È il primo giorno del nuovo anno e credo che non ci sia augurio più grande se non quello che riceviamo dalla prima lettura, dalla benedizione del Libro dei Numeri. Parla, dice Dio a Mosè, parla ad Aronne (tuo fratello) e ai suoi figli, dicendo: «Ti benedica il Signore e ti custodisca. Rivolga verso di te il suo volto. Ti conceda pace. Faccia risplendere per te il suo volto. Ti faccia grazia».
Quanta vita attraversa queste parole, quanta vita zampilla da questa benedizione, quanta vita si sparge attraverso parole piene di bene.
Ecco, questo è quello che auguro a tutti voi e a me: il coraggio e la determinazione di custodire la vita spargendo benedizione. Abbiamo bisogno di essere raggiunti dalla vita vera, autentica, buona; da una vita capace di contenere vita per generarla. Ripeto: contenere la vita, custodire la vita, per generarla.
Maria lo fa e diventa madre, sorella, compagna nella fede feriale, nelle scelte semplici, in quelle apparentemente più banali. Quando tutti si stupiscono, Maria custodisce: custodisce eventi, parole, persone. Custodisce la Vita, quella di Dio, ma custodisce anche le tante vite che sfiora; custodisce la Parola e custodisce le parole. Possa lei insegnarci a farlo. Possa la Madre di Dio, Custode della vita, insegnarci a vivere ogni singolo giorno come custodi di una vita che non ci appartiene, di tante vite che non ci appartengono ma di cui siamo responsabili: la vita del mondo, la vita del nostro pianeta, la vita dei nostri fratelli e delle nostre sorelle, la nostra vita, la vita che attraversandoci porterà alla luce il futuro.
Possano le nostre parole essere capaci di vita.
Possa il nostro silenzio consapevole arrestare parole di morte.
Possa la nostra comunicazione allontanare la solitudine e generare spazi di condivisione. Buon anno a tutte e tutti noi!
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