Ecco, io sono con voi tutti i giorni,
fino alla fine del mondo.
(Mt 28,19a.20b)
Gesù appare, Gesù scompare. Gesù si mostra vivo, apparendo, Gesù viene elevato al cielo e sottratto alla vista di chi gli sta attorno, ma è al tempo stesso insieme a coloro che vanno, operando segni di liberazione, di guarigione, di comunicazione. L’ascensione di Gesù ci chiede di prendere seriamente in considerazione uno dei grandi paradossi della nostra fede: il nostro Dio e Signore è un assente presente. Non ne sentiamo la voce, ma parla; non ne tocchiamo la presenza, ma agisce, non lo vediamo ma c’è.
Ovvio, mi si potrà obiettare, questi sono giochini, anche linguistici, di cui qualcuno ha bisogno per convincersi dell’esistenza di qualcosa o qualcuno che ci supera. Obiettate pure.
Io sposto l’ago della bilancia da Dio a noi. E mi chiedo, proprio partendo dalla Prima lettura: su che cosa stiamo fissando il nostro sguardo? Perché così spesso non riusciamo a sentire Dio? Che cosa cerchiamo davvero quando diciamo di cercare il Signore?
È emblematico il comportamento dei discepoli che oggi gli Atti degli Apostoli ci riportano. Gesù dopo la sua passione trascorre quaranta giorni con coloro che aveva scelto: sono quaranta giorni pieni, traboccanti potremmo dire di presenza, di gesti, di parola, di segni, di prove. Quaranta giorni, quasi una sorta di preparazione atletica intensiva per essere pronti a gestire il dopo, un dopo segnato da una presenza forse ancora più ingombrante e disturbante di quella di Gesù: la presenza dello Spirito Santo. Quaranta giorni di consapevolezza, quaranta giorni per ricaricare pile scariche e cuori disorientati.
Il Risorto, presente e operante, e visibile e toccabile, indica una meta ben precisa: lasciarsi battezzare in Spirito Santo, lasciarsi cioè immergere – dice l’evangelista Luca – nella pienezza della vita di Dio, nella forza generativa del suo amore; lasciarsi abitare da quel soffio di Dio che ha fatto esistere la creazione e che può far esistere ancora ognuna, ognuno di noi.
Il Risorto, presente e operante, e visibile e toccabile, indica anche uno stile e un compito ben preciso: andare ovunque, andare verso ogni creatura, in tutto il mondo – dice l’evangelista Marco –, praticamente sconfinare perché chiunque possa conoscere il Vangelo, la presenza cioè di un Dio liberate, generativo, prossimo, amante.
Ma nonostante la meta indicata, le parole e i gesti del Risorto, nonostante la sua scuola di vita, le indicazioni di cammino, il tempo trascorso rivelando il cuore di Dio… nonostante tutto questo lo sguardo e il cuore di chi era con lui sembra preoccupato e occupato da altro. I pensieri non sembrano ruotare attorno al Vangelo, ma attorno a un regno. Da una parte Dio e la sua fiducia in noi, tanto grande da far passare il suo Vangelo attraverso le nostre vite, la sua salvezza attraverso le nostre parole e gesti; e dall’altra parte noi, con i nostri piccoli orizzonti, le nostre conquiste rassicuranti, i risultati da portare a casa in tempi brevi e con sforzi proporzionati.
Non il Vangelo, ma il regno sembra occupare i cuori, lo sguardo, l’orizzonte. Come i discepoli, anche noi siamo sempre costantemente assillati dalle ricostruzioni di rassicuranti regni.
Oggi ognuno di noi dica a sé stesso con verità che cosa sta ingombrando il proprio orizzonte, che cosa gli sta impedendo di essere Vangelo.
Oggi come ieri, il Risorto è Vangelo di Dio, è vita autentica, è liberazione, è pienezza per questa nostra storia, per ogni essere umano, ma la sua presenza attraversa la nostra vita. La sua voce è nelle nostre parole, la sua salvezza si offre nei nostri gesti. Se di questo Vangelo siamo realmente comunicatori allora oggi il Signore è presente, pur non visibile ai nostri occhi, e la sua voce udibile e riconoscibile, la sua luce afferrabile.
Oggi, smettiamo di fissare il cielo come se qualcosa dovesse cadere dall’alto e iniziamo a occuparci della terra: il Risorto è all’opera. Che c’è? Ancora non lo vediamo?
Riceverete forza dallo Spirito
Signore Gesù,
ogni giorno è il tempo giusto
per andare, per non tacere,
per comunicare la bellezza del tuo volto,
la forza rigenerante dell’incontro con te,
la pienezza che la tua parola regala alla nostra vita.
Sappiamo di poter contare sulla forza
che lo Spirito Santo ci dona.
Sappiamo di non essere soli.
Sappiamo che tu sei con noi in ogni istante.
Noi ti lodiamo e ti ringraziamo.
Amen, alleluia!
DAL VANGELO DELLA DOMENICA
(Mc 16,15-20)
In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.
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