«Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto» Lc 11,9
Quando preghiamo che cosa diciamo? Quali sono le parole che riempiono le nostre preghiere?
Se non ci avete mai pensato, fermatevi un attimo e focalizzate le vostre preghiere… le parole che le compongono, le espressioni che fate arrivare a Dio. Facciamolo insieme!
Poi prendiamo il Padre nostro e proviamo a scoprire quanto il nostro modo di pregare sia vicino all’unica preghiera che Gesù ha insegnato ai suoi.
Magari mi direte: ma mica possiamo pregare sempre e solo il Padre nostro? No, infatti. Il punto è che con la preghiera del Padre nostro Gesù ha comunicato uno stile e un contenuto. Proviamo a chiederci: chi sta al centro della preghiera? Quali sono le prime “richieste formulate”? Che ruolo ha la volontà di Dio rispetto ai desideri di colui che prega? Chi prega che cosa chiede?
Non bisogna essere teologi per accorgersi che il Padre nostro mette al centro Dio e la sua volontà, il suo agire verso di noi e verso il mondo. Chi chiede, chiede prima di tutto la sua presenza, il suo sostegno, il compiersi del suo Regno. E a quanto pare questa dovrebbe essere la preghiera dei figli che si rivolgono al Padre. Una preghiera fatta sì di richieste, ma mai personali, individualistiche, legate alla realizzazione di bisogni personali. Quel «chiedete e vi sarà dato», va allora misurato su queste premesse. Spesso ci limitiamo ad annotare sul nostro rapporto con Dio le tante richieste non corrisposte, le guarigioni non ottenute, le preghiere non andate a buon fine. Ma siamo davvero certi che quel chiedere rappresentava il nostro vero bene? O forse non avremmo dovuto chiedere, e con la giusta insistenza, il dono dello Spirito Santo, l’unico davvero capace di insegnarci cosa chiedere? Al dono dello Spirito, il Padre non dice mai no! Ed è lo Spirito Santo il vero dono che può rendere la nostra vita un capolavoro, qualsiasi sia la nostra personale situazione.
UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO
Insegnaci a pregare
Signore Gesù, insegnaci a pregare;
insegnaci a chiamare Dio: Padre;
insegnaci a importunarlo,
chiedendogli senza sosta il dono della salvezza.
Insegnaci, Signore Risorto,
una preghiera che sia capace non di richiesta,
ma di ringraziamento, di affidamento,
di abbandono fiducioso nelle sue mani.
Insegnaci una preghiera che non pretenda
di dirigere la tua volontà,
ma che dalla tua volontà si lasci orientare.
Signore, insegnaci la preghiera di chi si affida e si fida.
Amen.
DAL VANGELO della domenica [Lc 11,1-13]
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
“Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione”».
Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”; e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».
La PREGHIERA in un formato da scaricare e condividere sui social e la fotocopertina per facebook


