza vergogna nelle piazze, tra la gente, nei luoghi del vivere quotidiano!
Oggi vogliamo ricordare questo grande papa proprio attraverso frammenti di alcune omelie e discorsi che in varie occasioni ha rivolto ai “suoi cari giovani”!

NON ABBIATE PAURA DI ESSERE GIOVANI

Non abbiate paura della vostra giovinezza e di quei profondi desideri che provate di felicità, di verità, di bellezza e di durevole amore! Si dice qualche volta che la società ha paura di questi potenti desideri dei giovani e che voi stessi ne avete paura. Non abbiate paura! Quando io guardo a voi, giovani, sento una grande gratitudine e speranza. Il futuro a lungo termine nel prossimo secolo sta nelle vostre mani. Il futuro di pace sta nei vostri cuori. […] Dovete essere persone con una profonda fiducia nell’uomo ed una profonda fiducia nella grandezza della vocazione umana.

Messaggio per la XVIII Giornata Mondiale della pace

NON ABBIATE PAURA DELLA VERITÀ!

Alcuni di voi possono esser tentati di rifuggire dalle responsabilità: negli illusori mondi dell’alcool e della droga, nelle fugaci relazioni sessuali senza impegno per il matrimonio e la famiglia, nell’indifferenza, nel cinismo e perfino nella violenza. State in guardia contro l’inganno di un mondo che vuole sfruttare o far deviare la vostra energica e potente ricerca della felicità e del senso della vita. Ma non evitate la ricerca delle risposte vere alle domande che vi stanno di fronte. Non abbiate paura!

Messaggio per la XVIII Giornata Mondiale della Pace


NON ABBIATE PAURA DI ANNUNCIARE IL VANGELO!

Non abbiate paura di andare per le strade e nei luoghi pubblici, come i primi Apostoli che hanno predicato Cristo e la Buona Novella della salvezza nelle piazze della città, dei centri e dei villaggi. Non è tempo di vergognarsi del Vangelo. È tempo di predicarlo dai tetti. Non abbiate paura di rompere con i comodi e abituali modi di vivere, al fine di raccogliere la sfida di far conoscere Cristo nella moderna “metropoli”. Dovete essere voi ad andare “ai crocicchi delle strade” e a invitare tutti quelli che incontrate al banchetto che Dio ha apparecchiato per il suo popolo. […] Cristo ha bisogno di operai pronti a lavorare nella sua vigna. Giovani cattolici del mondo, non deludetelo. Nelle vostre mani, portate la Croce di Cristo. Sulle vostre labbra le parole di Vita. Nei vostri cuori la garanzia salvifica del Signore.

Omelia a Denver – 15 Agosto 1993

NON ABBIATE PAURA DI ESSERE SANTI!

Perseverate con fermezza accanto a Cristo, perché lui rimanga in voi! Non permettete che nei vostri cuori si spenga la luce della santità! Non abbiate paura di aspirare alla santità! Non abbiate paura di essere santi! Del secolo che volge al suo termine e del nuovo millennio fate un’era di uomini santi!

Omelia per la canonizzazione della Beata Kinga – 16 giugno 1999

VIDEO: NON ABBIATE PAURA

CATECHISTI PARROCCHIALI – Ottobre 2011: ALZATE I VOSTRI OCCHI E GUARDATE…

DIO SALVA E CI CHIAMA A FARE LA NOSTRA PARTE

di Anna Maria D’Angelo

Mosè risponde a Dio che lo chiama e libera il popolo d’Israele dalla schiavitù dell’Egitto.
I nostri ragazzi sono ammaliati da cartoni animati e giocattoli; spesso chiedono con insistenza l’ultimo arrivato! È raro riuscire a catturare la loro attenzione per dialogare quando noi adulti troviamo un po’ di tempo per loro.
È importante proporre momenti di silenzio e coinvolgerli in esperienze di ascolto di sé, dei vicini (in famiglia, a scuola, nel gruppo di catechesi), di situazioni belle o spiacevoli; accompagnarli nella comprensione del progetto di Dio, aiutandoli a rispondere oggi «a misura di ragazzi».

DINAMICA –  Chiamati per nome!

I catechisti hanno preparato in precedenza un roveto grande al centro della sala, e un piacevole sottofondo musicale. Intorno al roveto tappeti per far sedere i ragazzi.
Nella sala rimane un catechista che ha il compito di chiamare ogni ragazzo ripetendo due volte il suo nome (come è avvenuto per Mosè).
Un altro catechista accoglie i ragazzi in un posto distante dalla sala, tanto da poter ascoltare la chiamata. Li trattiene, dialogando, finché arrivano tutti. Favorisce sensazioni di meraviglia, sorpresa, entusiasmo, dubbio… fino a far entrare in un graduale silenzio, perché si possa sentire il nome.
Sollecita, quindi, ogni chiamato a rispondere dirigendosi verso il luogo da cui proviene la voce.

ORIENTARE – Tutti seduti intorno al roveto. Si ascolta ancora un po’ di musica. Si lascia del tempo per soddisfare la curiosità dei ragazzi e raccogliere le loro domande.
Poi uno dei catechisti introduce la vocazione e la missione di Mosè, richiamando l’esperienza appena realizzata. (Es 3,1-12)».
Come ha chiamato Mosè, Dio chiama anche noi oggi. Si fa presente nella nostra vita, nei poveri e sofferenti; non ci abbandona mai, perché si ricorda delle sue promesse di vita.

ATTIVITÀCome il roveto bruciava e non si consumava, così la voce di Dio non si stanca di chiamare anche noi fino a quando non avremo fatto la nostra parte. Dio ci dice oggi: «Ho bisogno di te. Se ti rifiuti, non posso operare». Quando le persone non si aiutano fra loro, fermano la mano di Dio che vuole aiutarci.
Conosciamo persone, situazioni, Paesi in difficoltà: in parrocchia, a scuola, vicino casa, nel mondo? Annotare, su un foglio grande, le risposte dei ragazzi.
Il catechista invita i ragazzi a costruire il roveto (senza la fiamma divina) con plastilina o altro materiale; poi le fiammelle e su ciascuna la scritta di un bisogno individuato.
Si attaccano le fiammelle al roveto e si risponde in gruppo a qualche bisogno.
Il roveto è posto in un angolo della sala-incontri. Ogni volta che si offre sollievo a un disagiato, si sostituisce la rispettiva fiammella con un fiore colorato, fino a quando il roveto è trasformato in albero della solidarietà.

Questi e molti altri suggerimenti per la catechesi dei ragazzi nel numero di Ottobre di Catechisti Parrocchiali

Per vedere il sommario di Catechisti Parrocchiali di Ottobre 2011 clicca qui

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Buonadomenica_Speciale GMG/Testimonianze

Cari amici,
ora ritornerete nei vostri luoghi di dimora abituale. I vostri amici vorranno sapere che cosa è cambiato in voi dopo essere stati in questa nobile città con il Papa e centinaia di migliaia di giovani di tutto il mondo: che cosa direte loro? Vi invito a dare un’audace testimonianza di vita cristiana davanti agli altri. Così sarete lievito di nuovi cristiani e farete sì che la Chiesa riemerga con vigore nel cuore di molti. Quanto ho pensato in questi giorni a quei giovani che attendono il vostro ritorno! Trasmettete loro il mio affetto, in particolare ai più sfortunati, e anche alle vostre famiglie e alle comunità di vita cristiana alle quali appartenete.

Benedetto XVI
Angelus Aeroporto Cuatro Vientos di Madrid

La parola a…

Giuseppe, 21 anni, Napoli

Raccontare di un’esperienza che da subito si è rivelata unica e ricca di emozioni differenti non è sicuramente facile; ancora più difficile è se questa esperienza si chiama Giornata Mondiale della Gioventù, l’incontro dei giovani cattolici con il Papa.
Già dall’arrivo al seminario di Nola (NA), diocesi con la quale il nostro gruppo (suore Paoline) è partito, nell’aria si respirava l’inizio di qualcosa di speciale, di qualcosa che avrebbe donato tante perle, da condividere e da trasmettere poi ai tanti che sono rimasti a casa.
Come tutti, prima della GMG a Madrid siamo stati ospitati da una delle diocesi spagnole: la regione Campania, la diocesi Milano e alcune del Piemonte sono state accolte dall’arcidiocesi di Barcellona, per i “giorni d’accoglienza”, durante i quali abbiamo iniziato a respirare l’aria internazionale che ha caratterizzato poi tutta la GMG: alla messa internazionale al Forum di Barcellona eravamo oltre 20.000 giovani, provenienti da più di 60 paesi: che emozione vedere tutti quei giovani pregare nelle loro lingue e con le loro caratteristiche e simboli lo stesso Dio, il Dio di Gesù Cristo. A fianco a noi c’erano giovani provenienti da Francia, Germania, Zimbabwe, Polonia, Slovacchia, Cosa d’Avorio, Australia, Canada…e tanti altri, anche da paesi dove non c’è libertà religiosa o dove i cristiani sono una minoranza, come in Cina, in Myanmar e in Siria; e allora tante domande ti percorrono e ti interrogano sulla forza dello Spirito Santo, che continua a soffiare su questa Terra e a dare coraggio ai tanti giovani che ogni giorno rischiano la propria vita per il Vangelo.
A Barcellona ci siamo dedicati un po’ anche alla visita della città, con una passeggiata sulle Ramblas e un giretto nella bella “Boqueria”, un bellissimo mercato dove i tanti colori della frutta e dei dolciumi hanno attirato i nostri occhi e i nostri palati, invitandoci ad assaggiare frullati e frutta fresca, e anche a bere un buon bicchiere di Sangria, la bevanda alcolica tipica della città spagnola.
Tra concerti, feste, visite turistiche e celebrazioni eucaristiche, i giorni di Barcellona sono trascorsi molto velocemente, ma hanno lasciato già tante tracce e tanti volti nei nostri cuori, con la certezza che la capitale Madrid e il Santo Padre ci stessero aspettando per un appuntamento davvero unico ed indimenticabile, che molti di noi aspettavano da anni.
I nostri giorni a Madrid, condivisi con la Famiglia Paolina, sono stati caratterizzati, oltre che dalle catechesi e dagli “eventi ufficiali” con il Santo Padre, dalla bellissima esperienza della Tenda della Palabra, uno stand allestito all’interno dell’Expo Vocational nel Parco del Buen Retiro. Nella tenda, oltre alla possibilità di conoscere il carisma della Famiglia Paolina, era possibile accostarsi alla Sacra Scrittura, con la possibilità di scegliere un rotolino della Parola di Dio in oltre 10 lingue. Come esprimere gli sguardi e i volti delle migliaia di giovani passati sotto la tenda? Per molti di loro ricevere quel rotolino era davvero un regalo inestimabile, e per questo ringraziavano più volte e si sentivano di ricambiarti con un piccolo ricordino del loro paese.
Noi giovani partiti con le Figlie di San Paolo “eravamo stati pensati” per raggiungere i giovani italiani ma, di fronte a quella moltitudine di genti, come limitarsi solo ai nostri connazionali? Ed allora ecco che, certi della forza dello Spirito Santo, ci siamo avvicinati a moltissimi giovani di tutte le nazionalità, valorizzando al massimo le poche parole che conoscevamo nelle varie lingue, e facendoci aiutare dalle suore Paoline delle varie nazionalità.
E, come in una Pentecoste, con il linguaggio dell’Amore (e anche con quello del corpo) in molti ci seguivano e ci cercavano nel parco, per “ritirare” quel rotolino della Parola di Dio che offrivamo ai passanti, pensato come un momento di incontro personale con Cristo; vicino la tenda c’era un grande cartellone dove era possibile lasciare un messaggio ai tanti giovani che erano rimasti a casa, ma che erano in collegamento con noi attraverso la pagina Facebook Giovani & Vangelo e il blog Cantalavita: dopo solo un paio d’ore, abbiamo dovuto applicare un nuovo cartellone, visto che in tantissimi scrivevano i loro messaggi, pensando ai coetanei che li aspettavano nelle loro parrocchie e nei loro paesi.
Come tutti, anche noi GEP, ogni mattina ci siamo diretti nella parrocchia più vicina alla tenda (anche se per trovarla per le strade di Madrid abbiamo rischiato di ascoltare una catechesi in cambogiano!) per ascoltare i vescovi catechisti sui temi proposti: sia mons. Diego Coletti che mons. Bruno Forte hanno sottolineato, con stili e linguaggi diversi, come valga la pena donare la vita a Cristo, l’unico che dà vera salvezza e vera redenzione, sottolineando anche le caratteristiche dell’identità di un cristiano giovane del terzo millennio.
Tra grande commozione ed ansia di incontrare il Santo Padre e i milioni di giovani, siamo partiti per l’aeroporto di Cuatro Vientos, accolti da un caldo che ha messo a dura prova il nostro fisico e la nostra resistenza, provata anche dal forte temporale della notte che, per circa un’ora, si è abbattuto su di noi e sui nostri accampamenti improvvisati all’inizio della veglia. Ma anche lì, la forza della nostra preghiera e la tenerezza del Papa ci ha fatto superare la difficoltà e ci ha aiutato a concentrarci sulla veglia. Quando abbiamo sentito le parole “il Papa è orgoglioso di voi” grida di commozione ed entusiasmo hanno coperto anche la tempesta e i fulmini, e hanno dato il via al coro caratteristico di questa GMG: “Esta es la joventud del Papa”.
Una è forse la parola che può riassumere il discorso del Papa nella Messa di Invio, ed è testimoniare, sempre, comunque e dovunque, l’incontro personale che ognuno di noi ha fatto con Gesù Cristo e il suo Vangelo. Nella “Messa di invio”, il Papa ha benedetto anche i crocifissi che erano nella sacca del pellegrino, “segni dell’amore di Cristo e della nostra fede; predicate Cristo e questo crocifisso; è Lui la forza e la saggezza di Dio”, e li ha simbolicamente consegnati ai due milioni di giovani lì presenti, veri missionari del Vangelo.
Tanti sono i semi e le perle che questa GMG ha lasciato in ognuno di noi, che abbiamo vissuto questo evento ecclesiale in modo differente e con diversa intensità; una sola certezza., che è emersa anche dai saluti con i giovani del resto del mondo accomuna tutti: ci vediamo a Rio de Janeiro 2013, per rivivere un’esperienza così forte di comunione ecclesiale e di incontro con il Vangelo!

In breve:

Enrica, 17 anni, Veglie (LE)

Cari amici, vi scrivo per rendervi partecipi di alcune delle innumerevoli emozioni da me provate durante la JMJ a Madrid.
Sono partita portando nel cuore un po’ di paura dato che questa era la mia prima esperienza all’estero così importante: l’incontro di milioni di giovani cattolici tra loro e con il papa. Posso dirvi però che nella valigia del mio cuore la voglia di incontrare Gesù e di mettermi alla sua sequela insieme agli altri giovani provenienti da ogni parte del mondo mi ha portata a vivere intensamente ogni momento e a gustarlo come se fosse un dono di Gesù per me. Penso che la perla più preziosa che Dio mi ha consegnato sia stato il sentire la sua vicinanza e toccare con mano la sua bontà.
Sono partita per la JMJ come una dei GEP (Giovani Evangelizzatori Paolini) e in quanto tale ho cercato, nel limite delle mie possibilità, di annunciare le meraviglie che il Signore compie in noi quotidianamente. Voi mi chiederete: come? Consegnando ai tanti giovani, italiani e non, dei rotolini che contenevano frasi di Vangelo e attaccando alle loro magliette un adesivo con su scritto: MIHI VIVERE CHRISTUS EST.
Ho fatto esperienza di quello che Gesù dice: date e vi sarà dato! Un sorriso, una stretta di mano, un abbraccio, una bandiera, una spilletta, una maglietta, un rosario, un braccialetto, etc: tutto questo ho ricevuto come segno tangibile della fede che mi fa sentire parte di un’unica Chiesa assieme ad un francese, un inglese, un australiano, un tedesco, ecc. Vi sembrerà strano, ma per fare qualcosa a volte basta soltanto crederci con tutte le forze. In mezzo al parco del Retiro, sotto la Tienda de la Palabra, la mia bocca ha incominciato a parlare una lingua diversa dalla mia, magari un po’ sgrammaticata, ma capace di comunicare la mia fede. Sapete come si chiama questo lingua? AMORE!
Mi è capitato più volte di sentire dalle mie amiche che forse sarebbe stato meglio guardarla da casa la veglia a Cuatro Vientos risparmiandosi la paura dei fulmini, la pioggia, il vento… ma non sarebbe stata la stessa cosa e Dio non mi ha lasciata sola, anzi, al risveglio da quella notte un po’ insolita, il cielo sereno, l’aria fresca e lo sguardo un po’ perso, stanco ma felice delle mie compagne di avventura mi hanno commosso.
Nella celebrazione eucaristica finale non è stato possibile distribuire a tutti la Comunione e non vi nascondo che in quel momento ero molto delusa: non poter ricevere Gesù Eucaristia mi rendeva triste. Ma Dio è grande e non mi ha fatto mancare nulla: un sacerdote infatti ha concelebrato nel settore D1 (il mio) ed è riuscito a far arrivare a tutti il Corpo di Cristo. Mi è sembrato di essere in mezzo ai discepoli quando chiedevano a Gesù il pane per sfamare le folle e Gesù compie la moltiplicazione dei pani e dei pesci. E’ con questa immagine che vi lascio la mia più cara convinzione: Dio non ci abbandona mai. Bisogna fidarsi di lui e saremo firmes en la fe.

Chiara, 25 anni, Salerno

Che bella esperienza questa GMG!
Ogni volta che ci riunivamo per pregare
mi venivano in mente tutti gli amici che,
per un motivo o per un altro, non erano potuti venire con me
e una preghiera era sempre per loro.
Sono felice di aver condiviso la mia esperienza
in diretta sotto la Tenda della Parola,
sul blog Cantalavita, su Facebook, nell’intervista con Radio Pope-up
proprio per i giovani che sono rimasti a casa
e che in questo modo hanno potuto avere comunque la GMG a portata di clik!

Myriam, 16 anni, Veglie (LE)

Cari ragazzi, purtroppo anche la GMG, come ogni altra cosa si è conclusa.
Un’esperienza indescrivibile, con i suoi pro e i sui contra, ma che ha lasciato tanto nel cuore di tutti noi.
Uno dei momenti più emozionanti per me è stato la Veglia con il Papa  proprio perché aveva iniziato a piovere ma nel momento dell’esposizione Eucaristica la pioggia è cessata.
Poi non dimenticherò il risveglio la domenica mattina a Cuatro Vientos assieme a tutti gli altri giovani di diverse nazionalità e la celebrazione della Messa.
Impossibile dimenticare che mentre tanti giovani non hanno potuto accostarsi all’Eucaristia,   nel nostro settore un sacerdote ha concelebrato la Messa e distribuito l’Eucaristia. Mi sono commossa!
Grazie alla GMG mi sento più ricca nella fede e pronta, certa dell’amore di Dio.  Auguro a tutti quelli che non hanno partecipato di avere, prima o poi, la possibilità di partecipare a questo importante evento e di diffondere la Parola di Dio nel mondo.

Margherita, 26 anni, Agrigento

«Forti nella fede, forti nella fede,
camminiamo in Cristo nostro amico, nostro Signore.
Gloria sempre a Lui! Gloria sempre a Lui!
Camminiamo in Cristo, forti nella fede».
Sono le parole del ritornello dell’Inno della GMG 2011 in italiano, che continuano a risuonare come una dolce melodia nel mio cuore e mi fanno ritornare in mente i tanti occhi e volti, i tanti sguardi e sorrisi incrociati nei giorni scorsi. Quanti giovani provenienti da tutto il mondo tutti li per Lui e con Lui per condividere una grande e unica festa.
Dire che è stata una bella esperienza per me è poco, per me è stata un’esperienza unica, forte, meravigliosa e indimenticabile.
Grazie Signore Gesù per questa opportunità che mi hai dato e che ci hai donato, perché ci hai permesso di ritrovare, di riscoprire la tua infinita bellezza! accompagnaci nel nostro cammino, aiutaci a vivere radicati e fondati in Cristo e saldi nella fede. Grazie perché sei sempre con noi. Grazie di tutto!

Mariastella, 21 anni, Veglie (LE)

Entusiasmo, gioia, energia… ma anche malinconia, ansia, attesa, preoccupazione… tutto questo provavo alla vigilia della partenza per Madrid per la mia prima GMG. L’idea di rimanere 15 giorni lontana da casa, dalle comodità del mio mondo tranquillo mi agitava, ma era la sfida che ho lanciato a me stessa… e sono soddisfatta perché sento di averla affrontata al meglio.
Sono tante le occasioni in cui ho sperimentato la provvidenza divina. Ci sono stati momenti in cui lo sconforto, la stanchezza fisica, le difficoltà sembravano prevalere… bastava poi poco però per riaccendere la grinta e la voglia di farcela, di vivere appieno questa esperienza meravigliosa. Una carezza, una mano tesa, un sorriso, erano sufficienti a farmi ripartire più carica di prima.
Porto nel cuore questo mondo di gesti, di serenità, di silenzio; avrò vivo dentro di me per sempre il linguaggio dell’amore che permette di comunicare senza intoppi con persone di diverse razze e culture accomunate però dalla fede. Radicati in Cristo, saldi nella fede: queste sono state le parole che mi hanno guidato durante la GMG e che mi ripropongo di far mie anche al ritorno alla “vita normale”!
In questi giorni ho fatto cose mai sperimentate prima. Ringrazio tanto Dio per avermi dato la forza di affrontare tutte le difficoltà. Ora gli chiedo di rimanere fedele, di continuare anche nella mia quotidianità a testimoniare la forza del Suo Amore, l’abbondanza della Sua Grazia, la bellezza della Sua Bontà e del Suo perdono. È proprio questa speranza, questo sapere di essere amati così come siamo, al di là delle nostre fragilità, delle nostre debolezze umane che crea in noi giovani la fiducia in noi stessi e negli altri e la volontà di costruire un mondo migliore anche se tutto ciò che ci circonda sembra impedirlo.
Ho scoperto una grande gioia e non posso tenerla solo per me: ognuno di noi non è mai solo ed è amato in tutto se stesso, soprattutto nei suoi limiti, perché ognuno di noi è prezioso agli occhi del Signore e vale più di tutti i tesori.

Eugenia, 39 anni, Aversa (CE)

Mi piace condividere con voi una frase che sua Ecc. Mons. Bruno Forte ha detto nella sua catechesi:
«Se c’è una formica nera su una pietra nera in una notte nera Dio la guarda e la ama».
Bellissima! ci fa capire la grandezza di Dio e questo per me è stata la GMG.
Vedere tanti volti, sorrisi e sguardi di giovani venuti da tutte le parti del mondo,
tutti per una sola fede e l’amore per un solo Signore.
Durante questa grande festa dei colori della fede,
lo Spirito ha operato con forza creando tra i giovani comunione e solidarietà,
e sicuramente Dio ha agito in ognuno di noi sconvolgendo un po’ le nostre aspettative.
Sono sicura che i frutti saranno abbondanti nella vita di ognuno e nel popolo spagnolo.

Elisa, 17 anni, Veglie (LE)

Ciao a tutti! Questa è stata per me la prima GMG dove ho operato come una dei GEP (Giovani Evangelizzatori Paolini).
A Madrid abbiamo vissuto una grande festa e comunione con i partecipanti venuti da ogni parte del mondo. Attraverso questa esperienza sono tante le cose che mi sono rimaste impresse ma quella più importante è che ho compreso la forza della Chiesa, soprattutto quella dei giovani e della loro grande e viva fede che va oltre i confini del mondo.
La GMG è stata per me un impegno personale ma viverla insieme ad altri è stato ancora più emozionante; è stato bello condividere le fatiche e le gioie del percorso, portare i pesi gli uni degli altri, offrirsi un po’ di sostegno, un sorso d’acqua, un pezzo di pane.
Porto nel cuore la gioia dello scambio di piccoli ricordi con ragazzi di altre nazionalità e custodisco la condivisione della fatica fatta per raggiungere il luogo della veglia… non so bene quanti eravamo in quel prato… vedevo tanti nuovi volti tutti per uno scopo sentir parlare di Gesù. Ed è stata proprio questa la perla che ho ricevuto: Gesù non è un bene per noi stessi, ma il bene più importante da condividere con gli altri.

Tutti a Madrid con un click/Foto

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DSC07193DSC07191DSC07182DSC07220DSC07234Alla catechesi col vescovo Mons. Coletti
Alla catechesimessaggi e disegnini lasciati sul posterAntonio, Milena e il piccolo, ivanSr Gabriela dalla Germania e Sr Felicita da Roma Dalia e il piccolo IvanSe non ritornerete come bambini... e anche i bambini prendono un rotolino della Parola di Dio
Messaggi internazionalisarà una linguaccia ;-pDSC07149DSC07145Ragazze provenienti dalla Franciasi continua a scrivere

Incontri, catechesi, balli, preghiera… e tanta gioia durante questa GMG!!!

Queste foto possano catapultarvi ancora di più a Madrid con un click!!!

Con te o senza di te, fa differenza? – 19 agosto/A Madrid con un click!

“Come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare?

Come ne sentiranno parlare senza qualcuno che lo annunci? 

E come lo annunceranno, se non sono stati invitati?

Come sta scritto: Quanto sono belli i piedi  di coloro

 che recano un lieto annuncio di bene!”  

San Paolo ai Romani 10, 14-15

Con te o senza di te fa differenza? Qualcuno, forse, potrebbe obiettare: dipende dal “te” di cui stiamo parlando!

Ma se io mi riferissi a te! Proprio a te che stai leggendo… e a tutti gli altri te e me che popoliamo il mondo… cosa risponderesti?
Con te o senza di te, in questa storia… fa differenza?
Il tuo sì o il tuo no… il tuo “aspettiamo domani”… fa la differenza?

Se questa storia, non fosse solo lo scorrere del tempo, ma storia di dono, di amore, di salvezza nella quale Dio ci chiede di entrare, di vivere, di portare ciò che di prezioso lui stesso ci ha donato… allora te lo richiedo: il tuo Sì o il tuo No… o il tuo “aspettiamo domani…” fa la differenza?

Rileggiamo insieme il versetto con cui questo post si apre, tratto dalla lettera di san Paolo ai Romani. Rileggiamolo al nostro cuore, tirandolo fuori da eventuali stati soporiferi, rileggiamolo dicendo al nostro cuore: “Vai, continua ad avanzare! Non stancarti di amare, vivi oggi il Vangelo di Gesù!”

Nel cuore, mentre scrivo, risuona con forza: “Siamo servi inutili… abbiamo fatto quanto dovevamo fare”. Eppure non la sento in contraddizione. Siamo servi non necessari… senza di noi la storia della Salvezza non termina la sua corsa. A nessun uomo Dio ha consegnato il potere di bloccare la salvezza… ma sicuramente a ognuno di noi Dio ha dato la possibilità di arricchire, con il suo personale Sì, la storia del suo amore  per ogni creatura.
In noi vivono doni, che ci sono stati consegnati come piccoli semi… sta a noi seminarli, difenderli, portarli a maturazione e renderli pane che sfama.
I semi-doni, chiusi nel sacco per anni, marciscono nell’umido deposito delle nostre coscienze.
I semi-doni, seminati, corrono tutti i rischi a cui la storia li espone: carestia ossia non valorizzazione da parte di altri; tempesta ovvero “mi sento usato/a da tutti!”; gelo e freddi alias la solitudine e l’incomprensioneeppure solo l’essere seminato, coperto dalla terra, l’essere in balìa dell’inverno, permette al seme di germogliare con i tiedipi raggi della della primavera e dare frutto nel caldo sole dell’estate. Così è per la nostra vita, i nostri doni, ciò con cui il Signore ha arricchito e reso unica la nostra vita.

Sono questi i doni attraverso cui, grazie al Sì personale di ognuno di noi, Dio arricchisce la storia del mondo e dell’umanità. Sono questi i talenti che il Padre ci mette tra le mani perchè il suo amore diventi più visibile, toccabile, concreto nella vita di tutti i suoi figli e nostri fratelli.

E’ proprio per questo motivo che il nostro Sì non è indifferente… non lo è per Dio che investe in fedeltà e non lo è per l’umanità che perde un’occasione per essere raggiunta dal suo amore.
Il nostro NO, il nostro eterno temporeggiare non lascia indifferenti… forse accontenta noi, almeno apparentemente, ma  non Dio, né l’umanità.  Se così fosse vorrebbe dire che la nostra vita è un caso e che i nostri doni sono doni insignificanti, utili a niente. Ma non è così!!!
“Andate!” – dice Gesù ai suoi discepoli. “Andate e annunciate! Andate e raccontate quanto il Signore ha fatto per voi! Andate e guarite, battezzate, indicate a ogni uomo, la via di Dio!” Questo diceva ai suoi discepoli, a tutti coloro che hanno scelto e chiesto di restare con lui, di imparare da lui, di ascoltare lui.

Doni dati, vita resa preziosa e unica: così Dio ci ha formato! E siamo un prodigio… ma lo siamo per esserlo, non per lasciarci sfiorire con il tempo, con le delusioni, con l’irrefrenabile voglia di essere sempre al centro di qualcosa.

Il nostro Sì: questo aspetta Dio e questo aspetta il mondo. Perchè solo nel Sì detto con amore e radicalità, l’amore diventa vero, toccabile e concreto… il suo amore per noi e tra noi.

Centinaia di migliaia di giovani, in questo momento si stanno lasciando interrogare da un Vangelo che tocca e scomoda, da Dio che dice: “Vai, annuncia il Regno, testimonia la presenza di Dio nella tua vita”. Ed è lo stesso Vangelo che valicando ogni frontiera, raggiunge te e dice: “Vai! Esci dalle tue certezze costruite, dai tuoi muri di difesa e racconta quanto Dio ha fatto per te! Vai e testimonia, oggi il suo amore”.

Dio è con noi! E’ per noi è con questo straordinario mistero che dobbiamo incontrarci! Ascoltiamo con il cuore e facciamo scendere in profondità quanto san Paolo scriveva ai Romani:

Rm 8, 31-35. 38-39

Che diremo dunque di queste cose? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui? Chi muoverà accuse contro coloro che Dio ha scelto? Dio è colui che giustifica! Chi condannerà? Cristo Gesù è morto, anzi è risorto, sta alla destra di Dio e intercede per noi! Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?
Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore.

L’amore di Dio, in noi. L’amore di Dio per noi. Il suo amore con noi, ogni giorno, per sempre.
Come renderlo concreto verso gli altri? Come colorare il mondo del suo amore? Come far Sì che la il Vangelo diventi vita nella nostra vita?

Domani, saremo invitati a partire con tutti i giovani e ad andare verso il luogo dell’incontro con il Maestro Eucaristia. A vegliare insieme, pregando; a vivere il nostro pellegrinaggio del cuore. Ma oggi dobbiamo scegliere, ognuno personalmente, un atteggiamento da vivere, perchè oltre questo pc c’è un mondo reale che vive, che soffre, che chiede di incontrare Dio. Come portare lì il Vangelo? Qual’è la mia e tua concreta risposta a Dio, oggi?

Prega con il video: ANNUNCIAMO IL VANGELO

 

Per un maggiore approfondimento, per ascoltare un vox populi relativo al valore del Vangelo oggi, clicka su Passi verso Madrid