Vi annuncio una grande gioia:
oggi è nato per voi un Salvatore, Cristo Signore.
(Lc 2,10-11)
Oggi ci è stato dato un figlio, scrive Isaia. Un bambino è nato per noi!
Nulla di straordinario se non che quel figlio ci è stato dato da Dio e che quel bambino è Dio stesso.
Nulla di straordinario se non che tutto ciò che è accaduto è accaduto per noi. Esattamente per noi: per te, per me, per la persona che disprezziamo di più, per quella che neppure quest’anno siamo riusciti a incontrare, per la persona che crediamo essere la migliore e per quella che “Dio ce ne scampi”.
È nato per noi, ed è questo a essere davvero straordinario!
È questa la straordinaria notizia (e scusate la ripetizione ma non la voglio proprio evitare!), il lieto messaggio che attraversa tutta la liturgia, dalla notte, all’aurora, fino al giorno pieno.
Noi, popolo in cammino, donne e uomini alla ricerca, possiamo vedere una luce, perché per noi raggi luminosi o tenui scintille hanno brillato, perché ci fosse chiaro, come lo fu per pastori, che ormai da quella notte a Betlemme, dove niente era più straordinario di un bambino nato in una mangiatoia, le notti sono abitate dalla luce e le solitudini sono abitate da Dio. E non è poesia.
Quella luce che ha attraversato, penetrato e dissolto le tenebre è il Dio fattosi noi, fattosi storia, fattosi incontro, fattosi carne. E, ripeto, non è poesia. Da quel giorno la nostra fede è impastata di umanità, il cielo e la terra non sono più distanti né separati perché il salvatore, che ogni cuore attende, si è dato a noi come «un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». Quel figlio che rende possibile la speranza ha scelto di raggiungerci così.
Possa il nostro cuore essere come quello dei pastori: lasciamoci destare dalle nostre notti, lasciamoci convincere dal farsi carne di Dio nella nostra storia, e andiamo verso di lui senza scandalizzarci della carne, della fragilità, del limite, dell’umanità che Lui continua a scegliere pur di farsi incontrare.
Buon Natale a tutte, tutti noi e alle nostre famiglie e comunità!
UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO
Nato tra noi, Dio con noi
Sei nato, Signore, Dio creatore e Salvatore;
sei nato, e semplicemente questo
fa sussultare la storia, scuote chi cerca,
destabilizza chi pensa di aver trovato.
Sei nato, tu che i profeti hanno annunciato
e i popoli atteso;
sei nato, principe della pace,
ma non è stato subito pace.
Voci di sentinelle hanno alzato la voce
per indicare raggi di nuova luce infrangere la notte,
ma gli occhi hanno continuato a non vedere.
Tu sei nato, Dio con noi: insegnaci a vederti,
insegnaci a scorgerti luce nella notte,
perché la gioia sia possibile
e la pace sia una scelta. Amen.
DAL VANGELO DELLA DOMENICA
(Lc 2,8-14)
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».
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questo è il grande mistero che l’Avvento e il Natale, come tempi particolarmente carichi di vita, ci chiedono di riscoprire e assumere. A Nazaret, nell’esperienza della Vergine Maria, si inaugura il mandato universale che dal suo Sì raggiungerà ogni figlio di Dio: vivere Gesù, non è solo vivere di Lui…
promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse:
«Rallegrati!
l’Incarnazione si realizza.