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Testimoni ieri e oggi_ “Se mi convertissi sarei libera, preferisco morire cristiana” – Asia Bibi

Asia Bibi

Anche noi di “cantalavita” ci uniamo all’appello internazionale per la liberazione di Asia Noreen Bibi, una quarantasettenne pakistana incarcerata dal giugno del 2009 e condannata a morte perché cristiana in un paese a maggioranza mussulmana.

La sua è la storia di una donna semplice, una contadina e madre di 5 figli, di cui uno disabile. La ragione giustificante l’incarcerazione ha origine da un’accusa di blasfemia contro il profeta Maometto, in virtù di una “legge sulla blasfemia” che condiziona ogni cittadino e in particolare la minoranza cristiana. Anche Benedetto XVI si è associato all’appello della comunità internazionale per la liberazione di Asia e, nel sottolineare la difficile situazione di molti cristiani nel mondo, ha spiegato che letteralmente Pakistan significa “terra dei puri” e che non è sempre stata una terra ostile ai cristiani. E citando un importante discorso del 1947, fatto da Ali Jinnah, il principale tra i fondatori del Pakistan, uno dei beni primari del popolo pakistano doveva essere la libertà di culto:

«Voi siete liberi; siete liberi di frequentare i vostri templi, siete liberi di andare nelle vostre moschee o in qualsiasi altro luogo di culto dello Stato del Pakistan. Voi potete appartenere a qualsiasi religione, casta o credo, questo non ha nulla a che vedere con gli affari dello Stato… Vogliamo partire da questo principio fondamentale: che siamo tutti cittadini e cittadini con pari diritti».

Purtroppo però da questo bellissimo discorso qualcosa in terra pakistana ha preso un’altra direzione, anche se, come precisa il Mani coloriSanto Padre, l’Islam non è una religione di fondamentalisti o di torturatori, ma una religione pacifica e tollerante. Tuttavia, ad oggi, il Pakistan agli occhi della comunità internazionale si trova a gestire una difficile situazione e la storia di Asia Bibi è certamente un caso simbolo.

Asia è entrata alla ribalta internazionale perché dalla sua cella senza finestra nel modulo della prigione di Sheikhupura, ha scritto una lettera in cui racconta le sue preoccupazioni di mamma e di donna cristiana. Ci sono diversi passi nella lettera che toccano il lettore e altri che indignano, tra cui quello in cui racconta di come un giudice, Naveed Iqbal, entrando un giorno nella sua cella le ha detto che le avrebbe revocato la condanna a morte se si fosse convertita all’Islam:

“Sono stata condannata perché cristiana – gli ho detto – . Credo in Dio e nel suo grande amore. Se lei mi ha condannata a morte perché amo Dio, sarò orgogliosa di sacrificare la mia vita per Lui”.

Non ci sono parole da aggiungere all’immensità di questa risposta, forse la domanda è: risponderei anche io così? E tutti noi cristiani che viviamo “liberamente” la nostra fede avremmo il coraggio di donare la nostra vita per Cristo?occhi2 Oppure nella nostra piccola vita tranquilla, per non sentirci troppo “cattolici”, evitiamo di esprimere il nostro credo?! Non è che forse il cristianesimo per noi è fin troppo scontato addirittura banalizzato?

Eppure il fondamento della nostra fede è che Dio è Amore. Dunque perché avere paura! Naturalmente questo non significa che dobbiamo diventare martiri, ma testimoni di questa Grazia irrinunciabile. Ed è per questo che dobbiamo difendere Asia e la nostra fede affinché non sia motivo di discriminazione e morte, perché in nome di Dio non si uccida più!

“Gesù, nostro Signore e Salvatore ci ama come esseri liberi – scrive Asia – e credo che la libertà di coscienza sia uno dei tesori più preziosi che il nostro Creatore ci ha dato, un tesoro che dobbiamo proteggere”.

Maria Grazia Meloni

Puoi leggere la lettera di Asia Bibi su —> Avvenire <—

La storia di Asia Bibi ci riporta alla Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani (18-25 Gennaio 2013). Per l’occasione ti proponiamo un cammino in quattro tappe, con preghiere, attività e gesti simbolici, per ragazzi e i loro animatori. Clikka sull’immagine!

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Testimoni ieri e oggi_ “Francesco e il presepe” – San Francesco D’Assisi

San Francesco e il lupoCiao ragazzi! Eccoci di nuovo a parlare di santità. E in questo periodo di Avvento che ci prepara al Natale di Gesù, il pensiero non può che andare a Betlemme e alla mangiatoia che ha accolto l’incarnazione del Figlio di Dio. Se penso a questo evento straordinario, mi viene in mente la figura di Francesco d’Assisi e il suo desiderio di ricreare la scena di Betlemme.

Francesco nato ad Assisi nel 1181 da una ricca famiglia, dopo una giovinezza sregolata, nel 1205 si era convertito al messaggio di Cristo, tanto da rinunciare a tutte le sue ricchezze, dando vita, assieme ad alcuni amici, allOrdine dei Frati Minori e assieme a Chiara, la sua “pianticella”, il secondo ordine delle Clarisse.

La sua fu una vita dedicata al Vangelo, e il suo un messaggio di gioia che coinvolse la natura tutta. Tanto che alla fine della sua vita, il suo amore per il creato lo portò a comporre:il Cantico delle creature”, perché Francesco,San Francesco_1 nonostante le molte rinunce e sofferenze, quasi completamente cieco, con le stigmate alle mani e ai piedi e ormai vicino alla morte, sentiva forte il desiderio di lodare Dio per il Suo infinito Amore e per le tante meraviglie da Lui create! Morì ad Assisi nella notte tra il 3 e il 4 ottobre 1226. Canonizzato due anni dopo da Papa Gregorio IX venne tumulato nella basilica di Assisi a lui dedicata, dove è venerato come patrono d’Italia e d’Europa.

Come ci racconta il suo biografo Tommaso da Celano nella “Vita prima” (84-85; FF 467-469) per Francesco la festa del Natale era la più bella! Egli sentiva talmente forte questo evento che un giorno a mensa, ascoltando la rievocazione della povertà estrema provata dalla Madonna e da suo Figlio nella stalla di Betlemme, si alzò da tavola e finì il suo pasto per terra in onore della “regale povertà” di Maria e di Gesù. Ma Francesco desiderava che ogni credente a Natale gioisse nel Signore, anche per questo sentiva forte il desiderio di rievocare la natività. E per questo tornato da poco dal sultanato d’Egitto, ispirato dalla valle reatina e da Greccio, ritrovando in presepe ad Assisiquella zona rocciosa un po’ di Terra Santa, nella notte del 25 Dicembre 1223 diede vita al primo Presepe vivente! Tommaso racconta: “C’era in quella contrada un uomo di nome Giovanni… molto caro al beato Francesco… Circa due settimane prima della festa della Natività, il beato Francesco lo chiamò a sé e gli disse: ‘Se vuoi che celebriamo a Greccio il Natale di Gesù, precedimi e prepara quanto ti dico, vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello’…”. Finalmente giunto il giorno della festa, tempo di esultante letizia, uomini e donne festanti arrivarono da tutta la regione, portando con sé ceri natività betlemmee fiaccole per illuminare quella notte, nella quale si è accesa splendente nel cielo la Stella che fa brillare tutti i giorni e i tempi! Giunto anche Francesco, vide che tutto era disposto secondo il suo desiderio. E quando venne posta la greppia col fieno e introdotti il bue e l’asinello, vide rispendere in quella scena commovente tutta la semplicità e la povertà evangelica. Greccio divenne così la nuova Betlemme. E Francesco estasiato di fronte alla scena, durante la celebrazione Eucaristica incorniciata nel Presepe, sperimentò una consolazione mai gustata prima!

Dunque anche noi, con questo spirito di festa, assieme a Santo Francesco, gioiamo assieme per il Santo Natale di Gesù!

 Maria Grazia Meloni

Vi suggeriamo: L’amore quello vero. Chiara e Francesco. Il Musical

…inoltre un piccolo ma significativo libricino:

“Il presepe di San Francesco”

di Tommaso da Celano

Paoline Editoriale libri, Milano 2009

Il presepe di San Francesco

Clikka sull’immagine 🙂

ALTRI TESTIMONI DI FEDE SULLA PAGINA —> TESTIMONI IERI E OGGI

Liturgia di domenica 11/11/2012 XXXII T.O.- con suggerimenti per catechisti

“Questa vedova, nella sua povertà,

ha dato tutto quello che aveva”

E questa donna, vedova, senza diritti, sola, nel suo semplice dare diventa per noi immagine di una santità fatta di gesti semplici, ma proprio per questo radicali.

Vi proponiamo, in questo mese iniziato nel segno della santità, con la solennità di Tutti i Santi, di aiutare i ragazzi, soprattutto se adolescenti, ma non solo, a riflettere sul senso della santità, e di una santità possibile a tutti coloro che credono, che si fidano, che giocano la carta dell’amore.

Ecco allora, una foto-preghiera, che potrebbe essere data ai ragazzi e pregata insieme, all’inizio o alla conclusione di ogni incontro, durante tutto il mese. Santi, si può! – il titolo della preghiera, vi aiuta a cogliere, e a far cogliere ai ragazzi, la giusta dimensione della santità cristiana, poco avvezza alle nicchie e agli eroismi, e molto più caratterizzata dalla quotidianità, dalla semplicità, da un sì detto con tutto il cuore e con tutte le energie a Dio. Per questo, non solo è possibile diventare santi, ma per un cristiano la santità è risposta alla chiamata del Signore. Lui ci chiama ad accogliere nella nostra vita il suo amore; ci chiama a spalancare le porte del cuore; ci chiama ad avventurarci sui suoi sentieri.

Le preghiera può essere scaricate in pdf, fotocopiata e data ai ragazzi.

Scarica la preghiera: Santi si può!

Inoltre per te, Catechista, altri suggerimenti per la liturgia della Domenica

Mc 12,38-44

In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».
Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.
Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

Trasformare la Parola in preghiera

Insieme: Signore tu sei il Padre di tutti e non puoi sopportare che tanti tuoi figli vivano nella miseria, mentre una piccola parte nuota nell’abbondanza. Donaci di saper spartire il cibo della terra perchè tutti abbiano il necessario. Amen. [Roberto Laurita]

Da Catechisti Parrocchiali n.8, Novembre 2012:

  • pag. 12 – 13: Una scheda per valorizzare la presenza della Bibbia nella stanza della catechesi e in famiglia perchè non sia considerato un semplice libro ma “il LIBRO
  • pag. 20 – 21: percorso d’Avvento “Con Maria , donna di fede, accogliamo Gesù”: percorso di preghiera da fotocopiare, piegare e portare con se 🙂
  • pag. 22 – 24: Il Vangelo nella vita: dinamiche e attività da far vivere ai ragazzi
  • pag. 32: il Cruciverba delle beatitudini
  • Tanto altro ancora… 😉

Segui anche la nostra rubrica: BuonaDomenica! – Riflessioni sul Vangelo domenicale per prepararsi a vivere nel migliore dei modi l’incontro con Gesù eucaristia. Online ogni sabato mattina!

E se vuoi vedere i nostri sommari e qualche articolo vai sul minisito Paoline

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Una vita per il Vangelo – Suor Assunta

Ci sono giorni che iniziano in un modo strano, e la mente si popola di ricordi, di cose belle e intense, di persone, di sogni
condivisi, di tempi passati, forse troppo in fretta e che temi il tempo possa cancellare o anche solo annebbiare.    

Continua a leggere Una vita per il Vangelo – Suor Assunta

GP2 GenerAzioni – Non abbiate paura!_1a Parte

Non abbiate paura, forza, coraggio, sono con voi, ho fiducia in voi…
Tante volte Giovanni Paolo II si è rivolto ai giovani con queste parole, esortandoli con amore a non avere paura di SPALANCARE LE PORTE A CRISTO, a non aver paura  di seguirlo, di metterlo al centro della propria vita, di annunciarlo senza vergogna nelle piazze, tra la gente, nei luoghi del vivere quotidiano!
Oggi vogliamo ricordare questo grande papa proprio attraverso frammenti di alcune omelie e discorsi che in varie occasioni ha rivolto ai “suoi cari giovani”!

NON ABBIATE PAURA DI ESSERE GIOVANI

Non abbiate paura della vostra giovinezza e di quei profondi desideri che provate di felicità, di verità, di bellezza e di durevole amore! Si dice qualche volta che la società ha paura di questi potenti desideri dei giovani e che voi stessi ne avete paura. Non abbiate paura! Quando io guardo a voi, giovani, sento una grande gratitudine e speranza. Il futuro a lungo termine nel prossimo secolo sta nelle vostre mani. Il futuro di pace sta nei vostri cuori. […] Dovete essere persone con una profonda fiducia nell’uomo ed una profonda fiducia nella grandezza della vocazione umana.

Messaggio per la XVIII Giornata Mondiale della pace

NON ABBIATE PAURA DELLA VERITÀ!

Alcuni di voi possono esser tentati di rifuggire dalle responsabilità: negli illusori mondi dell’alcool e della droga, nelle fugaci relazioni sessuali senza impegno per il matrimonio e la famiglia, nell’indifferenza, nel cinismo e perfino nella violenza. State in guardia contro l’inganno di un mondo che vuole sfruttare o far deviare la vostra energica e potente ricerca della felicità e del senso della vita. Ma non evitate la ricerca delle risposte vere alle domande che vi stanno di fronte. Non abbiate paura!

Messaggio per la XVIII Giornata Mondiale della Pace


NON ABBIATE PAURA DI ANNUNCIARE IL VANGELO!

Non abbiate paura di andare per le strade e nei luoghi pubblici, come i primi Apostoli che hanno predicato Cristo e la Buona Novella della salvezza nelle piazze della città, dei centri e dei villaggi. Non è tempo di vergognarsi del Vangelo. È tempo di predicarlo dai tetti. Non abbiate paura di rompere con i comodi e abituali modi di vivere, al fine di raccogliere la sfida di far conoscere Cristo nella moderna “metropoli”. Dovete essere voi ad andare “ai crocicchi delle strade” e a invitare tutti quelli che incontrate al banchetto che Dio ha apparecchiato per il suo popolo. […] Cristo ha bisogno di operai pronti a lavorare nella sua vigna. Giovani cattolici del mondo, non deludetelo. Nelle vostre mani, portate la Croce di Cristo. Sulle vostre labbra le parole di Vita. Nei vostri cuori la garanzia salvifica del Signore.

Omelia a Denver – 15 Agosto 1993

NON ABBIATE PAURA DI ESSERE SANTI!

Perseverate con fermezza accanto a Cristo, perché lui rimanga in voi! Non permettete che nei vostri cuori si spenga la luce della santità! Non abbiate paura di aspirare alla santità! Non abbiate paura di essere santi! Del secolo che volge al suo termine e del nuovo millennio fate un’era di uomini santi!

Omelia per la canonizzazione della Beata Kinga – 16 giugno 1999

VIDEO: NON ABBIATE PAURA

GP2 GenerAzioni – Spalancate!

Alla vigilia del nuovo millennio, vi rinnovo di cuore l’invito pressante a spalancare le porte a Cristo, il quale “a quanti lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio” (Gv 1,12).

Accogliere Cristo significa ricevere dal Padre la consegna a vivere nell’amore per Lui e per i fratelli, sentendosi solidali con tutti, senza discriminazione alcuna; significa credere che nella storia umana, pur segnata dal male e dalla sofferenza, l’ultima parola appartiene alla vita e all’amore, perché Dio è venuto ad abitare in mezzo a noi, affinché noi potessimo abitare in Lui.

[…] Contemplate e riflettete! Iddio ci ha creati per condividere la sua stessa vita; ci chiama ad essere suoi figli, membra vive del Corpo mistico di Cristo, templi luminosi dello Spirito dell’Amore. Ci chiama ad essere “suoi”: vuole che tutti siano santi.
Cari giovani, abbiate la santa ambizione di essere santi, come Egli è santo!
Mi chiederete: ma oggi è possibile essere santi? Se si dovesse contare sulle sole risorse umane, l’impresa apparirebbe giustamente impossibile. Ben conoscete, infatti, i vostri successi e le vostre sconfitte; sapete quali fardelli pesano sull’uomo, quanti pericoli lo minacciano e quali conseguenze provocano i suoi peccati. Talvolta si può essere presi dallo scoraggiamento e giungere a pensare che non è possibile cambiare nulla né nel mondo né in se stessi.

Se arduo è il cammino, tutto però noi possiamo in Colui che è il nostro Redentore.
Non volgetevi perciò ad altri se non a Gesù.
Non cercate altrove ciò che solo Lui può donarvi.
[…] Giovani di ogni continente, non abbiate paura di essere i santi del nuovo millennio! Siate contemplativi e amanti della preghiera; coerenti della vostra fede e generosi nel servizio ai fratelli, membra attive della Chiesa e artefici di pace. Per realizzare questo impegnativo progetto di vita, rimanete nell’ascolto della sua Parola, attingete vigore dai Sacramenti, specialmente dall’Eucaristia e dalla Penitenza.
Il Signore vi vuole apostoli intrepidi del suo Vangelo e costruttori d’una nuova umanità”.

Dal messaggio di Giovanni Paolo II
per la XV Giornata Mondiale della Gioventù:
“Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”

Avete amato

Siete passati, come scintille, che brillano nella notte scura;
come viandanti avete percorso strade fangose e faticose;
vi siete fermati a guardare volti stanchi,
regalando un sorriso con libertà […]
Avete bussato a tutte le porte quelle dei piccoli e dei forti;
per compiere il bene, tutto quel bene,
che cresce nei solchi duri che,
bagnati dal pianto danno frutti duraturi,
orizzonti infiniti per chi ricerca verità…
Salirò, salirò, fino a raggiungere il cielo
che ora appartiene a voi,
testimoni suoi, testimoni d’amore…

(Avete amato, Cristina Damonte dal cd
C’è ancora amore)

Streghe, fantasmi, demoni, magia nera… ecco cosa ci lascia in eredità la notte tra ottobre e novembre. Colpa della globalizzazione, di un desiderio sempre meno controllato di voler imitare chi abita oltre oceano; colpa forse di un taglio troppo netto e poco lungimirante con la nostra storia, le nostre tradizioni e perché no, con quella fede di cui tutti ci diciamo credenti, ma non praticanti…

Cosa rimane di quel famoso “mese dei morti”? E poi perché essere sempre così lugubri? Sarà casuale che il mese capace di riempire cimiteri di tutto il mondo cristiano, inizi con la celebrazione di “Ognissanti”?

Casuale… poco! Interessante… molto!

Novembre è uno tra i mesi più strani dell’anno e per certi aspetti ha il profumo del passaggio. Qualcuno dice che sia il più triste, eppure inizia con una delle più belle feste della cristianità: la festa della santità.

E perché di santità questi giorni possano colorarsi ho pensato di proporvi la canzone Avete amato”. Cantarla, ascoltarla e, perché no?!, pregarla, mi ha fatto pensare a quello stuolo infinito di santi che ci hanno mostrato il senso vero del vivere e del morire; del donare e del ricevere; del chiedere e dell’offrire.

Ma non voglio prolungarmi oltre. Vi ripropongo una mini-intervista fatta, qualche anno fa, a suor Cristina Damonte, autrice del canto. Le chiesi di donarci alcune preziose chiavi di lettura per penetrare l’universalità di un messaggio – la santità – che trova, nel sì di ciascuno la sua singolarità.

 

Suor Cristina, chi sono i “protagonisti” di cui canti?

Ci sono persone che nella loro quotidianità hanno vissuto la vita come un canto d’amore, permettendo alla vita di esprimersi con passione, con gratuità, con pienezza. Non hanno cercato pubblicità, non hanno calcato le scene di nessun teatro e di nessun pulpito, ma hanno semplicemente creduto all’amore e per questo hanno dato tutto, hanno consumato i loro giorni dando precedenza a coloro che, nel nostro mondo, contano ancora troppo poco. Sono diventati testimoni credibili del Vangelo della bellezza e della tenerezza, manifestando il vero volto di Dio che è un volto di misericordia e di accoglienza senza frontiere.

Il ritornello sembra una sfida: «Salirò sempre più in alto… oltre il tempo, fino a Dio». E’ una sfida per tutti?

Guardare in alto allarga gli orizzonti del nostro cuore, indica il coraggio di chi non si accontenta di piccoli e ristretti traguardi, ma ricerca un oltre. Il verbo salire non è solo un verbo di movimento, indica anche fatica, sudore, ma anche certezza in una meta che non deluderà le nostre attese anzi, diventerà casa eterna per tutti coloro che hanno scelto di condividere i loro giorni nell’amore.

Nei concerti affermi che le tue canzoni nascono dai volti di chi incontri. Vale anche questa volta?

Sì, anche questa canzone mi è stata suggerita dalla gente che ho incontrato in questi anni: è sintesi di tante esistenze donate nella gratuità, nel silenzio, nell’accoglienza del diverso. Fa bene al cuore sapere che anche nel nostro presente, come nel passato e, certamente, nel futuro ci sono e ci saranno persone che si fermano ad ascoltare e a raccogliere i sussulti del cuore umano, che non si vergognano di “perdere tempo” ad aspettare gli ultimi della terra anzi, hanno già intravisto che i perdenti saranno i vincitori, i poveri saranno i veri ricchi, coloro che piangono saranno i dispensatori della vera gioia. Forse per alcuni tutto ciò non è alla moda, o non cambia il mondo, ma personalmente credo che fino a quando ci sarà sulla terra un uomo o una donna capace di soffrire per la vita, ci saranno sempre nuovi mattini capaci di generare figli del cielo.


A suor Cristina il nostro augurio e la nostra preghiera!

A tutti i santi di ieri e di oggi, semplicemente: Grazie!

Suor Mariangela fsp

 

Luce o tenebra?

Era il 1048 quando la festa di Halloween, letteralmente vigilia della festa di tutti i santi (All Hallows Eve), sostituì, nelle zone dell’attuale Irlanda, croce celtical’antico culto celtico che celebrava il passaggio dall’estate al freddo e pericoloso inverno. Negli antichi riti tribali era quella la notte in cui ciò che divideva il mondo dei morti da quello dei vivi diventava così sottile da non poter più impedire agli uni di visitare gli altri. E così accadeva che i vivi preparassero cibi e doni di ogni natura per tutti i cari defunti che quella notte sarebbero potuti ridiscendere nel regno dei vivi. Non c’era paura, ma solo attesa. Nelle tradizioni celtiche, però acquistavano forza in quella notte anche streghe ed elfi, che ai vivi potevano fare scherzi talmente gravi da poterne provocare la morte: e allora era necessario difendersi. I morti, quando arrivavano usano fiaccole, e allora i vivi sceglievano di nascondersi dietro zucche illuminate, per confondere e spaventare le streghe e così allontanarle, per difendersi quindi dalla morte che queste avrebbero potuto provocare.

Da qui Halloween: festa antica, pre-cristiana, propria di tradizioni pagane!
Quando le popolazioni iniziarono a credere in Gesù Cristo l’antica festa, di natura essenzalmente rurale, fu sostituita con la commemorazione di tutti i defunti e a essa fu unita, la festa liturgica che celebrava tutti i santi martiri della Chiesa; festa che fin dai primi secoli era stata celebrata nella domenica dopo Pentecoste.

Il vecchio e il nuovo si fondono, come sempre accade, costruendo nuovi equilibri! Halloween diventa allora, nel 1048, per tutti i cristiani del mondo la vigilia della festa di tutti i santi, di tutti coloro che avevano dato la vita per Dio. Festa così grande e solenne da essere preparata con una veglia nel giorno vigiliare, appunto!

E oggi? Cos’è rimasto? Il “nuovo vecchio” con quale nuovo si è incontrato?notte

Halloween è sbarcato in America nell’età vittoriana, quando le popolazioni inglesi hanno conquistato il nuovo mondo. Da quel momento la festa ha iniziato ad assumere nuove tonalità… e oggi ben si coniuga con realtà proprie del consumismo, dell’horror, dell’occultismo e purtroppo del satanismo. Halloween non ha più nulla di quella luce originaria e il suo significato traslato oggi è riportabile a streghe, fantasmi, morte, demoni!

Pongo domande, allora,e decido di lasciarle aperte:
Perchè non ritornare a essere figli della luce? Perchè continuare a far festa alla morte, alle tenebre, al male? Cosa si nasconde dietro le maschere o dentro le zucche? Quale spazio viene dato concretamente alla morte cristiana che altro non è, se non incontro di luce e festa di santi? Perchè non iniziamo a essere veramente alternativi?

Perchluceè non festeggiamo la luce?
O dobbiamo aspettare che siano i pubblicitari e i grandi colossi commerciali a instaurare la moda della luce? E fino ad allora?

La notte del 31 purtroppo non sarà solo notte di scherzi innocenti, di zucche tagliate per gioco. Sarà anche notte di messe nere, di sacrifici oscuri, di porte aperte, consapevolmente o inconsapevolmente, al male.

Vi propongo allora di fare spazio alla luce!
Proponiamo, per il mese di novembre, alle nostre comunità, ai nostri parroci, ai ragazzi, a tutti coloro che credono, di vivere una notte di luce: una notte di veglia eucaristica cioè, seguita da una celebrazione eucaristica come atto di riparazione per tutto ciò che, nella notte della festa di Ognisanti, sarà stato un’offesa a Dio, un agire contro il bene, un’azione premeditata di male contro l’uomo, contro la vita e contro Dio.

Noi vi suggeriamo una traccia di preghiera da poter scaricare e vivere personalmente o nella vostra comunità—>In Cristo persone nuove

Auguri di santità a tutti!