Ci dicono che è difficile credere nel futuro… Ci stanno raccontando che la ripresa sarà lontana… o forse no. Storie su storie, verità su verità… tutto è possibile e allo stesso tempo tutto è falso.
E noi siamo qui con le nostre storie, le infinite lacrime, la voglia di una felicità possibile, il desiderio di un amore forte da vivere, la passione instancabile per una vita che non vogliamo perdere e la stanchezza, sempre in agguato, per una speranza, a volte difficile da sperare!
La notte è nel pieno del suo corso e forse l’alba nuova non sarà domani!
Ci è chiesto di attendere, di non mollare, di non darla vinta allo scoraggiamento, di non cedere alla rabbia che vorrebbe prendere in mano le redini della nostra vita e governare il futuro.
La notte… per quanto lunga e oscura non potrà impedireal sole di sorgere, e non potrà impedire a noi di ricominciare… ad amare, a sognare, a credere, a sperare, a vivere.
Il 2014, nel suo sorgere, sarà per tutti noi una nuova possibilità per riappropriarci di noi stessi e della nostra vita.
Sarà una possibilità per svoltare e cambiare pagina, per costruire un “nuovo” ancora possibile, bello e giusto per tutti.
La notte non è il tempo della disperazione, ma dell’attesa.
Non delle lacrime, ma della lungimiranza.
Di notte, ognuno può dire a se stesso come vivere il nuovo giorno…
Buon 2014 a tutti, cari amici!
Buon nuovo inizio nel segno della pace,
della fraternità,
della speranza, sempre instancabilmente possibile!
Com’è straordinaria la vita, com’è, coi suoi segreti, i sorrisi, gli inganni. Com’è straordinaria la vita, che un giorno ti senti come in un sogno e poi ti ritrovi all’inferno. Com’è straordinaria la vita, che non si ferma mai, sì, non si ferma mai. E ti viene da viveree… ti viene da piangeree… ti viene da crederci ancora provare a lottare e dare il meglio di te, che qui non è facile, ti senti fragile, qui, dove tutto quello che conta è quello che senti… e sentire com’è… Com’è straordinaria la vita, com’è, che ti fa credere, amare, gridare…
(Dolcenera, Com’è straordinaria la vita)
«Fra nuvole e favole la vita può essere un sogno, fatto di momenti belli che ti fanno crescere, e sono quelli da ricordare, perché nei momenti difficili ti danno speranza! La vita è immensa ma va vissuta personalmente, scoprendo il valore dei suoi lati più belli» «La vita può essere un sogno o un inferno… sta a noi viverla!», «E’ un dono che non puoi rifiutare e allora vivilo! Raggiungi i tuoi obiettivi… questo è straordinario!… A volte è triste… ma anche la tristezza può insegnare!» Sulle parole di Dolcenera e della sua forte e intensa canzone, mi piace costruire una sorta di armonizzazione proprio attraverso l’esperienza condivisa, di un gruppo di ragazzi e ragazze di 14 – 15 anni che ho incontrato qualche tempo fa. Mi è sembrato interessante che l’esperienza di Chiara, Luca, Riccardo, Noemi, Laura e di altri loro coetanei potesse emergere quale eco concreto e reale della loro vita fatta di sogni e speranze, dei loro sguardi carichi di futuro, della loro vivacità pregna del desiderio di generare vita nuova… questo è veramente straordinario. Giovani alle prese con la vita, coscienti dei sogni e dei tanti possibili “inferni” eppure capaci di speranza, di sguardi positivi, di concretezze disarmanti. Fa bene al cuore sentirli vibrare per sogni che guardano oltre, che non si accontentano di mediocrità e che sognano decisamente l’oltre, il di più, il meglio, l’altro; che si lasciano toccare da Dio! Fa bene!Soprattutto perché Daniele, Mirko, Giulia, Danilo e gli altri, non sono solo piccole eccezioni, ma sono parte di un’umanità che con noi è il presente e, con noi, sarà il futuro.
Dolcenera diventa quasi la cartina tornasole di quello che vivono e pensano: una vita in cui credere, sperare e a volte anche soffrire… ma pur sempre: crederci! Credere sì! Ma non solo sentire… non è questa l’unica cosa che conta!Non sono le sensazioni che fanno la differenza!Della vita, non puoi sempre stare a sentire quanto sia straordinaria… a volte devi fare in modo che lo diventi. Le scelte, non sempre così facili e scontate… queste rendono la vita veramente straordinaria!
Non abbiate paura, forza, coraggio, sono con voi, ho fiducia in voi… Tante volte Giovanni Paolo II si è rivolto ai giovani con queste parole, esortandoli con amore a non avere paura di SPALANCARE LE PORTE A CRISTO, a non aver paura di seguirlo, di metterlo al centro della propria vita, di annunciarlo senza vergogna nelle piazze, tra la gente, nei luoghi del vivere quotidiano! Non abbiate paura: “di rispondere alla vostra vocazione“. Non abbiate paura: “del futuro“. Non abbiate paura: “della sofferenza e della morte“. Non abbiate paura: “di proclamare il Vangelo“.
NON ABBIATE PAURA DI RISPONDERE ALLA VOSTRA VOCAZIONE!
Non abbiate paura di ritornare incessantemente a Cristo, fonte della Vita! […] Manifestando la sua fiducia, Gesù volge a voi il suo sguardo e vi invita a fare della vostra esistenza qualcosa di buono, facendo fruttificare i talenti che vi ha affidato, per il servizio alla Chiesa e ai vostri fratelli, come pure per l’edificazione di una società più solidale, più giusta e più pacifica. Cristo vi invita a riporre la vostra speranza in lui e a seguirlo sulla via delmatrimonio, del sacerdozio o della vita consacrata. Nel silenzio del vostro cuore, non abbiate paura di ascoltare il Signore che vi parla!
GIOVANNI PAOLO II
Discorso ai giovani di Rouen, 4 Aprile 2000
NON ABBIATE PAURA DEL FUTURO!
In Cristo voi potete credere nel futuro, anche se non potete distinguerne i contorni. Voi potete affidarvi al Signore del futuro, e superare così il vostro scoraggiamento di fronte alla grandezza del compito ed al prezzo da pagare. Ai discepoli sgomenti sulla via di Emmaus il Signore disse: «Non era necessario che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». Il Signore rivolge queste stesse parole a ciascuno di noi. Per questo, non abbiate paura di impegnare le vostre vite nella pace e nella giustizia, perché voi sapete che ilSignore è con voi in tutte le vostre vie.
GIOVANNI PAOLO II
Messaggio per la XVIII Giornata Mondiale della Pace
NON ABBIATE PAURA DELLA SOFFERENZA E DELLA MORTE!
Poiché la croce di Cristo è il segno d’amore e di salvezza, non deve sorprenderci che ogni amore autentico richiede sacrificio. Non abbiate paura allora quando l’amore è esigente. Non abbiate paura quando l’amore richiede sacrificio. Non abbiate paura della croce di Cristo.
La croce è l’Albero della Vita.
È sorgente di ogni gioia e di ogni pace. Era l’unico modo per Gesù di arrivare alla risurrezione e al trionfo. È l’unico modo per noi di partecipare alla sua vita, ora e sempre.
GIOVANNI PAOLO II Discorso ai giovani di Auckland, 22 novembre 1986
NON ABBIATE PAURA DI PROCLAMARE IL VANGELO!
Certamente il messaggio che la Croce comunica non è facile da comprendere nella nostra epoca, in cui il benessere materiale e le comodità sono proposti e ricercati come valori prioritari. Ma voi, cari giovani, non abbiate paura di proclamare, in ogni circostanza il Vangelo della Croce.
Jovanotti, in una canzone del 1997, paragona l’adolescenza alla «linea d’ombra», cioè allo spazio grigio che è tra il buio e la luce abbagliante del sole, attraversando il quale una persona per un attimo non riesce a vedere niente. Egli canta: «Mi offrono un incarico di responsabilità, mi hanno detto che una nave c’ha bisogno di un comandante, mi hanno detto che il carico è segreto ed importante, il pensiero della responsabilità si è fatto grosso, è come dover saltare al di là di un fosso che mi divide dai tempi spensierati di un passato che è passato, saltare verso il tempo indefinito dell’essere adulto». Anche il sacramento della confermazione rappresenta un passaggio delicato e importante: è l’occasione giusta per «scendere al porto, levare l’ancora e andare al largo»: • a livello di fede, per confermare il «Credo» pronunciato da altri per te all’atto del battesimo; • a livello umano, per accettare di essere diventato quel che sei e di assumerti la responsabilità della tua vita. Cresima e crescita sono quasi la stessa cosa. La cresima è il sacramento della forza. Lo Spirito Santo, la terza persona della Trinità, è qualcuno da pregare, da amare. Egli, come il vento, soffia sulla vela della tua vita per mandarti al largo, verso la giusta direzione, quella dello sviluppo pieno delle tue qualità e capacità. Crescere significa espandersi! La vita altro non è che la gioia e la fatica di liberare tutta la luce e la bellezza che Dio ha messo in te. Il Signore ti è vicino in questo passaggio delicato con la forza e la luce dello Spirito. L’espansione della mente ci è data, anzitutto, per «ricercare la verità». Ciò non vuol dire sapere tutto, ma basare la propria vita sui valori essenziali, così che la nostra esistenza sia bella e buona. Lo Spirito del Signore ci è vicino per darci i suoi doni. Anche le mani devono aiutare a «crescere» e ad attivare la creatività. Poi c’è il cuore. Al culmine di tale espansione è la capacità di divenire amabili e attrarre, cioè di mettere in risalto il bello di cui si è capaci per promuovere il meglio sé, gli altri e la realtà che ci circonda. Il contrario è l’egocentrismo e la paura. Diceva l’apostolo dei lebbrosi, Raoul Follereau: «La più grande disgrazia che ti possa capitare è quella di non essere utile a nessuno». L’amore è il vero dono di Gesù. Lo Spirito è Spirito d’amore, da chiedere sempre. Ogni esistenza si può evocare con i simboli della navigazione, possiamo adoperare lo stesso metodo per spiegare ai ragazzi il concetto appena esposto. Si divide un foglio rettangolare in due. Nella prima parte si disegna il fiume della tua vita trascorsa: si mette la data di nascita, del battesimo (magari con una foto!), poi le tappe più importanti della vita dei ragazzi (quelle che si ricordano!). Le domande da porre, su cui far riflettere i ragazzi sono: il fiume è piccolo o grande, calmo o tempestoso, grigio o azzurro, pieno o privo di pesci? Chi c’è sulle sponde? Come è il cielo? Sulla foce del fiume si scrive: «Confermazione», con la data della cresima. Nella seconda metà del foglio si disegna il mare del futuro, così come lo si immagina. Che un bambino stia crescendo lo si capisce dal fatto che smette di domandare da dove è venuto, e comincia a programmare dove andrà. A questo punto si può domandare ai ragazzi: come immagini sarà il mare? andrai a nuoto, con zattera, barca, piroscafo o nave? Quali sono le cose che porterai? C’è qualcuno con te? Quali saranno i primi porti cui attraccherai? Verso quali altri luoghi pensi di dirigerti? E al Signore quale posto riservi?
Questo e molti altri suggerimenti per la catechesi dei ragazzi sul numero di Maggiodell’insertoRagazzi & Dintornidossier mensile diCatechisti Parrocchiali.