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Tra note e realtà – Viaggia insieme a me

Viaggia insieme a me, io ti guiderò
E tutto ciò che so ti insegnerò
Finché arriverà il giorno in cui
Tu riuscirai a fare a meno di me.
Io ti porterò dove non sei stato mai
E ti mostrerò le meraviglie del mondo
E quando arriverà il momento in cui andrai
Tu, tu guiderai, tu lo insegnerai
Ad un altro, un altro come te.

(Eiffel 65 –
Viaggia insieme a me)

Settembre… mese di fine e di inizio!
STOP alle vacanze, alla tintarella, alla dolce voglia di non far niente, alle serate a suon di musica, pizza e gelato, ai falò in riva al mare o alle avventure in montagna.
Avanti tutta verso nuovi impegni, tabelle orarie sempre più schizzate, nuove ansie, prossimi esami, esaltanti progetti!
Siamo appena tornati… o forse non siamo mai partiti.
Eppure ci aspetta un nuovo cammino, nuove scelte e nuovi incontri. Per qualcuno ci saranno momenti avvincenti ed emozionanti; per altri, tempi di solitudine e stanchezze…

per tutti: una strada da percorrere fatta

  • di salite e discese!
  • di bivi da superare
  • di ponti da attraversare
  • di scelte da vivere

Viaggiare, camminare con chi? Perché?
Un filosofo un giorno fece notare :«Non è il cammino a essere difficile, ma è il difficile a essere cammino».
Camminare allora nella certezza di essere preceduti e seguiti. Camminare su strade aperte da alcuni, costruendo vie nuove percorse da altri.
Vivere di luce per essere luce: questa la nostra intima essenza.
Iniziare quel viaggio che ci porterà oltre noi stessi eppure al centro del nostro stesso mistero.

Quale sarà la nostra meta?
Chi i nostri compagni?
Quali meraviglie si schiuderanno davanti ai nostri occhi?
Cosa siamo disposti a pagare, personalmente?

                                                                                                                                                              di suor Mariangelafsp

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Tra note e realtà – Libera

Fa effetto ripensare a tutto quello che ho passato  
E non soffrirne più,
Sono libera come nei sogni… libera
E con la fantasia volo più su
Ogni giorno di più, ogni volta più su
E via riprendo il volo apro le mie ali al mondo
Plano lentamente amando
Sotto questo sole acceso e splendido
E mi godo ogni momento
Sesso e amore vanno a tempo
(Syria, Libera)

Non riesco proprio a non pensare alla richesta di una ragazza che qualche giorno fa mi ha chiesto di indicarle una canzone sulla libertà. La mia risposta, prima ancora del titolo, si è trasformata in un’altra domanda: «Che tipo di libertà?». Ma questa volta l’unica risposta è stata il silenzio.
Libertà cercata, sofferta, guadagnata a tutti i costi. Spazi troppo stretti, modi di vivere che non ci siamo scelti, fede che altri ci hanno imposto, tasse da pagare, lavoro che la necessità ha scelto per noi…
Quante volte la ricerca ansiosa di una libertà proclamata o assolutizzata ci chiude alla Libertà vera, quella di chi sa guardarsi dentro.
La finestra della mia stanza non ha grate, si apre su un cielo maestoso: oggi limpido e sereno, ieri o forse domani, oscuro e tempestoso.
Ma quante grate ho scelto di imporre al mio cuore?
I gabbiani aprono le loro ali al mondo e planano leggermente: simbolo di una libertà che ci fa sentire piccoli e un po’ tristi.
A chi ho permesso di legare le mie ali?

Sotto questo sole splendido mi godo ogni momento. Sesso e amore vanno a tempo”: l’estate diventa tempo di libertà…di una libertà lunga tre mesi… e poi di nuovo la realtà, la routine che inizia a ottobre, che è fatta di normalità, di cose insignificanti.
Ritorna la domanda, e questa volta è per tutti: «Che tipo di libertà?»
Qual è la libertà che cerchiamo, quella per cui saremmo in grado di lottare? Quali sono le mie finestre che chiedono di aprirsi sul mondo, quali quelle ali che vogliono aprirsi nei cieli della normalità, della quotidianità?
La necessità, gli altri, possono dirci cosa fare, a volte potranno anche condizionarci fino all’obbligo, ma solo noi potremo scegliere di volare o di planare, solo noi potremo aprirci alla verità di noi stessi e scoprire quel senso vero che sa andare sempre un po’ più oltre
Quello che fa la differenza non è avere o meno la fortuna di fare certe esperienze, ma il coraggio e la verità di viverle ad alta quota.
Mai come di questi tempi la verità è la carità più grande verso noi stessi e verso gli altri, perché solo la verità può spalancarci alla libertà… quella vera!

                                                                                   di suor Mariangela fsp

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Tra note e realtà – Resisti ancora

Cosa fai nel tuo mondo così piccolo?
Dove vai? Senza meta, dove vai?
Sveglia i sogni che hai chiuso dentro te.
Guarda il cielo…
La gente si perde tra l’asfalto e il cemento…
Si vive ormai senza emozioni
con la scusa di una sana evoluzione…
il tempo distrugge, il vento disperde:
la vita e l’amore resistono ancora…
(Maria Lacquaniti,
Resisti ancora)

Mi sembrano significative queste poche righe che mi sono capitate tra le mani un po’ per caso un po’ per pura voglia di leggiucchiare qualcosa di diverso. Lettura apparentemente indolore che ha tracciato però un solco. Non so dirvi se sia più o meno profondo, ma quelle frasi ritornano continuamente:
Che fai tu nel tuo piccolo mondo? Dove vai?
Mare o montagna! Italia o estero! Grandi città o agriturismo! Eccole le nostre mete. Eppure c’è chi parla di turismo alternativo e le statistiche sono più o meno chiare: sempre più gente reagisce allo stress con relax spirituali presso qualche antica abbazia, restaurata per l’occasione.
Si gioca veramente qui il controcorrente… l’alternativo?
Ci vorrà veramente tanto coraggio a rifugiarsi in oasi di silenzio, lontane dal solito e spesso irrinunciabile tran tran di tutti i giorni?
Ma c’è un’alternativa tranquillamente ignorata dai mezzi di comunicazione e che tanti nostri amici e conoscenti scelgono con vero coraggio.
Se dovessimo chiedere loro: dove vai? La risposta suonerebbe inequivocabile: dagli altri… da tutti coloro che sono fuori dai nostri interessi più immediati, fuori dai nostri calcoli, spesso, fuori dal nostro mondo. Gli emarginati, gli ospedali di frontiera, i sofferenti in attesa di un sorriso, i giovani alla ricerca di un senso per la propria vita, i villaggi sperduti nelle zone povere del mondo.
Ecco cosa popola l’estate. Non solo tormentoni da ballare e da cantare, ma distese di mani tese che nel silenzio e nell’indifferenza di tanti stanno costruendo la speranza.
Da loro viene una risposta solida e concreta come la roccia:
«La vita e l’amore resistono ancora.
Scopri il segreto, vai alla sorgente… e capirai!
»

di suor Mariangela fsp

 

e quest’anno tanti giovani hanno deciso di trascorrere la loro estate così: fai un click sulla seguente immagine e lo scoprirai!!!!

 

 

 

 

 

Tra note e realtà – Fuori dal tunnel

Sono fuori dal tunnel dal divertimento…
…Quando esco di casa e mi annoio sono molto più contento…
Mi piace il cinema e parecchio, per questo mi chiamano vecchio,
è da giovani spumarsi e laccarsi davanti allo specchio?
Sono vecchio, punto, e prendo spunto dal tuo unto ciuffo.
…Sbuffo pensando a serate tipo del tipo “Che facciamo?”
Io ho una Tipo di seconda mano che mi fa da pub,
da disco e da divano, sono qua, come un allodola questo è il mio ramo.
… Quando esco di casa e mi annoio sono molto contento.
“…”Gli incontri, gli scontri, lo scambio di opinioni,
persone che son fatte di nomi e di cognomi,
…si vive di ricordi, signori, e di giochi, di abbracci sinceri,
di baci e di fuochi, di tutti i momenti, tristi e divertenti,
e non di momenti tristemente divertenti.” 
(
Caparezza, Fuori dal tunnel)

Estate piena! E il caldo ce lo ricorda.
Perché tra le tante novità dell’anno, saltare indietro a qualcosa che ascoltiamo ormai da tanto?
Perché CapaRezza provoca, e provocando chiede risposte, prese di posizione chiare e inequivocabili.
In quanti ci sentiamo così: sempre un po’ sballottolati dal nostro umore?
Tra la noia e la fretta: c’è sempre di che lamentarsi!
Corriamo, sempre più velocemente tra un impegno e un altro, tra un ingorgo e uno sciopero, una lezione appena cominciata e una nostra amica che non la smette di parlare.
Corriamo fino ai giorni di pausa e tranquillità. Attesi, sperati e perché no, meritati.
Ritmi più tranquilli, sonno più disteso, un’alimentazione più curata, e tempo per parlare, chiacchierare, ascoltare… finalmente tempo per costruire relazioni o semplicemente per recuperare gli incontri trascurati, o magari un po’ traditi.
Tempo per noi a 360°! Tempo per le persone che amiamo e per chi ci ama.
Eppure la corsa, la fretta, gli ingorghi sono irresistibili! Tutti pronti a riposarsi correndo, a sonnecchiare sul sedile nelle lunghe code, o a rinfrescarsi sotto l’ombrellone.
Ancora pieni di impegni… la casa, il silenzio, l’ascolto, l’intimità sembrano valori veramente da Matusa, e noi uomini e donne dell’era digitale proprio non ci stiamo!
La velocità è la nostra forza. Noi gente del nuovo, della realizzazione, dell’apparenza.
Noi gente dei paradossi e dell’assurdo. Tutti fuori per divertirsi eppure tutti stranamente sempre tesi e scontenti, annoiati e depressi.
C’è qualcuno tra noi capace di scendere dentro se stesso e spalancare le finestre del proprio mistero personale? C’è chi ha ancora il coraggio di andare al Nord quando tutti vanno, in coda, al Sud?

…si vive di ricordi, signori, e di giochi, di abbracci sinceri,
di baci e di fuochi, di tutti i momenti, tristi e divertenti…

di suor Mariangela fsp

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Tra note e realtà – Siamo tutti là fuori

Siamo di qua, siamo di là, siamo dove ci và
Andiamo in giro tutta la notte…
Fuori di qua dove si và che posto non ce n’é
e non c’è modo di parcheggiare l’anima
Si và in un pub e basta un po’ di birra e musica
per non sentirci soli mai…
Di notte come dentro a un film
Un gran bel film!
Siamo tutti là fuori
in attesa di vivere un sogno incredibile…
Siamo storie e i domani
sono solo domande lontane da noi

(Dolcenera, Siamo Tutti Là Fuori )

Chi siamo?
Sempre un po’ più in là, un po’ più fuori, un po’ più oltre! Ma chi siamo?
Tutti dicono qualcosa di noi: sanno chi siamo e cosa pensiamo. Molti pensano di avere ricette pronte, ipotesi preconfezionate sul nostro futuro. Inchieste, ipotesi, diagnosi…

Ma di tanti cervelloni chi abita con noi là fuori?
Cos’è per noi la notte?
Perché parcheggiare l’anima?
Abbiamo voglia di futuro,
anche se ci spaventa sempre un po’!

Stiamo lottando con il nostro passato perché qualcuno ci vuole appiccicare quello che non abbiamo scelto! Amiamo musica e sensazioni forti: perché ci fanno sentire insieme, proiettati verso l’incredibile.
In migliaia continuiamo a popolare concerti…
Siamo forti!
Siamo tanti!
Siamo diversi!
Ciascuno con la propria voce, con i propri sogni, con la propria vita.
Siamo noi? Ma non fuori di noi!
Siamo storie e… i domani sono solo domande?
Fino a quando?

                                                                                                                                                                                           di  suor Mariangela fsp

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Il battito – Tra note e realtà

Dateci parole poco chiare quelle che gli italiani non amano capire…
Basta romanzi d’amore, ritornelli, spiegazioni, interpretazioni facili […]
Dopo tanto teatro dopo tante guerre
dopo tanti libri dopo tanto cammino
dopo tante bugie dopo tanto amore dopo tanti secoli!
Mai più canzoni in italiano greco slavo
poca letteratura, brevi racconti al massimo,
scrittori intraducibili, relazioni elementari, poeti ermetici…
Tv irreversibile, con accenti diversi con accenti diversi, esotici.
Ora davvero basta con la trasparenza
voglio una cultura davvero sottostante davvero inapparente
e soprattutto per sempre…
Voglio essere ricordato nella prossima era
come un glaciale geroglifico, come un bassorilievo,
come un graffito inesplicabile perché del tutto inutile….
(I. Fossati, Il battito)

Ironia fine ed estremamente penetrante!
Musica e testo che credo fanno da giusto contrappeso a un’attualità sempre più pregna di scontato, di superficialità e di velocità.
Quante volte ci capita di credere di conoscere una realtà solo perché ne abbiamo intravisto un aspetto?
O di conoscere cosa pensa un filosofo solo perché da qualche parte abbiamo letto una citazione di un suo pensiero?
Quali sono le sorgenti reali di conoscenza cui attingono i giornalisti per informarci su situazioni vere?
Chi ha ancora il coraggio di perdere tempo su pagine di libri, di musica che non riempiono né pancia, né portafogli?
Assistiamo sempre più spesso a manipolazioni occulte delle nostre coscienze: guardiamo solo alcune parti del mondo perché sono le uniche presenti nei networks televisivi… pensiamo di conoscere culture, ricchezze e povertà dei popoli solo perché sono le uniche che qualcuno sceglie di far entrare nell’obiettivo di una telecamera. Siamo certi di cosa pensino gli uomini e le donne del nostro tempo e di quali siano le vere ideologie di chi ci governa solo perché ascoltiamo quello che qualcuno sceglie, volontariamente, di farci ascoltare.
Di tutto questo siamo vittime inconsapevoli, è vero, ma la nostra responsabilità personale entra in causa tutte le volte che ci arroghiamo il diritto di credere vere solo le cose che altri fanno passare davanti ai nostri occhi, o di pensare che esista solo ciò che televisione e mezzi di comunicazione fanno vedere.
Dicono che la frammentarietà sia il frutto dell’età post moderna, che gli aforismi siano il simbolo di tutto questo, che la cultura non si muove più su sistemi di pensiero ampi e articolati. Si dice anche che la cultura della comunicazione è veloce, rapida, efficace e che chi comunica si deve adeguare: pena la non comprensibilità del suo pensiero.
Così sotto accusa finiscono coloro che hanno ancora il coraggio di non accontentarsi della superficialità; che sanno costruire una dimostrazione coerente; che per ogni effetto vorrebbero trovare una specifica causa; che amano il dubbio e il confronto, per diventare migliori; che a una comunicazione di superficie che fa battere le mani preferiscono poesia, filosofia e musica che fanno battere il cuore.
E’ lecito, in nome della cultura del
tutto voglio e del poco mi sforzo obbligare tutti a un abbassamento di livello culturale?
E se la frammentarietà dei pensieri, la superficialità delle idee, la presunzione di sapere tutto di tutti solo per aver visto o letto poche cose, stesse intaccando la solidità delle coscienze e delle identità?
Ivano Fossati, in un’intervista ha detto: «Vorrei tenere salva, per me, la capacità di avere dei pensieri non solo corretti, ma anche completi»…
La Sfida è per tutti!

                                                                                                                                                                                         di suor Mariangela fsp

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Tra note e realtà – Domenica e lunedì

No, non perdetelo il tempo ragazzi;
non è poi tanto quanto si crede.
Date anche molto a chi ve lo chiede…
Se ne va… è la vita che se ne va…
Se ne va… non sprecatela
in sogni da poco
.

Vanno le nuvole coi giorni di ieri
Guardale bene e saprai chi eri;
è così fragile la giovinezza non consumatela nella tristezza.
Dopo domenica è lunedì.

(Branduardi – Domenica e lunedì)

Cos’è il tempo? Ci hai mai pensato?
Una volta un saggio mi disse:E’ la moneta più preziosa per acquistare l’eternità! Lascia che il tuo tempo sia abitato da scelte coraggiose e l’universo danzerà con te. Apri ogni giorno gli occhi al nuovo sole e grida il tuo sì, deciso, alla vita. Tutta la creazione fiorirà con te… ogni bambino nascerà con te… ogni uomo spererà con te…
Di chi sono i tuoi giorni e il tuo tempo? Sei proprio sicuro che ti appartenga?
Esci fuori.
Se cammini tra la gente e, ritornando a casa, non ricordi neppure un volto o uno sguardo, forse la tua vita appartiene ai tuoi problemi, alle delusioni… a qualche rimpianto. Occhi bassi e Ipod acceso… eppure il tempo è l’immenso: incontri, mani tese, posti ceduti, vite incrociate.
L’alternativa? Essere UNO alternativo!
Uno che rischia pesante; che non sa farsi i fatti propri; che crede che il battito d’ali di una farfalla possa muovere potenti uragani.
E se ti sentissi veramente una piccola farfalla davanti all’universo… non fermarti.
Oggi, c’è un uragano, da qualche parte nel mondo, che per muoversi ha bisogno delle tue ali!

E di domani… nessuno lo sa! O forse sì?

                                                                                                                                                                                  di Suor Mariangela fsp

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Tra note e realtà – L’amore fa

L’amore fa l’acqua buona, fa passare la malinconia, 
crescere i capelli l’amore fa.
L’amore accarezza i figli, l’amore parla con i vecchi;
qualcuno vuole bene ai più lontani anche per telefono.
L’amore fa guerra agli idioti, agli arroganti pericolosi,
fa bellissima la stanchezza,
avvicina la fortuna quando può […]
Fa crescere i gerani e le rose, aprire i balconi,
l’amore fa.
Confondere le città ma riconoscere i padroni
l’amore lo fa.
Aprire bene gli occhi, amare più se stessi:
l’amore fa bene alla gente, comprendere il perdono:
l’amore fa!
(I. Fossati, L’amore Fa)

L’amore fa… l’amore crea… l’amore trasforma e ri – genera; l’amore è l’unico grande perché della Pasqua!
Perché un Dio libera il suo popolo dalle schiavitù della certezza, della casa, del cibo e del futuro?
Perché un Dio annienta se stesso vivendo fino in fondo la morte?
Perché la Pasqua segna i grandi passaggi dell’umanità?
L’amore: unico grande motivo per cui tutta la storia e tutti gli essere umani, a ogni latitudine del pianeta, sono divenuti la dimora, la casa di Dio.
Pensare ai lunghi giorni del tempo pasquale, sentire dopo un lungo digiuno, ritornare finalmente il canto libero e festoso dell’Alleluia non può e non deve lasciare indifferenti. Chi nella resurrezione è chiamato a sentire la vitalità esplosiva di una speranza, che non conosce il limite del tempo, e di un amore che non può essere fermato neppure dalla morte, deve poter vivere in ogni tempo pasquale, il proprio personale passaggio.
Da
gli inferi (ma non inferno!!!) delle tante e spesso inutili tristezze e immotivate delusioni all’alba di una vita capace di ri – sorgere, di ri – nascere, di ri – vibrare per nuovi valori e ideali, per scelte coraggiose e generose, per un Amore realmente controcorrente.
Questo è il desiderio di cui sento pregno questo nuovo Tempo Pasquale e che non può che farsi augurio, incarnato nelle nostre tante e singolari storie, nei nostri banali o straordinari incontri quotidiani.
Queste poche righe sono nate proprio da una “riflessione allargata” su una delle canzoni  di Ivano Fossati. Il suo “L’amore fa” mi è sembrato potesse svelare il senso vero di un amore che prima di arrivare a grandi e singolari posizioni, si costruisce con piccole scelte, cresce arricchendo di sfumature impensabili colori apparentemente cerei.
Questi sono i veri miracoli dell’amore!
Fossati ne descrive molti… forse potremmo provare anche noi a realizzarne alcuni, a scoprire nelle nostre giornate i tempi opportuni per amare.
Amare ci aiuterà ad amarci: farà bene alla gente, farà straordinario l’ordinario…
             …l’amore lo fa!
                                                                    E chi ama… lo sa!

                                                          di suor Mariangela fsp

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Tra note e realtà – Hai un momento Dio

C’è un po’ di traffico nell’anima,
non ho capito che è.
Ciò il frigo vuoto, ma voglio parlare […]
Hai un momento Dio, non perché sono qua,
insomma ci sarei anch’io.
Hai un momento Dio, o te o chi per te
avete un attimo per me?
[…]
Quanto mi costa una
risposta, da te lissù… quant’è.
Ma tu sei lì per non rispondere e indossi un gran bel gilè.
E non bevi niente o io non ti sento com’è, perché…
Hai un momento Dio non perché sono qua,
se vieni sotto offro io.
Hai un momento Dio lo so che fila c’è,
ma tu hai un attimo per me.

Se stai ridendo, io non mi offendo però, perché?
Perché nemmeno una risposta ai miei perché, perché?…
(Ligabue,
Hai un momento Dio)

«Tutti abbiamo un po’ di traffico nell’anima ed è per questo che siamo alla ricerca continua di risposte…». Non so quanti anni abbia con esattezza, ma a scrivere è una giovanissima ragazza. Le domande del Liga, continua, sono le stesse che tutti prima o poi ci facciamo…
Una fede piena di troppe domande, qualcuno la definisce adolescente, come se la maturità del credere non vivesse di dubbi, di confronti, di luce chiesta e accolta, ogni giorno. Ci si stupisce poi se si scopre che santi e sante di una certa popolarità abbiano vissuto notti profonde, totalmente immerse nel silenzio costante di Dio… forse qualcuno lassù ama a intermittenza?
Mi piacerebbe spostare l’attenzione su due aspetti, a mio parere centrali: la bellezza del chiedere e la visibilità di Dio.
Chiedere, porre e porsi domande, dubitare
non è principio di allontanamento, ma di ricerca e di profondità. Non è pericoloso che qualcuno dubiti di Dio; in fondo nella scienza il dubbio è stata la condizione di possibilità di ogni conoscenza, ma è estremamente rischioso che al dubbio non si mostri la luce, che al viandante non si indichi la via. Troppe volte davanti al dubbio, consentitemelo, lecito di gente di ogni età sulla reale presenza di Dio in una storia troppo ferita, l’unica risposta è stata una porta sbattuta in faccia. Questo è pericoloso ed estremamente grave. Questo è principio di un allentamento.
Chi chiede cerca la verità e con la Verità in persona ha bisogno di entrare in contatto.
Beati coloro che hanno il coraggio di dubitare: incontreranno Dio faccia a faccia.

Ehi Dio! Dove cercarti per incontrarti seriamente, per poterti parlare con calma, per dirti finalmente quello che penso? Hai un momento?
Ligabue fa un inciso di non poco conto: «O te o chi per te…»
. Uomini e donne, tutti chiamati in causa. In quel chi per te ci siamo tutti… tutti quei figli che hanno incontrato il Padre, che lo hanno visto in azione nella propria vita, che si sentono amati. Qualcuno più di un altro, perché chiamato a una scelta più radicale, ma tutti, perché cristiani siamo chiamati a essere visibilità di Dio oggi.
Non si tratta di costruire al di là della storia, ma di tenere aperte le porte di ogni storia perché Dio vi entri. Testimoni della Verità che vuole incontrare il dubbio; della Via che da tutti vuole essere percorsa; della Vita che dà senso a ogni esistere .
Beati coloro che accoglieranno chi cerca e indicheranno loro sentieri di Vita: il Padre farà di loro la sua dimora.

di suor Mariangela fsp

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Tra note e realtà – Che fantastica storia è la vita

Mi chiamo Antonio e faccio il cantautore,
e mio padre e mia madre mi volevano dottore,
ho sfidato il destino per la prima canzone,
ho lasciato gli amici, ho perduto l’amore.
E quando penso che sia finita,
è proprio allora che comincia la salita.
Mi chiamo Laura e sono laureata…
Mi chiamano Gesù e faccio il pescatore…
Mi chiamo Aicha, come una canzone,
sono la quarta di tremila persone…
E quando penso che sia finita,
è proprio allora che comincia la salita.

(Antonello Venditti, Che fantastica storia è la vita)

La vita… che fantastica storia!
Lo è per tutti, per i tantissimi Antonio, Laura, Aicha, Carol, Michael a qualsiasi latitudine si trovino. Meravigliosa avventura senza limiti: nessuno sa come inizi e nessuno sa dove e perché finirà… ma è vita, pur sempre vita.

E’ vita quella di un piccolo grumo di cellule e quella dell’impegnato uomo d’affari.
E’ vita quella difesa con forza dai piccoli pugnetti stretti del bambino e dai muscoli tesi di un malato.
E’ sempre vita: il pianto che accoglie la nascita e quello che accompagna la morte; il canto dei riti e delle liturgie di un popolo e quello di un singolo uomo che canta alla luna; le righe scritte nel diario segreto di una ragazza e quelle che popolano i romanzi; la voce rotta da un singhiozzo e gli occhi luccicanti di stupore.
Che forza la vita… e non lo dice chi ha tutto. Ma lo crede chi non ha niente!
Cos’ è per te vivere?
Da qualche parte, in questo mondo, ci sarà un senso?

Perché ogni giorno il sole fa brillare i tuoi occhi?
Perché la sera stende un velo sulle tue fatiche e poi ti riconsegna al giorno?
C’è un tesoro dentro te! Scrigno segreto che solo tu puoi vedere e scoprire. Solo tu, un giorno potrai apr
ire.
Tra i tanti, c’è stato anche Gesù.
Uomo come noi eppure così diverso da noi. Così amante della vita, da donarci totalmente la sua.
Lui ha scelto di vivere questa meravigliosa avventura, di scoprirla fino in fondo, di assaporarla fino all’estremo.
Lui… il Dio che dell’amore ha fatto un dono e alla vita ha dato un senso.

Cosa vuol dire vivere, perché esistere?
Qualcuno un giorno ha detto all’umanità: «Ti chiedo solo un sì e ti prometto la felicità».
Un sì a cosa?
«Un unico grande e coraggioso alla vita».

di suor Mariangela fsp

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