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Sulla strada verso Emmaus – BUONA DOMENICA! III DOMENICA DI PASQUA – anno A

Lo riconobbero nello spezzare il pane.
(Cf. Lc 24,35)

Allora, oggi, su che cosa vogliamo concentrarci? Sui due discepoli che si allontanano da Gerusalemme verso Emmaus? Su che cosa vogliamo puntare la nostra attenzione? Sulla loro tristezza, nostalgia o delusione? E se lo facessimo, che cosa ne ricaveremmo? Nulla se non forse mezzo gaudio dovuto a un mal comune. Sì, mal comune perché magari anche noi in una situazione storica non così esaltante potremmo provare le stesse emozioni. Ma poi? Correremmo il loro stesso rischio: parlottare tra noi, o peggio, con noi stessi, e convincerci che tanto alla fine tutto è inutile e che magari non vale neppure la pena sprecare energie per sognare o per credere in qualcosa… fosse pure Dio.
Ecco, oggi, terza domenica di Pasqua, facciamo un esercizio: scrolliamoci di dosso, e scrolliamo dalle nostre sinapsi, dagli occhiali del nostro cuore, dalle idee che ci frullano in testa tutto quel nerume che offusca i nostri occhi. Spalanchiamo le finestre del cuore e concentriamo tutta la nostra attenzione su una, ed una sola, certezza: abbiamo a che fare con un gran Signore. E ci metto la maiuscola. Un gran Signore davvero! Ma chi lo ferma quel Gesù? Guardiamo quant’è bello. Ma ci pensate a quel giorno?
Lì a Gerusalemme era un gran caos. Ed era più che legittimo per quei poveracci non capirci nulla. Era legittima la nostalgia di quei discepoli e discepole di Gesù, era legittimo il loro bisogno di mettere una certa distanza tra le loro vite e quel sepolcro… e quel cenacolo… e quelle tre croci ancora lì fissate nel terreno.
Ma chi lo ferma quel Gesù! Se l’odio non è riuscito a farlo tacere, se la morte non è riuscita a tenerlo in suo potere, potevano forse riuscirci stanchezza, amarezza, delusione? Nulla lo ferma!
Gli occhi dei suoi sono incapaci di riconoscerlo? Pietro è incapace di vedere un sepolcro vuoto e di capire? Le donne non riuscivano a cercare altro in quel sepolcro se non un corpo morto? Ma a lui tutto questo non importa! Lui si affianca, lui si lascia rallentare, interrogare, invitare.
Per raggiungerci, oggi esattamente come ieri, non ha bisogno di essere riconosciuto, onorato, lodato. A lui stiamo a cuore noi. A lui sta a cuore la nostra vita. Questa è la bellezza degli eventi accaduti lungo quella strada da Gerusalemme a Emmaus.
I nostri occhi, esattamente come quelli di Cleopa e dell’altro discepolo (che in realtà potrebbe essere anche una discepola), possono riconoscerlo nello spezzare il pane solo perché prima di quel pane c’è una fatica condivisa, c’è la condivisione di una storia e di tanta difficoltà. Quel “pane spezzato” può accadere proprio perché c’è strada fatta insieme prima di un invito.
È disarmante quello che succede trai due discepoli e il Maestro: all’inizio del Vangelo è Gesù a passare e a chiamare quelli che sarebbero stati i suoi discepoli. Ora sono loro a chiamare lui, a chiedergli di far parte della loro vita, di entrare in quella loro impotenza, di sostare con loro sulla soglia della loro voglia di speranza.
È qualcosa di straordinario, che tocca in profondità e commuove. Ed è ciò che continua ad accadere, anche per noi tutte quelle volte in cui gli eventi oscurano la nostra speranza, attentano alla nostra fede, spengono la nostra passione. Lui c’è! A tratti con una parola forte che riesce a scuoterci da noi stessi, altre volte con un segno, con una presenza, anche invisibile, capace di farci battere il cuore di nuovo, per ripartire, magari anche ritornando sui nostri passi, ma con una vita nuova da condividere. Lui c’è! Si affianca a noi, e questa è la nostra certezza, quella certezza che fa vivere!

Pasqua è crederci! – BUONA DOMENICA! DOMENICA DI PASQUA – Risurrezione del Signore

Il Signore è veramente risorto. Alleluia. 
(Cf. Lc 24,34)

Pasqua! E finalmente possiamo ritornare a cantare il nostro Alleluia. Quello che abbiamo contemplato e celebrato è il dono dei doni, la pienezza di un amore totalmente gratuito e assolutamente privo di condizioni. E per quanto questo possa sembrarci strano, le cose stanno esattamente così: quel Gesù di Nazaret, che con le sue parole e i suoi gesti ha fatto vedere la bellezza e l’intensità di un Dio molto oltre ogni umana immaginazione, si è spinto davvero fino all’estremo. Dove per estremo intendo proprio il suo essersi fatto dono per un gruppo di irriducibili increduli, traditori, codardi…
Penso a Pietro. Sì, certamente, il Pietro che la Prima lettura ci fa incontrare è un apostolo convinto e convincente, ma lo stesso Pietro incontrato nel Vangelo lo vediamo alle prese con un sepolcro vuoto, con teli posati in un angolo, un sudario e tanta confusione (nella testa e nel cuore). Già… Pietro: figura di chi non corre dietro a una croce, di chi non ha sempre la forza di riconoscere Dio. Pietro che, sì, alle parole di Maria di Magdala, corre; anche se la sua sembra essere una corsa rallentata. Una certa filmografia ce lo fa vedere appesantito anche dall’età rispetto al giovane Giovanni. Eppure chissà davanti all’annuncio di quel sepolcro vuoto che cosa sarà scattato nel suo cuore. Cosa avrà ricordato in quel momento del maestro? Forse a rallentare la corsa più dell’età avrà pesato la delusione o la rabbia verso se stesso: per aver rinnegato, per non aver seguito… Lui che avrebbe dato la vita per Gesù di Nazaret.
Eppure, che bello oggi poter accostare il Pietro testimone con il Pietro confuso e… non ancora credente. Già… non ancora credente: perché il suo è un «vedere» diverso da quello di Giovanni. “Il discepolo che Gesù amava” vede e crede; infatti con quel verbo «vide» abbinato “all’altro discepolo” l’evangelista ci dice un di più. Quello che noi traduciamo con «vide» è un vero e proprio contemplare; mentre il verbo abbinato a Pietro è «osservare», per vedere, per capire.
Eccolo Pietro: testimone da una parte e non ancora credente dall’altra. Perché l’uno non esiste senza l’altro, e proprio per questo Pietro diventa testimone credibile di colui che si è fatto salvezza, che ha inchiodato con se stesso ogni colpa sul legno della croce; che ha sconvolto ogni attesa, ogni equilibrio, ogni logica; che ha dato fiducia a un debole, ha confermato un traditore, ha chiamato uno dalla testa dura.
Gesù è Signore e dà la vita davvero a tutti: questo è il grande annuncio di Pasqua. E nessuno ne può restare escluso. La Pasqua ci raggiunge anche quando i nostri occhi non riescono a vedere risurrezione, ma solo assenza. La risurrezione ci attraversa anche quando non riusciamo a vedere altro se non spazi vuoti, macerie, segni di qualcosa ormai passato.
Possa la voce di Maria di Magdala, scossa dall’assenza, tirarci fuori dalle nostre zone di comodo standby. Possa chi nella notte vede pietre rimosse, correre con coraggio per svegliare i sonni più stanchi e rassegnati. Molti di noi vivranno questa Pasqua come Maria, altri come Giovanni, altri ancora come Pietro. Ma proprio ognuno di questi tre apostoli, con i suoi tempi e le sue risposte, ci dice che la Pasqua è possibile per tutti noi, sempre.
Buona Pasqua di risurrezione!

Venne Gesù… – BUONA DOMENICA! II DOMENICA DI PASQUA O DELLA DIVINA MISERICORDIA – Anno C

«Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!»
Gv 20,92

Lo so, dopo aver ascoltato la pagina evangelica che la liturgia ci propone in questa II domenica di Pasqua, l’oggetto dei nostri pensieri è Tommaso… Lui, l’apostolo assente, e la sua incredulità. Lui come noi, noi come lui.
Oggi però a me piace spostare l’attenzione su un altro elemento: le porte chiuse. Già… proprio le porte chiuse che ritroviamo in entrambe le apparizioni di Gesù nel cenacolo, tra i suoi discepoli. L’evangelista le cita per ben due volte: «Mentre erano chiuse le porte per timore dei Giudei… venne Gesù, stette in mezzo a loro…», e poi: «Venne Gesù, a porte chiuse».
Colui che, morendo, aveva squarciato il velo del tempio, abbattendo ogni muro di separazione tra noi e Dio, continua a ritornare per portare risurrezione lì dove la paura chiude porte, alza muri, ricostruisce veli di separazione tra l’umano e il divino. Il Dio crocifisso e risorto continua a ritornare e, in ciò che è asserragliato, chiuso, bloccato, soffia uno Spirito nuovo e annuncia pace.
«Pace! Pace a noi, pace dentro di noi, pace tra noi»: una pace che è offerta a noi come dono sovra-umano e che, consegnataci, diventa per noi chiamata e responsabilità a divenirne costruttori, instancabilmente costruttori. Una pace che ci offerta anche quando intorno a noi e dentro di noi ergiamo barricate, dichiarando guerra al mondo che ci si muove attorno. Una pace che sa sempre superare le nostre chiusure, le nostre paure, le diffidenze, i timori. Una pace che non è un puro e semplice ideale, ma una persona, che sta tra noi esattamente come stette tra quei discepoli nel cenacolo. Il suo darsi, il suo entrare in noi nonostante tutto, fa sì che la pace sia sempre possibile. Il suo esserci nella nostra vita fa sì che, toccandolo, possiamo essere raggiunti e trasformati dall’Amore.
Buona II domenica di Pasqua. Buona domenica della misericordia. Buona domenica dell’Amore che, lasciandosi toccare, ci tocca.

UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO

Spalanca ogni porta chiusa

Signore Gesù, Crocifisso risorto,
penetra lì dove noi abbiamo eretto
barricate interiori,
spalanca le nostre porte chiuse,
converti le nostre paure alla pace,
all’incontro, al sorprendente altro.

Soffia su di noi il tuo Spirito
e aprici alla vita
che sa germogliare in ogni ferita.
Toccaci, Signore,
perché toccando te
possiamo essere raggiunti
e trasformati dall’Amore.
Amen.

DAL VANGELO DELLA DOMENICA (Gv 20,19-31)

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

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Risorgi! – BUONA DOMENICA! DOMENICA DI PASQUA – RISURREZIONE DEL SIGNORE 

«Egli doveva risuscitare dai morti.»
Gv 20,9

È il primo giorno della settimana. È il primo giorno di una alleanza nuova e inaudita. È il giorno nuovo inaugurato dal Salvatore. È il giorno in cui tutto, ma davvero tutto si è compiuto.
Eppure… I discepoli sono rimasti con un pugno di mosche in mano. Nulla di quanto atteso e annunciato. Nulla se non un sepolcro vuoto. Nulla se non un’assenza: unica prova non-prova per poter credere… Ma in che cosa? Che cosa avranno pensato quei discepoli e quelle discepole? Quali delle tante parole del Maestro gli saranno ritornate alla memoria?
Maria di Magdala cerca il corpo del Signore. Simon Pietro scruta l’assenza e osserva dei segni: i teli, il sudario, il sepolcro vuoto. Il discepolo «che Gesù amava… entrò… vide e credette». Entrò nella stessa assenza, in quello stesso vuoto… ma lui credette!
Credette nonostante tutto. Credette avendo nulla da stringere. Credette semplicemente. Credette senza aver bisogno di altro…
E noi, di che cosa abbiamo ancora bisogno? Noi credenti che cosa continuiamo a cercare? I segni di risurrezione sembrano dissolversi tra le nostre mani. Continuiamo a trovarci di fronte a sepolcri svuotati, a figli di Dio massacrati e uccisi, a madri che continuano a stringere crocifissi, a una creazione ferita e ridotta a macerie che non riesce a risorgere.
Ma risurrezione non significa forse questo: vita nella morte? Un presente-assente non significa forse luce che nella notte?
Questo l’augurio: non smettiamo di credere che una nuova creazione ci sarà. Non permettiamo a nessuna guerra di uccidere la speranza. Non consentiamo alla violenza di murare nel sepolcro ogni possibile risurrezione.
Noi siamo discepoli amati! Per questo la risurrezione è sempre possibile!
Noi siamo amati, voluti, salvati, tutti e sempre! Per questo la morte e la non-umanità non avranno l’ultima parola sulla vita!

UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO

Risorgi, Signore

Risorgi, Signore Gesù,
tra le lacrime di chi
non ha più speranza,
tra le macerie di chi
ha una vita da ricostruire,
tra le armi che stanno
ancora una volta uccidendo.
Risorgi, e rinnova la vita!
E lì dove l’uomo
sta seminando morte,
tu, Signore risorto,
fai germinare
una nuova creazione.
Amen.

DAL VANGELO DELLA DOMENICA (Gv 20,1-9)

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

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Sei risorto e sei con noi! – BUONA DOMENICA! Pasqua 2020 – ANNO A

 «Sono risorto e sono sempre con te».

Ecco la nostra Pasqua: miracolo dell’irriducibile vita sulla morte, dell’irrefrenabile amore sull’odio. Miracolo e paradosso dell’Onnipotente Dio che per generare alla fede non ha scelto il braccio teso delle grandi e straordinarie imprese, ma gli abissi della morte, luogo di impotenza e dolore, da cui Lui in nome dell’amore ci libera.


Ecco la nostra Pasqua, e con lei un sepolcro vuoto e mille domande nel cuore. Sono le domande di chi ha seguito il Maestro… domande che si mescolano con la paura di aver perso colui che si è amato, con il dubbio di aver investito inutilmente energie in qualcuno e in qualcosa…
Eccola la nostra Pasqua: è così simile a quella dei discepoli la nostra esperienza.
Restiamo impotenti e delusi da ciò che credevamo di trovare, ma non c’è.
Ci guardiamo attorno, cerchiamo di capire cosa stia succedendo, come trovare una soluzione, ma non possiamo fare altro se non confrontarci con un’assenza.
Il sepolcro è vuoto. Il corpo non c’è. Sono le due vere e sole certezze che possiamo stringere tra le mani. Le sole che in questo momento possano ancora dire qualcosa. Eppure il vuoto e l’assenza raccontano la più straordinaria delle vittorie: la morte non ha vinto. La vita è risorta.

Il vuoto e l’assenza ci raccontano Dio, ci dicono quanto sia inafferrabile il suo amore, invincibile.
Lui è con noi non perché vediamo e tocchiamo. Non perché sotto i nostri occhi accade l’indicibile.
Lui è con noi proprio nel vuoto e nell’assenza. Lui è con noi: pienezza di ogni assenza, vita in ogni morte, presenza che colma ogni vuoto.

La Pasqua segni per ognuno di noi un passaggio fondamentale nella nostra vita di fede: dal guardare per misurare, comprovare, osservare, calcolare – sguardo di chi pur vedendo non vede… se non un sepolcro vuoto e delle bende –, al contemplare ciò che accade – in quel sepolcro e con quelle bende. Solo chi sa contemplare l’oltre di ogni cosa e di ogni situazione saprà anche vedere Dio e credere e in lui.
È questo il nostro augurio!

UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO

Sei Risorto, Signore, e sei con noi

Sei risorto, Signore Gesù,
e sei con noi, sei tra noi,
presente e vivo nelle nostre case,
presente e vivo nel nostro dolore,
presente e vivo nelle pieghe
di questa nostra martoriata storia.

Signore Risorto, Dio della vita,
semi di gioia possano germogliare
dalla tua risurrezione:
nuova determinazione verso la vita,
rinnovata passione per l’umanità,
sguardo trasformato sulla realtà.
Il tuo sepolcro vuoto ci insegni
ad accorgerci dell’invisibile, a credere nell’oltre,
a scoprirti presente quando gli occhi
non riescono a vederti.
Noi crediamo in te. Amen.

DAL VANGELO DELLA DOMENICA (Gv 20,1-9).

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.

Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

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Un video per riflettere

Rispondere alla paura – BUONA DOMENICA! – XXXIII TEMPO ORDINARIO – ANNO C

«Con la vostra perseverenza salverete la vostra vita». Lc 21,19

Risorgeremo – BUONA DOMENICA! – XXXII TEMPO ORDINARIO – ANNO C

«Dio non è dei morti, ma dei viventi». Lc 20,38

Pasqua 2019: fai gli auguri con una foto

Gli auguri quest’anno falli con una foto: scegli la tua preferita, scaricala, inviala, condividila con chi ami e sui social! Siano per tutti auguri di pace, amore, speranza, luce… risurrezione!!! Continua a leggere Pasqua 2019: fai gli auguri con una foto

Pasqua 2018: fai gli auguri con una foto

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