Buona domenica!

attesa1

“Fate attenzione, vegliate,
perchè non sapete quando è il momento.
E’ come un uomo, che è partito
dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi,
a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
Vegliate dunque:
voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà,
se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino
fate in modo che, giungendo all’improvviso,
non vi trovi addormentati.
quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!“.

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 13,33-37)
I Domenica di Avvento – Anno B
 

 

La parola  a…
don Paolo Curtaz

Avete voglia di prepararvi al Natale? Volete, sul serio, svegliarvi da quest’ immenso sonno della coscienza che tutti ci intorpidisce? Riprendere speranza? Riceverla e donarla? Condividere e sognare con tutti? Uscire dal recinto dei devoti per incontrare coloro che vagano nel nulla e che hanno provocato l’ incarnazione di Dio?
Non siamo qui a far finta che poi Gesù bambino nasce. Dio è già nato, nella storia e tornerà nella gloria, nel cuore della notte, come uno strampalato sposo ritardatario. In mezzo ci siamo noi, ci sono io, ci sei tu, amico lettore. Siamo qui per darci un mese di sveglia interiore, per far nascere (ancora e ancora) Dio in noi.
È già nato, ovvio, altrimenti non stareste leggendo queste parole anarchiche di vangelo.
È già nato, ovvio, se avete deciso di ribellarvi ad una fede esteriore e tiepida.
È già nato, ovvio, se avete deciso di mettervi a cercare Dio.
Quello che possiamo fare è stare svegli, non lasciarci travolgere dalla follia quotidiana della vita, ribellarci al pensiero dominante (anche quello pseudo – cattolico) per vivere la nostra interiorità come dei cercatori di Dio.
Iniziamo il tempo della resistenza, dell’ interiorità, della preghiera, della speranza.
Se Dio diventa uomo, ancora non si è stancato di noi.
Se Dio diventa uomo, allora l’ uomo può imparare da Lui a diventare tutto uomo.
Se Dio diventa uomo, la vita merita Dio, e dev’ essere splendida, se solo la capissimo!
Dai, facciamolo bene questa volta, seguiamo sul serio la provocazione della Parola.
Aspettiamo Dio.

 

…e per riflettere puoi scaricare: Vivere con intensità

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La messa/2 – un incontro!

“Se tu conoscessi il dono di Dio, tu stessa gliene avresti chiesto, ed egli ti avrebbe dato acqua viva!”
Altra verità non mi viene in mente. Penso alla Celebrazione Eucaristica e vedo un Dio vicino, seduto accanto a un pozzo in una delle ore più calde del giorno, pronto a entrare in contatto con chiunque, senza distinzione alcuna, per dare gratuitamente quanto di più prezioso custodisce: la sua relazione filiale con Dio Padre, il suo essere figlio amato.
Pensare alla messa è credere alla forza trasformante di un incontro, al nascere e crescere di una relazione unica, personale e comunitaria insieme. Per questo non riesco a pensare alle messe “insalata” come le definisce Marta, messe cioè in cui la Grazia di Dio scende su di noi come acqua sull’insalata, lavandoci. Quando penso a una relazione efficace ed effettiva, penso all’incontro libero e totale di due libertà: sia esso incontro tra persone o incontro con Dio.
Non metto in dubbio la forza di un amore divino che agisce sempre e comunque, ma so anche che un dono viene offerto e non scaraventato con forza; non c’è legge che possa obbligare, nè spettro di punizione alcuna.

La messa è dono d’amore, confezionato con cura, con attenzione, con armonia da Colui che per primo vorrebbe donarci la sua stessa Vita. La messa è risposta a un invito, è puntualità a un appuntamento, è preparasi di tutto punto per essere ok al momento giusto, è non lasciarsi sfuggire un occasione per vederlo, sentirlo parlare, incontrarlo…

Ma, scusate, di chi stiamo parlando? Perchè tutto questo potrebbe essere estremamente vero o decisamente falso!

Qualcuno mi dica come fa a percepire la messa come incontro, quel ragazzo che è costretto ad andarci sotto minaccia di parroco o catechiste agguerrite… Come posso desiderare di incontrare Colui che non conosco?
Lavoro nella formazione dei catechisti e vi assicuro che non c’è cosa che mi faccia saltare di più dello scoprire come uno dei momenti più importanti della nostra fede venga ridotto a precetto, a obbligo, a costrizione.
E vi dirò di più… sono decisamente dalla parte di quei ragazzi che decidono di abbandonare tutto e tutti perchè Dio non è noia, non è accusa, non è minaccia. Sono dalla loro parte perchè so quanto vibra il loro cuore nello scoprire il vero volto di Dio, di quel Padre che per loro darebbe tutto. So quanto tempo gli dedicano quando scoprono il senso vero della sua Parola, del suo dono.

Per me la sfida a questo punto è una: entrare con forza e passione in questo straordinario mistero. Entrare in punta di piedi, per non calpestare la terra sacra che Dio ci permette di abitare, entrare e svelare insieme il senso di quei segni spesso conosciuti solo dagli esperti e che danno poi di fatto il senso vero e il significato pieno a tutto ciò che sentiamo e rispondiamo.

1° PASSO: pensare alla Celebrazione Eucaristica come a un incontro con Dio che ci chiama, che ci aspetta, che vuole renderci partecipi del suo progetto di salvezza universale, che ha per noi parole da sussurrare al nostro cuore e un dono con cui arricchire la vita.

ATTEGGIAMENTO: lasciare il cuore libero per far sì che possa essere riempito.

E SE NON CONOSCESSI ANCORA CHI E’ DIO? CHI E’ COLUI CHE MI DICE: “VIENI”?
Fermati! Non sprecare il dono! Prova a conoscerlo. Prova a chiedere che qualcuno possa aiutarti a scoprirlo, a percepire la sua voce, a capire fino in fondo… Prova a chiedere a qualcuno che viva con te la Celebrazione Eucaristica. Chiedi, senza paura, perchè ogni dubbio è solo principio di conoscenza…

Post precedente: Messa… vero o falso?

 

Buona domenica!

Scala verso il paradiso

 

Venite, benedetti del Padre mio,
ricevete in eredità il regno preparato per voi
fin dalla creazione del mondo,
perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare,
ho avuto sete e mi avete dato da bere,
ero straniero e mi avete accolto,
nudo e mi avete vestito,
malato e mi avete visitato,
ero in carcere e siete venuti a trovarmi“.

 Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 25,31-46)
XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – SOLENNITA’ DI CRISTO RE

 

La parola a…
don Paolo Curtaz

Quella di oggi è una pagina da imparare bene, visto che svela il trucco della salvezza, visto che i termini del contratto sono espliciti. Alla fine dei tempi, davanti al Cristo in maestà che succederà? Lo trovate scritto, leggete bene, e mettete da parte il taccuino su cui avete segnato puntigliosamente le ore di preghiera, le messe e le confessioni sopportate con cristiana rassegnazione e le eventuali giustificazioni da tirare fuori nel caso Dio fosse più esigente di quello che ci raccontavano. Il Signore ci chiederà se lo avremo riconosciuto, nel povero, nel debole, nell’affamato, nel solo, nell’anziano abbandonato, nel parente scomodo. Sì: avete capito bene. Il giudizio sarà tutto su ciò che avremo fatto. E sul cuore con cui lo avremo fatto. La fede è concretezza, non parole, la preghiera contagia la vita, la cambia, non la anestetizza, la celebrazione continua nella città, non si esaurisce nel Tempio. Allora, certo, la preghiera, l’eucarestia, la confessione, sono strumenti di comunione col Cristo e tra di noi per fare della nostra vita il luogo della fede. Nel mio ufficio, alla mia facoltà, in casa a spadellare mi salverò. Se saprò portare la fede da dentro a fuori, da lontano a vicino, e riconoscere il volto del Cristo adorato nel volto del fratello che incontro ogni giorno, mi salverò. La regalità di Cristo, oggi, si manifesta nei nostri gesti.
Cristo è Signore se sapremo sempre di più amare i fratelli, diventare trasparenza della misericordia, testimoni credibili della compassione.

 

e per riflettere puoi scaricare: Vita

 

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Buona domenica!

diversi

Ad uno diede cinque talenti,
a un altro due,
a un altro uno,
secondo le capacità di ciascuno.

Dal Vangelo di Matteo (Mt 25,14-30)
XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Anno – A

 

 

La parola a…
don Paolo Curtaz

La parabola di oggi ci svela come il Vangelo abbia talmente inciso il pensiero occidentale da modificarne il linguaggio. Quando una persona è capace, ha delle risorse, diciamo che ha “talento”, senza sapere che il talento è la famosa moneta affidata ai servi della parabola. Abbiamo dei talenti, dunque, e questa è una bellissima notizia: chi più, chi meno, ad ognuno è affidato un capitale da far fruttare, una risorsa da mettere a disposizione. Tutti, senza eccezioni, possediamo dei “talenti”: anche quelle persone che non riescono ad accorgersene o che – peggio – passano il tempo ad invidiare i talenti degli altri nascondendo il proprio sottoterra. E’ difficile accorgersi dei propri talenti, siamo tutti pronti a sottolineare i nostri difetti, ma facciamo fatica a guardare con obiettività alle nostre qualità. Il Signore ci chiede di prendere coscienza delle nostre qualità per metterle a servizio degli altri, per metterle a servizio del Regno che avanza. Esiste una malsana interpretazione dell’umiltà che vedo molto diffusa tra i discepoli: quella di dire “non valgo a nulla”. Non è umiltà, è depressione! Immaginatevi la faccia di Dio che vuol fare di noi dei capolavori, che ci ha creato con misteriosa provvidenza e arte e che si sente dire “Faccio schifo”! Mettiamo a frutto i nostri talenti, individuiamoli e poi doniamoli ai fratelli. Non si tratta di diventare dei premi Nobel della medicina, per carità! Magari riconosco come un dono la capacità di pazientare, o di ascoltare, o di perdonare, il mio buonumore, la mia sincerità, la mia capacità di accorgermi degli altri, e, con semplicità, ne faccio dono agli altri. Ricordate Giovanni il Battista? Il più grande tra gli uomini (giudizio di Gesù!) dice di sé, interrogato dai farisei: “Io sono voce”. Un po’ pochino, no? No: Giovanni ha scoperto di essere “voce”, Voce prestata alla Parola di Dio, voce messa a sua disposizione. Bellissimo! Nell’attesa del ritorno del Signore corriamo il rischio di stancarci, di tenere basso il profilo, di attendere senza operare. Come il servo idiota della parabola, spesso seppelliamo i nostri talenti o li mettiamo in contrapposizione gli uni con gli altri. Siamo ancora lontani dal valorizzare, nelle nostre stanche comunità i talenti di ognuno. La logica del mondo chiede di essere produttivi, aggressivi, decisi, forti, per spaccare il mondo, per conquistare mercati e danari. Nella logica del Regno ciò che conta è amare e ciascuno, anche la persona anziana, anche il fratello inabile, diventa una risorsa estrema nel mercato del cuore inaugurato dal Maestro, là dove sono beati i poveri e i sofferenti.
Buona settimana, intenti a far fruttare i nostri talenti, amici!

…e per riflettere puoi scaricare: Non conta la quantità

 

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La Messa… vero o falso?

Ci sono tanti interrogativi che animano e rendono molto “vivaci” le mie giornate, ma in quest’ultimo periodo ce n’è uno in particolare che mi disturba decisamente, punge in profondità e non mi lascia tranquilla. La Celebrazione Eucaristica, la Messa per intenderci, secondo voi è vera o è falsa? Quello che succede in quell’arco di tempo sostanzialmente breve, rispetto alle nostre 24 ore quotidiane, è reale o è tutta una menzogna costruita? Vi stupisce che mi chieda e vi chieda questo? A me, sinceramente no! E sapete perchè? Siete sicuri di voler sapere perchè questo genere di interrogativi possa togliere il sonno a una suora? Se state pensando a una crisi di fede sbagliate di grosso, anzi! E’ proprio il suo opposto…

Ieri sono andata in parrocchia, per celebrare (NN ASCOLTARE!!!!) la Messa, in forza del mio essere cristiana battezzata, in comunione con il sacerdote e con tutti i miei fratelli e sorelle presenti. Chiesa traboccante di gente (fortunatamente da noi non succede solo a Pasqua) e quindi ultimi posti in piedi ad aspettarci. Gente di tutte le età: bambini, anziani, adulti, giovani… di tutto! Meraviglioso, non pensate?
Canto d’ingresso, gloria, alleluia e via così fino in fondo… la gente MUTA. Mi sono detta: “Peccato, che tristezza… e pensare che Dio è gioia!”. Dopo qualche minuto squillo di cellulare e risposta tranquilla della signora… in diretta!
Letture bibliche, omelia, offertorio… tutto scivolato tra uno sbadiglio e un altro, uno sguardo all’orologio, un bacio dato dalla moglie al marito , i coristi preoccupati dai canti, i lettori dalle posizioni, i ministranti su e giù per l’altare… Non è stata la distrazione ad accompagnare la mia celebrazione, anzi vi assicuro che forse mai come ieri mi sono sentita profondamente unita a Lui, al suo desiderare per noi una salvezza già pronta che vorrebbe solo essere presa.

Tornando a casa, da Apostola di Gesù Cristo, mandata a questo nostro oggi, avevo l’amarezza in bocca; non dettata dal giudizio, ma dalla pena per un dono che continuava a essere ignorato.

Ieri sera poi, botta di grazia! Al telegiornale tafferugli e scontri violenti nella Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme, tra gente convenuta per celebrare… Allora ditemi… voi dormireste!? Così come viviamo la nostra vocazione cristiana non siamo forse la testimonianza più vera e credibile di un Dio che non esiste? Tutti contro tutti, per difendere ognuno la sua personale verità! E Dio?

Siamo pronti a difendere la nostra vita ogni giorno: nessuno di noi però è pronto a perderla, nessuno vorrebbe barattarla. Giorno dopo giorno ci stiamo allontanando, stiamo respingendo a forza di libertà ostentata il più grande e straordinario dei doni, mai concessi all’umanità: la costante presenza di un Dio che continua a rendersi presente, a camminare sulle nostre strade.

Nella Celebrazione Eucaristica, a Messa, ciò che accade non ha paragoni: Dio, vero e vivo, viene, si lascia prendere, spezzare, toccare. E’ lì per noi: Ci rende santi con l’azione vera del suo Spirito d’amore. Sarebbe pronto a fare della nostra vita qualcosa di straordinario. E’ lì, deciso a mettere tra le nostre mani doni inimmaginabili.

Perchè allora continuare a mantenere le distanze? Perchè non lasciarsi travolgere dalla forza e dall’intensità di ciò che accade?

Sono certa che la banale risposta alle mie domande sta in un semplice: “non conosco, non so, non mi hanno mai raccontato cosa succede!” Quando e come Dio diviene visibile? Quando la nostra vita si unisce alla vita di Gesù? Quando lo Spirito trasforma, anche i lati più oscuri di noi in un dono accolto amorevolmente dal Padre? Tutto questo non è storia, è VERITA’… una sconvolgente verità che non chiede altro se non essere conosciuta per essere vissuta.

Ci state? Volete che attraverso pochi e veloci post andiamo alla scoperta di ciò che potrebbe rendere la nostra Messa una vera Celebrazione dell’Amore?

POST CORRELATO: LA MESSA/2 – UN INCONTRO —> https://cantalavita.com/2008/11/24/la-messa2-un-incontro/

Buona domenica!

Alba-campo

FRATELLI, VOI SIETE EDIFICIO DI DIO

Dalla prima lettera di san Paolo Apostolo ai Corinzi
(1Cor 3,9c-11.16-17)
DEDICAZIONE BASILICA LATERANENSE

 

 

La parola a…
don Paolo Curtaz

Il cristianesimo porta alle estreme conseguenze l’intuizione che Israele ha maturato durante la sua travagliata storia e di cui troviamo tracce nella Scrittura: nessun tempio umano può contenere la presenza di Dio, non esistono luoghi sacri perchè tutto appartiene al Creatore. Gesù, vero tempio di Dio, consacra, rende sacro ogni uomo, ogni luogo, ogni tempo. Incarnandosi, diventando uomo, Gesù annulla la divisione tra sacro e profano, restituisce armonia, ricostruisce l’unione che era all’origine della Creazione. San Paolo e san Pietro continuano la riflessione: è la comunità dei credenti a fare il tempio, è l’assemblea dei cercatori di Dio a rendere presente il Signore, perchè due o tre sono riuniti nel suo nome e nel suo amore. Siamo pietre vive, concittadini dei santi, costruiti sul fondamento che sono gli apostoli e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Signore. Vorrei che tornassimo a considerare la comunità, più che le mura, l’armonia, più che l’architettura, il sogno, più che la prassi culturale, il restauro delle anime, insieme alla doverosa conservazione dei beni culturali. Ho avuto la gioia, in questi anni, di conoscere preti che hanno costruito comunità nelle estreme periferie, in quartieri sorti dal nulla, celebrando per decenni in un garage prima di poter avere una chiesa che contenesse la Chiesa. E mi hanno raccontato l’esperienza di costruire una comunità, prima di un tempio che le contenesse. La festa di oggi richiama tutti noi alla realtà che senza pietre vive, le nostre grandi cattedrali, fra cento anni, saranno splendide testimonianze storiche.
Oggi è la festa della cattolicità della Chiesa e della sua unità, della bellezza, della diversità e della ricchezza dell’unione intorno al carisma di Pietro, rude pescatore chiamato ad essere roccia irremovibile nella custodia delle parole del Maestro.

 

…e per riflettere puoi scaricare: Dove abita Dio

 

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Buona domenica!

“Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me:
colui che viene a me, io non lo caccerò fuori,
perchè sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà,
ma la volontà di colui che mi ha mandato.
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato:
che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato,
ma che lo risusciti nell’ultimo giorno”.

Dal Vangelo di Giovanni (Gv 6,37-40)
COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI
 

La parola a…
don Giancarlo Taverna Patron

Dio mi ama, è letteralmente “pazzo” di me (la “follia” della croce), vuole a tutti i costi celebrare con me un matrimonio indissolubile, fedele e fecondo.
Appena dico: lo credo, rischio di non crederlo già più.
E non lo crederò mai abbastanza.
Tu, Signore, mi dici con estrema semplicità l’indicibile, l’inimmaginabile, il troppo bello per essere vero, l’al di là di ogni più ardita speranza: Tu. Ami. Me.

 

…e per riflettere puoi scaricare: Mi guarderà

 

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