IL MAESTRO INTERIORE E LE GUIDE
di Fausto Negri
“Il giorno del suo dodicesimo compleanno Stefano chiede al padre di portarlo con lui sul suo bastimento. Da quel momento è inseguito dal Colombre, uno squalo, che la leggenda vuole astutissimo e feroce. Per anni e anni Stefano sarà inseguito dal Colombre: quando è ormai vecchio, avviene l’incontro. Il Colombre comunica a Stefano di non averlo inseguito per divorarlo ma per consegnargli, per ordine del re del mare, la leggendaria perla del mare, che dona al suo possessore ricchezza, soddisfazione, amore e potenza nella vita.”
Molte persone si comportano come Stefano. Vogliono «farsi da sole», si fidano solo di se stesse e vedono un pericolo in chi vorrebbe dare loro consigli circa la navigazione nella vita.
Il termine consilium, in latino, significa consultazione, ma anche avvedutezza. Nell’antica Roma due consoli accompagnavano il Senato. Erano sempre in due, in modo da consultarsi l’uno con l’altro. Confrontandosi, dovevano comprendere quali fossero le decisioni da prendere per il bene della città.
Dare un consiglio significa suggerire ad altri ciò che si ritiene giusto che si faccia nel navigare tra bonaccia e tempeste.
Questo dono dello Spirito ci suggerisce ciò che dobbiamo fare e dire, ci aiuta a compiere le scelte adeguate in ogni occasione.
«Tra demonio e santità è lo stesso, basta che ci sia posto». È ciò che cantava Vasco Rossi. Invece, nella vita, non è proprio così, perché ognuno raccoglie ciò che ha seminato e, se ha seminato erbacce, non può raccogliere grano. Oggi, purtroppo, siamo un po’ tutti plagiati dalle mode, sia nel linguaggio sia nell’acquisto di oggetti che identificano uno status symbol: nessuna epoca storica ha conosciuto un tale bombardamento di messaggi.
Chi vuole salire su un alto monte si cerca una guida. Chi fa un corso di vela ha accanto a sé un istruttore. Nelle squadre sportive c’è un allenatore; nei rally, accanto al pilota, c’è «un navigatore», buon conoscitore del tragitto, che dà le indicazioni giuste per adeguare la velocità al percorso, prepararsi alle curve e… vincere il premio.
Dopo aver fatto questa presentazione ai ragazzi, si può proporre la seguente attività: i ragazzi riflettono divisi in gruppetti, confrontandosi su alcune domande.
Di fronte a una difficoltà o a una decisione da prendere, come mi comporto? Mi lascio guidare dall’urgenza del momento? Mi fermo e ascolto il profondo del mio cuore? Seguo le opinioni dei compagni o dei media? Mi consiglio con una persona di fiducia per capire le situazioni e scegliere con consapevolezza?
Invocate sempre lo Spirito Santo perché illumini e doni la visione vera della questione.
In gruppo, riprendete le risposte e stilate insieme un decalogo di orientamento per la vita, da seguire per non «arenarsi o annegare». Riportatele poi su un cartellone da affiggere nella sala della catechesi e consegnatelo, poi, su un cartoncino, a ogni ragazzo. Concludete l’incontro con una preghiera allo Spirito Santo, ispirata ai punti del «decalogo».
A fine incontro si può concludere consegnando ai ragazzi un augurio scritto dal catechista, oppure prendendo quello suggerito di seguito:
Guarda lontano, non fermarti alle facili apparenze.
Sii ciò che vuoi essere…
Puoi avere tanta felicità da renderti dolce;
difficoltà a sufficienza da renderti forte;
abbastanza dolore da renderti umano;
grande speranza da renderti felice.
Impegnati a: superare l’orgoglio,
cercare il consiglio sincero di un amico,
la parola disinteressata di un genitore,
il rimprovero sereno di un adulto,
l’indicazione competente di un docente,
l’orientamento illuminato del sacerdote.
Questi e molti altri suggerimenti per la catechesi dei ragazzi sul numero di Dicembre dell’inserto Ragazzi & Dintorni dossier mensile di Catechisti Parrocchiali.
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