Archivi categoria: Spirito Santo

RAGAZZI & DINTORNI – Gennaio 2011 – Dossier Fortezza

VIENI NEI NOSTRI CUORI

di Alessandra Beltrami

In questo articolo riportiamo un pò di suggerimenti da poter utilizzare in un momento di preghiera che ha come perno centrale il dono della Fortezza.
Come primo passo, è opportuno preparare adeguatamente il luogo dove dovrà avvenire l’incontro di preghiera: collocare in un posto centrale, su un tavolino o un leggio, la Bibbia, con accanto un cero acceso e un cestino vuoto.
Su un tavolo, a parte, si sistemano alcuni cartoncini a forma di cuore e pennarelli per permettere ai ragazzi di scrivere.
Si può cominciare questo momento con un canto sullo Spirito Santo. (F. Buttazzo, Vieni, soffio di Dio, Paoline, Roma 2005)
A questo punto il catechista introduce l’incontro con una presentazione del dono della Fortezza: Lo Spirito di fortezza è il dono con cui il Signore allarga gli orizzonti del nostro cuore e ci dona un coraggio nuovo; ci consente, infatti, di vincere le paure, che spesso ci impediscono di progredire nella via del bene. Apriamo, nella preghiera, i nostri cuori, invocando lo Spirito Santo, per ascoltare con fede la parola di Dio ed essere riempiti di un alito di speranza.
Segue un altro canto di invocazione allo Spirito Santo: Vieni, Santo Spirito di Dio.
Il momento centrale dell’incontro può essere sottolineato con l’ascolto della Parola con la Lettera di san Paolo ai Romani 5,1-5.
Dopo l’ascolto della Parola, il catechista spiega ai ragazzi il senso del momento di preghiera: L’amore di Dio, attraverso l’intervento dello Spirito Santo, è riversato nei nostri cuori e li trasforma da timorosi a impavidi, da deboli a coraggiosi. Quando nella vita arriva una difficoltà o un rifiuto da parte degli altri, c’è il rischio di rimanere bloccati, scandalizzati e turbati. Ricordiamoci, allora, di chiedere con fede al Signore il dono della fortezza, perché consoli e rinfranchi il nostro cuore e ci doni entusiasmo, coraggio e forza per agire.
Dopo un tempo di silenzio, utile per poter assaporare la parola di Dio, si prosegue con un piccoo gesto per sottolineare il momento importante: si consegna un cartoncino a forma di cuore a ogni ragazzo e si invita a scrivere una preghiera di ringraziamento al Signore, che non fa mai mancare il suo aiuto.
I cartoncini, quindi, si collocano nel cestino predisposto, e si canta:  “Quando lo Spirito vive in me” (oppure un altro canto per invocare lo Spirito Santo).
Poi si ridistribuiscono a caso i cartoncini con le preghiere e ognuno prega ad alta voce la preghiera ricevuta.
A ogni intervento, si risponde: Grazie, Signore, per i tuoi doni.
I cartoncini dei cuori si possono incollare, alla fine dell’incontro, su un cartellone, dentro il disegno di un grande cuore, da affiggere nella sala della catechesi.
Si conclude l’incontro con una preghiera e con un canto finale:

Spirito Santo, Signore Dio,
ti prego di donarmi umiltà e coraggio.
L’umiltà per conoscere i miei limiti,
dosare le mie forze, così da comprendere
i limiti degli altri e accettare le loro capacità.
Donami, però, anche il coraggio di scegliere,
per non fermarmi a piangere su di me,
per affrontare le sfide che la vita mi pone davanti.
Tu, che sei l’Amore tra il Padre e il Figlio,
dammi il dono di amare,
anche quando questo comporta
fatica e sacrificio.
Sii tu, in tutte le situazioni difficili,
la mia forza e la mia roccia.

Canto finale: Prenderemo il largo

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RAGAZZI & DINTORNI – Gennaio 2011 – Dossier Fortezza

Fuori la grinta, ragazzo!

di Fausto Negri

Alla fine del secondo episodio della saga di Harry Potter, «La camera dei segreti», il protagonista combatte da solo contro l’orrendo Basilisco. Pur assalito dalla paura, lo affronta con un moto d’orgoglio: «Ho visto chi tu sei veramente. Sei un relitto. Più morto che vivo. Sei brutto, sei vigliacco!». Harry tira fuori tutta la sua grinta e solo allora arriva l’aiuto dall’alto: la Fenice, dal canto ultraterreno. Senza di lei, Harry non ce la farebbe mai, anche se l’aiuto che gli dà sembra poca cosa. La Fenice acceca il serpente e dal cappello esce la spada che Potter conficcherà nel palato del Basilisco, uccidendolo. Saranno poi le lacrime taumaturgiche della Fenice a guarire la ferita mortale del ragazzo. È sempre lei che lo riporta in superficie, vincente e determinato più che mai.

Lo Spirito Santo è proprio un dono simile a questo: scende dall’alto, ci rende forti contro il male e guarisce le nostre ferite. L’intelletto e il consiglio devono essere completati dalla fortezza, che dona la capacità di portare avanti le scelte e abilita ad affrontare il combattimento contro ogni tempesta e nubifragio.
Chiedere il dono della fortezza non significa non temere più nulla. Chi non teme niente è un incosciente. Fortezza significa che, anche avendo paura, si va avanti lo stesso. La fortezza dona tre grandi qualità: la fiducia in se stessi, una grande speranza e la resistenza al sacrificio.
La fortezza è il dono che infonde decisione e coraggio, costanza e tenacia, perseveranza e coerenza.
La fortezza ci dona la forza di essere solidali con coloro che hanno bisogno. E, infine, ci dà la forza di testimoniare la fede, superando la paura.
Rende robusta la fede, invincibile la speranza, operosa fino al sudore la carità. Non toglie le croci, ma ci dà il coraggio di portarle con serenità.
È il dono della costanza e della tenacia. Non della volontà di potenza, ma della potenza della volontà.

Si può affrontare questo tema con i ragazzi partendo proprio dal racconto di Harry Potter e poi in gruppo si può attualizzare l’argomento riportandolo alla vita dei ragazzi attraverso alcune sottolineature: la fortezza come dono e come lotta, i frutti che produce, le forme in cui si esplica.
Rifocalizzarne il significato nelle sue specificazioni e sollecitare i ragazzi a trovare i termini che la spiegano nella sua valenza positiva e farne un elenco scritto.
Poi, invitare a raccontare un’esperienza personale negativa, in cui non hanno affrontato le difficoltà, oppure una in cui sono stati aggressivi e prepotenti, e come l’hanno vissuta.
Far raccontare, successivamente, un’esperienza positiva, in cui si sono comportati con coraggio, fermezza e anche con umiltà, e che cosa hanno provato.
Chiedere, infine, in quali occasioni è importante mettere in atto il dono della fortezza. Forse sempre?

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RAGAZZI & DINTORNI – Dicembre 2010 – Dossier Consiglio

LA COSCIENZA DI SOPHIE

di Cecilia Salizzoni

Forse è il dono di cui più avvertiamo il bisogno e la mancanza, lo Spirito di consiglio.
Viviamo, infatti, un tempo che ha letteralmente perso la bussola, tra tentazioni di onnipotenza e incapacità di realizzare concretamente la più piccola cosa.
Come muoversi di fronte a una realtà complessa che chiede l’intervento personale di ciascuno per rendere il mondo più umano?
Ai ragazzi del post-cresima, si può proporre di conoscere Sophie Scholl e La Rosa Bianca, il gruppo di universitari tedeschi che scelsero di resistere al nazismo e invitarono il loro Paese a fare altrettanto, attraverso la diffusione di sei volantini e, soprattutto, attraverso il dono della vita.
Il film parte dall’arresto dei due fratelli Scholl, Hans e Sophie, dopo il lancio del sesto volantino nell’Università di Monaco, e narra i sei giorni successivi: gli interrogatori, l’arresto dell’amico Christoph Probst, il processo immediato e l’ancor più immediata esecuzione della condanna alla ghigliottina.
Sophie non aveva ancora 22 anni, Hans e Christoph tre più di lei.
Concentrandosi sul contraddittorio tra Sophie e Robert Mohr, inquisitore della Gestapo, il regista riesce a far emergere la grandezza straordinaria di questi ragazzi che seppero vedere con chiarezza e denunciare ciò che un intero Paese per ottusità spirituale, viltà o interesse, non volle vedere fino alla fine: l’annientamento morale e materiale che la Germania avrebbe scontato duramente negli anni successivi al crollo del Terzo Reich.
Isolando dal contesto sociale lo scontro tra Sophie e il Potere e puntando sulla dimensione spirituale della protagonista, la regia attenua la dimensione storica dell’evento per sottolineare l’attualità di una scelta che fu quella di non lasciarsi ridurre a «massa», priva di anima, priva d’identità, priva di libertà, priva di compassione.
Ieri, a farlo, era uno Stato «totalitario» che voleva conquistare il mondo attraverso l’ideologia.
Oggi è una società «globale» che ha come valori il denaro e il benessere, il consumo di beni materiali e il piacere individuale.

Ieri, in Germania, è stato il cristianesimo autentico a offrire gli strumenti per prendere coscienza e resistere: quel cristianesimo che annuncia un umanesimo integrale e valorizza la bellezza della creazione, dell’arte, del pensiero.
È un film di personaggi e dialoghi, dove la recisione di ogni contatto con la realtà esterna, ma anche tra i due fratelli, mette in evidenza la loro capacità di mantenere la rotta, nella fedeltà alla propria coscienza, di fronte alla violenza del potere che ha sovvertito i valori di fondo e ha privato le persone della libertà interiore.
Per questo motivo i ragazzi devono essere preparati alla visione e invitati a fare attenzione ai piccoli indizi che il regista offre, all’interno della messa in scena, sulle motivazioni interiori della protagonista e sull’attualità della sua scelta, per riuscire a rispondere a domande come:
Qual è la sorgente a cui attinge Sophie?
• Che cosa la muove?
• Perché non accetta l’alternativa di Mohr?
• Chi è più «adulto» tra la piccola Sophie e il grande inquisitore? Perché?
• Che cosa significa essere adulti?
• Che cosa significa essere «adulti nella fede»?
Il sentire comune oggi porta a giudicare «sconsiderati» questi giovani che avrebbero buttato via la loro vita inutilmente, invece di servire alla Germania nella ricostruzione: è stato davvero «inutile» il loro sacrificio? Che cosa garantisce che il dono della vita non sia tale?
«Bisogna avere un cuore tenero e uno spirito duro» scriveva e si ripeteva Sophie: che cosa voleva dire?
Oggi, cosa ci viene richiesto per coltivare una tale tenerezza del cuore e durezza dello spirito?

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RAGAZZI & DINTORNI – Dicembre 2010 – Dossier Consiglio

IL MAESTRO INTERIORE E LE GUIDE

di Fausto Negri

“Il giorno del suo dodicesimo compleanno Stefano chiede al padre di portarlo con lui sul suo bastimento. Da quel momento è inseguito dal Colombre, uno squalo, che la leggenda vuole astutissimo e feroce. Per anni e anni Stefano sarà inseguito dal Colombre: quando è ormai vecchio, avviene l’incontro. Il Colombre comunica a Stefano di non averlo inseguito per divorarlo ma per consegnargli, per ordine del re del mare, la leggendaria perla del mare, che dona al suo possessore ricchezza, soddisfazione, amore e potenza nella vita.”

Molte persone si comportano come Stefano. Vogliono «farsi da sole», si fidano solo di se stesse e vedono un pericolo in chi vorrebbe dare loro consigli circa la navigazione nella vita.
Il termine consilium, in latino, significa consultazione, ma anche avvedutezza. Nell’antica Roma due consoli accompagnavano il Senato. Erano sempre in due, in modo da consultarsi l’uno con l’altro. Confrontandosi, dovevano comprendere quali fossero le decisioni da prendere per il bene della città.
Dare un consiglio significa suggerire ad altri ciò che si ritiene giusto che si faccia nel navigare tra bonaccia e tempeste.
Questo dono dello Spirito ci suggerisce ciò che dobbiamo fare e dire, ci aiuta a compiere le scelte adeguate in ogni occasione.
«Tra demonio e santità è lo stesso, basta che ci sia posto». È ciò che cantava Vasco Rossi. Invece, nella vita, non è proprio così, perché ognuno raccoglie ciò che ha seminato e, se ha seminato erbacce, non può raccogliere grano. Oggi, purtroppo, siamo un po’ tutti plagiati dalle mode, sia nel linguaggio sia nell’acquisto di oggetti che identificano uno status symbol: nessuna epoca storica ha conosciuto un tale bombardamento di messaggi.

Chi vuole salire su un alto monte si cerca una guida. Chi fa un corso di vela ha accanto a sé un istruttore. Nelle squadre sportive c’è un allenatore; nei rally, accanto al pilota, c’è «un navigatore», buon conoscitore del tragitto, che dà le indicazioni giuste per adeguare la velocità al percorso, prepararsi alle curve e… vincere il premio.

Dopo aver fatto questa presentazione ai ragazzi, si può proporre la seguente attività:  i ragazzi riflettono divisi in gruppetti, confrontandosi su alcune domande.
Di fronte a una difficoltà o a una decisione da prendere, come mi comporto? Mi lascio guidare dall’urgenza del momento? Mi fermo e ascolto il profondo del mio cuore? Seguo le opinioni dei compagni o dei media? Mi consiglio con una persona di fiducia per capire le situazioni e scegliere con consapevolezza?
Invocate sempre lo Spirito Santo perché  illumini e  doni la visione vera della questione.

In gruppo, riprendete le risposte e stilate insieme un decalogo di orientamento per la vita, da seguire per non «arenarsi o annegare». Riportatele poi su un cartellone da affiggere nella sala della catechesi e consegnatelo, poi, su un cartoncino, a ogni ragazzo. Concludete l’incontro con una preghiera allo Spirito Santo, ispirata ai punti del «decalogo».
A fine incontro si può concludere consegnando ai ragazzi un augurio scritto dal catechista, oppure prendendo quello suggerito di seguito:

Guarda lontano, non fermarti alle facili apparenze.
Sii ciò che vuoi essere…
Puoi avere tanta felicità da renderti dolce;
difficoltà a sufficienza da renderti forte;
abbastanza dolore da renderti umano;
grande speranza da renderti felice.
Impegnati a: superare l’orgoglio,
cercare il consiglio sincero di un amico,
la parola disinteressata di un genitore,
il rimprovero sereno di un adulto,
l’indicazione competente di un docente,
l’orientamento illuminato del sacerdote.

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RAGAZZI & DINTORNI – Novembre 2010 – Dossier Intelletto

DONACI LA TUA LUCE

di Alessandra Beltrami

All’interno di questo articolo vi suggeriamo un momento di preghiera da svolgere con i ragazzi per invocare il dono dell’intelletto.
Il primo passo da fare è preparare il luogo dove svolgere l’incontro: in un posto centrale, su un leggio o un tavolino, si colloca una Bibbia aperta con un cero acceso. Su un tavolo si predispone un foglio bianco molto grande con  dei pennarelli per consentire ai ragazzi di scrivere.
Il momento di preghiera può iniziare con l’intonazione del canto “Vieni, vieni, Spirito d’amore”.
A questo punto il catechista legge l’introduzione: la presenza di Gesù risorto ci renda forti, l’amore di Dio Padre scaldi i nostri cuori e la presenza dello Spirito Santo ci orienti verso i fratelli e le sorelle.
E’ necessario, ora, presentare ai ragazzi il senso dell’incontro: il dono dell’intelletto ci aiuta a vedere oltre ciò che appare, a cogliere il significato profondo della parola di Dio e della sua volontà. Esso consiste in una luce particolare che è data dallo Spirito Santo, grazie alla quale si intuiscono in maniera penetrante le verità rivelate e si rafforza la virtù teologale della fede. In questa celebrazione, guidati dalla parola di Gesù, siamo invitati a ritrovare dentro di noi la luce dello Spirito, a leggere la nostra vita e ciò che ci circonda con il dono dell’intelletto, per poter seguire il Signore in maniera più consapevole.
Il momento centrale dell’incontro è l’ascolto della Parola: Vangelo secondo Matteo (11,25-27)
Dopo qualche istante di silenzio, si passa alla presentazione di un gesto significativo da far compiere ai ragazzi, il catechista ne spiega il significato: per ricevere il dono dell’intelletto occorre desiderarlo e chiederlo. Esso forma un cuore puro, un cuore sincero, limpido, leale, trasparente. Ci dà una conoscenza profonda della nostra vita, facendoci scoprire il disegno di Dio su di essa.
Dopo un tempo di silenzio, mettendo una musica di sottofondo, si invitano i ragazzi a scrivere, in breve, sul foglio bianco predisposto, le proprie riflessioni, le proprie domande, una parola del Vangelo significativa per loro. Poi, girando intorno al tavolo, in silenzio, si leggono le riflessioni scritte e i catechisti possono dare risposte adatte, soprattutto se ci sono richieste o interrogativi, in modo da essere luce per la loro esistenza.
Prima del canto finale si propone ai ragazzi la preghiera di Jean Galot per l’invocazione del dono dell’intelletto:

Spirito di sconfinata apertura
Spirito di Dio,
vieni ad aprire sull’infinito
le porte del nostro spirito
e del nostro cuore.
Aprile definitivamente
e non permettere che noi
tentiamo di richiuderle.
Aprile al mistero di Dio
e all’immensità dell’universo.
Apri il nostro intelletto
agli stupendi orizzonti della divina sapienza.
Apri il nostro modo di pensare
perché sia pronto ad accogliere i molteplici
punti di vista diversi dai nostri.
Apri la nostra simpatia alla diversità
dei temperamenti e delle personalità
che ci circondano.
Apri il nostro affetto
a tutti quelli che sono privi di amore,
a quanti chiedono conforto.
Apri la nostra carità ai problemi del mondo,
a tutti i bisogni dell’umanità.
Apri la nostra mente
alla collaborazione con tutti coloro
che si adoperano per un medesimo fine.

Il momento di preghiera si può concludere con il canto finale: Il Signore è qui tra noi.

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Il filo rosso dello Spirito Santo

Che cosa succede quando si riceve lo Spirito Santo con la Cresima? Lo Spirito ci riempie di doni e ci traccia ogni giorno la strada per essere felici. Lo spirito guida e dirige la vita e le scelte. Per noi, postulanti delle Figlie di San Paolo, è così.

Dio, per noi, non è un vecchio signore seduto in trono ma è vivo e vicino, è il Dio di Gesù Cristo. Se Dio non è una favola e Gesù non è un superman ma un amico, allora non possiamo nasconderlo!

Quello che serve è un filo rosso che leghi i tempi e i luoghi della vita, una gioia profonda che dia sapore a ogni gesto della giornata. Questo filo è lo SPIRITO SANTO!


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Noi abbiamo deciso: metteremo la nostra mente, il cuore, i pensieri, il corpo, inostri spazi e tutto il nostro tempo a servizio dell’annuncio del Vangelo, con le parole e la vita. Gesù parlava nelle piazze e noi annunceremo il Vangelo con i mezzi della comunicazione sociale tra le Figlie di San Paolo!


Ma tu sei amico dello Spirito Santo? E qual è la tua vocazione? Prova a rispondere a queste semplici domande… il resto lo vedrai accadere! Auguri caro amico e cara amica, lo Spirito, scendendo su di te, ti ricolmi della pace vera, della felicità duratura, di tutti quei suoi straordinari doni che potranno rendere la tua vita bella!

 

Nikki e Veronica,
postulanti Figlie di san Paolo

Ci uniamo all’augurio di Veronica e Nikki… augurio rivolto ai ragazzi della Diocesi di Bologna! Augurio che però, come redazione, estendiamo a tutti i cresimandi di ogni parrocchia, ai loro catechisti, a tutti coloro che si mettono in gioco perchè la fede diventi vita nella vita di tutti!