Non di solo pane vivrà l’uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
(Mt 4,4b)
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Ascoltatelo – BUONA DOMENICA! II DOMENICA QUARESIMA – ANNO C
Nel deserto – BUONA DOMENICA! I DOMENICA QUARESIMA – ANNO C
Nel deserto – BUONA DOMENICA! I Domenica Quaresima – ANNO B
Nel deserto con Dio – BUONA DOMENICA! I DI QUARESIMA – ANNO A
Allenarsi nel PERDONARSI – Step5 di “Training di misericordia”
Step5
allenarsi nel
PERDONARSI
Scheda a cura di
Sr Mariangela Tassielli,fsp
(Scaricabile in fondo al post)
L’ESERCIZIO su cui allenarsi in APRILE è: PERDONARSI!
Il brano biblico che ci accompagna in questo breve tratto di strada, fino alla Pasqua, è uno dei brani, forse in assoluto più conosciuti: il brano del padre misericordioso, che ritroviamo nel vangelo di Luca al capitolo 15.
Diversamente da come di solito siamo abituati a farlo, vi chiederei di fermarvi solo su 4 versetti. Il brano della parabola è di per sé lungo, ricco, pregno di spunti. Questa volta, però ci è chiesto di concentrare l’attenzione solo sul padre, sul suo atteggiamento nei confronti del figlio minore. Atteggiamento che però, di fatto, possiamo riscontrare, anche semplicemente notando alcuni passaggi, verso il figlio maggiore.
In ascolto della Parola Lc 15, 20 – 24
[Il più giovane dei figli, si alzò e tornò da suo padre, [poiché pensò: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame!”].
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
La forza di un abbraccio
Quanta forza disarmante c’è in un abbraccio? Quante vittorie è riuscito a ottenere un abbraccio… quante volte ha frenato la rabbia, la violenza… quante volte ha abbattuto preconcetti e distanze, quante volte ha aperto inaspettate prospettive…
L’abbraccio: questo è il gesto che quel padre, raccontato da Gesù, compie. Questo è ciò che fa Dio. Qualcuno dice che questo padre ci racconta Dio in modo rivoluzionario. Qualcuno afferma che tra il padre misericordioso e il Dio degli eserciti dell’antico testamento ci sia un incolmabile e contradditorio abisso. Di solito lo si fa limitandosi a citazioni sporadiche e sciolte. Il famigerato Dio degli eserciti sembra non aver nulla a che fare con il padre che attende sulla soglia di casa che il figlio torni, saltandogli poi al collo solo per il fatto di essere tornato, a prescindere dal fatto che sia tornato perché pentito o perché affamato.
Eppure gli esegeti ci dicono di andare a fondo, perché il nome di Dio, e quindi la sua natura intima, rivelata a Mosè è: misericordia […] Continua a leggere Allenarsi nel PERDONARSI – Step5 di “Training di misericordia”
Allenarsi per scoprire la TENEREZZA DI DIO – Step4 di “Training di misericordia”… con il Vangelo della I domenica di Quaresima
L’ESERCIZIO su cui allenarsi è: SCOPRIRE LA TENEREZZA di DIO!
I brani biblici che ci accompagneranno li trarremo, domenica dopo domenica dai Vangeli proposti nella liturgia. Sono testi che ci permettono di entrare in alcuni importanti incontri che Gesù fa: alcuni scomodi, altri voluti, altri occasionali, ma tutti in un modo o in un altro capaci di farci scoprire momenti fondamentali di quel darsi di Dio, di quel suo incontrarci, di quel accompagnarci sulle strade della vita di ogni giorno.
C’è un’attenzione che vi chiedo di coltivare: fare attenzione a Dio più che ai nostri comportamenti, concentrarsi su di lui più che su di noi. Potrà sembrarvi strano, ma un bravo atleta non corre guardando o pensando alle sue gambe, lo fa puntando dritto alla meta. E quale meta è più forte e attraente dell’amore?
Cos’è la Quaresima?
Fermatevi e dite la prima cosa che vi viene in mente. Ognuno lo dica a se stesso: penitenza? Digiuno? Conversione? Sacrificio? Preparazione? Deserto? Preghiera? E poi? Non può bastarci! Continua a leggere Allenarsi per scoprire la TENEREZZA DI DIO – Step4 di “Training di misericordia”… con il Vangelo della I domenica di Quaresima
Buona domenica! – I di Quaresima – Anno C
… era guidato dallo Spirito nel deserto …
Dal Vangelo di Luca (Lc 4, 1-13)
I DOMENICA di QUARESIMA – Anno C
No la vita, non è semplice, non scherziamo. Ai più fortunati può andare abbastanza bene, per gli altri, per la maggioranza, spesso si rema controcorrente, si aprono sempre scenari di crisi: quando non è il lavoro è la salute, quando non sono i figli è la fede… A volte si ha l’impressione di percorrere un sentiero sempre più impervio e quando si pensa di poter tirare il fiato, ecco che all’orizzonte compare una nuova difficoltà. E davanti alle difficoltà siamo chiamati a fare luce, a capire, a combattere. A superare la tentazione della scorciatoia o della disperazione. Gesù, solidale con i peccatori, si è messo in fila per ricevere il battesimo. Ora entra nel del deserto, sperimenta ogni sorta di difficoltà che Luca riassume in tre parabole, tre tentazioni che Gesù affronta prima di iniziare il suo ministero.
È inevitabile combattere. Gesù ci indica il modo. E l’orizzonte verso cui muoverci.
GIU’ LE MASCHERE!
È giunto il tempo di deporre le maschere: quelle di Carnevale e quelle molto più impegnative che la vita ci ha cucito addosso, quelle che gli altri ci hanno messo, quelle dietro cui ci rifugiamo per paura delle scelte. Davanti a Dio, almeno davanti a lui, possiamo restare nudi senza provare vergogna.
Gesù solidale con l’uomo vuole ripercorrere il sentiero di Israele, sperimenta la fame, si lascia avvolgere dal silenzio stordente del deserto, si lascia invadere dalla luce accecante del sole che riflette i colori delle scarne rocce del deserto di Giuda. Gesù vuole scegliere come annunciare la Parola, come svelare il mistero di Dio, elabora una strategia, elabora un progetto di evangelizzazione. Fa strano, a molti, ma è così. Gesù sceglie di scegliere. La conoscenza che Gesù ha di Dio è assoluta: è il Verbo di Dio. Ma, in quanto uomo, cerca nel silenzio una risposta. Gesù entra nel silenzio del deserto per decidere quale Messia essere. Noi entriamo nel deserto della Quaresima per chiederci se l’uomo che siamo è quello che avremmo voluto diventare e, soprattutto, se assomiglia all’uomo, magnifico, che Dio porta nel cuore.
TENTAZIONI
Gesù ha davanti a sé una strada maestra, consolidata, preparata dai profeti, lievitata nel cuore di un popolo servo e oppresso da secoli da potenze straniere: il Messia vittorioso. Un Messia muscoloso, politico, deciso, condottiero. La gente si aspettava qualcuno che magicamente risolvesse i problemi, che punisse i malvagi (sempre gli altri, ovvio) e che ristabilisse un bel governo come quello del re Davide, magari esentasse, meno rissoso dei politici che stanno chiedendo il nostro voto.
Il demonio arriva: più suadente e affascinante di tutte le rappresentazioni grottesche che ne abbiamo fatto. La sua proposta è semplice, ragionevole, scontata. Vuoi fare il Messia? Magnifico! Non esagerare, però: riguardati, affidati a un personal trainer, cura l’immagine, se non fai lo splendido nessuno ti noterà. Vuoi condividere in tutto l’umanità, sia. Ma quando vedi che la fame è troppa ricordati che sei Dio e trasforma le pietre in pane. Vuoi fare il Messia? Geniale! Ti toccherà contattare politici e sacerdoti, ragionare con loro, qualche compromesso sarà necessario. Le persone bisogna conoscerle con attenzione. Vuoi fare il Messia? Notevole! Qualche bel miracolo, Gesù, qualche segno prodigioso e vedrai che le folle si strapperanno i capelli per te! Ha ragione, il demonio. Cita pure la Parola di Dio, la conosce meglio della maggioranza di noi. Buffo: non basta conoscere la Bibbia per fare la volontà di Dio. Gesù replica: no, non farò così.
SCELTE
E ribatte: la vita è sostanza, non immagine. Andrò al cuore delle persone, sarà il mio amore, attinto dal Padre, a scavare i solchi nelle anime. Ho scelto di essere uomo per dimostrare che Dio non è un privilegiato. Il potere è ambiguo: se da, pretende. Il potere usa le persone, io sono venuto per servire. Voglio essere libero di parlare del vero volto di Dio. Il miracolo è pericoloso: voglio che la gente ami Dio per ciò che Dio è, non per ciò che dà. Non presento il volto di un Dio che risolve i problemi, ma che li condivide.
ECCO, DIO HA DECISO
In queste parole l’essenza del suo ministero. E del suo fallimento. Gesù sarà un Messia di basso profilo, non userà nessun altro strumento se non l’amore per convincere, per annunciare, per convertire. È un rischio enorme, il suo. Capirà, il popolo? Si accontenterà? Spalancherà il proprio cuore allo stupore di incontrare un Dio dimesso e fragile, un Dio adulto? La sfida è lanciata, il demonio lo lascia. Tornerà al momento giusto, nel Getsemani, per dimostrare a Gesù che si era sbagliato, che è stato un illuso, che l’uomo non cambierà mai, non sa che farsene di un Dio come lui. E per convincerlo a non farsi uccidere inutilmente.
IO
E io chi voglio essere? Cosa voglio ancora diventare? Le tentazioni si moltiplicano, la logica mondana ci assilla: appari, vinci, usa, abusa, esagera, fregatene, manipola, urla. E io, chi voglio essere? Animo, cercatori di Dio. C’è un deserto da attraversare. Lo ha fatto Dio. Lo puoi fare anche tu.
(PAOLO CURTAZ)
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Buona domenica! – I di Quaresima (Anno B)
«Stava con le bestie selvatiche e
gli angeli lo servivano»
Dal Vangelo di Marco (Mc 1, 12-15)
I DOMENICA DI QUARESIMA – Anno B
Via le maschere, adesso! Quelle di Carnevale, certo, ma soprattutto quelle che indossiamo sempre. E’ iniziata la Quaresima, il tempo che ogni anno ci viene donato per tornare all’essenziale, per tornare a noi stessi, per fare in modo che l’anima ci raggiunga, per incontrare Dio. Lo desideriamo, certo, ma sappiamo bene quanto sia difficile conservare la fede, fare del Vangelo il metro di giudizio della nostra vita, restare in intimità con noi stessi. Questo tempo di essenzialità ci prepara alla grande festa della Pasqua e dobbiamo vegliare finché le tante iniziative proposte dalle parrocchie in queste settimane non ci giungano abitudinarie e fiacche. Non lasciamo la maschera che indossiamo per indossare la maschera del penitente pensando, così, di far piacere a Dio. Il problema non è mangiare il prosciutto di venerdì, o mettere da parte dei soldi per le missioni, né fare le facce da mortificati, ma vivificare la nostra fede. Come Gesù è entrato nel deserto per decidere come affrontare la sua missione, così anche noi entriamo del deserto per mettere a fuoco le scelte che vogliamo fare. Certo: leggendo il vangelo di Marco si resta piuttosto delusi: l’evangelista sintetizza le tentazioni di Gesù in due soli versetti, senza entrare nel dettaglio. Ma stiamo imparando a diffidare dell’apparente semplificazione di Marco. Le sfumature che contraddistinguono il suo racconto sono un universo da scoprire.
LO SPIRITO
È lo Spirito che spinge Gesù nel deserto per soddisfare il suo desiderio di verità, di preghiera, di silenzio. Lo abbiamo già incontrato, di notte, da solo, a pregare il Padre, il Maestro. Ora lo ritroviamo per un lungo periodo a concentrarsi solo sul suo rapporto con Dio. Avessimo il coraggio anche noi di imparare il silenzio! Di scoprire una preghiera fatta di ascolto! Di osare, sospinti dallo Spirito, qualche giorno all’anno da dedicare allo spirito! Avessimo anche noi il coraggio di ridire al nostro cristianesimo tiepido che lo Spirito ci spinge! Che ci obbliga all’interiorità!
Per quaranta giorni Gesù resta nel deserto, tentato da satana. Non è una parentesi nella sua vita: i quaranta giorni, nel cammino dell’Esodo, indicando una generazione, cioè una vita. Per tutta la vita Gesù ha voluto stare in contatto intimo con Dio, nel deserto del suo cuore. Per tutta la vita Gesù ha combattuto contro colui che divide, contro l’avversario, il satana. Il termine usato da Marco, uno dei tanti a sua disposizione, non indica, in questo caso, la personificazione del male, ma lo spirito maligno, l’avversario, il divisore. La parte oscura della realtà che ci mette a dura prova, continuamente. Esiste il male e ci porta alla paralisi, come dicevamo domenica scorsa. Esiste ed agisce continuamente nelle nostre vite. Siamo liberi ed è impegnativo scegliere la parte luminosa della realtà, quella che proviene da Dio. Anche noi a volte abbiamo l’impressione di essere sempre in battaglia. È consolante sapere che anche Gesù ha vissuto così. E ha vinto.
FIERE E ANGELI
Fiere e angeli lo servono. Che significa? Gli esegeti danno due spiegazioni, scegliete voi quella che vi convince di più. Forse Marco sostiene che Gesù sta creando una nuova realtà. L’uomo che vive in armonia con il creato, con le bestie feroci, richiama lo stato iniziale di Adamo. Come a dire: Gesù è il nuovo Adamo. Ma, aggiungo io da birichino, come a dire che nel deserto il Maestro ritrova l’armonia primigenia, e anche noi. Cosa altro dobbiamo sentirci dire per riappropriarci del silenzio e della preghiera? Forse Marco si riferisce alle fiere della profezia di Daniele: lì indicavano le grandi potenze straniere dell’epoca, qui indica i poteri contro cui Gesù deve fare i conti (Roma, il sinedrio, i farisei…) ma, anche, i poteri che riconoscono la supremazia del Signore.
La nostra vita è come un tessuto: la trama siamo noi a disegnarla, ma deve essere necessariamente intrecciata con l’ordito. La sensazione che la nostra vita non vada da nessuna parte ci deriva, forse, dal fatto che ci illudiamo di intessere una stoffa senza un ordito a cui appoggiare le nostre trame. Gli angeli, in questo caso, indicano le tante presenze che Gesù, e noi, incontriamo nel nostro percorso di fede e che ci riportano verso Dio. Un amico, un prete, un evento, un libro possono diventare angeli che ci aiutano a superare le tentazioni.
GALILEA
Marco è l’unico che lega la fine del deserto con l’inizio della predicazione in Galilea. Non entriamo nel deserto per restarci, non costruiamo un mondo a parte, ma il superamento della tentazione e il ritorno all’armonia iniziale, conseguiti grazie all’aiuto dei tanti inviati con cui Dio accompagna il nostro cammino ci spingono a diventare testimoni. Credibili.
Buona Quaresima, cercatori di Dio, lasciamo che lo Spirito ci spinga nel deserto.
(PAOLO CURTAZ)
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