Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo;
se invece muore, produce molto frutto.
(Gv 12,24)
La Pasqua è ogni giorno più vicina; e benché siamo prossimi ai giorni tremendi della Passione, di fatto anche le letture iniziano a profumare di risurrezione. Da Geremia al Vangelo di Giovanni tutto sembra portarci paradossalmente verso novità sostanziali: un’alleanza nuova, una nuova prossimità di Dio verso di noi, uno strano modo di essere glorificati e addirittura esauditi… e il tutto completato dall’imponente immagine del chicco di grano. Imponente, perché benché minuscolo il chicco di grano è un’immagine di una straordinaria efficacia comunicativa. Sfido chiunque a dimenticarne il senso.
Gesù non l’abbina all’umiltà, al silenzio, all’attesa, ma alla glorificazione.
Nel Vangelo leggiamo: «Alcuni Greci lo cercano…». Notare bene: greci, non discepoli… né giudei… forse genti lontane che di lui e dei suoi segni di potenza avevano sentito parlare, o forse cercatori… persone cioè che pur non facendo parte del popolo eletto cercano di comprendere, di conoscere, attendono, si aprono a un oltre. Di fatto la loro presenza ci dice che altri, non coinvolti nell’antica alleanza, non ebrei, vogliono vedere Gesù. E vedere non nel senso di farsi un selfie insieme, spuntare l’ennesimo autografo da un super Vip, giacché nel bene o nel male la fama di Gesù in quel momento avrebbe fatto sfigurare il più milionario tra gli influencer…
Loro vogliono vedere, contemplare (è questo il verbo usato in greco), lasciarsi raggiungere, toccare dall’esperienza del Maestro. E vanno da Filippo, non a caso. Filippo lo incontriamo anche negli Atti degli Apostoli alle prese con un eunuco etiope che cerca di capire il senso delle Scritture… Filippo tra gli apostoli è quello che ha il vizio dei lontani, del portare il Vangelo di Gesù, che è Gesù, a chi è oltre, al di là, fuori…
Sappiamo che quello che l’evangelista Giovanni scrive in questo brano non è un report contemporaneo ai fatti, anzi. Tra tutti i Vangeli quello di Giovanni viene scritto molto più tardi. E viene scritto forse proprio nella zona di Efeso. Quindi è un Vangelo-testimone del reale incontro avvenuto tra Gesù di Nazaret e i popoli non eletti, non dell’antica alleanza, non circoncisi. È un Vangelo-testimone degli effetti della nuova alleanza, del suo concreto accadere nella storia.
In tanti, non solo i Greci, sono andati da Filippo, da Andrea e dagli apostoli di tutti i tempi per chiedere di vedere Gesù, di poter essere raggiunti dalla sua parola e dai suoi gesti, di essere salvati, di conoscere il Signore, conoscerlo, proprio come le Scritture intendono: farne esperienza, vivere, lasciarsi raggiungere e cambiare, rimanere.
E a tutti quelli che cercano il Signore, e a tutti coloro che lo indicano, oggi come ieri, Gesù non dice altro, non offre altro se non l’immagine del chicco di grano caduto in terra, morto e rimasto solo. Così si consegna a noi il Signore e Salvatore, colui nella cui parola sono stati fatti gli universi.
La nuova alleanza, quella del Dio prossimo, che scrive nel nostro cuore la legge dell’amore, non ha bisogno di altro se non di Dio stesso, non chiede nulla a noi se non di lasciarci destabilizzare dall’impotenza dell’Onnipotente che si consegna e si lascia uccidere, non chiede nulla se non credere fidandoci e non sforzandoci.
È nello spezzarsi del Pane che possiamo vedere Gesù.
È sulla croce che possiamo conoscere l’immensità gratuita del suo amore.
È nella morte che possiamo guardare faccia a faccia il Dio totalmente uomo.
È nella risurrezione che possiamo scoprire il frutto della fiducia.
UNA PREGHIERA COME SOSTEGNO
Attiraci a te
Signore Gesù, Dio talmente con noi
da lasciarti ferire e uccidere,
ti scopriamo vivo nel piccolo chicco di grano,
sentiamo la tua vita raggiungerci
in un semplice pezzo di pane,
possiamo dare un volto all’amore
guardandoti sfigurato su una croce.
Insegnaci a restare con te in quest’ora,
a essere con te piccolo chicco di grano,
che muore e resta solo, e dona vita.
Attiraci a te, Dio-sempre-con-noi!
Convertici a te! Convertici all’Amore!
Convertici al Vangelo!
DAL VANGELO DELLA DOMENICA
(Gv 12,20-33)
In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù».
Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome».
Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».
La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.
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2 pensieri riguardo “È tempo di una nuova alleanza – BUONA DOMENICA! V di Quaresima – Anno B”