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RAGAZZI & DINTORNI – Ottobre 2010 – Dossier Sapienza

COME UNA BREZZA…

di Cecilia Salizzoni

In tempi come il nostro che sovraespongono il dato cognitivo e, nei ragazzi, coltivano l’intelligenza dimenticando il cuore; in un tempo che rischia di presentare la vita come un problema di algebra superiore, di fronte al quale ci si sente spesso inadeguati, la visione di un film come Forrest Gump rappresenta un’esperienza di conversione dello sguardo e di riconciliazione; annuncia che ciascuno deve camminare con le proprie gambe e che le più malmesse possono diventare quelle di un atleta, se c’è ciò che conta veramente.
Proprio da un paio di scarpe da ginnastica logore, in contrasto con il resto dell’abbigliamento, parte il lungo racconto di Forrest Gump seduto su di una panchina di Savannah, alla fermata dell’autobus.
Apparentemente dimentico del tempo e di ciò che ha da fare, Forrest condivide la sua esperienza di vita con chiunque lo stia a sentire, come un maestro d’altri tempi e altre culture, solo più naïf.
Poi si alza e corre verso la tappa che completa e dà pienezza al suo percorso: la corresponsione d’amore e la paternità.
Come è arrivato a tanto, lui, quoziente d’intelligenza 75 contro un minimo di 80, richiesto dalla scuola pubblica; una schiena talmente aggrovigliata da impedirgli di camminare; e uno stato sociale che non aiuta, figlio unico di madre single, nell’Alabama d’inizio anni Cinquanta?
La sua risposta è la scatola di cioccolatini che offre agli ascoltatori occasionali: «La vita è uguale a una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita». È la lezione che la madre ha tratto dalla propria esperienza e ha trasmesso al figlio.
«Mamma diceva sempre che Dio è misterioso»… Forrest non cerca di chiarire questo mistero. Lo contempla, vi si immerge, apre il cuore ad esso: proprio per questo, pur non cercando, è trovato da Dio.
L’atteggiamento di Forrest che ha il suo perno nel cuore, lo mette in contatto naturale con Dio, e gli permette di vedere ciò che sfugge agli intelligenti: la complessa trama del mondo terreno che sembra autonoma e in balìa del caso, ma che invece è attraversata da un disegno superiore.

Dietro la forma comica e paradossale del racconto, individuiamo la parabola che risponde alla preghiera di Gesù: «Ti benedico, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli» (Mt 11,25).
Ricostruiamo il percorso del protagonista e mettiamo a fuoco la sua sapienza.
Forrest è consapevole di non essere intelligente, ma è anche cosciente di qualcosa che fa sì che lui non sia stupido, al contrario, fa di lui un uomo. Come lo dimostra nel corso del film?
Nell’ultima scena Forrest dice al figlio che sta salendo sullo scuolabus: «Senti Forrest! Non… volevo dirti che ti voglio bene. Starò qui quando tornerai». Perché si è interrotto e ha modificato la frase?
Nella scena precedente, sulla tomba di Jenny, aveva affermato: «Se hai bisogno di qualcosa non sarò molto lontano». È soltanto una battuta, oppure dice una verità sul modo di essere al mondo di Forrest?
Il modo in cui termina il film riprende l’inizio, variandolo (analizzate immagini, musica, movimenti della piuma, il libro e il luogo in cui sta Forrest). Che cosa ci suggerisce il regista? Che relazione c’è tra la piuma e il protagonista?
«Mamma diceva sempre che morire fa parte della vita. Magari non fosse così… – sulla tomba di Jenny, Forrest arriva a un’ipotesi teologica sulla condizione umana – Non lo so se abbiamo ognuno il suo destino o se siamo tutti trasportati in giro per caso, come da una brezza. Ma io credo: può darsi le due cose…». Che cosa vuole suggerire con questa riflessione?

Questi e molti altri suggerimenti per la catechesi dei ragazzi sul numero di Ottobre dell’inserto Ragazzi & Dintorni dossier mensile di Catechisti Parrocchiali.

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RAGAZZI & DINTORNI – Ottobre 2010 – Dossier Sapienza

 

NUVOLE DI SAPIENZA

di Alessia Cambi

 

Il dono della sapienza può essere affrontato con i ragazzi attraverso alcune proposte molto interessanti e interattive.
Perché non provare, ad esempio, con le «nuvole di Tag»? Con la «nuvola di Tag», si intende un insieme di termini che mostra la frequenza di una data parola in un testo. Le nuvole di Tag sono davvero utili per un brainstorming iniziale, ma anche come resoconto finale di un argomento svolto durante l’incontro di catechesi.
L’attività può essere svolta con più varianti. È necessario, innanzi tutto, raccogliere in una lista i sinonimi e i vari significati della parola «sapienza»: lo facciamo a partire dalle conoscenze di base dei ragazzi, usando il dizionario e i motori di ricerca online.
Normale che non tutte le parole saranno utili allo scopo, ma insieme con i ragazzi decidiamo quali inserire o non inserire nella lista di ricerca, commentando insieme i criteri di tale scelta.
Oltre alle parole e ai testi, possiamo anche scegliere un’immagine che abbia a che fare con la sapienza.
Se, invece, si ha a disposizione un testo che parli della sapienza è possibile evidenziare le parole che ricorrono più spesso e analizzarne la frequenza, si può assegnare uno stesso testo a tutto il gruppo di ragazzi per poi commentare le varie frequenze di parole ricercate da ognuno, oppure assegnare testi diversi dividendo il gruppo in altri sottogruppi, per poi visionare le varie realizzazioni.

Questi e molti altri suggerimenti per la catechesi dei ragazzi sul numero di Ottobre dell’inserto Ragazzi & Dintorni dossier mensile di Catechisti Parrocchiali.

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CATECHISTI PARROCCHIALI – Ottobre 2010: Alleanze educative

Preparare l’incontro di catechesi

di Franca Feliziani Kannheiser

 

Ogni evento importante è da prepararsi con cura e ogni incontro catechistico, anche quello che avviene in una semplice stanza di una piccola parrocchia, con fanciulli spesso iperattivi o distratti, è un momento prezioso, perché occasione irripetibile di incontro con Gesù e con la comunità che lo testimonia. Proprio questa consapevolezza deve spingere il catechista a non improvvisare, ma a predisporre il percorso da fare insieme con accuratezza e intelligente elasticità.
Una buona guida sa che la condizione indispensabile perché un’impresa riesca è la conoscenza dei compagni di viaggio, cioè del gruppo che deve condurre al traguardo.
Il catechista cercherà ogni occasione per conoscere i fanciulli che gli sono affidati, consapevole che proprio sulla qualità della relazione che saprà stabilire con loro si gioca in gran parte la disponibilità a farsi coinvolgere nella vita della comunità cristiana in cui sperimentare l’incontro con Gesù vivente.

Un rapporto autentico non si improvvisa né si inventa.
Esso nasce dalla volontà di mettersi in gioco e richiede al catechista di lasciare fuori dalla porta della stanza dell’incontro i problemi personali. Almeno per un’ora mettiamo il nostro cuore e la nostra mente a completa disposizione dei ragazzi.
Solamente in questo modo possiamo sperare di ottenere qualche risultato.
Iniziare un incontro con nervosismo e impazienza, oppure gravati da pregiudizi è il modo migliore per destinarlo al fallimento.
I fanciulli possiedono antenne sensibilissime: colgono immediatamente lo stato d’animo dell’adulto, leggono più nel suo sguardo che nelle sue parole, scoprono, dietro sorrisi di facciata, durezze e diffidenze.
Il singolo ragazzo e l’intero gruppo si comporteranno in larga parte secondo la fiducia o la sfiducia che riporremo in essi.
Spesso non ci si accorge che il detto popolare «a pensar male ci s’indovina sempre!» si avvera, in quanto è proprio la diffidenza a creare le condizioni per l’incomprensione e i fraintendimenti, a mettere l’altro sulla difensiva e a scoraggiarlo nel suo sforzo di cambiamento.
Fidarci dei nostri fanciulli, credere nella loro capacità di bene è il modo migliore per sviluppare in loro una sana autostima, condizione necessaria per scoprire l’altro come persona uguale a me, degna di rispetto e d’amore.
Molto tempo, dunque, deve essere dedicato alla conoscenza dei fanciulli, non soltanto attraverso domande dirette, ma piuttosto osservandoli giocare, lavorare, interagire; ascoltando i loro racconti, in cui esprimono preferenze, paure, desideri e speranze.

Questi e molti altri suggerimenti per la catechesi dei ragazzi nel numero di Ottobre di Catechisti Parrocchiali

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Speciale campi estivi (1a parte)

Paestum – Capaccio (SA): “Felicità cercasi” – Campo scuola con i figli della Santa Famiglia

Dal 15 al 18 luglio 2010 si sono svolti, a Paestum (SA), gli Esercizi Spirituali annuali per le coppie dell’Istituto Santa Famiglia, uno dei dieci rami della Famiglia Paolina. Con loro erano presenti anche i figli e, per quelli dai 12 ai 18 anni, la proposta delle Figlie di San Paolo è stata quella di vivere, in parallelo, un campo scuola pensato e preparato appositamente per loro!!!
Animato da suor Mariangela Tassielli (fsp) e Dalia Mariniello (una dei GEP – Giovani Evangelizzatori Paolini), il campo ha avuto come tema: Felicità cercasi! Un viaggio alla ricerca della felicità attraverso momenti di catechesi, riflessione, preghiera… il tutto organizzato come “un grande gioco” durato tre giorni; con squadre, punti da conquistare, sfide da vincere, prove da superare… mettendo in gioco se stessi, i propri talenti, le proprie capacità e collaborando con gli altri, appartenenti alla propria squadra e non!!! Sì perché una delle particolarità di questo grande gioco è stata che anche l’attenzione, la collaborazione, l’aiuto “offerte” ai propri “rivali”, permettevano di conquistare punti!!!
I giovani partecipanti hanno dimostrato subito la voglia di mettersi in gioco, di superare sé stessi, di collaborare, di aiutarsi, di restare aperti per apprendere da tutti, di ascoltare tutti, perché ognuno ha la sua ricchezza da poter donare agli altri… ma bisogna essere disposti ad accoglierla!!!
Dapprima le dinamiche/giochi di conoscenza hanno permesso ai ragazzi di conoscersi un pochino comunicandosi non solo i propri nomi e le provenienze ma anche i propri desideri, i propri sogni!!! La ricerca della felicità ha avuto inizio con un’asta, in cui, ad essere in vendita, erano dei valori/mattoni utili per costruire la propria casa della felicità!!! Mattoni più importanti da mettere come fondamenta e valori magari meno importanti ma comunque utili per costruire una casa. Ultimo mattone, conquistato superando delle prove, è stato quello del tetto con su scritto il valore dei valori: SE STESSI!!! Siamo noi il valore dei valori, noi con i nostri pregi e i nostri difetti, con la nostra unicità! Noi siamo l’ingrediente segreto di qualcosa di speciale che è la nostra vita… questa la conclusione a cui si è giunti anche attraverso la visione del film Kung Fu Panda.
La felicità, come tesoro da trovare, è stata simbolicamente cercata anche attraverso una divertente Caccia al tesoro che ha visto tutti i partecipanti seriamente impegnati e pronti a collaborare!!! L’ultima prova ha portato i ragazzi in una stanza con al centro uno scrigno, la Parola di Dio, una lampada, una veste bianca battesimale… attorno a cui è stato vissuto un importante momento durante il quale, i ragazzi chiamati per nome e segnati con la croce, sono stati simbolicamente “battezzati a nuova vita”, ricevendo per l’occasione anche un bracciale con un nome nuovo (FIDUCIA, BONTÀ, PERDONO…). Un “battesimo” particolare per impegnarsi nel rinascere valorizzandosi, apprezzandosi!!!
Alla felicità magari un po’ più “materiale” ma non certo superflua, hanno contribuito anche due escursioni: una ai templi di Paestum e l’altra alle grotte di Castelcivita in cui, oltre ad ammirare le bellezze naturali, si è potuto godere di un po’ di fresco!!!
Il campo si è concluso con Nutella party e cocomerata… e oltre a nuovi compagni, tante risate, giochi, incontri… ognuno ha portato a casa, oltre al premio vinto e una “lettera di Dio”, l’ingrediente segreto da inserire nella ricetta della propria felicità: essere sé stessi, credere in ciò che si è, valorizzarsi e fare dei propri limiti i propri punti di forza. Ognuno è unico e prezioso agli occhi di Dio, un Dio che è lì ad aspettare ognuno a braccia aperte!
(D.M.)

La testimonianza di una giovane partecipante:

«Mi chiamo Enrica e sono una ragazza di 16 anni. Vivo a Veglie (LE). I miei genitori sono una coppia appartenente all’Istituto Santa Famiglia e come ogni anno in estate vanno a trascorrere quattro giorni di Esercizi Spirituali all’insegna della preghiera, della riflessione e della condivisione. È proprio grazie alla mia famiglia che ho vissuto una delle esperienze più belle, costruttive e toccanti della mia vita. Sì perché anche quest’anno parallelamente al corso per le famiglie è stato organizzato anche un campo per i loro figli guidato da suor Mariangela e Dalia a Capaccio – Paestum dal 15 al 18 luglio. Appena arrivati nella struttura, dopo il nostro viaggio caratterizzato da un caldo cocente, siamo stati avvolti da un abbraccio accogliente e premuroso, che non potrò mai dimenticare, da parte delle nostre animatrici.
Il nostro primo appuntamento insieme era alle 17,00. Pian piano ho visto  arrivare i ragazzi con cui dovevo condividere il mio tempo, le mie capacità, le mie energie… alcuni li avevo già conosciuti l’anno scorso a Pacognano, altri invece li vedevo per la prima volta… così dentro di me cresceva la voglia di conoscere nuovi amici e stare bene con loro. Dalia e suor Mariangela ci hanno insegnato vari giochi perché conoscessimo bene tutti i nomi e perché no anche qualcosa di più.  Poi siamo stati divisi in due squadre di cui abbiamo scelto noi i nomi: la squadra delle Aquile, composta da Ermanno, Giacomo, Tecla, Stefano, Eva e me; e la squadra delle Tigri, composta da Silvia, Ferdinando, Mariapia, Gennaro,Laura e Francesco. E’ stata proprio questa divisione in squadre a sancire l’inizio di una gara un po’ particolare che è durata fino a domenica mattina e in cui aveva la meglio non chi imbrogliava o chi pensava solo alla propria squadra ma chi piuttosto cercava di collaborare insieme con l’altra parte e di volerle ancora più bene. Così tra giochi, divertimento, attività ed uscite è nata tra di noi una grande complicità e lentamente prendeva forza un’amicizia vera fatta di piccoli gesti molto significativi.
Ci sono state anche due escursioni. La prima a Paestum e la seconda alle grotte di Castelcivita. È stata la prima volta in cui ho potuto ammirare con i miei occhi  templi che fino a poco tempo fa avevo sempre visto solo in foto, stampati sui miei libri di storia.
Oltre all’amicizia con tutti i ragazzi, quello che mi è rimasto impresso di quest’esperienza è stata la premura di suor Mariangela e di Dalia che hanno messo tutto a nostra disposizione dandoci tanta fiducia. Mi sono rimaste nel cuore le parole di sr Ma’ [sr Mariangela ndr] che ci ha dato tanti consigli sulla vita e soprattutto ricordo bene il suo invito ad apprezzare ogni cosa che il Signore ci ha donato, perché tutto anche quello che ai nostri occhi può sembrare insignificante è un suo immenso dono.
Poi, mi ha colpito una cosa che non avevo molto valutato prima: si può imparare qualcosa da qualsiasi persona e la cosa importante è vedere il bello che c’è in ognuno e non solo i suoi difetti e infine una realtà che le nostre animatrici ci hanno fatto capire attraverso la visione del film “Kung Fu Panda”: CREDERE IN NOI STESSI.
Forse nella vita, io mi sono sempre preoccupata di scoprire, senza riuscirci, quell’”ingrediente” che mi mancava per essere veramente felice o per ottenere qualcosa a cui tenevo tanto. Solo grazie a quest’esperienza ho capito che in realtà non esiste una ricetta, non c’è nessun ingrediente segreto. Le uniche cose indispensabili sono le mie capacità… e anche i miei difetti possono aiutarmi a perseguire i miei scopi. C’ è una frase che le nostre educatrici hanno scritto su un cartellone e che mi rimarrà sempre impressa: “Tu sei il solo tesoro, tu sei unico e prezioso” e assieme a queste parole ci hanno consegnato anche una lettera personalizzata da parte di… Dio!!!”. È stato un momento indimenticabile: eravamo seduti per terra davanti alla parola di Dio e ognuno di noi ricevendo la pergamena metteva vicino alla Bibbia una piccola luce.
L’ultimo giorno si è svolta la caccia al tesoro. Questa ha stabilito come squadra vincente quella delle Aquile. Poi le due squadre si sono recate in una stanza dove al centro c’era un grande scrigno. Abbiamo vissuto un emozionante momento di preghiera fatto di gesti piccoli ma toccanti. Prima la consegna di un premio per entrambe le squadre poi, ognuno doveva andare da sr Ma’ per farsi ungere con dell’olio in segno di benedizione e poi da Dalia che legava al nostro braccio un nastrino bianco sul quale era scritto un dono che Gesù ci consegnava. Questo  momento che ricordava un po’ il nostro Battesimo ed è stato uno dei più commoventi.
Salutando uno per uno i miei amici e le mie educatrici pensavo dentro di me a come mi avessero aiutata quei giorni a guardare la vita da un’altra prospettiva… quella dell’AMORE VERO».

Enrica – Veglie (LE)

Via Verità e Vita – Maggio/Giugno 2010 – Differenza di genere:una questione educativa?

L’orizzonte di un processo complesso

di Franca Feliziani Kannheiser

La frase biblica “maschio e femmina Dio li creò” (Gen 1,27) rappresenta, se letta in un’ottica educativa, l’orizzonte di un processo complesso le cui radici riportano all’origine della vita di ciascun individuo; riguarda il contesto sociale e culturale in cui ognuno cresce; chiama in gioco educatori che sanno interrogarsi sul loro rapporto con le differenze e riconoscono la necessità di rispetto autentico ed effettivo delle donne e degli uomini che compongono la Chiesa, per quanto riguarda la costruzione della loro identità, la specificità d’approccio alla realtà, lo sviluppo di un pensiero “altro” e di un’esperienza religiosa connotata anche dal proprio genere sessuale.
Se non si tiene presente tale orizzonte, ci si riduce a proporre itinerari di catechesi che soltanto superficialmente incidono sul problema, limitandosi, piuttosto, a un’operazione di facciata.

Non i bambini o i ragazzi costituiscono il soggetto della catechesi ma, le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi o, meglio ancora, quel bambino o quella bambina, quel ragazzo o quella ragazza nella sua individualità. Il fatto che ogni persona sia connotata dal suo essere uomo o donna è quanto di più evidente possa esserci; altrettanto evidente, però, è la difficoltà di tradurre in percorsi di catechesi concreti e verificabili i principi di antropologia sessuale cristiana che sono stati costantemente ribaditi dai documenti magisteriali.

Nel passato parlare della sessualità significava quasi esclusivamente richiamare al rispetto del sesto comandamento, con il risultato di creare, non raramente, un’atmosfera di pericolosità e di sospetto intorno ad essa. I catechismi dell’iniziazione cristiana ribadiscono, al contrario, una concezione integrata della sessualità.
A motivo della concezione biblica della persona umana il tema delle differenze di genere rappresenta un contenuto fondamentale della catechesi. Nella Genesi sono proprio l’uomo e la donna nella loro reciprocità e diversità ad essere immagine di Dio.

Percorsi di catechesi, che conducano a riflettere criticamente sulle differenze di genere per scoprire la ricchezza dell’essere, nei diversi ambiti di vita, uomo e donna insieme, creati a immagine di Dio, potrebbero avere i seguenti obiettivi:

  • cogliere le caratteristiche comportamentali e psicologiche che esprimono “diversità” tra ragazzo e ragazza e ricercare ciò che dà loro pari dignità;
  • saper individuarne nella propria realtà personale e in quella dei compagni gli elementi di diversità e di arricchimento reciproco che appaiono sempre più evidenti con la crescita;
  • diventare consapevoli dei molti cliché e pregiudizi sull’identità e sul ruolo dell’uomo e della donna e imparare a verificarli;
  • saper intuire nelle dinamiche interpersonali i fattori che determinano atteggiamenti di accoglienza e di rifiuto dell’altro sesso;
  • saper interrogare la Bibbia per scoprire la profondità di un progetto “due per l’unità”, insieme come immagine di Dio, cocreatori del mondo.

 

Tratto da:

News su Iniziative

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Via Verità e Vita – Marzo/Aprile 2010 – Evangelizzare nella cultura digitale

L’annuncio attraverso i new media

di Alessandra Gaetani

L’avvento dei nuovi media e di internet, in particolare, ha innovato e rinnovato anche il modo di evangelizzare.
Suor Nadia Bonaldo, suora paolina, ha lavorato prima alla redazione dei libri per poi passare alla direzione di Paoline editoriale libri di Milano. Oggi è responsabile del sito http://www.paoline.it.
Dal “peso” della carta stampata alla “virtualità” del web, dunque: «È tutto molto positivo e stimolante, anche se l’attenzione alle nuove forme del comunicare, ai nuovi strumenti e ai nuovi linguaggi è nel DNA del nostro carisma paolino. Oggi l’evoluzione tecnologica è così veloce e in continua trasformazione che il rinnovamento non è mai finito, diventa uno statu quotidiano. L’ammonimento del nostro fondatore il beato Don Giacomo Alberione: “Vivete in continua conversione” può essere riferito non soltanto alla vita spirituale, ma anche all’atteggiamento nello svolgere la missione apostolica. Mai assolutizzare forme e linguaggi di un tempo. Ciò che rimane immutabile ma, nello stesso tempo, è sorgente di vita e creatività perché racchiude in sé una forza dirompente, è il contenuto, il Vangelo di Gesù Cristo».

Si sente parlare tanto di nuove sfide pastorali e la Chiesa è impegnata nella ricerca dei modi più efficaci di rispondere alle esigenze di un mondo che cambia molto in fretta, anche usando al meglio le possibilità offerte dai media: «Ogni discorso pastorale deve tener conto dell’ambiente e della cultura in cui vivono le persone. I metodi devono considerare le modalità in cui, oggi, sono divulgati i diversi saperi; l’Evangelo di Gesù Cristo non è un’ideologia, una filosofia di vita o una serie di concetti da apprendere, ma una proposta di discepolato, l’invito a un’esperienza vitale con il Signore Gesù, morto e risorto. I media possono aiutare ad approfondire la nostra fede come contenuto, contribuiscono a suscitare l’appetito di cose belle, di stili di vita solidali e fraterni secondo gli insegnamenti di Gesù, a far conoscere realtà che resterebber sconosciute. Però ai media è necessario affiancare un lavoro capillare e personale, condotto avanti dalle comunità cristiane: i luoghi per eccellenza in cui vivere la comunione e fare esperienza della salvezza donata da Cristo Gesù. Altrimenti rimarrebbe una fede “fai da te”, devozionale, o un appagamento intellettuale».

È nelle parole di Don Alberione che suor Nadia trova le indicazioni per una rotta sicura: «Parlare di tutto cristianamente», diceva il nostro Fondatore; «offrire visioni di vita, criteri di giudizio basati sul Vangelo. Se qualcuno si sentirà attratto e affascinato, ben venga, altrimenti pazienza. Grande libertà, anche da parte nostra. Sta qui, a mio avviso, la sfida dei nuovi mezzi e di chi opera attraverso di essi».

Questi e molti altri suggerimenti per la catechesi dei ragazzi sul numero di Marzo-Aprile di Via verità e Vita.

 

 

RAGAZZI & DINTORNI – Maggio 2010 – Dossier Cittadinanza

Beato chi cerca la giustizia

di Cecilia Salizzoni

Uno dei film più significativi, realizzati in Italia sul tema della coscienza civile, negli ultimi anni è Paolo Borsellino di Gianluca Maria Tavarelli.

Il film offre la possibilità di confrontarsi con il tema della cittadinanza non nell’astrattezza dei principi, ma dentro la concretezza di un problema vero e fondante del nostro Paese: l’anti-stato mafioso, una sorta di malformazione genetica a lungo negata, mai risolta, che interpella tutti, il sud e il nord, laici e cristiani, sulla nostra identità nazionale, su ciò che vogliamo essere come comunità civile più estesa. Su ciò che “vogliamo” essere e ciò che “dobbiamo” essere.

I destinatari naturali del film sono i ragazzi e i giovani, quelli a cui Borsellino si rivolge per lettera nel finale del film.

Le provocazioni tematiche sono molteplici sia dal punto di vista etico (cosa ha permesso al protagonnista di portare fino in fondo il proprio dovere?), sia dal punto di vista esistenziale (che cosa significa la libertà di cui parla Borsellino? quanto si è disposti a pagare per essa?), ed infine sul fronte dei concetti di fondo (che relazione corre tra “regno di Dio” e “città dell’uomo”? a che cosa è chiamato il cristiano nella chiesa e nella società?).

Questi e molti altri suggerimenti per la catechesi dei ragazzi sul numero di Maggio dell’inserto Ragazzi & Dintorni dossier mensile di Catechisti Parrocchiali.

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Estate 2009 – iniziative!!!!

estate giovani 

per un’estate alternativa,
vissuta in profondità!

 

Non c’è nulla di noi che non dica chi siamo… il nostro modo di vivere il tempo fa la differenza e l’estate non può fare eccezione?
Estate è mare, caldo, relax… ma la profondità continua a fare la differenza, anche in alto mare!
Che fai allora prendi il largo con noi o resti a riva?

Scopri sulla pagina Iniziative le nostre proposte per l’estate 2009!!!

TI ASPETTIAMO!!!!

 

Avrete forza dallo Spirito…

… che scenderà su di voi e mi sarete testimoni!

 

Dal 17 al 23 luglio ci siamo ritrovati ad Alba, in provincia di Cuneo, per vivere e condividere una di quelle esperienze che, per molti aspetti, diventano tappe importanti nella vita di tutti coloro che per scelta o per caso le vivono… misteriose coincidenze che, al di là di ogni casualità possono dirsi alla fine vere e proprie chiamate.

Da Salerno, Avellino, Napoli, Roma eravamo in 25 e tutti con la stessa possibilità: fare esperienza diretta e tangibile di Dio. Farla attraverso il canto e il gioco, attraverso la preghiera e la riflessione personale. Ma due sono le cose che hanno permesso a Dio di parlare, di essere ascoltato, di toccare e raggiungere i cuori: lo Spirito, soffio potente e inarrestabile, con i suoi 7 doni tutti da scoprire e la disponibilità di ciascuno ad accogliere nel cuore tutti quei doni che Dio aveva preparato.

 

Grazie ragazzi per aver accolto Dio senza paura… grazie per gli occhi lucidi e trasparenti che, pur nel silenzio o nelle parole smozzicate dalla timidezza o dal timore di non contenere le lacrime, hanno saputo testimoniare le meraviglie che il Signore stava operando. Grazie per la gioia e la felicità con cui avete contagiato tutti. Grazie perchè siete stati la testimonianza più forte e più bella della fedeltà di Dio.

Il Signore, che in questi giorni, ha iniziato con voi quest’opera bella la porti a compimento. Vi sostenga nell’affascinante cammino verso di Lui; vi incoraggi con le giuste persone a tendere verso i suoi orizzonti grandi… e Alba e Oropa siano solo una tappa di uno straordinario disegno che il Signore sta realizzando per voi.

 

Guarda le nostre foto!!!