«Seguimi» Lc 9,59
Il Vangelo di questa XIII domenica del Tempo Ordinario lascia un po’ l’amaro in bocca. Siamo sempre così abituati a vedere un gesto docile, determinato, ma sempre comprensivo, capace di guardare sempre alla persona, oltre ogni cortina di peccato, persino la più spessa. Nulla, nessuna colpa riesca a offuscare la tenerezza di Gesù che, con parole e gesti, raggiunge sempre il suo interlocutore e lo apre alla pienezza, all’incontro, al perdono. Eppure in questo brano qualcosa va storto: come se Gesù usasse due pesi e due misure. A chi gli si avvicina offrendosi come discepolo Gesù non risparmia puntualizzazioni e chiarimenti.
Ma sono davvero misure e pesi diversi? Forse sì, ma usati con estrema consapevolezza… e di fatto i conti tornano.
Chi è lontano da Dio – uomini e donne che hanno fatto di una vita intrisa di consapevole peccato una scelta – ha bisogno di fare esperienza di riconciliazione, ha bisogno di essere incontrato da Dio, riportato al suo amore. Deve poter fare esperienza di misericordia, di tenerezza, di comprensione. Perché solo chi si avvicina può risollevare.
Ma chi di Gesù si fa discepolo, chi sceglie di vivere la sua vita e far propria la sua missione, beh… costui o costei non può cincischiare, non può permettersi di fare domani quello che dovrebbe fare oggi, non può mettere se stesso o se stessa e i propri personali bisogni sempre avanti. È una questione di priorità scelte… e scelte volontariamente, liberamente e responsabilmente. È come se Gesù dicesse… oggi come ieri: seguirmi non è obbligatorio; non devi lasciare tutto a ogni costo, ma se lo fai allora devi metterti in gioco seriamente, continuamente, rigorosamente. Perché la tua vita, come la mia diventa strumento di salvezza.
Buon cammino allora, a tutti noi!
UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO
Seguirti, ora!
Seguirti, Signore… semplicemente seguirti!
Sembrerebbe facile,
perché nella tua chiamata
c’è una promessa di pienezza,
c’è amore offerto a fondo perduto,
c’è una vita effervescente e mai monotona.
Eppure quanta resistenza, quanti timore,
quanto è difficile dirti sì senza dover precisare,
obiettare, prendere tempo.
Insegnaci, Signore, a non temporeggiare,
a non calcolare.
Insegnaci il coraggio disarmante del sì
che sa fidarsi e seguirti, oggi. Amen.
DAL VANGELO della domenica [Lc 9,51-62]
Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé.
Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.
Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio».
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».
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