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Parabolando – Per una fede che diventa vita – Zaccheo /1

Napoli: Parabolando… 1° incontro di formazione e spiritualità per giovani

Domenica 17 ottobre è iniziato il cammino annuale di spiritualità e formazione organizzato e animato dalle Figlie di San Paolo per tutti i giovani dai 17 ai 30 anni del centro-sud Italia (vedi nella pagina delle iniziative).
Gli anni passano e i giovani crescono e fanno le loro scelte di vita… sembra una frase banale, e invece, è un’importante e vitale verità che quest’anno abbiamo potuto toccare proprio con mano. Molti dei giovani che in questi anni hanno frequentato i nostri incontri, infatti, superata più o meno la soglia dei 30 anni (e diciamo più o meno perché i cammini di vita e le scelte importanti non arrivano in automatico alla soglia dei 30 anni) hanno iniziato collaborazioni e cammini “paolini” più appropriati alle loro scelte di vita e alla loro età. Tra questi, due dei GEP (Giovani Evangelizzatori Paolini) “storici” , Dalia Mariniello e Claudia Frittelloni, hanno accettato per quest’anno di collaborare, assieme a sr Mariangela Tassielli e a sr Silvia Mattolini, all’animazione degli incontri mensili per i più giovani. Domenica scorsa la nuova equipe è entrata in funzione a pieno ritmo. Come sono andate le cose?

Lasciamo la parola a due giovani partecipanti:

 

C’era una certa eccitazione domenica mattina, quando mi sono svegliata presto, ancora buio, mentre andavo alla stazione, nel viaggio in treno e scendendo le scale della stazione di Salerno per aspettare gli altri… Forse perché non vedevo il gruppo da Maggio, forse perché era il primo incontro di un nuovo anno, o perché sentivo che ci sarebbero state tante tante novità! Fatto sta che scoppiavo di gioia nel rivedere i loro volti con qualche nuova sfumatura e i capelli di qualcuno più lunghi! Nonostante l’incontro sia stato ridimensionato ad un solo giorno invece del consueto weekend (che peccato!), la giornata è stata davvero ricca e intensa! A fine giornata non mi sembrava vero aver vissuto tutte quelle cose.
Abbiamo trattato il brano evangelico dell’incontro tra Gesù e Zaccheo. I canti hanno accompagnato alcuni momenti dell’incontro e si sono trasformati davvero in preghiera, spesso riuscendo ad esprimere pienamente cosa il nostro cuore voleva dire. In più, i momenti di risate e divertimento non sono mancati… dai palloncini ai giochi, al sicomoro che voleva diventare grande “personaggio protagonista”! Leggendo il brano del Vangelo, ho pensato alla meraviglia di Zaccheo nel ricevere Gesù ospite a casa sua! Gesù chiama…  Zaccheo risponde e accoglie! Ognuno mette del suo. Solo così la salvezza può entrare, anzi, “accadere” in casa sua per rimanerci e lui, dapprima peccatore, è subito pronto a pentirsi. Ha sentito su di sé lo sguardo amorevole e la sicurezza, nostra e sua, di essere figli amati da un Padre attento e misericordioso. Una sicurezza calda e “morbida” che ci avvolge come un batuffolo! E mi è venuta in mente una frase che mi piace molto e da tempo non riesco a togliermela dalla testa: “Questa è la vera felicità: amare ed essere amati”. Gli orizzonti di Dio, però, non sono mai limitati; dopo il “sì” che lo accoglie in casa nostra, ci invita a metterci in gioco, a seguire il suo cammino… E così spero di camminare, da GEP 🙂 , lungo “Parabolando – Per una fede che diventa vita”, il viaggio nuovo e sicuramente sorprendente di quest’anno!

Maria Chiara – Campagna (SA)

Il 17 ottobre si è aperto il nuovo percorso annuale di formazione e spiritualità per giovani organizzato dalle Figlie di San Paolo. Il nome? Parabolando.
Il primo incontro tuttavia non si è basato su una parabola, come potrebbe lasciar intendere il ‘titolo’ del percorso, bensì su un altro brano del Vangelo, che però ha molto di simbolico in esso. Si è trattato difatti del diciannovesimo capitolo del Vangelo di Luca, l’incontro tra Gesù e Zaccheo, spunto da cui è partita la nostra riflessione.
Ci siamo subito incentrati su delle domande, che tutti noi ci poniamo, dove mi porta la mia vita?, “Che cosa cerco?”, in breve “Ho uno scopo nella vita?”. A questo quesito abbiamo cercato di dare una risposta: il nostro obiettivo deve essere l’incontro con Gesù. Ed eccoci immedesimati in Zaccheo! Ma non dobbiamo dimenticare che Zaccheo aveva un problema: la statura, che diventava un ostacolo sul suo cammino impedendogli di vedere Gesù tra la folla. Da qui la domanda “abbiamo anche noi degli ostacoli, che non ci permettono di andare avanti?”. Zaccheo per superare il suo limite si è arrampicato su un sicomoro; sicomoro che è diventato così mezzo per superare il suo muro; il quesito che, dunque, ci siamo posti è “Siamo capaci di trovare uno strumento per superare ciò che ci ostacola? Ma, soprattutto, ne abbiamo il coraggio?”.
Tante domande che ci hanno fatto riflettere tanto per il resto del nostro incontro, che come sempre è riuscito a conciliare lo stare insieme e lo stare con il Signore in perfetta armonia! Non potrei dirmi più contenta di come abbiamo trascorso la giornata domenica, in allegria, nella gioia e insieme a Gesù! Questi incontri sono un prezioso dono che è stato condiviso anche con me, perché permettono a me, come a tutti i giovani interessati, di trascorrere del tempo condividendo il proprio universo di fede, ampliandolo e facendo in modo che, oltre ad un rapporto a tu per tu con Dio, la nostra fede sia anche un mezzo di coesione tra di noi!

Chiara – Napoli

 

 

CATECHISTI PARROCCHIALI – Aprile 2010: Una buona Catechesi

Verso la prima comunione

di Franca Feliziani Kannheiser

In modo un po’ provocatorio entriamo nei pensieri di una mamma, un catechista e un fanciullo, a pochi giorni dalla celebrazione del sacramento dell’Eucaristia. Aspettative, preoccupazioni, speranze, e un pizzico di confusione, albergano nella testa di fanciulli e genitori. Anche il catechista giunge con trepidazione a questo momento, chiedendosi a quale risultato li ha condotti.
Quale comprensione ha un fanciullo del sacramento e quale significato assume per la sua crescita umano-cristiana?
Quali potrebbero essere le necessarie correzioni?

A partire dal modo di ragionare del fanciullo, valorizzandone le potenzialità e correggendone le distorsioni, ipotizziamo un percorso che conduca a vivere in modo significativo questo evento.
Quando fanciulli e genitori pensano alla prima Comunione come a una festa, intuiscono una grande verità: è la festa dell’incontro personale e comunitario con Gesù che si fa Pane spezzato per noi e ci chiama a farci pane per gli altri.
Nell’Eucaristia festeggiamo l’alba di un nuovo giorno, generato dal dono di Dio, in cui la vita non scorre nella logica dello scambio e del profitto, ma in quella della gratuità e condivisione.
L’incontro con parenti e amici e i doni acquisiscono, in tale quadro di riferimento, un senso profondo che non si esaurisce in poche ore, ma diventa promessa e impegno di un nuovo modo di vivere.
Diverse ricerche condotte in Italia e in altri Paesi hanno evidenziato che la maggior parte dei fanciulli dai 6 ai 9 anni concepiscono la presenza di Gesù nell’Ostia in senso fisico-corporeo: «Gesù è proprio lì dentro». Egli «entra» nell’Ostia che non deve essere masticata.
Altri pensano che Gesù «cresca» in loro. Il richiamo alla presenza di Gesù, in senso materiale, alimenta fantasie di ogni genere.
La Cena eucaristica si comprende come banchetto di condivisione e di offerta della vita da parte di Gesù, affidata alla Chiesa per incontrare, in modo personale e trasformante, i credenti di ogni tempo.
L’efficacia dell’Eucaristia non dipende dal rito in sé, ma dalla presenza di Gesù e del suo Spirito che compiono le parole di Gesù, dette dal presbitero, e dalla volontà del cristiano di incontrare Gesù, i fratelli e le sorelle, perché il rito si realizzi nella vita, in obbedienza alle parole: «Fate questo in memoria di me».

All’interno dell’artiolo potete trovare una proposta per una giornata di ritiro, con il coinvolgimento di mamme e papà, e per far comprendere il significato simbolico-sacramentale del pane e sperimentare che cosa significa incontrarsi e condividere, per entrare, poi, nel significato dell’Eucaristia.

Questi e molti altri suggerimenti per la catechesi dei ragazzi sul numero di Aprile di Catechisti Parrocchiali

Per vedere il sommario di Catechisti Parrocchiali di Aprile 2010 clicca qui

Per info e abbonamenti:

Vie per il Vangelo

Weekend di formazione e spiritualità
per giovani fino ai 30 anni
con le FIGLIE DI SAN PAOLO
con esperienza di

EVANGELIZZAZIONE DI STRADA!

Per tutti coloro che vogliono vivere l’esperienza di evangelizzazione
l’incontro di formazione inizierà
SABATO15 MAGGIO ore 15:00
presso la comunità delle suore Figlie di San Paolo
corso Vittorio Emanuele 111, Salerno!
Ore 22:00 a Salerno
nella CHIESA DI SANTA LUCIA (vicino lo 089)

VEGLIA EUCARISTICA

durante la quale i giovani evangelizzatori riceveranno il mandato
per andare incontro ai loro coetanei per le strade della movida salernitana.

L’incontro di formazione continuerà
DOMENICA 16 MAGGIO fino alle 18:00.

PORTARE CON SÉ:
Bibbia e quaderno personale;
lenzuola (o sacco a pelo) e asciugamani;
cena a sacco per il sabato sera
(si pernotterà nella nostra comunità a Salerno).

Per adesioni e informazioni contatta

suor mariangela paoline:

cantalavita@tiscali.it

Una vita fatta dono! …e tu?

  

A Roma, presso la comunità Regina degli Apostoli delle Figlie di San Paolo, dal 31 marzo al 3 aprile si è svolta la tradizionale tre giorni pasquale per giovani di tutta Italia fino a 30 anni. Quest’anno il tema era: “Una vita fatta dono! …e tu?”. Un’opportunità per tutti i giovani che hanno partecipato di vivere il Triduo in preparazione alla Pasqua a Roma.
Come animatrici erano presenti sr Mariangela, sr Silvia e Veronica (postulante fsp), i giovani provenivano dalle provincie di Napoli, Salerno e Bolzano. Le giornate, scandite dalle grandi liturgie vissute assieme alla Chiesa di Roma e alla Famiglia Paolina, avevano il loro respiro e alimento nella preghiera personale e di gruppo, nell’approfondimento della Parola, nella condivisione… Sono stati solo 3 giorni ma vissuti intensamente. La Pasqua è tempo di consapevolezza nuova, di un nuovo sguardo su Dio e sulla pienezza del suo dono, della sua vita, del suo Sì detto per sempre per la nostra salvezza. Ci siamo lasciati guidare dalla Parola nelle profondità di questo amore immenso, ma abbiamo anche vissuto intensamente vari altri incontri con persone che hanno fatto della loro vita un dono: un pellegrinaggio alle Tre Fontane, luogo del martirio di San Paolo, ci ha “messo in contatto” con il grande Apostolo; la Via Crucis vissuta con il Papa al Colosseo ci ha portati sul luogo del martirio di migliaia e migliaia di nostri fratelli in Cristo; la visione del film Pa-Ra-Da e il seguente cineforum ci hanno fatto toccare con mano (e l’impatto è stato molto forte) l’opera di Miloud Oukili, clown di strada nella Romania del 1992, che da allora “dona” la sua vita per i bambini di Bucarest scappati dagli orfanatrofi o da famiglie indifferenti che popolano il sottosuolo della capitale romena vivendo di furti, prostituzione ed espedienti vari. Donare la propria vita per dare concretamente la vita, sporcarsi le mani per rendere all’altro la dignità di figlio di Dio e di mio fratello/sorella, come ha fatto Gesù.

 

La parola ad una partecipante:

«Questo non è stato solamente il mio primo campo, ma la mia prima e vera esperienza “pasquale”.
Nel senso che, per la prima volta, ho avuto modo di riflettere più approfonditamente sulla Pasqua e sul suo significato, e questo perchè ho avuto i mezzi, l’occasione, ma soprattutto il tempo di farlo.
Standby, pausa, stop! Ecco cosa ho pensato quando sono salita su quel treno per Roma.
Sono salita con l’intenzione di fermare il tempo, di riuscire a guardarmi dentro e riflettere, per accrescere la mia fede, per trovare qualche risposta, per vivere più intensamente e pienamente la preghiera e l’incontro con Dio.
E questo mi è stato possibile.Mi è stato concesso.
Ma non sarebbe mai stato possibile senza tutte quelle meravigliose persone che mi sono state accanto, che mi hanno sostenuto, insegnato, compreso , confortato e che mi hanno fatto sentire come in una famiglia.
E per questo rinal colosseograzio tanto il Signore.
È stata un’esperienza straordinaria e molto intensa, difatti ho provato una vasta serie di emozioni e sentimenti, dall’inquietudine alla calma, alla tranquillità, alla leggerezza e alla pace.
Non vedo l’ora di ripetere una simile esperienza insieme a voi. Un abbraccio e un grazie a tutti quanti e che Dio vi benedica!».

Sarah – Bolzano

RAGAZZI & DINTORNI – Maggio 2010 – Dossier Cittadinanza

Vangelo di Strada

di Alessia Cambi

L’annuncio del Vangelo entra in città, lì dove abita la gente, tra strade e palazzi, chiese e scuole.
Ed è per questo, soprattutto tra le modalità della pastorale giovanile, che non stupisce sentire parlare proprio di
“evangelizzazione di strada”.
Di che cosa si tratta?
È quell’insieme di iniziative e proposte di gruppi di cristiani che annunciano la parola di Dio sulle piazze, in spiaggia, in discoteca e al pub e in tutte quelle occasioni al di fuori delle “normali” riunioni ecclesiastiche tradizionali.
Gesù invita i suoi apostoli a “scendere a valle”.
È bello rimanere nella sicurezza degli ambienti parrocchiali, tra gente che ha scelto di vivere la medesima fede, ma come catechisti ed educatori siamo chiamati a uscire dalle sacrestie e andare là dove si ritrovano i ragazzi e i giovani.

Ad andare in città per portare il Vangelo. Forse è questo che significa testimoniare la fede nel mondo di oggi.

Il prossimo appuntamento di “evangelizzazione di strada” organizzato dalle Figlie di San Paolo è per il 15 – 16 Maggio a Salerno, per ulteriori informazioni visitate la sezione “iniziative” del sito.


Questi e molti altri suggerimenti per la catechesi dei ragazzi sul numero di Maggio dell’inserto Ragazzi & Dintorni dossier mensile di Catechisti Parrocchiali.


Per vedere il sommario di Ragazzi & Dintorni clicca qui

Per info e abbonamenti:



News su Iniziative 2009 – 2010

 20-21 Febbraio

a Napoli

Incontro di formazione e spiritualità per giovani

info e contatti su: iniziative 2009 – 2010

Gesù:parola incarnata e comunicata!

Dal 27 al 31 dicembre 2009 nella comunità “Regina degli Apostoli” delle Figlie di San Paolo (via Antonino Pio) si è tenuto il campo invernale per giovani fino ai 30 anni. Quest’anno il tema era: “Gesù: Parola incarnata e comunicata”. Preghiera, riflessione e laboratorio di comunicazione digitale. I partecipanti, anche se sarebbe meglio dire “le” partecipanti – visto che quest’anno erano tutte ragazze – provenivano dalla Campania, dal Lazio, dalla Toscana e dalla Liguria. Presenti oltre alle animatrici sr Mariangela e sr Silvia, anche Veronica, la nostra Postulante, e Marco Biggio (tecnico radiofonico e animatore della comunicazione che ha collaborato con noi per la riuscita dei laboratori radiofonici).

La parola a chi c’è stato:

 

«Gesù parola incarnata e comunicata: questo il titolo del campo-scuola di Natale organizzato dalle Figlie di San Paolo che si è svolto a Roma dal 27 al 31 dicembre scorso.Fermarsi per riflettere e riscoprire nella propria storia personale l’immenso dono di Dio che si incarna, che assume una natura umana per vivere uomo tra gli uomini e per comunicarsi a tutti e a ciascuno, questo il desiderio del gruppo di giovani, eterogeneo per provenienza, età ed esperienze che ha partecipato all’incontro. Per alcuni che già vivono un cammino insieme alle Figlie di San Paolo non si trattava della prima esperienza del genere, per altri, io compresa, era il primo incontro con questa realtà. Tre sono le parole che meglio descrivono le giornate vissute insieme: ascolto, azione, comunione.
Ascolto, infatti la prima parte delle nostre giornate era dedicata all’ascolto della Parola di Dio, alla preghiera e alla riflessione personale. Abbiamo “spezzato” insieme la Parola cercando di farla scendere nell’intimo, accogliendone anche le provocazioni alla nostra “quiete” spirituale.
Azione, questo il termine che meglio descrive le attività pomeridiane: i laboratori di comunicazione digitale. Proprio attraverso queste attività siamo entrati in contatto direttamente con il carisma delle Figlie di San Paolo: la comunicazione, campo sterminato, pieno di potenzialità che lancia sfide continue anche, e soprattutto, a chi desidera che l’annuncio del Vangelo raggiunga l’umanità d’oggi. Durante i laboratori, divisi in due gruppi, abbiamo lavorato alla creazione di due vox populi sul tema giovani e fede, con lo scopo di costruire strumenti per leggere la realtà dei giovani, nostri coetanei, e per meglio saperla interpretare.
Nella prima fase dei laboratori siamo scesi nelle vie del centro di Roma e abbiamo fatto delle interviste ai passanti sul tema giovani e fede e abbiamo vissuto un’esperienza particolare confrontandoci con risposte che per molti aspetti ci stupivano essendo lontanissime da ciò che ci saremmo aspettati, constatando anche una grande indifferenza verso l’argomento.
In un secondo momento abbiamo selezionato il materiale raccolto e montato i vox populi. Ci siamo ritrovati a lavorare insieme provando l’entusiasmo ma anche l’impegno di realizzare qualcosa con la partecipazione di ciascuno. Durante le ore dedicate a questo lavoro abbiamo anche avuto modo di provare la fatica e la difficoltà di superare i problemi legati agli strumenti che abbiamo utilizzato e che non conoscevamo bene.
Alla fine l’ascolto dei vox populi è stata una vera soddisfazione, perché sentivamo finalmente il risultato del nostro lavoro.
Comunione, è ciò che ha caratterizzato il nostro stare insieme. L’abbiamo sentita nascere all’inizio dell’incontro e crescere giorno dopo giorno. E’ stata proprio la comunione creata tra di noi a favorire i momenti di condivisione, di scambio, di confronto.
Perché trascorrere alcuni giorni delle vacanze natalizie (periodo di riposo tanto agoniato per tutti) vivendo un’esperienza come questa?
Era questa la domanda che mi ponevo nei giorni precedenti al campo. La risposta, giunta fin da subito, fin dal primo giorno durante la celebrazione della S. Messa è che ciascuno di noi aveva ricevuto una chiamata a vivere un nuovo, concreto incontro con il Signore, che desiderava parlare al nostro cuore e riaccendere in noi l’entusiasmo di comunicare a tutti ciò che abbiamo ricevuto. Ognuno di noi è partito dal campo mettendo nella propria “valigia spirituale” alcune delle risposte che cercava, nuovo entusiasmo, nuova gioia, persone nuove con cui condividere il cammino».

Valentina – Tivoli (RM)

«Gesù Parola Incarnata e Comunicata; sicuramente durante il campo Gesù non mi si è nascosto, anzi mi ha parlato, incoraggiato e spronato. Posso dire di essere partita in un modo ed essere tornata in un altro perché davvero il Signore è entrato nella mia storia personale.
Un esempio? Io sono una persona timorosa e ho poca fiducia in me e nelle mie capacità, e questo è un freno anche per i miei rapporti, sia con Lui che con gli altri ma il mio essere partita offrendogli tutta me stessa, tutti i miei difetti e le mie mancanze ha ripagato!
Prima con compagni squisiti e tutti diversi. Nella loro unicità mi hanno fatto sentire davvero arricchita.
Io che ci metto sempre un bel po’ a fare amicizia, subito mi sono sentita a mio agio e ho attaccato bottone con tutti, ho messo un poco da parte la mia irrefrenabile parlantina e ho ricevuto in cambio tante testimonianze e la loro fiducia e gioia. Puntualmente, ogni frase o domanda che nasceva in me durante le meditazioni, le catechesi o le Messe, mi veniva più chiara da comprendere da una frase altrui, un commento o una esperienza.
Tutte le riflessioni sulla Parola al mattino, mi hanno parlato come se fossero tutte indirizzate a me, alla mia vita, al mio cuore. Ho molto apprezzato anche la celebrazione quotidiana e don Gabriel [un sacerdote paolino che si è reso disponibile per celebrare l’Eucaristia e per le confessioni, ndr] durante le omelie è stato breve e chiaro… e ancora lo Spirito Santo gli ha fatto dire parole che mi hanno colpita in prima persona, che mi hanno fatto riflettere e sentire l’amore del Padre!
Sono stati giorni pieni di simboli, abbiamo chiesto al Signore un particolare nome nuovo per la nostra vita, abbiamo ricevuto una piccola pietra come simbolo della nostra famiglia, delle nostre radici e quindi della nostra realtà, ci siamo affidati agli altri e ci siamo presi l’uno cura dell’altro, fino poi ad essere chiamati davvero dal celebrante col nostro nuovo nome. Sentirsi chiamare  – nel mio caso – FIDUCIA mi ha fatto un po’ strano appunto perché ne difetto… ma sento che in me c’è una grande forza che ho scoperto proprio durante questo campo e c’è anche stato chi ha notato dei piccoli cambiamenti in me.Mi ritenete troppo presuntuosa se vi dico che medito queste cose nel mio cuore?»

Chiara – Salerno

«Sono partita per il campo aspettandomi di ricevere stimoli e spunti di riflessione.. e sono ripartita da lì per tornare a casa, niente affatto delusa!!! E pensare che la mia partecipazione al campo, è stata incerta fino a tre giorni prima: tra lo studio, la famiglia da lasciare durante le vacanze (anche se solo per pochi giorni), e chi più ne ha, più ne metta… oggi però, posso dire che sono stata felicissima di esserci stata!
È stato un campo veramente molto stimolante: le riflessioni sulla Parola in cui ci veniva presentato un Dio che desidera abitare la Storia , ma soprattutto la risposta degli uomini al suo interrogativo d’amore… COSA RISPONDERE E COME RISPONDERE? QUALI RISPOSTE SONO STATE DATE E COME?
Un campo dove altre figure che hanno  permesso a Dio di delineare la storia grazie ai loro Si.. si sono fatte nostre compagne… Ma anche un campo dove ci è stata offerta la possibilità di vedere in azione l’apostolato paolino… attraverso le animatrici, certo, ma soprattutto un apostolato che questa volta ha preso vita grazie a noi… infatti abbiamo ricevuto l’opportunità di sentire e raccogliere per strada la voce dei nostri coetanei sul tema “Giovani e Fede” e di elaborare con le loro risposte un vox populi radiofonico. Insomma un campo che di certo ha lasciato il segno: che storia infinita quella dell’uomo, che Verità bellissima quella di Dio che sceglie di farsi uomo per lasciare aperta la possibilità (se l’uomo lo vuole) di abitare ogni uomo. Grazie a tutti per avermi permesso questa esperienza, e GRAZIE a Dio, Parola Viva!»

Chiara – Pavona (RM)

«Gesù: Parola Incarnata e comunicata, questo il tema del campo post-natalizio vissuto a Roma con le Figlie di San Paolo!  Mattinate in cui alle riflessioni sulla Parola tenute da sr. Mariangela sono seguiti spazi di meditazione personale e la santa messa… momenti che hanno permesso di immagazzinare energia, energia utile per poter vivere uno degli appuntamenti più intensi di questo campo: un laboratorio sulla comunicazione!!! Come GEP (Giovane Evangelizzatrice Paolina), per me la Parola oltre ad essere incarnata acquista ancora più senso proprio se comunicata, portata agli altri, donata, trasmessa…  è questa la sfida che mi propongo ogni giorno!!! E come comunicare? Tra i tanti modi, al campo ne abbiamo imparato uno: il vox populi! Letteralmente “voce del popolo”, è un tipo di intervista radiofonica (ma non solo) attraverso cui raccogliere le opinioni della gente su un determinato tema partendo da una domanda Chiara, Concreta, Coincisa e Creativa! Così dopo un momento “teorico” tenuto da Marco Biggio, esperto radiofonico, su come costruire un vox populi, la proposta per noi è stata: realizzarne uno sul tema “Giovani e fede”!!! Divisi in due gruppi abbiamo pianificato il lavoro scegliendo dapprima la domanda da porre di lì a poco ai giovani che avremmo incontrato per le strade di Roma! Preparato il tutto, muniti di registratore digitale, ci siamo diretti verso il centro e abbiamo iniziato la nostra avventura su campo! L’entusiasmo alle stelle affiancato, però, da un po’ di emozione e paura legata alla non prevedibilità delle reazioni delle persone! La voglia di mettersi in gioco e il credere veramente in ciò che stavamo facendo, ci ha dato il coraggio di avvicinare i primi giovani incontrati e domandare: “Se dico fede cosa pensi?” [la domanda dell’altro gruppo è stata invece: Se Dio esistesse e avesse una pagina in Facebook, cosa scriveresti sulla sua bacheca?, ndr]. Disparate le risposte e le reazioni, il rifiuto, l’indifferenza ma anche la gentilezza di chi, seppur con imbarazzo, ha risposto alla nostra domanda! Che gioia uscire dalle nostre “sacrestie” per incontrare  altri giovani anche se la realtà in cui ci siamo imbattuti non è stata certo così  rosea come speravamo. Siamo rimasti un po’ perplessi soprattutto perchè, dalle risposte ricevute, abbiamo potuto constatare che molti giovani non credono, alcuni si definiscono atei, altri semplicemente credono che esista un essere superiore ma che non si chiami Dio; tanti, alla parola fede associano semplicemente il nome Emilio, facendo riferimento al giornalista televisivo, altri di fede non ne vogliono nemmeno sentir parlare perché “è un argomento che non li riguarda”. Quanta tristezza, quanta tentazione di voler gridare a tutti questi giovani “ma che Dio avete conosciuto fino a questo momento? M ve l’hanno mai presentato il “mio Dio”, il Dio cristiano, il Dio Padre buono e misericordioso?”. E a me e a tutti coloro che come me sono giovani cristiani dico “e noi cosa possiamo fare per annunciare questo Dio così bello? Come possiamo essere suoi apostoli, suoi testimoni?”. Naturalmente non sono mancate le risposte di giovani che hanno fede, che credono in Dio ma da una rapida statistica, mi viene da dire che siamo ancora troppo pochi… la messe è tanta e gli operai sono pochi, il Signore ha bisogno di operai per la sua messe!

Dalia – Pomigliano d’Arco (NA)

L’incontro – alias “Dio ma che lingua parli?”/3

 

 

 Il 13 dicembre 2009, il terzo incontro di spiritualità e formazione per giovani fino a 30 anni, ha avuto ancora come sede la nostra comunità di Napoli (zona Capodimonte).

 

Nonostante sia durata soltanto un giorno, come è stata intensa e gratificante questa terza tappa del cammino di quest’anno intitolato Dio, ma che lingua parli?, con le Figlie di San Paolo! Fin da subito è stato svelato il tema del giorno: l’INCONTRO. La Bibbia è piena zeppa di incontri con Dio: per esempio con Mosè, Zaccaria, Maria, Zaccheo e tanti altri. Leggendo i passi Biblici relativi a questi quattro compagni di cammino, abbiamo scoperto come Dio ci chiama per nome e ci incontra nella nostra quotidianità, nell’ordinario, nella vita di ogni giorno, valorizzando anche le piccole cose e i particolari più insignificanti. E l’incontro diventa occasione che Dio non si lascia sfuggire per farci una proposta di vita, di fronte alla quale siamo liberi di scegliere: rifiutare e tapparci le orecchie, o lasciarci stravolgere dalla Sua Parola e accettare il suo invito a metterci in gioco.
Riflettendo sul tema e sulle domande-provocazione che ci sono state proposte, mi sono resa conto che più di “incontro”, potrei parlare di “incontri”… In cui Dio mi propone di “attivarmi”, di andare saltellando gioiosamente verso traguardi e orizzonti a volte per fortuna “pensabili”, a volte inimmaginabili, di fronte ai quali rimango semplicemente incantata dalla Sua grandiosità.
Durante la S. Messa della Terza domenica di Avvento (Gaudete) sono risuonate le parole della lettera di San Paolo: “Fratelli, siate sempre lieti nel Signore.” E a rendere il tutto ancora più bello, una bellissima candela rosa che, insieme alle altre due di colore viola, spiccava sull’altare.
Nel pomeriggio abbiamo vissuto un momento di condivisione delle nostre riflessioni sul tema. Sono intervenuti soprattutto Davide e Paola, che si sono uniti a noi per la prima volta, e ci hanno raccontato della loro gioia nell’aver incontrato Gesù, di quanto la loro vita sia stata cambiata, e del loro desiderio di non volerlo lasciare mai più.
Infine durante l’Adorazione Eucaristica abbiamo potuto presentare al Signore i nostri ringraziamenti, le preghiere, le gioie e le paure, e tutto ciò che avevamo nel cuore.  Un immenso grazie per gli incontri …  nelle persone, nelle situazioni, in tutti i giorni della mia vita …!!! E grazie per la gioia che vive nella mia vita, e che è vissuta in questa giornata!

Buon cammino e buona continuazione d’Avvento a tutti …!!!

Maria Chiara – Campagna (SA)

Da dove vieni, e dove vai?-alias “Dio ma che lingua parli?”/ 2

Il 14 e 15 novembre 2009, il secondo incontro di spiritualità e formazione per giovani fino a 30 anni, ha avuto come sede la nostra comunità di Napoli (zona Capodimonte).

 

“Non pensare alle cose di ieri, nuove cose fioriscono già”…
Queste parole del “Canto dell’amore” sembrano dare voce a tutti i pensieri che fanno capolino nella mia mente e nel mio cuore al termine del secondo incontro dell’itinerario di spiritualità e formazione con le Figlie di San Paolo che, quest’anno, ha per tema “Dio ma che lingua parli?”.
Sabato sera, partendo dal noto episodio della Genesi in cui si racconta dell’alleanza di Dio con Abram e della realizzazione della Sua promessa (Gen 15-17), ci siamo inseriti nella provocazione-tema del weekend: “Da dove vieni e dove vai?”.
La storia di Abram è l’esperienza di un Dio che sta promettendo, sta chiedendo di fidarsi, sta chiedendo di credere e sperare in un futuro che umanamente sembra impossibile e, proprio in questo scenario, dove i tempi umani sono davvero poca cosa di fronte ai tempi divini, Dio dice di “non temere”, perché “nulla è impossibile”…

Questa tematica mi ha provocata non poco, perché sento molto vicina a me questa esperienza che, forse, è quella di tanti altri giovani: ci confrontiamo, infatti, con un futuro che non dà certezze, che sembra non arrivare mai, verso cui, spesso, ci si sente fallimentari in partenzaLa logica di Dio, però, non stravolge solo l’esistenza di Abramo, ma anche la mia, la nostra: anche a noi dice ogni giorno, nonostante tutto, di “non temere”, perché figli amati, amati così come siamo, con le nostre debolezze, con i nostri errori, con le nostre paure, con i nostri doni e i nostri limiti.
La riflessione si è arricchita poi ulteriormente la domenica mattina quando abbiamo commentato e fatto nostro un brano del Vangelo di Luca (Lc 12, 22-32).
Durante il pomeriggio, invece, quest’anno c’è una piccola novità: viviamo un breve tempo di formazione al canto liturgico e alla liturgia che, per l’incontro appena trascorso, ci ha portati a riflettere sull’Atto penitenziale; il tempo che dedichiamo a questo ulteriore momento di formazione è volutamente breve, ma per me è ugualmente una parte importante e interessante del nostro weekend, attraverso cui abbiamo l’opportunità di conoscere meglio la celebrazione Eucaristica. Ogni momento di essa ha un significato specifico e, riconoscerlo, ci permette di viverlo in maniera più diretta e speciale.

Il nostro incontro si è concluso poi con l’adorazione EucaristicaTempo per dire “Grazie” a Dio per tutto quanto abbiamo vissuto insieme, per quanto ci è stato donato, per quanto abbiamo condiviso:
grazie per tutte le volte in cui non si stanca di dichiararci il Suo amore, anche quando non ce ne accorgiamo o dove non lo vediamo,
grazie per i nuovi compagni di viaggio, Gennaro, Chiara e Margherita, che si sono uniti a noi per la prima volta,
grazie per la presenza spirituale di chi non c’era,
grazie per il suo ripetere instancabilmente di fidarci, di “non temere”,
grazie perché, solo restando pienamente in Lui, possiamo comprendere e gridare chi siamo, cosa facciamo, da dove veniamo e dove andiamo….

A tutti….buon cammino!

Grazia – Trecase (NA)