Buona domenica!

“Risollevatevi e alzate il capo,
perchè la vostra liberazione è vicina”.

Dal Vangelo di Luca (Lc 21,25-38.34-36)
I DOMENICA D’AVVENTO -Anno C-

 

La parola a…
Paolo Curatz

Non viviamo tempi facili, lo scoraggiamento è alle stelle, la violenza pure.
Tra finanziarie, lavori saltuari e una dilagante povertà, tra affetti frantumati e paure di amare, rischiamo di crollare e di arrenderci. La paura e l’apatia a volte inquinano le nostre vite e le nostre comunità: sembra prevalere il forte e l’arrogante, ci sentiamo come pesci fuor d’acqua.
E Gesù (tenero!) ci dice: quando accade tutto questo, alzate lo sguardo.
Le fatiche e le prove della vita, sembra dirci il Signore, sono lì apposta per farci crescere, possono diventare un trampolino di lancio, devono aiutarci a conoscere il senso segreto delle cose, il mistero nascosto nei secoli.
Come il grano caduto in terra feconda la terra, così l’Avvento feconda la nostra vita per sbocciare a Natale in una festa di luce.
Ma occorre vigilare, ammonisce Gesù nel Vangelo di oggi.
Le dissipazioni, le ubriachezze e gli affanni della vita possono impedirci di vedere, impedirci di vivere.
Le dissipazioni: in un mondo in cui siamo costretti alla frenesia, ritrovare un ritmo di interiorità richiede una forza di carattere notevole.
Perché non approfittare di questi giorni per riprendere un quotidiano ritmo di preghiera?
Le ubriachezze: il nostro mondo ci invita a fare esperienza di tutto, a osare, a sperimentare.
E alla fine ci ritroviamo a pezzi. Attenti, amici, a non cadere nell’inganno che le sirene del nichilismo ci propongono: abbiamo bisogno di unità, non di frantumazione.
E questa scelta compiamola non in rispetto ad una ipotetica scelta morale, ma nella consapevolezza che Dio solo conosce la verità dell’essere.
Gli affanni della vita esistono e non li possiamo eliminare ma solo controllare mettendo al centro la ricerca di Dio e del mio vero io.
Possiamo farcela, Dio ci sostiene, buon percorso di conversione al Natale.

 

…e per riflettere puoi scaricare: Punti di vista

 

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e dopo Natale?

Per Giovani fino a 30 anni

 Gesù Parola
incarnata e comunicata

  spiritualità
formazione
comunicazione digitale

A Roma dal 27 al 31 dicembre 2009 a tutti i giovani fino a 30 anni proponiamo di vivere insieme alcuni giorni di riflessione, preghiera, condivisione e formazione su alcuni ambiti e risorse della comunicazione digitale. Non aggiungiamo altro perchè il di più vorremmo fosse una scoperta da vivere insieme… noi Figlie di san Paolo, animatrici di questa esperienza, e voi, giovani audaci, che sceglierete di viverla all’insegna della fiducia e del dono.
Crediamo che il Natale sia per noi cristiani un dono troppo prezioso per lasciare che passi in modo anonimo. Da eredi della passione apostolica di san Paolo vi proponiamo di renderlo realmente un tempo di ri-nascita di Dio in noi, tempo di ascolto di Dio tra la gente, tempo di annuncio di uno tra i più straordinari eventi della storia umana e, chiaramente, personale.

Animatrici: Sr. Mariangela e sr. Silvia, Figlie di San Paolo

 Sede: Roma, presso comunità Regina degli Apostoli, Via Antonino Pio, 75 – nei pressi della Basilica di san Paolo fuori le mura. Arrivi previsti entro le 16.00 del 27 dicembre e partenze nella mattinata del 31.

Porta con te:

  • Bibbia e quaderno personale
  • Strumento che sai suonar
  • Lenzuola o sacco a pelo e asciugamani
  • tanto desiderio di Dio

Contibuto per il soggiorno: 60.00 euro

Info e contatti per adesioni:

Buona domenica!

 

Allora Pilato gli disse: “Dunque tu sei re?”.
Rispose Gesù: “Tu lo dici, io sono re”.

Dal Vangelo di Giovanni (Gv18,33-37)
SOLENNITA’ DI NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO RE DELL’UNIVERSO -Anno B-

 

La parola a…
Paolo Curtaz

“Sei re?” – “Tu lo dici” risponde Gesù a Pilato.
“Sei il Figlio di Dio Altissimo?” – “Tu lo dici” risponde altrove Gesù al Sommo Sacerdote.
“Tu lo dici”: siamo liberi di credere o no, Dio non si impone, mai.
Anzi, l’apparenza inganna: questo uomo sconfitto non assomiglia in alcun modo ad un re, men che meno ad un Dio. Sarà sempre così: il nostro Dio si nasconde, ci lascia liberi, smuove le nostre coscienze, chiede a noi di schierarci, ci costringe alla scelta.
Il potere che Gesù viene ad esercitare è il potere a servizio della verità. Che non nutre se stesso, che non si autocelebra, che fugge la gloria e l’apparenza.
Che razza di re ci è capitato, amici, un re da burla che entra a Gerusalemme cavalcando un asinello e non un cavallo bianco, un re oltraggiato e preso in giro da annoiati soldati romani, un re che suscita la compassione e il disprezzo dell’irrequieto governatore Pilato. Che razza di re, senza armate, senza potere, senza rabbia, senza delirio di onnipotenza. E subito il nostro entusiasmo si smorza, subito i nostri segreti sogni di una eclatante vittoria del bene sul male si ridimensionano. No, non andrà così, non va così né ora né mai. Dio ha scelto di stare dalla parte degli sconfitti, dei dimenticati, re – certo – ma dei perdenti e re senza riscatto, re senza trionfi, re senza improbabili finali da commedia americana.
Un re nudo, appeso ad una croce, crudele trono, cinto da una corona di spine, un re talmente sconvolto da avere necessità di un cartello che lo identifichi, che lo renda riconoscibile almeno alle persone che l’hanno amato.
Lo volete davvero un Dio così? Un Dio che rischia, un Dio che – per amore – accetta di farsi spazzare via dall’odio e dalla violenza? Lo volete davvero un Dio che rischia tutto, anche di essere per sempre dimenticato, pur di mostrare il suo volto? Un Dio che accetta di restare nudo, cioè leggibile, incontrabile, osteso, palese, evidente perché ogni uomo la smetta di costruirsi improbabili devozioni, scure visioni di Dio?
Questo è il nostro Dio, un Dio amante, un Dio ferito, un Dio che fa dell’amore l’unica misura, l’ultima ragione, la sola speranza.

 

…e per riflettere puoi scaricare: Sei grande, Signore!

 

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Buona domenica!

Vedova al tempio

“Seduto di fronte al tesoro,
osservava come la folla vi gettava monete.
Tanti ricchi ne gettavano molte.
Ma, venuta una vedova povera,
vi gettò due monetine”.

Dal Vangelo di Marco (Mc 12,38-44)
XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO -Anno B-

 

La parola a…
Paolo Curtaz

Anche quando siamo incapaci di provare emozioni, o di desiderio di vita, possiamo diventare luce, totalità, dono, speranza. Non ce ne accorgiamo, ovvio, e forse neppure ce ne importa.
Come non importa a chi ha davvero dato tutto
, a chi davvero è stato masticato dalla vita e dal dolore.
Ci sono santi che stupiscono la Chiesa per il loro dinamismo e la loro forza interiore. Altri santi che la edificano per la loro trasparente oblazione, per il modo in cui affrontano le fatiche della vita (ricordate Osea e la sua vicenda affettiva?).
Come Mosè, il grande liberatore, il più grande della storia di Israele, colui che ha visto Dio faccia a faccia, colui che ha ricevuto nelle sue mani le parole che Dio dona all’umanità per vivere, colui che, principe d’Egitto, ha rinunciato al suo rango e si è fatto simile agli schiavi, muore sulle alture del Golan, senza mai entrare in Israele. Ora è libero, finalmente.
Fratello masticato, sorella sanguinante, vedovi e vedove senza amore e rispetto, delusi da voi stessi e dalla vita, dalle persone e dalle vicende, date in elemosina ciò che avete dentro, anche se poco, fatelo per Dio, fatelo perché credete nella vita, disperatamente.
E noi discepoli, fragile popolo di Dio, impariamo dalle vedove, dai poveri a contare sull’Assoluto, ad abbandonarci – sul serio – nelle mani di Colui che tutto può.
Non la gloria, non la devozione, non l’apparenza (anche clericale e cattolica!) ci salvano, ma l’essere mendicanti di luce.

 

…e per riflettere puoi scaricare: Apparire

 

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Ascolto! – alias “Dio ma che lingua parli?”/1

Ascoltare noi stessi, il mondo e Dio!ascolto
Ascoltare il dono dei doni che Dio ci ha preparato!
Ascoltare in profondità, ascoltare con costanza, ascoltare senza mollare, ascoltare fino in fondo…

Ascolto: è questa la prima parola dell’alfabeto di Dio. A come ascolto, accoglienza, attenzione, attesa…
Ascolto: è il presupposto che ci permetterà di accogliere e vivere Dio nella nostra vita.

Con il nuovo anno sociale, sono ricominciati a Salerno, presso la comunità delle Figlie di San Paolo, gli incontri di spiritualità e formazione per giovani fino a 30 anni che quest’anno si svolgeranno sia a Salerno che a Napoli. Di seguito la testimonianza di una delle partecipanti:

“Tutto è cominciato alle 6:00 di sabato 24 ottobre a Lecce, sul pullman con destinazione Salerno. La voglia di conoscere una nuova realtà, il desiderio di provare in prima persona le emozioni e le soddisfazioni che chi ha provato prima aveva cercato di descrivermi con gli occhi che brillavano mi hanno spinta a lasciare la routine quotidiana e a trascorrere un week-end alternativo.

giovaniQuest’estate per la prima volta ho sentito parlare dei GEP (Giovani Evangelizzatori Paolini), un gruppo di ragazzi che ha sperimentato una grande gioia e ha una voglia matta di comunicarla agli altri. Esemplare è stata l’accoglienza da parte delle suore Paoline e dei ragazzi, bellissimo il loro sorriso, grandissime le loro premure e le manifestazioni d’ affetto, inarrestabile il loro entusiasmo e la loro grinta! Tema da sviluppare in questi incontri di spiritualità e formazione per giovani: Dio ma che lingua parli? Questa è la domanda che ognuno di noi si pone quando si trova davanti alle scelte, semplici o complesse, che la vita gli riserva. L’ argomento trattato in questo primo incontro è stato l’ASCOLTO, elemento essenziale nel rapporto con Dio, con se stessi e con gli altri perché ci permette di raggiungere le dimensioni più profonde di ciò che viviamo. Qualcuno si chiederà: “Come si ascolta Dio?'”. Il nostro legame con Lui è sempre vivo e operante grazie all’ascolto della sua Parola, e non intendiamo solo le Sacre Scritture ma anche le situazioni davanti a cui Dio ci pone e le persone che ci affida nel cammino della nostra vita.incontri

 La Parola è il “Dono dei Doni” che Dio ci porge e che non sempre accogliamo. A questo proposito abbiamo utilizzato come filo conduttore dell’incontro il brano del seminatore tratto dal Vangelo di Luca (Lc 8,4-15). In questa parabola Dio è il seminatore che affida ad ognuno di noi un seme, che è la Parola, da custodire e da far fruttificare. Noi, però, non sempre siamo terreno buono che accoglie il seme e porta frutto, spesso presi dal ritmo frenetico della quotidianità, da disattenzioni, da impegni che consideriamo più urgenti, da piaceri e da autorealizzazioni lasciamo cadere il semino lungo la strada o fra i sassi o ancora tra le spine sprecando il Dono che la generosità infinita di Dio ci ha affidato. La parabola ci insegna che dobbiamo dissodare il nostro terreno, dobbiamo renderlo scevro delle nostre occupazioni e preoccupazioni quotidiane, dobbiamo prepararlo ad accogliere il seme e dobbiamo avere la pazienza di aspettare che questo semino metta le sue radici ben in profondità e porti frutto.

Ascolto è fare spazio all’altro, condividere le sue soddisfazioni, sorridere per le sue conquiste ma è anche sorreggerlo per impedire che cada, asciugare le sue lacrime… Ascolto è affidarsi completamente all’altro dimenticandosi per un attimo del resto… Ascolgruppo Salernoto è donare gratuitamente un po’ del proprio tempo, un po’ della propria vita… Ascolto è ricchezza, scambio di emozioni, è fiducia, è la base di un rapporto profondo. Questi due giorni mi hanno fatto capire tutto questo.

Ora sono io col sorriso sulle labbra e con gli occhi che mi brillano a raccontare ai miei amici questa meravigliosa esperienza, a trasmettere le mie emozioni, a comunicare questa mia soddisfazione perché una grande gioia non si può tenere per sé! Provare per Credere!”

Mariastella – Veglie (LE)

 

Buona domenica!

The Saints Fran Angelico

“Rallegriamoci tutti nel Signore
in questa solennità di tutti i Santi:
con noi gioiscono gli angeli
e lodano il Figlio di Dio”

Antifona d’ingresso
SOLENNITA’ DI TUTTI I SANTI

 

La parola a…
Paolo Curtaz

La santità che celebriamo,in verità, è quella di Dio e avvicinandoci a lui ne siamo prima sedotti, poi contagiati.
La Bibbia parla spesso di Dio e della sua santità, la sua perfezione d’amore, di equilibrio, di luce di pace. Lui è il Santo, il totalmente altro ma, ci rivela la Scrittura, Dio desidera fortemente condividere la sua santità con il suo popolo.
Dio ci vede già santi, vede in noi la pienezza che noi neppure osiamo immaginare, accontentandoci delle nostre mediocrità.
Scriveva un grande letterato francese: non c’è che una tristezza, quella di non essere santi. Quant’è vero!
Il santo è tutto ciò che di più bello e nobile esiste nella natura umana, in ciascuno di noi esiste la nostalgia alla santità, a ciò che siamo chiamati a diventare: ascoltiamola.
Tiriamo giù dalle nicchie i fratelli santi, riportiamoli nella quotidianità della nostra vita, ascoltiamoli mentre ci suggeriscono i percorsi che ci portano verso la pienezza della felicità.
I santi non sono persone strane, uomini e donne macerati dalla penitenza, ma discepoli che hanno creduto nel sogno di Dio.
Il santo non è uno nato predestinato, uomini e donne come noi, si sono fidati e lasciati fare da Dio.
I santi non sono dei maghetti operatori di prodigi: il più grande miracolo è la loro continua conversione.
I santi non sono perfetti e impeccabili, ma hanno avuto il coraggio, che spesso noi non abbiamo, di ricominciare, dopo avere sbagliato.
I santi non sono dei solitari: dopo avere conosciuto la gloria e la bellezza di Dio, non hanno che un desiderio: quella di condividerla con noi.
Chiediamo ai santi un aiuto per il nostro cammino: Pietro ci doni la sua fede rocciosa, Francesco la sua perfetta letizia, Paolo l’ardore della fede, Teresina la semplicità dell’abbandonarsi a Dio. Così, insieme, noi quaggiù e loro che ora sono colmi, cantiamo la bellezza di Dio in questo giorno che è nostalgia di ciò che potremmo diventare, se solo ci fidassimo!

 

…e per riflettere puoi scaricare: Lasciar trasparire Dio

 

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