«Non temere, soltanto abbi fede!» (Mc 5, 21-24.35b-43)
Davanti a brani di guarigione si resta sempre un po’ con l’amaro in bocca. Il commento di Gesù, poi, di fronte al miracolo realizzato scuote in modo ancora più violento: «La tua fede ti ha salvato».
Chi di noi, almeno una volta nella vita, non avrebbe voluto sentirselo dire? Chi di noi, in alcune difficili situazioni non ha pensato: «Se ci fossi tu, Signore… se potessi ascoltare la mia preghiera. Se potessi guarire mio figlio».
La fede salva. Questa è una certezza lapidaria che i vangeli ci sbattono letteralmente in faccia. La fede è causa di guarigione, di risurrezione, di vita.
E allora, da parte nostra ci vorrebbe una domanda. Quella giusta però!
Spesso, di fronte al miracolo non ottenuto, davanti alla morte, alla sofferenza inarrestabile siamo capaci solo di una domanda: «Perché proprio a me? Che male ho fatto?»; oppure: «La mia fede è debole, non sono nemmeno capace di chiedere»; o peggio: «Non sono degno del miracolo o Dio aveva altro da pensare». Ma tutte queste non sono né le domande né le risposte giuste. Ed è proprio il Vangelo a dircelo.
La fede di cui Gesù parla non rende immortali.
E allora: qual è la fede che salva?
Questo è ciò che dovremmo chiedere al Signore!
Qual è la fede che, oltre ogni timore, paura, delusione, dovremmo continuare a vivere, per avere la vita?
UNA PREGHIERA PER INTERIORIZZARE
Signore, insegnaci a credere
da salvati, da risorti.
Ti preghiamo per avere vita,
per non morire, per guarire.
Eppure tu lo hai già fatto!
Noi siamo già uomini e donne risorti.
La terra e la morte, per noi
non sono più un limite da cui liberarci,
ma spazi di vita.
E allora insegnaci a chiederti il bene:
che si realizzi, che si diffonda anche attraverso noi.
Questo è credere in te, questa la fede che salva tutti!
Amen
UN SMS DA INOLTRARE ai più giovani o ad amici (attraverso WhatsApp, SMS o sulle bacheche dei social):
La fede in Gesù non è scrivere elenchi di miracoli da ottenere. È continuare a fidarsi di lui, quando tutto ti farebbe mollare. È sperare anche nel buio pesto.
DAL VANGELO DELLA DOMENICA [Mc 5, 21-24.35b-43]
In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta
folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.
La PREGHIERA in un formato da scaricare e condividere sui social
Suor Mariangela Tassielli, fsp