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RAGAZZI & DINTORNI – Dicembre 2010 – Dossier Consiglio

LA COSCIENZA DI SOPHIE

di Cecilia Salizzoni

Forse è il dono di cui più avvertiamo il bisogno e la mancanza, lo Spirito di consiglio.
Viviamo, infatti, un tempo che ha letteralmente perso la bussola, tra tentazioni di onnipotenza e incapacità di realizzare concretamente la più piccola cosa.
Come muoversi di fronte a una realtà complessa che chiede l’intervento personale di ciascuno per rendere il mondo più umano?
Ai ragazzi del post-cresima, si può proporre di conoscere Sophie Scholl e La Rosa Bianca, il gruppo di universitari tedeschi che scelsero di resistere al nazismo e invitarono il loro Paese a fare altrettanto, attraverso la diffusione di sei volantini e, soprattutto, attraverso il dono della vita.
Il film parte dall’arresto dei due fratelli Scholl, Hans e Sophie, dopo il lancio del sesto volantino nell’Università di Monaco, e narra i sei giorni successivi: gli interrogatori, l’arresto dell’amico Christoph Probst, il processo immediato e l’ancor più immediata esecuzione della condanna alla ghigliottina.
Sophie non aveva ancora 22 anni, Hans e Christoph tre più di lei.
Concentrandosi sul contraddittorio tra Sophie e Robert Mohr, inquisitore della Gestapo, il regista riesce a far emergere la grandezza straordinaria di questi ragazzi che seppero vedere con chiarezza e denunciare ciò che un intero Paese per ottusità spirituale, viltà o interesse, non volle vedere fino alla fine: l’annientamento morale e materiale che la Germania avrebbe scontato duramente negli anni successivi al crollo del Terzo Reich.
Isolando dal contesto sociale lo scontro tra Sophie e il Potere e puntando sulla dimensione spirituale della protagonista, la regia attenua la dimensione storica dell’evento per sottolineare l’attualità di una scelta che fu quella di non lasciarsi ridurre a «massa», priva di anima, priva d’identità, priva di libertà, priva di compassione.
Ieri, a farlo, era uno Stato «totalitario» che voleva conquistare il mondo attraverso l’ideologia.
Oggi è una società «globale» che ha come valori il denaro e il benessere, il consumo di beni materiali e il piacere individuale.

Ieri, in Germania, è stato il cristianesimo autentico a offrire gli strumenti per prendere coscienza e resistere: quel cristianesimo che annuncia un umanesimo integrale e valorizza la bellezza della creazione, dell’arte, del pensiero.
È un film di personaggi e dialoghi, dove la recisione di ogni contatto con la realtà esterna, ma anche tra i due fratelli, mette in evidenza la loro capacità di mantenere la rotta, nella fedeltà alla propria coscienza, di fronte alla violenza del potere che ha sovvertito i valori di fondo e ha privato le persone della libertà interiore.
Per questo motivo i ragazzi devono essere preparati alla visione e invitati a fare attenzione ai piccoli indizi che il regista offre, all’interno della messa in scena, sulle motivazioni interiori della protagonista e sull’attualità della sua scelta, per riuscire a rispondere a domande come:
Qual è la sorgente a cui attinge Sophie?
• Che cosa la muove?
• Perché non accetta l’alternativa di Mohr?
• Chi è più «adulto» tra la piccola Sophie e il grande inquisitore? Perché?
• Che cosa significa essere adulti?
• Che cosa significa essere «adulti nella fede»?
Il sentire comune oggi porta a giudicare «sconsiderati» questi giovani che avrebbero buttato via la loro vita inutilmente, invece di servire alla Germania nella ricostruzione: è stato davvero «inutile» il loro sacrificio? Che cosa garantisce che il dono della vita non sia tale?
«Bisogna avere un cuore tenero e uno spirito duro» scriveva e si ripeteva Sophie: che cosa voleva dire?
Oggi, cosa ci viene richiesto per coltivare una tale tenerezza del cuore e durezza dello spirito?

Questi e molti altri suggerimenti per la catechesi dei ragazzi sul numero di Dicembre dell’inserto Ragazzi & Dintorni dossier mensile di Catechisti Parrocchiali.

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RAGAZZI & DINTORNI – Dicembre 2010 – Dossier Consiglio

IL MAESTRO INTERIORE E LE GUIDE

di Fausto Negri

“Il giorno del suo dodicesimo compleanno Stefano chiede al padre di portarlo con lui sul suo bastimento. Da quel momento è inseguito dal Colombre, uno squalo, che la leggenda vuole astutissimo e feroce. Per anni e anni Stefano sarà inseguito dal Colombre: quando è ormai vecchio, avviene l’incontro. Il Colombre comunica a Stefano di non averlo inseguito per divorarlo ma per consegnargli, per ordine del re del mare, la leggendaria perla del mare, che dona al suo possessore ricchezza, soddisfazione, amore e potenza nella vita.”

Molte persone si comportano come Stefano. Vogliono «farsi da sole», si fidano solo di se stesse e vedono un pericolo in chi vorrebbe dare loro consigli circa la navigazione nella vita.
Il termine consilium, in latino, significa consultazione, ma anche avvedutezza. Nell’antica Roma due consoli accompagnavano il Senato. Erano sempre in due, in modo da consultarsi l’uno con l’altro. Confrontandosi, dovevano comprendere quali fossero le decisioni da prendere per il bene della città.
Dare un consiglio significa suggerire ad altri ciò che si ritiene giusto che si faccia nel navigare tra bonaccia e tempeste.
Questo dono dello Spirito ci suggerisce ciò che dobbiamo fare e dire, ci aiuta a compiere le scelte adeguate in ogni occasione.
«Tra demonio e santità è lo stesso, basta che ci sia posto». È ciò che cantava Vasco Rossi. Invece, nella vita, non è proprio così, perché ognuno raccoglie ciò che ha seminato e, se ha seminato erbacce, non può raccogliere grano. Oggi, purtroppo, siamo un po’ tutti plagiati dalle mode, sia nel linguaggio sia nell’acquisto di oggetti che identificano uno status symbol: nessuna epoca storica ha conosciuto un tale bombardamento di messaggi.

Chi vuole salire su un alto monte si cerca una guida. Chi fa un corso di vela ha accanto a sé un istruttore. Nelle squadre sportive c’è un allenatore; nei rally, accanto al pilota, c’è «un navigatore», buon conoscitore del tragitto, che dà le indicazioni giuste per adeguare la velocità al percorso, prepararsi alle curve e… vincere il premio.

Dopo aver fatto questa presentazione ai ragazzi, si può proporre la seguente attività:  i ragazzi riflettono divisi in gruppetti, confrontandosi su alcune domande.
Di fronte a una difficoltà o a una decisione da prendere, come mi comporto? Mi lascio guidare dall’urgenza del momento? Mi fermo e ascolto il profondo del mio cuore? Seguo le opinioni dei compagni o dei media? Mi consiglio con una persona di fiducia per capire le situazioni e scegliere con consapevolezza?
Invocate sempre lo Spirito Santo perché  illumini e  doni la visione vera della questione.

In gruppo, riprendete le risposte e stilate insieme un decalogo di orientamento per la vita, da seguire per non «arenarsi o annegare». Riportatele poi su un cartellone da affiggere nella sala della catechesi e consegnatelo, poi, su un cartoncino, a ogni ragazzo. Concludete l’incontro con una preghiera allo Spirito Santo, ispirata ai punti del «decalogo».
A fine incontro si può concludere consegnando ai ragazzi un augurio scritto dal catechista, oppure prendendo quello suggerito di seguito:

Guarda lontano, non fermarti alle facili apparenze.
Sii ciò che vuoi essere…
Puoi avere tanta felicità da renderti dolce;
difficoltà a sufficienza da renderti forte;
abbastanza dolore da renderti umano;
grande speranza da renderti felice.
Impegnati a: superare l’orgoglio,
cercare il consiglio sincero di un amico,
la parola disinteressata di un genitore,
il rimprovero sereno di un adulto,
l’indicazione competente di un docente,
l’orientamento illuminato del sacerdote.

Questi e molti altri suggerimenti per la catechesi dei ragazzi sul numero di Dicembre dell’inserto Ragazzi & Dintorni dossier mensile di Catechisti Parrocchiali.

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