«Dunque tu sei re?»
Dal Vangelo di Giovanni (Gv 18, 33-37)
XXXIV Domenica del Tempo Ordinario – Anno B
NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO RE DELL’UNIVERSO
Dal punto di vista della liturgia, la festa di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo conclude l’anno liturgico per portarci con l’Avvento verso il nuovo anno. Dal nostro punto di vista, di noi che la festa la celebriamo, di noi che ogni anno liturgico chiama a vivere un percorso sempre più approfondito nella sequela di Gesù, la festa di Cristo Re è la verifica del nostro cammino annuale. Senza verifica, infatti, senza fermarsi a valutare costi e ricavi, successi e insuccessi, progressi o ritirate, si rischia di camminare a vuoto, di ritrovarsi lontani da dove credevamo di essere, magari falliti quando credevamo di esserci arricchiti.Lasciamo dunque da parte le riflessioni teologiche sul come e perché Gesù Cristo è Re – chissà quante volte le abbiamo fatte o sentite – per una verifica umile e schietta del nostro cammino spirituale.
“Dunque tu sei re?”, chiede il procuratore, con un misto di meraviglia e di scherno, a quell’uomo solo e indifeso. Rubiamo la domanda a Pilato per rivolgerla noi davanti a Gesù: “Dunque tu sei re?”, sei davvero il sovrano della nostra vita, colui dal quale tutte le nostre scelte scaturiscono e sul quale tutte le nostre azioni si fondano? Sei davvero il nostro Re, non secondo le modalità di “questo mondo”, di “quaggiù”, ma alla tua maniera, secondo la quale i sudditi non sono servi ma “amici” (Gv 15,15 i per i quali non hai esitato a dare la vita (Gv 15,13)”? Cerchiamo di essere sinceri fino all’osso.
La nostra vita poggia davvero su di lui come una costruzione sulle fondamenta? I nostri pensieri, le nostre azioni, le nostre parole nascono da ciò che egli ci comanda? Siamo “sudditi” che gli tributano onore con incenso, salamelecchi e inchini, dichiarando a parole: “Gesù Cristo è il testimone fedele, il primogenito dei morti e il sovrano dei re della terra”, ma poi, come fanno i sudditi di questo mondo, cerchiamo di fare i furbi, evitando le regole ed evadendo le tasse? Oppure siamo “suoi sudditi – amici”, perché mettiamo in pratica con convinzione e gioia la sua parola: “Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando” (Gv 15, 14). “Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando”… In questo anno abbiamo fatto con più impegno ciò che egli ci comanda? Attenzione! Che il suo regno “non è di questo mondo” non significa che esso è confinato tra le nuvole, e che egli ci chiede cose che non hanno nessun rapporto con quelle che occupano quotidianamente la nostra vicenda terrena. Tutt’altro! Egli vuole che noi portiamo dentro a questo mondo, alle cose di “quaggiù”, criteri, scelte e comportamenti che lo trasformino e lo spingano verso “lassù”. La solidarietà, la generosità, la gratuità, la misericordia, la non violenza, la forza contro le difficoltà, la passione per la giustizia e per la pace… son queste le cose che egli comanda per spingere questo mondo dai re secondo Pilato e il sinedrio ai re secondo Gesù. Egli ci comanda di essere dentro questo mondo per esserne luce e lievito.
(DON TONINO LASCONI)