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VEDERE, ESPLORARE, CAPIRE…E non basta ancora! – Itinerari musicali di catechesi/6_La Scienza

SCIENZAQualche premessa: 

INTRO:
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Scienza e fede… ma possiamo metterle insieme? Binari paralleli, prospettive differenti, visioni del mondo opposte e chi vuole aggiungere faccia pure. Ci hanno abituati a guardare il mondo, mettendo in opposizione scienza/ragione e fede, eppure paradossalmente la scienza la ritroviamo fra i sette doni che lo Spirito dà o è disposto a dare a ogni persona. Dono per comprendere, capire, esplorare la realtà e le situazioni interne ed esterne a noi, per conoscere,interpretare, discernere ed elaborare una risposta personale e consapevole. Questo, i nostri ragazzi lo sanno? Immaginano che lo Spirito è pronto a donare loro qualcosa che li aiuti a comprendere il mondo e a diventare capaci di viverlo e non di subirlo? E anche di cambiarlo? Questa è la sfida che vogliamo affrontare,per imparare a guardare, accogliere nella verità, lodare per ciò che abbiamo e siamo! 

scienzaGUARDARE, COMPRENDERE, LODARE

Scrutiamo la realtà con gli occhi di Jovanotti; esercitiamo la vista, per capire meglio, con Cristina Damonte; lodiamo con Branduardi: ecco in sintesi il nostro percorso. Di fronte al binomio scienza e fede, che cosa dicono? Se lo Spirito ci dona la scienza, diventiamo tutti scienziati o c’è altro in gioco? A cosa serve questo dono? Il punto forte della scienza e del suo metodo è l’osservazione: si osserva ciò che accade (il fenomeno) per capirne le leggi ed elaborare ipotesi, dimostrazioni ed eventuali scoperte. Di fatto, come prima sfida, anche «la scienza di Dio» ci chiede di vivere guardando e osservando ciò che ci circonda, con trasparenza e verità. La ricerca, la voglia e lo sforzo di capire e di vedere è quanto l’essere umano e, quindi, ogni ragazzo, con le proprie energie, è chiamato ad attivare in prima persona. La scienza, dono capace di farci crescere nella sapienza, ci chiede di metterci in gioco in prima persona, con intelligenza e sana curiosità. E questo è qualcosa che, con coraggio e pazienza, dobbiamo insegnare a vivere ai ragazzi! È uno dei livelli fondamentali della loro crescita umana prima che cristiana. Guardare, conoscere, comprendere, però, non vuol dire risolvere, non significa avere risposte giuste. Spesso aprire gli occhi per guardare, innesca come diretta conseguenza il desiderio di continuare a cercare. Quando una coscienza si sveglia, ha bisogno, poi, di capire e di trovare risposte. Ma dove? E come?
VEDERE CON IL CUORE E LA MENTE  scienza tra le mani
Comprendere, alla luce del Vangelo, non è solo giocare tra cause ed effetti, ma voler capire e dare risposte di vita, di luce, di audacia e libertà. E allora: «Signore fa’ che io veda…» canta Cristina Damonte,e noi aggiungiamo: vedere con il cuore, provando sentimenti reali, reazioni, passione, emozioni; vedere con la mente in modo realistico e non bigotto, cercando reali motivazioni e spiegazioni a ciò che accade sotto i nostri occhi; vedere con tutta la nostra volontà, con tutte le nostre energie, «per diventare figlio della luce che non conosce tramonto, che è capace di attendere una nuova alba e scoprire la bellezza della fedeltà di Dio, in questa realtà concreta»Vedere, conoscere e credere nel bene, in se stessi e in Dio diventa un circolo positivo che ha, alla base, una realistica visione del mondo e della vitaCon Branduardi e il suo Il cantico delle creature: facciamo un salto in avanti per far scoprire ai nostri ragazzi che solamente uno sguardo consapevole, retto, intelligente ci può aprire al pieno riconoscimento di Dio e alla lode!
RINGRAZIARE ringraziare
Guardare il mondo significa misurarsi con una realtà che ci supera e di cui noi non possiamo essere, in alcun modo, la misura. Francesco di Assisi, per esempio, osserva e loda e, in lui, la scienza è alla base del più straordinario tra i cantici. Guardare, scrutare, conoscere, comprendere e lodare: sono questi i diversi passi che il dono della scienza può insegnarci a compiere.

 [Continua…]  

Sr.   Mariangela Tassielli, fsp

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L’intero itinerario è tratto dalla rivista Catechisti Parrocchiali, itinerario annuale settembre – maggio: i doni dello Spirito. Estratto per la rubrica Itinerari musicale di Catechesi su www.canatalavita.com. Destinatari cresimandi, adolescenti, giovani. Per richiedere l’annata 2010 completa scrivere a: abb.riviste@paoline.it

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CATECHISTI PARROCCHIALI – Marzo 2013 – UNA PASQUA DI AMORE

Catechisti Marzo 2013

RITMI DI VITA

di Marco Sanavio

Il suo nome scientifico è Phreatichthys andruzzii, ma è più noto come pesce delle caverne e vive in Somalia. Che cosa ha di strano?
Il ritmo circadiano, ovvero l’orologio biologico che regola il ritmo sonno-veglia di questo essere viritmo circadianovente, è di circa quarantasette ore. Questo pesce, vivendo in caverne dove non filtra la luce, ha un ritmo che non dipende né dalla luminosità dell’ambiente circostante né dalla sua temperatura.
Un ritmo lento, certo, ma inscritto nel DNA; ogni ritmo è impresso così profondamente in ogni essere vivente, da diventare sua condizione fondamentale di vita. Se non si alternano veglia e riposo si muore.
Anche nel percorso di fede il ritmo assume un significato pregnante: è al fondamento della creazione che non avviene simultaneamente, ma è ritmata dai giorni della settimana, come pure si intreccia con la risurrezione di Gesù, primizia della nuova creazione, con la nascita di un nuovo giorno, quasi a sottolineare la discontinuità con il ritmo precedente.

Pasqua è nuova vita, ma è anche ritmo. La consegna del Risorto, infatti, è il ritmo con cui torna a incontrare i suoi ogni otto giorni. Un ritmo inedito che i discepoli scoprono incontro dopo incontro e che dà origine a un nuovo giorno che prima non esisteva e che si chiamerà, psonno-vegliaer l’appunto, dies dominica, il giorno del Signore. Il ritmo della Pasqua diventa il ritmo dei cristiani: l’incontro domenicale si propone come «culmine» della vita che è già trascorsa e «fonte» di quella che deve ancora aprirsi di fronte a noi.

Per comunicare l’importanza del ritmo anche nell’esperienza di fede, potremmo proporre ai nostri ragazzi qualche attività che parte proprio dai tempi di base della vita.
Una proposta molto semplice parte dal respiro. Si tratta di un esercizio che aiuta a diventare consapevoli della propria respirazione, a distendersi e a comprendere l’importanza del ritmo. Per realizzare questa attività abbiamo bisogno di una stanza molto tranquilla, isolata da rumori molesti e sufficientemente accogliente.

I ragazzi si stendono sul pavimento in posizione supina, a occhi chiusi e, per qualche istante, liberano layoga-bimbi mente non pensando a nulla di particolare. Portiamo, quindi, la loro attenzione sul respiro, cercando di indurre in loro una respirazione diaframmatica: per fare questo suggeriamo che, durante l’inspirazione, «sgonfino» la pancia e, nella fase di espirazione, la «gonfino». Chiediamo, poi, che si concentrino sul ritmo del respiro e non più sulla tecnica, cercando di rendere la respirazione isocrona, ovvero che i tempi di inspirazione ed espirazione diventino uguali.
Per aiutare i ragazzi in questa operazione possiamo contare alternativamente «uno, due, uno, due», rallentando progressivamente il ritmo.
A questo punto per rendere più piacevole l’esperienza aiutiamo i ragazzi a rilassarsi ulteriormente chiedendo loro di immaginare che il corpo diventi pesante e, magari, facendo loro immaginare che una fiammella (che non brucia!) percorra il loro corpo, rilassando i vari arti e i diversi organi. Possiamo, infine, chiedere ai ragazzi: come vi siete sentiti? Che sensazioni avete provato? Cercheremo di sottolineare le reazioni positive dovute al rilassamento e al controllo del ritmo respiratorio.

Di seguito, suggeriamo una serie di attività che potete proporre ai ragazzi per rilevare come i ritmi della generazione dell’«elettronica» siano estremamente musica cantoaccelerati e come possano influire sulla qualità complessiva della vita.
1. Il tempometro. Predisponiamo per ciascun ragazzo un foglio con una griglia a due colonne e venti righe. Nella colonna di sinistra (più piccola) ognuno di loro dovrà indicare gli orari precisi e nella colonna di destra le corrispondenti attività che ha svolto a partire dal pranzo della giornata precedente fino al momento in cui si è coricato.
In questo modo otterremo una lista delle attività di ogni giorno che ci darà modo di fare qualche considerazione su ritmi e tempi che i ragazzi sperimentano quotidianamente.
2. I ritmi della tv. Registriamo alcuni spot pubblicitari che passano in tv oppure visualizziamoli su YouTube e analizziamo insieme con i ragazzi la loro durata complessiva, i tempi di ciascuna inquadratura, la presenza o meno di una colonna sonora, la durata degli slogan che sono proposti. È una buona occasione per lavorare sui ritmi e sull’accelerazione a cui la tv e i moderni media ci hanno abituati.spartito
3. C’è musica e musica. Fate ascoltare ai ragazzi una canzone che, a quell’età può piacere, una hit del momento che vi è stata consigliata e garantita come un brano che funziona. Ogni tanto chiedete se sia il caso di interrompere. Fate suonare, poi, un brano di musica classica, possibilmente qualcosa di molto lento. Chiedete anche qui ai ragazzi se sia il caso di interrompere durante l’esecuzione.
A questo punto potete avviare il confronto sul perché il ritmo più veloce li abbia coinvolti maggiormente di quello lento. Potete anche chiedere se la Messa, a loro parere, assomiglia di più al brano ritmato o a quello lento e quali siano, a loro parere, i momenti più noiosi. Questa ultima domanda apre anche a un interessante lavoro che si può fare sulla partecipazione dei ragazzi alle liturgie domenicali, ma anche sul modo di celebrare, che si può migliorare con una maggiore attenzione e cura del ritmo.

La conclusione che potete riservare giorno e la nottea queste attività è una sintesi, da realizzare con l’apporto di tutti i ragazzi del vostro gruppo, sul ritmo dei cristiani. Come è fondamentale il ritmo del respiro e l’alternanza del giorno e della notte è altrettanto fondamentale il ritmo domenicale: è un richiamo vitale che supporta la vita di fede. Non è, però, una conclusione intellettuale che noi forziamo nei confronti dei ragazzi, ma una proposta del Cristo risorto a cui si può aderire o meno. Qui si toccano le dimensioni della scelta e della motivazione che non possono essere forzate in alcun modo, ma vanno accompagnate, sorrette e rinforzate. Rispettando, anche qui, il ritmo di chi abbiamo di fronte.

Questi e molti altri suggerimenti per la catechesi dei ragazzi nel numero di Marzo di Catechisti Parrocchiali

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Levate l’àncora: dritta tutta! – Itinerari musicali di catechesi/5_La Fortezza

Qualche premessa: 

INTRO:
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Fortezza

Una frase per titolo, ma non una fra le tante.
È la frase con cui si conclude La linea d’ombra, canzone di Jovanotti, di un po’di anni fa; ma è anche la frase simbolo con cui vorrei si concludesse il nostro percorso sulla fortezza. «Mi offrono un incarico di responsabilità, domani andrò giù al porto e gli dirò che sono pronto a partire… e quando passerà il monsone dirò: levate l’ancora: dritta tutta! Questa è la rotta, questa la direzione, questa la decisione». Determinazione, decisione, direzione, scelta: questi sono gli elementi che emergono dal testo di Jovanotti, ma questo è anche ciò che caratterizza la fortezza. Per questo, il simbolo che continuiamo a riferirle è il timone. Non tanto e non solo la forza di scegliere, ma soprattutto di continuare, di non mollare, di non tirare i remi in barca. Eccola la fortezza, dono straordinario che attraverso la musica vogliamo far scoprire ai ragazzi in tutta la sua attualità e concretezza. Fate ascoltare ai ragazzi in parallelo La linea d’ombra, del già citato Jovanotti e Seduto a guardare, di Fabrizio Moro.
• Come si caratterizza il comportamento del «soggetto » descritto nei testi?
• È possibile rintracciare una linea d’ombra anche nel testo di F. Moro?
Quali paure emergono?
fortezza
La linea d’ombra in fondo non è altro che un orizzonte o un limite, una linea al di là della quale vedere l’orizzonte infinito (il futuro, i progetti, i sogni), o un margine di sicurezza oltre il quale non andare, trattenendo tutte le sicurezze per non cadere, per non perdere, per non rischiare (paure, passato, resa). Spesso la vita ci convince un po’ tutti, ragazzi in primis, a restare in guardia, a non rischiare, a non andare troppo oltre: restare seduti a guardare, vedere come va a finire, indietreggiare. «Le paure confondono, se i sogni che fai non si avverano. Scappi sempre e dopo vuoi ritornare. Tu rimani seduto a guardare, ma chi non scrive la sua storia non può decidere il finale… e i passi si cancellano». Positivo e opportuno è far risuonare fra i ragazzi le parole cantate da F. Moro, ascoltando le loro reazioni, le sottolineature e, successivamente, senza però nessuna risposta da parte degli animatori, dare voce a tre testimonial, a cui poi far seguire una domanda sostanziale. I cantanti testimonial e le loro rispettive canzoni sono: Gigi d’Alessio con Non mollare mai; Nek con Per non morire mai; i R.E.M. con Everybody hurts (Tutti soffrono). A questo punto davanti a noi ci sono precise proposte: da una parte la voglia di essere qualcuno e di andare oltre (Jovanotti),dall’altra la realtà di una vita che ti lascia fermo e impaurito (Moro); e rispetto a entrambe i R.E.M., Gigi d’Alessio e Nek propongono una via: resistere, non mollare, non lasciarsi uccidere, restare se stessi fino alla fine; «quando il tuo giorno è solo notte, quando pensi di averne avuto abbastanza da questa vita, quando tutto è sbagliato: resisti, non rovesciare la tua mano…» (Tutti soffrono).
È possibile resistere? È possibile non mollare solo perché altri soffrono come o forse più di noi? Dove trovare la forza che fa vivere, tenere duro, andare comunque avanti?
La linea d’ombra, che può essere il dubbio, le paure, il dover scegliere, il tentennamento, l’instabilità, le non certezze, emerge in un momento specifico: il passaggio dal passato conosciuto al futuro incerto.ancora
Il timone non fa paura quando sono gli altri a decidere la direzione, così ci si può anche permettere di dormire, di non compromettersi: altri lo fanno, altri pagano.
Responsabilità è decidere di saltare al di là di un fosso, sapendo di poter andare verso la nebbia.
Arriva il giorno in cui bisogna scegliere chi essere.
Gli altri diventano coloro per i quali la tua risposta conta, perché può essere il primo passo per cambiare la partita, la vita, il mondo.
E allora fuga o coraggio?
Ripetetelo ai ragazzi, chiedete loro: fuga o coraggio per la loro vita? Ma potranno affrontare tutto da soli? Basteranno gli amici, le vittorie, le varie forme di gratificazione? Forse no! La fortezza non è caparbietà, ma dono, consapevolezza del limite, della paura, della sconfitta e determinazione a vivere, a non cedere, a non lasciare spazio allo scoraggiamento. Per questo la fortezza è dono da chiedere con coraggio!

[Continua…]  

Sr.   Mariangela Tassielli, fsp

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L’intero itinerario è tratto dalla rivista Catechisti Parrocchiali, itinerario annuale settembre – maggio: i doni dello Spirito. Estratto per la rubrica Itinerari musicale di Catechesi su www.canatalavita.com. Destinatari cresimandi, adolescenti, giovani. Per richiedere l’annata 2010 completa scrivere a: abb.riviste@paoline.it

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Freccia puntata per scoprire se stessi – Itinerari musicali di catechesi/4_Il Consiglio

Qualche premessa: 

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dossier consiglioConsiglio… consigliare, dare buoni consigli, suggerimenti opportuni, scelte ottimali, valutare, discernere, direzioni, cambiamenti, opportunità, bussola, orientamento…
Il percorso che vi propongo per questo dono non è finalizzato alla scoperta, ma all’applicazione del dono nella vita concreta, in quelle piccole o grandi situazioni in cui i ragazzi, prima o dopo, potrebbero trovarsi. Vi indico sette canzoni; ognuna permetterà di costruire un intero percorso di carattere esistenziale: dalla ricerca di risposte, alla voglia di cambiare direzione nella propria vita, fino al «beccare» la giusta direzione. I ragazzi scopriranno dove e come, nella quotidianità, sia possibile fare esperienza del consiglio, straordinaria bussola nel mare della vita.
Le canzoni sono:
1. Ci sono anch’io di Max Pezzalikeyword (parola chiave) connessa: cercare. La canzone dà voce alla ricerca di senso, di risposte, di una stella da seguire. In essa i ragazzi potrebbero riscontrare ciò che vivono normalmente: domande e dubbi posti tra i sogni e i grandi ideali, tra la determinazione e la paura. Ci sono anch’io, in sintesi: io al mondo, io nel cercare, io nello scegliere, io nel credere.
2. Un’altra direzione di Nekkeyword: delusione. Che cosa ci orienta quando le cose, le persone, le situazioni, la rabbia ci convincono a cambiare direzione? Quale sarà quella giusta? Voglia di emozioni nuove, di giuste dimensioni per ritrovare un po’ di ossigeno: ecco cosa sperimentano tante volte i nostri ragazzi. E alla fine la domanda: esisterà una freccia capace di indicarmi la direzione della felicità?
3. Lontano dal tuo sole di Neffakeyword: ricominciare. Quando tutto sembra pronto per ricominciare, ciò che realmente ci muove è il desiderio di andare, di ritrovare le cose e le sensazioni belle, le relazioni positive. La consapevolezza di ciò che si è, di ciò che non si possiede più e che si è perso camminando (esperienza con cui anche i ragazzi si misureranno), e la questione di fondo: ricominciare per avere quella pace, luce, direzione che ancora non si è riusciti ad avere… Ma dove cercare le risposte e le frecce giuste?
4. Ascolta il tuo cuore di Laura Pausinikeyword: bussola. E qui è il centro di tutto. È il canto a cui si collegano le attività. La canzone ci mette di fronte alla vita, così com’è. Ma propone anche una soluzione al mare di domande che ognuno porta dentro. Ascoltarsi, tentare con ogni forza di arrivare al centro del cuore che, come un pianeta o come un grande castello medievale, conserva, nella parte più interna, il vero tesoro. È nel cuore che abitano le risposte e, direbbero i grandi santi, nel cuore del cuore (nel suo centro più profondo) abita Dio. È lì che si può sentire in azione il dono del consiglio. Lì si può vedere la bussola di Dio in azione e si può scoprire la direzione giusta verso cui punta la freccia dello Spirito Santo. Ma si sa, al cuore non si arriva con un bisturi, né con uno sforzo di concentrazione. Abbiamo alleati per arrivare al cuore e sentirlo parlare, risuonare, vibrare. Chi sono? La risposta sta nelle successive tre canzoni.
5. L’angelo di Syria; Il maestro di Renato Zero; Un amico è così di Laura Pausini keyword unica: giusta direzione. I nostri alleati sono proprio loro: gli amici sinceri e non opportunisti,  capaci di ascoltare e di battersi per noi senza chiedere il contraccambio; i maestri disinteressati che si preoccupano del nostro vero bene; i genitori che ci insegnano la stima e la fiducia in noi stessi, e ci insegnano a vivere; e, in ultimo, il nostro angelo di cui mai nessuno parla e nel quale possiamo credere, con la stessa forza con cui crediamo in Dio. Sono loro la voce, il volto, le mani con cui la bussola dello Spirito, il consiglio, ci può aiutare a vivere senza perderci! 

[Continua…]  

Sr.   Mariangela Tassielli, fsp

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Uno scandaglio per scoprire se stessi – Itinerari musicali di catechesi/3_L’Intelletto

Qualche premessa: 

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Intelletto e scandaglio, scoprire e dare senso: questi sono i binari su cui mi piace orientare il nostro percorso. Un itinerario, quello che stiamo per affrontare, che potrebbe condurre i ragazzi a rientrare in se stessi e a dare senso, valore, scoprire innanzi tutto le ricchezze che ciascuno porta dentro, il proprio cuore con tutte le lotte che deve sostenere, e ciò che odia e che ama.
Senza dare troppe spiegazioni, l’incontro lo si potrebbe iniziare facendo ascoltare
 –Scava un po’più a fondo, brano tratto dal film di animazione La principessa e il ranocchio; o, se possibile, si potrebbe far vedere la sequenza del film collegata al brano musicale.[…]
I ragazzi che cosa credono riguardo al dono dell’intelletto? A cosa potrebbe servire? Ad essere più intelligenti? Soltanto a questo? Se intelletto significa intus-legere (leggere dentro), che collegamento esiste tra il dono dello Spirito e la risposta data da Mama Odie nel film/canzone? «Se scaverai un po’ più a fondo, scoprirai chi sei, ti sentirai ok! Cerca di conoscere chi sia il vero te, sarai felice, altroché! Tu credi che la felicità dipenda da ciò che hai, ma finora questa strana idea ti ha portato solo guai, guarda bene dentro te, cogli l’opportunità!». Passare dal fuori al dentro; da ciò che gli altri vedono di me a ciò che sono e sento: questo è necessario.
L’intelletto è la capacità/possibilità di scavare dentro se stessi, per scoprire il valore e il senso di ciò che c’è, di tutte quelle ricchezze interiori, di quegli ostacoli, di quelle esperienze che ci rendono unici. […]
Successivamente si fa ascoltare
– Gli ostacoli del cuore, di Elisa-Ligabue.[…]
Gli amici, le delusioni, le paure, i sogni… sono presenti o sono ancora da scoprire? Come camminare tra gli ostacoli del cuore, se proprio nel cuore dobbiamo arrivare?
Si propone a questo punto la terza canzone del percorso, la conclusiva. 
È uno straordinario testo di Mariah Carey, cantante statunitense: Hero.
«There’s a hero… (C’è un eroe)», afferma l’autrice, «C’è un eroe se guardi nel tuo cuore, non devi avere paura di quello che sei; c’è una risposta se cerchi nella tua anima e il dolore che conosci si scioglierà…».Hero è colui che arriva da lontano e dà la forza di non mollare, di mettere da parte ogni paura, di guardare dentro se stessi e trovare la verità. Hero potrebbe essere il nostro scandaglio? Il nostro eroe, che ci fa scoprire il senso di tutto, leggere ciò che è dentro di noi, senza lasciarsi frenare, bloccare, arrestare sulla porta del nostro cuore? Hero potrebbe, allora, essere l’intelletto: quel dono così particolare dello Spirito che, solo, può spingerci fino alla verità di noi stessi, per guardare e dare voce e senso al bello e al brutto, al buono e al difficile, al duro e al possibile.  [Continua…]  

Sr.   Mariangela Tassielli, fsp

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Oltre l’invisibile – Itinerari musicali di catechesi/2_La Sapienza

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«Ognuno ha una storia da raccontare,per chi ascoltare vorrà. Quello che gli occhi vedono, le mani toccano, le orecchie sentono. Le labbra baciano, non è quello che c’è».
La sapienza ci conduce a scoprire e dare un valore, un gusto particolare a ciò che viviamo.  […]

Le canzoni, come un cannocchiale tra le nostre mani, sono utili per scrutare l’oltre e far emergere le piccole o grandi convinzioni dei ragazzi.

I testi che propongo

– Un senso di Vasco Rossi;
– Oltre il vento e la sabbia degli Studio 3;
– Oltre l’invisibile del Gen Rosso
sono idealmente uniti dalla ricerca di un senso che va oltre l’oggi, oltre il visibile, fatto di emozioni e spesso di difficoltà, incertezze e dubbi. Il «vento» e la «sabbia», in fondo, sono immagini che descrivono quelle realtà che offuscano i nostri orizzonti, la nostra voglia di vivere in pienezza, i nostri sogni di futuro. Questa è, chiaramente, la prospettiva, tuttavia è necessario far emergere le realtà concrete che i ragazzi vivono. Urgente, allora, solleticare domande
Scrutare, andare in profondità, oltre le apparenze, usando il cannocchiale della sapienza per non fermarsi al visibile, al toccabile, allo sperimentabile in superficie. C’è un mondo molto più vivo e più vero oltre l’invisibile, oltre la notte, oltre il buio, oltre i muri della rabbia e della malinconia. Oltre la sabbia e il vento – che colpisce stando a pelo d’acqua – ci sono gli altri, ci siamo noi stessi, c’è il mondo e c’è Dio! Molto più vicino di quanto potremmo immaginare! Scrutare, scoprire: sono le sfide da vivere e la sapienza è ciò che ci permette di farlo! 
 [Continua…]  

Sr.   Mariangela Tassielli, fsp

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Un soffio per andare oltre – Itinerari musicali di catechesi/1_Lo Spirito Santo

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Lo Spirito, come vento, soffia… e non sai da dove viene e dove va! Una bussola, un orizzonte, un cannocchiale, un DIARIO DI BORDO: tutto è necessario per non perdere nulla di questa straordinaria avventura. Lo Spirito è di più, molto di più, infinitamente di più di ogni definizione, di ogni canzone, di ogni risposta cercata o trovata. Il nostro impegno, lasciandoci affiancare e sostenere anche dalle canzoni, sarà quello di restare in questa prospettiva tanto scomoda quanto avvincente: una prospettiva che, senza timore, chiamiamo prospettiva dell’oltre! Oltre nel cercare, nello scoprire, nell’ascoltare, nello sperare, nel trovare, nel desiderare e invocare la presenza di chi ci permette, ogni giorno, di sentire la presenza di Dio in noi: lo Spirito santo. È decisamente in questo orizzonte che proveremo, tappa dopo tappa a entrare, lasciando alle canzoni il compito di attualizzare, provocandoci, i singoli doni che lo Spirito vuole continuare a donare. […] 

Levare l’ancora, allora, e partire lasciando gonfiare le vele dal vento delle tre canzoni che vi propongo per costruire questa prima tappa di percorso:

1. Cerco la tua voce – da Zenit dei Gen Rosso: per scoprire lo Spirito in azione;
2. Sette note e uno Spirito – da Dio di frontiera di Giosy Cento: per capire quali segreti ci mette tra le mani;
3. Tu sei – da Tu sei di Paolo Spoladore: per imparare a pregare e invocare lo Spirito.

Passo necessario (da ricordare!): fornire ai ragazzi, volta per volte, il testo su cui lavorare. È opportuno a questo proposito non anticipare mai i testi su cui si prevede di lavorare solo successivamente. [Continua…]  

Suor Mariangela Tassielli, fsp

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Itinerari musicali di catechesi – I doni dello Spirito santo

Qualche premessa…

Carissimi catechisti,

lanno della fede, è per tutti noi un’occasione importante e, per certi aspetti unica, per riscoprire e rafforzare le motivazioni del nostro credere, della nostra fiducia nel Dio dell’amore, in Colui che si è fatto carne per la nostra salvezza. Credere e rendere testimonianza della nostra speranza, farlo con consapevolezza, competenza ed efficacia, vivere tutto questo da testimoni credibile. E se questa è la sfida per ogni credente, per un catechista la sfida diventa un preciso appello interiore, un dovere vocazionale, in fedeltà alla Parola che ci ha chiamato e mandato, nella Chiesa con una specifica missione.

Abbiamo scelto di esservi accanto, di non lasciarvi soli, di fornirvi ulteriori strumenti perchè l’annuncio di fede rivolto ai nostri giovani destinatari possa entrare nel vivo della loro vita ed esperienza.

Abbiamo scelto di riproporre, sulle pagine di Cantalavita, un itinerario di scoperta dello Spirito santo, della sua azione interiore in noi, del suo aiutarci a credere nel Padre e nel Figlio, del suo renderci testimoni coraggiosi e generosi del Vangelo di Gesù.

Vi proponiamo un itinerario annuale che svilupperemo in 9 incontri.

La musica sarà la nostra fedele alleata, nello scoprire e vivere, i doni dello Spirito. Spesso attingeremo a quelle canzone che i ragazzi ascoltano, amano, cantano. Sarà proprio entrando nel loro mondo che li aiuteremo a scoprire la luce con cui lo Spirito santo è pronto a orientare la loro giovane vita.

Destinatari dei post: catechisti, parroci, insegnanti, educatori, insegnanti di religione
Destinatari degli incontri da realizzare: cresimandi, adolescenti e giovani

Ringrazio di cuore la rivista di formazione catechistica Catechisti Parrocchiali, per aver messo a disposizione l’intera annata 2010-2011 e auguro a tutti un buon cammino.

suor Mariangela

Altri suggerimenti musicali puoi trovarli nella rubrica: Tra note e realtà

Per info, dubbi, contatti …

email: m.tassielli@paoline.it

facebook:

Suor Mariangela – Paoline

Paoline centro catechistico (spunti, suggerimenti, riflessioni… dedicate ai catechisti)

Catechisti Parrocchiali (pagina in cui viene segnalato pubblicato sulla rivista “Catechisti parrocchiali” dedicata a catechisti, animatori, educatori…)

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settembre 2012 – maggio 2013

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Tra note e realta’ – Echi d’infinito

Che notte chiara, che stelle
Tutto è più dolce dopo un temporale
Dopo i giorni del pianto, adesso si apre il cuore…
…Anche dal fango, nei deserti più assolati
o negli eterni inverni
Ma che sorpresa… Una rosa…
Io vivo di accenti, di presentimenti
Profumi che sento nell’aria
E vivo di slanci, di moti profondi
Fugaci momenti di gloria
E nel silenzio del mondo io sento echi di infinito.
Restami accanto nel tempo
Non c’è più bella cosa che ci unisca
Nella fortuna o nelle tempeste del destino
Restami accanto per sempre…
(Antonella Ruggiero Echi D’infinito)

Il velo del Tempio si è squarciato, il sole si è eclissato e su tutta la terra regna la notte.
E’ la notte delle tempeste e dei temporali; notte in cui il silenzio profondo assorbe in sé il pianto, i lamenti, la disperazione, le urla di folle indistinte.
La notte di un ateo che crede, di un credente deluso, di una prostituta che ha scoperto il vero amore.
Notte di meraviglia e di sorprese… di silenzi fecondi in cui l’Infinito, il Tutto ormai è compiuto!
Cos’è la Pasqua? Perché viverla? Perché chi non ha mai messo piede in una chiesa per 364 giorni si fa nascere lo scrupolo pasquale? Perché continuare a spendere euro per uova di cioccolato, colombe zuccherate e agnelli saltellanti? Perché abbiamo bisogno di una notte così speciale? Tante domande e nessuna risposta. O almeno nessuna affermazione categorica, perché Pasqua è la notte dell’amore che genera la vita, che vince la morte per sempre. La Pasqua è un passaggio personale e definitivo.
E’ un incontro, un viaggio a cui ciascuno di noi deve dire il proprio sì.

Grazie ad Antonella e ai suoi autori che con parole e musica ci fanno cantare una delle dimensioni pasquali: il sentire intenso dell’amato che attende l’amante con fiducia.
Mi piacerebbe chiederle chi sia quel qualcuno che dovrebbe restarle accanto… forse, banalmente è un lui, ma se il canto è arte allora sarà capace di dare voce a realtà profonde e differenti per ciascuno di noi. E mi tornano in mente esperienze e desideri, persone e personaggi pregni di slanci, di glorie, di presentimenti.

Canto e prego… parole e Vangelo… e nel silenzio del mondo, del tempo, della delusione, dell’amarezza, dell’attesa, dello stupore, dell’amore… io sento, col cuore di chi crede, rinascere l’Infinito, il Dio che da quella Pasqua di millenni fa è l’eternamente presente.

                 

              Questo l’augurio per tutti…

di suor Mariangela fsp

Novembre 2011 – Per i lettori di Catechisti Parrocchiali Dossier Ragazzi&Dintorni/ – rubrica Musica


Carissimi Catechisti,

Noi: in guerra o in pace?

E’ la PACE, il frutto con cui vi state confrontando nel percorso sui frutti dello Spirito, ed è quindi il tema che anche su questa pagina ci chiede un ulteriore approfondimento e una possibile integrazione del percorso proposto sull’articolo.

Come avrete già visto, il percorso è già notevolmente ricco di passaggi, di proposte e spunti su cui lavorare. Pertanto qui scelgo di mettere in evidenza solo alcuni punti e del materiale che potrebbe esservi utile.

Zoomiamo come sempre allora sulle tre tappe che fanno sintesi di tutto il percorso:

  1. Scoprire il dono di Dio!
    La pace è frutto, ma come sempre è necessario chiederci: qual è il dono che la genera? Cosa Dio semina in noi per permettere alla pace di crescere in noi e diventare forte? Mi sento di poter dire che in questo caso il vero e proprio dono è la vita stessa di Gesù, il suo modo di scegliere, di costruire relazioni, di parlare, insegnare, camminare… vivere! Gesù, dovrebbe poter diventare per i ragazzi un modello, un riferimento forte, “UNO” da imitare.
  2. Predisporci per accogliere il dono.
    Se vogliamo che i ragazzi prendano Gesù in considerazione, allora noi dobbiamo imparare a non chiamarlo modello o esempio, perchè ai ragazzi dà la sensazione di uno fuori dalla portata. Lui è “UN GRANDE”: ci ha creduto fino in fondo in quello che ha detto, e si è visto. Avviciniamo la vita del Signore Gesù alla vita dei ragazzi… per questo sono stati scritti i Vangeli! Al di là delle singole storielle, facciamo vedere i contrasti, le provocazioni, la radicalità, la forza del messaggio… in fondo Gesù parla di pace, ma parla soprattutto dei costruttori di pace (ricordate le beatitudini!!)
  3. Fare passi veri e propri nella vita quotidiana e questo è estremamente necessario.
    “Sii strumento della pace, dove vivi tu”: questo canteranno i ragazzi se sceglierete di vivere con loro l’ultima dinamica proposta nell’articolo. E questo è il vero punto di svolta.

    Aiutateli a mettersi davanti a una pace che non è solo un ideale e non può essere solo una preghiera. La Pace non è solo dono di Dio, ma frutto di una risposta data a Dio.Vi suggerisco, proprio rispetto a questa terza tappa, di valorizzare il video che vi proponiamo; video che abbiamo preparato in stretta connessione con il cammino proposto.

PRIMA DELLA VISIONE

La proiezione sarebbe molto buono farla seguire alla dinamica proposta a p.8 (l’ultima del paragrafo “La Pace nel mondo”). Aiutate i ragazzi a immaginare realisticamente il mondo che vorrebbero, immaginarlo anche spingendoli a sognare, a volare un po’ più alto. Sollecitateli a ideali grandi, anche se apparentemente irraggiungibili (hanno bisogno che qualcuno li aiuti anche in questo!!!)

VISUALIZZAZIONEIl mondo che vorrei, Laura Pausini

SUCCESSIVAMENTE…

…aiutate i ragazzi a fare zoom su un aspetto del canto: chi può far sì che il mondo diventi migliore? Io o Dio? Di chi Gesù dice: “beati i costruttori di pace”? Dell’uomo o di Dio? Strano a dirsi, noi chiediamo a Dio di mettere pace nel mondo e non pensiamo che Dio chiede a noi di farlo.
E’ necessario riflettere insieme sul testo di Laura Pausini:

“Come si fa a rimanere immobili, indifferenti…
ma che senso ha ascoltare e non cambiare…”

Il mondo aspetta una risposta di pace che parte dal cuore di ognuno, per questo è importante fermarsi, aiutare i ragazzi a entrare nelle tante situazioni di guerra che creano o che subiscono direttamente o indirettamente.
Il dono della Pace può chiederlo solo chi ha fatto di tutto non solo per ottenerlo, ma soprattutto per costruirlo.

Ve lo richiedo allora e, ognuno, prima di chiederlo ai ragazzi, lo chieda a se stesso: “In me c’è guerra o pace?”, “Nelle cose che vivo, nelle relazioni che vivo: sono in guerra o sono in pace”?

Vi riporto qui di seguito alcuni titoli che potreste trovare ugualmente interessanti, anche se vanno oltre il percorso proposto.

  1. Il mio nome è mai più di Ligabue & Piero Pelù
  2. Generale di Stefano Picchi
  3. La pace sia con te di Renato Zero

E vi rendo inoltre scaricabile il testo del canto Alti e bassi di Maria Lacquaniti, che come già suggerito nell’articolo, potrebbe essere molto interessante, per aiutare i ragazzi a entrare in se stessi e nel proprio cuore… nelle loro continue guerre con i loro sentimenti.

A questo punto non mi resta che augurarvi Buon tutto a tutti e buon lavoro!!!


Per ricevere info, fare domande, inviare materiale… puoi scrivere a Suor Mariangela fsp: m.tassielli@paoline.it

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