Verso una nuova umanità – Ciak si gira da RAGAZZI & DINTORNI Settembre/Ottobre 2013 –

Dossier Set_Ott13

VERSO UNA NUOVA UMANITÀ

di Cecilia Salizzoni

Le nevi del Kilimangiaro, non è un film per ragazzi, eppure è difficile pensare un film più pertinente e attuale sul tema della misericordia e delle sue opere. Certo richiede un intervento di sintonizzazione da parte dell’animatore perché, pur essendo una storia lineare che parla al cuore dello spettatore, non parla il linguaggio dei preadolescenti, e le figure del racconto che permettono l’identificazione sono o un po’ più giovani o un po’ più avanti con gli anni rispetto al nostro target. Detto questo, credo valga la pena tentare e «vedere l’effetto che fa».

misericordiaIspiratosi al poema di Victor Hugo Les pauvres gens (La povera gente, 1859), con Le nevi del Kilimangiaro Guédiguian torna all’amato quartiere popolare dell’Estaque, sulla collina a ridosso del porto di Marsiglia, luogo di elezione delle sue storie operaie, per raccontare l’impatto della crisi economica sul mondo del lavoro in questo inizio di Millennio, e per fare il punto sullo stato delle relazioni umane. Il punto di vista è quello di Michel, operaio e sindacalista ai cantieri navali di Marsiglia, e quello della moglie Marie-Claire che, per la famiglia, ha rinunciato alla realizzazione professionale e assiste gli anziani quel tanto da arrotondare il bilancio familiare.   
Una vita affiatata e tranquilla che, nel corso degli anni, ha raggiunto un relativo benessere: due figli sposati, a loro volta, con bimbi piccoli, una casetta con giardino di proprietà, affacciata sul porto. Quasi un idillio, se non ci fosse la crisi a mettere in ginocchio lavoratori e sindacato, che di fronte alla globalizzazione non ha altre soluzioni se non accettare i tagli alla mano d’opera, richiesti dall’impresa per salvare la produzione. È proprio Michel a estrarre a sorte i venti nomi da licenziare – da questa scena parte il racconto – e tra questi ci sarà il suo, che ha messo nell’urna per non godere di privilegi rispetto ai compagni. Così Michel si ritrova disoccupato a poco più di cinquant’anni, assieme ad altri diciannove uomini di ogni età.
Le-nevi-del-Kilimangiaro-gall4La festa per i 30 anni di matrimonio che lui e Marie-Claire celebrano negli stessi giorni, con parenti e amici, nella sede del sindacato, segna la chiusura di un capitolo e l’apertura di uno nuovo, tutto da scrivere. Di definito per il momento ci sarebbe il viaggio in Tanzania che i figli e gli amici hanno offerto loro in dono, complice una vecchia canzone d’amore a cui sono particolarmente legati.
Ma salterà anche questo, perché una sera che la coppia trascorre in casa in compagnia della sorella di Marie-Claire e di suo marito, vengono aggrediti e rapinati da due individui incappucciati.
Allo shock dell’aggressione, si aggiungerà, pochi giorni dopo, la scoperta che il responsabile è uno dei colleghi licenziati, che aveva partecipato alla festa di famiglia: Cristophe, 20 anni o poco più, ha una gran rabbia che butta in faccia a Michel, addossando a lui e alla sua generazione le colpe della mancanza di futuro della propria.
Per Michel è un colpo ancor più duro di quello fisico ricevuto la sera della rapina, anche perché ingiusto; lo induce, però, a un esame di Le_Nevi_Del_Kilimangiarocoscienza: a domandarsi che fine hanno fatto gli ideali del socialismo umanitario a cui ha aderito, a chiedersi se tutto sommato la sua generazione non si sia lasciata sviare dal benessere materiale, accantonando la ricerca della giustizia sociale, a cercare una strada per riparare.
Per parte sua, anche Marie-Claire indaga e scopre che, a casa di Cristophe, sono rimasti due fratelli piccoli, Jules e Martin, di cui si occupava lui, al posto della madre, una donna ancora giovane che vuole rifarsi una vita e non sacrificarla per i figli di matrimoni sbagliati. In incognito e all’insaputa del marito, Marie-Claire comincia ad andare ad accudire Jules e Martin. Il percorso di Michel e quello di Marie-Claire che sembravano divergere sotto la pressione della crisi, li trova uniti nell’aprire la casa ai bambini e nel fronteggiare le reazioni negative dei figli di fronte a questa loro scelta.

PER SCANDAGLIARE IL RACCONTO
• Chi è la «povera gente» nel film?
• Come reagiscono alla disgrazia e alle difficoltà della vita, il cognato e la cognata di Michel?
• Come reagisce la madre di Cristophe?
• Come reagisce Cristophe?
• Che cosa differenzia la famiglia di Michel e Marie-Claire da quella di Cristophe? Che cosa le accomuna?
persone• Che cosa muove Marie-Claire di fronte alla prova? Che cosa ispira Michel? Perché e che cosa gli permette di arrivare alle stesse conclusioni della moglie? Che cosa permette loro di fronteggiare la sventura?
• Perché i figli reagiscono in modo così negativo? Come reagireste in una situazione simile?
• Che cosa è fallito insieme con l’economia in questi decenni di benessere? Che cosa è successo alle persone, alle famiglie, ai gruppi sociali? Come giudicate la conclusione del film: realistica o poco probabile? Perché? Perché il regista sceglie un’ambientazione così solare per una storia che racconta la miseria, la precarietà e il fallimento di un modello di società? Che cosa vuole esprimere attraverso questa scelta?
• Nel film si fa riferimento al socialismo umanitario di Jean Jaurès, non al cristianesimo. Tuttavia la misericordia che anima i due protagonisti, è la stessa a cui ci chiama il cristianesimo. Cosa ha in più, o dovrebbe avere, la fede cristiana rispetto a un’ideologia umana?
• Cercate il poema La povera gente di Victor Hugo (è parte dell’opera La leggenda dei secoli) e provate a leggere le ultime due stanze.

Questo e molti altri suggerimenti per la catechesi dei ragazzi sul numero di Settembre/Ottobre 2013 dell’inserto Ragazzi & D’intorni dossier mensile di Catechisti Parrocchiali.

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