“Se tu conoscessi il dono di Dio, tu stessa gliene avresti chiesto, ed egli ti avrebbe dato acqua viva!”
Altra verità non mi viene in mente. Penso alla Celebrazione Eucaristica e vedo un Dio vicino, seduto accanto a un pozzo in una delle ore più calde del giorno, pronto a entrare in contatto con chiunque, senza distinzione alcuna, per dare gratuitamente quanto di più prezioso custodisce: la sua relazione filiale con Dio Padre, il suo essere figlio amato.
Pensare alla messa è credere alla forza trasformante di un incontro, al nascere e crescere di una relazione unica, personale e comunitaria insieme. Per questo non riesco a pensare alle messe “insalata” come le definisce Marta, messe cioè in cui la Grazia di Dio scende su di noi come acqua sull’insalata, lavandoci. Quando penso a una relazione efficace ed effettiva, penso all’incontro libero e totale di due libertà: sia esso incontro tra persone o incontro con Dio.
Non metto in dubbio la forza di un amore divino che agisce sempre e comunque, ma so anche che un dono viene offerto e non scaraventato con forza; non c’è legge che possa obbligare, nè spettro di punizione alcuna.
La messa è dono d’amore, confezionato con cura, con attenzione, con armonia da Colui che per primo vorrebbe donarci la sua stessa Vita. La messa è risposta a un invito, è puntualità a un appuntamento, è preparasi di tutto punto per essere ok al momento giusto, è non lasciarsi sfuggire un occasione per vederlo, sentirlo parlare, incontrarlo…
Ma, scusate, di chi stiamo parlando? Perchè tutto questo potrebbe essere estremamente vero o decisamente falso!
Qualcuno mi dica come fa a percepire la messa come incontro, quel ragazzo che è costretto ad andarci sotto minaccia di parroco o catechiste agguerrite… Come posso desiderare di incontrare Colui che non conosco?
Lavoro nella formazione dei catechisti e vi assicuro che non c’è cosa che mi faccia saltare di più dello scoprire come uno dei momenti più importanti della nostra fede venga ridotto a precetto, a obbligo, a costrizione.
E vi dirò di più… sono decisamente dalla parte di quei ragazzi che decidono di abbandonare tutto e tutti perchè Dio non è noia, non è accusa, non è minaccia. Sono dalla loro parte perchè so quanto vibra il loro cuore nello scoprire il vero volto di Dio, di quel Padre che per loro darebbe tutto. So quanto tempo gli dedicano quando scoprono il senso vero della sua Parola, del suo dono.
Per me la sfida a questo punto è una: entrare con forza e passione in questo straordinario mistero. Entrare in punta di piedi, per non calpestare la terra sacra che Dio ci permette di abitare, entrare e svelare insieme il senso di quei segni spesso conosciuti solo dagli esperti e che danno poi di fatto il senso vero e il significato pieno a tutto ciò che sentiamo e rispondiamo.
1° PASSO: pensare alla Celebrazione Eucaristica come a un incontro con Dio che ci chiama, che ci aspetta, che vuole renderci partecipi del suo progetto di salvezza universale, che ha per noi parole da sussurrare al nostro cuore e un dono con cui arricchire la vita.
ATTEGGIAMENTO: lasciare il cuore libero per far sì che possa essere riempito.
E SE NON CONOSCESSI ANCORA CHI E’ DIO? CHI E’ COLUI CHE MI DICE: “VIENI”?
Fermati! Non sprecare il dono! Prova a conoscerlo. Prova a chiedere che qualcuno possa aiutarti a scoprirlo, a percepire la sua voce, a capire fino in fondo… Prova a chiedere a qualcuno che viva con te la Celebrazione Eucaristica. Chiedi, senza paura, perchè ogni dubbio è solo principio di conoscenza…
Post precedente: Messa… vero o falso?
Anche per me come Claudia la messa è un appuntamento che nn voglio perdere….Non vado tutti i giorni….ma la Domenica si è fisso….devo, ne sento il bisogno…..Ho bisogno di riempirmi della Parola…ho bisogno di parlare con lui(anche se ci parlo sempre anche a casa)…a volte quando sono giù, quando non voglio ascoltare nessuno delle persone che mi circondano mi reco a messa, per ascoltare ciò che il Signore vuole dirmi….vi porto una delle mie ultime esperienze avute proprio a messa….per tre giorni con delle amiche ho organizzato animazione con i bambini…ero inizialmente entusiasta…però persi la fiducia quando vidi dei volti contrariati su ciò che stavo facendo….ero molto giù…in quei giorni, una sera vi era la messa dedicata principalmente a noi giovani,però non c’erano se non io e altre due o tre ragazze….il Sacerdote proprio durante l’omelia incominciò a rivolgersi a me….sembrò che sapeva tutto quello che avevo fatto quest’estate, dell’esperienza che avevo vissuto e che in quel periodo stavo giù di morale perchè nn mi sentivo appoggiata in ciò che facevo….mi disse:”continua per ciò che stai facendo, perchè nessuno può farlo come te…”…per la gioia scoppiai in lacrime….il Signore mi aveva parlato tramite le parole del sacerdote…..concludo dicendo che andare a messa, ascoltare la parola del Signore, Nutrirmi di Lui per me è molto importante…..
Ahi! Toccato il punto dolente: le omelie!
Non mi dilungo, ma sapeste le lotte che faccio e che ho fatto con i preti per questo motivo!
Parole, abbiamo bisogno di parole incarnate, di parole che ci entrino nel cuore, ch ci sostengano, che vivano. Se Dio si è fatto uomo significa che ne vale la pena essere uomini no? E gli uomini come comunicano? Con le parole! Tutto il Vangelo è incastonato da questo diamante che si chiama “ascoltate” eppure … lo lasciamo lì come un soprammobile e preferiamo andare diritti all’Eucarestia.
Uff! Ho sentito omelie che sembravano recensioni del Vangelo ed altre che sembravano delle promozioni alla cultura del predicatore di turno: hai ragione è un delirio. Certo che sarebbe un’altra cosa (e forse la più giusta) se i preti nel costruire la loro omelie ascoltassero anche le meditazioni dei laici. Gesù stesso ha fatto cosi mi pare.
Per il sentirti stanca e scoraggiata: stai tranquilla non è quello che pensi sia. Quello che senti è una specie di miracolo, è un sollevarti dai pensieri, è uno scaricarti (proverai anche sonno a volte) … e se non ti ritrovi con le omelie … ascolta ogni parola che la liturgia mette nelle Messe … sono spettacolari. Ascoltale, falle tue e ti garantisco che i predicatori possono dire tutte le stupidate che vogliono … ma tu nella Parola ci sei dentro e la luce ti arriva.
Te lo auguro come una che è così affamata di questa parola che “ribalta” i preti e cerca e … (non posso dire cosa faccio) … ma richiede un coraggio da leoni.
Stai nel cuore del Signore perchè è dove sei … il deserto è un bel posto per parlare tranquilli con Lui! 🙂
Ciao Mariangela, grazie per aver fermato l’attenzione sulla messa…In questi giorni sono in pieno “deserto” e leggere di “acqua viva” mi da un po’ di conforto… Molte volte mi capita di entrare in chiesa e sentirmi stanca, scoraggiata. Come la Samaritana ho un vaso vuoto: il mio cuore, tanti problemi poche soluzioni…Partecipo alla messa sentendo omelie lontane dal quotidiano dei laici e, spesso, dal contenuto delle Letture. Mi capita di pensare che i discepoli continuino a non capire il Maestro… La pace arrivava con la comunione ma poi si torna a casa ed è tutto uguale…Credo che i giovani sentano questa incapacità di portare Gesù nel quotidiano… Tante belle parole per un’ora e poi la solitudine… E’ lecito chiedersi se si ci è veramente abbeverati alla fonte di acqua viva… Un bacio Yvette
Beh! in quanto a vincere è davvero un … Signore!!!
Basta vedere cosa ha fatto a me.
Un consiglio: non sfidate mai il Signore e men che meno la Trinità!
Ha un’arte tutta Sua o Loro: sta lì, non fa niente (pare), si fa mettere “le mani addosso” (verbali) e poi, sbuffando, sembra che dica “Ehi!!!”
… E si è Suoi per sempre!
Ma poi di storielle comiche sulle conversioni è piena la storia la santi, non vi pare?
Ma non dovevo stare zitta? Pardon
😦
Ricordo come se fosse ieri una chiacchierata in oratorio con un sacerdote a me molto caro… ricordo perfettamente i suoi occhi e il tono della voce quando mi disse: “Prova ad andare per una settimana tutti i giorni a messa e poi la settimana dopo non andare, vedi se cambia qualcosa”. Avevo 17 anni e non potevo farmi scappare una sfida del genere: l’accettai! Il primo giorno entrai in Chiesa con un’aria strafottente, guardai Dio e con molta semplicità gli dissi: “Vediamo chi vince”. Credo che il Signore in quel momento abbia fatto un gran sorriso, perchè i giorni senza di Lui sono stati giorni lunghissimi. Ogni volta che le campane suonavano per avvertire l’inizio della celebrazione, il mio stomaco si contorceva… più passava il tempo e più mi accorgevo che mi mancava qualcosa… mi mancava qualcuno!!! Solo in quel momento ho percepito che aveva vinto Dio. Certo con questo non vuol dire che poi sono andata tutti i giorni a messa, anzi…
Oggi sì! E’ un appuntamento che non mi perderei per niente al mondo. Sono daccordissimo con cantalavita quando scrive: “La messa è risposta a un invito, è puntualità a un appuntamento, è prepararsi di tutto punto per essere ok al momento giusto, è non lasciarsi sfuggire un occasione per vederlo, sentirlo parlare, incontrarlo…” Sapete, alcune volte, la domenica mattina quando mi alzo penso: “Devo farmi bella sto andando ad incontare il mio Signore…aspettami…sto arrivando” e in quel momento sento una gioia dentro il cuore indescrivibile. E’ come quando rivedi il tuo fidanzato il giorno dopo che vi siete messi insieme, sei impaziente, non vedi l’ora di riabbracciarlo… e in fin dei conti Dio è proprio questo per me: un fidanzato, un amico, un amore, una persona davvero speciale che mi aspetta a braccia aperte… sì, UNA PERSONA!!!
Quando vado a messa vado dal mio Dio, vado a parlargli, ad ascoltarlo, ad offrirgli le difficoltà del giorno e i desideri che porto dentro, gli ricordo le persone che hanno bisogno di lui… vado a STARE CON LUI!
Vi dico un segreto, sono CONTENTA CHE ABBIA VINTO DIO!!!
…. lungi da me l’idea del “giudizio” … figurarsi!
Ma se ho dato questa impressione … beh! chiedo il vostro perdono.
… E’ che a volte la passione, mi prende la mano e così … faccio danni!
Ma continuo definirmi una “apprendista cristiana” … così zuccona che difendo sempre quelli un po’ ai margini della fede, della Chiesa, di tutto …
Portate pazienza … magari prima o poi imparerò … ma mi sa che ho la sindrome di Paolo … San Paolo.
😦
Cara Marta, credo che non sia ostico il tuo discorso, anzi. Abbastanza condivisibile. Ti ringrazio per l’augurio sullo sguardo. Mi auguro anch’io che il Signore sostituisca a me se stesso… è ciò per cui do la vita ogni giorno. Ma mi piacerebbe che oltre questo non ti restasse solo un’impressione di giudizio sugli altri, perchè credo che non ci sia da nessuna di queste persone che si stanno confrontando su un tema tanto caro e tanto caldo. Quello che ci spinge a scrivere e a rendere questo blog una possibilità formativa in più rispetto alla nostra fede nasce da un amore folle per i figli di Dio verso cui ci sentiamo chiamate e mandate. Viviamo tra la gente, amando Dio nella Chiesa, ma ogni giorno raccogliamo lacrime e sofferenze di chi da questa madre si è sentito abbandonato. Allora il desiderio di questo e dei post che seguiranno ha senso proprio in ordine a una scrollatina delle nostre coscienze, dei più vicini a Lui per renderci sempre più consapevoli del grande dono che Lui ci ha fatto, condividendolo con tutti i nostri fratelli. La motivazione di tutto non sta nel giudizio, ma nel grido sordo di tanti nostri fratelli e sorelle che continuamente ci chiedono di andare da loro per aiutarli a credere. Sperimentiamo la nostra fragilità, l’impossibilità di arrivare a tutti fisicamente e così, in forza della nostra specifica missione nella Chiesa, da paoline, alla preghiera costante per tutti uniamo l’annuncio e la formazione alla vita di fede attraverso questi e altri mezzi che il progresso ci dona. Grazie a tutti voi che state rendendo vivo questo spazio, che lo state rendendo spazio di fede confrontata, condivisa e testimoniata.
Si chiama rispetto dei tempi di crescita ed in quanto a rispetto il Signore ci dà tanti di quei punti … come tutto il resto d’altra parte!!!!
E non per niente c’è una “Mensa della Parola” ed una “Mensa Eucaristica” che mai e per nessuna ragione devono essere disgiunte.
La vera formazione – o meglio – ri-creazione (che si verifica ad ogni Messa) sta proprio nell’Ascoltare (verbo che per “anni” il Signore stesso ha usato). E’ lì che avviene il primo incontro con “folle” che sono identiche a quelle di Gesù ai tempi della Sua Vita terrena. E il discorso “omiletico” da parte dei preti, credo, debba essere oggetto di una svolta non poco dolorosa: costruire le omelie ascoltando in contemporanea Dio e la gente nella piena certezza che ogni parola si poserà nella mente di chi ascolta nel modo individuale che lo stesso si aspetta. Questa svolta richiede un’umiltà da parte dei celebranti notevoli: quella di parlare e di costruire insieme le omelie, pur salvando e verificando il sempre certo Magistero Ecclesiale. Ecco come si porta la gente ad “entrare” sul serio a “celebrare”! E’ un metodo collaudato e suggerito dal Signore stesso che prendeva spunto da tutto quello che la vita e la gente proponeva. Non ci siamo mai chiesti (ed i preti soprattutto) come mai il Figlio di Dio più di una volta ha chiesto “pareri” a dei limitati di uomini che erano poi gli Apostoli? Non ci siamo mai chiesti come mai il Signore aspettava e chiedeva a tutti (anche di notte)? In definitiva l’errore forse più grosso della Chiesa (uno dei tanti … ma amo questa Chiesa e quindi: “dico, ma non contrasto”) è di credere che per parlare con Dio è necessario un linguaggio divino ed impone questo linguaggio, quando da Dio e da Colui che è l’unico a conoscerLo (il Figlio) il linguaggio proposto per la “comunicazione diretta Dio-uomo/uomo-Dio è proprio quello umano, comunicazione per immagini compresa.
L’Eucarestia, poi, … caspita ha un valore immenso, ma è la forza che ci manca per capire tutto e fino in fondo, per accogliere tutto e fino in fondo e – ahimé – quali sono gli errori che ci impediscono di essere Chiesa (questa però è una comunicazione speciale e non per tutti … per fortuna).
Sempre più ostico il mio discorso … ma è questo in cui Credo … Credo in Dio, in Gesù Cristo, nello Spirito Santo e credo “LA” Chiesa e tutto il resto. Ma il CREDO IN e’ solo per la TRINITA’ PER DIO.
concordo pienamente!
e confermo…
fino ai 15 anni sono sempre andata a messa la domenica con mamma e papà, poi ho iniziato a vederla come un abbligo e trovavo sempre scuse: lo studio, il sonno, il mal di testa… finchè ho smesso di andarci e i miei NON MI HANNO COSTRETTA! certo, ci saranno rimasti male, ma poichè non ero una ragazza particolarmente ribelle o indisciplinata hanno avuto l’intelligenza di lasciarmi LIBERA. E così, per circa 3 anni andavo in chiesa solo a natale e pasqua, poi.. intorno ai 18 anni la svolta.. sono ritornata all’AC, e piano piano ho ripreso ad andare a messa, sententolo soprattutto come un BISOGNO mio, e quando hai bisogno di andare a incontrare il Signore, ti viene naturale rispondere alla Sua chiamata.
Certo, non è facile sentire che ti chiama, nè tantomeno rispondere, o meglio spesso sappiamo quale DOVREBBE ESSERE la risposa, ma non ne vogliamo sapere di sentire. A me almeno succede così…
Comuqnue, per concludere, secondo me la messa è prima un bisogno dell’uomo, se non lo sentiamo è inutile… sarebbe come andare a uno spettacolo. Avete presente le persone che dicono vado a “sentire” (o a “vedere”) la messa? Niente di più sintomatico….
Ciò che tu dici per la celebrazione eucaristica è quanto di più vero ci sia. Il gesto amante, testardo, coinvolgente di Dio è autenticamente una carezza in ogni fibra del nostro essere. Per chi la vive così, come te e come me e come altri, è presenza e vita, è impossibile pensare di non “celebrare” (l termine che avevi usato è giustissimo anche per le norme liturgiche). Per noi andare a Messa non è un precetto è un’esigenza ed il peccato che la Chiesa imputa al non-andare a Messa non credo proprio sia contro Dio o il prossimo, ma contro se stessi. Ma ci vuole carità, tanta carità. Ci vuole coraggio, infinto coraggio. Ci vuole il cuore di Dio che si dona oltre ogni richiesta e coscienza. Ed è per questo che parlo di “Messa-insata”: si dona ed entra anche in coloro che sono distratti da mille cose, che fanno mille cose, che ci sono perchè è un precetto, che ci sono perchè qualcuno gliel’ha imposto, che ci sono perchè stanno sfidando Dio, che ci sono perchè prendono la Messa come magia che tutto potrebbe aggiustare, che ci sono “solo” per l’Eucarestia e si stancano di ascoltare la Parola di Dio. Per questo chiedo carità per tutti e tanta tanta delicatezza. La celebrazione Eucaristica ha tanta potenza che nessuno immagina ed arriva dove altrettanto nessuno immagina. E’ un Gesù Figlio di Dio, è Dio stesso che è disposto a tutto pur di amare l’uomo, pur di “toccare l’uomo. E’ la fisicità di Dio che è quanto più sconvolgente ci sia per noi legati ai 5 sensi “ufficiali” e che rimarrebbe solo un’idea o supposizione se a qualcuno come te Dio non avesse donato il 6° senso: il Suo. Vedi, in ogni Messa, credo che non siamo davvero noi a “ricevere” il Signore, non siamo noi ad “incarnare” il Figlio, ma è il Figlio che riassume in Sé come figlio ogni uomo presente … anche oltre l’Eucarestia. Ti auguro, come è successo a me, che il tuo sguardo sull’assemblea prima sia filtrato dal Signore, cambiato dal Signore. Un’immagine pratica: fai conto che l’altare e tutto il presbiterio sia un grande specchio che riflette l’immagine di chi sta davanti (l’assemblea). Ecco vorrei che tu guardassi in quello specchio l’assemblea: quello Specchio che è Dio fatto uomo per l’uomo e che ti mostra come stiamo diventando e in Chi siamo (dentro uno spazio dello Specchio) che è poi il Corpo Mistico di Cristo che è poi la Chiesa.
Ciao