L’OLIO DELL’UNZIONE
di Fabrizio Carletti
L’olio, oggi, è utilizzato e ritenuto dai bambini un alimento, ma nel passato era un bene prezioso, usato anche come medicamento o per reali
zzare cosmetici e profumi. Costituiva, inoltre, un simbolo cultuale importante.
Con l’olio, nell’Israele antico, si ungevano re e sacerdoti per esplicitare che l’incarico che assumevano era da svolgere nel nome di Dio e a favore del suo popolo.
Nei libri dei profeti si parlerà, poi, di unzione spirituale, in chiave metaforica, quindi, fino a giungere al significato pregnante che avrà per la persona di Gesù Cristo.
Il termine «Cristo», parola di origine greca, traduce l’ebraico «messia» che significa «unto», cioè scelto, consacrato, inviato di Dio.
All’inizio del III secolo si hanno le prime testimonianze di «unzioni» nelle comunità cristiane: con l’olio dei catecumeni, prima del lavacro battesimale, e con il crisma, dopo.
Il primo si riferisce all’olio dei lottatori: come i gladiatori erano cosparsi di olio, per sfuggir
e alla presa degli avversari, così il battezzato, tramite quest’olio, sfugge alla presa del maligno.
Il crisma (olio e profumo) rende chi è unto, sacerdote, re e profeta. Esso si usa per i cresimandi, sulle mani di chi ha ricevuto l’ordine del presbiterato, sul capo di chi diventa vescovo.
L’unzione rappresenta un vero e proprio sigillo spirituale, «il marchio» dello Spirito Santo. Ricorda il sigillo, che si usava nell’antichità su soldati e schiavi, per identificare l’appartenenza di una persona al suo capo. Con il battesimo siamo stati unti e immersi nella grazia dello Spirito. Abbiamo fatto, così, il nostro ingresso nella famiglia di Dio, nella comunità cristiana.
Per sottolineare il valore di questo simbolo, realizziamo un contenitore decorato per olio.
Materiale: un piccolo contenitore in vetro per olio, un tappino di sughero, colori per vetro, modelli di disegni da prendere come riferimenti, olio, essenza oleosa profumata, pennelli.
Al lavoro:
• Si decora il contenitore con i colori per vetro;
• Si mettono a disposizione dei ragazzi alcuni soggetti da disegnare: simboli raffiguranti lo Spirito Santo (fuoco, colomba…), il pesce simbolo del cristiano, la croce, ecc.;
• Si dipingono i simboli, sui lati del contenitore, con i colori per vetro;
• Decorata la boccetta di vetro, si versa dentro olio di oliva e alcune gocce di essenza profumata; poi si mescola il tutto, per amalgamare bene i due liquidi;
• Basterà richiudere il contenitore con il suo tappo per terminare il nostro lavoro.
Si può usare il simbolo realizzato, facendo con i ragazzi memoria del battesimo, quello che hanno ricevuto quando erano piccoli, e sottolineando l’importanza che ha il simgnificato dell’unzione, ed infine si prega insieme dicendo:
Santo Spirito, che nel battesimo
ci hai donato la tua grazia, sii luce all’intelletto,
fiamma ardente nel cuore;
sana le nostre ferite con il balsamo del tuo amore.
Difendici dal nemico, reca in dono la pace,
la tua guida invincibile ci preservi dal male.
Luce d’eterna sapienza, svelaci il grande mistero
di Dio Padre e del Figlio, uniti in un solo Amore. Amen.
Questi e molti altri suggerimenti per la catechesi dei ragazzi nel numero di Aprile di Catechisti Parrocchiali
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Qualche premessa:






e in quella delle parrocchie. Tolta la novena in preparazione alla Pentecoste, è raro trovare momenti di preghiera comunitaria allo Spirito.
e più importante; è quella rappresentata nell’abside delle chiese antiche. Il perché è nel Vangelo: quando Gesù, battezzato da Giovanni, esce dal Giordano, lo Spirito discende su di lui «come una colomba» (Mt 3,16). La colomba è buona, docile, si lascia prendere in mano. Nessun cacciatore avrebbe il coraggio di sparare a una colomba. È il simbolo universale di pace e di benevolenza che Dio ha scelto fin dall’alleanza ricostruita con Noè (Gen 8,8-12). Nel battesimo di Gesù è il commento visivo delle parole del Padre: «Questo è il Figlio mio, l’amato; in lui ho posto il mio compiacimento» (Mt 3,17). Figlio amato nel quale tutti diventiamo figli amati (lo Spirito Santo ci mette in grado di chiamare Dio: «Abbà! Padre», Gal 4,6) e capaci di amare. Quando siamo tentati di cedere a egoismo, banalità, volgarità, pensiamo alla colomba, e sentiremo la nostalgia di una vita bella e buona.
laghi diventerebbero stagni puzzolenti. Il vento arriva all’improvviso, quando meno te lo aspetti, come ricordava Gesù a Nicodemo (Gv 3,4-8), e fa volare via tutto ciò che è secco, posticcio, malfermo.





NON E’ DEI NOSTRI
Uno sguardo ottimista sulla realtà e sul cammino dell’uomo, sguardo del Nazareno, ci permette di riconoscere e valorizzare i tanti semi di bene e di luce che lo Spirito semina nel cuore dei non credenti.
Gli esegeti ci dicono che gli esempi portati hanno a che fare con il corpo e la sessualità. E Dio solo sa se, in questi tempi, dobbiamo vigilare su noi stessi e sulle nostre famiglie per non farci travolgere dall’imperante pornocrazia che ci stordisce e ci porta alla rovina interiore! Ma, anche, 
Lo Spirito, come vento, soffia… e non sai da dove viene e dove va! Una bussola, un orizzonte, un cannocchiale, un 

Credere e rendere testimonianza della nostra speranza, farlo con consapevolezza, competenza ed efficacia, vivere tutto questo da testimoni credibile. E se questa è la sfida per ogni credente, per un catechista la sfida diventa un preciso appello interiore, un dovere vocazionale, in fedeltà alla Parola che ci ha chiamato e mandato, nella Chiesa con una specifica missione.
Vi proponiamo un itinerario annuale che svilupperemo in 9 incontri. 