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Campo invernale per giovani fino a 30 anni!

Campo invernale

Per Giovani fino a 30 anni

La perla preziosa

E dopo Natale?

La fede, Dio, i suoi progetti d’amore,
la sua voce, la sua Parola
possiamo sentirla viva per noi?

Tra l’ascolto e la preghiera
la riflessione e la condivisione.

Vieni per vivere con noi
un laboratorio della fede
per riscoprire e dare valore
al grande dono di Dio con noi!


Roma – 26/30 dicembre 2010

Ti aspettiamo!!!


Animatrici: Sr. Mariangela sr. Silvia, Figlie di San Paolo

Sede: Roma, presso comunità Regina degli Apostoli, Via Antonino Pio, 75 – nei pressi della Basilica di san Paolo fuori le mura.

Porta con te:

  • Bibbia e quaderno personale
  • Strumento che sai suonare
  • Lenzuola o sacco a pelo e asciugamani
  • tanto desiderio di Dio

Contributo per il soggiorno: 60.00 euro

Info e contatti per adesioni:

Scarica la locandina: camposcuola Natale con le paoline

Scarica il depliant: depliant campo scuola con le Paoline

Parabolando – Per una fede che diventa vita – Zaccheo /1

Napoli: Parabolando… 1° incontro di formazione e spiritualità per giovani

Domenica 17 ottobre è iniziato il cammino annuale di spiritualità e formazione organizzato e animato dalle Figlie di San Paolo per tutti i giovani dai 17 ai 30 anni del centro-sud Italia (vedi nella pagina delle iniziative).
Gli anni passano e i giovani crescono e fanno le loro scelte di vita… sembra una frase banale, e invece, è un’importante e vitale verità che quest’anno abbiamo potuto toccare proprio con mano. Molti dei giovani che in questi anni hanno frequentato i nostri incontri, infatti, superata più o meno la soglia dei 30 anni (e diciamo più o meno perché i cammini di vita e le scelte importanti non arrivano in automatico alla soglia dei 30 anni) hanno iniziato collaborazioni e cammini “paolini” più appropriati alle loro scelte di vita e alla loro età. Tra questi, due dei GEP (Giovani Evangelizzatori Paolini) “storici” , Dalia Mariniello e Claudia Frittelloni, hanno accettato per quest’anno di collaborare, assieme a sr Mariangela Tassielli e a sr Silvia Mattolini, all’animazione degli incontri mensili per i più giovani. Domenica scorsa la nuova equipe è entrata in funzione a pieno ritmo. Come sono andate le cose?

Lasciamo la parola a due giovani partecipanti:

 

C’era una certa eccitazione domenica mattina, quando mi sono svegliata presto, ancora buio, mentre andavo alla stazione, nel viaggio in treno e scendendo le scale della stazione di Salerno per aspettare gli altri… Forse perché non vedevo il gruppo da Maggio, forse perché era il primo incontro di un nuovo anno, o perché sentivo che ci sarebbero state tante tante novità! Fatto sta che scoppiavo di gioia nel rivedere i loro volti con qualche nuova sfumatura e i capelli di qualcuno più lunghi! Nonostante l’incontro sia stato ridimensionato ad un solo giorno invece del consueto weekend (che peccato!), la giornata è stata davvero ricca e intensa! A fine giornata non mi sembrava vero aver vissuto tutte quelle cose.
Abbiamo trattato il brano evangelico dell’incontro tra Gesù e Zaccheo. I canti hanno accompagnato alcuni momenti dell’incontro e si sono trasformati davvero in preghiera, spesso riuscendo ad esprimere pienamente cosa il nostro cuore voleva dire. In più, i momenti di risate e divertimento non sono mancati… dai palloncini ai giochi, al sicomoro che voleva diventare grande “personaggio protagonista”! Leggendo il brano del Vangelo, ho pensato alla meraviglia di Zaccheo nel ricevere Gesù ospite a casa sua! Gesù chiama…  Zaccheo risponde e accoglie! Ognuno mette del suo. Solo così la salvezza può entrare, anzi, “accadere” in casa sua per rimanerci e lui, dapprima peccatore, è subito pronto a pentirsi. Ha sentito su di sé lo sguardo amorevole e la sicurezza, nostra e sua, di essere figli amati da un Padre attento e misericordioso. Una sicurezza calda e “morbida” che ci avvolge come un batuffolo! E mi è venuta in mente una frase che mi piace molto e da tempo non riesco a togliermela dalla testa: “Questa è la vera felicità: amare ed essere amati”. Gli orizzonti di Dio, però, non sono mai limitati; dopo il “sì” che lo accoglie in casa nostra, ci invita a metterci in gioco, a seguire il suo cammino… E così spero di camminare, da GEP 🙂 , lungo “Parabolando – Per una fede che diventa vita”, il viaggio nuovo e sicuramente sorprendente di quest’anno!

Maria Chiara – Campagna (SA)

Il 17 ottobre si è aperto il nuovo percorso annuale di formazione e spiritualità per giovani organizzato dalle Figlie di San Paolo. Il nome? Parabolando.
Il primo incontro tuttavia non si è basato su una parabola, come potrebbe lasciar intendere il ‘titolo’ del percorso, bensì su un altro brano del Vangelo, che però ha molto di simbolico in esso. Si è trattato difatti del diciannovesimo capitolo del Vangelo di Luca, l’incontro tra Gesù e Zaccheo, spunto da cui è partita la nostra riflessione.
Ci siamo subito incentrati su delle domande, che tutti noi ci poniamo, dove mi porta la mia vita?, “Che cosa cerco?”, in breve “Ho uno scopo nella vita?”. A questo quesito abbiamo cercato di dare una risposta: il nostro obiettivo deve essere l’incontro con Gesù. Ed eccoci immedesimati in Zaccheo! Ma non dobbiamo dimenticare che Zaccheo aveva un problema: la statura, che diventava un ostacolo sul suo cammino impedendogli di vedere Gesù tra la folla. Da qui la domanda “abbiamo anche noi degli ostacoli, che non ci permettono di andare avanti?”. Zaccheo per superare il suo limite si è arrampicato su un sicomoro; sicomoro che è diventato così mezzo per superare il suo muro; il quesito che, dunque, ci siamo posti è “Siamo capaci di trovare uno strumento per superare ciò che ci ostacola? Ma, soprattutto, ne abbiamo il coraggio?”.
Tante domande che ci hanno fatto riflettere tanto per il resto del nostro incontro, che come sempre è riuscito a conciliare lo stare insieme e lo stare con il Signore in perfetta armonia! Non potrei dirmi più contenta di come abbiamo trascorso la giornata domenica, in allegria, nella gioia e insieme a Gesù! Questi incontri sono un prezioso dono che è stato condiviso anche con me, perché permettono a me, come a tutti i giovani interessati, di trascorrere del tempo condividendo il proprio universo di fede, ampliandolo e facendo in modo che, oltre ad un rapporto a tu per tu con Dio, la nostra fede sia anche un mezzo di coesione tra di noi!

Chiara – Napoli

 

 

CATECHISTI PARROCCHIALI – Novembre 2010: Cammino di santità nell’amore

Invitati al banchetto della parola e del pane di vita

di Emilio Salvatore

Che cosa ricordiamo la domenica? Perché è festa?
Facciamo festa perché Dio, Padre nostro, ha creato tutte le cose e ha mandato a noi il Figlio suo Gesù.
Facciamo festa perché Gesù è risorto.
Facciamo festa perché lo Spirito Santo riunisce tutti nell’amore. Siamo riuniti nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
In questo articolo si mette a fuoco la domenica, giorno del Signore, e la Messa, al centro di questo giorno.
La Messa, con la Parola e il Pane di vita, si colloca come elemento fondamentale di nutrimento e, quindi, anche della crescita della vita cristiana.
Ogni persona, per sopravvivere, ha bisogno di nutrirsi. Il bambino vede nel cibo un’estensione di sua madre e associa ad esso la sensazione di calore, di sicurezza, di intimità, di amore. Crescendo egli impara a distinguere tra queste due realtà, ma qualcosa di questo legame iniziale tra il nutrimento e l’amore è mantenuto.
Accettare il cibo significa desiderare la vita e riconoscere una fonte di amore. Rifiutarlo significa non amare la vita, rifiutare l’amore materno.
Nella tradizione cristiana Gesù collega il memoriale della sua morte e risurrezione al «pane» e «vino» della cena ebraica. Il credente, sia nella tradizione ebraica sia in quella cristiana, si sente nutrito, sfamato dalla parola di Dio, che è il modo in cui l’unico Dio si manifesta per nutrire e perché essa sia comunicata.
Gesù è la parola di Dio vivente che continua a donarsi come Parola e Pane di vita.
Prima di giungere a questa riflessione sarà opportuno guidare i bambini nella percezione delle caratteristiche del cibo.
Una serie di domande da parte del catechista possono essere il punto di partenza per una riflessione sul cibo, il suo sapore, la sua importanza e sul nostro rapporto con esso, per passare, poi, alla dimensione liturgica e spirituale.
A questo punto si può presentare ai bambini il Vangelo secondo Marco  (4,1-9) o il Vangelo secondo Giovanni (6,48-58).
Il primo brano è costituito dalla parabola del seminatore. In essa Gesù prende in considerazione l’ascolto della Parola e la sua accoglienza nella nostra vita.
È ambientata nel mondo contadino di Nazaret. I protagonisti sono: un seminatore, che esce per compiere il «rito» contadino della semina; il seme che è gettato e, a seconda delle diverse possibilità del terreno, secca o produce frutto in una misura del tutto inaspettata; i quattro terreni, che si rapportano al seme gettato in modo diverso.
Il primo terreno è la strada: il seme cade su di essa e non ha tempo di germogliare poiché gli uccelli del cielo vengono a beccarlo.
Il secondo terreno è quello fra i sassi, dove non c’è molta terra, per cui il seme spunta facilmente, ma non riesce a scendere in profondità e, di conseguenza, all’arrivo del sole è bruciato e secca.
Il terzo terreno è quello fra le spine per cui il seme, quando germoglia, è soffocato e non giunge a maturazione.
Il quarto è il terreno buono in cui il seme ha la possibilità di giungere a maturazione nel tempo necessario.
Questa parabola pone l’accento sull’avventura della Parola che si compiva ieri nei discepoli e oggi in tutti noi, radunati la domenica durante la liturgia. Ogni domenica il Signore semina in noi, prepara per noi il banchetto della Parola.
Nel secondo brano evangelico si tratta del discorso sul Pane di vita, un vero e proprio dialogo, che si sviluppa a partire dall’episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci (6,5-15).
Gesù è, infatti, il vero nutrimento, colui che porta a compimento o perfeziona l’immagine della manna; sazia le attese e le ansie delle persone del suo tempo e di ogni tempo. È la mensa eucaristica ad esprimere e attualizzare questo secondo aspetto della donazione di Gesù ai suoi.
Il ragazzo partecipa alla Messa, ma non sempre coglie la connessione tra le diverse parti. La santa Messa è innanzi tutto «Liturgia della Parola» (azione del popolo) e «Liturgia eucaristica» (rendimento di grazie).
Nella Liturgia della Parola Dio ci offre suo Figlio, Parola di vita e noi partecipiamo alla sua mensa.
Ci sono sette portate sulla mensa della Parola:
• Nella prima Lettura, tratta dall’Antico Testamento, ci è offerto il messaggio della Legge, dei profeti o dei sapienti.
• Nel salmo responsoriale il Signore ci dà la sua Parola per lodarlo.
• Nella seconda Lettura, tratta dal Nuovo Testamento, ci è offerto il messaggio degli Apostoli.
• Nel Vangelo ci è offerta la parola di Gesù.
• Nell’omelia la Chiesa (sacerdote o diacono) spezza il pane della Parola per noi.
• Nel Credo, con tutta la Chiesa, diamo il nostro assenso alla Parola ricevuta.
• Nella Preghiera dei fedeli accogliamo e rispondiamo al dono della Parola, chiedendo quello che ci serve per metterla in pratica.
Nella Liturgia Eucaristica Dio ci offre suo Figlio, Pane di vita e noi partecipiamo alla sua mensa.
C’è una sola portata sulla mensa del Pane: noi popolo di Dio presentiamo sull’altare, tavola della famiglia, il pane e il vino, dono della terra e del lavoro umano, segno di quanto il Signore ci ha donato e che noi gli ridoniamo.
Il sacerdote, agendo in nome e nella persona di Gesù, lo offre come segno di amore al Padre e lo riceve come dono di amore per i fratelli. Gesù si fa vero Pane di vita per noi che lo accogliamo e ci cibiamo di lui e dal suo Spirito siamo trasformati nel suo corpo che è la Chiesa.

Questi e molti altri suggerimenti per la catechesi dei ragazzi nel numero di Novembre di Catechisti Parrocchiali

Per vedere il sommario di Catechisti Parrocchiali di Novembre 2010 clicca qui

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RAGAZZI & DINTORNI – Ottobre 2010 – Dossier Sapienza

COME UNA BREZZA…

di Cecilia Salizzoni

In tempi come il nostro che sovraespongono il dato cognitivo e, nei ragazzi, coltivano l’intelligenza dimenticando il cuore; in un tempo che rischia di presentare la vita come un problema di algebra superiore, di fronte al quale ci si sente spesso inadeguati, la visione di un film come Forrest Gump rappresenta un’esperienza di conversione dello sguardo e di riconciliazione; annuncia che ciascuno deve camminare con le proprie gambe e che le più malmesse possono diventare quelle di un atleta, se c’è ciò che conta veramente.
Proprio da un paio di scarpe da ginnastica logore, in contrasto con il resto dell’abbigliamento, parte il lungo racconto di Forrest Gump seduto su di una panchina di Savannah, alla fermata dell’autobus.
Apparentemente dimentico del tempo e di ciò che ha da fare, Forrest condivide la sua esperienza di vita con chiunque lo stia a sentire, come un maestro d’altri tempi e altre culture, solo più naïf.
Poi si alza e corre verso la tappa che completa e dà pienezza al suo percorso: la corresponsione d’amore e la paternità.
Come è arrivato a tanto, lui, quoziente d’intelligenza 75 contro un minimo di 80, richiesto dalla scuola pubblica; una schiena talmente aggrovigliata da impedirgli di camminare; e uno stato sociale che non aiuta, figlio unico di madre single, nell’Alabama d’inizio anni Cinquanta?
La sua risposta è la scatola di cioccolatini che offre agli ascoltatori occasionali: «La vita è uguale a una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita». È la lezione che la madre ha tratto dalla propria esperienza e ha trasmesso al figlio.
«Mamma diceva sempre che Dio è misterioso»… Forrest non cerca di chiarire questo mistero. Lo contempla, vi si immerge, apre il cuore ad esso: proprio per questo, pur non cercando, è trovato da Dio.
L’atteggiamento di Forrest che ha il suo perno nel cuore, lo mette in contatto naturale con Dio, e gli permette di vedere ciò che sfugge agli intelligenti: la complessa trama del mondo terreno che sembra autonoma e in balìa del caso, ma che invece è attraversata da un disegno superiore.

Dietro la forma comica e paradossale del racconto, individuiamo la parabola che risponde alla preghiera di Gesù: «Ti benedico, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli» (Mt 11,25).
Ricostruiamo il percorso del protagonista e mettiamo a fuoco la sua sapienza.
Forrest è consapevole di non essere intelligente, ma è anche cosciente di qualcosa che fa sì che lui non sia stupido, al contrario, fa di lui un uomo. Come lo dimostra nel corso del film?
Nell’ultima scena Forrest dice al figlio che sta salendo sullo scuolabus: «Senti Forrest! Non… volevo dirti che ti voglio bene. Starò qui quando tornerai». Perché si è interrotto e ha modificato la frase?
Nella scena precedente, sulla tomba di Jenny, aveva affermato: «Se hai bisogno di qualcosa non sarò molto lontano». È soltanto una battuta, oppure dice una verità sul modo di essere al mondo di Forrest?
Il modo in cui termina il film riprende l’inizio, variandolo (analizzate immagini, musica, movimenti della piuma, il libro e il luogo in cui sta Forrest). Che cosa ci suggerisce il regista? Che relazione c’è tra la piuma e il protagonista?
«Mamma diceva sempre che morire fa parte della vita. Magari non fosse così… – sulla tomba di Jenny, Forrest arriva a un’ipotesi teologica sulla condizione umana – Non lo so se abbiamo ognuno il suo destino o se siamo tutti trasportati in giro per caso, come da una brezza. Ma io credo: può darsi le due cose…». Che cosa vuole suggerire con questa riflessione?

Questi e molti altri suggerimenti per la catechesi dei ragazzi sul numero di Ottobre dell’inserto Ragazzi & Dintorni dossier mensile di Catechisti Parrocchiali.

Per vedere il sommario di Ragazzi & Dintorni clicca qui

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Il filo rosso dello Spirito Santo

Che cosa succede quando si riceve lo Spirito Santo con la Cresima? Lo Spirito ci riempie di doni e ci traccia ogni giorno la strada per essere felici. Lo spirito guida e dirige la vita e le scelte. Per noi, postulanti delle Figlie di San Paolo, è così.

Dio, per noi, non è un vecchio signore seduto in trono ma è vivo e vicino, è il Dio di Gesù Cristo. Se Dio non è una favola e Gesù non è un superman ma un amico, allora non possiamo nasconderlo!

Quello che serve è un filo rosso che leghi i tempi e i luoghi della vita, una gioia profonda che dia sapore a ogni gesto della giornata. Questo filo è lo SPIRITO SANTO!


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Noi abbiamo deciso: metteremo la nostra mente, il cuore, i pensieri, il corpo, inostri spazi e tutto il nostro tempo a servizio dell’annuncio del Vangelo, con le parole e la vita. Gesù parlava nelle piazze e noi annunceremo il Vangelo con i mezzi della comunicazione sociale tra le Figlie di San Paolo!


Ma tu sei amico dello Spirito Santo? E qual è la tua vocazione? Prova a rispondere a queste semplici domande… il resto lo vedrai accadere! Auguri caro amico e cara amica, lo Spirito, scendendo su di te, ti ricolmi della pace vera, della felicità duratura, di tutti quei suoi straordinari doni che potranno rendere la tua vita bella!

 

Nikki e Veronica,
postulanti Figlie di san Paolo

Ci uniamo all’augurio di Veronica e Nikki… augurio rivolto ai ragazzi della Diocesi di Bologna! Augurio che però, come redazione, estendiamo a tutti i cresimandi di ogni parrocchia, ai loro catechisti, a tutti coloro che si mettono in gioco perchè la fede diventi vita nella vita di tutti!

News su Iniziative!!!

Parabolando

per una fede che diventa vita

INCONTRI DI FORMAZIONE E SPIRITUALITA’
PER GIOVANI DAI 17 AI 30 ANNI

 

Via Verità e Vita – Maggio/Giugno 2010 – Differenza di genere:una questione educativa?

L’orizzonte di un processo complesso

di Franca Feliziani Kannheiser

La frase biblica “maschio e femmina Dio li creò” (Gen 1,27) rappresenta, se letta in un’ottica educativa, l’orizzonte di un processo complesso le cui radici riportano all’origine della vita di ciascun individuo; riguarda il contesto sociale e culturale in cui ognuno cresce; chiama in gioco educatori che sanno interrogarsi sul loro rapporto con le differenze e riconoscono la necessità di rispetto autentico ed effettivo delle donne e degli uomini che compongono la Chiesa, per quanto riguarda la costruzione della loro identità, la specificità d’approccio alla realtà, lo sviluppo di un pensiero “altro” e di un’esperienza religiosa connotata anche dal proprio genere sessuale.
Se non si tiene presente tale orizzonte, ci si riduce a proporre itinerari di catechesi che soltanto superficialmente incidono sul problema, limitandosi, piuttosto, a un’operazione di facciata.

Non i bambini o i ragazzi costituiscono il soggetto della catechesi ma, le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi o, meglio ancora, quel bambino o quella bambina, quel ragazzo o quella ragazza nella sua individualità. Il fatto che ogni persona sia connotata dal suo essere uomo o donna è quanto di più evidente possa esserci; altrettanto evidente, però, è la difficoltà di tradurre in percorsi di catechesi concreti e verificabili i principi di antropologia sessuale cristiana che sono stati costantemente ribaditi dai documenti magisteriali.

Nel passato parlare della sessualità significava quasi esclusivamente richiamare al rispetto del sesto comandamento, con il risultato di creare, non raramente, un’atmosfera di pericolosità e di sospetto intorno ad essa. I catechismi dell’iniziazione cristiana ribadiscono, al contrario, una concezione integrata della sessualità.
A motivo della concezione biblica della persona umana il tema delle differenze di genere rappresenta un contenuto fondamentale della catechesi. Nella Genesi sono proprio l’uomo e la donna nella loro reciprocità e diversità ad essere immagine di Dio.

Percorsi di catechesi, che conducano a riflettere criticamente sulle differenze di genere per scoprire la ricchezza dell’essere, nei diversi ambiti di vita, uomo e donna insieme, creati a immagine di Dio, potrebbero avere i seguenti obiettivi:

  • cogliere le caratteristiche comportamentali e psicologiche che esprimono “diversità” tra ragazzo e ragazza e ricercare ciò che dà loro pari dignità;
  • saper individuarne nella propria realtà personale e in quella dei compagni gli elementi di diversità e di arricchimento reciproco che appaiono sempre più evidenti con la crescita;
  • diventare consapevoli dei molti cliché e pregiudizi sull’identità e sul ruolo dell’uomo e della donna e imparare a verificarli;
  • saper intuire nelle dinamiche interpersonali i fattori che determinano atteggiamenti di accoglienza e di rifiuto dell’altro sesso;
  • saper interrogare la Bibbia per scoprire la profondità di un progetto “due per l’unità”, insieme come immagine di Dio, cocreatori del mondo.

 

Tratto da:

RAGAZZI & DINTORNI – Aprile 2010 – Dossier Volontariato

Beato chi cerca la giustizia

di Cecilia Salizzoni

Il Parlamento Europeo ha approvato la richiesta di proclamare il 2011 “Anno europeo del volontariato”, un’iniziativa che sottolinea l’importanza rivestita da questo settore di attività, che coinvolge tre cittadini su dieci dell’Unione Europea, per un totale di circa cento milioni di persone.

Un tema forte, che richiede di essere preparati per tempo ad affrontarlo, dato che non mancherà di essere oggetto di attenzione in vari contesti di vita: istituzioni, associazioni, gruppi di riflessione…

Perché dare tanto risalto al volontariato?
La preoccupazione del Parlamento Europeo è certamente quella di promuovere, tra l’altro, i valori europei soprattutto presso i giovani, favorendo il dialogo intergenerazionale e interculturale, la sensibilità agli aiuti umanitari e allo sviluppo dei cosiddetti Paesi del Terzo mondo, l’integrazione dei migranti, la promozione dei diritti umani e lo sviluppo sostenibile, la tutela dell’ambiente e la crescita dell’occupazione…

Può rimanere fuori da tutto questo la catechesi, e in genere le tante attività che si svolgono all’interno delle comunità ecclesiali, che sul volontariato fondano grandissima parte del loro impegno?

Questi e molti altri suggerimenti per la catechesi dei ragazzi sul numero di Aprile dell’inserto Ragazzi & Dintorni dossier mensile di Catechisti Parrocchiali.

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Via Verità e Vita – Marzo/Aprile 2010 – Evangelizzare nella cultura digitale

L’annuncio attraverso i new media

di Alessandra Gaetani

L’avvento dei nuovi media e di internet, in particolare, ha innovato e rinnovato anche il modo di evangelizzare.
Suor Nadia Bonaldo, suora paolina, ha lavorato prima alla redazione dei libri per poi passare alla direzione di Paoline editoriale libri di Milano. Oggi è responsabile del sito http://www.paoline.it.
Dal “peso” della carta stampata alla “virtualità” del web, dunque: «È tutto molto positivo e stimolante, anche se l’attenzione alle nuove forme del comunicare, ai nuovi strumenti e ai nuovi linguaggi è nel DNA del nostro carisma paolino. Oggi l’evoluzione tecnologica è così veloce e in continua trasformazione che il rinnovamento non è mai finito, diventa uno statu quotidiano. L’ammonimento del nostro fondatore il beato Don Giacomo Alberione: “Vivete in continua conversione” può essere riferito non soltanto alla vita spirituale, ma anche all’atteggiamento nello svolgere la missione apostolica. Mai assolutizzare forme e linguaggi di un tempo. Ciò che rimane immutabile ma, nello stesso tempo, è sorgente di vita e creatività perché racchiude in sé una forza dirompente, è il contenuto, il Vangelo di Gesù Cristo».

Si sente parlare tanto di nuove sfide pastorali e la Chiesa è impegnata nella ricerca dei modi più efficaci di rispondere alle esigenze di un mondo che cambia molto in fretta, anche usando al meglio le possibilità offerte dai media: «Ogni discorso pastorale deve tener conto dell’ambiente e della cultura in cui vivono le persone. I metodi devono considerare le modalità in cui, oggi, sono divulgati i diversi saperi; l’Evangelo di Gesù Cristo non è un’ideologia, una filosofia di vita o una serie di concetti da apprendere, ma una proposta di discepolato, l’invito a un’esperienza vitale con il Signore Gesù, morto e risorto. I media possono aiutare ad approfondire la nostra fede come contenuto, contribuiscono a suscitare l’appetito di cose belle, di stili di vita solidali e fraterni secondo gli insegnamenti di Gesù, a far conoscere realtà che resterebber sconosciute. Però ai media è necessario affiancare un lavoro capillare e personale, condotto avanti dalle comunità cristiane: i luoghi per eccellenza in cui vivere la comunione e fare esperienza della salvezza donata da Cristo Gesù. Altrimenti rimarrebbe una fede “fai da te”, devozionale, o un appagamento intellettuale».

È nelle parole di Don Alberione che suor Nadia trova le indicazioni per una rotta sicura: «Parlare di tutto cristianamente», diceva il nostro Fondatore; «offrire visioni di vita, criteri di giudizio basati sul Vangelo. Se qualcuno si sentirà attratto e affascinato, ben venga, altrimenti pazienza. Grande libertà, anche da parte nostra. Sta qui, a mio avviso, la sfida dei nuovi mezzi e di chi opera attraverso di essi».

Questi e molti altri suggerimenti per la catechesi dei ragazzi sul numero di Marzo-Aprile di Via verità e Vita.

 

 

RAGAZZI & DINTORNI – Maggio 2010 – Dossier Cittadinanza

Beato chi cerca la giustizia

di Cecilia Salizzoni

Uno dei film più significativi, realizzati in Italia sul tema della coscienza civile, negli ultimi anni è Paolo Borsellino di Gianluca Maria Tavarelli.

Il film offre la possibilità di confrontarsi con il tema della cittadinanza non nell’astrattezza dei principi, ma dentro la concretezza di un problema vero e fondante del nostro Paese: l’anti-stato mafioso, una sorta di malformazione genetica a lungo negata, mai risolta, che interpella tutti, il sud e il nord, laici e cristiani, sulla nostra identità nazionale, su ciò che vogliamo essere come comunità civile più estesa. Su ciò che “vogliamo” essere e ciò che “dobbiamo” essere.

I destinatari naturali del film sono i ragazzi e i giovani, quelli a cui Borsellino si rivolge per lettera nel finale del film.

Le provocazioni tematiche sono molteplici sia dal punto di vista etico (cosa ha permesso al protagonnista di portare fino in fondo il proprio dovere?), sia dal punto di vista esistenziale (che cosa significa la libertà di cui parla Borsellino? quanto si è disposti a pagare per essa?), ed infine sul fronte dei concetti di fondo (che relazione corre tra “regno di Dio” e “città dell’uomo”? a che cosa è chiamato il cristiano nella chiesa e nella società?).

Questi e molti altri suggerimenti per la catechesi dei ragazzi sul numero di Maggio dell’inserto Ragazzi & Dintorni dossier mensile di Catechisti Parrocchiali.

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