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Diventiamo seminatori di vita? – Buon anno 2023!

Che cosa conta più della vita?

Che cosa possiamo augurarci reciprocamente se non vita? Sì, vita, perché nulla c’è di più prezioso. Nulla di più scontato.

Auguriamoci reciprocamente vita, quella autentica, quella che fa vivere il mondo attorno a noi e fa vivere anche noi.

Vita è un sorriso benevolo, che sa appianare una fastidiosa tensione.
Vita è il perdono dato a chi proprio non ha fatto nulla per meritarlo.
Vita è accorgersi di una sofferenza camuffata.
Vita è capacità di ricominciare con una ferita ancora sanguinante.
Vita è sperare quando tutto sembra capitolare.
Vita è rinascere, ogni giorno un tantino in più.
Vita è… tutto ciò che uscendo dal nostro cuore, dalle nostre labbra, dalle nostre scelte ci rende migliori e rende migliore il mondo attorno a noi.

Ma qual è la sorgente della vita? E come possiamo seminarne a piene mani?

Come possiamo attraversare la morte senza morire?
Come possiamo essere feriti dall’odio e decidere di non odiare?
Come possiamo ricominciare a vivere quando nel cuore si è spenta la speranza?

Il 1° gennaio fa risuonare tra noi una solenne benedizione, consegnata da Dio a Mosè, perché fosse proclamata sul popolo. Una benedizione che ha attraversato i secoli fino a oggi, e che si diffonde tra noi alimentando davvero vita.

«Ti benedica il Signore e ti custodisca.
Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia.
Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace»

Questa benedizione non è solo augurio. È, insieme, promessa e compimento. È ciò che Dio per noi promette ed è ciò che su di noi Lui opera.
Dio stesso si è fatto in Gesù benedizione. Facendosi carne, ci ha presi in carico. Sposando la nostra stessa fragile natura l’ha resa capace di far germogliare vita. Nascendo, ha rivolto verso di noi il suo volto e ci ha resi per sempre benedetti e amati.

Questa è la sorgente della vita.
Questo è ciò che ci permette ogni giorno di diventare VITA!
Il nuovo anno si apra con questa certezza nel cuore.
E la Madre di Dio, prima seminatrice di vita renda stabile e certo il nostro camminare.

Tanti auguri a tutte e tutti noi e buon 2023!

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Custodire la vita – Buon anno 2022!

È il primo giorno del nuovo anno e credo che non ci sia augurio più grande se non quello che riceviamo dalla prima lettura, dalla benedizione del Libro dei Numeri. Parla, dice Dio a Mosè, parla ad Aronne (tuo fratello) e ai suoi figli, dicendo: «Ti benedica il Signore e ti custodisca. Rivolga verso di te il suo volto. Ti conceda pace. Faccia risplendere per te il suo volto. Ti faccia grazia».

Quanta vita attraversa queste parole, quanta vita zampilla da questa benedizione, quanta vita si sparge attraverso parole piene di bene.

Ecco, questo è quello che auguro a tutti voi e a me: il coraggio e la determinazione di custodire la vita spargendo benedizione. Abbiamo bisogno di essere raggiunti dalla vita vera, autentica, buona; da una vita capace di contenere vita per generarla. Ripeto: contenere la vita, custodire la vita, per generarla.

Maria lo fa e diventa madre, sorella, compagna nella fede feriale, nelle scelte semplici, in quelle apparentemente più banali. Quando tutti si stupiscono, Maria custodisce: custodisce eventi, parole, persone. Custodisce la Vita, quella di Dio, ma custodisce anche le tante vite che sfiora; custodisce la Parola e custodisce le parole. Possa lei insegnarci a farlo. Possa la Madre di Dio, Custode della vita, insegnarci a vivere ogni singolo giorno come custodi di una vita che non ci appartiene, di tante vite che non ci appartengono ma di cui siamo responsabili: la vita del mondo, la vita del nostro pianeta, la vita dei nostri fratelli e delle nostre sorelle, la nostra vita, la vita che attraversandoci porterà alla luce il futuro.

Possano le nostre parole essere capaci di vita.
Possa il nostro silenzio consapevole arrestare parole di morte.
Possa la nostra comunicazione allontanare la solitudine e generare spazi di condivisione. Buon anno a tutte e tutti noi!

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Con Maria un saluto dal cuore – Ferrara

Non è mai facile scrivere un articolo che verrà pubblicato sul web o inviato via mail… In questi ultimi tempi abbiamo cercato di raccontarvi con attenzione della bellissima esperienza vissuta mensilmente con i giovani di un liceo presso l’abitazione delle Figlie di San Paolo di Ferrara. Abbiamo tentato di descrivere quello che è stato fatto, di spiegare cosa si può condividere con i giovani, ma anche di mostrare il loro entusiasmo, la loro partecipazione. Oggi abbiamo deciso di scrivere qualche riga partendo dal cuore… Sì, perché per noi l’incontro del 27 maggio è stato l’ultimo con questi fantastici ragazzi e più di tante parole ci portiamo dentro l’affetto che ci hanno dimostrato e più di tutto il resto vorremmo che loro sentissero che gli abbiamo voluto bene, così semplicemente. In questo mondo dove spesso nessuno da niente per niente auguriamo loro la felicità, quella felicità che passa dai rapporti belli, profondo, sinceri con le persone che si incontrano, quella felicità che ha come fonte Gesù che è amore. Per tutto questo non potevamo non soffermarci, nell’ultimo appuntamento, su colei che più di tutti ci mostra il suo affetto, ci avvicina a Gesù, desidera la nostra felicità: Maria.

Chi è Maria per un giovane oggi? Siamo ancora in grado di comprendere il suo valore, di imitare la sua donazione totale a Dio, di sentire la sua materna vicinanza? Cosa dire di Maria? Maria, nostra madre ci è sempre vicina, ma noi la conosciamo? È importante allora cercare di capire quali sono i dogmi mariani che la Chiesa ci invita a credere e come ci presentano questa figura tanto importante di donna e madre. Ci siamo fatti accompagnare da un film: Nativity, le cui scene ripercorrono i vari momenti della vita di Maria di Nazaret. 

Abbiamo visto con i giovani che Maria è Immacolata poiché è stata preservata dal peccato originale e non ha commesso nessun peccato, né mortale né veniale, in tutta la vita. Maria, soprattutto, è stata scelta da Dio per realizzare il suo progetto d’amore: venire nel mondo per salvare l’uomo. Lei con il suo sì diventa la Madre di Dio, che si fa uomo. Essere la madre di Gesù è il fatto centrale della vita di questa giovane donna, la sua vocazione. Su questo ci siamo un po’ fermati e interrogati: quali sensazioni deve aver avuto Maria all’annunciazione? Paura di dover all’improvviso cambiare i propri piani? Anche Lei come noi, sicuramente aveva, almeno idealmente, pianificato la Sua vita, una vita normale con le gioie e le sofferenze di ogni uomo. Eppure all’improvviso, tutto cambia. Abbiamo provato ad immaginarci al suo posto… “oggi, come tutti i giorni, mi sveglio, vado a Scuola, torno a casa, studio, ma all’improvviso, quando sto chiuso nella mia cameretta, all’improvviso, vedo una luce e sento una voce, che mi chiede di lasciar tutto”: chi di noi direbbe sì, senza aver almeno ottenuto le rassicurazioni del caso?

La madonna poi è la sempre Vergine: il concepimento di Gesù dallo Spirito Santo è indicato dalla verginità prima della nascita di Gesù; il parto naturale senza dolori e senza perdere l’integrità indica la verginità nel parto; la dedizione totale di Maria a Gesù ricorda la verginità dopo il parto.

Maria, infine, terminato il corso della vita terrena, fu Assunta nella gloria celeste in anima e corpo. L’assunzione non nega però che anche lei sia passata attraverso l’esperienza della morte ma afferma che essa partecipa già adesso, corporalmente, del mistero di Dio.

Il nostro allora vuole essere un GRAZIE sentito a tutti coloro che hanno reso possibili questi incontri: le Figlie di San Paolo di Ferrara che hanno messo a disposizione la loro comunità ma soprattutto il loro tempo e molte attenzioni perché questi momenti fossero possibili; e infine tutti i giovani che hanno dato spazio alla Parola di Dio con semplicità ma grande disponibilità.

(Veronica Bernasconi e Anne Dominique Ramos – Postulanti fsp)