Claudia e la sua compagna: la sclerosi!
di Maria Grazia Meloni con la collaborazione straordinaria di Claudia
che ringraziamo di cuore per aver voluto condividere con noi la sua storia!
Ciao ragazzi!
Eccomi di nuovo con voi. Stavolta vi voglio raccontare la storia di Claudia. La sua è la vita di una giovane donna, come tante. Con sogni e speranze. Ma con una voglia in più, quella di realizzare il progetto d’Amore che Dio ha per lei. Dapprima è arrivata la laura in psicologia – col preciso desiderio di usarla per essere strumento utile a migliorare la condizione umana dei più bisognosi – poi è arrivato il matrimonio – un rapporto germinato e maturato nell’affidamento a Dio – e alla fine è arrivata Elena. Una bambina meravigliosa! Claudia ha tanta, tanta voglia di amare…di amare davvero. Amare la vita e amare il prossimo. Il suo impegno verso gli ultimi è costante. E assieme a Mario ed Elena tutto sembra andare verso la pienezza. Poi però iniziano i primi problemi di salute che piano piano diventano grandi… Problemi che le bloccano la vita, i progetti, i sogni. O forse… glieli trasformano… in altri sogni… in altre consapevolezze… Claudia ha la sclerosi multipla. Prima della scoperta della malattia tutto era meraviglia e la vita era un continuo desiderare e progettare, seppure nella fiducia in Dio. Dopo la malattia tutto è diventato accoglienza. Prima Claudia voleva “aiutare gli altri” e stare vicino a chi soffre, adesso è lei a soffrire. Prima era indipendente e autonoma, adesso non può più fare quello che vuole. Ora non può che affidarsi a Dio e ha ciò che Lui vuole per lei… e nonostante tutto… accettarlo davvero.
In una bellissima lettera in cui Claudia mi ha confidato i suoi pensieri e che assieme abbiamo deciso di condividere, mi ha scritto:
“vedi, la sclerosi multipla, è una malattia assolutamente imprevedibile, cambia da un giorno all’altro, anzi all’interno di uno stesso giorno, ora puoi fare una cosa e tra un po’ non riesci; non ti chiede il permesso, arriva con nuovi sintomi, o ne riaccende di vecchi all’improvviso, non ne puoi prevedere la durata né il decorso. Tutto questo ti lascia un grande senso di precarietà e di impotenza, perché non puoi ‘avere il controllo’ della situazione, né sapere cosa ti accadrà ed
essere preparata. Eppure, se l’accogli, ti insegna a vivere l’oggi come unico luogo possibile e da valorizzare, ti libera dai tuoi progetti, pur belli, giusti, ma che ‘portano la tua firma’ cioè sono viziati dai tuoi desideri, dalle tue convinzioni, dalle tue paure. Non poter programmare, accettare il limite fisico di non riuscire a fare tutto quello che vuoi, non sapere come starai domani, veramente ti spinge a vivere nella fiducia e ti apre alle infinite possibilità di Dio, perché ti fa toccare con mano che tu da solo non basti e ti fa scoprire, se ti affidi, che proprio nella tua maggior debolezza, come dice S. Paolo, sei forte, perché la potenza meravigliosa di Dio è libera di agire. Se accogli la sofferenza, se la vivi non come una sfortuna, una punizione, ma come un dono di Chi ti ama, di Chi è sempre con te. Puoi scoprire che la tua vita non è mai inutile, banale, ma preziosa. Ogni tanto penso di essere impazzita, come si può dire che la sofferenza è un dono? Siamo stati fatti per la gioia, per la bellezza, e la felicità piena è il nostro destino, eppure, se guardo la croce, non mi fa paura, non è brutta (pur essendo abominevole), non vedo più un luogo di dolore ma un luogo santificato dall’Amore, profumato dalla Salvezza: la croce profuma, è fiorita, porta frutti e da luogo di morte diventa “albero di vita”. Se guardo la croce, la voglio baciare e abbracciare perché il mio Signore è lì per noi, e se l’abbraccio, i segni, il sangue, mi rimangono addosso inevitabilmente, mi incidono e si incidono nella mia carne. Ogni giorno il Signore chiede a ciascuno di noi, ognuno nel posto in cui è, nella sua condizione, con i suoi talenti: “ ci stai? Ci stai a stare con me, a farmi entrare nella tua vita e poi a “venire dietro di me” con la tua croce che è sofferenza, fallimento, fragilità ma anche libertà, promessa di gioia senza fine, amore immenso, salvezza? Ci stai?”. E io, che sono stata inondata dalla Sua grazia, misteriosamente e senza merito, travolta dal Suo Amore, come faccio a dirgli di no? A dire no a chi mi insegna ogni giorno che tutto ciò di cui ho bisogno è Lui solo, Lui stesso, che in Lui ho tutto e nulla da temere. E senza di Lui, potrei possedere tutto, ma non avere nulla?!
Non posso dire che la sofferenza e il dolore mi siano amici, sarebbe un controsenso, però in questi anni siamo diventati compagni, a casa mia c’è un posto per loro e la porta è aperta. Il Signore sa che può entrare e chiedere e prendere, perché il padrone è Lui. Io in cambio Gli chiedo la gioia e l’allegria della Sua presenza perché la felicità è l’aspirazione più profonda del nostro cuore, e Lui che è imbattibile in generosità, mi riempie di tenerezze e consolazioni. Lui che mi conosce e mi ama più di quanto io non conosca e ami me stessa, mi dona ciò di cui ho veramente bisogno, meglio e di più di quanto io avrei potuto fare. Come starò domani, cosa mi si chiederà? Non lo so, però so che anche domani “Lui si sveglierà prima del sole” e so che mi guarda sempre sorridendo. Molte cose non le ho ancora capite, ma la mia barca la guida il Signore, e ora quando l’acqua è agitata, e Lui dorme a poppa, non grido, non cerco di svegliarLo, ma metto la testa sul cuscino accanto a Lui, e sono serena e felice perché questo è l’unico luogo in cui vorrei essere”.
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