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Tra note e realtà – La vita vale

Cosa succede che succede in giro,
chi vede bianco chi vede nero,
chi resta in casa chi se ne va in strada
che cosa conta che cosa è vero?
Il succo d’ananas è insanguinato
Ed il caffè ha un gusto assai salato…
Un brevetto di una medicina
Vale più di una bambina…
…il commercio è uno strumento di libertà,
ma nel rispetto dei diritti e della libertà
e allora forza venite gente
che le speranze non si sono spente!
Noi dobbiamo convincerli che la vita vale
Una vita soltanto, più di una multinazionale.
Noi dobbiamo convincerli che la strada buona
È il rispetto totale dei diritti di una persona.
(Jovanotti – La vita vale) 

Forza! Venite gente!
E Jovanotti mi fa pensare… a cosa? Alle strade, alle piazze, ai cortei, ai balconi… a tutti quei luoghi in cui le speranze non si sono ancora spente!
Le ricordate ancora le care vecchie bandiere che davano colore ai cortei? Sì, proprie quelle che ieri sventolavano la parola PACE e oggi sono state sotituite dai sassi, petardi, lacrimogeni… chissà se chi ieri criticava quelle bandiere oggi festeggia trionfante la loro eclissi...
Ma anche senza le bandiere, io continuo a pensare alla pace! A quelle che manca nel mondo, ma ancor con più forza, a quella che manca in noi. Il mondo continua a essere in guerra, ma noi ormai ne siamo assuefatti. Il mondo sociale non è più diviso tra chi vuole la pace e chi la giustifica a forza di guerra. Quello che qualche anno fa stava dividendo il mondo e, diciamolo fuori da ogni diplomazia, e divideva anche le nostre case, oggi non siamo più in grado di vederlo. Ed è proprio come canta Jovanotti: «C’è chi vede bianco e chi nero, chi resta a casa e chi esce in strada»ma perché?
Che senso ha tutto questo se…
…se per le strade si uccide, nelle stazioni si pesta la gente a morte, sui muri continuano ad apparire le solite scritte: «a morte i…; …tutti i bastardi…» e il credere nell’intelligenza di ciascuno di voi mi spinge a preferire il punto ad altre assurdità!!!
Ironia della sorte! A quali autori non accreditati dobbiamo tutto questo?
Ai soliti ignoti, che dall’alto delle loro coscienze si fregiano d’essere paladini di non si sa quale pace e continuano a seminare terrore.
Eppure la pace ha un’unica radice: il rispetto per la vita sempre e comunque. Non solo la vita di chi ci vive lontano migliaia di chilometri, ma anche quella di chi condivide con noi lo stesso autobus o vagone del metrò; di chi ha la gioia di contemplare un monumento, possibilmente sprovvisto di ricordi firmati la scorsa notte; di chi preferisce fare una passeggiata, senza dover pensare troppo a evitare luoghi isolati o incontri che ti lasciano il segno per tutta la vita.
Da dove nasce la pace? Qual è la sua culla?
Il cuore stesso dell’uomo!
Forse per questo fin dalla notte del mondo la pace è stato un dono fatto a uomini amati, che pur tra mille povertà, sanno riconoscere il volto dell’amore; è stato fatto a chi non si è accontentato di proclamare, ma ha scelto e lottato per realizzare la pace, per renderla non un sogno, ma una possibilità per tutti a qualsiasi latitudine.
E’ urgente togliersi i comodi occhiali del “sarà tutto inutile”!
E’ necessario guardare gli interessi veri che spingono le nazioni a spendere milioni di euro o di dollari in imprese che a volte, di umanitario, hanno solo il nome.
Nazioni, i cui mercati continuano a scendere e il cui debito pubblico è ormai al collasso, hanno veramente a cuore solo il bene di tutti? Prestiti reticenti che hanno più il sapore della forca che non del dono, accordi petroliferi e ricchi giacimenti sotterranei che continuano a fare la differenza tra i diritti da difendere di alcuni paesi e quelli che possono essere violati in altri ben più poveri e dimenticati!
E intanto le guerre continuano a difendere i diritti umani… e noi sappiamo solo immaginare armi intelligenti o ignoranti, che uccidono!
La morte però non è mai un diritto riconosciuto, ma sempre e solo un bene violato… sia che tu veda bianco o che tu veda nero.

di suor Mariangela fsp

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Tra note e realtà – Istruzioni per l'(ill)uso

Il 51% delle famiglie italiane
possiede 3 o più televisori,

un adolescente su due
passa almeno 3 ore al giorno davanti alla tv.

La sua coscienza viene bombardata
quotidianamente da programmi
che propongono falsi miti e inducono a facili illusioni.
Se avessi in mano il telecomando di tuo figlio
tu cosa faresti?

Cosa ci fai davanti a quello schermo,
fuori c’è un inferno e tu rimani fermo:

te ne pentirai, non perdere tempo, usa il tuo talento al 100%!
(Gemelli diversi, Istruzioni per l’(ill)uso)

È solo l’inizio di uno dei testi più interessanti dei Gemelli Diversi: anche questa volta provocanti e assolutamente “disturbanti”. Sostanzialmente scomodi, ma dichiaratamente autentici.
Con il mondo della comunicazione e della cultura contemporanea sotto tiro finisce anche la forma mentis, la mentalità attualmente in vigore… (e la scelta delle parole non è casuale).
A questo punto però, piuttosto che aggiungere altro, preferisco richiamare parti, a mio parere provocanti, del testo:
Se avessi in mano il telecomando di tuo figlio, tu cosa faresti?
La domanda è interessante, ma verrebbe da chiedersi cosa ci impedisce di riaverlo… o forse non basta ancora. Cosa spinge un adolescente su due a preferire la tv, i social network, la chat, il virtuale al reale?
Cosa ci fai davanti a quello schermo, fuori c’è un inferno e tu rimani fermo…
Perché abbiamo bisogno di occhiali protettivi a forma di schermo per entrare in quel mondo che ci appartiene per nascita?
Chi stiamo generando? Identità forti o fragilità resistenti?
“Vuoi lasciare un segno nel mondo, cercare te stesso, scavare più a fondo… ma vah… è un conto a 7 zeri che fa la felicità. Oh…”
Detto così sembra un colpo basso alle nostre coscienze, sempre così desiderose di lasciare un segno nella storia. Di fatto a crederci siamo in molti e ad agire di conseguenza siamo quasi la totalità.
Non è pessimismo, né è il sol leone a farci straparlare. La verità dice se stessa, e si dice proprio dalla realtà delle situazioni concrete, dalle tante notizie che riempiono la cronaca, dalle parole, spesso in esubero, di chi ogni giorno annuncia, dal pulpito dei talk-show, varietà o reality, le personalissime verità oggettive…
La soluzione a tutto questo è ancora da inventare, o forse si tratta semplicemente di imparare a costruire… se stessi, la propria vita, le proprie scelte e poi il mondo.

di suor Mariangela fsp

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Tra note e realtà – Com’è straordinaria la vita

Com’è straordinaria la vita,
com’è, coi suoi segreti, i sorrisi, gli inganni.
Com’è straordinaria la vita,
che un giorno ti senti come in un sogno
e poi ti ritrovi all’inferno.
Com’è straordinaria la vita,
che non si ferma mai, sì, non si ferma mai.
E ti viene da vivere e… ti viene da piangere e…
ti viene da crederci ancora
provare a lottare e dare il meglio di te,
che qui non è facile, ti senti fragile,
qui, dove tutto quello che conta è quello che senti…
e sentire com’è…
Com’è straordinaria la vita,
com’è, che ti fa credere, amare, gridare…
(Dolcenera, Com’è straordinaria la vita)

«Fra nuvole e favole la vita può essere un sogno, fatto di momenti belli che ti fanno crescere, e sono quelli da ricordare, perché nei momenti difficili ti danno speranza! La vita è immensa ma va vissuta personalmente, scoprendo il valore dei suoi lati più belli»
«La vita può essere un sogno o un inferno… sta a noi viverla!», «E’ un dono che non puoi rifiutare e allora vivilo! Raggiungi i tuoi obiettivi… questo è straordinario!… A volte è triste… ma anche la tristezza può insegnare!»
Sulle parole di Dolcenera e della sua forte e intensa canzone, mi piace costruire una sorta di armonizzazione proprio attraverso l’esperienza condivisa, di un gruppo di ragazzi e ragazze di 14 – 15 anni che ho incontrato qualche tempo fa. Mi è sembrato interessante che l’esperienza di Chiara, Luca, Riccardo, Noemi, Laura e di altri loro coetanei potesse emergere quale eco concreto e reale della loro vita fatta di sogni e speranze, dei loro sguardi carichi di futuro, della loro vivacità pregna del desiderio di generare vita nuova… questo è veramente straordinario.
Giovani alle prese con la vita, coscienti dei sogni e dei tanti possibili “inferni” eppure capaci di speranza, di sguardi positivi, di concretezze disarmanti.
Fa bene al cuore sentirli vibrare per sogni che guardano oltre, che non si accontentano di mediocrità e che sognano decisamente l’oltre, il di più, il meglio, l’altro; che si lasciano toccare da Dio!
Fa bene! Soprattutto perché Daniele, Mirko, Giulia, Danilo e gli altri, non sono solo piccole eccezioni, ma sono parte di un’umanità che con noi è il presente e, con noi, sarà il futuro.
Dolcenera diventa quasi la cartina tornasole di quello che vivono e pensano: una vita in cui credere, sperare e a volte anche soffrire… ma pur sempre: crederci!
Credere sì! Ma non solo sentire… non è questa l’unica cosa che conta! Non sono le sensazioni che fanno la differenza! Della vita, non puoi sempre stare a sentire quanto sia straordinaria… a volte devi fare in modo che lo diventi.
Le scelte, non sempre così facili e scontate… queste rendono la vita veramente straordinaria!

di suor Mariangela fsp

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Tra note e realtà – La vita è un dono

Nessuno viene al mondo per sua scelta,
non è questione di buona volontà 
Non per meriti si nasce e non per colpa,
non è un peccato che poi si sconterà […]
Il bene che colpisce come il male,
persino quello che fa più soffrire
è un dono che si deve accettare,
condividere poi restituire.
Tutto ciò che vale veramente,
che toglie il sonno e dà felicità,
si impara presto che non costa niente,
non si può vendere né mai si comprerà.
La vita è un dono legato a un respiro
dovrebbe ringraziare chi si sente vivo […]
(Renato Zero, La vita è un dono)

Nel primo mese di questo 2012 si può scegliere di scrivere su tutto e sul suo contrario! E le parole, forse è vero… si sprecano sul serio!
Mi sarebbe piaciuto trovare qualcosa di originale da proporre, un nuovo modo di scrivere e magari di ascoltare. Iniziare con un non so che di nuovo sarebbe stato originale: proposte interessanti nel mondo della musica, testi nuovi, cantautori poco ascoltati, singoli poco venduti. Eppure la voglia di nuovo è sempre più una mania diffusa, una sorta di epidemia galoppante che non risparmia più nessuno.
Tutto nuovo… come il nuovo anno!
Nuovo perché non ancora vissuto… nuovo perché pregno di futuro… di ponti nuovi da costruire e non tra due lembi di terra ferma, ma tra vite in continuo movimento, tra storie in perenne evoluzione.
Ma non esiste nuovo senza antico ed è povero il domani che si svuota di ieri!
Allora ho detto: «STOP!»
La felicità per ciò che è iniziato è indissolubilmente legata alla gratitudine per ciò che è finito; perché la vita unisce i giorni, i mesi, gli anni… e saggio è colui che lo comprende, ma coraggioso è colui che ringrazia, cogliendone il dono, superando lo scontato, scoprendone il quotidiano mistero.
La vita, il respiro, la storia: nulla ci è dovuto… nulla è meritato… e, forse è vero, non possiamo neppure scegliere fino in fondo con chi nascere e quando morire, ma possiamo vivere e scegliere come e chi essere… perché tutto, canta Renato Zero, ma proprio tutto ciò che vale veramente si imparerà presto e non costerà niente… niente fuorché la vita, se da dono accolto si trasformerà in dono offerto!
Buon inizio a tutti allora per ciò che sarete e buona continuazione di ciò che continuerete a essere!

                                                                                                          di suor Mariangela fsp

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Tra note e realtà – Where is the love?

 Cosa c’è di sbagliato nel mondo, mamma?
…Persone che uccidono, persone che muoiono,
bambini feriti e li senti piangere.
Sei capace di mettere in pratica quello che predichi
e di porgere l’altra guancia?
Padre, Padre, Padre, aiutaci mandaci un segno da lassù
perché queste persone mi portano a chiedermi:
Dov’è l’amore?
Davvero non è lo stesso, sempre uguale
I nuovi giorni sono strani, il mondo è matto
Se l’amore e la pace sono così forti
Perché queste parti dell’amore non ci appartengono?
…Con nazioni che sganciano bombe
e gas chimici che riempiono i polmoni dei più piccoli,
con sofferenze progressive, mentre i giovani muoiono giovani?
Allora chiediti se l’amore è davvero sparito…
Dov’è l’amore, forza, voi tutti?
Dov’è la verità, forza, voi tutti?
Dov’è l’amore, voi tutti?
(
Black Eyed Peas, Where is the love? – traduzione italiana-)  

Padre, aiutaci! Mandaci un segno da lassù!
Dov’è l’amore se guerre piccole e grandi sono in corso e non sappiamo il perché?
Dov’è la verità, se tutti la nascondono e la mascherano?
Perché l’equità e la comprensione abitano sempre più lontano dal nostro pianeta?
Father, Father, Father help us!
E’ grido potente e forte che sempre può trovare una risposta. La casa dell’amore, che spesso cerchiamo lontano da noi; la presenza dell’amore che crediamo legata alle scelte dei potenti; la forza dell’amore la cui potenza siamo certi dipenda dai “grandi”… è in noi e dipende da noi.
E’ legata alla nostra debolezza, è intrappolata nella nostra superficialità, rimane invischiata nella nostra omertà. Ci sentiamo troppo soli per agire, troppo stanchi per pensare, troppo pochi per lottare, troppo fragili per credere.
Father, Father, Father help us!
P
adre aiutaci a sentire l’amore nascere nelle nostre scelte. E l’amore diventi la nostra forza, la nostra determinazione, il nostro lottare, il non arrenderci.
Padre aiutaci a esserci in questa storia, a sentirci parte presente di un nuovo modo di pensare, di agire, di volere.
Dov’è l’amore nelle leggi?
Dov’è l’amore nelle famiglie?
Dov’è l’amore nella nostra società?
Dov’è l’amore nella nostra vita?
Ecco sta per nascere, proprio ora: piccolo germoglio nelle nostre mani.
E’ la potenza di Dio che sceglie l’uomo, perché l’uomo possa diventare Dio.
E’ il mistero del Suo farsi carne, perché la carne possa vibrare di infinito.
E’ il mistero di Dio che entra nella storia.
E’ il mistero dell’uomo penetrato dall’eternità.

di suor Mariangela fsp

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Tra note e realtà – Qualcosa che non c’è

Tutto questo tempo a chiedermi cos’è che non mi lascia in pace…
Tutti questi anni a chiedermi se vado veramente bene così…
Come sono… Così
Così un giorno, ho scritto sul quaderno:
«Io farò sognare il mondo con la musica!»
Non molto tempo dopo quando mi bastava fare un salto
per raggiungere la felicità… e la verità è che…
Ho aspettato a lungo qualcosa che non c’è,
invece di guardare il sole sorgere…
Questo è sempre stato un modo
per fermare il tempo e la velocità.
I passi svelti della gente, la disattenzione,
le parole dette senza umiltà, senza cuore così
solo per far rumore…

(Elisa, Qualcosa che non c’è)

Perché questo canto di Elisa mi abbia fatto pensare all’Avvento non lo so. Ma so con certezza che ascoltarlo e riascoltarlo ha riattivato nel cuore tanti volti, storie e desideri di persone che conosco bene, di gente che ho incontrato in quest’ultimo tempo, di tanti con cui ho solo scambiato qualche parola. In tutti, è tangibile la speranza di un qualcosa di diverso, di una possibilità nuova di vivere e amare; l’attesa di diventare qualcuno, di scoprire le vie della felicità vera; il desiderio di costruire un futuro in cui valga la pena esserci; la voglia di lasciare un segno nella storia.
Sogni e attese che tante volte si scontrano con l’illusione e con l’impossibilità di accadere; e non è questione di ideali irraggiungibili. Spesso è l’impegno, la passione, la perseveranza a cedere. L’attesa pretende il coraggio della pazienza e l’audacia della fiducia. Il tutto e subito distrugge i sogni e non permette al futuro di diventare presente. Non si costruiscono le strade battendo i piedi per terra, né si edificano ponti, scrivendo solo nel desiderio i propri sogni.
Attendere significa metterci del proprio… anzi, perdonate la schiettezza… è necessario rimetterci del proprio, perdere, lasciare, apparentemente arretrare. È il prezzo che il futuro chiede; è il prezzo di chi sceglie seriamente di diventare qualcuno, di esistere; è il prezzo di chi non declina mai ogni responsabilità sul mondo, ma lo cambia con la forza del silenzio e della pazienza.
È questo l’augurio che mi piacerebbe riempisse questi ultimi giorni di attesa.
È augurio per tutti coloro che in questo tempo camminano, credono, sperano, attendono…
E non si tratta di aspettare a lungo qualcosa che non arriverà mai. Ma non è neppure rinnovare, liricamente o sdolcinatamente, l’attesa di un Dio che in un modo o in un altro comunque arriverà, come ogni anno, da più di duemila anni.
Si tratta di accogliere Colui che c’è da sempre… quel sole che da sempre e per sempre ci illuminerà; che sarà la nostra luce e il senso stesso del nostro esistere… il Sole che ama sorgere rompendo schemi e finzioni, che ama andare molto al di là di ogni umana attesa e di ogni orizzonte troppo calcolato.

Il segreto
canta Elisa – è fare tutto come se vedessi solo il sole.
Il segreto
mi piace affermareè fare tutto guardando solo il Sole, prevenendolo nell’attesa delle nuove aurore che spalancherà all’orizzonte, lasciandosi sfiorare e penetrare da quei raggi che, Lui, non farà mai mancare nel tempo.

di suor Mariangela fsp

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Tra note e realtà – Qualcuno mi ha ucciso

Nonostante mi sono difeso sai
qualcuno mi ha ucciso
tentativo fallito altre volte e poi… riuscito
un’assurda inspiegabile volontà…
di far fuoco

ma chiunque dimostri genialità:
è fottuto!

…avevo una parola per tutti
non considerando che i matti, ci sono!
livore misto a gelosia, mamma mia,
non sei al sicuro mai…

e più ti spendi e più ti dai e più l’invidia tu scatenerai
conviene starsene a guardare vegetare
e non rischiare più..
…mille discorsi lasciati in sospeso …
(Renato Zero – Qualcuno mi ha ucciso)

…mille discorsi che vorremmo iniziare, mille spunti da cogliere, mille sollecitazioni da accogliere, eppure tempi e spazi ci costringono a scegliere e mai come questa volta, ve lo assicuro, mi dispiace frammentare un testo così pregno di significato.
Le poche righe, estrapolate dal canto, basterebbero a riprodurre uno schizzo, purtroppo fedele, della nostra esperienza personale, delle situazioni in cui ci troviamo, delle relazioni, a volte difficili che ci è chiesto (o magari offerto!) di vivere.
La morte, la violenza, la gelosia, le libertà negate, le coercizioni, i tradimenti… e la lista potrebbe allungarsi notevolmente.
Le possiamo cercare nella storia ufficiale, ma in fondo, non ci scomoderebbero più di tanto. Le possiamo ascoltare dalle anonime voci della radio o le possiamo vedere dalle crude immagini di reportage televisivi… ma tra noi e loro c’è una certa distanza psicologica: siamo ancora al sicuro!
Eppure prima o poi ci toccheranno! O forse ci hanno già toccato!
Qualcuno dirà di no! Altri, sicuri di sè, crederanno di essere spiriti superiori.
I saggi si affidano al tempo, i mistici lasciano tutto nelle mani di Dio!
Eppure qualcosa di noi soffre! Chiede di essere ascoltata. E’ la nostra umanità che ha bisogno di nuovo ossigeno per sperare, per ricominciare, per credere ancora nell’uomo, per continuare ad amare nonostante le ferite.
C’è una tentazione con cui fare i conti: il lasciar perdere tutto e continuare tranquilli per la propria strada. In fondo che c’è di sbagliato? Lo fanno in tanti!
Starsene a guardare, tenere le giuste distanze evita rischi inutili e compromessi scomodi.
Davanti all’ampio orizzonte del bene, cosa può la morte? Che forza hanno i tradimenti? Chi può toglierci la libertà?
La domanda è quella di sempre: amare o non amare la gente?
La risposta fa la differenza!

 di suor Mariangela fsp

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Tra note e realtà – L’eternità

Ci troveremo ancora
più grandi e più sinceri in una lacrima
E parleremo ancora di cieli immensi
avremo nuove verità…
…e quanto dura l’eternità?
Dimmi che senti me!
Come fossimo una cosa sola una foglia
in mezzo a questo vento che ci ha portato l’eternità.
Il tempo è già finito…
lo spazio aperto davanti a noi

che siamo come diamanti
pronti a non spezzarsi mai

Ci meritiamo l’eternità
L’eternità…

(Giorgia – L’eternità)

Difficile non pensare o non chiedersi cosa ci sia dietro le parole che Giorgia canta… quali stati d’animo… quali dubbi e quali certezze…
Quale eternità sta stringendo tra le mani; quale eternità stanno cantando i suoi tantissimi fans?
Qual è l’eternità in cui crede la nostra società? In cui crediamo noi?
E’ la più spontanea delle domande, davanti a scelte sociali e personali piene di contraddizioni. Ci basti aprire periodici, radio, tv con un pizzico di senso critico (basta un pizzico… senza troppe pretese!!!) per scoprire i tantissimi bleff di cui siamo oggetti! Ahimè, purtroppo solo oggetti e niente di più!!! Un giorno tutti pronti alle nuove crociate, paladini agguerriti della cristianità… il giorno dopo gli stessi crociati li troviamo vestiti da streghe per festeggiare la magia nera e la morte. Di cristiano c’è veramente poco.
«Giù le mani dalla Croce»…titolavano i giornali in questi giorni! Ma è già passato. Il presente è Harry Potter, Halloween, le streghe…

Cristiani dove siamo?

Forse ancora occupati negli ultimi festeggiamenti della “notte”? O ancora un po’ assonnati per cogliere l’intenso e luminoso input che ci viene dai primi giorni di novembre?
Mi piacerebbe chiedere a quali sensazioni ci rimandi questo mese: san Martino, i crisantemi, il vino, i cimiteri, l’autunno, i primi camini o i, ben più banali, termosifoni.
Sembra che vita e morte si incontrino! Sembra!?E invece è realtà!

Novembre non inizia, come molti pensano, con la commemorazione dei defunti, ma con la festa di tutti i santi, di tutti i figli di Dio… e dunque con la nostra festa.
E’ utopia pensare alla morte come un indissolubile legame fondato sull’amore?
No! E’ fede!
Siamo come diamanti pronti a non spezzarsi mai
e anche quando il tempo sembra finire, ci resta pur sempre tra le mani, quella libertà che Qualcuno ci ha offerto… quella possibilità di costruire un’eternità… un futuro senza fine che è dono, sempre e comunque, ma che non rinnega mai il sapore e la forza delle singole scelte personali.

di suor Mariangela fsp

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Tra note e realtà – Il Re del niente

Ci sono, certe volte che, lo sai, vorrei essere un re perché… 
Sentirmi il primo in qualche cosa anch’io,
Ma il re del niente sono io
[…] Splendido niente di un uomo che cammina,
un uomo in mezzo alla gente
Seguendo l’onda
in questo mare di giorni

che ancora non mi affonda
Io che voglio e vivo
una vita normale

che me ne accorgo cercando qualcosa di speciale
Io che non esisto ma che non voglio morire
Sono il re del niente statemi a sentire!
Capita a volte che la tristezza
Mi sfiori appena con la sua carezza
Ma in quel piacere dispiacere
Sai, ho imparato anch’io a godere…

(Gianluca Grignani, Il Re Del Niente)

Se avessimo on line Gianluca Grignani glielo chiederemmo: « Cos’è questo niente di cui ti senti Re?»
Raccolgo, da un’intervista che rilasciò in occasione dell’uscita di questo album, un inciso che mi sembra significativo: «Io vendo musica, emozioni… vendo fumo insomma, quindi sono il re del niente».
…Il re di un mondo che per i più è non esistere, non valere, un mondo in cui abitano emozioni, sogni, debolezze, vita normale e quotidiana, fatta di piccole scelte e di nessun gossip!
Ed è proprio in questa normalità costruita con incontri semplici, che si nasconde qualcosa di bello e oserei dire di puro, di nuovo, di speciale… Un niente che non annulla, non distrugge, non annienta più l’originalità, anzi la libera.
Vi invito a scendere nella profondità di un testo e di un’opera musicale che ha, credo, un suo valore nascosto… e che si radica nella vita stessa di chi le ha permesso di nascere.
E’ straordinario che nel terribile vortice dello show business ci sia ancora chi abbia il coraggio di pensare, e di proporre uno stile controcorrente e Grignani non è il solo, ne sono cosciente. Ma è pur vero che oggi, è personaggio sempre più raro quell’artista che alla pubblicazione a oltranza, di facile fruibilità e di ancora più facile vendita, preferisca un lungo silenzio che ha il sapore di un’altrettanto lunga gestazione, carica di vita! E’ vita, quella che il Re del niente canta. E’ normalità! E’ il quotidiano camminare tra la gente che ci vive attorno, è il continuo decidere chi essere e cosa dire; è il “banale” eppur prezioso scegliere se imparare dalla vita e dalla storia, o se lasciarsi vivere tra un caso e un’accidentale coincidenza.

Chi ha mai pensato alla dolce carezza della tristezza?! Chi ha mai cantato la possibilità che proprio lì, in quel piacere dispiacere ci fosse da imparare?

                                                                                                                                                                             di suor Mariangela fsp

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Tra note e realtà – Il negozio di antiquariato

Non si può cercare un negozio di antiquariato in via del corso
Ogni acquisto ha il suo luogo giusto
e non tutte le strade sono un percorso.
Raro è trovare una cosa speciale
nelle vetrine di una strada centrale…
Prima di partire si dovrebbe essere sicuri
di che cosa si vorrà cercare dei bisogni veri.
Allora io propongo per non fare confusione
a chi ha meno di cinquant’anni
di spegnere adesso la televisione…
Ma le più lunghe passeggiate
le più bianche nevicate e le parole che ti scrivo
non so dove l’ho comprate
di sicuro le ho cercate senza nessuna fretta
perché l’argento sai si beve, ma l’oro si aspetta

(Niccolò FabiIl negozio di antiquariato)

Pochi giorni fa ho ricevuto una lettera molto particolare da un’anziana signora, una persona veramente speciale:

«Il mio medico, (mi ha scritto) qualche tempo fa mi ha parlato di una strana malattia. Non ti so dire il nome, i miei figli non me l’hanno detto. Ma ho visto tante cose nella mia vita e so distinguere la preoccupazione dalla disperazione…alla mia età si sa, la morte si aspetta. Eppure la vita è sempre più forte.
Sento di essere davanti a un bivio: da una parte, il sentiero dell’attesa, della rassegnazione, del tanto prima o poi sarebbe arrivata! Dall’altra, la via della speranza, del continuare a vivere e a scegliere ogni giorno, del non sprecare un solo attimo, del costruire fino alla fine.
E quando, quel giorno, lo incontrerò… quando incontrerò il Dio in cui ho sempre creduto, che ho sempre sentito presente, allora spero che, sorridendo, mi dica: “Vieni con gioia, amante della vita”».

Poche frasi lapidarie… ma quanta vita!

Quando le ho chiesto di poter condividere con voi queste righe, la sua voce, al telefono mi dava l’impressione tanto della perplessità quanto della sorpresa.
«Perché?» mi ha chiesto, «E’ un tesoro» le ho risposto.
E’ stata qualche secondo in silenzio e poi mi ha detto:«Non è un tesoro… E’ solo la mia vita.  Scrivi pure, se credi possa servire, ma non dimenticare di dire che la vita e la morte nessuno di noi può sceglierle».

C’è però una cosa che possiamo decidere: come vivere!

                           di suor Mariangela fsp

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