Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te
è un salvatore potente.
Gioirà per te,
ti rinnoverà con il suo amore
(Sof 3,17)
«Che cosa dobbiamo fare?». Questa domanda per ben tre volte si ripete nel Vangelo di questa terza domenica di Avvento. Le folle, i pubblicani, i soldati: tutti, seppur partendo da vite differenti la pongono a Giovanni Battista. E la risposta di Giovanni porta con sé il retrogusto della giustizia. Di due tuniche darne una a chi non ne ha. Quasi a dire: il non necessario per te, se condiviso, può far vivere altri. Non esigere il di più, non maltrattare, non estorcere, non togliere cioè all’altro ciò che gli appartiene.
È il compiersi della giustizia ciò che annunciano i profeti: il Signore che viene revoca la condanna, si fa cioè misericordia, e poi disperde i nemici, custodisce, rinnova con il suo amore. Per questo oggi possiamo gioire. Per questo non possiamo consentire allo sconforto, alla fatica, alla stanchezza, alle delusioni, alla solitudine, agli ostacoli di “lasciarci cadere le braccia”.
«Non temere!», forte e chiara questa parola, che è anche promessa, viene pronunciata anche oggi sulla nostra vita, per la nostra vita.
«Non temere!», il Signore è in mezzo a noi, è per noi.
«Non temere!», lui potrà sempre rinnovarti nel profondo e aprirti alla vita nuova.
«Non temere!», l’ultima parola non è di chi oggi ti ferisce.
Giovanni lo ripete instancabilmente, e riempie le vie del suo tempo e le folle che vanno da lui di una bella notizia: colui che attendiamo viene, è vicino.
E noi lo dobbiamo ripetere a noi stessi e a chi ci circonda: colui che il nostro cuore attende viene, è vicino.
Colui che può dare un senso alla nostra vita viene, è vicino.
Colui che è la grande ricchezza del mondo, la gioia a cui il nostro cuore anela, viene, è vicino.
E noi? Che cosa dobbiamo fare?
Giovanni che cosa ci direbbe di fare per non ingolfare l’attesa di falsi dei? Che cosa ci direbbe di fare per rendere la nostra vita una tenda che Dio può abitare? Che cosa ci direbbe di fare per essere capaci di quella gioia e di quella pienezza di umanità di cui il Dio fatto carne può riempirci?
Non credo ci sia una risposta unica per tutti noi. Questo tempo di attesa è in fondo un cammino di adesione, un sì che, come Maria, anche ognuno di noi è chiamato personalmente a dare.
Ci sono però due linee direttrici che orientano e segnano il nostro cammino; sono due parole, due inviti: rallegrati e non temere. È l’intonazione che siamo chiamati a dare a quest’ultima parte del cammino di Avvento.
Gioia e fiducia è ciò che possiamo e dobbiamo permetterci. Ci appartengono perché siamo donne e uomini amate, amati.
Buon Avvento di speranza!
UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO
Vieni, Gioia del mondo
Vieni, Gioia del mondo,
vieni, tu che sei sempre dalla nostra parte.
Noi ti attendiamo, e crediamo che la tua venuta tra noi
possa renderci migliori, capaci di dono, liberi e liberanti.
In te, Dio fatto carne, possiamo riconciliarci con
la fragilità e limite, perché anche tu hai voluto abitarli.
In te possiamo credere che sia possibile
un’umanità pienamente realizzata.
Vieni, Signore Gesù, aprici a te.
Vieni, Speranza del mondo, maranathà!
DAL VANGELO DELLA DOMENICA
(Lc 3,10-18)
In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».
Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».
Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».
Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.
Liturgia completa su >>> CLICCA QUI
La PREGHIERA e le COVER in formato da scaricare e condividere sui social
I nostri social:



questo è il grande mistero che l’Avvento e il Natale, come tempi particolarmente carichi di vita, ci chiedono di riscoprire e assumere. A Nazaret, nell’esperienza della Vergine Maria, si inaugura il mandato universale che dal suo Sì raggiungerà ogni figlio di Dio: vivere Gesù, non è solo vivere di Lui…
promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse:
«Rallegrati!
l’Incarnazione si realizza.