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La fede guarisce? – BUONA DOMENICA! – XXVIII del Tempo Ordinario – Anno C

Guariscici, Signore,
in forza della nostra fede
fragile ma determinata.
Guarisci ciò che nel cuore
sta generando morte,
ciò che sta seminando in noi
separazione e discordia.
Sollevaci, Signore, e liberaci
dai legacci del cuore,
guarisci la lebbra interiore
che ci sta allontanando
da te e dagli altri.
Non abbiamo nulla tra le mani
se non la certezza che tu puoi farlo:
puoi liberare la vita che portiamo dentro,
puoi guarirla, puoi farla risorgere.
Abbi pietà di noi, Gesù Maestro. Amen.

DAL VANGELO DELLA DOMENICA
(Lc 17,11-19)

Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

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Una fede madre – BUONA DOMENICA! – XXVII del Tempo Ordinario – Anno C

La mia fede, Signore Gesù,
è debole e vacillante:
fammi vivere di te!
La mia fede è soffocata
da me stessa e dalle mie
mille domande:
fammi vivere di te!
La mia fede è indebolita
dal poco tempo che riesco
a dedicare a te e alla tua Parola:
fammi vivere di te!
La mia fede è bloccata da ciò
che vorrei e non vedo:
fammi vivere di te!
Signore Gesù, maestro nel credere,
fammi vivere di te.
Amen.

DAL VANGELO DELLA DOMENICA
(Lc 17,5-10)

In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!».
Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

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Ricchi e poveri… – BUONA DOMENICA! – XXVI del Tempo Ordinario – Anno C

Signore Gesù,
morto per amore e risorto
per donare a noi vita,
tiraci fuori da noi stessi
e dai nostri interessi,
dalla nostra miope voglia
di stare bene a tutti i costi
e apri gli occhi del nostro cuore,
insegnaci a vedere quelle
porzioni di umanità invisibile
che vive attorno a noi,
e spesso è a noi molto vicino.
Il tuo Spirito ci insegni a guardare
il mondo con i tuoi occhi,
ad amarlo con il tuo cuore.
Amen.

DAL VANGELO DELLA DOMENICA
(Lc 16,19-31)

In quel tempo, Gesù disse ai farisei:
«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.
Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”.
E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

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Con mani e cuore puri – BUONA DOMENICA! – XXV domenica del Tempo Ordinario – Anno C

Dio, nostro padre e salvatore,
quanta vita affidi ogni giorno alle nostre mani!
Quanta ricchezza destinata
al mondo ci attraversa!
Eppure, quanta ne sperperiamo!
Quanta vita disperdiamo per paura,
per eccessiva prudenza, o per comodità!
La tua parola ci faccia crescere
nella fedeltà a te e al tuo Vangelo,
ci renda capaci di coltivare un cuore puro
e una coscienza retta per essere nel mondo
artigiani di bene e costruttori efficaci di pace.
Amen.

DAL VANGELO DELLA DOMENICA
(Lc 16,1-13)

In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.
L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.
Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.
Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».

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Nella tua croce… vivere!- BUONA DOMENICA! – Festa dell’Esaltazione della croce

Ti abbiamo innalzato,
Signore Gesù, su una croce,
e tu ci hai attirato a te
sollevandoci dalla nostra morte.
Ti abbiamo consegnato
a un patibolo di morte,
e tu ne hai fatto sgorgare
vita per l’eternità.
Abbiamo inferto mortali ferite
al Dio della vita,
e tu ci hai aperto
all’immensità dell’amore.

In te, Signore Gesù, sentiamo
spezzarsi i legami della morte,
in te, Crocifisso, ci sentiamo
raggiunti dal suo perdono,
in te, Figlio amato, ci sentiamo
riconsegnati alla vita.
Noi ti lodiamo e ti benediciamo!

DAL VANGELO DELLA DOMENICA
(Gv 3,13-17)

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
«Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».

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Consapevolezza – BUONA DOMENICA! – XXIII domenica del Tempo Ordinario – Anno C

Signore Gesù, Maestro buono,
prendici per mano e
accompagnaci nel cuore di Dio,
insegnaci ad ascoltare i suoi desideri,
a riconoscere, tra mille, le sue vie.
Tu, parola vera e viva del Padre,
insegnaci a non accontentarci
e a rimettere al centro il Vangelo
e la sua essenziale radicalità;
a essere discepoli autentici
del tuo amore totale e gratuito.
Donaci la forza di scegliere,
di rimettere te al centro.
Amen.

DAL VANGELO DELLA DOMENICA
(Lc 14,25-33)

In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. 
Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. 
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».

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Ultimi posti. Questione di umiltà? – BUONA DOMENICA! – XXII domenica del Tempo Ordinario – Anno C

Signore Gesù, oggi vengo  
al banchetto che hai preparato,  
ma non voglio restare indietro,  
non voglio riempire i banchi  
di chi si tiene a distanza,  
di chi si sente troppo poco,  
di chi vuole stare tranquillo.  
 
Al tuo banchetto d’amore  
voglio poterti correre incontro,  
a testa alta e con cuore certo;  
voglio essere parte viva  
di un corpo vivo, il tuo.  
So di essere a volte zoppa,  
altre volte cieca, spesso povera.  
Ma so che nel tuo cuore  
un posto ci sarà sempre.  
E sarà unico. Grazie, Signore!

DAL VANGELO DELLA DOMENICA
(Lc 14,1.7-14)

Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cèdigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

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Un grido che conta – BUONA DOMENICA! – XVII domenica del Tempo Ordinario – Anno C

Padre, Abbà, dacci oggi e in ogni istante
il pane del tuo amore
perché amore sia ciò di cui
possiamo diventare capaci e testimoni.
Padre, Abbà, insegnaci a far spazio
nel mondo al tuo nome, al tuo regno,
ai tuoi sogni di bene per noi.

Padre, Abbà, perdona il male
che generiamo per superficialità
o indolenza, per azione o omissione.
Padre, Abbà, resta con noi
quando tutto si fa oscuro.

Padre, Abbà, riempici di te,
della tua santità, perché in questo mondo
ancora troppo bagnato da lacrime
e indurito da violenze, ancora una volta
possa risorgere la vita.
Amen.

DAL VANGELO DELLA DOMENICA
(Lc 10,38-42)

Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
“Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione”».
Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”; e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».

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Sull’altare delle opere – BUONA DOMENICA! – XVI domenica del Tempo Ordinario – Anno C

Signore Gesù, Maestro di unità,
accompagnaci in un cammino
di armonia ed equilibrio interiore,
perché in noi ci sia spazio per Marta e per Maria,
per un ascolto operoso della tua volontà
e una carità desta nel cogliere le tue vie
e percorrerle.

Come Abramo rendici capaci
di scoprire i tuoi passaggi
nella nostra vita personale ed ecclesiale
e rendici desti ed essenziali
nel rispondere a te,
nel cambiare strada,
nel fermare le inutili corse
che sfiancano tutti
ma non santificano più nessuno.
Amen.

DAL VANGELO DELLA DOMENICA
(Lc 10,38-42)

In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

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Essere o non essere… prossimi – BUONA DOMENICA! – XV domenica del Tempo Ordinario – Anno C

Signore Gesù, divino Samaritano,
in te l’Amore ci raggiunge e traccia sentieri,
si fa concretezza e chiede posizioni:
rispetto al mondo, agli altri, a Dio.
Nelle tue parole l’Amore diventa
gesti da imparare, sguardi da donare,
parole da scegliere.
Insegnaci, Maestro di Amore,
la prossimità che risolleva e fa vivere,
che sceglie di farsi carico
e non vuole mantenere distanze.
Come il Samaritano, possa il nostro sì a te
diventare un sì a favore della prossimità,
della cura, della fraternità.
Amen.

DAL VANGELO DELLA DOMENICA
(Lc 10,25-37)

In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

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