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Missione a Camaro Inferiore(ME) 2012/1: Li chiamò… li amò… li mandò…

Carissimi amici,
siamo in trasferta!!!

Si può spargere un po’ di vita nella vita di tanti nostri fratelli? Crediamo che:

 Si può!

Si può portare speranza a chi la cerca? E provare a saziare la fame di chi non riesce a trovare un senso nella vita?

Sì noi crediamo che si possa fare.

E allora eccoci alle prese con la Parola di Dio e la sua voglia di correre per incontrare la gente.

In questi giorni siamo a Messina, con la comunità parrocchiale della SS. Annunziata, a Camaro inf. – san Luigi.

Noi suore paoline siamo in 3, con noi Veronica e Nikki, le nostre novizie, e circa 20 missionari laici della parrocchia, oltre a famiglie impegnate nell’ospitalità.

La Parola inizia a correre incontrando varie realtà…

E’ accolta dai missionari che la pregano, la accolgono, provano a trasformarla in vita, nella propria vita… e ovviamente la comunicano. La porteremo nelle famiglie, la canteremo con i bambini, e insieme ci avvicineremo al Signore, lodandolo, cercando di scoprire la sua presenza nella nostra vita.


Perché vi raggiungiamo con questo post
?

Nei prossimi giorni, proveremo a portarvi con noi in questa straordinaria avventura, ma oggi vi chiediamo di unirvi con noi nella preghiera, per sostenere le famiglie, gli ammalati, i bambini, i giovani… tutti coloro che il Signore vorrà raggiungere. E pregate anche per ogni missionario, perché possiamo essere strumenti docili a servizio della Parola.

Buon tutto e alla prossima, tentando di farvi arrivare la voce di chi qui vive l’INCONTRO in diretta. 


RAGAZZI & DINTORNI – Marzo 2012 – Mitezza

SEI MACIGNO O SEME?

di Fausto Negri

Se ponessi davanti ai tuoi occhi un grosso macigno e un pugno di semi di grano e ti chiedessi quali dei due è più forte, certamente ti verrebbe spontaneo scegliere, immediatamente, il macigno. Esso è veramente forte di una forza brutale che incute paura: lanciato da un’alta montagna, abbatte tutto ciò che incontra, non si ferma davanti a nessun ostacolo, diventa sempre più potente e veloce: ottiene risultati eclatanti e rapidi. Calma, calma… riflettiamo un poco.

Ricopriamo di terra il macigno. Che succederà? Niente di niente, né oggi, né mai.
Piantiamo in terra, invece, il pugno di semi: attendiamo con pazienza, diamo il tempo necessario, e genereranno qualcosa di molto più grande del macigno, tanto che la grandezza raggiungibile non si può calcolare in partenza! Siamo di fronte a due modalità, due stili di vita, due logiche diverse. Il macigno rappresenta «la forza della forza». Il seme «la forza della debolezza».
Insomma, c’è modo e modo di essere potenti!
Se siamo sinceri, ci accorgiamo che non soltanto il mondo economico, militare, politico, della scienza e dell’informazione privilegia la logica del macigno, ma che anche noi scegliamo ciò che è grande, appariscente e ciò che immediatamente si impone nel segno della forza e del successo. Noi non vogliamo essere «da meno» ed evitiamo ogni forma di debolezza, dando molta importanza a ciò che «ha peso». Il macigno e il seme rappresentano due mondi contrapposti.

L’uno fa molto rumore per essere vincente; l’altro si nasconde per crescere abbondante.
L’uno macina e distrugge chi gli fa ombra e che si frappone al suo cammino; l’altro tende alla luce per crescere e lasciarsi mangiare.
Il macigno, duro e freddo, si impone per la sua grande mole; il seme, diventato biondo campo di grano, attrae per la sua genuina bellezza!
«Tutto questo è molto bello!», dirai, «ma perché scegliere la logica del seme quando è più facile e immediata l’altra possibilità?». La risposta è semplice: perché non può esserci sviluppo di una vita che possa chiamarsi umana, seguendo la logica della pura forza. Nel macigno non può esserci vita felice per il semplice motivo che non c’è neppure vita! La logica del seme richiede di essere grandi dal di dentro. Piccoli, limitati, se vogliamo, ma vivi e amabili.

Stiamo vivendo un periodo di barbarie, in Occidente.
Siamo tutti stanchi di aver a che fare con persone ciniche, furbe, egocentriche. Fra i ragazzi è di moda il bullismo, parola che deriva dall’inglese «bullying», che indica la messa in atto di una serie di prevaricazioni a danno dei coetanei.
Davanti a tali episodi ti consiglio di non far finta di niente: il bullo diventa ancora più forte se trova persone che tacciono e si sottomettono. Occorre non entrare nel suo «gioco», diventando come lui o peggio di lui, ma trovare «comportamenti alternativi», da inventare di volta in volta.
A volte può essere il comunicare il tuo disappunto in modo schietto; altre volte il far finta di niente o il non stare al gioco; altre il chiedere aiuto a chi ha l’autorità di farlo.
Mai come oggi sentiamo il bisogno di rapporti genuini, autentici, veri. Sogniamo sincerità, onestà, gratuità nelle relazioni. Per arrivare a questo occorre diventare miti, togliere le barriere, spezzando il proprio guscio egoistico.

Mitezza e dolcezza d’animo vanno di pari passo. La persona mite è dolce verso gli altri ed è piena di forza. La persona dura, invece, che si è chiusa, è granitica come una pietra: risponde ai primi colpi, ma poi va in pezzi. Chi giudica con durezza, non ha superato i propri difetti e debolezze. Gandhi ha affermato: «Il sole non si adira con i bambini che gli lanciano contro il fango. Essi danneggiano soltanto se stessi».
La mitezza non è vigliaccheria né pura remissività. Essa non rinuncia alla lotta per debolezza, o per paura e rassegnazione; vuole essere come un seme efficace piantato nella storia per la pace e il rispetto di ogni persona. Per fare questo rifiuta la gara distruttiva, l’orgoglio personale e nazionalistico, scegliendo l’assenza di prepotenza, rende il mondo più pacifico e più felice.
La persona mite sa correggere il fratello con dolcezza e bontà: occorre molta forza per essere persone miti!
• Tu senti di essere forte nell’accoglienza, nell’attenzione, nella mitezza verso gli altri?
• Sai aiutare l’altro a migliorarsi, attraverso un dialogo comprensivo e amabile?

Questo e molti altri suggerimenti per la catechesi dei ragazzi sul numero di Marzo dell’inserto Ragazzi & Dintorni dossier mensile di Catechisti Parrocchiali.

Per vedere il sommario di Ragazzi & Dintorni di Marzo 2012 clicca qui

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Uno per tutti, tutti per Uno – Incontri online/febbraio2012_Step5

E ci siamo, l’austero tempo della Quaresima è iniziato!

Ma dico: si può iniziare così un articolo? Bene se volessi comunicarvi la necessità della penitenza e del digiuno, direi che inizio migliore, forse non ci sarebbe… o comuque questo sortirebbe un certo effetto.
Ma non voglio comunicarvi questo! E allora azzeriamo il conta chilometri e ripartiamo!

Ci siamo, lo straordinario tempo di un face to face con Dio è finalmente inziato!

E’ così che mi piace pensare la Quaresima, come un tempo prezioso, speciale, unico… un tempo da vivere, da scegliere, da non lasciar andare inconsapevolmente. Lo sentirete dalla video-catechesi e dalla relativa  traccia di riflessione: la Quaresima ci lascerà alle soglie degli eventi pasquali, ci chiederà di entrare con i nostri piedi, coscientemente; ci preparerà a vivere da protagonisti o meno il grande dono dell’amore di Dio.

Il Signore ci porterà con sè, in questo itinerario, ci chiederà di dare tempo e spazio alla sua Parola, di aderirvi, di non mantenere distanze di sicurezza dal suo amore. Andare con lui, dietro di lui, verso Gerusalemme, luogo dell’amore fatto dono. Non aggiungo altro… se non qualche nota tecnica.

  1. Per chi volesse dividere la visualizzazione il consiglio è di dividerla in due parti, fermandosi intorno ai 24:37 minuti. Siamo davanti ai tre annunci fatti da Gesù. Siamo tutti in cammino con il Maestro, con colui che sta per essere “fatto dono”. Nella scheda FocusOn5 troverete come sempre la pista per esercitarsi in una fede chiamata a diventare vita.
  2. Come file da scaricare avrete anche quello relativo ai tre annunci, perchè ognuno possa averli, con immediatezza tra mano.
  3. Prima di partire, fermatevi su voi stessi, su ciò che il vostro cuore sta vivendo… non avanzate per inerzia: scegliete se dare a questo tempo un valore speciale, o viverlo semplicemente come uno dei tanti momenti.

E non resta che augurarvi un ascolto fecondo. Buon tutto!

Video catechesi

Come una voce sola davanti a Dio
Preghiera conclusiva

Conoscerti, Signore;
accogliere la radicalità della tua proposta di vita e di amore;
seguirti senza ripensamenti,
imparare da te il dono,
forte e dirompente nella sua radicalità.

È questo ciò che vorrei;
è di questo che mi piacerebbe fosse capace la mia vita;
è di questo che vorrei diventasse testimone la mia fede.
Al tuo essere dono per me, io oppongo i miei personali interessi;
al tuo farti totalmente uomo fino a condividerne la morte
io riesco a rispondere, a malapena, con un Sì a distanza di sicurezza;
alla tua proposta decisamente alternativa
non riesco a non pensare a ciò che il mio mondo propone
e che spesso preferisco.

Ma non mi basta!
Questo dicono le mie notti;
questo sussurra il mio cuore
nelle poche volte che gli permetto di parlare;
questo risuona dentro quando ho voglia di vita.
Non mi basta, Signore, questa vita che della Vita piena ha solo il nome,
spesso imbrattata da pennellate capaci di mascherare una verità,
che non convince più fino in fondo.

Riempimi di te, Signore! Questo desidero.
Sia questo il dono che mi permette di vivere e di scegliere.
Riempimi del tuo amore per scoprire cosa significa amare.
Riempimi di ogni tua parola perché nuova luce illumini la strada della vita.
Ho paura di dirti amen per ciò che chiedi, ma so che tocca a me.
Oggi è il tempo favorevole.
Ora è il tempo in cui bussando alla mia porta mi dici:
«Tu! Da che parte stai? Dentro o fuori? »

La strada verso Gerusalemme è lunga,
ma io voglio viverla in te. E questo sia il mio Amen!

Preghiamola tutti costantemente, se possibile ogni giorno. Sia preghiera reciproca in cui, gli uni per gli altri, come fratelli e sorelle nel Signore, invochiamo la sua grazia e benedizione, la sua pace, perchè, percorrendo questo tempo, come Chiesa, radunata nel suo nome, il nostro sia un itinerario interiore capace di portarci nel cuore della nostra fede.

L’Unigenito si è fatto dono!
La sua uguaglianza con Dio lo rende
amore visibile che entra nella storia salvandola.
Lui è l’Uno consegnato per tutti noi
perchè ognuno di noi tutti possa diventare,
in Lui, DONO!


Per saperne di più scrivi a:

Sr Mariangela: m.tassielli@paoline.it

Per condividere riflessioni, mettere in campo domande, dubbi, voglia di saperne di più, seguici anche su

Facebook: Giovani & Vangelo
su Tw: Cantalavita

Potrai trovare aggiornamenti in tempo reale e condividi i link sulle pagine di amici e conoscenti che a tuo parere potrebbero essere interessati dall’annuncio di gioia con cui il Vangelo ci raggiunge.

Inoltre se hai meno di 30 anni ti proponiamo il gruppo facebook:

GEP – Giovani Evangelizzatori Paolini

Se desideri vivere momenti di preghiera ti consigliamo il libro: Attirerò tutti a me – Adorazioni eucaristiche per ogni tempo dell’anno. Autore: Suor Mariangela Tassielli – Ed. Paoline

Ti auguriamo buon cammino e buon tutto!

Ti ricordiamo il cammino di incontri online 2012 -2013

Felici di vivere

STEP PRECEDENTI

CATECHISTI PARROCCHIALI – Febbraio 2012: AMANTI DELLA VITA

I PORCOSPINI:
IMPARARE A GESTIRE I CONFLITTI

di Franca Feliziani Kannheiser

Un giorno d’inverno glaciale, un gruppo di porcospini si strinsero
gli uni agli altri per proteggersi contro il freddo e scaldarsi a
vicenda. Stringendosi però si procuravano punture dolorose a
causa delle spine lunghe e acuminate di cui è fatto il loro mantello.
Furono così costretti ad allontanarsi. Obbligati a riavvicinarsi
a causa del freddo intenso, si punsero un’altra volta e così via di
seguito. L’alternarsi di avvicinamenti e allontanamenti durò finché
essi non riuscirono a trovare una distanza giusta in cui erano
al riparo sia dal freddo che dalle punture.

Credo non sia difficile per noi catechisti riconoscere in questa piccola famiglia di porcospini il nostro gruppo di ragazzi e la difficoltà che sperimenta nel trovare la giusta distanza. Stare insieme comporta spesso conflitti che non possono essere eliminati del tutto, proprio perché le idee, i temperamenti, i desideri sono tanti e diversi. I conflitti non possono essere cancellati ma devono essere gestiti.

Molto spesso i conflitti nascono… fuori! Antipatie maturate sui banchi di scuola, litigi sorti nel gioco e non ancora risolti, piccole storie d’incomprensioni che riemergono alla minima occasione. Altri conflitti sorgono proprio durante l’incontro di catechesi: per la scelta del posto, la condivisione del materiale di lavoro, uno scherzo di troppo…

Molti catechisti considerano i conflitti qualcosa da evitare a tutti i costi. La loro idea del gruppo è quella (irrealistica!) di un gruppo di amici che procede d’amore e d’accordo. In realtà, proprio perché il gruppo è un cantiere sempre in costruzione, i momenti di conflitto sono inevitabili, anzi, necessari per crescere nella comunicazione e nello scambio.

Alcune regole possono aiutarci nella loro gestione:
• prima regola è evitare i conflitti non necessari con una giusta organizzazione degli spazi e dei tempi. Come abbiamo spesso ricordato, una stanza d’incontro ben ordinata, con il materiale al suo posto, l’assegnazione chiara dei posti, consegne precise tolgono molte occasioni di litigi.
• seconda regola è quella di parlarne, quando, nonostante tutto, si creano disaccordi. Se, infatti, il motivo del conflitto non è chiaro, è impossibile anche risolverlo! Imparare a esplicitare i propri sentimenti e le proprie ragioni è, inoltre, presupposto per ogni forma di comunicazione: in famiglia, a scuola, nel gioco, al catechismo.
Qual è il problema? Invitiamo i contendenti a illustrare ciò che ha portato al conflitto. In questo modo li aiutiamo a distinguere le impressioni ed emozioni da divergenze di idee e di comportamenti su cui si può discutere.
Il catechista non deve dimenticare che più il bambino è piccolo, più ritiene che l’altro sappia già ciò che lui pensa e sente: lo sviluppo della capacità di mentalizzazione, l’uscita dal pensiero egocentrico è un processo lungo e impegnativo in cui i bambini devono essere accompagnati.
• terza regola è cercare insieme soluzioni, in cui non c’è un vincente e un perdente, una vittima e un colpevole, ma un cambiamento che sia di utilità per se stessi e per l’intero gruppo. Alcuni catechisti sono, a volte, tentati di prendere la scorciatoia di decidere immediatamente loro chi ha ragione e chi ha torto, e d’infliggere punizioni che non hanno alcun legame con l’accaduto. Oppure, in caso di impossibilità di trovare il colpevole, di punire l’intero gruppo.
Si tratta, però, ancora di un ragionamento nella logica «colpa-punizione» invece di «problema-soluzione».
Individuare il problema e cercare insieme il modo migliore per risolverlo, chiama in gioco le risorse del gruppo che riflette, propone, valuta.
Dare, inoltre, la possibilità ai ragazzi, coinvolti nel conflitto, di riconoscere ed esprimere le loro emozioni, è insegnare loro che di ciò che ci fa arrabbiare «si può parlare» e non è inevitabile giungere subito alle mani!

L’invito a comprendere le ragioni dell’altro e a mettersi nei suoi panni, facendo leva sulla capacità innata del bambino e del ragazzo di provare empatia, offre uno stimolo per sviluppare il comportamento prosociale, che è una delle basi antropologiche da cui può scaturire e crescere l’amore per il prossimo.

Questi e molti altri suggerimenti per la catechesi dei ragazzi nel numero di Febbraio di Catechisti Parrocchiali.

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RAGAZZI & DINTORNI – Febbraio 2012 – Fedeltà

CARRI DI FUOCO

di Cecilia Salizzoni

Quello che proponiamo, è una «vecchia gloria» degli anni ’80: “Momenti di gloria”. Ambientato agli inizi degli anni Venti in Inghilterra, il film che, più di ogni altro, ha mitizzato lo sport, in realtà coglie il momento di passaggio da una concezione antica alla modernità incipiente: il gioco ginnico che completa la formazione del «gentiluomo» e ne rinsalda l’appartenenza sociale, a fronte dell’agonismo professionista che esalta le doti dell’individuo, disancorandole da un contesto di valori superiori ed esponendole al rischio dello show-business.
Nella tensione conflittuale tra le due concezioni, si pone la questione della fedeltà che darà filo da torcere ai due protagonisti principali realmente vissuti: Harold Abrahams e Eric Liddell.

Il racconto parte dalla morte del primo, prendendo spunto dalla cronaca londinese del 1978, e va a ricostruirne gli esordi sportivi di scattista all’Università di Cambridge che lo porteranno a Parigi, nel 1924, all’VIII Olimpiade e alla medaglia d’oro nei 100 metri piani.
La ricostruzione storica non si ferma ad Abrahams, ma riguarda l’intero ambiente universitario che costituisce l’ossatura dell’atletica nazionale inglese e ne detta lo spirito.
L’esperienza universitaria di Abrahams è contrappuntata in parallelo dalla vicenda dell’altra medaglia d’oro britannica nella corsa, ai giochi parigini, lo scozzese Eric Liddell.

I due protagonisti rappresentano, ciascuno a modo proprio, degli out-sider rispetto alla classe dominante. Abrahams, figlio di un finanziere ebreo di origine lituana, si pone nella condizione di «fuori casta»: l’identità culturale e l’appartenenza sociale costituiscono il suo rovello, e lui si serve dello sport come di un’arma contro la discriminazione strisciante della società britannica razzista d’inizio secolo, ma anche contro il proprio essere ebreo. Per lui, che vive la contraddizione di sentirsi inglese a tutti gli effetti, ma di non sentirsi accettato dall’Inghilterra «cristiana e anglosassone», la questione della fedeltà si pone innanzitutto come fedeltà a se stesso, alla propria dignità e riscatto sociale.
Eric Liddell, invece, porta il discorso su un livello più alto, di fede religiosa. «La più grande ala di Scozia» è nato in Cina da un missionario della Chiesa scozzese, e studia per tornare in Cina da missionario. Correre, per lui, significa sviluppare un talento che Dio gli ha donato; allo stesso tempo, però, rappresenta una tentazione che lo distoglie dall’obiettivo principale. È quanto teme la sorella, alla quale Eric chiede di mandare avanti la missione da sola, per il momento. «Io credo che il Signore mi abbia fatto per uno scopo: la Cina. Però, il Signore mi ha fatto anche veloce e, quando corro, io lo sento compiaciuto. Sento che abbandonare sarebbe come disubbidirgli. Vincere è onorare lui».

La fedeltà è dovuta a se stessi, alla famiglia, agli amici, al Paese, a Dio; ma a volte tali realtà entrano in conflitto, l’interesse o il desiderio personale con quello comunitario, la terra con il cielo. È quanto capita ai due protagonisti del film: qual è il problema personale; come lo risolvono?

Il rigorismo con cui è interpretato il precetto festivo è proprio del calvinismo scozzese, che prende alla lettera il riposo festivo del settimo giorno. Tuttavia, a volte, la «legge» divina richiede cose che non comprendiamo o che sembrano in contrasto con il nostro bene: cosa permette di rimanere fedeli? Cercate alcuni di questi casi nella Bibbia e confrontateli.

Eric Liddell, nel film, oltre che con l’esempio, dà un’indicazione anche con le parole, quando paragona la fede a una gara di corsa: che cosa dice esattamente?


Il comitato olimpico britannico che aveva tentato di dissuaderlo, alla fine riconosce il legame tra la forza atletica e la fede di Liddell, e l’errore di voler separare l’una dall’altra. Il titolo originale del film, Chariots of fire (Carri di fuoco), è ripreso dal poemetto Jerusalem di William Blake (1804), che esprime il suo impegno a servire gli scopi di Dio sulla terra: la Gerusalemme come immagine del regno di Dio da costruire in Inghilterra: che cos’è per voi il regno di Dio? Come potete contribuire per realizzarlo nella vita? Come ha concluso la sua vita il vero Eric Liddell?

Questo e molti altri suggerimenti per la catechesi dei ragazzi sul numero di Febbraio dell’inserto Ragazzi & Dintorni dossier mensile di Catechisti Parrocchiali.

Inoltre  prossimamente ON LINE l’aggiornamento del materiale per il post riservato ai lettori della rubrica Musica di Catechisti Parrocchiali – Febbraio 2012. Per accedere è necessaria la password indicata nell’articolo.

—> TUTTO PASSA, COGLI L’ATTIMO! <—

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CATECHISTI PARROCCHIALI – Gennaio 2012: IN NOVITÀ DI VITA

SANDALI PER SEGUIRE GESÙ

di F. Carletti – A.M. D’Angelo

La natura dell’uomo è quella del pellegrino, che si incammina lungo la storia della salvezza alla ricerca della verità e della felicità.
Ma Dio non lo lascia solo: si affianca al cammino di ogni persona per farsi conoscere gradualmente, fino alla sua piena rivelazione in Gesù.
I sandali costituiscono un simbolo per rappresentare per i fanciulli l’incamminarsi di ogni uomo e donna a fianco di Gesù, l’accettare il suo invito per giungere alla felicità piena. I sandali, inoltre, sono una calzatura semplice: come il cuore del fedele che si affida a Dio; come il cuore di Bartimeo che con slancio si affida a Gesù, abbandonando il mantello, perché in lui vede la sua ricchezza e il suo futuro.
Si propone ai fanciulli di realizzare sandali speciali: un segnalibro da usare per la Bibbia che si ha in casa, per camminare con Gesù lungo la storia della salvezza. Si ricorderà al fanciullo e a suoi genitori  come la Parola sia la via da percorrere per affiancare Gesù lungo una strada di gioia e comunione.
Materiale: 1 foglio di carta bianca di almeno 220 grammi, 1 stringa per scarpe di colore marrone larga massimo 1 cm, cartone, colla da calzolai, pennarello marrone, mollette per panni, forbici.
Al lavoro:
• Si ritagliano due sagome di piedi come quelle riportate nel disegno (una con le bordature per incollarci le strisce di stringa); le sagome dovranno avere un’altezza di almeno 7 cm e una larghezza di 3 cm.
• Si colorano le sagome di marrone.
• Si ritaglia, poi, la stringa per scarpe ottenendo 3 pezzi da applicare sulla sagoma che ha le opportune alette per il fissaggio. Si incollano le stringhe e si lasciano asciugare stringendole con le mollette per panni.
• Si disegnano due altre sagome di piede e si ritagliano.
• Ritagliare un altro pezzo di stringa più lungo, almeno 15 cm, che servirà da collegamento tra i due sandali per usarli da segnalibro.
• Si applica sulla sagoma semplice la scritta «Vieni e seguimi» e si incolla sulla corrispondente sagoma in cartone, avendo l’accortezza di incollare in mezzo ai due strati un pezzo della stringa tagliata prima.
• Applicare le mollette alla sagoma per fissare meglio la colla.
• Incollare l’altra parte della stringa più lunga dietro al sandalo prima costruito.
Tutti riuniti e seduti. I genitori chiedono al figlio di raccontare l’esperienza di Bartimeo. La mamma accende la lampada al centro della tavola, dove è deposta la Bibbia o il Vangelo, con il sandalo-segnalibro alla pagina di Mc 10,46-52, e invita ad ascoltare il brano del cieco di Gerico: «Cerchiamo di comprendere cosa è avvenuto e quale messaggio ha per noi, oggi». Il papà legge lentamente il brano e depone la Bibbia accanto alla lampada, invitando tutti ad un momento di riflessione su quanto annunciato.

Questi e molti altri suggerimenti per la catechesi dei ragazzi nel numero di Gennaio di Catechisti Parrocchiali, dove è anche possibile vedere le foto del lavoro finito.

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E dopo Betlemme? – Incontri online/gennaio 2012_Step4

E questa volta tutto è diverso cari amici!!!

Non c’è la video catechesi, ma Fatti di Parola avanza, con una nuova tappa, la quarta, aprendo davanti a noi uno squarcio di semplice quotidianità nella fede, dopo l’intenso tempo dell’Avvento e del Natale.

Questa quarta tappa però, ci chiede come sempre di entrare con passione e senza troppi sconti nel Vangelo, ma, questa volta ci dà anche la possibilità di metterci in gioco, facendo risuonare con creatività il Vangelo in noi e trasformandolo poi in immagine, foto per l’esattezza. Scopri come clikkando su “Ridillo con una foto”

E’ la sfida della nuova evangelizzazione: è la sfida che oggi il Vangelo continua a lanciare a chi non si accontenta di leggere, ascoltare, pregare, comprendere. E’ sfida aperta per coloro che vogliono condividere, annunciare, far correre il Vangelo e le sue radicali sfumature sulle strade del mondo, e in particolare sulle autostrade che la Comunicazione mette a nostra disposizione.

Coraggio amici che condividete con noi questo cammino da tempo, o che arrivate oggi qui per la prima volta: il Vangelo di Dio, Gesù Cristo stesso ci accoglie alla sua scuola, una scuola che ci insegna ad ascoltare, a vivere e comunicare.

La via del dopo Betlemme è aperta: tocca a noi a questo punto solcarla, viverla giorno dopo giorno in questo tempo, scoprirne le sfide che racchiude e lasciarci inviare. A tutti a loro buona riflessione e buona vita alla luce della Parola.

E dopo Betlemme? Cosa c’è? Cosa ci aspetta? Chi possiamo trovare? Quali scelte la nostra fede sarà chiamata a vivere?

Come una voce sola davanti a Dio
Preghiera conclusiva

«Vieni dietro me, seguimi!»
Questa è la tua voce Signore Gesù.
Voce che mi accompagna e spesso risuona dentro,
voce che non lascia pace,
voce che scomoda e che, a volte, disturba.

«Seguimi!»
È la voce che tante volte, nella vita,
ho preferito silenziare, non ascoltare, ignorare.
È la voce che, troppe volte,
ha disturbato i miei sonni tranquilli
e che ho preferito lasciare ad altri,
guardando la pace, allontanarsi dal mio cuore.

«Vieni dietro di me,
metti i tuoi piedi sulle mie orme, non temere!
Vieni dietro i me, seguimi,
lasciando ciò che ti allontana dalla vita,
che ti illude, trattenendoti in forme di felicità fragile.
Vieni, metti i tuoi piedi sulle mie orme e non temere.
Non cercare spazi di compromesso,
non attendere che la vita ti suggerisca
dove scappare lontano dalla mia voce.
Vieni, sono io, non temere.
Vieni oltre quel mare,
vieni al di là dei tanti banchi delle imposte che,
mentre ti sembra diano gioia,
in realtà ti impediscono di gustare la ricchezza più vera.
Vieni, il mio invito alla vita è per te.
È per la vita! Vieni, lascia tutto, seguimi!»

Signore, non so dire eccomi,
come Pietro e Andrea, come Giacomo e Giovanni hanno detto;
non so lasciare le tante ricchezze accumulate…
e soprattutto ho paura di farlo, oggi, subito.
Aiutami a credere, aiutami a sentire la tua voce,
aiutami a non restare bloccato in ciò che mi rassicura.
Vieni, Signore Gesù, e la tua Parola scalfisca il mio cuore,
penetri lì dove nulla ha potuto cambiarmi
e apra la mia vita a un’immensità che non immagino,
muova la mia volontà su sentieri che ho paura di percorrere,
mi spinga al di là delle reti, oltre il mare;
al di là delle scelte comode, oltre me stesso:
e, con te, sarà vita!
Amen

Preghiamola tutti costantemente, se possibile ogni giorno. Sia preghiera reciproca in cui, gli uni per gli altri, come fratelli e sorelle nel Signore, invochiamo la sua grazia e benedizione, invochiamo il suo Spirito perchè ci dia la forza interiore di seguirlo.

Non c’è vita, non c’è errore, non c’è dubbio che possa allontare Dio da noi.
Ma ogni scelta, ogni sì o no, può portare noi lontano dal suo amore.

Per saperne di più scrivi a:

Sr Mariangela: m.tassielli@paoline.it

Per condividere riflessioni, mettere in campo domande, dubbi, voglia di saperne di più, seguici anche su

Facebook: Giovani & Vangelo
su Tw: Cantalavita

Potrai trovare aggiornamenti in tempo reale e condividi i link sulle pagine di amici e conoscenti che a tuo parere potrebbero essere interessati dall’annuncio di gioia con cui il Vangelo ci raggiunge.

Inoltre se hai meno di 30 anni ti proponiamo il gruppo facebook:

GEP – Giovani Evangelizzatori Paolini

Se desideri vivere momenti di preghiera ti consigliamo il libro: Attirerò tutti a me – Adorazioni eucaristiche per ogni tempo dell’anno. Autore: Suor Mariangela Tassielli – Ed. Paoline

Ti auguriamo buon cammino e buon tutto!

Ti ricordiamo il cammino di incontri online 2012 -2013

Felici di vivere

STEP PRECEDENTI

Ridillo con una foto – 1° Concorso fotografico Cantalavita 2012

Ti piace la fotografia?
Credi di poter parlare con uno scatto e raccontare ciò che sei, che credi, che pensi?

Questa proposta all’insegna della creatività e delle nuova evangelizzazione è per te!

Partecipa al 1° concorso fotografico che Cantalavita lancia sulla sua pagina Facebook Giovani & Vangelo!

Guarda il video-spot e leggi il regolamento!

Il Concorso sarà attivo dalle ore 9.00 del 7 gennaio alle 24.00 dell’8 gennaio.

Tutte le foto che saranno pubblicate sulla pagina facebook di Cantalavita: Giovani & Vangelo e che saranno contemporaneamente inviate agli indirizzi indicati nel regolamento con quanto richiesto dalle norme di partecipazione, parteciperanno alla selezione da parte di una giuria che dichiarerà il 25 gennaio la foto vincitrice.

Il premio prevede:
I primi tre classificati riceveranno in premio audiovisivi musicali e sussidi cartacei per accompagnare il proprio cammino di fede. Il valore del premio sarà in relazione alla  posizione raggiunta.

Il Regolamento:

  1. Leggi la catechesi E dopo Betlemme?  (pubblicata il 7.01.2012 su questo sito alle ore 9.30). La foto dovrà riesprimere, artisticamente, il contenuto proposto dalla suddetta catechesi.
  2. La foto dovrà essere pubblicata su facebook sulla pagina Giovani & Vangelo, tra le 9.00 del 7 gennaio e le 24.00 dell’8 gennaio, indicando come commento alla foto il proprio Nome e la Città di residenza
  3. La foto deve essere originale, non scaricata da internet
  4. La foto potrà subire ritocchi o elaborazioni in post produzione con programmi di elaborazione grafica
  5. La foto deve essere inviata in FORMATO jpg – 200dpi e lunghezza minima del lato corto 1000 pixel
  6. Ogni partecipante potrà presentare solo una foto
  7. Vince il Concorso la foto che, dalla giuria incaricata, sarà valutata la migliore riespressione artistica della catechesi nello stile della nuova evangelizzazione nel mondo dei media
  8. E’ prevista una menzione speciale per chi VINCE la categoria VOTO CLICK, la foto cioè che riceverà più “mi piace” sulla pagina Giovani & Vangelo
  9. La foto vincitrice sarà ratificata su http://www.cantalavita.com il 25 gennaio, Festa della Conversione di san Paolo
  10. Chi partecipa al Concorso accetta, firmando una liberatoria, che la propria foto possa essere, se giudicata idonea, usata dall’Istituto della Pia Società Figlie di S. Paolo, secondo le finalità dell’Istituto, liberando lo stesso da qualsiasi forma di remunerazione, nel presente e in futuro.
  11. Chi sottoscrive la liberatoria dichiara espressamente, assumendosene la diretta responsabilità, di aver conseguito la maggiore età
  12. La foto dovrà essere inviata entro i termini previsti dal Concorso (entro e non oltre l’8 gennaio alle 24.00) all’indirizzo mail: m.tassielli@paoline.it
  13. La liberatoria potrà essere inviata alla suddetta mail, via fax al num. 089. 25.49.75 o via posta intestandola a:
    Tassielli sr Mariangela – Istituto della Pia Società Figlie di S. Paolo
    C.so Vittorio Emanuele, 111
    84123 Salerno
    La liberatoria dovrà arrivare entro e non oltre il 25 gennaio, data di premiazione
  14. La partecipazione al concorso è gratuita

Per qualsiasi info si può contattare on line la redazione di Cantalavita attraverso il contatto skype Cantalavita (dal 2 gennaio al 6 dalle 21.00 alle 24.00) o attraverso un messaggio privato a m.tassielli@paoline.it

Auguriamo a tutti un efficace passaparola e una feconda foto-evangelizzazione!

SCARICA la liberatoria e il regolamento DA FIRMARE >>>> LiberatoriaConcorso_2012

La luce vera risplende nelle tenebre – Passi verso il Natale/3

O astro che sorgi, splendore della luce eterna, sole di giustizia:
vieni, illumina chi giace nelle tenebre e nell’ombra di morte.

Quante voci lo hanno annunciato! In quanti hanno proclamato la sua venuta: una nuova era, un nuovo sole, una nuova pace. Infinite voci hanno proclamato la sua venuta, oggi come ieri. E continuano a farlo! Lo fanno sui pulpiti, ma lo fanno anche nei cuori. Pensate alle voci silenziose di chi con la vita ci dice che Dio fa cose grandi per tutti e per ciascuno. Pensate a tutti quei gesti controcorrente che ci ricordano quanto oltre sia Dio rispetto a ciò che siamo abituati a vedere… quanto oltre sia il suo modo di amare, di dare e di darSi…

Zaccaria, continua a essere il nostro fedele compagno o, per manterci in tema, è quella voce che oggi ci riporta a Dio, alle sue promesse, al compiersi di quel suo amore che non è fatto di parole, ma di eventi: luce che risplende nelle tenebre, pane dato agli affamati, acqua offerta a cuori assetati, verità indicata ai cercatori, vita donata nella morte, pace seminata in cuori inquieti. Questa è la concretezza dell’amore di Dio che si fa carne in Gesù. Questo è il mistero incontenibile che si dà nel Bambino; questo è ciò che Zaccaria ci chiede di scoprire.

La liturgia ci chiede di continuare a restare nel primo capitolo dell’evangelista Luca, negli ultimi versetti, dal 67 al 79 [Lc 1, 67-79]. Scoprirete in questi versetti quel cantico tanto conosciuto a chi prega le lodi. E’ il Benedictus, il Cantico di Zaccaria, appunto, che la Chiesa ci fa pregare ogni giorno. E’ il cantico di lode di chi, in Dio, sa andare oltre, o meglio, sa andare in profondità e scoprire quel senso profondo che non si riesce e vedere con i soli occhi. Vorrei, che veniste con me fino al versetto 78… versetto che considero la vera chiave di volta: è la motivazione, il perchè da cui tutto si origina; il perchè del precursore, il perchè di quel “sole che ci visiterà dall’alto”. Uno è il perchè: la misericordia di Dio, le sue viscere come viscere di madre che genera la vita, il suo amore sconfinato per quel popolo che ama, per quell’uomo che ama fino all’estremo.

Nel Sole che splende su ogni tenebra c’è l’annuncio di Dio che annienterà se stesso fino alla morte e alla morte di croce.

Nel Sole che sorge sulla notte c’è la verità di Dio che è misericordia, amore che genera, salvezza universale per tutta la storia e per ogni popolo. C’è la luce di Dio che scioglie il buio e riporta alla luminosa vita. Questo è Dio… il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe… il Dio di Maria, di Pietro e di Paolo… il Dio di Gesù Cristo, che in Cristo rende visibile e toccabile il suo esserci, nelle pieghe di ogni storia.

ATTEGGIAMENTO DA VIVERE:

Il ringraziamento per il primo giorno, la condivisione per il secondo e oggi, come terzo passo concreto, vi suggerisco il CONTAGIO!!! Contagiate con un sorriso, donatelo senza stancarvi, senza distrarvi, senza concendere a nessuno la possibilità di cancellarlo dal vostro cuore. Non concedetelo nè alla distrazione, nè alla preoccupazione, nè alla superficialità, allo scoraggiamento, alla tristezza. Non concedetelo a chi vi condiziona, fisicamente e interiormente. Dio potrà così nascere nel mondo anche attraverso il nostro sorriso, il mio, il tuo… il sorriso di chi si accorge del mondo, degli altri e ne è felice!

E quando questa notte andrete a Messa, o resterete in casa davanti al presepe… o non avendolo fatto potrete solo pensare che qualcosa sta accadendo nel cuore di qualcuno e certamente anche nel vostro… e quando anche dai letti di ospedale o dalla solitudine più nera ricorderete che per amore, Dio si è voluto dare all’uomo… in quel momento sorridete voi stessi, di cuore e con fiducia, a Dio perchè il suo sorriso, segno della sua bontà per noi, possa arricchire e donare pace al nostro cuore e al mondo.

La luce vera risplende nelle tenebre – video preghiera

Preghiera del giorno:

La luce vera viene nel mondo;
viene a rischiarare ogni tenebra,
viene per illuminare ogni sentiero,
viene per sciogliere ogni oscurità
e ridonare al cuore dell’uomo
il gusto intenso della verità.

La notte avvolge la terra
e un alba nuova rischiara l’orizzonte dei popoli:
Vieni, Signore Gesù, luce vera che il mondo attende!

La verità abita il cuore dell’uomo
ma catene di dubbio, paura, menzogna e ferite la oscurano:
Vieni, Signore Gesù, Verità luminosa che ogni cuore attende!

La vita rende nuova la creazione
ma la morte, la fragilità, la sofferenza,
stringe ogni creatura nella morsa del dolore:
Vieni, Signore Gesù, alito di vita che la creazione attende!

Il tempo è pronto, il cielo ti consegna alla terra e la terra si apre per accoglierti.
La storia ti attende, o Dio fedele, che sovverti ogni legge e, da Dio, ti fai uomo.

Vieni, Signore Gesù, luce vera del mondo che attende,
luce penetrante che scioglie la notte di ogni coscienza,
luce viva che ridona vita alla nostra vita.
Vieni o astro che sorgi, vieni sole dell’eterno amore,
vieni, Signore Gesù, entra nelle pieghe della mia storia,
di ogni situazione che vivo e che soffro,
entra e penetra nella notte della mia incredulità perché io creda!
Amen

E’ disponibile per te:

Vi aspettiamo!

Vieni, Emmanuele, Dio sempre con noi! – Passi verso il Natale/2

O Emmanuele, Dio con noi, attesa dei popoli e loro liberatore,
vieni a salvarci con la tua presenza.

Era antica la promessa, ed era risuonata sulle labbra del profeta Isaia: “Ecco la vergine concepirà e partorirà un figlio che chiamerà Emmanuel”; lo chiamerà il Dio con noi, colui che salva… Gesù! E di fatto l’angelo che annuncia non afferma altro: “Colui che nascerà sarà santo e chiamato figlio dell’Altissimo… lo chiamerai Gesù”!

A noi tutto questo sembra così scontato, così normale, così dovuto.
Poche volte ci rendiamo conto di quanto dietro ogni parola, ogni nome ci sia una storia e non una storia inventata, ma la nostra stessa storia: la nostra storia di figli salvati nel Figlio.

Oggi la liturgia ci chiede di zoomare su Zaccaria, sulla sua lingua sciolta, sul compiersi delle parole dell’angelo che altro non sono che le parole stesse di Dio, sull’atteggiamento di coloro che vedono, si spaventano e “mettono” nel cuore ciò che hanno ascoltato.
Il brano a cui mi riferisco è la nascita di Giovanni che trovate nel Vangelo di Luca al capitolo 1, versetti 57-66 [Lc 1,57-66]

Ma vi chiedo di fare un passo indietro, di guardare con me il silenzio di Maria e di Zaccaria. Quante volte associamo le loro due risposte all’angelo Gabriele… quante volte le valutiamo alla pari, tentando di giustificare l’apparente scivolone di Maria nella fede.

Quante volte ci diciamo: “Anche lei ha dubitato! Anche lei ha chiesto spiegazioni a Dio”… E quante volte tacciamo Dio di discriminazione: Zaccaria fu punito, Maria perdonata… e magari troviamo anche appigli in ordine alla predestinazione: “Per lei, la perfetta tra le creatura non poteva essere diversamente”.

Ma credo che Luca non sarebbe d’accordo con le nostre letture. Luca usa verbi diversi che a noi arrivano come suggerimenti per capire, per andare oltre, per scoprire di cosa quei silenzi sono colmi. Zaccaria chiede come poter conoscere, Maria come poter realizzare. Per l’uno è il silenzio del dubbio, per l’altra il silenzio umile di chi vuole essere guidato. In Zaccaria sembra riecheggiare il sorriso di Sara, in Maria la fede di Abramo che in quelle promesse crede e attende. E Gabriele non tentenna: all’uomo che davanti a Dio oppone la sola ragione Gabriele sembra suggerire il silenzio… il silenzio di una ragione che non può spiegare tutto, nè conoscerlo; il silenzio di una parola, quella umana, che non può dire la pienezza di Dio. Ma a colui che offre se stesso, pur avendo davanti a sè il buio di una ragione che sa di non poter vedere, Gabriele suggerisce lo Spirito santo come Colui che solo potrà compiere l’opera di Dio… potrà compierla in colui e colei che, fidandosi, lo lascerà agire.

E difficile questo? Che ne dite, c’è un segreto di “successo” anche per noi?
Quante volte davanti al Sì di Maria arretriamo… davanti ai sì di uomini e donne che si donano con radicalità indietreggiamo, come se quel sì non potesse appartenere a noi. Ci chiudiamo in sterili ammirazioni, pensiamo che il meglio sia per gli altri, crediamo di non riuscirci… e ci condanniamo al silenzio di Zaccaria, che è un silenzio muto… un silenzio in cui Dio non può più parlare.

E invece, no!!! Dobbiamo vincere la tentazione della resa e credere che quel “Rallegrati piena di grazia” [piena di Dio], gioisci Maria [che significa amata] sia detto oggi a noi, a me, a te, a tutti noi amati da Dio… amati da lui al punto tale da dare se stesso per la nostra salvezza.

Zaccaria, ha imparato a parlare benedicendo, ha imparato a credere in ciò che sarebbe avvenuto.
Tocca a noi! Oggi siamo noi a dover imparare a credere… credere che la sua presenza ci libera da noi stessi, dai nostri tentativi di controllo; ci libera ridonandoci una lingua capace di benedire Dio per il suo esserci nella nostra vita, nella tua vita.

 

ATTEGGIAMENTO DA VIVERE:

Se è presente e se la sua presenza libera, allora non possiamo tenerlo per noi. Se veramente il nostro silenzio diventa volontà di ascolto e non espressione di dubbio, allora non possiamo tacere la sua pienezza nella nostra vita.
Condividere è allora l’atteggiamento di oggi! Condividere la nostra fede; raccontare la nostra fiducia in lui; renderlo presente, nei luoghi che abitiamo normalmente… e lo Spirito è pronto a suggerirvi come.

Noi vi proponiamo di caratterizzare il vostro profilo di facebook, o di un vostro blog o sito con una frase che diventi la vostra professione di fede. E’ troppo? Troppo compromettente? Perchè? Perchè continuare a misurare quando un cristiano dovrebbe semplicemente donarsi?
Evitate fotine o link tipo se credi allora condividi… sanno di poco. Ognuno, invece, scriva la propria professione di fede: il mondo ha bisogno di sentir parlare di lui, per poter ricominciare a credere.

Proposta!!!
Vi proponiamo di condividere una foto, facendola girare su Facebook. Noi la condivideremo dalla nostra pagina Giovani & Vangelo perchè possa girare con uno specifico titolo:

Cristo è la MIA luce… lui il Dio sempre con noi!

Preghiera del giorno:

Emmanuele, Dio sempre-con noi,
quanto è silenziosa la nostra fede,
segnata da paure, timori, sconfitte.

Il tuo nome è presenza, salvezza e dono;
nel tuo nome siamo salvi, Dio Presente.

Emmanuele, Parola fatta carne,
Parola che crea, libera e salva.
Parola che non tace, non conosce l’omertà;
Parola che parla e parlando crea,
Parola che viene a noi e si fa dono.

Emmanuele, Dio che ti fai storia,
insegnaci a non tacere la tua bellezza;
convinci la nostra coscienza, svegliandola,
donale il gusto di una fede condivisa,
insegnaci a rendere realtà ciò che il nostro cuore crede.

Vieni Emmanuele, Dio sempre-con noi,
insegnaci ad abbandonare una fede incolore
per imparare le sfumature della fiducia,
che, per quanto trasparenti,
colorano il mondo. Amen

Disponibile per te anche il primo passo: O Salvatore dei popoli, vieni! – Passi verso il Natale/1

E il terzo passo: La luce vera splende tra le tenebre Passi verso il Natale/3

Vi aspettiamo!